wagner ei wesendonk lieder
Transcript
wagner ei wesendonk lieder
Conservatorio di Musica «L. Perosi». Campobasso TRIENNIO Sperimentale «Repertori Vocali da Camera» Anno Accademico 2001 - 2002 WAGNER E I WESENDONK LIEDER Docenti relatori: Allieva : Barbara Lazotti Piero Niro Luigi Pecchia Barbara Vignanelli Maria Carmela Rossodivita [stralcio] INTRODUZIONE I Wesendonk Lieder nascono da un rapporto di collaborazione tra Richard Wagner e Mathilde Wesendonk amica e ispiratrice del compositore. La poesia, scritta da Mathilde è composta nei primi mesi del 1857 e musicata da Wagner tra il novembre '57 e l'aprile '58. Questi capolavori sono un esempio d'arte tra i più belli e significativi perché Wagner utilizza la forma del Lied in modo del tutto autonomo e indipendente rispetto ai suoi contemporanei, trasferendo in essi i caratteri stilistici delle sue opere e divenendo precursore dello stile compositivo del Novecento. MATHILDE WESENDONK E IL RAPPORTO CON RICHARD WAGNER Mathilde Luckemeyer Wesendonk, (Elberfeld 1828 - Traunblick 1902), poetessa tedesca. Amica intima e musa ispiratrice di Richard Wagner dal 1852. Autrice e dedicataria dei WesendonkLieder. Moglie di Otto Wesendonk dal 1848, risiede presso il lago di Zurigo dove ospita Wagner dall'aprile 1857 all'agosto 1858. Qui lo stesso compone la maggior parte del Tristano e Isotta ispirandosi a lei. Intrattiene rapporti epistolari anche con Brahms. Wesendonk-Lieder è il titolo attribuito convenzionalmente alla raccolta dei Fünf Lieder für eine Frauenstimme und Klavier, composti a Zurigo tra il dicembre 1857 e l'aprile 1858. La prima impressione decisiva su Wagner, Mathilde Wesendonk l'aveva avuta nel 1852 ad un concerto in cui egli diresse l'Ottava Sinfonia di Beethoven e l'Adagio della Nona Sinfonia, "brano profondamente calmante" che entrò a far parte delle composizioni preferite di Mathilde. "Una famiglia Wesendonk, che era venuta a stabilirsi a Zurigo, giunse a fare la mia conoscenza per mezzo di quel Marschall von Bieberstein che avevo ben conosciuto durante la rivoluzione di Dresda… La conoscenza che avevo fatta da poco della Wesendonk mi apriva le porte di una casa piacevole che si distingueva vantaggiosamente dagli altri ambienti zurighesi. Il signor Otto Wesendonk, di pochi anni più giovane di me, aveva accumulato una notevole sostanza come socio di una casa di seteria di Nuova York; in tutte le decisioni importanti della vita pareva si lasciasse guidare dai gusti della giovane moglie. Originari del basso Reno, portavano tutti e due la simpatica impronta bionda di quella regione. Dovendo stabilirsi in una città europea che fosse vantaggiosa per la ditta americana, Wesendonk aveva scelto Zurigo a preferenza di Lione, certamente per via dell'elemento tedesco. L'anno precedente avevano assistito all'esecuzione di una sinfonia di Beethoven diretta da me, e la sensazione prodotta da quel fatto in Zurigo aveva suggerito loro il 1 desiderio di accogliermi nella cerchia delle loro relazioni" . 1 Cfr. R. Wagner, Autobiografia, dall'Oglio, Milano 1983, pp. 478-479 Questa amicizia agevolò le condizioni economiche di Wagner, sia per la realizzazione di nuove opere che per affrontare viaggi che gli aprissero altri orizzonti lavorativi. "Pensai che prima di intraprendere un lavoro colossale come quello di musicare il dramma nibelungico, avevo bisogno di tentare per un'ultima volta di crearmi un altro ambiente, una esistenza più in armonia con i miei intimi bisogni che non fosse quella nella quale avevo dovuto accettare tanti compromessi. Progettai anzitutto un viaggio in Italia con l'idea di andare tanto lontano quanto lo consentivano le mie condizioni