«Io, do a e ufficiale pilota. della 46»
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«Io, do a e ufficiale pilota. della 46»
«Io, do a e ufficiale pilota. della 46» Sabnila De quattro tap-g lli e una delle pn di ALDO GAGGWI «VOLARE significa entrare in un'altra realtà dove i problemi rimangono a terra, mentre in volo, con l'aereo, ci si sente veramente liberi». E' il pensiero del capitano pilota Sabrina De Lellis, una delle prime quattro top- gun italiane a superare le durissime selezioni per essere ammessa all'Accademia Aeronautica di Pozzuoli e a uscirne da ufficiale. Ma in precedenza aveva conseguito il brevetto di pilota d'aereo a Latina dopo undici missioni e oggi pilota i giganteschi Hercules C130J in forza alla 46a Brigata Aerea di Pisa del generale Aurelio Ciologrande, la principale unità da trasporto della nostra aviazione militare, reparto di punta anche per tutta l'Europa e la Nato. E il capitano De Lellis ha affrontato decine di missioni di pace all'estero e una miriade di compiti legati alla protezione civile e al soccorso sanitario con una dedizione e una professionalità tali da meritare un riconoscimento dell'allora Ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Lei preferisce non parlare in maniera esplicita delle sue numerose missioni operative sul teatro afgano e dei compiti portati a termine anche quando presentavano rischi per sé e per l'equi- paggio, come ad esempio i lanci di carichi necessari alla sopravviven- za delle unità terrestri in territorio ostile, e neppure della missione umanitaria in Uganda quando ha scaricato a mano tutto il carico del velivolo. Perché semplicemente rientra nella "normalità" del suo lavoro. Ma come è scattata la molla che l'ha portata a scegliere di entrare in aeronautica? «Studiavo ingegneria. Nel 2000 quando fu aperta anche alle donne la possibilità di entrare in aeronautica, per curiosità, tentai il concor- so e quando ho preso il brevetto di pilota, ho deciso di restare. Volare r% « M i piace pensare di aver aperto una strada. M a non sono una 'wod o an'» mi piaceva». la miglia era d'accordo? «All'inizio era un po' scettica, non mi vedeva in un ambiente militare. Ora è contenta e orgogliosa, mi segue molto anche se sono lontana da Cisterna di Latina». Che effetto fa essere stata una delle prime quattro piloti donna del l'aeronautica militare? «Orgoglio personale, il poter dire `ce l'ho fatta', e aver aperto una strada nuova anche per le donne. Anche se non mi sento una superdonna». italiane dell'Aeronautica «Sì, anche se dipende dalle inclinazioni personali. A me ha dato tanto. Siamo poche, ma ben integrate». Come sono le sue giornate quando non è in missione? «Ogni giorno è diverso dall'altro. Sono impegnata su voli addestrativi direzionali, al simulatore e nell'aggiornamento, uno studio continuo a livello personale, pianifico i voli. Talvolta anche ufficiale d'ispezione». i rapporti con i colleghi maschi e i su (terni? «Massimo rispetto. I subalterni riconoscono il grado». ' più facile o più difficile per una donna farsi accettare in un ambiente prettamente maschile? «Dipende tutto dal modo di porsi. Bisogna anche adattarsi, non si può stravolgere un ambiente maschile. Non ho mai avuto problemi, sono accettata». I ricordi più belli delle sue prime avventure in aereo? «Il primo volo a Latina, la sensazione di essere in aria con l'istruttore. Le missioni importanti a Pisa sia sul piano professionale che personale. A livello umano, in posti che non conosci, essere trattata con gioia e di aver fatto felice un po' di gente». Ha un obiettivo da raggiungere? «Mi piace pensare di fare al meglio il mio lavoro. Diventare un capo equipaggio, crescere a livello personale e ampliare le mie conoscenze umane». sua vita privata quanto è condizionata dalla professione? «Abbastanza. Essendo un pilota sono stata trasferita a Pisa, ma riesco a ritagliarmi i miei spazi. Non sono fidanzata». Che idea si è fatta di Pisa? «E' una città a misura d'uomo, viva, ha tutto. Forse ha troppi studenti e troppi militari. Per questo sembra poco disposta ad aprirsi». Consiglierebbe a una ragazza di intraprendere questa professione? W'/ MALE II capitano Sabrina De Lellis e uno dei giganteschi Hercules C 130J che pilota in missione