topdog underdog - Biblioteca teatrale

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topdog underdog - Biblioteca teatrale
“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 1
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
TRE CARTE
(Topdog-Underdog)
di
SUZAN LORI PARKS
TRADUZIONE ITALIANA
DI
JESSICA CENCIARELLI
ATTENZIONE: Quella che leggerete di seguito è una “traduzione di servizio”,
realizzata in pochi giorni con il solo scopo di permettere alle compagnie di avere
un'idea della trama.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 2
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
PERSONAGGI
LINCOLN, il fratello maggiore
BOOTH, alias 3-Carte, il minore.
LUOGO
Qui.
TEMPO
Oggi.
ANNOTAZIONI
DELL’AUTORE:
DA “GLI
ELEMENTI DI
STILE”
Si usano elementi teatrali leggermente non convenzionali. Segue la legenda.
-
(Pausa). Prendersi un po’ di tempo, un’interruzione, un respiro, fare una
transizione.
-
Troverete delle interruzioni. Si tratta di pause prolungate e intensificate, che si
designano con la ripetizione dei nomi dei personaggi senza alcuna battuta. Ha il
seguente aspetto architettonico.
(Lincoln)
(Booth)
(Lincoln )
(Booth)
-
Questo è un momento in cui i personaggi sperimentano il loro reale puro e
semplice stato d’animo. Nel frattempo non è necessaria nessuna azione o
impegno scenico, i registi dovrebbero riempire questi momenti come ritengono
giusto.
-
[[ Le doppie parentesi quadre nel testo indicano dei tagli opzionali per la
produzione.]].
-
N.d.T: L’autrice proponeva delle parentesi tonde per designare i dialoghi da
pronunciare sottovoce o “a parte”. Per evitare confusione queste annotazioni
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
sono state date di volta in volta tramite la rispettiva didascalia (a parte) o
(sottovoce).
(1) N. d. T.: “Top dog” è un’espressione idiomatica per indicare: chi ha il comando, il boss.
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ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
In natura io sono Dio
Sul muro sono l’erba infestante.
- Ralph Waldo Emerson
Da “Circles”
Saggi: Prima pubblicazione (1841)
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ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 5
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
SCENA 1
(Giovedì sera.
Una trasandata camera di un residence. Un letto, una
poltrona reclinata, una piccola sedia di legno, qualche
altra cosa, ma non molto. Booth, un uomo di colore sulla
trentina, fa pratica del gioco delle tre carte con la
classica disposizione di questo gioco; tre carte da gioco e
un cartone che funge da tavola in cima a due casse di
cartone del latte spaiate.
I suoi movimenti e il gergo che li accompagna sono, per la
maggior parte, studiati e strani)
BOOTH
- Osservami da vicino osservami da vicino adesso; chi vede la
carta rossa, chi vede la carta rossa? Io vedo la carta rossa. La
carta rossa vince. Scegli la carta rossa scegli la carta vincente.
Scegli la carta nera scegli la carta che perde. Ecco quella che
perde, sì. Ecco la carta nera, ecco l’altra carta che perde ecco
la carta rossa quella vincente.
(Pausa)
Osservami da vicino osservami da vicino adesso; 3-Carte getta le
carte velocissimo. 3-Carte sono io e io sarò l’ultimo. Guardami
mentre le mischio ecco che lo faccio. Se scegli bene una volta
entri nel gioco, se scegli bene due volte, vinci. Vedi la carta
rossa vedi la carta rossa, chi vede la carta rossa?
(Pausa)
Non toccare le mie carte, amico, indica quella che vuoi. Se
scegli quella carta scegli quella che perde, sì, quella carta
perde. Scegli quella carta, quell’altra perde. Scegli questa
carta, scegli quella vincente. Segui quella carta. Devi inseguire
quella carta. Scegli il due nero quella carta perde, l’altro due
nero, perde, ecco il due rosso. Il due di cuori, vince tutto.
Seguite la carta rossa.
(Pausa)
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
Vi mostro le carte: due carte nere ma solo una di cuori. Adesso,
guardami adesso. Chi vede la carta rossa chi sa dov’è? Avanti,
amico, indica la tua carta. Metti giù i soldi perché non sei un
buffone. No? Ah, hai avuto la tua carta, ma non hai avuto quella
di cuori.
(Pausa)
Vuoi scommettere? 500 dollari? Spara. Devi osservare 3-Carte
molto da vicino. OK. Lasciami la grana in mano perché sono 3Carte, vecchio mio. Grazie signore. Questa carte dice?