di esule politico. La realizzazione di quel desiderio mi veniva agevolata dai mezzi che mi offriva l'amico Wesendonk, la cui simpatia non si smentì mai."2 Nel febbraio-marzo 1855 Wagner si reca a Londra per dirigere alcune Sinfonie di Beethoven e il Tannhäuser: fa una buona impressione alla regina Vittoria ed al suo consorte il principe Alberto. Negli stessi mesi fa una prima stesura della prima e seconda scena della Walkiria che terminerà nel marzo del 1856. In questo periodo "i malanni, aggiunti alla stanchezza del lavoro, mi avevano snervato. Ricordo l'umore detestabile con cui ricevetti gli amici Wesendonk quando, la sera in cui finii la partitura (della Walkiria), vennero a farmi una specie di visita di congratulazione. Mi espressi con tanta asprezza su quel modo di interessarsi al mio lavoro che i miei poveri visitatori, mortificati e stupefatti, si affrettarono a levare la seduta. 2 Cfr. R. Wagner, Autobiografia, cit., p. 495 Nei giorni seguenti dovetti dar loro le più complicate spiegazioni per riparare i miei torti e far dimenticare a poco a poco quella mortificazione. La diplomazia di mia moglie mi fu di grande aiuto per accomodare le cose."3 Le esperienze londinesi lo convincono ad abbandonare la vita pubblica musicale e a dedicarsi esclusivamente alla composizione. Si trasferisce a Zurigo dove tra gennaio e febbraio del 1857 termina il primo atto di Siegried. Vive in un appartamento i cui vicini lo infastidiscono, distraendolo dal lavoro compositivo. "Fu allora che i miei amici Wesendonk, tornati da un soggiorno abbastanza lungo a Parigi, mi offrirono la lietissima prospettiva di realizzare il mio più ardente desiderio: possedere un'abitazione secondo i miei gusti. Già una volta Wesendonk si era mostrato disposto a farmi costruire una casetta nel punto che io avessi scelto… Trovò una modestissima proprietà con giardino separata dalla sua solo da una stretta stradicciola e che mi era molto piaciuta. Wesendonk decise di comprarla per me… La primavera fu da me laboriosamente occupata per stabilirmi nella casetta, ma non senza numerose contrarietà… Benché Wesendonk provvedesse all'indispensabile vi furono molte cose da aggiungere: e questo diede origine a difficoltà interminabili, sia per la perpetua divergenza di opinioni esistente tra mia moglie e me, sia per l'incertezza della mia situazione pecuniaria."4 3 Cfr. R. Wagner, Autobiografia, cit., p. 534 4 Cfr. R. Wagner, Autobiografia, cit., p. 545-547 Il 28 aprile 1857 il compositore entra nella nuova dimora zurighese che chiamerà "Asilo" e, il luogo della Collina Verde, profeticamente "Wahlheim". Minna abita al piano terra e suo marito al primo piano dove godeva di un meraviglioso panorama sul lago e sulle Alpi, fonte di ispirazione e di concentrazione. Compone in piedi ad un leggio e suona, accordi o frasi delle sue composizioni, al pianoforte della stanza accanto. Nell'estate del 1857 i Wesendonk prendono possesso della loro villa: "allora la mia vita entrò in una fase che, pur non essendo importante in se, produsse però notevoli mutamenti nelle mie abitudini, in seguito alle mie relazioni con quella famiglia amica. Gli incontri quotidiani che ci procurava la vicinanza agreste avevano necessariamente reso tali relazioni più intime. Avevo notato già parecchie volte che Wesendonk, nella sua onesta franchezza, dimostrava una certa inquietudine per il fatto che divenivo tanto familiare in casa sua… Avevo quasi finito il primo atto del Tristano quando si presentò a Zurigo una giovane coppia che meritava il mio più vivo interessamento. Nei primi giorni di settembre, scese all'albergo del "Corvo" Hans von Bulow con la sua giovane moglie Cosima, la figlia di Liszt. Andai a snidarli di là per ospitarli nella mia casetta, dove fecero un lungo soggiorno."5 Il 20 agosto del '57 fa uno schizzo in prosa del Tristano e Isotta, che completa solo un mese più tardi. Wagner legge il Tristano in casa degli amici, alla presenza di Cosima, Mathilde e sua moglie Minna. 