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MENSILE N.11 NOVEMBRE 2016 € 3,50 TORINO PUNK Da Anarchy in the Uk a Sully di Eastwood ANTIPASTI DI NATALE Lillo & Greg vs De Sica e Brignano EDDIE REDMAYNE ALLA SCOPERTA DI ANIMALI FANTASTICI E DOVE TROVARLI Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Post. - D.I. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46), art. 1, comma 1, DCB Milano fondazione ente™ dello spettacolo IL GRANDE CINEMA PRIMA DEGLI ALTRI SENZA ABBONAMENTO IL TUO PRIMO FILM A MENO DI 1€ CHILI è la più grande videoteca online, con tutte le Prime Visioni, oltre 6.000 Film e le più belle Serie TV. Con CHILI il cinema è sempre con te, su tutti i tuoi dispositivi: Smart TV, PC, Tablet, Smartphone, ;bo[ e Chromecast. Puoi vedere i tuoi ȴlm dove vuoi e Tuando vuoi, online in modalit¢ streaming e oɞine tramite la Iun]ionalit¢ download. SMART TV PC TABLET SMARTPHONE www.chili.tv S C R I T TO D A TO M F O R D AMY ADAMS JAKE GYLLENHAAL D I R E T TO MICHAEL SHANNON D A TO M F O R D AARON TAYLOR-JOHNSON QUANDO AMI QUALCUNO NON PUOI L ASC IAR LO ANDAR E FOCUS FEATURES PRESENTA IN ASSOCIAZIONE CON FADE TO BLACK PRODUCTIONS UNA PRODUZIONE FADE TO BLACK UN FILM DI TOM FORD AMY ADAMS JAKE GYLLENHAAL “ANIMALI NOTTURNI” (NOCTURNAL ANIMALS) MICHAEL SHANNON AARON TAYLOR-JOHNSON ISLA FISHER ARMIE HAMMER LAURA LINNEY ANDREA RISEBOROUGH MICHAEL SHEEN CASTING DI FRANCINE MAISLER, CSA COSTUMI DI ARIANNE PHILLIPS MUSICA DI ABEL KORZENIOWSKI MONTAGGIO DI JOAN SOBEL, ACE SCENOGRAFIA DI SHANE VALENTINO DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA SEAMUS MCGARVEY, ASC, BSC PRODOTTO DA TOM FORD, p.g.a. ROBERT SALERNO, p.g.a. SCRITTO DA TOM FORD DIRETTO DA TOM FORD /FocusFeaturesIT /FocusFeaturesIT #AnimaliNotturni DA G IOVE DÌ 17 NOVE M B R E AL CI N E MA Punti di vista Nuova serie - Anno 86 n. 11 novembre 2016 In copertina Animali fantastici e dove trovarli Seguici anche su FACEBOOK Cinematografo.it EnteSpettacolo TWITTER @cinematografoIT YOUTUBE Nel segno del dialogo EnteSpettacolo DIRETTORE RESPONSABILE Davide Milani Ci sono momenti, come quelli della condivisione e del dialogo, capaci di lasciare tracce che neanche la polvere del tempo riuscirà a nascondere. È quello che sentiamo di poter dire della XX edizione del Tertio Millennio Fest che ci lasciamo alle spalle, Festival del dialogo interreligioso organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, ancora una volta protagonista nel proporre e promuovere una manifestazione in grado di ospitare grandi film e grandi personaggi. Dai fratelli Dardenne (con La ragazza senza nome) ad Andrei Konchalovsky (con Paradise), passando per altre anteprime importanti come quelle degli iraniani Coldness e Malaria, o Agnus Dei di Anne Fontaine e Ero Malerba di Toni Trupia: è da momenti come questi, dunque, che riconosciamo il doppio ruolo dell’arte e della cultura. Che da una parte mettono in comunicazione gli uomini, dall’altra li elevano, aprendo loro gli occhi su destini non sempre fortunati. CAPOREDATTORE Marina Sanna REDAZIONE Gianluca Arnone, Federico Pontiggia, Valerio Sammarco CONTATTI [email protected] ART DIRECTOR Alessandro Palmieri HANNO COLLABORATO Angela Bosetto, Orio Caldiron, Gianluigi Ceccarelli, Andrea Chimento, Alessandra De Tommasi, Karen Di Paola, Adriano Ercolani, Bruno Fornara, Giuseppe Gariazzo, Gianfrancesco Iacono, Marco Letizia, Rosa Maiuccaro, Massimo Monteleone, Franco Montini, Gian Luca Pisacane, Manuela Pinetti, Emanuele Rauco, Guido Rovatti, Marco Spagnoli, Chiara Supplizi REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE DI ROMA N. 380 del 25 luglio 1986 Iscrizione al R.O.C. n. 15183 del 21/05/2007 STAMPA Varigrafica - Via Cassia km 36,300 Zona Ind. Settevene - 01036 Nepi (VT) Finita di stampare nel mese di ottobre 2016 MARKETING E ADVERTISING Eureka! S.r.l. - Via L. Soderini, 47 - 20146 Milano Tel. 02-83427030 Fax: 02-83427032 Cell. 335-5428.710 e-mail: [email protected] DISTRIBUTORE ESCLUSIVO ME.PE. Milano ABBONAMENTI ABBONAMENTO PER L’ITALIA (10 numeri) 30,00 euro ABBONAMENTO PER L’ESTERO (10 numeri) 110 euro C/C 80950827 - Intestato a Fondazione Ente dello Spettacolo PER ABBONARSI [email protected] Tel. 06.96.519.200 PROPRIETA’ ED EDITORE PRESIDENTE Davide Milani DIRETTORE Antonio Urrata UFFICIO STAMPA [email protected] COMUNICAZIONE E SVILUPPO Franco Conta - [email protected] COORDINAMENTO SEGRETERIA Marisa Meoni - [email protected] Roberto Santarelli - [email protected] Paradise di Andrei Konchalovsky Anche per questo abbiamo voluto rendere centrale la figura della donna in questa edizione del Festival, spesso e volentieri vittima di retaggi patriarcali che travalicano storie e confini. E proprio due splendide figure femminili sono al centro de La pazza gioia di Paolo Virzì, film vincitore del Premio Navicella Cinema Italiano agli RdC Awards, i tradizionali riconoscimenti che la nostra Rivista assegna ogni anno ai protagonisti del mondo del cinema, della televisione e della cultura. A Lampedusa – Dall’orizzonte in poi di Marco Pontecorvo va il Premio per la migliore fiction, ad Alberto Crespi il Premio Diego Fabbri per il miglior libro dell’anno (Storia d’Italia in 15 film), a Gabriele Mainetti e Michele Braga il riconoscimento per la miglior colonna sonora (Lo chiamavano Jeeg Robot), al già citato Konchalovsky, poi, il Premio per il miglior film straniero dell’anno (Paradise). Ai due giovani protagonisti di Piuma – Luigi Fedele e Blu Yoshimi –, infine, il Premio Rivelazione. Un riconoscimento sul presente che vuole essere augurio per il futuro. Quello che la Rivista come sempre cerca di anticipare, indagare, anche in questo numero che avete tra le mani: dalla storia di copertina dedicata ad Animali fantastici e dove trovarli, al servizio sull’imminente Allied di Robert Zemeckis, dallo speciale sul prossimo Festival di Torino alle visite sul set dei due prossimi rivali italiani al box office natalizio. DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE Via Aurelia, 468 - 00165 Roma Tel. 06.96.519.200 - Fax 06.96.519.220 [email protected] Associato all’USPI Unione Stampa - Periodica Italiana Iniziativa realizzata con il contributo della Direzione Generale Cinema - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250 novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 5 SHO La bussola del cinema A compass, a complete guide to the public services and funding schemes offered by the Italian State and Regions for film production and distribution. An easy map to choose the best way to shoot your film in Italy. www.bussoladelcinema.com [email protected] TING IN Italian Film Commissions Highly Skilled Professionals Exclusive Facilities Extraordinary Locations Funds and Tax Credit www.italianfilmcommissions.it [email protected] SOMMARIO Novembre 2016 8 In vetrina Viaggio nelle location italiane: Toscana 12 Brividi di genere Addio Herschell Gordon Lewis 14 Capolavori di carta Le grandi sceneggiature: Jonathan e Christopher Nolan, che prestigio! 16 Brivido di coppia Brad Pitt e Marion Cotillard nella spy story anni ’40 di Zemeckis 20 COVER STORY Universo J.K. Rowling 16 Redmayne e il cast di Animali fantastici e dove trovarli ci svelano i segreti del film ALLIED 25 Il sound di Torino Il 34° TFF celebra i Sex Pistols e ospita Sully di Eastwood 33 Feste a palazzo Natale a Londra e Poveri ma ricchi, rivali per il box office, uniti dalla location 33 38 Vanishing girl POVERI MA RICCHI Intervista a Haley Bennett, nelle sale con La ragazza del treno 42 Mark Wahlberg Star operaia, produttore coraggioso. E il sodalizio con Peter Berg 47 Tripletta romana Conversazioni capitali: Oliver Stone, Meryl Streep e Kenneth Lonergan 20 25 TOM HANKS È SULLY EDDIE REDMAYNE 54 Ritratti Dieci anni senza Philippe Noiret 57 I film del mese Recensioni, anteprime, colpi di fulmine 38 HALEY BENNETT 47 OLIVER STONE FA FESTA FOTO: KAREN DI PAOLA 72 Dvd, Blu-ray & Serie Tv La pazza gioia, Star Trek Beyond, Zombi restaurato 78 Borsa del cinema 80 Libri 82 Colonne sonore novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 7 a cura di Gianluca Arnone Ultimissime dal pianeta cinema: news e tendenze Inferno al Giardino di Boboli Era dai tempi di Ritratto di signora (1996) che Firenze non ospitava un’importante produzione internazionale, anche se nel caso di Inferno, il rapporto con la città travalica i normali vincoli di ospitalità. La patria di Dante non è solo un personaggio tra i personaggi ma l’occulto gps delle rotte emozionali e narrative del film. In questa scena, Tom Hanks e Felicity Jones, braccati da tutto e da tutti, trovano una via di fuga che li porta nel Giardino di Boboli. Progettato in origine per la famiglia Medici è uno dei primi esempi di Giardino all’Italiana, in seguito fonte di ispirazione per moltissimi altri giardini delle corti europee. TOSCANA CON VISTA DA FIRENZE A LIVORNO, LA REGIONE CHE HA DATO I NATALI A DANTE E MACHIAVELLI, MONICELLI E BENIGNI, È UNO DEI SET PIÙ SFRUTTATI 8 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 6 9 5 I film, i luoghi, i miraggi 7 1 2 3 4 10 Amici miei Le zingarate imperversano su tutta la Toscana: da Villa Mondeggi (Bagno a Ripoli) alle piazze fiorentine, fino ai centri di Grassina e Gavinana. Io ballo da sola Bernardo Bertolucci fa ballare Liv Tyler tra Siena, Gaiole in Chianti e Geggiano (Villa di Ranuccio Bianchi Bandinelli). 8 La mappa delle location 1 2 Firenze Camera con vista Hannibal Complesso di colpa Un tè per Mussolini Après Mai Ricomincio da tre Pisa I primi della lista Io e N Il piccolo diavolo Good Morning Babilonia Fino a qui tutto bene Padre padrone 4 Arezzo Sotto il sole della Toscana Copia conforme La vita è bella 5 Lucca Miracolo a Sant’Anna Ritratto di signora Il marchese del Grillo Comizi d’amore 8 Grosseto Quantum of Solace Non ci resta che piangere Bonus Malus 9 Pistoia Oci ciorne Zitti e mosca La notte di san Lorenzo Romeo e Giulietta Otto e mezzo 10 Siena Io ballo da sola Nostalghia Il gladiatore Camera con vista La celebre Piazza della Signoria fa da sfondo a questo dramma puritano di inizio secolo diretto da James Ivory. Che si spinge fino a Fiesole. La notte di San Lorenzo Affresco della campagna toscana dei fratelli Taviani. Tra le molte location utilizzate c’è anche la Chiesa della Collegiata di Empoli. Il paziente inglese Minghella porta il paziente a Bagno Principe di Piemonte, Forte dei Marmi, Massarosa, Ripafratta e Pienza. Ritratto di signora Jane Campion pennella il suo Ritratto di signora tra Firenze (Duomo), Lucca (Palazzo Pfanner) e Marlia (Villa reale). I primi della lista Il primo Roan Johnson è ambientato nella sua amatissima Pisa, tra Piazza dei Cavalieri e i Lungarni vari. Il gladiatore A San Quirico d'Orcia sono state molti molti dei flashback familiari del Generale Massimo nel kolossal di Ridley Scott. Miracolo a Sant’Anna Spike Lee gira tra Stazzema, Coreglia, Colognora, Pescaglia, Colli di Capricchia e Careggine. Il ciclone Pieraccioni gira il suo più grande successo tra Firenze, Laterina (Strada provinciale), Poppi e Stia. Ovosodo Virzì fa rima con Livorno, ma non solo: Capalbio, Quercianella e Pisa (Piazza delle Vettovaglie). La vita è bella Arezzo, Cortona, Castiglion Fiorentino, Montevarchi: un quadrilatero degno della Vita. Bello, anzi bellissimo. 3 Livorno Ovosodo Tutti a casa 6 7 Massa Carrara Il mio west Una vita difficile Al lupo al lupo Prato Le affinità elettive Berlinguer ti voglio bene novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 9 inVetrinaNews Che succede in città? Eventi speciali, digitali, on stage e live: tutto quello che non puoi e non devi perdere Il cartellone Botticelli. Inferno Oasis all’improvviso La storia della band di Manchester dal 7 novembre al cinema Arriva il docu film che racconta la storia del disegno che Botticelli dedicò all’Inferno di Dante e che sarà nelle sale solo dal 7 al 9 novembre. Nell’agosto del 1996, gli Oasis, band proveniente dalle case popolari di Manchester, furono protagonisti di qualcosa mai visto prima. I loro concerti a Knebworth con un pubblico di 250.000 persone - e altri 2 milioni e mezzo di persone alla ricerca di biglietti - furono gli eventi più seguiti di quel periodo. Per tutti coloro che sono cresciuti negli anni Novanta, non avevano praticamente concorrenti. Questo film (7, 8, 9 novembre in sala con Lucky Red) parla di loro, di quella band che ha cambiato il suono di una generazione. Disney Junior Balli divertenti, giochi interattivi e i nuovi episodi de La casa di Topolino, Sofia la principessa e Dottoressa Peluche. Solo il 12 e 13 novembre. I racconti di Hoffman Il giovane tenore Vittorio Grigolo e il baritono Thomas Hampson ridanno vita ai Racconti di Hoffman. Dalla Royal Opera House alla sala, il 15 novembre. Ibracadabra Zlatan Ibrahimovic come non l’avete mai visto Romeo and Juliet La storia d’amore più famosa di tutti i tempi diretta da Kenneth Branagh. Con Derek Jacobi e Lily James. Dal National Theatre di Londra il 29 e 30 novembre. Don’t Crack Under Pressure 2 I migliori riders di tutto il mondo vi aspettano in questa produzione cinematografica all’estremo. 30 novembre e 1 dicembre in sala. 10 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 Ibrahimovic raccontato attraverso rare immagini di archivio nelle quali il giovane Zlatan parla della sua vita e delle sue sfide. Il doc di Fredrik e Magnus Gertten lo segue da vicino, dal suo debutto nel Malmö FF nel 1999 passando per gli anni conflittuali nell’Ajax, fino alla sua esplosione nella Juventus del 2005. Ibrahimovic. Diventare leggenda (14-15 novembre) cattura il viaggio complesso di questo giovane, talentuoso e problematico fuoriclasse nel suo divenire una superstar del calcio internazionale. brividi di genere I FESTIVAL a cura di Massimo Monteleone Agenda del mese: gli appuntamenti da non perdere SCIENCE + 1 TRIESTE FICTION FESTIVAL Località Trieste, Italia Periodo 1-6 novembre Web sciencefictionfestival.org Mail [email protected] Resp. Daniele Terzoli FESTIVAL 2 MEDFILM Località Roma, Italia Periodo 4-12 novembre Web medfilmfestival.org Mail [email protected] Resp. Ginella Vocca 3 LINEA D’OMBRA FESTIVAL CULTURE GIOVANI Località Salerno, Italia Periodo 5-12 novembre Web festivalculturegiovani.it Mail [email protected] Resp. P. D’Antonio, L. Marmo THE GODFATHER OF GORE Addio a Herschell Gordon Lewis, quando il macabro esplodeva a tutto schermo di Giuseppe Gariazzo HERSCHELL GORDON LEWIS, “the Godfather of Gore”, è scomparso il 26 settembre, all’età di 90 anni. Era nato, come George Romero, a Pittsburgh, il 15 giugno 1926. Se si eccettuano tre titoli (tra cui l’inedito BloodMania, antologia composta di quattro storie, al quale Lewis stava lavorando per far di nuovo “scorrere il sangue)”, come egli stesso annuncia in un trailer, la filmografia del cineasta, sceneggiatore, produttore, direttore della fotografia, compositore si concentra in un periodo breve ma intenso, tra il 1960 e il 1972. E la sua parte horror è ancora più concentrata, iniziando nel 1963 con Blood Feast, che diventerà uno dei suoi cult. Nasceva il gore secondo Lewis: corpi (femminili) fatti a pezzi; scene horror caratterizzate da un gusto per il macabro da far esplodere a tutto schermo in una durata concentrata piuttosto che diluita, dove volti, bocche, arti venivano ridotti in poltiglia da mani che li divoravano; gradi variabili di umorismo riservati a poliziotti incapaci di cogliere le prove più evidenti. L’anno seguente, Lewis realizza il delirante Two Thousand Maniacs!, ovvero la sua versione horror di Brigadoon. Ogni cento anni una cittadina del Sud, che fu sterminata durante la Guerra Civile, riappare magicamente; i suoi abitanti cercano vendetta e catturano ignari viaggiatori del Nord per massacrarli. Tra i numerosi altri film, spicca quello che chiude la stagione d’oro del cinema di Lewis, The Gore Gore Girls (1972), esemplare catalogo di uno stile sempre riconoscibile. La genesi BLOOD FEAST / 1963 TWO THOUSAND MANIACS! / 1964 Banchetto di sangue per venerare la dea Ishtar. 12 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 L’horror di Lewis tra Guerra Civile e Minnelli: geniale e sfrenato. THE GORE GORE GIRLS / 1972 Umorismo e violenza per “il padrino del gore”. 