(Pausa)
Sbagliato! Cretino! Stupido! Stronzo! Bastardo! Scommetto che
tuo padre sapeva quanto eri stupido e si è ubriacato fino alla
morte solo perché non voleva avere niente a che fare con te!
Scommetto che tua madre ti ha visto quando sei nato e ha
desiderato di morire, idiota! Ah ah ah! E 3-Carte, ancora una
volta, vince tutti i soldi!!
(Pausa)
Cosa? Gli sbirri guardano dalla mia parte? Chiudi bottega e
allontanati. Striscia fuori visuale. Lo metto su in un altro vicolo.
(Pausa)
Sì.
(Pausa)
(Avendo vinto un immaginario bottino ed eluso degli sbirri
immaginari, Booth rimonta il suo equipaggiamento e inizia
a rifare da capo la sua truffa.)
(Entra Lincoln in silenzio. È un uomo di colore sulla
trentina. Indossa un’antica finanziera, un cappello a
cilindro e una barba finta, si è vestito così per
assomigliare ad Abramo Lincoln. Entra nella stanza
furtivamente e si mette proprio dietro a Booth, che
totalmente preso dalle sue carte, non nota subito
Lincoln.)
BOOTH
- Osservami da vicino osservami da vicino adesso; chi vede la
carta rossa chi vede la carta rossa? Vi faccio vedere la carta
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
rossa, la carta rossa vince. Scegli la carta rossa che è quella
vincente. Scegli la carta nera e scegli quella che perde. Ecco
quella che perde sì ecco la carta nera, ecco l’altra carta che
perde ed ecco la carta rossa, quella che vince. Non toccare le
mie carte, amico, non…
(Pausa)
Non farlo stronzo. Non farlo stronzo. Non farlo stronzo!
(Booth percepisce qualcuno dietro di sé, si gira, estrae
una pistola dai pantaloni. Mentre la presenza di Lincoln
non lo sorprende, lo fa il suo costume.)
BOOTH
- Woah! Amico, cazzo non fare quelle stronzate! Chi cazzo credi
di essere per venire da me cazzo a spaventarmi cazzo. Se te lo
metti un’altra volta ti sparo!
LINCOLN
- Mi ci è voluto solo un minuto per prendere l’autobus.
BOOTH
- Stronzate.
LINCOLN
- Non esattamente. Intendo è sia una “stro-” che una “-zata”,
ma non è proprio una bugia, perciò non è neanche una
stronzata, giusto? (Pausa) Metti via la pistola.
(Lincoln si toglie il cappello a cilindro. Booth mette via la
sua pistola.)
LINCOLN
- Fa freddo lì fuori. Questo mi tiene calda la testa.
BOOTH
- Non mi piace che ti metti quelle stronzate, quella merda,
quella cazzata per mascherarti con quell’abbigliamento da figlio
di puttana ovunque nelle vicinanze della mia ciucciacazzi umile
dimora cazzo.
(Lincoln si toglie la barba.)
LINCOLN
- Meglio?
BOOTH
- Togliti anche quel dannato cappotto. Accidenti a te. Va già
abbastanza male che tu indossi quella merda tutto il giorno,
perché tu venga qui vestito così. Che cosa diranno le mie donne?
LINCOLN
- Quali donne?
BOOTH
- Ho un appuntamento con Grace domani. È di nuovo innamorata
di me, ma lei ancora non lo sa. Nessun uomo può amarla come
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
posso fare io. Se lei ti vede con quel travestimento quello avrà
un cattivo riflesso su di me. Potrebbe vederti camminare per
strada. Cazzo. Potrebbe essere di fuori proprio adesso a togliersi
l’anello e a gettarlo sul marciapiede.
(Booth va a sbirciare fuori della finestra)
LINCOLN
- È lì fuori?
BOOTH
- No. C’è via libera.
LINCOLN
- Hai rubato un anello?
BOOTH
- Sì. Pensavo di spenderci sopra la mia eredità ma… togliti quel
dannato cappotto amico, mi rendi nervoso se stai lì in piedi
come uno spettro, e togliti quel dannato trucco dal viso.
Dovresti togliertelo a lavoro e lasciarlo lì.
LINCOLN
- No lo porto a casa, qualcuno potrebbe rubarlo.
BOOTH
- Allora almeno toglitelo lì.
LINCOLN
- Sì. (Pausa)
(Lincoln si toglie la finanziera e si applica una pomata per
struccarsi la faccia imbiancata.)
