“Occhio all`artista”: l`esperienza sul palcoscenico dell`intramontabile

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“Occhio all`artista”: l`esperienza sul palcoscenico dell`intramontabile
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Numero 4
“Occhio all’artista”: l’esperienza sul palcoscenico
dell’intramontabile Sergio Solli
La rubrica si apre, per il suo sedicesimo appuntamento, con un’intervista rivolta all’attore teatrale, cinematografico e televisivo
Sergio Solli. Napoletano doc, sin dai primi
accenni sul palcoscenico parte alla grande esponendosi alla rilevante ed influente
attenzione del compianto drammaturgo
Eduardo De Filippo.
Con il maestro, che lo ha praticamente battezzato come interprete teatrale, ha ricoperto vari ruoli in altrettante commedie tra cui
“De Pretore Vincenzo”, “Gli esami non finiscono mai”, “Natale in casa Cupiello”, “Le voci di
dentro”, “Il sindaco del Rione Sanità”. Gli sono
stati affidati, lungo le tappe successive, ruoli
non di primissimo piano, ma nel complesso
confacenti alla figura del tipico caratterista
che, con spiccate doti recitative, comunicative ed interpretative, Solli ha concretamente messo al centro di un percorso in salita. Il
suo è certamente un successo ritagliato con
profondi meriti e cucito su misura, con estrema precisione.
La precisione di chi non sbaglia mai e ha ancora tanto da dimostrare. Con lui scambiano
due chiacchiere sulle tappe che hanno segnato fondamentalmente la sua carriera, tra
retroscena e curiosità, arrivando fino ai lavori recenti e ai progetti futuri che lo vedranno ininterrottamente impegnato a contatto
con il fedelissimo suo pubblico di estimatori.
Ci parli del recente film di Cotroneo, “La
kryptonite nella borsa”, tratto dall’omonimo libro scritto dallo stesso regista. Che
ruolo rappresenta in scena?
Lo scenario è quello di una famiglia degli anni Settanta che, all’apparenza felice
ed unita, viene sconvolta da una notizia di
presunto e poi confermato tradimento del
marito nei confronti della moglie. Il figlio di
questa coppia interpretata da Luca Zingaretti e Valeria Golino è un ragazzino vispo
intorno a cui si concentra la trama e gli svarioni comici e grotteschi della realtà tipica di
quel periodo. Infatti, gli zii giovani passano
molto tempo con lui
cercando di distrarlo
dal problema familiare ed inserendolo nel
mondo immaginario
e lunatico degli hippie. E’ una commedia
che vuole mettere in
risalto alcuni aspetti
assurdi di una famiglia napoletana, in
cui io con il mio ruolo, rappresento l’elemento tradizionale.
Sono un nonno di
nome Vincenzo che,
con il carattere burbero e anche fastidioso per i giovani, sfoga
e reagisce all’innovazione con comportamenti isterici ribellandosi al rinnovato mondo giovanile. Simboliche e rappresentative
sono quelle scene in cui irrompo sfasciando
tutto ciò che rimanda al progresso e alla novità che, durante quegli anni, equivalgono ai
primi giradischi.
Per l’interpretazione è stato anche un
modo che le ha fatto riassaporare il ritorno ai personaggi di alcuni lavori cinematografici passati?
Il ruolo che mi è stato affidato dal regista in
un certo modo lo sento a me familiare nel
senso che c’è una predisposizione quasi naturale, includendo anche l’età, ad impersonare un nonno in un contesto che ricalca i
miei primi lavori cinematografici. Per citarne
uno, “Così parlò Bellavista”, con Luciano De
Crescenzo. E’ stata certamente una scoperta spontanea, dovuta essenzialmente alla
scenografia, e allo stesso tempo molto gradita e piacevole. Poi la condivisione di tale
esperienza con un cast eccellente mi ha fatto tanto piacere, come il contatto lavorativo
con attori nettamente più giovani.
Quali sono le sue
aspettative per questo recente lavoro?
Dopo la presentazione ufficiale al Festival
Internazionale
del
Film di Roma, spero
che consensi sempre
più favorevoli vengano raccolti per il
seguito di pubblico e
per la posizione della
critica cinematografica.
Nel film ha recitato
con attori più giovani, può essere
definito il padrino
artistico di alcuni di
loro? E chi tra loro vi
ha convinto di più?
Nel cast ho ritrovato Valeria Golino con la
quale ho recitato la prima volta nel suo film
d’esordio. Ho sempre creduto nelle sue capacità, come in quelle della Capotondi, e mi
fa immenso piacere aver constatato in prima
persona questa perfetta sintonia tra me e
loro. Non a caso, infatti, nel film interpreto
il padre delle due attrici e quindi il rapporto
diventa maggiormente consolidato. Tra tutti
gli artisti che ho avuto modo di conoscere,
certamente quello che ha raggiunto un apice molto soddisfacente è Vincenzo Salemme. Ricordo i momenti vissuti insieme a lui,
giovanissimo, quando entrò a far parte della
compagnia di Eduardo. Indimenticabile…
Tanti sono gli anni di carriera, cosa ha ancora ben impresso nella mente, nei ricordi?