4 MENTE LOCALE – VISIONI SUL TERRITORIO Località Vignola (Modena), Italia Periodo 15-20 novembre Web festivalmentelocale.it Mail [email protected] Resp. Giorgia Boldrini USA 2016 5 N.I.C.E. Località San Francisco- New York-Washington D.C.Filadelfia, Stati Uniti Periodo 16 novembre - 4 dicembre Web nicefestival.org Mail [email protected] Resp. Viviana del Bianco – MOSTRA 6 INVIDEO INTERNAZIONALE DI VIDEO E CINEMA OLTRE Località Milano, Italia Periodo 17-20 novembre Web mostrainvideo.com Mail [email protected] Resp. R. Fattorossi, S. Lischi FILM FESTIVAL 7 TORINO Località Torino, Italia Periodo 18-26 novembre Web torinofilmfest.org Mail [email protected] Resp. Emanuela Martini KOLNO’A 8 PITIGLIANI FESTIVAL Località Roma, Italia Periodo 19-24 novembre Web pitiglianikolnoafestival.it Mail [email protected] Resp. D. Muggia, A. Piattelli 9 EFEBO D’ORO Località Palermo, Italia Periodo 22 novembre – 3 dicembre Web efebodoro.it Mail [email protected] Resp. Giovanni Massa DEI POPOLI 10 FESTIVAL Località Firenze, Italia Periodo 25 novembre - 2 dicembre Web festivaldeipopoli.org Mail [email protected] Resp. Alberto Lastrucci I L P R E M I O O S C A R ® HUAYI BROTHERS PICTURES PRESENTA IN ASSOCIAZIONE CON IM GLOBAL/ROUTE ONE ENTERTAINMENT/UNION INVESTMENT PARTNERS/VENDICOSTUMIAN ENTERTAINMENT MONTAGGIO UNA PRODUZIONE BLUE GRASS FILMS/RAHWAY ROAD/LARGER THAN LIFE CASTING MUSICA SCENOGRAFIE DIRETTORE DI DEBRA ZANE MEAGAN LEWIS DI NICHOLAS BRITELL DI LOUISE FROGLEY DI JULIETTE WELFLING PAMELA MARTIN, ACE DI PHILIP MESSINA DELLA FOTOGRAFIA BENOIT DELHOMME “ F REE STATE OF JONES” MATTHEW McCONAUGHEY GUGU MBATHA-RAW MAHERSHALA ALI KERI RUSSELL PRODUTTORI ESECUTIVI ROBIN BISSEL LEONARD FEDER LEONARD HARTMAN BRUCE NACHBAR T.G. HERRINGTON WANG ZHONGJUN WANG ZHONGLEI JERRY YE DONALD TANG STUART FORD MATT JACKSON RUSSELL LEVINE LEE JEA WOO CHRIS LYTTON CHRISTOPHER WOODROW MICHAEL BASSICK ROBERT SIMONDS ADAM FOGELSON OREN AVIV PRODOTTODA SCOTT STUBER JON KILIK GARY ROSS SOGGETTODI LEONARD HARTMAN E GARY ROSS SCENEGGIATURADI GARY ROSS DIRETTODA GARY ROSS COLONNA SONORA DISPONIBILE SU UN’ESCLUSIVA PER L’ITALIA DI RAI CINEMA D A L 1° D I C E M B R E A L C I N E M A capolavori Carta Dietro ogni grande film c’è una magnifica sceneggiatura Senso di smarrimento e affascinante scoperta, corto circuito tra narrato e narrante: le magie di Jonathan e Cristopher Nolan di Guido Rovatti 14 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 Mentre la tendenza del cinema e più in generale dei dispositivi visuali è quella di una sempre maggiore ed esclusiva profondità percettivo/sensoriale (3D, effetti visivi, realtà aumentata) i fratelli Jonathan e Christopher Nolan - invece di giocare sugli stimoli visivi attraverso trucchi ottici impiantano una profondità metaforica e metalettica innestando una diegesi composta e annidata in substrati narrativi. Citando il personaggio di Dom Cobb interpretato da Leonardo di Caprio in Inception: “Downwards is the only way forwards”. Se è vero che ciò che non può essere dimostrato all’interno di un sistema deduttivo può essere dimostrabile con l’uso di un metalinguaggio, ciò che non può essere dimostrato in quel metalinguaggio può probabilmente esserlo tramite un meta-metalinguaggio, e questo processo è riproducibile all’infinito, ricorsivamente. I limiti delle opportunità narrative sono in tal modo spinti oltre lo stremo delle capacità cognitive dello spettatore, sfidandolo e appagandolo al contempo, coerentemente all’assunto tradizionale che prevede un bilanciamento tra innovazione e aderenza alle norme dando luogo ad un modo di narrare che potrebbe essere definito iperclassico. Non tanto in Insomnia (2002) o nella trilogia de Il Cavaliere oscuro (2008), quanto invece in Memento (2000), Inception (2010) e The Prestige (2006), soggettività e montaggio incrociato sono ciò che più caratterizza le storie narrate dai Nolan. Vedremo se sarà così anche nel loro ultimo film atteso per fine 2017 - Dunkirk - ricostruzione storica dell’Operazione Dinamo, avviata nel giugno del 1940 per evacuare le truppe anglo-francesi The Prestige di Christopher Nolan. A sinistra il regista con il fratello sceneggiatore Jonathan I limiti sono portati allo stremo delle capacità cognitive dello spettatore, sfidandolo e appagandolo al contempo intrappolate dai nazisti. Tornando alle due tecniche sopracitate: la prima (soggettività) conferisce profondità verticale, la seconda (montaggio incrociato) espande orizzontalmente la narrazione; la combinazione delle due dà così luogo ad un piano cartesiano nel quale le coordinate tracciate dai Nolan sembrano tendere asintoticamente all’infinito. Immerso in questo spazio sconfinato, lo spettatore prova allo stesso tempo un senso di smarrimento e di affascinante scoperta - costretto a sospendere la propria incredulità per non rimanere arenato sin dal principio - è spesso volutamente posto davanti alle godeliane verità secondo le quali la “scienza esatta” non è del tutto In aggiunta, spettacolo e realtà si scambiano tra loro quando non si confondono del tutto evidenziando un importante e ricorrente tema metacinematografico affrontato dai Nolan - in The Prestige (la stesura della sceneggiatura impegnò i fratelli Nolan per oltre 5 anni). Nel film sono infatti molteplici le analogie tra illusione e narrazione filmica: ogni numero di magia è composto da tre parti o atti (la promessa, la svolta, il prestigio), proprio come la struttura narrativa classica di un film (introduzione, scontro e lotta, risoluzione della crisi). Al termine della storia (poco prima di morire), Angier (uno dei due illusionisti) pone il sigillo esatta: è possibile costruire una proposizione sintatticamente corretta che non può essere né dimostrata né confutata all’interno dello stesso sistema; nessun sistema può essere utilizzato per dimostrare la sua stessa coerenza. Il lettore hilbertiano può solo inginocchiarsi o volgere lo sguardo altrove: in questo “mondo” si cammina sulle scale di Penrose al suono di fughe bachiane. all’opera e si ha di nuovo un evidente corto circuito tra illusione e film, tra narrato e narrante: “Tu non hai mai capito perché lo facevamo. Il pubblico conosce la verità. Il mondo è semplice, miserabile, solido, del tutto reale. Ma se riuscivi a ingannarli anche per un secondo, allora potevi sorprenderli. E allora... allora riuscivi a vedere qualcosa di molto speciale”. Quod erat demonstrandum. novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 15 anteprima Brad Pitt in Marocco durante la Seconda Guerra Mondiale. A destra Marion Cotillard Thriller bellico ad alta tensione: ecco l’atteso Allied di Robert Zemeckis, con Brad Pitt e Marion Cotillard UN AMORE di Emanuele Rauco DI SPIE anteprima D Ben calati nei panni dei divi d'altri tempi, i due incarnano la ritrovata allure dell’age d'or di Hollywood a sempre è il passato a ossessionare le opere di Robert Zemeckis, fin dai tempi di Ritorno al futuro: come per molti figli della Nuova Hollywood, poter replicare il cinema del passato, le sue atmosfere, i suoi modi di creare spettacolo con le tecnologie sempre più sofisticate del presente e del futuro è una sfida di grande fascino. Una sfida a cui ritorna spesso nel corso di 40 anni di carriera: e così dopo gli anni ’70 tra Parigi e New York di The Walk, Zemeckis prende la sua personale DeLorean e torna indietro fino al 1942 per realizzare Al- spie che, nel Marocco durante la Seconda Guerra Mondiale, si incontrano per organizzare un attentato ai danni dell’esercito nazista. In Marocco s’innamorano e si sposano: ma una volta tornati a Londra, l’esercito di Sua Maestà sospetta che lei - di origini francesi - sia una spia nazista. Così, il marito dovrà indagare su di lei. Spionaggio e lied, thriller bellico e dramma sentimentale che dal 24 novembre farà parlare di sé come opera cinematografica, e non solo per la presunta relazione tra i protagonisti Brad Pitt e Marion Cotillard che avrebbe fatto finire il matrimonio di lui con Angelina Jolie. I due attori infatti sono una coppia di azione, tensione bellica e sentimentale, sospetti e tragedie della Storia: Allied è un progetto ambizioso - come spesso nel cinema di Zemeckis - che sembra voler mescolare le dinamiche di coppia di film come Le verità nascoste alle atmosfera di Casablanca o dei classici bellici degli anni ’40, tra segreti Brad Pitt e Marion Cotillard in alcune scene del film. Al centro, il regista Robert Zemeckis 18 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 e bugie (nel trailer, le lettere ‘lie’ del titolo sono bene in evidenza), pericolo e mistero. Ben calati nei panni dei divi d’altri tempi, serviti da un reparto scenografico e costumi di primissimo ordine, Pitt e Cotillard incarnano la ritrovata allure dell’epoca d’oro di Hollywood: da una parte l’uomo tutto di un pezzo bellezza wasp e mento volitivo, elegante ma capace di improvvisa brutalità, dall’altra la donna angelica che le sue origini straniere (come Greta Garbo, Ingrid Bergman, Marlene Dietrich) rendono fatale. In mezzo, la guerra e la lotta tra Bene e Male in cui non è così facile prendere posizione. Zemeckis però oltre alla ricostruzione degli ambienti e al look degli attori (oltre ai protagonisti da segnalare Lizzy Caplan e Jared Harris) punta a ricreare un’atmosfera puramente “classica”, affrontando il sempiterno paradosso di un uso massiccio di effetti digitali e computer grafica per non sfigurare con il fascino del cinema anni ’40; un fascino non solo grafico ma anche stilistico, in cui la narrazione fatta di grandi sequenze e scene madri, lunghi dialoghi e azione torna in primo piano rispetto ai racconti spezzettati o minimali del cinema contemporaneo. Una sfida quindi, l’ennesima, e a guardare il trailer e le prime immagini del film non delle più facili da vincere. Ma un regista che ha segnato almeno 20 anni di immaginario USA ha tutte le carte in regola (e la nostra fiducia) per uscirne vincitore. IL TERZO ATTESISSIMO FILM DELLA NUOVA SAGA DIRETTO DA JUSTIN LIN E PRODOTTO DA JJ ABRAMS DISPONIBILE DAL 3 NOVEMBRE IN HD A UN PREZZO SPECIALE CHILI è la più grande videoteca online, con tutte le Prime Visioni, oltre 6.000 Film e le più belle Serie TV. Con CHILI il cinema è sempre con te, su tutti i tuoi dispositivi: Smart TV, PC, Tablet, Smartphone, ;bo[ e Chromecast. Puoi vedere i tuoi ȴlm dove vuoi e Tuando vuoi, online in modalit¢ streaming e oɞine tramite la Iun]ionalit¢ download. SMART TV PC TABLET SMARTPHONE www.chili.tv IL MAGO SCAMANDER Quali segreti contiene la valigetta di Eddie Redmayne, protagonista di Animali fantastici e dove trovarli? Lo abbiamo chiesto al cast della nuova saga tratta dall’universo della Rowling, dal 17 novembre in sala di Alessandra De Tommasi 20 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 COVER STORY A sinistra, Eddie Redmayne è l'imbranato mago Newt di Animali fantastici novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 21 COVER STORY D opo la borsa di Mary Poppins, sarà di sicuro la valigetta di Newt Scamander ad attirare l’attenzione del pubblico dei più piccoli (ma non solo) al cinema. L’oggetto del desiderio in questione è lo strumento di studio del magizoologo protagonista di Animali fantastici e dove trovarli, che dal 17 novembre riporta in sala l’universo magico di J.K. Rowling, in una nuova trilogia prequel ambientata 70 anni prima delle vicende di Harry Potter. Il film prende il nome dal volume scolastico di uno dei corsi della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts (edito da Salani per l’Italia) scritto appunto dall’esperto interpretato da Eddie Redmayne. “Non ho sentito alcuna pressione per il ruolo – ci ha spiegato a Londra l’attore Premio Oscar – ma se dovessero continuare a chiedermelo credo davvero che inizierò a provarla”. La storia parte con il viaggio di questo personaggio a dir poco originale, un mago che studia e colleziona gli animali fantastici del titolo, dallo Snaso al Camuflone, dopo averli riposti con attenzione nel suddetto “bagaglio a mano”. Quando arriva in America per un’udienza al Congresso Magico degli Stati Uniti però, alcune creature scappano, scatenando il panico attorno a sé e soprattutto mettendo in pericolo l’anonimato di cui maghi e streghe hanno estremamente bisogno per la propria sopravvivenza. lette e quello dopo ti ritrovi su questo set grandioso, al centro dell’avventura più spettacolare che potessi mai immaginare nella mia carriera. Se non è magia questa!”. C’è poi chi, com’era capitato a Evanna Lynch nel franchise originale, ha letto i libri ed era già appassionata di quest’universo prima di essere scelta come una delle streghe protagoniste (nel suo caso si trattava di Luna). Anche nella saga di Animali fantastici e dove trovarli è successo qualcosa di simile: Ezra Miller si è ritrovato da fan a mago nel giro di poco tempo, grazie al ruolo di Credence. UN CAST ALL STAR Come ha dichiarato una volta Martin Freeman (lo Hobbit cinematografico), se libro di Jon Voight e Ron Perlman, tutti al servizio di quest’avventura fantastica che parte dal Vecchio Continente e porta il protagonista dall’altra parte del mondo. GIRL POWER IN AZIONE Accanto al caparbio ma imbranato Newt stavolta si trovano ben due figure femminili alquanto volitive, le sorelle Goldstein, impiegate nell’ufficio permessi per il possesso di una bacchetta, una specie di ‘porto d’armi’ del mondo magico per tracciare ogni attività in corso. Orfane di entrambi i genitori, come da tradizione nei racconti della Rowling, Tina (Katherine Waterstone) e Queenie (Alison Sudol) si ritrovano da subito ad aiutare il protagonista nelle sue imprese DA FAN A MAGO Per la prima volta nella storia di Harry Potter, un ‘babbano’ (non-mago) ha un ruolo di spicco nelle vicende: Jacob, un povero fornaio di New York, diventa una sorta di braccio destro di Newt durante il suo viaggio nella Grande Mela. “Credo fermamente che i desideri si avverino – ha subito aggiunto il suo interprete Dan Flogler, quasi saltando sulla sedia – e per me questo film ne è la dimostrazione. Un giorno non sai come pagare le bol- 22 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 un attore britannico non ha avuto alcuna parte nella storia del maghetto si sente come “un orfanello di Dickens che guarda i dolci dalla vetrina”. Anche se non ha mai letto neppure un romanzo della saga, Colin Farrell però è stato ben lieto di farne parte: “Interpreto Percivarl Graves, uno dei dirigenti del MACUSA, il Ministero della magia americano, per capirci una specie di capo dell’FBI moderno”. Accanto a lui sul set colleghi del ca- incredibili. “Le donne del mondo di Harry Potter – ci dice nella capitale britannica la Sudol – hanno sempre un posto di spicco perché sanno essere compassionevoli e forti al tempo stesso. Anche Queenie è così, una ragazza in gamba ma anche squisitamente imperfetta”. RITORNO A CASA “Con questo film siamo tornati a casa”: nessuna espressione rende meglio l’idea COVER STORY dell’atmosfera di familiarità che il pubblico deve aspettarsi dal film. A pronunciarla è David Yates, ormai regista ‘veterano’ della saga: dopo aver diretto quattro film di Harry Potter si ritrova per la prima volta a settare il mood di un nuovo universo magico. “Quello che amo di Newt – aggiunge – è quell’essere un po’ a disagio nelle relazioni sociali perché anch’io ero un ragazzino timido che faticava a trovare un posto nel mondo e a integrarmi. Lui trova la zona di comfort tra gli animali fantastici, mentre si prende cura di loro e li protegge con una nobiltà d’animo innata”. Aspettatevi meraviglie, ancora una volta: paesaggi mozzafiato (anche se stavolta urbani), incantesimi e pozioni, ma soprattutto, come da tradizione, personaggi che non hanno bisogno di una bacchetta per essere eccezionali. In alto Rures agnascor lascivius catelli. Quadrupei umbraculi, iam fragilis apparatus bellis insectat verecundus saburre TRUCCHI A TEMA A Los Angeles "un parco" in onore di Harry Potter Il mondo di J.K. Rowling continua ben oltre il grande schermo. In libreria spopola il nuovo libro della saga, Harry Potter e la maledizione dell’erede (Salani), testo dello spettacolo teatrale in scena al Palace Theatre del West End di Londra fino a dicembre 2017, ambientato 19 anni dopo la battaglia del maghetto contro Voldemort. Intanto, dopo Orlando e Osaka, da qualche mese ha aperto i battenti il parco a tema ‘The Wizarding World of Harry Potter’ di Hollywood, all’interno degli Universal Studios di Los Angeles, che è stata anche cornice di Cinemaster, un evento organizzato da 18 anni dal canale Studio Universal. Ogni edizione il progetto premia un regista italiano con un master di due settimane in California e nel 2016 il vincitore è stato Matteo Gentiloni. Le attrazioni a tema “magico” del parco offrono una vera e propria immersione nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts e nel villaggio di Hogsmeade: si può cavalcare un ippogrifo, uno degli animali fantastici a cui è dedicata la nuova trilogia di film, volare a cavallo di una scopa in un torneo di Quidditch e aggirarsi fra i pericolosi rami del platano picchiatore oltre che bere la bevanda preferita da Harry e soci, la Burrobirra. Il parco a tema. Sopra Redmayne con Catherine Waterstone. Pagina a sinistra, Alison Sudol e altri animali Accanto al caparbio Newt stavolta si trovano ben due figure femminili, le sorelle Goldstein BEPPE CASCHETTO E RAI CINEMA PRESENTANO VALERIO MASTANDREA BÉRÉNICE BEJO XQ¿OPGL MARCO BELLOCCHIO FOTO: SIMONE MARTINETTO liberamente ispirato al romanzo di MASSIMO GRAMELLINI “FAI BEI SOGNI” pubblicato da