LINCOLN
- Ero sull’autobus. Davvero mi ci è voluto solo un minuto per
raggiungere il mio autobus ed ero seduto nel centro
commerciale a pensare, dovrei cambiarmi d’abito o andare a
prendere l’autobus? Comunque lì oggi non c’era nessuno. A metà
settimana a metà inverno. Non è come nei fine settimana.
Durante i fine settimana quel posto è affollato. Perciò ho preso
l’autobus verso casa. E questo ragazzino mi ha chiesto
l’autografo. Ho finto di non averlo sentito all’inizio. Ho avuto
una lunga giornata. Ma continuava a chiedermelo. Hanno appena
studiato Lincoln durante le lezioni di storia in classe e lui sapeva
tutto di lui, era stato nel centro commerciale ma, non so, per
quale ragione saltellava solo perché c’era l’Onesto Abe seduto
alla sua destra sull’autobus. Volevo dirgli di andare a farsi
fottere. Ma poi gli ho dato un’occhiata. Un bambino ricco. Nato
in qualche bella strada, conosci il tipo. Perciò ho aspettato
finché sono riuscito a dirgli che se veramente lo voleva,
l’autografo, gli ho detto che lo avrebbe potuto avere per 10
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
dollari. Stavo per dire 5 perché sopra c’era l’immagine di
Lincoln, ma qualcosa me ne ha fatti chiedere 10.
BOOTH
- Ma lui non ne aveva uno da 10. Tutto ciò che aveva era un
penny. Perciò ti sei preso un penny.
LINCOLN
- Tutto ciò che aveva era un biglietto da 20. Perciò ne ho presi
20 e gli ho detto di incontrarci domani sull’autobus e l’Onesto
Abe gli avrebbe dato il resto.
BOOTH
- Cazzo.
LINCOLN
- Cazzo, è esatto.
(Pausa)
BOOTH
- Che cosa ci fai con i tuoi 20?
LINCOLN
- Ho comprato dei liquori da Lucky. Un giro per tutti. Si sono
divertiti per il travestimento.
BOOTH
- Avresti dovuto chiamarmi.
LINCOLN
- La prossima volta, fratello. (Pausa) Fai le mensole? con i
cartoni del latte, ci fai delle mensole?
BOOTH
- Sì, fratellone, ci faccio delle mensole.
LINCOLN
- Qual è lo scopo del cartone?
BOOTH
- Versatilità.
LINCOLN
- Oh.
BOOTH
- Pensavo che non avevamo delle mensole, non abbiamo un
tavolo da camera da pranzo, perciò faccio una specie di unità
modulare, ci metti i libri sotto e il piano del tavolo sopra.
Possiamo mangiare e conservarci i libri. Dentro potremmo
metterci gli album delle foto.
(Booth prende un album di foto di famiglia lacero e lo
mette nella cassa per il latte.)
BOOTH
- Tu ti siederesti lì, io sul bordo del letto. Riuniti intorno alla
tavola da pranzo. Come ai vecchi tempi.
LINCOLN
- Dobbiamo solo andare a prendere dei libri ed è grandioso,
Booth, è veramente grandioso.
BOOTH
- Non mi chiamare più Booth, va bene?
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Cambi nome?
BOOTH
- Forse.
(Lincoln)
(Booth )
LINCOLN
- Perché?
BOOTH
- Non sono ancora pronto a rivelartelo.
LINCOLN
- Hai già deciso qualche altro nome?
BOOTH
- Forse.
LINCOLN
- Ti chiamerai con qualche nome africano? Fico. Solo scegli
qualcosa che sia facile da dire e da pronunciare, amico, perché
lo sai, alcuni di quei nomi africani, intendo, ok, hanno un grande
ascendente sulla cosa della gente, ma nessuno ti assume se non
riesce a dire il tuo nome. E alcuni di quei tipi che hanno dei
nomi africani, …nessuno sa pronunciare i loro nomi e neanche
loro sanno pronunciare i loro nomi. Intendo. Non vuoi che il tuo
nuovo titolo ostruisca le tue possibilità di impiego.
(Lincoln)
(Booth )
BOOTH
- Hai portato la cena?
LINCOLN
- “Shango” sarebbe un buon nome. Il nome del dio del tuono. Se
non hai già deciso, io lo metterei in lizza. Ho portato il cinese.
BOOTH
- Collaudiamo il tavolo.
LINCOLN
- Fico.
(Entrambi si siedono al nuovo tavolo. Il cibo è distante
accanto alla porta.)
(Lincoln)
(Booth )
LINCOLN
- Io lo compro e tu lo servi. Quello è il patto. È quello il patto,
giusto?