I miei quarant’anni di carriera non sembrano
mai bastarmi, perché mi sento attualmente
di dover ancora dare tanto al pubblico in
termini di riscontro e gradimento. Ho ancora voglia di dimostrare il mio attaccamento
all’arte, di idealizzarla con la mia rappre-
sentazione e proiezione artistica. I ricordi si
aggiornano continuamente, sono ben archiviati nella mia mente rivolta alla prima partecipazione nella compagnia di Eduardo. Allora non ero neanche attore professionista,
quella notizia mi procurò tanta gioia. Era una
vera utopia entrarvi. Sono stati dieci anni intensi che ripeterei sempre e soprattutto per
rivivere il maestro di vita, di spessore intellettuale quale è stato per me Eduardo.
Quale consiglio tende a sottolineare nei
confronti dei giovani attori o aspiranti attori?
Nel mondo d’oggi sono pochi i veri maestri
che sono in grado di impartire i giusti insegnamenti per quanto riguarda la tecnica di
recitazione orientata al teatro o al cinema. Al
di là del fatto che bisogna fare tanta strada,
percorrere una gavetta selezionata, i giovani
devono affidare la loro voglia, il loro talento
a maestri competenti e profondi conoscitori
dell’arte recitativa, della storia e cultura teatrale. Il resto, per me, conta poco. I veri talenti vanno coltivati con serietà e dedizione
da parte dell’allievo, con meticolosità ed attenzione da parte dei maestri, da chi crede
fermamente di preparare un attore prodigio.
Cosa ha in programma per il futuro?
Il lavoro non manca mai, e ne sono entusiasta. La stessa emozione sembra ripetersi,
anche quando ho appreso la notizia di esser
stato selezionato nel cast del nuovo film di
Woody Allen dal titolo “Bop Decameron”. Le
scene si gireranno a Roma e la trama prendendo spunto dalle novelle del Boccaccio, è
articolata su quattro episodi. Il film è ricco di
novità come il ritorno del regista statunitense alle vesti di attore e la partecipazione di
attori italiani affermati tra cui Roberto Benigni, Riccardo Scamarcio, Isabella Ferrari, Ornella Muti, Sergio Rubini, Antonio Albanese
ed Alessandra Mastronardi. Le premesse annunciano che ci sarà un gran bel vedere.
Antonino Fiorino - Giuseppe Nappa
A Sant’Antimo attività di promozione del volontariato
Continua l’ impegno del
Centro Ozanam in azioni
volte a promuovere il volontariato nei giovani santantimesi. Il ruolo dell’Ozanam
infatti non si esaurisce nei
servizi svolti quotidianamente a favore dei minori
ma prevede anche occasioni create per presentare ai più giovani riflessioni,
testimonianze e esperienze di volontariato. Tra
queste anche quest’anno
torna puntuale l’appuntamento con l’iniziativa
Scuola e Volontariato promossa dal Csv Napoli con la collaborazione, ormai consolidata, dell ‘ I.S.T.S. G. Moscati e
del Centro Ozanam. Scuola e Volontariato vuole promuovere lo scambio tra il mondo della scuola e del volontariato
con la finalità di sensibilizzare maggiormente i giovani al
tema del volontariato, incentivando la loro disponibilità
ad entrare in contatto e ad impegnarsi in associazioni che
si occupano di disagio attraverso un percorso formativo
- esperenziale. Il percorso è diviso in due parti : una prima fase di incontri di formazione a scuola su tematiche
riguardanti il volontariato, la motivazione e le aspettative
dei giovani, i valori del volontariato, la responsabilità sociale, la legalità, la cultura della solidarietà e la cittadinanza
attiva; una seconda fase di esperienza pratica presso l’Ozanam con il coinvolgimento attivo degli studenti alle attività dell’ associazione. Un’altra iniziativa che vede impegnati
i volontari del Centro Ozanam è il progetto Crescere fuoriclasse che rientra nell’ambito del programma il Volontariato per l’inclusione sociale promosso dal CSV Napoli. Anche
quest’attività offre ai giovani un percorso di formazione al
volontariato e di coinvolgimento in attività pratiche che
sono concertate con i giovani. Crescere fuoriclasse prevede infatti una serie di incontri iniziali che indagano sull’interesse dei giovani studenti alla partecipazione sociale
con l’obiettivo di costruire spazi e attività non create per i
giovani ma pensate con i giovani. La scelta strategica dei
volontari dell’Ozanam è quella quindi di proporre diverse
metodologie di intervento in base all’età e all’esigenze dei
giovani, contribuendo, si auspica, al formarsi di una coscienza sociale nelle nuove generazioni.
Monica Galdo