LONGANESI & C. BEPPE CASCHETTO E RAI CINEMA PRESENTANO FAI BEI SOGNI UN FILM DI MARCO BELLOCCHIO LIBERAMENTE ISPIRATO A FAI BEI SOGNI DI MASSIMO GRAMELLINI PUBBLICATO IN ITALIA DA LONGANESI & C. UNA COPRODUZIONE ITALIA FRANCIA IN ASSOCIAZIONE CON IMPRESA PIZZAROTTI & C. S.P. A. AI SENSI DELLE NORME SUL TAX CREDIT IN ASSOCIAZIONE CON BANCA SELLA PATRIMONI AI SENSI DELLE NORME SUL TAX CREDIT FILM RICONOSCIUTO DI INTERESSE CULTURALE CON CONTRIBUTO ECONOMICO DEL MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA FILM REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DELLA REGIONE LAZIO – FONDO REGIONALE PER IL CINEMA E L’AUDIOVISIVO UNA PRODUZIONE IBC MOVIE E KAVAC FILM CON RAI CINEMA UN FILM DI MARCO BELLOCCHIO SOGGETTO E SCENEGGIATURA EDOARDO ALBINATI MARCO BELLOCCHIO VALIA SANTELLA • VALERIO MASTANDREA BÉRÉNICE BEJO GUIDO CAPRINO NICOLÒ CABRAS DARIO DELPERO BARBARA RONCHI MIRIAM LEONE PIER GIORGIO BELLOCCHIO CON LA PARTECIPAZIONE DI EMMANUELLE DEVOS FAUSTO RUSSO ALESI NEL RUOLO DI SIMONE CON L’AMICHEVOLE PARTECIPAZIONE DI PIERA DEGLI ESPOSTI E ROBERTO HERLITZKA E CON LA PARTECIPAZIONE DI FABRIZIO GIFUNI PRODOTTO DA BEPPE CASCHETTO SVILUPPO PROGETTO ANASTASIA MICHELAGNOLI PRODUTTORE ESECUTIVO SIMONE GATTONI MONTAGGIO FRANCESCA CALVELLI DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA DANIELE CIPRÌ MUSICHE CARLO CRIVELLI SCENOGRAFIA MARCO DENTICI COSTUMI DARIA CALVELLI IL FILM È STATO REALIZZATO GRAZIE ANCHE ALL’UTILIZZO DEL CREDITO D’IMPOSTA PREVISTO DALLA LEGGE 24 DICEMBRE 2007, N.244 CON LA CONSULENZA TAX CREDIT DI FIP FILM © 2016 TUTTI I DIRITTI RISERVATI IBC MOVIE KAVAC FILM AD VITAM INVESTIMENTI PIEMONTE CON IL SOSTEGNO DI FILM COMMISSION REGIONE PIEMONTE DAL 10 NOVEMBRE AL CINEMA LAZIO SEGUICI SU 01 DISTRIBUTION 34 Mi manda papà (e mamma pure): Lily-Rose Depp, una figlia d’arte sul red carpet lagunare SOTTO IL SEGNO DI BOWIE Ground Control to Major David… Dal 18 al 26 novembre, la 34esima edizione del Torino Film Festival s’ispira a David Bowie, epitome stessa della ecletticità culturale contemporanea. Diretta da Emanuela Martini per il terzo anno, la manifestazione sabauda punta su Sully di Clint Eastwood, con uno straordinario Tom Hanks, e nel 40° di Anarchy in the UK conferma in retrospettiva un adagio caro a Sid Vicious e Joe Strummer, lo stesso Temple e Derek Jarman: punk is not dead! TFF34 UNA MOLE DI PUNK di Gianluigi Ceccarelli Nel 40° di Anarchy in the UK, Torino rimette mano alla ribellione: da The Blank Generation a Jubilee, oltraggio al conformismo 26 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 LUNGA VITA AL PUNK. L’omaggio del 34mo Torino Film Festival cade in occasione dei quarant’anni dall’uscita di Anarchy in the UK dei Sex Pistols, primo passo della Grande truffa del Rock’n Roll (documentata nell’omonimo film di Julien Temple) ordita da Malcolm McLaren e sua moglie Vivienne Westwood, di ritorno dagli USA dove importarono umori e mode protopunk, da Richard Hell a Patti Smith e New York Dolls. Nichilismo, DIY (Do It Yourself) come motto, la netta rottura con l’universo musicale virtuoso: inevitabile che il movimento permeasse anche il cinema degli ultimi, giovani pionieri. A partire da The Blank Generation di Amos Poe e Ivan Kral (1976), manifesto NULLA MEGLIO DEL DOCUMENTARIO HA DESCRITTO L'ESSENZA DI QUESTO GENERE MUSICALE dei prodromi punk negli USA, passando per il folle Jubilee (1978) di un Derek Jarman che accosta sacro e profano, Elisabetta I e il riot, primo esempio di un cinema punk non solo per ciò che narra, ma per la propria stessa natura anticonformista. Un momento magico che fino a metà anni ‘80 ha regalato perle come il genialmente stupido Rock’n Roll High School o il delirante sci-fi di Repo Man (1984) di Alex Cox, per concludersi con la deprimente crudezza di Sid e Nancy (1986), ancora a firma di Cox. A conti fatti, nulla meglio del documen- Jubilee di Derek Jarman. Sopra, Sid Vicious e Nancy Spungen. In apertura, Pussy Riot: A Punk Prayer e John Weiffenbach dei Void tario ha saputo descrivere l’essenza del punk, spesso in tempo reale. Nel 1981 Penelope Spheeris, al primo capitolo della trilogia di The Decline of Western Civilization, filma i primordi punk hardcore di (tra gli altri) Germs e Black Flag. Julien Temple tornerà a parlare dei Sex Pistols nel 1999, con The Filth and the Fury, stavolta dal punto di vista dei membri del gruppo, e nel 2007 porterà sullo schermo quello straordinario personaggio che è stato Joe Strummer dei Clash (The Future is Unwritten). Il nuovo millennio, col progressivo sdoganamento del documentario da reperto di nicchia a prodotto mainstream, dona al punk nuova visibilità: gli anni ‘80 di gruppi storici come Minutemen, D.O.A. e Minor Threat rivivono in American Hardcore (2006) di Paul Rachman, mentre One Nine Nine Four (2009) di Jai Al-Attas ripercorre gli anni ‘90 con l’exploit commerciale (sapientemente orchestrato da MTV) di Green Day, Offspring, NoFX e Rancid. Le ultime testimonianze mostrano un punk globalizzato, vera e propria koinè dei popoli: Taqwacore di Omar Majeed (2009) segue la realtà del punk islamico, i cui esponenti trapiantati negli Stati Uniti respingono prevalentemente il fondamentalismo senza rinnegare le proprie radici, mentre Pussy Riot: A Punk Prayer (2013) segue il noto caso giudiziario del collettivo punk Pussy Riot, vittime in Russia della repressione per le loro proteste contro l’autoritarismo di Putin. Ma a lasciare più degli altri il segno è Yangon Calling (2013) di Alexander Dluzak e Carsten Piefke: gli adolescenti del Myanmar, vessato da una dittatura militare cinquantennale e ancora lontana dall’essere una vera democrazia, reagiscono con la musica e l’abbigliamento oltraggioso di Sex Pistols e Clash. Come dire: “Punk is not dead”. Neanche quarant’anni (e più) dopo. novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 27 TFF34 CAPITANO CORAGGIOSO di Gian Luca Pisacane ALCUNI LO HANNO VISTO SBARCARE a Omaha Beach, nel ’44, perché doveva salvare un certo soldato Ryan. Altri dicono che il suo vero nome sia Forrest Gump, e che corra più veloce del vento. E forse non hanno torto. Poco tempo fa ha inseguito il criminale Frank W. Abagnale Jr. per mari e per monti: provateci voi a prenderlo. Ma qualcuno ci è riuscito e il suo nome è Clint Eastwood. Il regista di Million Dollar Baby ha catturato l’attenzione dell’uomo dai mille volti: Tom Hanks. Questa volta, il divo del recente Il ponte delle spie si è calato nei panni del capitano Chesley “Sully” Sullenberger, autore di un clamoroso ammaraggio sul fiume Hudson. Poteva chiamarsi “Miracolo sull’Hudson”, invece il titolo sarà semplicemente Sully e presentato in anteprima al Torino Film Festival, uscirà nelle sale italiane l’1 dicembre. Tom Hanks è rimasto sbalordito dal coraggio di quest’uomo. “Ammiro molto il suo istinto, è qualcosa che abbiamo in comune. I miei personaggi li scelgo d’impulso. Quando leggo una sceneggiatura che mi piace, scatta una sorta di egoismo che mi fa dire: in questo film devo esserci io e nessun’altro. Credo di essere abbastanza bravo nel mio lavoro, per- ché lo faccio da molto. E so che seguire il proprio temperamento porta a compiere gesti inspiegabili, ma necessari. Io e il capitano Sullenberger lo abbiamo imparato col tempo”. Le premesse fanno pensare a un film di grande impatto, che potrebbe anche correre per gli Oscar. E con Clint East- wood dietro la macchina da presa, i risultati sono quasi assicurati. “Sul set lui non perde tempo a parlare, e infatti sta quasi sempre zitto. Non si fanno prove, non urla i classici action, cut, rolling, si limita ad agitare la mano. Per Clint, gli attori sono dei cavalli. Lui ha girato molti film western e sa che se urla si imbizzarriscono e scappano. Così si limita a sussurrarti nell’orecchio, e ti dice ‘Tom, ora vieni qui, vai là, fai così. A posto, grazie’. È l’intelligenza e la semplicità fatta uomo”. Non si può dargli torto, in particolare quando si pensa a film come Gli spietati o Invictus. E sulle riprese di Sully: “Sul set bisognava arrivare sempre di mattina presto. Tutti quelli c h e l avo ra n o co n C l i n t l o conoscono da vent’anni e sanno già cosa fare prima ancora che si presenti. Raccontavamo una grande storia, quindi dovevamo metterci tutto il nostro impegno e il nostro talento”. Il film è uscito negli States il 9 settembre e ha incassato più di 113 milioni di dollari. Tom Hanks ha già vinto due statuette per Philadelphia e Forrest Gump e di sicuro anche quest’anno sarà nella corsa. Con il sempreverde Clint Eastwood, Sully è uno dei film più attesi di questa stagione. Tom Hanks come il pilota Chesley Sullenberger: “Mi ha sbalordito il suo istinto, è qualcosa che abbiamo in comune”. Protagonista di Sully, in anteprima al Festival 28 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 "SEGUIRE IL PROPRIO TEMPERAMENTO PORTA A COMPIERE GESTI INSPIEGABILI MA NECESSARI" Tom Hanks protagonista di Sully di Clint Eastwood, in anteprima al Festival di Torino. Foto Karen Di Paola novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 29 TFF34 IL MIRACOLO 86 ANNI E ANCORA UNA GRANDE STORIA PER EASTWOOD: L’AMMARAGGIO ESEGUITO DA SULLENBERGER SUL FIUME HUDSON hi se non Clint Eastwood poteva raccontare in modo così efficace ed emozionante la portentosa vicenda del capitano Chesley Sullenberger, detto Sully? Il pilota che nel gennaio del 2009 decise il destino di 155 persone, salvandole tutte. L’aereo, in fase di decollo, prese in pieno uno stormo di uccelli che mandò in tilt entrambi i motori. Tre minuti per decidere: Sully optò per planare sul fiume Hudson. Il “miracolo” fece scalpore, le immagini dei passeggeri mezzi congelati sulle ali dell’U.S. Airways Flight 1549 girarono su tutti le televi- C Clint Eastwood fa ancora centro con il suo Sully. Accanto Tom Hanks 30 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 sioni del mondo. La storia, tratta dall’autobiografia dello stesso Sully, incomincia parallelamente con l’indagine delle autorità assicurative, che rischia di distruggergli carriera e reputazione, mentre nell’immaginario collettivo è già un eroe. Ruolo che Tom Hanks (invecchiato e quasi identico al vero Sullenberger) recita alla perfezione: un veterano, un uomo con molta esperienza alle spalle, una persona coscienziosa che ha fatto il suo dovere. Ma si chiedono in molti: poteva fare ritorno all’aeroporto di La Guardia, di New York, da cui era partito senza mettere in pericolo centinaia di vite? Ea- DI CLINT di Marina Sanna L'AEREO, IN FASE DI DECOLLO, PRESE IN PIENO UNO STORMO DI UCCELLI CHE MANDÒ IN TILT I MOTORI stwood, il grande patriota che non ha mai smesso di credere nel suo Paese riesce a far dondolare sul baratro capitano e spettatore, entrambi in balia delle immagini, della tensione, dello spazio di tempo in cui si prende una decisione. Ossessionato da quei pochi istanti dilatati e ripetuti nella sua testa e sullo schermo, Sully non ha dubbi. Come la città che nei 24 minuti successivi si muove all’unisono con tutti i mezzi a disposizione (elicotteri, barche, sommozzatori) per salvare i sopravvissuti, senza perderne neanche uno. Non c’è nessuno come Eastwood, altrettanto versatile, coraggioso e idealista. A 86 anni, è ancora il cowboy di Sergio Leone, l’attore che per tutta la vita ha osservato e imparato dagli altri. Dall’amico e mentore Don Siegel a cui deve Dirty Harry (Ispettore Callaghan, il caso Scorpio è tuo!), ruolo che ha segnato profonda- mente la sua carriera. In un’epoca in cui l’uso della forza era visto (sullo schermo) come giusta soluzione per sconfiggere i nemici, criminali, serial killer o vietcong del caso, Eastwood diventa simbolo di un paese senza debolezze. Lo stesso uomo, con la sua casa di produzione Malpaso, segue un disegno personale, scrivendo la controstoria americana film dopo film (Brivido nella notte, esordio dietro la macchina da presa è dello stesso anno di Dirty Harry, ’71). La lista è lunga: 50 anni di cinema, oltre 30 da regista, ogni volta un’opera diversa. Senza continuità, se non quella di sperimentare, al di là di generi e classificazioni. Come ci ha detto una volta: “Mi interessano le persone in grado di cambiare, qualsiasi sia il cammino che debbano intraprendere”. Sarà un caso che negli ultimi anni siano eroi, anche per caso, a incrociare la sua strada? novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 31 European Film Academy THE 29TH EUROPEAN FILM AWARDS 10 December 2016 - Wroclaw/Poland EFA PEOPLE’S CHOICE AWARD La European Film Academy ti invita a votare il tuo film europeo preferito per il PEOPLE’S CHOICE AWARD 2016 e a vincere un viaggio per due persone agli European Film Awards a Breslavia - Capitale Europea della Cultura 2016! Film nominati sono: A MAN CALLED OVE A WAR AFERIM! BODY di Hannes Holm di Tobias Lindholm di Radu Jude di Malgorzata Szumowska FUOCOAMMARE JULIETA MUSTANG SPECTRE di Gianfranco Rosi di Pedro Almodovar di Deniz Gamze Ergüven di Sam Mendes DIO ESISTE E VIVE A BRUXELLES THE DANISH GIRL SOLE ALTO THE LOBSTER di Jaco van Dormael di Tom Hooper di Dalibor Matanic di Yorgos Lanthimos VOTA ONLINE: www.europeanfilmawards.eu 29. edizione degli EUROPEAN FILM AWARDS 10 Dicembre 2016 Breslavia / Polonia Seguila in diretta online: www.europeanfilmawards.eu La European Film Academy riunisce 3.000 professionisti del cinema europeo con lo scopo comune di promuovere la cultura cinematografica dell’Europa. Il vincitore del People’s Choice Award sarà annunciato da European Film Academy ed EFA Productions nell’ambito della cerimonia di premiazione. Tutti i voti devono pervenire entro il 1° Novembre 2016. Il concorso è soggetto a norme e regolamenti disponibili su richiesta al tabulatore ufficiale Ernst & Young GmbH. feste sul set NOBILI NATALI Che cosa tiene insieme Dio salvi la Regina della Filmauro e Poveri ma ricchi di Fausto Brizzi? Una location per due: la dimora patrizia di Palazzo Brancaccio novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 33 feste sul set A Londra senza panettone Volfango De Biasi sbarca in Inghilterra per rapire i cani della Regina. Sotto l’albero, Lillo & Greg malviventi per caso di Gian Luca Pisacane 34 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 D i sicuro non sarà un Natale troppo castigato. La crisi colpisce le famiglie e le industrie, ma non i personaggi dei film. Al cinema bisogna sempre sognare a occhi aperti. Per le feste, vedremo una famiglia di provincia sollazzarsi nella suite di un hotel a 5 stelle meneghino, e un gruppo sgangherato di malviventi che cercherà di rapire i cuccioli di Sua Maestà Britannica. I nostri eroi andranno fino a Londra, a Buckingham Palace, per riuscire nell’impresa, ma non sarà facile. Follia? No. Stiamo parlando delle due nuove commedie da mettere sotto l’al- bero, in uscita il 15 dicembre nelle sale italiane. Entrambe si sono beate di un set d’eccezione: Palazzo Brancaccio, il simbolo dello sfarzo capitolino a Colle Oppio. Ma andiamo con ordine. La Filmauro si cimenta con Natale a Londra – Dio salvi la Regina, dove Lillo e Greg sono alle prese con un colpo milionario. Siamo andati a trovarli sul set e abbiamo visto l’impossibile. La sala da pranzo dello storico palazzo romano è presa d’assalto da cani di tutte le razze. Si sta preparando un sontuoso ricevimento e al centro troneggia un enorme albero di Natale. Il ciambellano annuncia a gran voce i nomi degli “Abbiamo fatto una sorta di Ocean’s Eleven mediterraneo” Nino Frassica, Lillo e Greg in Natale a Londra. A destra e sotto, altre foto del film invitati, quando si avvicina una strana coppia. Sono gli Arteteca, fidanzati di belle speranze, interpretati da Monica Lima ed Enzo Iuppariello, che si presentano con una bestiola chiamata Pippamiddleton, scritto tutto attaccato per scelta. Li accompagna Paolo Ruffini in abiti ottocenteschi, ma la sua presenza non basta per farli entrare. Tutti ridono, anche il regista Volfango De Biasi, che così ci racconta il suo film: “Natale a Londra prende spunto dai grandi classici della commedia. È una sorta di Ocean’s Eleven mediterraneo. Un gruppo di personaggi molto sgangherati decide di mettere a segno un colpo con destrezza: rapire i cani della regina e chiedere un riscatto da capogiro. I gioielli della corona sono passati di moda”. Nel cast figurano Lillo e Greg, Paolo Ruffini, Eleonora Giovanardi, Ninetto Davoli, detto Er Duca, e Nino Frassica, che riesce sempre a divertire. “Questa commedia non è un cinepanettone, perché sul set si mangia di tutto tranne che quello”. E non possiamo dargli torto: i pasticcini e le pizzette abbondano, ma del Pandoro non c’è traccia. Lillo si racconta: “Sono il figlio illegittimo di Ninetto Davoli, un noto boss romano, e vorrei seguire le sue orme. Ma con scarsi risultati: non sono portato per il malaffare. Poi c’è mio fratello Greg, il figlio legittimo che soffre di schizofrenia, alterna momenti da boyscout a