BOOTH
- Ti piace questo posto?
LINCOLN
- È ok.
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- Ma è un po’ stretto a volte, vero?
LINCOLN
- Da me non senti lamentele. Sebbene a volte quella poltrona
reclinabile, Booth, amico… no Booth, va bene… amico, sono solo
troppo vecchio per dormire in quella poltrona.
BOOTH
- Questo posto è mio. Tu non hai un posto tuo. Cookie, ti ha
sbattuto fuori. E non sembra che tu riesca a prenderti un'altra
donna. La tua fortuna è che io ti permetto di restare.
LINCOLN
- Ogni venerdì mi dici “mi casa es su casa”.
BOOTH
- Ogni venerdì arrivi qui con l’assegno, oggi è giovedì e io ti dico
fratello, è una lunga strada da venerdì a venerdì. Possono
accadere un mucchio di cose. Possono emergere tutti i tipi di
cattivi sentimenti ed esplodere mentre il tuo fratellino aspetta
che gli porti la tua parte. (Pausa) Oggi mi concentro sul mio
giovedì, Link. Vai a prendere il cibo.
(Lincoln non si muove)
LINCOLN
- Non hai l’acqua corrente qui, amico.
BOOTH
- E allora?
LINCOLN
- Non hai un bagno, non hai un lavandino.
BOOTH
- I bagni sono giù nell’ingresso.
LINCOLN
- Vivi pure nel tuo Terzo Mondo, idiota! Ehi, andrò io a prendere
da mangiare.
(Lincoln va a prendere il cibo. Vede una carta da gioco
isolata per terra e la esamina senza toccarla. Prende il
cibo e lo mette con cura sul tavolo.)
LINCOLN
- Stavi giocando a carte?
BOOTH
- Sì.
LINCOLN
- Un solitario?
BOOTH
- Esatto. Divento piuttosto bravo.
LINCOLN
- Ecco la zuppa ed ecco la salsa. Ho preso per te la carne e per
me i gamberetti.
BOOTH
- Io volevo i gamberetti.
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Hai detto che volevi la carne. Stamattina quando ti ho lasciato
hai detto che volevi la carne. (Pausa) Ehi amico, prenditi i
gamberetti. Non c’è problema.
(Mangiano il cibo cinese dai contenitori di polistirolo,
lattine di soda, biscotti della fortuna. Lincoln mangia
lentamente e attentamente, Booth mangia come un
matto.)
LINCOLN
- Diventi bravo nel solitario?
BOOTH
- Sì. Perché non giochiamo una mano dopo pranzo?
LINCOLN
- Un solitario?
BOOTH
- Poker, ramino o qualche altra cosa.
LINCOLN
- Lo sai, io non tocco le tue carte, amico.
BOOTH
- Solo per gioco.
LINCOLN
- Non tocco le tue carte.
BOOTH
- Che ne dici, per soldi?
LINCOLN
- Tu non hai dei soldi. Tutti i soldi che hai sono quelli che ti
porto io.
BOOTH
- Almeno ho ancora i miei. Tu hai sperperato i tuoi.
(Lincoln)
(Booth )
LINCOLN
- Ti piacciono i gamberetti?
BOOTH
- Sono ok.
LINCOLN
- Che dice il tuo dolce della fortuna?
BOOTH
- “Non sprecare non volere”. E il tuo?
LINCOLN
- “La tua fortuna cambierà!”
(Entrambi finiscono di mangiare. Booth volta le spalle a
Lincoln e si gingilla con le carte, le tiene sul letto, proprio
fuori dalla visuale di Lincoln. Borbotta il gergo di 3-Carte
sottovoce. I suoi movimenti sono ancora maldestri. Una
volta ogni tanto da un’occhiata verso Lincoln che fa del
suo meglio per ignorare Booth)
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- (Sottovoce) Guardami da vicino guardami da vicino adesso; chi
vede la carta rossa, chi vede la carta rossa? Io vedo la carta
rossa. La carta rossa è quella vincente. Scegli la carta rossa e
scegli quella vincente. Scegli la carta nera e scegli quella che
perde. Ecco quella che perde, si ecco la carta nera, ecco l’altra
carta che perde ed ecco la carta rossa, la carta vincente! Sbirro
in arrivo, Socio1, Sbirro in arrivo! Avanti!..
LINCOLN
- (sottovoce) Merda!
BOOTH
- (sottovoce) Con una buona scelta entri nel gioco, con due
buone scelte vinci. Non toccare le mie carte amico, indica solo
quella che vuoi. Scegli quella carta, scegli quella che perde, sì,
quella carta perde. Scegli quella carta e quella carta perde.