5 Cfr. R. Wagner, Autobiografia, cit., p. 553-554 "Siccome la signora Wesendonk sembrava particolarmente impressionata dall'ultimo atto, le dissi a guisa di consolazione che non bisognava rattristarsi: anche nel migliore dei casi, una situazione simile non poteva risolversi altrimenti. E Cosima mi dette ragione. Facemmo pure molta musica giacché avevo finalmente trovato in Bulow un pianista all'altezza delle terribili trascizioni pianistiche delle mie partiture nibelungiche elaborate da Klindworth. Hans seppe anche suonare a prima vista i due atti di Sigfrido, che erano appena sommariamente notati, leggendoli come un vero spartito per pianoforte. Secondo la mia abitudine, io ne cantai tutte le parti; talvolta avevamo qualche uditore, perlopiù la signora Wesendonk. Cosima ascoltava con la testa china e non diceva nulla; quando si insisteva per farla parlare, si metteva a piangere"6 Nello stesso anno Mathilde scrive cinque poesie, che verranno poi musicate dall'amico in un tempo breve, come si può vedere dalle date: - Der Engel. In Sol maggiore. 1° versione: Zurigo, fine novembre 1857. 2° versione: Venezia, inizio ottobre 1858. - Träume. In La bemolle maggiore. 1° e 2° versione: Zurigo, inizio dicembre 1857. 3° versione (studio per il Tristano e Isotta): Venezia, inizio ottobre 1858. - Schmerzen. In Mi bemolle maggiore. 1° versione: Zurigo, metà dicembre 1857. 2° versione: dicembre '57 - ottobre '58. 3° versione: Venezia, inizio ottobre 1858. - Stehe still!. In do minore. 1° versione: Zurigo, febbraio '58. 2° versione: Venezia, inizio ottobre 1858. 6 Cfr. R. Wagner, Autobiografia, cit., p. 554 - Im Treibhaus. In re minore. 1° versione: Zurigo, fine aprile 1° maggio 1858. 2° versione: maggio - ottobre '58. 3° versione (studio per Tristano e Isotta): Venezia, inizio ottobre 1858. Il ciclo viene eseguito per la prima volta in Villa Schott, Laubenheim presso Magonza, il 30 luglio 1862 dal soprano Emile Genast e dal pianista Hans von Bülow. La successione cronologica è divergente rispetto all'ordine in cui le liriche sono state successivamente pubblicate (Der Engel, Stehe still!, Im Treibhaus, Schmerzen, Träume). Come già detto le liriche sono state composte in brevissimo tempo, quasi di getto. Solo in Schmerzen l’autore ha modificato per due volte, in due giorni di seguito, il finale. Sul foglio di musica ha annotato, sotto il primo finale: "Dopo una bella notte ristoratrice al risveglio il mio primo pensiero fu di migliorare questo finale…". E sotto al terzo: "Ancora un Finale, deve diventare sempre più bello"7. Nel mese di novembre del 1857, Otto Wesendonk parte per un viaggio d'affari poiché una crisi del mercato monetario americano minaccia i suoi interessi economici. Wagner, il giorno del compleanno di Mathilde, il 23 dicembre, le fa una serenata ai piedi della scalinata della villa, con il canto Träume, adattato per violino e piccola orchestra. Il 31 dicembre le offre lo schizzo della composizione del primo atto del Tristano dedicandole alcuni versi. O a causa della serenata o per la poesia, dopo il 7 Cfr. C. von Westernhagen, Wagner, Accademia, Milano 1977, p. 280 ritorno dell'industriale, si scatena tra i coniugi una violenta discussione. Alla fine di quell'anno, Wagner, come scrive nella sua biografia, stanco per il lavoro prova "una vera ripugnanza a cominciare la strumentazione