raptus da duro malavitoso”. Poi Paolo Ruffini ironizza: “Vedrete anche la regina Elisabetta: il produttore De Laurentiis l’ha fatta venire qui a Roma apposta”. La commedia avrà dei contorni action, come ci spiega il regista. “Mi piace mettere un po’ di azione nelle mie storie. Avevo già iniziato con Natale col boss e ho deciso di non fermarmi più. Ci sarà anche una scena in cui Lillo e Greg picchieranno come fabbri. Sarà una sorta di incubo, con venature alla Bud Spencer e richiami al cinema coreano”. Provare per credere. novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 35 feste sul set Il regista chiama i Poveri ma ricchi De Sica e Brignano per sfatare la crisi. Cento milioni di euro basteranno? di Gian Luca Pisacane S ul set di Poveri ma ricchi ci sono i presupposti per il Natale più “eccentrico” degli ultimi anni. Fausto Brizzi abbandona le palline e i regali sotto l’albero e quest’anno niente luoghi esotici o vacanze hawaiane: si resta in Italia e lo sfarzo va in scena a Palazzo Brancaccio, Roma. La finzione cinematografica trasforma la famosa location del Colle Oppio in un hotel a cinque stelle meneghino. Si rimane abbagliati dai lampadari cristallini che pendono dal soffitto. I decori si fondono con i merletti, e una sontuosa tavola apparecchiata troneggia al centro della sala da pranzo. Sembra di essere sul set di un film in costume, con una produzione da kolossal. Invece si tratta della nuova commedia di Natale, nelle sale italiane dal 15 dicembre. I mattatori sono la coppia inedita De Sica – Brignano, per la prima volta insieme sul grande schermo. A loro si aggiungono Anna Mazzamauro, nei panni della nonna fissata con le fiction, Federica Lucaferri, nel ruolo della figlia malata di selfie, e Lodovica Comello, per la prima volta al cinema, dopo aver lavorato con la Disney. Spiccano anche Lucia Ocone e Giulio Bartolomei. Insieme interpretano la famiglia Tucci e i loro look parlano da soli, in particolare quello di Christian De Sica. Il capofamiglia si presenta con un parruccone biondo, frutto di una permanente selvaggia, e con un lungo vestito blu elettrico che lo fa sembrare una rockstar. Brizzi, ma chi sono veramente i Tucci? È una famiglia originaria di un paesino inesistente del Basso Lazio, che un gior- Brizzi e lazzi 36 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 no vince cento milioni di euro. All’inizio vogliono tenere la vincita nascosta, ma non ci riescono, non possono comprarsi nulla: il rischio di farsi scoprire è troppo alto. Così scappano. Alloggiano prima in un hotel da sogno, e poi comprano un favoloso superattico in un grattacielo della Milano bene. Ma i ricchi di oggi sono cambiati: non ostentano il benessere, sono vegani, fanno beneficenza e non friggono. Perchè anche Al Bano e Gabriel Garko? La famiglia Tucci prende Al Bano in affitto e lo parcheggia in uno stanzino, pronto a cantare Felicità in ogni momento. Anna Mazzamauro, che vive per le serie tv, paga invece Gabriel Garko per guardare le fiction insieme. Il problema è che lei vuole una relazione sentimentale e l’attore si lamenta perché non è previsto nei patti. Poi mettono un bancomat nel corridoio e una cabina per le fototessere, per soddisfare le pretese della figlia malata di selfie. Il film è un libero adattamento del grande successo francese Les Tuche… … che in Italia non è mai uscito. Oltralpe sono già arrivati al terzo capitolo. La differenza sta nei comportamenti. In Francia, quando vinci, vieni invitato in televisione; in Italia ci si nasconde: la paura che qualcuno possa chiederti dei soldi da noi è troppo forte. Per il resto ci siamo ispirati sia allo spirito che al look del film francese. In Les Tuche si puntava molto di più sull’accumulo di oggetti, sulla voglia incontrollata di comprare. Noi ci siamo concentrati sulle “eccellenze”: se sei un appassionato di musica, acquisti il cantante; se ti piace la televisione, affitti il divo di turno. “Ci siamo ispirati liberamente sia allo spirito che al look del film francese Les Tuche” Fausto Brizzi sul set di Poveri ma ricchi. In alto Lucia Ocone in compagnia della famiglia Tucci. A sinistra Christian De Sica ed Enrico Brignano novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 37 intervista “La mia Megan rappresenta l’ossessione”, dice la giovane attrice. Enigma al centro de La ragazza del treno di Tate Taylor, tratto dal di Adriano Ercolani bestseller di Paula Hawkins Haley Bennett Talento a... scomparsa SE QUESTA VENTOTTENNE originaria della Florida vi è piaciuta come “donzella indifesa” ne I magnifici sette, allora la amerete ne La ragazza del treno. Perché attraverso il personaggio di Megan, la donna la cui scomparsa rappresenta il centro della storia - Haley Bennett offre una prova che va ben oltre la caratterizzazione della semplice “vittima”. Una figura femminile complessa e ipnotica, che la giovane attrice ha riempito con notevole presenza scenica. Il film, con protagonista Emily Blunt, è diretto da Tate Taylor, già regista di The Help, ed è basato sull’omonimo bestseller di Paula Hawkins. Come è arrivata a impersonare una donna complessa come Megan Hipwell? Ho amato il libro e volevo portare al cinema questa figura femminile nella maniera più accurata possibile. Ma credo che allo stesso tempo il film funzioni bene anche senza aver letto il testo di partenza, perché parla di personaggi femminili che in fondo vivono piccoli drammi quotidiani, ciò che succede alle persone comuni. La qualità principale del film è che non funziona 38 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 soltanto come thriller, ma regala al pubblico dei personaggi profondi, umani. Che cosa l’ha attratta maggiormente di questa psicologia così particolare? Megan è al centro della vicenda, è la vittima ma rappresenta anche l’ossessione. Volevo far emergere i vari aspetti di una personalità sempre insoddisfatta. Può comportarsi come un’adolescente o come una femme fatale. È una donna che vive al limite. Molte delle scene più forti del film le ha girate con Edgar Ramirez. Alcune scene sono state improvvisate, soprattutto quelle girate con lui, perché la relazione tra Megan e il suo psichiatra è molto più impulsiva e spontanea di quella che ha con suo marito Scott. È anche più vera in un certo senso, con il dottor Kamal lei finalmente riesce a reagire al dolore e alla frustrazione che la vita le ha procurato. Con Edgar abbiamo sviluppato subito un’intesa fortissima sul set, fatta della fiducia necessaria per lasciarci andare entrambi. Una delle prime scene che avevamo insieme era quando Megan rac- novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 39 intervista “Il processo di scoperta di un ruolo non varia a seconda del budget o del set, rimane immutato” conta la sua storia, un monologo ricco di emozioni. Edgar si limitava semplicemente a guardarmi, i suoi occhi mi hanno convinto che potevo veramente raccontargli tutto. Sopra Emily Blunt, protagonista de La ragazza del treno. A destra, e nelle pagine precedenti, Haley Bennett 40 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo Qual è il segreto per passare con disinvoltura da western ad alto budget come I magnifici sette a drammi psicologici come La ragazza del treno? Io questo a dire il vero lo vedo come un blockbuster al femminile! Scherzi a parte, alla fine l’approccio al personaggio è sempre lo stesso: quello che devi fare è essere onesto e cercare di connetterti con i tuoi colleghi sul set. Per I magnifici sette c’era una troupe di centinaia di persone, qualche volta ovviamente è più complicato con una quantità così grande di gente intorno, ma il processo di scoperta di un ruolo novembre 2016 non varia a seconda del budget o del set, rimane immutato. Le piacerebbe interpretare una serie TV in futuro? Se c’è una buona storia, perché no? Per fortuna viviamo in un’epoca ormai che va oltre i formati. Recentemente mi sono innamorata di Stranger Things, in passato i miei show preferiti sono stati Breaking Bad e Parks and Recreation. Fai sentire la tua voce Usa la nostra esperienza Sostieni il progetto Ama la tua creazione C’E’ UN FILM CHE AMI E VORRESTI VEDERLO PUBBLICATO IN DVD? DESIDERI VEDERE NELLA MAGIA DELL’ALTA DEFINIZIONE BLU-RAY UNO DEI NOSTRI TITOLI? TI PIACEREBBE AVERE UN’EDIZIONE SPECIALE DA COLLEZIONE? Ci pensiamo noi con START UP! Scrivi la tua proposta a [email protected] e lo staff di CG Entertainment prenderà in considerazione ogni idea pervenuta. Per quelle di cui se ne sarà accertata la fattibilità verrà attivata una campagna online di preacquisti minimi, necessari per la realizzazione del tuo START UP! Al raggiungimento dell’obiettivo il progetto andrà in stampa. SOSTIENI LE CAMPAGNE DI START UP! 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Sotto in Patriots Day in uscita negli Stati Uniti a dicembre i alza alle 4 del mattino, allena i muscoli, porta i figli a scuola e si presenta sul set: chi è? Per The Fighter e Pain & Gain ha fatto questo e altro. La sveglia suonava nel cuore della notte, con qualche manicaretto che lo aspettava in frigorifero. Doveva mangiare 12 volte al giorno, senza dimenticare gli integratori e i mass gainer. Roba da veri culturisti, ma non stiamo parlando di una star tutta bicipiti e niente cervello. Mark Wahlberg ha lavorato con Scorsese in The Departed e, nei panni del pugile Micky Ward, ha anche ricevuto una nomination ai Golden Globe, come miglior attore protagonista. “Mi attrae la gente comune. Mi piacciono le avventure in cui le persone normali si trovano a vivere circostanze straordinarie. Questo è il ge- S nere di film che amo e voglio farne parte, sia come produttore che come protagonista”. Non si smentisce. Nel recente Deepwater, ha interpretato il sopravvissuto Mike Williams, l’uomo della porta accanto che nella tragedia si è scoperto eroe. “Scelgo progetti commerciali, anche di grande successo, per potermi poi permettere sceneggiature più rischiose, che possano essere fonte d’ispirazione per gli altri”. Un esempio è il rimbombamico di Ted, l’orsetto di peluche più sboccato della storia del cinema. In quel caso l’allenamento ferreo non è servito: bastavano tante parolacce e il genio di Seth MacFarlane, e la platea ha apprezzato. A breve, Wahlberg tornerà sul grande schermo con Patriots Day, in uscita negli States a fine dicembre. “È un E ora Patriots Day sugli attentati alla maratona di Boston, perché “l’amore vince anche sulle tragedie” film che parla dell’attacco terroristico durante la maratona di Boston, la mia città natale. È una piccola comunità e tutti conoscono qualcuno che è rimasto coinvolto. Con questa storia, vogliamo trasmettere un messaggio positivo: l’amore vince anche sulle tragedie”. Fatalità o meno, c’è da ricordare che l’attore doveva prendere lo United 93, l’aereo che l’11 settembre precipitò vicino a Shanksville, in Pennsylvania. Ma all’ultimo momento decise di andare a far visita a un amico a Toronto. Adesso Mark Wahlberg sta lavorando a un biopic su Stuart Long. “Non mi interessa l’aspetto sportivo del personaggio, Stuart Long era un giocatore di football, che un giorno ha ricevuto la chiamata. Non volevano ordinarlo prete, perché aveva un male inguaribile. Alla fine è riuscito a prendere i voti ed è diventato un punto di riferimento per tanta gente. In quel poco tempo che gli è rimasto, ha realizzato grandi imprese e ha ispirato moltissime persone. Questa storia mi ha toccato da vicino, e farò tutto ciò che è necessario perché la sua straordinaria testimonianza di vita esca nelle sale. Non importa quanto tempo ci vorrà”. Per ora il film è ancora in fase di lavorazione e non c’è una data di uscita. Ma sembra aver trovato un supporter d’eccezione. © 2016 Columbia Pictures Industries, Inc. and Village Roadshow Films Global Inc. All Rights Reserved. IL REBOOT DELLA SAGA CULTO DEGLI ANNI 80! DISPONIBILE DAL 10 NOVEMBRE CHILI è la più grande videoteca online, con tutte le Prime Visioni, oltre 6.000 Film e le più belle Serie TV. Con CHILI il cinema è sempre con te, su tutti i tuoi dispositivi: Smart TV, PC, Tablet, Smartphone, ;bo[ e Chromecast. Puoi vedere i tuoi ȴlm dove vuoi e Tuando vuoi, online in modalit¢ streaming e oɞine tramite la Iun]ionalit¢ download. SMART TV PC TABLET SMARTPHONE www.chili.tv IL CINEMA DI TV2000 per scoprire la programmazione www.tv2000.it/docfilm Canale 28 Sky 140 Ɵvùsat 18 /tv2000docfilm cinecapitale CONVERSAZIONI ROMANE L’undicesima Festa fa parlare di sé: Oliver Stone e il Datagate di Snowden; Meryl Streep e un “usignolo” chiamato Florence (Foster Jenkins); Kenneth Lonergan e il favorito agli Oscar Manchester by the Sea settembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 47 cinecapitale ULTIMA CHIAMATA 48 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo STONE novembre 2016 “Siamo tutti schedati: fate attenzione a come usate il telefonino”, dice il regista americano. Che firma il thriller Snowden, sulla gola profonda dell’NSA di Federico Pontiggia Il regista americano Oliver Stone, alla Festa di Roma con Snowden. Foto Karen Di Paola G “ li americani non hanno compreso il significato e la portata delle informazioni rivelate da Snowden nel 2013. Sono preoccupati solo dal loro iPhone, ma la questione è molto più importante: non si tratta solo di Pokemon e acquisti su Google e eBay”. Parola di Oliver Stone, che porta alla Festa di Roma Snowden, il thriller sull’eroe, patriota, dissidente, attivista, whistleblower e, per alcuni, traditore Edward J. Snowden, gola profonda dell’NSA interpretato da Joseph Gordon-Levitt. “E’ interessante esplorare cosa ha fatto, la maggior parte delle persone e della stampa non lo sa”, precisa Stone, sottolineando come “nel 2013 Snowden non fosse simpatico agli americani: chiunque rivela segreti governativi e militari è considerato un cattivo. Ancora oggi lo confondono con Assange e Manning, la gente non sa esattamente chi sia”. “Abbiamo avuto qualche problema per realizzare il film, le grandi società americane non l’hanno finanziato: siamo ricorsi a Francia e Germania”, prosegue Stone, invitandoci a “fare attenzione all’uso del telefonino e a utilizzare i sistemi di crittografia per comunicare, perché siamo tutti schedati: la crittografia è uno dei buoni risultati dell’affare Snowden, ricordate che molte società Internet erano complici del governo”. Se “Obama ha fatto molto poco, non ha portato avanti la riforma dell’NSA”, anche sulle elezioni presidenziali Stone non ritira la mano: “Voi europei siete sconcertati da Trump, che è disorganico e a mio avviso non ce la può fare, ma l’alternativa è la Clinton, che rappresenta il sistema Usa e la mentalità americana del ‘o con noi o contro di noi’. Con lei al comando la situazione sarà più dura, ostile e militarista rispetto a Obama”. Il regista definisce Snowden un “film kafkiano, Edward faceva parte di un sistema così potente, capace di tale ottundimento, che fare le cose fuorilegge diveniva naturale e inconsapevole. La sua epilessia era il sintomo di una morte interiore, una malattia spirituale”. Ma per quale motivo Snowden ha rivelato le informazioni sulla NSA? “Era favorevole alla sorveglianza dei terroristi, quella mirata, sui sospetti, non la sorveglianza di massa? L’NSA pretendeva di individuarvi un segnale spurio, la telefonata incriminata, ma non funziona così, e lo sappiamo bene: tutti i casi di terrorismo sono stati risolti perché i responsabili erano già noti, vedi Parigi, Orlando, Boston”. Sul fronte geopolitico, “gli Usa oggi sono per il cambiamento di regime: Iraq, Siria, Brasile, Venezuela, Libia, Ucraina. Una tecnica usata più volte, e Snowden ci esorta a fare attenzione”, rciorda Stone, e pone l’accento sulla “cyberguerra, sperimentata per la prima volta dagli Usa nel 2007 per far esplodere con dei malware le centrifughe del programma nucleare iraniano”. “Ma oggi – conclude il regista americano – queste cyberguerre si fanno anche contro i paesi alleati”. novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 49 cinecapitale MERYL PER SEMPRE di Gian Luca Pisacane ROBERT DE NIRO È TORNATO dal Vietnam per poterla salutare ancora una volta, dopo essere scampato all’ormai mitica roulette russa de Il cacciatore. Clint Eastwood ha perso la testa e le ha dichiarato il suo amore impossibile ne I ponti di Madison County. Ma si può dargli torto? Alcuni risponderebbero con un cenno del capo, specialmente Dustin Hoffman che ha lottato con lei per la custodia del figlio in Kramer contro Kramer. Correva l’anno 1979 quando Meryl Streep vinceva la sua prima statuetta. E pensare che da giovane si era messa in testa di fare la cantante: “A 12 anni mi sono esibita in francese nella mia scuola nel New Jersey, e tutti mi dicevano che avevo un bel talento. Così ho preso lezioni di canto a New York per due anni, con mia mamma che ogni sabato mattina guidava quasi due ore per portarmi a destinazione. Poi ho smesso: volevo fare la cheerleader”. Per