Scegli quella carta quella vincente. Segui quella carta. Insegui
quella carta!
LINCOLN
- Vuoi fregare con il gioco delle tre carte, lo farai veramente e
perderai. Devi fare pratica sui dettagli. Tu cerchi di fare tutto e
subito ed è per quello che continui a fare casini.
BOOTH
- Fammi vedere.
LINCOLN
- No. Dico solo che se vuoi farlo dovrai farlo sul serio, e se vorrai
fare sul serio dovrai lavorare sui dettagli, ecco tutto.
BOOTH
- Tu ed io potremmo fare una squadra e farlo insieme. Faremo
piazza pulita, Link.
LINCOLN
- Io farò piazza pulita… fratello.
(Lincoln rimette a posto. Mentre ripulisce dal cibo, Booth
ritorna ad usare il “tavolo” per il suo scopo originario.)
BOOTH
- Il mio nuovo nome è 3-Carte. 3-Carte, capisci? Volevi saperlo
perciò adesso lo sai. Il gioco delle tre carte da 3-Carte.
Chiamami 3-Carte da ora in avanti.
LINCOLN
- 3-Carte. Merda.
BOOTH
- Farò in modo che tutti mi chiamino 3-Carte. A Grace piace 3Carte più di Booth. Lei dice che 3-Carte si fa sentire. Chiunque
non mi chiamerà 3-Carte si prenderà una pallottola.
1
N.d.T: Stickman, è precisamente colui che raccoglie le scommesse, in particolare nel gioco dei dadi.
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Sei eccessivo, amico.
BOOTH
- Ho deciso.
LINCOLN
- Deciso, 3-Carte. Deciso.
(Lincoln solleva la sua chitarra e la suona)
BOOTH
- Oh andiamo amico, potremmo fare i soldi tu ed io. Diamo le
carte. 3-Carte e Link: attenzione! Potremmo ripulirci tu ed io.
Potremmo dare le carte e io sarei il tuo socio. Quello che nella
folla appare solo come un passante innocente, quello che
sembra solo un altro giocatore, proprio come un altro cliente,
ma che ha un’intima connessione con te, colui che dà le carte,
l’uomo principale. Sarei quello che porta la folla, sarei quello
che li farebbe puntare, tu faresti le tue mosse ed io le mie. Tu
giri al testa e io giro la carta….
LINCOLN
- Non è così semplice. C’è…
BOOTH
- Potremmo essere una squadra, amico. Racimolare quattrini!
Sono certo che ci saranno lì fuori gatti con gli occhi veloci,
alcuni fratelli e sorelle che guarderebbero veramente da vicino e
solleverebbero la carta giusta e perciò ci sarebbero dei giorni in
cui perderemmo dei soldi ma la maggior parte dei giorni
vinceremmo! Le tasche gonfie, piene di soldi! E le signore
sarebbero elettrizzate! Potresti permetterti il lusso di essere
sbronzo! Grace sarebbe di nuovo tutta mia.
LINCOLN
- Pensavo che mi avessi detto che era tutta tua.
BOOTH
- Lo è lo è. La vedrò domani ma oggi dobbiamo solidificare la
cazzata tra te e me. Tra il fratellone Link e il fratellino Booth…
LINCOLN
- 3-Carte.
BOOTH
- Sì. Complottiamo e sogniamo. Nessuno getta le carte come te,
Link. E con i tuoi movimenti e la mia magia, otterremo Grace e
una ragazza per te per completare la banda. Saremo ricoperti
d’oro, fratello! Ho ragione?
(Lincoln)
(Lincoln)
BOOTH
- Ho ragione?
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p. 15
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Non tocco le tue carte, 3-Carte. Non tocco più le tue carte.
(Lincoln)
(Booth)
(Lincoln)
(Booth)
BOOTH
- Sai che cosa mi ha detto mamma quando faceva i bagagli per
partire? Tu eri in quella scuola di figli di puttana, eri a scuola. Ti
sei alzato quella mattina e ti sei seduto al tuo solito posto e hai
letto la scatola di cerali mentre papà leggeva la pagina sportiva
e la mamma portava il tuo cazzo di toast e poi te ne sei andato
nel tuo dannato autobus della scuola perché non eri capace di
fare nient’altro, eri così dentro la tua stessa merda che non eri
capace di sentire nient’altro di ciò che succedeva. Io ebbi la
coscienza di ritornare perché sentivo che stava succedendo
qualcosa, amico, sentivo che qualcosa cambiava. Perciò io…
LINCOLN
- Hai fatto sega a scuola come facevi quasi ogni giorno.