del primo atto di Tristano e Isotta. La mia casa, Zurigo e gli amici, non mi offrivano più alcuna distensione. Anche la vicinanza della famiglia Wesendonk, che avevo immaginata tanto piacevole, aumentava il mio malessere. Mi era veramente insopportabile dedicare intere serate a conversazioni alle quali il buon Otto Wesendonk si credeva in dovere di prender parte. Il timore che egli nutriva di vedersi soppiantato da me nella propria casa, gli conferiva la caratteristica pesantezza di chi si getta in ogni conversazione tenuta in sua presenza, per non essere relegato all'ultimo posto. E la sua presenza tra noi produceva tra noi press' a poco l'effetto di spegnitoio sopra una candela. Tutto ciò mi pesava e mi opprimeva; soltanto colei che se ne accorgeva e mi comprendeva, mi dimostrava una simpatia che però non aveva nulla di rasserenante. Nonostante il freddo invernale e la necessità in cui mi vedevo di ricorrere ad alcuni espedienti per procurarmi il denaro che assolutamente mi mancava in quel momento, partii per Parigi col recondito pensiero di non tornare forse mai più."8 Il 31 marzo '58, giorno del compleanno di Otto, Mathilde organizza un concerto. "Questa idea le era stata suggerita da un piccola "mattinata" che durante l'inverno io, da buon vicino, le 8 Cfr. R. Wagner, Autobiografia, cit., p.557 avevo offerto per la sua festa, con l'aiuto di otto suonatori zurighesi"9 Wagner dirige, sulla scalinata della villa, con un'orchestra di trenta professori, dieci singoli Tempi delle Sinfonie di Beethoven e riceve in regalo una bacchetta d'avorio dalla figlia dei Wesendonk. Pochi giorni dopo il concerto, il 5 aprile Wagner non può incontrare Mathilde perché impegnata con Francesco de Sanctis in una lezione di italiano. Per questo motivo egli non riesce dormire quella notte; il giorno dopo l'appuntamento viene rimandato alla sera a causa del brutto tempo. Ne nasce una discussione tra i due e Wagner, per riconciliarsi, il giorno seguente le invia lo schizzo del Tristano insieme ad una lettera che viene intercettata da Minna. Questa, infuriata chiede spiegazioni al marito il quale riesce a fatica a calmarla, rassicurandola sulla sua fedeltà. 10 "Avevo promesso alla signora Wesendonk la minuta del preludio, in cui la strumentazione era schizzata a matita. Gliela mandai dunque con un biglietto nel quale, seriamente e tranquillamente, le manifestavo lo stato d'animo che mi dominava. Ora, da un certo tempo, mia moglie si mostrava sospettosa riguardo alla nostra vicina; si lagnava aspramente di non essere trattata dalla signora Wesendonk con le attenzioni dovute alla moglie di un uomo che tanto le faceva piacere di ricevere in casa sua; soprattutto, giudicava che nelle nostre relazioni, le visite della nostra vicina 9 Cfr. R. Wagner, Autobiografia, cit., p. 562 10 Cfr. C. von Westernhagen, Wagner, Accademia, Milano 1977 fossero più per me che per lei. Tuttavia Minna non aveva ancora dimostrato una esplicita gelosia. Orbene, quella mattina, passeggiando in giardino, ella scorse il domestico che portava il mio plico: lo fermò, si fece dare la lettera e l'aprì. Incapace di comprendere la disposizione d'animo rivelata da quelle parole, si ottenne tanto più fermamente a un triviale significato letterale e si credette in diritto di venire in camera mia a farmi i più strani rimproveri sulla spaventosa scoperta che credeva di aver fatta… Invitai energicamente Minna a starsene tranquilla ed a evitare qualsiasi passo falso verso i nostri vicini, sia nei giudizi, sia nel modo di agire; poi mi sforzai di farle capire la gravità che poteva avere per noi quell'incidente così futile in se. Ella parve veramente