fortuna ha cambiato idea e si è buttata sulla recitazione, altrimenti Robert Redford ne La mia Africa non avrebbe saputo di chi innamorarsi. Ma nella sua carriera non si parla solo di amore. Tutti sanno che è una liberal impegnata nel sociale, che non ha problemi a dire: “Vedremo Hillary Clinton alla Casa Bianca, così non ci sarà più bisogno di parlare della campagna sessista di Trump”. E sulla politica la sa lunga. Il suo terzo Oscar l’ha vinto nei panni di Margaret T h a t c h e r, per The Iron Lady: “Tutte noi nella vita ci siamo sentite dire di essere nel posto sbagliato. Anche la Thatcher ha dovuto difendersi quando era in carica e gli altri politici la schernivano alla Camera dei Lord”. Di recente ha interpretato Emmeline Pankhurst in Suffragette, e ancora una volta ha portato in primo piano i diritti delle donne. Come attrice è apparsa in più di 50 film. “Ho sempre voluto recitare, e non ho mai pensato di diventare una regista. Amo la soggettività, immer- germi nei panni di qualcuno, senza dover avere un punto di vista più ampio, come quello di chi sta dietro la macchina da presa. Per me è un piacere, non un lavoro, e tutto è iniziato da mia nonna. La imitavo nel suo modo di camminare, mi disegnavo le rughe sulla faccia, perché volevo essere lei. Quando immagini il dolore di un altro, impari qualcosa su te stesso”. Meryl Streep è l’attrice più blasonata della storia del cinema, con 19 nomination e 3 Oscar vinti, ma non vuole sembrare un mostro sacro: “Anch’io qualche volta mi dimentico le battute e vado a sinistra invece di andare a destra. Su alcuni incuto un certo timore, ma quando mi conoscono, l’atmosfera diventa più distesa”. Dal 22 dicembre sarà nei cinema con Florence Foster Jenkins, dove interpreta la cantante più stonata della storia. A spalleggiarla ci sarà un insolito Hugh Grant, che recita la parte del marito devoto. Inoltre Meryl Streep sta già lavorando a Mary Poppins Return, il nuovo film di Rob Marshall in uscita nel 2018. Non c’è riposo per la donna dei record, che ancora una volta lascia tutti a bocca aperta. Mamma mia! “Mi disegnavo le rughe sulla faccia, per essere mia nonna”: vita, segreti e miracoli di Mrs Streep. Che con Florence guarda alla ventesima nomination agli Oscar 50 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 L'attrice tre volte premio Oscar Meryl Streep a Roma con Florence di Stephen Frears. Foto Karen Di Paola novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 51 cinecapitale MANCHESTER SUL TEVERE Guidare la più grande potenza al mondo richiede astuzia, coraggio e statura morale non “La sfida più grande? Dare sincerità al comuni. Eppure non dolore”, dice il regista Kenneth Lonergan. sempre è andata Che loda il suo protagonista Casey Affleck così. Ce lo insegna e guarda alle statuette la storia, ce lo di Rosa Maiuccaro raccontano i film 52 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 GLI APPLAUSI SCOSCIANTI al termine della première di Manchester by the Sea al Toronto Film Festival e poi a quella del festival di Roma sono più che gratificanti per Kenneth Lonergan. Lo sceneggiatore di Gangs of New York nonché regista di Conta su di me, è tornato dietro la macchina da presa dopo un’estenuante battaglia legale durata oltre sei anni per il riconosci- de L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford è perfettamente a suo agio nel ruolo (che doveva essere di Matt Damon) di Lee, un operaio cinico e taciturno costretto a tornare a casa, in Massachusetts, per occuparsi del nipote adolescente in seguito alla morte prematura del fratello. Non l’unico dolore con cui il solitario Lee deve fare i conti… Lonergan, qual è stata la sfida più grande che ha affrontato durante la realizzazione del film? La sincerità. Più di ogni cosa volevo essere onesto nella rappresentazione della condizione di dolore vissuta dai protagonisti, Lee e suo nipote Patrick (Lucas Hedges, n.d.r.). È stata la difficoltà più grande ma anche la parte più soddisfacente. Il ruolo di Lee doveva essere inizialmente interpretato da Matt Damon. Non si può certo dire che Casey Affleck lo faccia rimpiangere.. Nessun altro attore avrebbe potuto sostituire Matt ad eccezione di Casey. Ci conosciamo da tantissimi anni, abbiamo lavorato a teatro per la prima volta nel 2002. Lo ammiro profondamente anche se sul set sa essere molto impegnativo. Chiede spiegazione per ogni singola azione o battuta del personaggio ma così sprona anche me ad essere più meticoloso. Manchester by the Sea è un altro film sull’amore, la perdita e l’importanza dei rapporti familiari. Sono temi ricorrenti? Questo è un film sull’elaborazione del mento del final cut di Margaret. Supportato da Martin Scorsese - che ha definito il film “un capolavoro” - Lonergan ha avuto la meglio sul produttore Gary Gilbert. Una vittoria che è nulla a confronto delle soddisfazioni che potrebbe regalargli Manchester by the Sea, complici una sceneggiatura pressoché impeccabile e la superba interpretazione di Casey Affleck. L’attore Il regista Kenneth Lonergan sul red carpet capitolino con Manchester by the Sea. Foto Karen Di Paola lutto e sul modo in cui le persone cercano di superare il dolore. Il fil rouge nei miei film non è la morte ma il modo in cui affrontiamo la vita quando non abbiamo mezzi per farlo con serenità. È toccante, specie per una persona molto sensibile ed emotiva come me. Come nei suoi precedenti film anche in questo il senso dell’umorismo è una componente imprescindibile.. Senza l’humour il film morirebbe. Mi piace l’idea che nei miei lavori sia presente anche l’aspetto comico della vita. La vitalità di Patrick trova principalmente espressione nella sua simpatia, altrimenti sarebbe solo la storia di un uomo morto dentro. Come si è sentito a tornare dietro la macchina da presa dopo i problemi avuti in fase di post-produzione per Margaret? È andata bene perché i problemi, in quel caso, erano di natura procedurale e non creativa. Non correvo il pericolo di ripetere l’esperienza perché avendo Matt Damon come produttore ho avuto la fortuna di lavorare nelle migliori condizioni per realizzare esattamente il film che volevo. L’ha vissuto come un riscatto? Sicuramente avrei voluto che Margaret avesse la possibilità di un’audience maggiore e sono felice che Manchester by the Sea abbia già ricevuto grande consenso da parte della critica e del pubblico. Il risentimento non mi appartiene ma sono certamente felice che per questo film sia andato tutto nel verso giusto. L’uso della colonna sonora è peculiare. Come mai è proprio l’adagio a fare da sottofondo al climax? Doveva essere solo una scelta momentanea ma poi mi ha convinto il ritmo che riusciva a dare alla scena. Non riesco a farmi venire in mente nessun’altra melodia capace di suggerire la misura del dolore come l’adagio. Gli altri brani mi servivano a cambiare prospettiva della situazione, ad allentare o sostenere la tensione. Che effetto le fanno le sirene dell’Academy? È molto gratificante che i critici ne scrivano ma mi stupisce, dato che è un film indipendente che ha richiesto il sacrificio di tutti per essere realizzato. novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 53 RITRATTI di Orio Caldiron PHILIPPE NOIRET Ci lasciava dieci anni fa. Tipico frontalier, tra i più grandi e popolari attori europei 54 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 Philippe Noiret in Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore. In apertura nel ritratto di Marco Letizia S enza mai diventare un divo, è il tipico frontalier che nel pendolarismo tra Francia e Italia si è imposto, con cinquant’anni di carriera e centotrenta film, come uno dei più grandi e popolari attori europei. Philippe Noiret – nato a Lille il 1° ottobre 1930 e scomparso a Parigi il 23 novembre 2006 – approda per parecchie stagioni al Théâtre National Populair di Jean Vilar, recitando in una ventina di spettacoli, da Shakespeare a Molière, da echov a Jarry, senza trascurare la brillante attività cabarettistica cui deve la sua prima notorietà televisiva. Sin da Zazie nel metrò (1960) di Louis Malle, dove è una danzatrice di night, al cinema si fa apprezzare per le sue qualità di interprete in un gran numero di titoli, più “cinema di papà” che nouvelle vague, ma solo negli anni settanta arriva la consacrazione definitiva con La grande abbuffata (1973) di Marco Ferreri, dove impersona uno dei quattro amici che decidono di suicidarsi in un’allucinata orgia di cibo e di sesso in una villa fuori Parigi. Il suo personaggio è forse quello che meglio incarna il rifiuto della maturità, l’abbandono alla regressione. Un paio d’anni dopo è l’indimenticabile Perozzi di Amici miei (1975) che, con un gruppo di professionisti cinquantenni, organizza le “zingarate”, le tremende beffe in cui sfogano lo spiritaccio da maledetti toscani e il gusto sarcastico dell’esorcismo. Il film di Mario Monicelli – a cui Germi, scritta la sceneggiatura, ha passato il testimone – è l’im- pietoso testamento della commedia all’italiana di cui l’attore è ormai una delle maschere più incisive e riconoscibili. Nel frattempo è avvenuto l’incontro con Bertrand Tavernier di cui nel corso di quindici anni dal ‘74 all’89 è l’attore-feticcio. La loro intesa anima un universo borghese otto-novecentesco dall’impeccabile, classica scansione narrativa, dove si impongono i rapporti tra padre e figlio (L’orologiaio di Saint-Paul), la dialettica tra giustizia di classe e squilibrio borderline (Il giudice e l’assassino), la deriva dell’abiezione nello scenario coloniale (Colpo di spugna), la vita militare ricondotta all’identificazione dei cadaveri (La vita e nient’altro). L’amico francese dalla proverbiale cordialità non interrompe mai il rapporto con il cinema italiano e lavora con i nostri migliori registi, da Monicelli (Speriamo che sia femmina) a Scola (La famiglia), da Rosi (Tre fratelli), a Zurlini (Il deserto dei Tartari), a Montaldo (Gli occhiali d’oro). Il proiezionista Alfredo di Nuovo cinema Paradiso (1988) di Giuseppe Tornatore che accompagna il piccolo Salvatore nei riti del cinema della memoria è uno dei suoi personaggi più strepitosi, più vivi e umani, entrato ormai nel mito. Come capita al suo Pablo Neruda di Il postino (1994) di Michael Radford, che condivide con uno struggente Massimo Troisi la forza irresistibile della poesia. Sposato fin dagli anni cinquanta con l’attrice Monique Chaumette, negli ultimi tempi viveva soprattutto nella casa di campagna a Carcassonne con i suoi amati cani e cavalli. IN NUOVO CINEMA PARADISO UNO DEI SUOI PERSONAGGI PIÙ STREPITOSI E PIÙ UMANI, ENTRATO NEL MITO novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 55 ASCOLTACI IN STREAMING SCARICA L’APP CERCA LA FREQUENZA DELLA TUA CITTÀ radioinblu.it I TOP 5 58 al Cinema OTTIMO BUONO SUFFICIENTE MEDIOCRE SCARSO IL CITTADINO ILLUSTRE 63 60 IL CLIENTE MONTE 64 65 KUBO E LA SPADA MAGICA 67 DOPO L’AMORE AGNUS DEI 66 68 FAI BEI SOGNI SNOWDEN 67 SING STREET 58 Il cittadino illustre 60 Il cliente 61 Un appuntamento con la sposa 61 Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta 62 Sausage Party 62 A spasso con Bob 63 Monte 64 Agnus Dei 65 Kubo e la spada magica 65 Planetarium 66 Snowden 67 Dopo l’amore 67 Sing Street 68 Fai bei sogni 69 Preview È solo la fine del mondo Non c’è più religione Star Wars: Rogue One Oceania Il medico di campagna Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 57 i film del mese IL CITTADINO ILLUSTRE Sardonica e irresistibile rilettura del "nemo propheta in patria". Con un ottimo protagonista Anteprima Regia Gastón Duprat, Mariano Cohn Con Oscar Martínez, Nora Navas Genere Commedia (118’) R ‘‘ icevere il Nobel mi lusinga. Allo stesso tempo – visto che ho messo d’accordo tutti, accademici, specialisti, re… – questo premio certifica la morte della mia creatività artistica”. Daniel Mantovani è uno scrittore argentino, fuggito in giovane età dalla natia Salas (paesino a 700 km da Buenos Aires), ora letterato di fama mondiale di stanza a Barcellona. Dopo il premio Nobel, trascorre i successivi cinque anni rifiutando impegni pubblici, letture, incontri con università. Ma quando dalla mai dimenticata Salas – luogo che ha sempre raccontato nei suoi romanzi – arriva l’invito per ricevere il più alto riconoscimento del suo paese, la medaglia al cittadino onorario, Daniel accetta la proposta e torna per alcuni giorni nel suo paese. È un film sorprendente Il cittadino illustre di Gastón Duprat e Mariano Cohn (che l’Argentina ha scelto come titolo per la corsa all’Oscar): per la straordinaria interpretazione di Oscar Martínez (Coppa Volpi a Venezia), per la semplicità con cui riesce a destreggiarsi con humour in situazioni scomode, soprattutto infine per il modo in cui rinnova la riflessione su fama e origini, realtà e finzione, cultura e provincialismo. Daniel Mantovani viene accolto trionfalmente nel paese che lo vide nascere: un viaggio nel passato in cui ritrova vecchi amici, i primi amori, ma anche un viaggio nel cuore stesso della sua letteratura, nella fonte delle sue creazioni. Affinità (poche) e differenze (molte) (ri)emergono tra lo scrittore e Salas, trasformandolo ben presto in un elemento estraneo e provocatore nella vita del paese. E quell’affettuosità con cui il paese lo aveva abbracciato si trasforma in qualcos’altro, in rancore e disprezzo. Giungendo ad un punto senza ritorno che certifica con nettezza due modi antitetici di vedere il mondo. D’altronde, si sa, nemo propheta in patria… In questo susseguirsi di incontri e situazioni al limite dell’assurdo (il giro di benvenuto sul camion dei pompieri, l’ospitata nel diroccato studio della tv locale, l’albergo che “sembra quello di un film rumeno”), ma non per questo inverosimili, emerge la contraddizione, umana e al tempo stesso artistica, di un individuo che – proprio come i due gemelli (uno con la barba, l’altro no…) protagonisti del racconto che fa all’ingombrante autista durante la sosta forzata tra Buenos Aires e Salas – cerca di mantenere una coerenza di facciata, ma è costretto a fare i conti con spicchi di realtà che, ancora una volta, finiranno per superare i limiti della finzione. Un film fresco, volutamente “povero” nelle fattezze ma altrettanto ricco nei contenuti e nello sviluppo. Capace di divertire, senza mai scivolare nel banale, con un ottimo ribaltamento conclusivo. Perché la realtà può uccidere, ma la finzione rende immortali. Al netto di qualche cicatrice. VALERIO SAMMARCO novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 59 i film del mese IL CLIENTE Un Asghar Farhadi minore: voltaggio metaforico e drammaturgia precaria Anteprima Regia Asghar Farhadi Con Sahahab Hosseini, Taraneh Alidoosti Genere Drammatico (125’) COSTRETTI ad abbandonare il proprio appartamento, perché dei lavori contigui hanno irreparabilmente compromesso la stabilità dell’edificio, Emad (Sahahab Hosseini), giovane insegnante, e la moglie Rana (Taraneh Alidoosti) si trasferiscono in un nuovo alloggio nel centro di Teheran. Entrambi sono impegnati a teatro in Morte di un commesso viaggiatore e progettano di avere un bambino, ma l’orizzonte improvvisamente si copre di nubi: Rana è vittima di violenza mentre sta facendo la doccia nel nuovo appartamento, ed è l’inizio di un incubo a occhi aperti… Dopo Le passè (2013), il suo primo film girato fuori dall’Iran, Asghar Farhadi 60 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 torna a filmare in patria, ma non cambia destinazione: ancora in Concorso a Cannes (2016, dove ha conquistato il premio per la sceneggiatura e quello per l’attore con Hosseini), è Forushande (The Salesman), da lui scritto e diretto. Il voltaggio metaforico, ovvero sociologico è alto: la commistione e il mutuo rispecchiamento tra realtà e finzione, ovvero la pièce di Arthur Miller, riverbera sullo schermo tanti dei problemi dell’odierno Iran, dallo sfollamento a causa del terremoto indotto alle giovani generazioni abbandonate a se stesse, dalla paura della polizia al senso di minaccia costante, fino ai rapporti tra i sessi e il corto circuito colpa-sanzione-perdono. Insomma, siamo poeticamente e politicamente dalle parti di Una separazione, About Elly e gli altri, ottimi, film di Farhadi, eppure questo The Salesman – vedi Miller: Death of a Salesman in originale – è da considerarsi una prova minore, se non nelle ambizioni, di certo negli esiti. Farraginoso lo sviluppo – prima lenta carburazione della storia, poi un finale faticoso e iterato, allorché Emad arriva alla resa dei conti – e la drammaturgia arte-vita denuncia qualche stracchezza, non solo nella detection bensì nella costruzione psicologica dei caratteri, non sempre – soprattutto, Sahahab Hosseini – incarnati all’altezza. Sempre buon cinema, per carità, ma da Farhadi era lecito aspettarsi di più. FEDERICO PONTIGGIA Premiato a Cannes per sceneggiatura e attore, candidato iraniano all'Oscar UN APPUNTAMENTO PER