BOOTH
- Lei metteva la sua roba nelle buste. Aveva tutte quelle belle
valigie, ma metteva tutte le sue cose nelle buste. (Pausa) Ha
preparato la sua merda. Mi ha detto di prendermi cura di te. Gli
ho detto che io ero il fratello piccolo e il fratello grande avrebbe
dovuto badare al fratellino. Lei lo ha semplicemente ripetuto.
Che mi sarei dovuto prendere cura di te. Sì, allora chi si
prenderà cura di me? A te non piace preoccuparti. Io qui mi
interesso di opportunità economiche, ho la volontà di lavorare
sodo, la volontà di correre dei rischi e tutto ciò che riesci a dire,
merdoso patetico impotente zio tom figlio di puttana, tutto ciò
che riesci a dirmi è che non farai più ciò che io vorrò fare. Io
cerco di guadagnarmi da vivere e tu mi stai in mezzo. TU MI STAI
IN MEZZO, LINK!
LINCOLN
- Mi dispiace.
BOOTH
- Sì, ti dispiace, davvero.
LINCOLN
- Non riesco a fregare, fratello.
BOOTH
- Che cosa fai tutto il giorno, quello non è fregare?
LINCOLN
- È un lavoro onesto.
***
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p. 16
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- Vestirti come un bianco spaccaculi, un presidente morto e
lasciare che la gente ti spari, a me sembra come imbrogliare.
LINCOLN
- La gente conosce il trucco. Quando la gente conosce il trucco
non c’è inganno.
BOOTH
- Faremo il gioco delle carte a gente che conoscerà il trucco. A
volte vinceremo a volte vinceranno loro. Se loro vincono in
fretta, noi vinceremo più in fretta.
LINCOLN
- Non ritornerò indietro, fratello. Non ho intenzione di tornare
indietro.
BOOTH
- Tu ti fingi l’onesto Abe2. Non hai intenzione di tornare indietro
ma fai il percorso a ritroso. Ritorni a quando la gente era
schiava e stronzate simili.
LINCOLN
- Non mettermi sotto pressione.
(Booth)
(Lincoln)
BOOTH
- Dovrai andartene.
LINCOLN
- Me ne andrò domani.
BOOTH
- Bene. Perché si presupponeva che questa fosse solo una
sistemazione temporanea.
LINCOLN
- Me ne andrò domani.
BOOTH
- Bene.
(Booth si siede sul letto. Lincoln nella sua poltrona con la
sua chitarra, suona e canta.)
LINCOLN
- La mia cara madre mi ha lasciato, il mio caro padre se n’è
andato/ La mia cara madre mi ha lasciato, il mio caro padre se
n’è andato/ non ho soldi, non ho un posto dove andare.
La mia fidanzata mi ha lasciato, mi ha gettato in mezzo alla
strada/ il mio cavallo preferito/ lo hanno trasformato in carne/
sento freddo dalla testa ai piedi.
2
N.d.T: Onesto Abe, era un nomignolo con cui gli americani si riferiscono ad Abramo Lincoln.
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p. 17
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
La mia stella è stata cattiva ma adesso è peggiorata/ La mia
stella è stata cattiva ma adesso è peggiorata/ non chiamate per
me un dottore, chiamate solo una bara.
BOOTH
- L’hai appena scritta.
LINCOLN
- Ce l’ho in testa da giorni.
BOOTH
- Sembra buona.
LINCOLN
- Grazie. (Pausa) Papà una volta mi ha detto perché abbiamo
questi nomi.
BOOTH
- Sì?
LINCOLN
- Sì. (Pausa) Aveva bevuto quando me l’ha detto, o forse ero
ubriaco io quando me l’ha detto. Comunque mi disse, può non
essere vero, ma me lo disse. Perché ci diede il nome a entrambi.
Lincoln e Booth.
BOOTH
- Come gli è venuto in mente? Come, amico?
LINCOLN
- Aveva in mente di fare uno scherzo.
(I due si rilassano mentre le luci calano.)
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 18
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
SCENA 2
(Venerdì sera.)
(Proprio il giorno dopo. Booth entra con l’aspetto di chi è
infagottato contro il freddo. Si assicura che suo fratello
non sia in casa, poi resta in piedi al centro della stanza.
Dalla manica del suo grosso cappotto estrae una scarpa
nuova e poi un’altra, dall’altra manica escono altre due
scarpe. Poi fa strisciare fuori da ogni manica una cinta. Si
toglie il cappotto. Sotto indossa un bellissimo abito nuovo.