comprendere; mi promise di essere riservata e di non dar più seguito alla sua stupida gelosia… Pochi giorni dopo credette di sollevarsi il cuore col solo mezzo che le parve efficace: a buon fine, secondo lei, mise in guardia la nostra vicina contro le conseguenze che avrebbe potuto avere una imprudente intimità con me… Dovetti ascoltare i particolari della condotta di Minna verso la nostra vicina. Ingannandosi grossolanamente sulla natura delle mia relazioni puramente amichevoli con la giovane signora, la quale pensava soltanto a vegliare sulla mia tranquillità e sul mio interesse, Minna era giunta a minacciarla di fare rivelazioni a suo marito. La signora Wesendonk, sentendosi innocente, ne era stata ferita al punto di non saper più che pensare di me: non poteva comprendere come avessi potuto lasciar cadere mia moglie nel suo funesto errore."11 11 Cfr. R. Wagner, Autobiografia, cit., p. 564-565 Dopo questo evento, il rapporto tra le due coppie si raffredda. Wagner invita la moglie ad abbandonare Zurigo: ormai capisce che la situazione coniugale non è più sostenibile. Come si è scoperto solo un secolo più tardi, la lettera conteneva una dissertazione sul Faust di Goethe, poiché i due avevano avuto una discussione, la sera precedente, sul personaggio Faust. Nessuno conobbe il contenuto della fatidica lettera fino al 1950 quando finalmente fu pubblicata per intero, poiché tenuta nascosta da Minna e poi lasciata in eredità alla figlia Natalia. Questa la vendette all'ammiratrice wagneriana inglese Mrs. Burrell. Dopo la sua morte, tutto il suo lascito wagneriano venne mantenuto in custodia. Nel 1930 due “avventurieri letterari”, Mr. Hurn e Mr. Root riuscirono ad accedere a tale raccolta. Ma della lettera pubblicarono solo l'inizio e la fine insieme a calunnie e invenzioni. Nel frattempo la raccolta raggiunse l'America. Solo nel 1950 venne pubblicata la lettera completa. Fatto sta che dopo quell'episodio, Wagner non visse più tranquillo nell'Asilo, assillato in continuazione dalla moglie. "Dovetti occuparmi della rescissione del contratto d'affitto. Lo feci andando a trovare personalmente Otto Wesendonk; poi, accompagnato da Hans feci la mia visita di congedo alla signora, la quale, nonostante la perdurante confusione delle sue idee, si mostrò finalmente disposta a dolersi dell'equivoco in cui era caduta e che mi costringeva ad allontanarmi dalla casa"12 12 Cfr. R. Wagner, Autobiografia, cit., p. 571 Il 17 agosto 1858 lascia l'appartamento, deciso a non avere più rapporti con i coniugi Wesendonk. Minna si occupa del trasloco "con una certa pratica solennità, come ebbi più tardi il dispiacere di apprendere, annunciando nei giornali una vendita straordinaria per causa di improvvisa partenza e provocando così un tale chiasso che tutti ne furono costernati. Cominciarono appunto allora a venir fuori quei pettegolezzi che diedero a tutto quanto l'episodio un carattere di scandalo, le cui penose conseguenze ricaddero su me e sulla famiglia Wesendonk"13 Solo più tardi, con la morte di Guido, il figlio dei Wesendonk, si riaccende in lui il desiderio di incontrare nuovamente la sua musa ispiratrice. Ma ciò non si avvera. Wagner riceve una lettera da Otto il quale "mi colmò di stupore descrivendomi lo scandalo suscitato dalla mia improvvisa partenza da Zurigo e raccontandomi come mia moglie aveva contribuito ad accrescerlo. Più di tutto aveva dovuto soffrirne la famiglia Wesendonk. Nello stesso tempo, seppi pure che i Wesendonk si erano comportati in modo ragionevole e giudizioso."14 Mathilde è decisa a far fronte ai suoi doveri familiari e coniugali. Wagner incontrerà la sua amata a Venezia, qualche anno più tardi, felice della vita con Otto. Successivamente si scambiano delle visite, tra Zurigo e Lucerna, per volere dell'industriale con lo scopo di calmare le maldicenze. 