Essere donna... incontro con gli studenti del Liceo ScientiÄco

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Essere donna... incontro con gli studenti del Liceo ScientiÄco
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Numero 10
Essere donna... incontro con gli studenti del Liceo ScientiÞco
Oggi più che mai in seguito alle varie trasformazioni storiche,sociali e culturali, si è assistito all’evoluzione della donna nella storia, intesa non più come
oggetto passivo da manipolare, ma soggetto attivo in una società in evoluzione. Ed è proprio alla
luce di questi cambiamenti che anche quest’anno
abbiamo deciso di scendere in campo tra i ragazzi,
tra gli adolescenti chiedendo loro come vedono la
figura femminile, e come vivono uomini e donne
il rapporto di coppia? Mentre lo scorso anno l’incontro si è avuto presso l’ITC Moscati, quest’anno
abbiamo incontrato una rappresentanza di alunni
del Liceo Scientifico. Ormai è lontano il ricordo della donna vista come“Angelo del focolare”, a partire
dal XXI secolo la donna è riuscita ad inserirsi nel
mondo lavorativo, creando propri contatti sociali
che le danno più consapevolezza delle sue forze e
del suo valore. Infatti, oggi più che mai siamo lontani dalla vecchia figura della“Donna” , dove la figura della casalinga come“nostra madre”o“nostra
nonna”, che tutto dedicava alla famiglia, che viveva
per la famiglia va scomparendo, il suo posto viene
preso da una donna nuova che ha innumerevoli
interessi oltre quelli domestici.
Anche se ancora oggi nonostante le mille battaglie portate avanti dalle donne con forza e coraggio, vediamo che ci sono donne che per amore, o
qualsiasi altro motivo rinunciano a quello che è il
loro diritto, ovvero “Essere Donna” senza vergogna. Ed è proprio partendo da questo spunto che
è iniziato un lungo dibattito con gli alunni. Maschi
e femmine a confronto. Un incontro – dibattito
durato circa 3 ore, in cui tutti hanno manifestato le
proprie esperienze di vita, dirette e indirette. Diverse le idee in merito. Tra i ragazzi c’era chi sosteneva
l’idea che la propria fidanzata era libera di poter
vivere, sempre nel rispetto del rapporto di coppia.
Chi invece sosteneva che la “propria donna” non
poteva permettersi tutta la libertà che desiderava. Per molti ragazzi è impensabile che la propria
metà possa salutare un amico maschio magari
con un abbraccio, così come è impensabile che
possa esserci uno scambio di battute“in più”!
Di diversa impostazione le donne, che d’altro canto hanno raccontato di essere riuscite a superare
situazioni di disagio creatisi nella coppia dovute
al poco dialogo. Parlare tanto, dei problemi e dei
comportamenti che non si ritengono appropriati,
è risultato essere per molte ragazze un antidoto
per salvare il rapporto amoroso e vivere il fidan-
Anche quest’anno il rituale dell’8 marzo è stato
lo stesso. C’è stato il collega che per l’occasione
appena ci ha viste ha usato la frase di circostanza
«oggi è la loro festa, trattiamole bene», quello che
si sente cavaliere e si è presentato con rametti di
mimosa per tutte, il barista che ci ha detto «Auguri!
» mentre prendevamo il caffè.
E poi la sera i ristoranti pieni di donne di tutte le
età finalmente “libere” che, come le colf il giovedì,
hanno festeggiato la loro ora d’aria annuale, quelle
che solo quel giorno possono concedersi di andare a vedere gli spogliarelli maschili. Donne un giorno su 365!
Ma hanno qualcosa da festeggiare queste donne?
La donna, nel corso della storia, soprattutto per la
sua costituzione fisica più debole, è stata tenuta
dall’uomo in uno stato di soggezione. Nel mondo
romano il pater familias aveva sulla moglie ed i figli diritti di vita o di morte. Solo la donna colta o
di nobile stirpe ha riscosso rispetto come la “don-
na angelicata” di Dante e Petrarca, le eroine dei
poemi cavallereschi del Tasso, le donne esaltate
dai poeti dell’Ottocento. Ma la donna del popolo
è stata sempre maltrattata. Essa ha avuto la forza
di reclamare i suoi diritti solo verso la fine del 1700.