Si toglie la giacca e i pantaloni, mostrando sotto un altro
abito nuovo. Gli abiti hanno ancora attaccati i cartoncini.
Prende due cravatte dalle tasche e due camicie piegate
dal retro dei pantaloni. Dalla parte anteriore dei
pantaloni estrae una rivista. Evidentemente ha avuto una
giornata impegnativa nel taccheggio. Posa uno degli abiti
sulla poltrona di Lincoln. L’altro lo posa sul suo letto.
Esce nell’ingresso per ritornare con un paravento
pieghevole che sistema tra il letto e la poltrona
reclinabile creando due spazi separati. Estrae una
bottiglia di whisky e due bicchieri, li sistema sui due
cartoni di latte impilati. Sente dei passi e si siede nella
seggiolina di legno mentre legge la rivista. Entra Lincoln,
vestito con abiti di strada.)
LINCOLN
- Taaaaadaaaa!
BOOTH
- Dio Onnipotente, Pa’, sento odore di soldi!
LINCOLN
- Certo, Ma. Papà ha portato a casa la pagnotta3.
BOOTH
- PortalaquiPortalaquiPortalaqui.
(Con una serie di mosse molto elaborate Lincoln porta i
soldi a Booth.)
BOOTH
- Mettimeli in mano Pa’!
LINCOLN
- Prima voglio che li annusi, Ma’!
BOOTH
- Allora mettimeli sotto il naso, Pa’!
3
N.d.T: Nel testo “bring home the bacon”, corrisponde all’espressione nostrana “portare a casa la pagnotta”
***
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Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 19
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Prenditi una gran bella zaffata di banconote.
BOOTH
- Dio Onnipotente io sverrò, Pa’! Portami la mia “medi-cina”!
(Lincoln velocemente versa due bicchieri abbondanti di
whisky)
LINCOLN
- Non morire per me, Ma’!
BOOTH
- Me ne vado in fretta, Pa’!
LINCOLN
- Pensa ai tuoi bambini Ma’! Pensa alla tua fattoria!
BOOTH
- 1-2-3.
(Tutti
e
due
ingurgitano
contemporaneamente)
i
loro
liquori
LINCOLN&BOOTH- Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!
(Tutti e due ridono e si battono una pacca sulla spalla)
LINCOLN
- Spartiamoceli, amico, spartiamoceli.
BOOTH
- Vai di fretta?
LINCOLN
- Sì. Voglio vedere quanto racimoliamo per la settimana.
BOOTH
- Sei corso dentro e non ti sei neanche guardato in giro.
Potrebbe esserci un’atomica nel centro della stanza e tu non la
noteresti. Tua moglie, Cookie…
LINCOLN
- Ex-moglie…
BOOTH
- … Potrebbe essere nel mio letto e tu non ci faresti caso…
LINCOLN
- Una volta c’è stata…
BOOTH
- Cazzo ti vuoi guardare in giro per favore.
(Lincoln si guarda in giro e vede l’abito nuovo sulla sua
poltrona.)
LINCOLN
- Wow
BOOTH
- È tuo.
LINCOLN
- Cazzo.
BOOTH
- Ce ne ho uno anch’io.
LINCOLN
- Rubato?
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 20
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- Sì, li ho rubati. Sono stati rubati da un cazzo di grande
magazzino. Quel negozio incassa più soldi in un giorno di quelli
che noi faremo in tutta la nostra vita. Rubo e rubo con
generosità. Ne ho preso uno per me e uno per te. Scarpe, cinte,
camicie, cravatte calzini nelle scarpe eccetera. Ho preso anche
quel paravento.
LINCOLN
- Sei grande, amico.
BOOTH
- Solo perché io non sono bravo quanto te a carte non significa
che non sappia fare niente.
LINCOLN
- Proviamoceli.
(Stanno rispettivamente nella propria zona notte, Booth
vicino al suo letto, Lincoln accanto alla sua poltrona
reclinabile e si provano i vestiti nuovi.)
BOOTH
- Indosserò il mio stasera. Grace mi vedrà così e sarà lei a
chiedermi di sposarla. (Pausa) Ho preso per te quello blu e per
me quello marrone. Sono entrato e sono uscito così in fretta che
non hanno neanche fatto in tempo a battere le palpebre.
Fratello, deve andare liscia così fratellino, Link.
LINCOLN
- Hai fatto bene. Hai fatto veramente bene, 3-Carte.
