Auto-Id nel manufacturing: produzione e logistica con tecnologia Rfid

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Auto-Id nel manufacturing: come e perché la
tecnologia Rfid aiuta produzione, logistica e
distribuzione
Pubblicato da Redazione The Biz Loft
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Con la progressiva industrializzazione del manufacturing per moltissime aziende l’auto-Id è diventato un
fondamentale. Questo perché la tecnologia Rfid (in molti casi associata a quella Rtls), risolve nel modo
più efficace le necessità operative, supportando l’evoluzione di un settore che continua a cambiare,
seguendo priorità molteplici funzionali ed economiche, dall’innovazione della produzione alla
progettazione su commessa per arrivare alla gestione degli asset.
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produttori di trasponders,
aggiornata a Giugno 2013
Tracciabilità, localizzazione e rintracciabilità sono i cardini della massima efficienza operativa. Nel
tempo, l’utilizzo dell’auto-Id è stata una scelta motivata da istanze diverse: cambiamento dell’offerta da
parte dei fornitori, necessità di una riduzione dei costi, ricerca di un miglioramento costante,
diversificazione dei processi produttivi in un’ottica di specializzazione dei servizi. Il fenomeno è sotto gli
occhi di tutti e in questi ultimi anni le metriche utilizzate dalle aziende per valutare e definire un progetto
Rfid si sono diversificate. Di seguito i 5 trend dominanti.
1) L’Auto-Id in linea, dalle singole componenti
La distribuzione della produzione oggi fa sì che moltissime soluzioni vengano realizzate attraverso una
filiera complessa, che presuppone un lavoro a catena che coinvolge aziende diverse: un’imoresa può
essere specializzata nella produzione di metalli, un’altra nei materiali compositi avanzati. Nel processo
logistico l’assemblaggio finale molto spesso avviene in un terzo sito, più adatto a gestire un magazzino
che include parti a deposito e merce finale. In questo caso l’auto-Id porta a una tracciabilità delle
singole componenti e del prodotto finito tale per cui tutti i processi risultano velocizzati e ottimizzati. I tag
Rfid garantiscono una tracciabilità degli ordini che aiuta a gestire la complessità dei processi di
assemblaggio distribuiti, automatizzando il processo di rifornimento in linea, con modalità di controllo
Applicazioni Rfid nella
grande distribuzione (anche
quella alimentare): è giunto
il momento?
Logistica Rfid: anche il
bassotto di Harmont &
Blaine gira col tag
estremamente puntuali. Grazie alla combinazione di una serie di lettori Rfid distribuiti lungo la catena,
quando le informazioni contenute nei tag non corrispondono all’ordine, in tempo reale scatta un allarme
che segnala anomalie o disfunzioni che possono essere tempestivamente corrette in qualsiasi punto,
eliminando incongruenze e coli di bottiglia. Un altro vantaggio dell’auto-Id sta in una reportistica
estremamente dettagliata che include la distinta dei materiali e la documentazione doganale necessaria
nel caso la filiera operi in un contesto internazionale.
Poter riconoscere l’autenticità dei pezzi di
ricambio una nota casa automobilistica
italiana ha usato l’auto-id tripartendo i
livelli di protezione e identificazione.
Ogni pezzo di ricambio è stato dotato di un
sigillo plastico dotato di ologramma e
numerato. Su ogni confezione contenente
il pezzo di ricambio è stata applicata
un’etichetta olografica tampere evident:
l’ologramma stampigliato identifica
l’autenticità del prodotto e una parte
riporta la descrizione del pezzo. Un
apposito blister dotato di ologramma ha risolto la gestione dei pezzi di piccole dimensioni. La suite
tecnologica di identificazione progettata da Solos ha consentito di proteggere la produzione e la storia
del marchio, ma anche di sveltire tutte le procedure di gestione.
2) L’Auto-Id per il Design-to-Delivery
La trasformazione della domanda in un’ottica di personalizzazione, sta portano moltissime aziende
manifatturiere a cambiare la progettazione ma anche ad accelerare i processi di produzione e di
consegna per ottemperare al time to market. Il caso più emblematico è quello del tessile e
abbigliamento. In quest’ambito l’auto-id porta non solo a una più rapida movimentazione dei prodotti
dalla fabbrica allo scaffale in negozio, ma aiuta nella fase finale della filiera a ridurre l’out of stock e tutti
i processi di inventario e riordino, azzerando inefficienze ed errori. Moltissimi ormai i marchi della moda
italiana e internazionale, monomarca e multimarca, che si affidano ai tag Rfid per una gestione ottimale
delle collezioni, dei campionari e della gestione dei punti vendita. Nel caso del fast fashion, poi, la
tecnologia sta diventando main straim.
Sandro Ferrone, ad esempio, grazie
al’auto-Id ha potuto ridurre il numero
addetti alle spedizioni, passando da 18
agli attuali 6: le persone sono state
formate e riqualificate, andando a
potenziare il servizio dell’area vendita. La
tracciabilità automatica e massiva di capi e
accessori ha consentito di ridurre i tempi di
inventario da 10 minuti agli attuali 6 / 7
secondi (per 100 capi), con una
congruenza delle letture pari al 99%.
Stessa scelta l’ha fatta Imperial, dove
l’introduzione dell’auto-Id non solo ha
accelerato i meccanismi di approvvigionamento dei negozianti che arrivano negli showroom per fare gli
ordini ma solo. Grazie all’identificazione univoca, ogni singolo capo è riconosciuto come originale
attraverso un codice di riconoscimento certificato e garantito che, per altro, ha valore legale e ha
aiutato nel corso del tempo l’azienda in modo fattivo, bloccando le attività di chiunque abbia provato a
copiare i suoi modelli.