LA SPOSA Un matrimonio che s’ha da fare: la Burshtein non delude appuntamento” regala una nuova vulgata. Michal sta per maritarsi quando un mese prima del matrimonio viene mollata dal futuro sposo. Ma la donna, indomita, decide di andare avanti con i preparativi confidando nell’aiuto dall’alto… Ancora una volta la Burshtein ci regala un personaggio femminile a tutto tondo, rileggendo la rom-com sotto la luce della Grazia: lo sposo col punto di domanda è Dio, cui Michal affida tutta se stessa,. La qualità di una scrittura mai banale unita alla semplicità di una messa in scena tutta primi piani e piani medi, sintonizzata con la ritmica sentimentale dei personaggi, costituiscono il punto di forza di un film meno trattenuto, dirompente ed epifanico del precedente. E’ il cruccio delle seconde nozze. GIANLUCA ARNONE IL MILIEU ultraortodosso, il romanticismo in una realtà di matrimoni combinati, una regia capace di sondare il cuore dei personaggi insieme a una concezione spaziale della scena dove è tutto un gioco di prossimità e distanza, sono qualità che avevano fatto de La sposa promessa (2011) una bella rivelazione. Le ritroviamo in Un appuntamento per la sposa, nuovo lavoro di Rama Burshtein, dove la pratica delle nozze “al primo Anteprima Regia Rama Burshtein Con Noa Koller, Oz Zehavi Genere Commedia (110’) YO-YO MA E I MUSICISTI DELLA VIA DELLA SETA L’esperimento del Silk Road Ensemble nel doc del premio Oscar Neville Anteprima Regia Morgan Neville Genere Documentario (96’) DOPO AVER VINTO L’OSCAR con 20 Feet from Stardom, documentario che rendeva omaggio ai coristi che si esibiscono all’ombra delle grandi star, Morgan Neville prosegue sul sentiero della musica per raccontare – sempre in forma documentaria – la nascita e lo sviluppo del Silk Road Ensemble, straordinario collettivo di musicisti internazionali – voluto dal violoncellista di fama mondiale Yo-Yo Ma – che da poco prima degli anni 2000 celebra il potere universale della musica e dello scambio culturale abbattendo i confini geografici. Un coraggioso esperimento, fatto di passione, talento e sacrificio, che il lavoro di Neville esalta grazie al racconto delle storie individuali di alcuni di loro, dalla galiziana Cristina Pato (suonatrice di gaita) alla cinese Wu Man (suonatrice di pipa), dal siriano Kinan Azmeh (clarinetto) all’iraniano Kayhan Kalhor (kamancheh): interviste e immagini di repertorio, ricordi commoventi e difficili situazioni sociopolitiche si intersecano, il trait d’union è naturalmente la musica, linguaggio universale che non dimentica però le radici e le tradizioni di ogni luogo da dove trae origine. Un inno alla pace, dei popoli, tra i popoli. Da vedere. E da ascoltare. VALERIO SAMMARCO novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 61 i film del mese SAUSAGE PARTY Idea divertente, ma il gioco è bello quando dura poco È STATO uno dei casi del box office a stelle e strisce 2016, Sausage Party, film che a fronte di un budget di 19 milioni di dollari ne ha guadagnati quasi cento soltanto sul suolo americano. Dietro al bizzarro soggetto – che vede protagonista Frank, una salsiccia che dissacrante e sopra le righe. La differenza con i film precedenti è che si tratta di animazione e, forse per questo motivo, non se la sono sentita di dedicarsi anche alla regia, lasciando spazio agli esperti Greg Tiernan e Conrad Vernon. L’idea è divertente ma, come si suol dire, il gioco è bello quando dura poco: funzionano le prime battute, la presentazione dei personaggi e la base narrativa, ma presto gli autori tirano troppo la corda e finiscono per presentare situazioni ripetitive e poco originali. Inoltre, il “politicamente scorretto”, le allusioni sessuali e il linguaggio scurrile possono far sorridere se si prende il tutto come una parodia dei film d’animazione a cui siamo abituati, ma risultano spesso forzati e poco necessari (in America è stato vietano ai minori di 17 anni non accompagnati). vive in un supermercato e cerca di capire il senso della sua esistenza durante un lungo viaggio – ci sono Jonah Hill, Evan Goldberg e Seth Rogen, con questi ultimi due che dopo Facciamola finita e The Interview tornano a firmare una commedia ANDREA CHIMENTO piccolo felino gli ha dato una ragione per andare avanti e la loro storia ha fatto il giro del mondo. Roger Spottiswoode gira un film leggero, che riesce a trasmettere il dramma e la redenzione. Le vicende di un ragazzo perso nel mondo colpiscono subito al cuore, e diventano un inno ai buoni sentimenti. A chi non ha nulla serve un po’ di affetto per guarire, e il prendersi cura di qualcuno, anche di un animale, può essere la medicina giusta. A spasso con Bob è un film drammatico dalle note edificanti. Non affonda mai le mani nel torbido e si mantiene su una superficie di buone intenzioni. Gli amanti dei gatti impazziranno, e la platea dalla lacrima facile dovrà ricorrere a qualche fazzoletto. In uscita Regia Greg Tiernan, Conrad Vernon Genere Animazione (83’) A SPASSO CON BOB Riff e graffi: com’è tenera l’amicizia tra un chitarrista e un gatto Anteprima Regia Roger Spottiswoode Con Luke Treadaway, Ruta Gedmintas Genere Drammatico (103’) QUANDO LA MELODIA di una chitarra incontra un simpatico gatto venuto dal nulla, anche la vita più disastrata può trasformarsi in una festa. E James Bowen lo sa bene. Fino a qualche anno fa, era un ragazzo di strada, rifiutato dalla famiglia e senza un tetto sulla testa. Il suo lavoro era cantare davanti a Covent Garden, nella speranza di recuperare qualche moneta. Di giorno suonava e la sera si faceva. Ma se la droga l’ha quasi ucciso, Bob è stato il suo salvatore. Il 62 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 GIAN LUCA PISACANE MONTE La presenza di Dio tra le miserie e la sofferenza dell’uomo. Naderi convince Anteprima Regia Amir Naderi Con Andrea Sartoretti, Claudia Potenza Genere Drammatico (105’) L’ATMOSFERA è quella del Medioevo dell’Italia settentrionale ne Il nome della rosa, sudicio e plumbeo come lo volle negli anni ottanta Jean-Jacques Annaud per la sua trasposizione del best-seller di Umberto Eco; la cifra stilistica e narrativa, però, è tutta del maestro iraniano Amir Naderi, qui al suo primo film di produzione italiana, presentato Fuori Concorso alla recente Mostra di Venezia. Monte è la storia di Agostino (Andrea Sartoretti), un padre di famiglia poverissimo, intenzionato a resistere ai piedi di una montagna che grava, spargendo aliti di morte come una maledizione pagana, sulle comunità circostanti. Rimasto solo con la moglie e con il figlio adolescente, additato da tutti per la sua sospetta lontananza dalla fede cristiana, l’uomo crede di poter dare un senso alla propria esistenza imbastendo una lotta titanica contro la montagna nel folle tentativo di demolirla a picconate. Tra le pieghe di questo sforzo immane che rimanda, inevitabilmente, ad alcune delle tante “imprese” cinematografiche di Werner Herzog, Naderi innesta tuttavia una riflessione viscerale sul tema della presenza di Dio tra le miserie e la sofferenza dell’uomo, riflessione che si dispiega per improvvise, piccole e silenziose epifanie, a dimostrazione che l’arte del cinema rivela se stessa negli scarti dalla norma, che sorge dalle pause più che dalla confusione affabulatoria, dalle immagini, appunto, più che dalle parole. Esempio solido di un cinema austero e rigoroso, racconto morale di caduta e rinascita, Monte si avvale anche di uno straordinario montaggio sonoro, curato dallo stesso regista, che concede libero sfogo alla voce perturbante della montagna con i suoi rumori e i suoi suoni indistinti e misteriosi. Fondamentale infine l’apporto della fotografia cinerea di Roberto Cimatti, perfettamente al servizio di una vicenda fatta di terra, di roccia, di mani insudiciate e sanguinanti, di dolore e di ricerca di riscatto. GIANFRANCESCO IACONO Straordinario montaggio sonoro che dà sfogo alla voce della montagna novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 63 i film del mese AGNUS DEI Da un terribile episodio di violenza Anne Fontaine trae una bella parabola sull’incontro Anteprima Regia Anne Fontaine Con Lou de Laâge, Agata Buzek Genere Drammatico (115’) AGNUS DEI ci ricorda quanto può essere terribile l’impatto degli ideali con gli orrori di cui è capace la nostra specie. Il modo in cui la fede più incrollabile nel bene e nella giustizia reagisce o soccombe alle aggressioni della storia. Un conflitto drammatico che il film della Fontaine – sceneggiato dalla regista insieme a Bonitzer, Karine e Vial, tratto da un fatto realmente accaduto – mette in scena nello spazio allegorico di un convento, il focolare di Dio, violato da un manipolo di soldati russi alla fine della seconda guerra mondiale. Siamo nel 1945 in Polonia. Mathilde (Lou de Laâge) è una crocerossina che assiste i francesi feriti 64 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 in battaglia in un ospedale di fortuna allestito sul campo. Finché un giorno una suora benedettina non la trascina in convento, dove sette delle sue consorelle sono in stato interessante, tra sofferenze fisiche e morali: pochi mesi prima un manipolo di soldati dell’Armata Rossa aveva preso d’assalto l’abbazia e stuprato le povere suore. Mentre la luce debole delle candele lotta per non spegnersi nelle tenebre, la fede – quella in Dio e quella in una società più giusta: Mathilde, da atea e comunista, è parimenti chiamata in causa – agonizza sotto i colpi inferti dal male. Eppure dalla sofferenza può nascere (letteralmente) vita, anche se per ognuno l’esito è diverso: per una suor Maria (Agata Buzek) che sembra accettare la volontà del Signore trasformandola in grazia, c’è una madre badessa(Agata Kulesza) ingabbiata nei propri dogmi, incapace di venire a patti con la realtà al punto da lasciarsi morire fisicamente e spiritualmente. Ma le sfaccettature sono molte di più per fortuna e conferiscono al testo la giusta distanza ed elasticità ideologica. Bello poi il tema dell’incontro, di una solidarietà femminile che trascende i rispettivi perimetri di fede – Mathilde capisce queste suore più di alcune delle loro consorelle. Un punto di vista moderno, che interessa molto il mondo di oggi e le sue diverse chiese. Prima fra tutte quella di Papa Francesco. GIANLUCA ARNONE Ricco di sensibilità femminile, pieno di sfaccettature ideologiche KUBO E LA SPADA MAGICA La Laika non si ferma. E la stop-motion è dark da vivere facendo il cantastorie e animando gli origami grazie al suono del suo magico strumento. Un giorno, però, si ritroverà a vivere una pericolosa avventura come quelle degli eroi dei suoi racconti. Il riferimento principale, sia dal versante visivo che da quello narrativo, è la tradizione giapponese, con personaggi che si rifanno al folklore nipponico. Colpisce soprattutto l’estetica, – strepitosa l’animazione a passo uno – mentre il copione ha momenti prevedibili e riesce a stupire soltanto inizialmente e verso il finale. La parte centrale va un po’ col pilota automatico, ma restano affascinanti le sfumature dark e le ambiguità psicologiche dei personaggi. Imperfetto, ma da vedere anche perché al giovane protagonista si potranno affezionare grandi e piccini. ANDREA CHIMENTO QUANDO SI CITANO le grandi case d’animazione USA difficilmente ci si ricorda della Laika, studio nato nel 2005 che ha collaborato a La sposa cadavere e realizzato film come Coraline e la porta magica e Paranorman. Potrebbe rendere la Laika ancor più famosa il Kubo e la spada magica, realizzato in stop-motion come i precedenti titoli della casa. Protagonista è un ragazzino che si prende cura della madre e si guadagna In sala Regia Travis Knight Genere Animazione (101’) PLANETARIUM Progetto ambizioso e complesso, ma confuso In sala Regia Rebecca Zlotowski Con Natalie Portman, Lily-Rose Depp Genere Drammatico (106’) A PARIGI, alla fine degli anni Trenta, due giovani spiritiste americane vengono notate da un produttore cinematografico francese che, affascinato dal loro dono, le ingaggia per girare un film molto ambizioso. Presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia, Planetarium è un lungometraggio tremendamente confuso, che mette davvero troppa carne al fuoco: le riflessioni sul mondo del cinema e sulla creazione artistica si mescolano in maniera del tutto slegata a un contesto storico segnato dal nazionalsocialismo e dai venti di guerra che si preparano a travolgere l’Europa. La regista francese Rebecca Zlowotski, arrivata alla sua opera terza, fatica a tenere le redini di un progetto tanto ambizioso e complesso, indubbiamente ricco di suggestioni ma anche di rovinose cadute e di scelte narrative approssimative e superficiali (parte conclusiva compresa). Efficace solo nelle prime battute, il film si perde presto, vittima anche di una regia scolastica e di un cast poco in forma: Natalie Portman ci crede poco, mentre Lily-Rose Depp (figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis) dimostra tutti i limiti di un talento ancora acerbo e totalmente da formare. ANDREA CHIMENTO novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 65 i film del mese SNOWDEN Il "whistleblower" del Datagate secondo Stone. Cinema informatico, mai così umano Anteprima Regia Oliver Stone Con J. Gordon-Levitt, S. Woodley Genere Thriller (134’) “IL TERRORISMO è la scusa. Quello in atto è un programma per far sì che gli Stati Uniti abbiano il controllo economico e sociale dell’intero pianeta”. Dopo il doc premio Oscar Citizenfour di Laura Poitras, Oliver Stone ha deciso di portare sul grande schermo non “solo” il Datagate, ma l’intera storia di Edward Snowden, l’uomo responsabile della “più grande violazione dei sistemi di sicurezza nella storia dei servizi segreti americani”. Snowden riporta il regista di Platoon e JFK a maneggiare tematiche scottanti attraverso un cinema che sia alla portata di grandi audience: il film, naturalmente “occupato” nella sua 66 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 interezza dalla presenza del suo protagonista, un ottimo Joseph Gordon-Levitt, non smette mai di concedersi allo spettacolo ma, allo stesso tempo, fa di tutto per rimarcare i vari passaggi della carriera di Snowden e la conseguente deriva dei programmi di sorveglianza di massa perpetrati dalla NSA (l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale americana). Lasciando che l’andirivieni temporale tra il racconto dei fatti e i fatti stessi esploda in maniera dirompente. Facendo sì che l’impianto thrilling della vicenda resti sempre in bilico tra il freddo calcolo informatico e il controverso aspetto umano. Eroe dei nostri tempi, e Oliver Stone non ha difficoltà a dipingerlo come tale, Snowden ci costringe a riflettere su quale sia il confine tra il garantire “sicurezza” e il violare la libertà dell’individuo. Il “patriota”, “traditore”, “whistleblower” ci ha messo in guardia. E Oliver Stone non fa molto per tranquillizzarci: “Basta che al potere salga la persona sbagliata, disposta a premere quell’interruttore. E la dittatura chiavi in mano è servita”, fa dire al suo protagonista. E la mente corre a Donald Trump, salvo poi scoprire, ascoltando lo stesso Stone, che noi europei siamo “sconcertati da Trump, ma l’alternativa è la Clinton, che rappresenta il sistema Usa e la mentalità USA, quella del ‘o con noi o contro di noi’. Con lei al comando la situazione sarà più dura, ostile e militarista rispetto a Obama”. VALERIO SAMMARCO Qual è il confine tra garantire sicurezza e violare le libertà dell’individuo? DOPO L’AMORE Autopsia di una relazione. Al bisturi Lafosse due gemelline di otto anni, Margaux e Jade, entrambe giustamente innamorate – senza alcun tipo di preferenza – della mamma e del papà. Ambientato per il 99% dei suoi 97’ dentro l’abitazione di Marie e Boris, L’economie du couple (titolo che l’internazionale After Love non “traduce” come dovrebbe) offre un ulteriore sguardo al filone sulle crisi di coppia: lineare nella scrittura e ben calibrato sulla tensione emotiva, il film si sofferma anche sugli aspetti più micragnosi di ogni fine rapporto. E Lafosse è indulgente e al contempo durissimo con i suoi protagonisti, senza parteggiare per nessuno dei due, proprio come Margaux e Jade. Infinitamente amate dai due genitori, ma vittime di una situazione non risolvibile. VALERIO SAMMARCO CHE COSA SUCCEDE quando marito e moglie sono costretti a vivere da separati in casa, tentando di non rendere dolorosa più del dovuto l’infanzia dei propri figli? Bérénice Bejo è Marie, da 15 anni sposata con Boris (Cédric Kahn, già regista di La noia e Roberto Succo): l’amore è finito però, sotterrato da una quotidianità che, non è riuscita a limare le frizioni scaturite da un modo di vedere la vita differente. In mezzo, come spesso accade, ci sono le Anteprima Regia Joachim Lafosse Con Bérénice Bejo, Cedric Kahn Genere Drammatico (98’) SING STREET Dopo il cult Once, altro centro per