In Francia la scrittrice Olympe de Gouges nel 1791
presentò alla Costituente “La dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina”. Robespierre non
solo respinse tale petizione, ma fece ghigliottinare
la Gouges. Comunque, il movimento femminista
non si arrestò e dilagò con violenza in Francia, in
Germania ed in Inghilterra. Nei paesi anglosassoni ebbe grande sviluppo e le suffragette nel
1903 riuscirono ad ottenere per le donne il diritto al voto politico. In Italia, invece, le donne sono
state ammesse al voto solamente nel 1946 con la
nascita della Repubblica. In seguito documenti internazionali e carte costituzionali si sono occupate
della parità uomo-donna, ma le affermazioni sono
rimaste sulla carta. A partire dal 1960, con il mo-
zamento come un abella storia d’amore. Naturalmente non per tutte è così. Nel corso dell’incontro,
anche se in maniera velata, sono venute fuori richieste d’aiuto da parte di chi non riusciva più a
gestire un rapporto che si stava tramutanto di una
vera e propria prigione. Molti sono stati gli interventi, ma soprattutto alcuni ragazzi e ragazze hanno avuto il coraggio e la voglia di raccontare la propria storia, mettendosi a nudo di fronte a persone
sconosciute, quasi come una sorta di liberazione,
confronto con altri che possono esserti d’aiuto ai
tuoi problemi, alle tua angosce che spesso sopprimono il sorriso o la voglia di vivere secondo i
propri desideri.
I ragazzi presenti, inoltre si sono mostrati molto
attenti alla figura femminile, al rispetto nei suoi
confronti, e particolare è stato l’intervento di un ragazzo il quale ha detto che alla sua fidanzata non
vieta nulla, purchè alla base ci sia rispetto. Altro
caso di una ragazza, la quale si è messa a nudo raccontando la sua storia e di come spesso si trova a
combattere per ottenere i suoi diritti. Quindi Essere Donna sta a significare prima di tutto Personalità da Rispettare, non come oggetto da manipolare secondo le proprie vicissitudini e piacere, ma
un soggetto, una personalità che merita ed esige
rispetto di se e del proprio corpo, che il più delle
volte viene usato e poi gettato.
Volendo parafrasare una nota canzone italiana,
“Essere donna non vuol dire sola una minigonna,
Essere una donna è di più, di più”. L’essere amata
è qualcosa di emozionante, ma sempre nel rispetto, senza mai annientarsi per l’altro perdendo la
propria dignità. Non c’è errore peggiore di considerare la donna come un oggetto, come colei che
deve sottostare a tutto e tutti. Ma adesso basta!
Le donne non devono più nascondersi dietro
quel velo omertoso, anzi in una società dove tutto sembra senza regole e valori, la Donna deve
mantenere alta la bandiera della dignità a costo di
dire anche qualche volta NO, senza paure, perché
anche questo è l’essere donna. Quindi alla Donna,
a Noi Donne, a Voi Donne, sappiate mantenere i
valori che con grande forza abbiamo ottenuto nel
tempo, e sorridere sempre perché nessuno è così
importante da rubare ciò che di più caro abbiamo:
Personalità!
Auguri a tutte le donne.
Giovanna Scarano - Rosa Mungiguerra
vimento femminista, si è accentuata la battaglia
della donna nel rivendicare i propri diritti. Qualche
passo avanti si è fatto, ma i diritti delle donne nel
mondo vengono ancora calpestati.
Basti pensare alla“donna d’oggi italiana”…
Osserviamo, dunque, le statistiche ufficiali e la cronaca nera. Nel lavoro sono sottopagate (il 17%
in meno degli uomini) e sottoimpiegate quando
non disoccupate (più dei maschi), o part time
e non per scelta. Ma anche licenziate grazie alla
abominevole pratica delle dimissioni in bianco,
sommersa clausola di assunzione grazie alla quale 800mila donne incinte nel corso della loro vita
hanno perso il lavoro. La crisi, dice l’Istat nel suo
Rapporto 2011 (dati 2010), «ha ampliato i divari
tra l’Italia e l’Unione europea nella partecipazione
delle donne al mercato del lavoro. Il tasso di occupazione delle donne italiane, già per le donne
inferiore alla media europea tra quelle senza figli,
è ancora più contenuto per le madri». Sono og-
getto di violenza dell’italico maschio, quello che le
vede come terra di conquista e articolo sessuale di
proprietà. Dall’inizio del 2012 a oggi ne sono state
uccise 23. E il trend è in crescita: 127 nel 2010, 137
nel 2011. Mariti o ex, compagni o amanti gli autori della strage. Ma anche “corteggiatori” ai quali la
sventurata di turno ha osato dire no. Molte non
muoiono, perché la furia bestiale si ferma prima
dell’irreparabile, e per puro caso non vengono
conteggiate nelle statistiche mortuarie femminili.
La donna deve vivere l’8 marzo non come una festa, dunque, ma come un giorno per riflettere sulla
condizione femminile e per organizzare lotte per
migliorare sempre di più le proprie condizioni di
vita. L’uomo e la donna devono avere pari dignità, perché entrambi hanno ricevuto l’impronta
divina. Questi due esseri, fatti ad immagine e somiglianza di Dio, devono dialogare e completarsi
a vicenda.
Mina Puca