3) L’Auto-Id a supporto di innovazione (e sicurezza)
L’industria automobilistica, aerospaziale o dell’energia frequentemente utilizza materiali compositi
avanzati sia per la loro leggerezza che per un’efficienza maggiore nei trasporti. Questi nuovi materiali
creano un sotto ambiente di produzione, in quanto richiedono processi di assemblaggio completamente
diversi in termini di gestione dei materiali e delle attrezzature.
Già nel 2004 Boeing e il suo competitor
Airbus avevano annunciato una
collaborazione finalizzata all’identificazione
di un sistema di identificazione a
radiofrequenza da utilizzare nell’ambito
della filiera dei fornitori. Applicare un chip
a radiofrequenza a ogni singolo ricambio,
permette di monitorare ogni attività. I tag
sono resistenti e operano a qualsiasi tipo
di condizione atmosferica. Chiunque
possiede un reader avrà la capacità di
leggere le informazioni contenute, come
per esempio, dove e quando è stato
installato il componente, oppure i dati
relativi al problema di malfunzionamento. Airbus, invece, è il primo produttore di aeromobili commerciali
che ha esteso l’auto-id a tutti i componenti di tutte le sue famiglie di aeromobili. Il product lifecycle
management con l’Rfid garantisce una tracciabilità ottimizzata. L’identificazione univoca degli item,
infatti, risulta a prova di errore, portando maggiore efficienza nella gestione del ciclo di vita di ogni item.
3) L’Auto-Id per una maggior trasparenza dei servizi
Il manufacturing ha nel servizio al cliente (intermediario o finale) un suo grosso punto di forza. Lo
sviluppo customer centrico ha progressivamente portato a una personalizzazione dei prodotti (e dei
servizi) mentre l’accesso a Internet ha profondamente cambiato le abitudini di fornitori e utenti che si
aspettano molto di più in termini informativi, si conforntano e si consultano, esprimono le loro opinioni.
Grazie a una traccibilità Auto-Id la trasparenza informativa raggiunge massimi livelli, consentendo alla
produzione di interpretare meglio le eisgenze del mercato, includendo variazioni non solo di
configurazione ma anche di di protezione od omologazione secondo le normative del Paese di
riferimento. I clienti finali, inoltre, chiedono sempre più visibilità rispetto al work-in-process, ben prima
che un prodotto sia messo in produzione. In questo caso la tecnologia Rfid è un supporto ottimale per il
controllo degli ordini e delle commesse, con un presidio geolocalizzato delle spedizioni e delle
movimentazioni in ambito logistico e distributivo. Questo fornisce anche un risparmio di costi per il
produttore, anticipando problemi di rilavorazione, attualizzazione e ricontrattualizzazione.
Tra le aziende italiane del manufacturing
che hanno adottao l’auto-Id Coster, che
utilizza i tag non non solo per tracciare i
processi interni ad una singola unità
produttiva ma anche per abbracciare i
diversi anelli della filiera, monitorando il
percorso di un prodotto lungo tutto il suo
ciclo di vita dalla produzione alla sua
destinazione finale. Grazie all’Rfid il dato
grezzo ricevuto dal sistema in informazione
diventa immediatamente fruibile. L’auto-id
ha messo a diposizione del management
dati precisi sull’andamento della
produzione e ha garantito l’abbattimento totale degli errori, una riduzione del 90% dei tempi di controllo
delle spedizioni e del 20% dei tempi di versamento a magazzino per operatore.
5) L’Auto Id per l’Enterprise Asset Management
Molte aziende di produzione possiedono grandi impianti di assemblaggio e la gestione degli asset su
superfici estese o diversificate rende molto complicati i processi di movimentazione ma anche di
controllo. Direttori finanziari e asset manager tra inventari e sistemi di rendicontazione del capitale sono
cablati in una serie di attività molto demanding. Le operazioni di manutenzione e di Mro (Main
Refinancing Operations) devono gestire beni strumentali ad alto valore e in molti modi, contemplando
frequenti operazioni di revisione.
Anche in questo caso l’Auto-Id porta il valore aggiunto di una tracciabilità e una rintracciabilità sempre
messa a sistema, sveltendo le operazioni di inventario e di manutenzione che riducono tempi e qualità
dei dati a disposizione. Diversi produttori di apparecchiature industriali stanno affidandosi ai tag Rfid
per tutto l’installato o per le parti più core attraverso processo di revisione dei motori e dei componenti.
I risparmi sui costi sono facili da calcolare in un ambiente in cui i componenti possono costare centinaia
di migliaia di euro e l’impatto su una business continuity interrota da un guasto contribuisce ad
aumentare i budget di spesa, riducendo ulteriormente i margini di fatturato.
Enel in Bulgaria ha implementato l’Auto-id
per la gestione degli asset. Un’intera
centrale termoelettrica ingegnerizzata da
Enel con tecnologia Uhf per semplificare
tutte le attività di controllo e manutenzione.
Turbine, boiler, dispositivi di alimentazione,
quadri elettrici, motori: tutti messi a
sistema, grazie all’uso di una serie di tag
passivi. Considerato che la manutenzione
di una centrale di questo tipo incide sul 5%
dei costi totali, ma può generare il 100%
dei problemi, le motivazioni della scelta
sono più che evidenti e da sè sole
spiegano il Roi. Grazie all’Rfid il monitoraggio giornaliero degli impianti interni ed esterni è talmente
efficace che il personale può intervenire tempestivamente in caso di malfunzionamento. Ogni intervento
del eprsonale addetto è registrato su un palmare Rfid che, appoggiato a fine turno sulla propria culla,
permette il salvataggio dei dati di manutenzione sul data-base del sistema informativo principale. Per
una mobility enterprise a valore aggiunto.
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