John Carney In uscita Regia John Carney Con Ferdia Walsh-Peelo, Aidan Gillen Genere Commedia (106’) DUBLINO, anni Ottanta. Cosmo è un adolescente che deve fare i conti con una complessa situazione familiare e con un difficile ambiente scolastico, dove è perennemente vittima di bullismo. Grazie alla musica, la sua grande passione, ritroverà speranza e fiducia in se stesso. John Carney, regista dublinese classe 1972, si era fatto conoscere dieci anni fa con Once, film romantico-musicale con protagonisti due membri dei The Frames, diventato presto un piccolo cult. Lo stesso percorso potrebbe farlo anche Sing Street, pellicola in cui la musica è nuovamente grande protagonista. Girato col giusto garbo e capace di far sorridere, è un film toccante e coinvolgente, abile nel trattare con la giusta delicatezza un’epoca di grandi cambiamenti e il percorso di formazione compiuto dal giovane protagonista, deciso a formare una band per conquistare la ragazza di cui è innamorato. Non c’è da aspettarsi chissà cosa da un copione che sa di già visto, ma la spontaneità con cui gira Carney basta e avanza per rendere il suo lavoro emozionante e godibile, oltre che dotato di momenti forti. La colonna sonora, inoltre, è di altissimo livello. Perfetto per una visione intensa ma senza troppe pretese. ANDREA CHIMENTO novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 67 i film del mese FAI BEI SOGNI Il pretesto è Gramellini. Ma Bellocchio guarda alla mistificazione di un intero Paese In uscita Regia Marco Bellocchio Con Valerio Mastandrea, Bérénice Bejo Genere Drammatico (133’) È UN FILM su un uomo mai riconciliato con se stesso e con gli altri, Fai bei sogni? Sì, ed è anche un film su un orfano che, per troppi anni, non ha mai saputo (o voluto capire) come e perché fosse morta l’amata madre, a soli 38 anni. Ma come sempre, nel cinema di Bellocchio, il pretesto narrativo (il romanzo autobiografico di Massimo Gramellini) che tiene a galla, in superficie, il racconto, serve a qualcos’altro, a qualcosa di più. Serve per farci identificare con la figura di un “addormentato” (si pensi anche a Bella addormentata, altro lavoro che partendo da una storia reale, quella di Eluana Englaro, raccontava molto di più 68 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 sul nostro paese), un bambino che, nel sonno, viene salutato dalla mamma con “fai bei sogni”, poi un uomo che, crescendo, nella nostalgia e nel ricordo, rappresenta una popolazione ipnotizzata e schiava, raggirata e vinta. La disillusione e la commemorazione, come quella per il Grande Torino schiantatosi sulla collina di Superga, la mistificazione (anche e quella delle immagini), le bugie (quelle “a fin di bene”, quelle di Stato, quelle di religione), il tramonto del (nuovo) miracolo italiano, con Tangentopoli e la fine della Prima Repubblica, l’alba di un altro, incredibile inganno. Un tuffo è un tuffo, alla fine. Quello che conta è sapere se il corpo troverà l’asfalto, o l’acqua. Perché da quest’ultima si può riemergere, e tornare a respirare. Allora sì, forse, sarà possibile continuare a sognare. Liberarsi dell’inganno, prendere coscienza. Ritrovare quel qualcosa che si era nascosto troppo bene e, insieme, nascondercisi per guardare un po’ più in là. Oltre. Come ancora una volta il cinema di Bellocchio ci invita a fare, seppur attraverso momenti che possono apparire accessori, di troppo, “già visti”. E sentiti. Perché la menzogna ha bisogno di ripetersi. Di sedimentarsi. Di farsi abitudine. E per aprire gli occhi, per risvegliarci, può bastare una telefonata nel cuore della notte. O un film (apparentemente) mortifero ma così tremendamente stratificato del grande regista di Bobbio. VALERIO SAMMARCO Le bugie e il tramonto del nuovo miracolo italiano. E l’alba di un altro inganno i film del mese preview a cura di Manuela Pinetti È SOLO LA FINE DEL MONDO NON C’È PIÙ RELIGIONE STAR WARS: ROGUE ONE LOUIS (Gaspard Ulliel), giovane scrittore di successo, torna a casa dopo dodici anni di assenza per comunicare alla famiglia una notizia sconvolgente. A casa ci sono sua madre (Nathalie Baye), il fratello maggiore (Vincent Cassel) con l’affascinante e sconosciuta cognata (Marion Cotillard), una sorella minore da scoprire (Léa Seydoux). Grand Prix Speciale della Giuria all’ultimo Festival de Cannes. MULTIETNICA, multiculturale, senza figli e un po’ disperata. L’Italia odierna è tutta concentrata nell’isoletta di Porto Buio, spaccata da controversie tra diverse comunità religiose e alle prese con un presepe vivente cui manca, per motivi anagrafici, proprio l’interprete del bambinello. L’arte di arrangiarsi, per fortuna, indicherà la giusta via ai “re Magi”, tre amici in lotta uniti da un obiettivo comune. LA STORIA mai raccontata della banda di ribelli che rubò i progetti segreti della Morte Nera per conto dell’Alleanza: la già affollata saga si arricchisce di un nuovo spin-off. Rogue One è infatti il primo lungometraggio della serie Star Wars Anthology, una collezione di film ambientati nell’universo di Guerre Stellari. Da un’idea di John Knoll, supervisore agli effetti speciali, scritto da Chris Weitz. Regia Xavier Dolan Con Marion Cotillard, Léa Seydoux Regia Luca Miniero Con Claudio Bisio, Alessandro Gassmann Regia Gareth Edwards Con Felicity Jones, Diego Luna OCEANIA IL MEDICO DI CAMPAGNA MISS PEREGRINE - LA CASA DEI RAGAZZI SPECIALI L’INTREPIDA principessa adolescente polinesiana Vaiana (ma soltanto in Italia, Francia e Spagna: in originale si chiama Moana e no, Moana Pozzi non c’entra) intraprende un’epica traversata in mare aperto per portare a termine quel viaggio che i suoi antenati avevano iniziato migliaia di anni prima. Farà amicizia con Maui, leggendario e temibile semidio dai particolarissimi tatuaggi animati. 56º Classico Disney. PER TUTTI gli abitanti della “sua” campagna, il dottor Jean-Pierre Werner (François Cluzet) è più che un punto di riferimento, sempre disponibile per un malanno o una semplice rassicurazione. Lui si sente, ovviamente, insostituibile, ma una malattia lo costringerà a cercare un sostituto. La scelta cade sulla giovane dottoressa Nathalie Delezia (Marianne Denicourt). Riuscirà a rivelarsi all’altezza? UNA STRANA CASA, una sorta di orfanotrofio per bambini e ragazzi dotati di poteri… e se le storie che raccontava suo nonno fossero vere? Il sedicenne Jacob (Asa Butterfield) riesce a trovare questo magico luogo, e incontra così la misteriosa Miss Peregrine (Eva Green). Adattamento cinematografico del romanzo bestseller del 2011 La casa per bambini speciali di Miss Peregrine scritto da Ransom Riggs. Regia Ron Clements, John Musker Con le voci di A. Cravalho, D. Johnson Regia Thomas Lilti Con François Cluzet, Marianne Denicourt Regia Tim Burton Con Eva Green, Asa Butterfield novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 69 DA OGGI IL CINEMA È IN REGALO CON LE OFFERTE STARDUST SCOPRI SU CINETRAILER LE OFFERTE ESCLUSIVE DI STARDUST .tv L’APP CHE TI PORTA AL CINEMA BY LA RETE CINEMA PIÙ GRANDE IN ITALIA SCAN TO DOWNLOAD Dvd /// Blu-ray /// SerieTv /// Borsa del cinema /// Libri /// Colonne sonore TELE A CURA DI VALERIO SAMMARCO IN QUESTO NUMERO Il Premio Navicella RdC La pazza gioia. E un’edizione imperdibile degli Zombi di Romero La seconda stagione di Gomorra, la versione restaurata di Rocco e i suoi fratelli Star Trek Beyond LA NUOVA MISSIONE DELL’ENTERPRISE ANCHE IN 4K ULTRA HD TELECOMANDO /// Dvd & Blu-ray ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- LA PAZZA GIOIA Arriva in salotto il bel film di Paolo Virzì. Con il backstage negli extra 72 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Laclasse deiclassici a cura di Bruno Fornara Amore sublime disponibile dal 10 novembre, in Blu-ray e Dvd, La pazza gioia di Paolo Virzì. Tra i film più apprezzati dell'ultima stagione (Premio Navicella Cinema Italiano ai recenti RdC Awards della nostra Rivista), segue l'inaspettata avventura di Donatella Morelli (Micaela Ramazzotti) e Beatrice Morandini Valdiriana (Valeria Bruni Tedeschi): la prima è una giovane donna tatuata, fragile e silenziosa, che custodisce un doloroso segreto; la seconda una chiacchierona istrionica, sedicente contessa e a suo dire in intimità coi potenti della Terra. Entrambe sono ospiti a Villa Biondi, luogo di comunità terapeutica per donne con disturbi mentali, dove sono sottoposte a misure di sicurezza. La pazza gioia racconta l'amicizia che nasce tra queste due figure così apparentemente distanti, amicizia che porterà ad una fuga strampalata e toccante, alla ricerca di un po' di felicità in quel manicomio a cielo aperto che è il mondo dei sani. E certifica, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quanto la tradizione della nostra miglior commedia sia stata ereditata da Paolo Virzì. Con il backstage negli extra. È DISTR. 01 DISTRIBUTION Il titolo originale Stella Dallas riprende tale e quale quello del meraviglioso film di Henry King del 1925. Melodramma straziante, woman’s picture, una madre si sacrifica per la figlia: per spingerla all’insù lungo la scala sociale. Questo Amore sublime di King Vidor è un gradino sotto al primo Henry King, ma resta pur sempre un mélo di tutto rispetto grazie alla presenza di una Barbara Stanwyck che costruisce con preziosa abilità il personaggio di una ragazza, figlia di operaio, che sposa un uomo agiato e borghese. Rare nel melodramma americano le donne proletarie: ci viene in mente la magnifica Katharine Hepburn in Primo amore di George Stevens, film che finisce bene. Invece qui Stella, briosa, saporita, energia da vendere, scoppi di humour e di volgarità, tocchi di tragedia, vestiti sgargianti in b/n, malvista da tutti i ricconi, consegna la figlia al padre e alla sua nuova moglie molto perbene. Notevoli scene crudeli per il compleanno e per il Natale, più un finale strappacuore, fuori da una finestra, sotto la pioggia, con un angolo di fazzoletto stretto in bocca. Regia King Vidor Con Barbara Stanwick, Tim Holt Genere Drammatico (Usa, 1937) Distr. Golem Video novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 73 /// Dvd & Blu-ray ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- TELECOMANDO Gomorra Dopo l’enorme successo di pubblico, la seconda stagione di Gomorra – La serie è disponibile in Blu-ray e Dvd. A partire dal 17 novembre sarà possibile acquistare anche il cofanetto contenente la prima stagione. Numerosi extra per entrare “Dentro la scena”: pillole sui personaggi e pillole sul set (La sedia dei registi, il look della serie, ciak, azione!, illuminare la scena, musica e suoni della serie). DISTR. 20TH CENTURY FOX H.E. Star Trek Beyond Arriva in 4K Ultra HD, Bluray, DVD, Combo Pack Blu-ray 3D, Video On Demand (VOD) e nella speciale Trilogy Collection (in DVD e Blu-ray) che racchiude anche i primi due capitoli della saga, il film diretto da Justin Lin che segue l’equipaggio della Enterprise intento ad esplorare gli angoli più remoti dello spazio sconosciuto, dove lo attende un nuovo nemico misterioso, che metterà a rischio loro e tutto ciò che la Federazione rappresenta. Innumerevoli gli extra, dalle scene eliminate agli approfondimenti con creatori, produttori, visite sul set e molto altro ancora. DISTR. UNIVERSAL PICTURES H.E. 74 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 Zombi Straordinarie edizioni 4K e Blu-ray per il classico di Romero. In versione restaurata Cult del cinema horror, Zombi di George A. Romero arriva in homevideo (dal 24 novembre) nella sua versione restaurata, presentata recentemente in Venezia Classici al Lido. L’edizione Blu-ray avrà 4 dischi, contenenti la versione europea restaurata di 118’ montata da Dario Argento, la versione di 127’ voluta da Romero e proiettata nel 1979 in America, la versione di 133’ presentata al Festival di Cannes del 1978 e un quarto disco contenente oltre due ore e mezza di contenuti extra. L’edizione rimasterizzata in 4K comprende 6 dischi, uno dei quali dedicato con extra di 150’ e l’innovativa versione FULLFRAME sempre in Blu-ray, grazie al quale lo spettatore potrà godere di una visione “a tutto schermo” del film, seguendo per la prima volta la versione intera della ripresa senza tagli di inquadratura, cogliendo tutti i movimenti di macchina del maestro Romero. Grazie a un’intervista a Tom Savini, responsabile degli effetti speciali e del trucco, sarà possibile scoprire la vera essenza degli zombi, mentre i registi Nicolas Winding Refn, supervisore del restauro in HD, e Dario Argento racconteranno la nascita del progetto e l’essenza del cinema di Romero attraverso due interviste esclusive. E proprio a Refn si deve la creazione dell’artwork per la copertina, mentre tutte le limited edition contengono 5 cartoline da collezione, realizzate dai fan e selezionate dallo stesso Refn. DISTR. KOCH MEDIA-MIDNIFGT FACTORY ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Taxi Driver - 40° anniversario Il capolavoro di Scorsese, Palma d’Oro al Festival di Cannes 1976, arriva in Bluray (dal 16 novembre) in una nuova versione che festeggia il 40° anniversario del film. Travis Bickle (Robert De Niro, in uno dei suoi ruoli più iconici), reduce dal Vietnam e solitario ospite di New York, soffrendo di insonnia, si fa assumere come tassista per i turni di notte. Girovagando, nota l’appariscente bionda Betsy (Cybill Shepherd), impegnata nella campagna politica del senatore Palantine, l’avvicina e quasi la strappa al brillante Tom, ma, dopo un’offensiva gaffe, viene abbandonato. Confidatosi inutilmente con un collega, soprannominato “Mago” (Peter Boyle), acquista diverse pistole e matura confusamente l’idea di uccidere Palantine, impresa che non porta a termine sia perché l’inconfessata idea era di rivedere Betsy, sia perché la guardia del corpo del senatore lo nota e lo mette in fuga. Allora si mette sulle tracce di Iris, prostituta 13enne (il primo ruolo di Jodie Foster), conosciuta un giorno in cui cercava di sfuggire in taxi dal suo protettore Sport (Harvey Keitel). DISTR. UNIVERSAL PICTURES H.E. Rocco e i suoi fratelli È disponibile in Dvd il capolavoro di Visconti nella versione restaurata in 4K. Diverse parti del negativo erano compromesse e sono state sostituite con un controtipo positivo dell’epoca. Nel 1961 due sequenze furono tagliate per ordine della procura del tribunale e della censura. Entrambe sono state reinserite per intero. È stata aggiunta anche una scena ritrovata nella copia di prima generazione preservata dall’Archivio Storico delle Arti Contemporanee de La Biennale di Venezia (ASAC). DISTR. 01 DISTRIBUTION Le confessioni Disponibile in Blu-ray e Dvd il film di Roberto Andò. Con Toni Servillo nei panni di un monaco italiano, Roberto Salus, custode di un inconfessabile segreto durante un G8 in Germania, sospeso in seguito ad un fatto tragico e inatteso. Nei contenuti speciali, oltre al trailer e al backstage curato da Dario Indelicato, anche il commento al film del regista con Gianni Canova. DISTR. 