13 Cfr. R. Wagner, Autobiografia, cit., p. 572 14 Cfr. R. Wagner, Autobiografia, cit., p. 581 La condizione economica di Wagner è precaria e ancora una volta deve rivolgersi a Otto Wesendonk: "feci la proposta che avevo già fatta inutilmente al gran duca di Weimar: gli offrii cioè l'acquisto del diritto di proprietà sull'edizione dei Nibelunghi. Wesendonk accettò immediatamente e si disse pronto a pagarmi, per ogni parte compiuta dell'opera, pressappoco quanto potevo sperare di ottenere da un futuro editore contro la cessione della proprietà dell'opera stessa."15 In poche altre occasioni Wagner incontrerà i coniugi Wesendonk e fra loro rimarrà quasi esclusivamente un rapporto epistolare. Funf gedichte fur eine frauenstimme Cinque poesie per voce femminile DER ENGEL L’ANGELO In der Kindheit frühen Tagen hört' ich oft von Engeln sagen, die des Himmels hehre Wonne tauschten mit der Erdensonne: Dass, wo bang ein Herz in Sorgen schmachtet vor der Welt verborgen, dass,wo still es will verbluten, und vergh'n in Tränenfluten, dass, wo brünstig sein Gebet einzing un Erlösung fleht, da der Engel nieder schwebt, und es sanft gen Himmel hebt. Ja, es stieg auch mir ein Engel nieder, und auf leuchtendem Gefieder führt er, ferne jedem Schmerz, meinen Geist nun himmelwärts! Nei giorni lontani della fanciullezza udii spesso narrare di angeli, che le gioie sublimi del cielo barattano col sole della terra e che là dove un cuore impaurito nascosto al mondo si strugge nell'angoscia. che là dove in silenzio si dissangua e in un mare dei lacrime si scioglie, che là dove la sua preghiera supplice si leva e fervida solo liberazione implora, scende l'angelo a volo e dolcemente lo trasporta in cielo. Si anche per me un angelo discese, e sulle piume lucenti, lontano da ogni dolore solleva 15 Cfr. R. Wagner, Autobiografia, cit., p. 592 il mio spirito in alto, verso il cielo. STHE STILL! FERMATI! Sausendes, brausendes Rad dei Zeit, Messer du der Ewidkeit; leuchtende Sphären im weiten All, die ihr umringt den Weltenball; urewige Schöpfung, halte doch ein, genug des Werdens, lass mich sein! Halte an dich, zeugende Kraft, Urgedanke, der ewig schafft! Hemmet den Aten, stillet den Drang, schweiget nue eine Sekunde lang! Schwellende Pulse, fesselt den Schlag; ende, des Wollens ew'ger Tag! Dass in selig süssem Vergessen ich mög alle Wonnen ermessen! Wenn Aug' in Auge wonning trinken, Seele ganz in Seele versinken; Wesen in Wesen sich wieder findet, und alles Hoffens Ende sich kündet; die Lippe verstummt in staunendem Schweigen, keinen Wunsch mehr will das Inn're zeugen: erkennt der Mensch des Ew'gen Spur, und lös't dein Rätsel, heil,ge Natur! Sibilante, fragorosa ruota del tempo lama dell'eternità sfere lucenti dell'immenso universo che la sfera terrestre circondate; creazione perenne, fermati, mi strema il divenire, lasciami essere! Frenati, forza creatrice, pensiero primigenio che eternamente plasma! Trattenete il respiro, placate l'impeto, tacete, un solo secondo! Polsi martellanti, incatenate il battito, finisce il giorno eterno del volere! Che io possa beato in dolce oblio, tutte le delizie assaporare! Quando estatici gli sguardi bevono gli sguardi, l'anima tutta nell'anima si perde; creatura nella creatura si ritrova, e s'annuncia il coronamento di ogni speranza, le labbra in stupido silenzio ammutoliscono, il cuore non partorisce più desideri, l'uomo riconosce la traccia dell'eterno, e il tuo enigma si scoglie, sacra natura! IN TREIBHAUS NELLA SERRA (studio per "Tristano e Isotta") Alte cupole di chiome frondose, baldacchini di smeraldo, figli di terre lontane, ditemi, perché piangete? Hochgewölbte Blätterkronen, Baldachine von Smaragd, Kinder ihr aus fernen Zonen, saget mir warum ihr Klagt? Schweigend neiget ihr die Zweig, malet Zeigen in die Luft, und der Leiden stummer Zeuge steiget aufwärts süsser Duft. Weit in sehnendem Verlangen breitet ihr die Arme aus, und unschlinget wahnbefangen öder Leere nicht'gen Graus. Wohl ich weiss es, arme Pflanze: Ein Geschicke teilen wir, ob umstrahlt von Licht und Glanze, unsre Heimat ist nicht hier! Und wie froh die Sonne scheidet von des Tages leerem Schein, hüllet der, der wahrhaft leidet, sich in Schweigens Dunkel ein. Stille wird's, ein säuselnd Weben füllet bang den dunklen Raum: schwere Tropfen seh'ich schweben an der Blätter grünem Saum. In silenzio i rami chinate, tracciate i segni nell'aria e il soave profumo, muto testimone del dolore, in alto si diffonde. Nell'impeto del desiderio le braccia spalancate, e folli stringete il vuoto orrore del desolato nulla. Certo, lo so, povere piante; noi dividiamo un eguale destino; sebbene circonfuse di luce e splendore, la nostra terra non è questa! E come il sole lieto si concede dal vuoto chiarore del giorno, chi veramente soffre si ammanta nel buio del silenzio. Tutto è quiete, un bisbigliante stormire trepido si diffonde per lo spazio oscuro vedo gocce pesanti scivolare lungo il margine verde delle foglie. SCHMERZEN DOLORI Sonne, weinest jeden Abend dir die schönen Augen rot, wenn im Meerespigel badend dich erreicht der frühe Tod; doch erstehst in alter Pracht, Glorie der düstren Welt, du am Morgen neu erwacht, wie ein stolzer Siegesheld! Ach, wie sollte ich da Klagen, wie, mein Herz, so schwer dich sehn, muss die Sonne selbst verzagen, muss die Sonne untergehn? Und gebieret Tod nur Leben, geben Schmerzen Wonnen nur: O, wie dank'ich, dass gegeben solche Schmerzen mir Natur! Sole, ogni sera tu piangi, fino a farti rossi i begli occhi, quando ti coglie una morte precoce immerso nello specchio del mare! Ma nell'antico splendore risorgi, gloria del cupo mondo, destandoti nel nuovo mattino, superbo eroe vittorioso! Oh, come allora potrei lamentarmi, come, mio cuore sentirti pesante, se il sole stesso non spera, se deve anche lui tramontare? La morte genera solo vita, i dolori portano solo gioia: oh, come ringrazio la natura per i dolori che mi ha dato! TRÄUME Sag', welch wunderbare Träume halten meinen Sinn umfangen, dass sie nicht wie leere Schäume sind in ödes Nichts vergangen? Träume, die in jeder Stunde, jedem Tage schöner blüh'n, und mit ihrer Himmelskunde selig durch's Gemüte ziehn? Träume, die wie hehre Strahlen in die Seele sich versenken, dort ein ewig Bild zu malen: Allvergessen, Eingedenken! Träume, wie wenn Frühlingssonne aus dem Schnee die Blüten küsst, dass zu nie geahnter Wonne sie der neue Tag begrüst, dass sie wachsen, dass sie blühen, träumend spenden ihren Duft, sanft an deiner Brust verglühen, und dann sinken in die Gruft. SOGNI (studio per "Tristano e Isotta") Dimmi, perché sogni meravigliosi, avvolgono il mio spirito, senza svanire nel vuoto nulla come vane spume? Sogni che più belli ogni ora, ogni giorno fioriscono costellazioni beate che mi attraversano l'animo! Sogni che come raggi sublimi si immergono nel cuore per dipingervi un'immagine eterna: oblio assoluto, che tutto ricorda! Sogni, come quando il sole di primavera bacia i fiori liberati alla neve, perché a delizie mai immaginate, il nuovo giorno li inviti perché crescano, fioriscano, effondano sognanti il loro aroma, dolcemente sul tuo petto si spengano e infine nella cripta sprofondino.