01 DISTRIBUTION novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 75 TELECOMANDO /// Serie Tv ///---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Divorce [SKY ATLANTIC - CANALE 110] Addio Sex and the City. Il 25 novembre torna una sorprendente Sarah Jessica Parker L’ indimenticata Carrie Bradshaw di Sex and the City, Sarah Jessica Parker, torna da assoluta protagonista sul piccolo schermo con Divorce, serie comedy dolceamara in 8 episodi targata HBO che Sky Atlantic (canale 110) trasmetterà in esclusiva per l’Italia a partire da venerdì 25 novembre. L’attrice veste i panni di Frances, donna alla soglia dei cinquant’anni piccolo schermo 76 che conduce una vita apparentemente tranquilla assieme al marito e ai due figli a Westchester County. Ma dopo dieci anni di matrimonio, Frances si ritrova a dover reimpostare completamente la propria vita. Creata dall’irlandese Sharon Horgan, la serie – come da titolo – racconta la storia di un divorzio molto, molto lungo. O meglio, la serie prende le mosse dalle intenzioni della donna, decisa a divorziare: Frances vorrebbe ripartire da zero ma fare tabula rasa del passato non è così semplice. Nel cast, oltre a Sarah Jessica Parker, troviamo Thomas Haden Church nei panni di Robert, il marito, poi Molly Shannon (è Diane, cara amica della protagonista) e Talia Balsam. a cura di Federico Pontiggia USA for President Cary Grant Steven Seagal Studio Universal Studio Universal AXN Ogni martedi alle 21:15, Dave – Presidente per un giorno, Frost/Nixon, Swing Vote, The Manchurian Candidate, JFK. Nel 30° anniversario della morte, ogni lunedì alle 21.15: Notorious, Indiscreto, Intrigo internazionale, Cammina non correre. Ogni mercoledì alle 21, l’icona action: The Perfect Weapon, End of a Gun, The Asian Connection, Black Thunder e The Foreigner. rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- WORLDWIDE Demoni da ridere Horror comedy nel New Hampshire. Michelle Dockery ladra sexy e spregiudicata, Damon e Affleck produttori fantascientifici a cura di Angela Bosetto Good Behavior (TNT: 15 novembre) Smessi gli inappuntabili abiti d’epoca di Lady Mary Crawley in Downton Abbey, Michelle Dockery diventa Letty Dobesh, la sexy e spregiudicata ladra creata dallo scrittore Blake Crouch (autore della trilogia di Wayward Pines). Nonostante sia appena uscita di prigione e abbia promesso di tenersi lontana da guai, la protagonista dello show targato TNT scopre che stanno progettando l’omicidio di una donna e decide di impedirlo. Come? Intrecciando una relazione con il fascinoso killer (Juan Diego Botto). Incorporated (SYFY: 30 novembre) Stan Against Evil Lo sceriffo Stan Miller è già scorbutico di suo e il ritiro forzato non si può certo dire che ne abbia migliorato il carattere, ma a fargli stipulare un’inaspettata alleanza con la giovane sostituta Evie Barret ci pensa un’invasione demoniaca. In fondo, quando si abita in una bizzarra cittadina del New Hampshire (costruita sopra lo stesso luogo in cui nel Seicento bruciavano le streghe) il paranormale è assoluta- (IFC: 2 novembre) mente “normale”. Visto il successo di Ash vs Evil Dead, la IFC tenta di replicare la formula in proprio, mettendo a capo di questa horror comedy (che per ora si mantiene prudentemente entro le otto puntate con possibilità di rinnovo) John C. McGinley, l’intrattabile dottor Perry Cox di Scrubs. Gli impazienti potranno godersi il pilot in anteprima speciale durante la notte di Halloween. I fratelli spagnoli David e Àlex Pastor (autori degli epidemic movies Carriers, 2009 e The Last Days, 2013) possono dire di aver coronato il proprio sogno: sono riusciti a creare una loro serie fantascientifica per Syfy e a farsela produrre da Matt Damon e Ben Affleck. La storia, ambientato in un distopico 2026, ruota su un giovanotto che si infiltra in una potentissima multinazionale (chiamata Chrysalis) per salvare l’amata. A dare il volto al protagonista è Sean Teale, il Nick Levan di Skins. novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 77 TELECOMANDO /// Borsa del cinema ///----------------------------------------------------------------------------------------- ----- NUOVO DDL, LUCI E OMBRE Le risorse salgono a 400 milioni. Ma bisognerebbe aumentare la percentuale per le produzioni sperimentali di Franco Montini C’ è una parte del cinema italiano che gode di ottima salute ed un’altra parte in grave difficoltà. Fra i film di successo non mancano prodotti intelligenti, si pensi a Perfetti sconosciuti di Genovese o La pazza gioia di Virzì, tuttavia l’impressione è che questo tipo di opere, già sufficientemente garantite in partenza, non necessitano di particolare sostegno. C’è invece un cinema più sperimentale, di ricerca, meno omologato, che pur capace di produrre opere di grande spessore, film che spesso raccolgono consensi e attenzioni all’estero, si pensi a Fuocoammare di Rosi, Bella e perduta di Marcello, La terra dei santi di Muraca, non riescono ad ottenere sul territorio nazionale l’attenzione e i consensi di pubblico che meriterebbero. Insomma, c’è una parte del cinema italiano che avrebbe estremo bisogno di sostegno. Nel mese di ottobre il Senato ha approvato il ddl sul cinema e l’audiovisivo, già sostenuto in primavera dal premier Matteo Renzi e che ora passerà in discussione alla Camera. Il nuovo provvedimento ha il merito di aumentare le risorse a favore del settore, che salgono a 400 milioni annui, ma l’impressione è che i denari saranno asse- 78 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2016 gnati senza alcuna distinzione, favorendo anzi le posizioni dominanti. Per ciò che concerne la produzione, la stragrande maggioranza delle risorse verrebbero, allocate attraverso meccanismi automatici che favoriscono le imprese più forti. La percentuale attualmente prevista per i contributi selettivi, che dovrebbero andare a sostegno del cinema più sperimentale, è fissata al 18%. Ma, come hanno fatto rilevare alcune associazioni di autori, critici, esercenti d’essai, si tratta di una percentuale nominale, che realisticamente scende attorno all’8% dei 400 milioni del Fondo. All’interno di questa percentuale sono infatti previsti costi per l’Istituto Luce, la Biennale Cinema, il Centro Sperimentale di Cinematografia, la Cineteca di Bologna, il Museo del Cinema di Torino. Per evitare che il sostegno alla produzione del cinema più innovativo si trasformi in poco più di un’elemosina, l’Anac, l’associazione degli autori, chiede che i costi per le istituzioni sopra indicate siano considerati allo stesso modo di quanto previsto per i fondi relativi alla Buona Scuola e siano coperti dal 3% sul fondo generale per il cinema e l’audiovisivo e non sui contributi selettivi. Si tratta di una scelta di non poco conto Surfing Il marketing degli influencer Quando il film si sposa alle caratteristiche dei guru della rete I giovani: il pubblico del futuro, ma anche del presente. Da sempre il marketing si domanda come catturare la loro attenzione e la loro fidelizzazione. La risposta definitiva, spiega il Los Angeles Times, arriva da Internet, perché – secondo uno studio degli ultimi tempi – influencer e personaggi famosi del web sono quelli che riescono a catturare l’attenzione degli spettatori giovani più di ogni altra cosa. Walt Disney Company, NBC ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Fuocoammare di Gianfranco Rosi L’IMPRESSIONE È CHE I SOLDI SARANNO ASSEGNATI SENZA DISTINZIONE, FAVORENDO LE POSIZIONI DOMINANTI perché un autentico rinnovamento del cinema italiano può nascere solo dalle proposte delle piccole imprese. I casi recenti di film come Lo chiamavano Jeeg Robot, nato fra mille difficoltà, dopo anni di attesa, ma capace di trasformarsi anche in un fenomeno di successo commerciale, dimostrano il versante su cui lo Stato dovrebbe intervenire. Pensare di affidare il processo di innovazione alla grande industria privata, appare pura utopia. La storia del cinema italiano dimostra che i produttori di film commerciali tendono, del tutto legittimamente sia chiaro, a ripetere sperimentate formule di successo già praticate in passato. In proposito sarebbe il caso di ricordare che il settore cinema non dipende dal ministero del Tesoro e dell’Economia, ma da quello dei Beni e delle Attività Culturali ed è di cinema culturale che ci si dovrebbe prioritariamente occupare. @Marco_Spagnoli Studios e Sony stanno quindi dirigendo le loro campagne sempre più in direzione dei ragazzi e dei loro ‘guru’ provenienti dal Web con i quali, si dice, “sentono di avere un legame più forte e profondo”. In questo senso le “influenze” che arrivano su Facebook, Twitter, Snapchat e Instagram vengono pagate cifre oscillanti le migliaia di euro e i milioni di dollari. Non sono cifre ufficiali, ma molto realistiche secondo gli analisti che vogliono portare questa sperimentazione in una direzione ancora più aggressiva e significativa. Nel campo dell’animazione, poi, si sta addirittura studiando la possibilità non soltanto di aggiungere gli influencer al doppiaggio delle voci del film, ma di renderli addirittura dei personaggi animati. Se, in questa rubrica, abbiamo già espresso dubbi riguardo l’utilizzo non sempre lineare di personalità prese da Internet, quello che scopriamo nei piani degli Studios è la volontà di basare le proprie campagne di lancio sul legame tra influencer e spettatori, perché più ‘saldo’ e funzionale del semplice passa parola a patto, però, che venga costruito sul singolo personaggio in maniera chiara e credibile. Anche se il pubblico capisce che l’influencer è pagato per dire certe cose, l’essenziale, viene spiegato, è che il film si sposi alle sue caratteristiche e qualità. Non esistono ‘guru’ per tutte le stagioni, quindi, ma per alcune dove possono rendere al meglio grazie al loro potere sui Social Media. novembre 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 79 TELECOMANDO /// Libri ///------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Al Pacino è Scarface per Brian De Palma (1983) Lo sfregio sugli Ottanta Sguardo a ritroso sui film a stelle e strisce del decennio. Mutazioni e stilemi estetici America ieri Pier Maria Bocchi Invasion USA. Idee e ideologie del cinema americano anni ’80 Amati e odiati, rimpianti o rinnegati, in America gli anni Ottanta hanno creato un immaginario cinematografico dai tratti inconfondibili eppure multiformi, ma quali sono state le dinamiche ideologiche, economiche, storiche, culturali e politiche alla base 80 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo di quel decennio hollywoodiano? Il saggio di Pier Maria Bocchi non si accontenta di esaminarne gli au to r i d i punta, le mutazio n i c h e hanno attraversato i generi, gli stilemi estetici e tematici, i meccanismi socio-produttivi e i film indispensabili per capire il periodo, ma va più a fondo, utilizzando la settima arte come escamotage per raccontare la storia stessa degli Stati Uniti durante l’epoca dello sfrenato edonismo reaganiano, contraddizioni e provocazioni incluse. (Bietti, Pagg. 204, € 18,00) ANGELA BOSETTO novembre 2016 Allen Memories Natalio Grueso Woody Allen. L’ultimo genio Sul titolo il diretto interessato avrebbe qualcosa da ridire (“Io un genio? Allora cosa sono Shakespeare, Mozart o Einstein? No, no, sono solo un comico di Brooklyn che nella vita ha avuto molta fortuna”), ma non importa. Nell’unica biografia da lui personalmente autorizzata e scritta dall’amico Natalio Grueso (romanziere e attuale direttore del Teatro Spagnolo), scopriremo come Allan Stewart Königsberg è diventato e continua a essere Woody Allen, uno dei maestri dell’ironia e della settima arte, che a ottant’anni suonati continua a dedicarsi a ciò che ama (il cinema, la scrittura e il jazz) senza perdere la voglia di mettersi in gioco. Il risultato è il ritratto intimo di un uomo tanto intelligente, colto e caustico quanto fragile, autocritico e gentile. (Salani, Pagg. 272, € 16,00) ANGELA BOSETTO -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Fine del viaggio Terzo e conclusivo capitolo del Lessico: da “Quotidiano” a “Zapping” Tutto Welles Giorgio Penzo Fra Quarto Potere e Il Processo È un'opera puntuale, quella del compianto filosofo Giorgio Penzo, che analizza i film di Welles da Quarto Potere a Il Processo. Ci sono recensioni, commenti tratti dai testi dei maggiori critici e nuovi punti di vista, forniti da un autore mai banale e sempre pronto a stupire. Le notizie di colore si mischiano a una dotta riflessione sui film in esame, per illuminare Orson Welles di una nuova luce. Il grande Maestro incontra l’uomo, e Giorgio Penzo si rivela ancora una volta un colto esperto di cinema. Da non perdere le locandine originali in bianco e nero e le appendici finali, con un saggio di tredici pagine su Il Processo. (Petite Palaisance, Pagg. 122, € 12,00) GIAN LUCA PISACANE Pulp Quentin Alberto Morsiani I film di Quentin Tarantino. Il regista che ha reinventato il cinema Vita, ossessioni, miracoli e altre storie di Quentin Tarantino, dall’esordio (incompleto) My Best Friend’s Birthday all’ultimo arrivato The Hateful Eight, passando attraverso le regie (singole e condivise, cinematografiche e televisive), le sceneggiature, le collaborazioni, le produzioni e le performance attoriali. Nella nuova edizione aggiornata del volume, Alberto Morsiani racconta a tutto tondo la figura del filmaker di Knoxville (capace come nessun altro di combinare classicità e cultura pop, raffinatezza e provocazione estrema, chic e shock), aggiungendo ulteriori tasselli al multiforme mosaico di richiami, citazioni, feticismi e collegamenti trasversali che attraversano tutte le pellicole del re del pulp. (Gremese, Pagg. 192, € 22,50) di Chiara Supplizi ANGELA BOSETTO Dietro le quinte Giuseppe Sansonna Hollywood sul Tevere. Storie scellerate Che cosa accadeva dietro le quinte di quei film che avrebbero cambiato per sempre il nostro cinema? Lo scopriremo attraverso dieci “storie scellerate”, i cui protagonisti sono Alighiero Noschese (L’uomo senza volto), Salvo Randone (Vado a prendere le sigarette), Gualtiero Jacopetti (Il masnadiero), Tina Aumont (La diva mancata), Carmelo Bene (L’iconoclasta visionario), Flavio Bucci (Riccardo III a Fregene), Gian Maria Volonté (Volonté è bravo come Noschese), Ugo Tognazzi (Il comico fisiologico), Franco Citti (Alla ricerca di Franco Citti per un film (in preparazione) su Carmelo Bene), Daniele Ciprì e Franco Maresco (Ciprì, Maresco e i mostri estinti). (Minimum Fax, Pagg. 160, € 16,00) ANGELA BOSETTO Una scena di Sacro GRA, regia di Gianfranco Rosi Roberto De Gaetano (a cura di) Lessico del cinema italiano. Forme di rappresentazione e forme di vita. Vol. III Mimesis Pagg. 516 € 28,00 Il Lessico del cinema italiano, composto da 3 volumi e 21 voci – da “Amore” a “Zapping” –, frutto del lavoro di studiosi dai più diversi approcci metodologici e stilistici, cerca di ripercorrere attraverso i film la storia del XX secolo, fornendo ai lettori uno sguardo d’insieme, una mappa concettuale di storie e temi che permeano l’intera storia del cinema italiano e d’Italia. Con i sette lemmi che compongono il terzo volume – “Quotidiano” (Carmelo Marabello), “Religione” (Alessio Scarlato), “Storia” (Christian Uva), “Tradizione” (Luca Malavasi), “Ultimi” (Alessia Cervini), “Vacanza” (Ruggero Eugeni) e “Zapping” (Alessandro Canadè) –, più una postfazione di Francesco Casetti, l’opera curata da Roberto De Gaetano termina il suo viaggio all’interno della società e dell’identità italiane, che il cinema ha saputo captare e tradurre nel suo stile così particolare, al tempo stesso radicato nel presente e nella contemporaneità e alieno da ogni astrattezza. Quello che abbiamo davanti agli occhi, grazie ai venticinque titoli scelti da ogni autore, è un ritratto frastagliato e disomogeneo, inedito ed eccentrico, pieno di salti cronologici e tematici, così simile però al nostro Paese e al suo cinema. Perché ogni sguardo verso il passato non può che rivelarsi un modo per comprendere sempre di più e meglio il nostro presente. /// Colonne sonore ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- TELECOMANDO JEEG SUONA BENE Lo chiamavano Jeeg Robot, e lo suonavano pure: la soundtrack firmata da Michele Braga e dal regista Gabriele Mainetti ha vinto il premio Colonna Sonora ai XIII RdC Awards. Insomma, supereroi non solo si nasce, ma ci si esibisce: vero, Claudio Santamaria? F.P. '80 VOGLIA DI SOGNARE OASIS: SUPERSONIC Noel e Liam Gallagher, chi erano costoro? Omaggio rockumentario di Mat Whitecross: dalla nascita del 1991 fino ai successi, la storia degli Oasis con materiali inediti, preziosi contributi e un accesso senza precedenti agli archivi della band di Manchester. Producono quelli di Amy e Senna, e il doc non sfigura: non solo rock e concerti (Knebworth su tutti), ma rovelli e rotture di due fratelli coltelli, Nole e Liam, che han fatto cantare e sognare più di una generazione. Con un tot di nostalgia, per quel che è stato e non sarà più. Forse. F.P. BOB DYLAN Da una parte le hit imprescindibili per un film ambientato nel 1985, ed è un trionfo di Duran Duran (la splendida Rio), Jam, gli M con Pop Muzik, Joe Jackson con Steppin’Out, i Cure del periodo (In Between Days), i Motorhead di qualche anno prima ma costante punto di riferimento per gli adolescenti dell’epoca (Stay Clean). Dall’altra abbiamo pezzi originali, che il regista John Carney (Once), ex 82 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo bassista, ha composto assieme a Gary Clark. La produzione di pezzi ad altezza di teen band è riuscita, e vincente: le canzoni sono umorali, eterogenee, gli arrangiamenti “d’epoca” convincenti. Spicca The Riddle of The Model, dove chitarra funky, basso sincopato e tastiere sono impregnate di anni 80. Up e To Find You sono le ballad del gruppo, zuccherose fino al consentito, mentre A Beautiful Sea novembre 2016 scimmiotta la chitarra acustica di Robert Smith. Interessante Drive It Like You Stole It, hit pop da teen band alle porte del successo, sulla scia di Hall & Oates già presenti in scaletta con Maneater. Molto intima Up, lento che muore nel giro di due minuti, mentre Girls e Brown Shoes hanno il sapore di un’innocua ribellione. Come eravamo, quando la musica ci faceva sognare. GIANLUIGI CECCARELLI Ora gli è arrivato il Nobel per la letteratura per aver “creato una nuova espressione poetica nell’ambito della tradizione della grande canzone americana”, ma il cinema l’aveva già celebrato: il menestrello di Duluth è stato cantato da Scorsese in No Direction Home (2005), che ne indaga gli esordi, dall’arrivo a NY nel 1961 al temporaneo ritiro di cinque anni più tardi. Poi, I’m Not There (2007) di Todd Haynes, che di Dylan ne mette in scena almeno sei; prima, Pat Garrett e Billy Kid di Sam Peckinpah, di cui Dylan fu attore e cantante. F.P. THE FINE DINING WATERS