BOOTH
- Tutto in un giorno di lavoro.
LINCOLN
- Dicono che l’abito fa l’uomo. Io indosso tutti i giorni quel
travestimento. Ma non rende chi sono. Un vecchio cappotto nero
non rivela neanche il vero vecchio truffatore. Ha dei punti logori
sui gomiti, delle parti consumate che si squarceranno in buchi
prima che sia passato l’inverno. I polsini e il colletto sono
consumati. Ci sono residui della polvere delle pistole sulla spalla
sinistra dove gli avventori gli sparano, dove mi sparano direi, ma
non mi sento come se mi sparassero. Il tizio che ebbe il lavoro
prima di me, indossava lo stesso cappotto. Quando ottenni il
lavoro avevano il travestimento lì appeso in attesa del mio.
Dissero che il tizio prima di me un giorno se l’era semplicemente
tolto e non era più tornato. (Pausa) Ricordi come di solito erano
appesi i vestiti di papà nell’armadio?
BOOTH
- Finché non li hai portati fuori e li hai bruciati. (Pausa) Aveva
delle cose carine. Ciò che non spendeva sull’alcol, lo spendeva
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 21
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
sulle donne. E quello che non spendeva su nessuno dei due, lo
spendeva in vestiti. Aveva delle cose carine. Guardavo la sua
roba e calcolavo quanto ci volesse finché fossi cresciuto
abbastanza per mettermeli. Poi tu sei uscito ed hai bruciato
tutto.
LINCOLN
- Ero stanco di vederli senza lui dentro. (Pausa) Hanno detto che
il tizio prima di me… si è tolto il travestimento un giorno, lo ha
appeso per bene, e non è più tornato. E mentre mi offrirono il
suo lavoro, mi dicevano che certo avrei dovuto indossare un po’
di trucco e accettare meno di quanto avevano offerto a… a
quell’altro ragazzo…
BOOTH
- Vai avanti, dillo. “Bianco”. Ti hanno pagato meno di quanto
pagavano un bianco.
LINCOLN
- Ho detto a me stesso che è esattamente ciò che avrei fatto:
me lo sarei tolto e lo avrei appeso lì e non sarei tornato indietro.
Ma fino ad allora, mi avrebbe dato da vivere. Ma non è così. Una
finanziera logora, neanche logorata da quel presidente idiota
che si presuppone che io interpreti, ma prende in giro tutte
quelle persone che accorrono in frotte per la loro occasione di
giocare a qualcosa di grandioso. Barba finta, cilindro. Non mi
rende Lincoln. Io ero Lincoln da solo prima di mettermi quel
vestito.
(Gli uomini finiscono di vestirsi. Hanno stile e un bel
profilo.)
BOOTH
- Fico, eh?
LINCOLN
- Molto fico.
BOOTH
- Sembri fico anche tu, amico. Sembri il vero Te. La maggior
parte delle volte te ne vai in giro inzaccherato cazzo. Hai un
bell’aspetto. Come di solito apparivi ai tuoi tempi quando
Cookie era innamorata di te e tutte le donne del mondo si
struggevano per te.
LINCOLN
- Questo è veramente carino, amico. Non so dove lo indosserò
ma è veramente carino.
BOOTH
- Indossalo semplicemente quando vai in giro. Ti farà sentire
meglio e quando ti senti meglio, incontrerai qualche donna
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 22
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
carina. Io non sono interessato ad incontrare qualche donna
carina, intendo, ho occhi solo per Grace. Credi che mi sosterrà
per questo?
LINCOLN
- Credo che la cravatta che mi hai dato vada meglio con quello
che indossi tu.
BOOTH
- Sì?
LINCOLN
- A Grace piacciono i colori brillanti, non è vero? La mia cravatta
è luminosa, la tua è troppo mitigata.
BOOTH
- Sì. Dammi la tua.
LINCOLN
- Hai intenzione di cambiare un regalo?
BOOTH
- Ho rubato tutta questa dannata roba, no? Dammi la tua! Io ti
darò la mia.
(Si scambiano le cravatte. Booth è felice. Lincoln è più
felice.)
LINCOLN
- Spartiamoci i soldi.
BOOTH
- Giusto. Ok, vediamo: abbiamo 314 dollari. Ne mettiamo da
parte 100 per l’affitto. 100 a settimana per quattro settimane fa
l’affitto e…
LINCOLN
- …Non vogliamo spendere i soldi dell’affitto.
BOOTH
- Restano 214. Ne mettiamo da parte 20 per l’elettricità, ne
restano 184. Ne mettiamo da parte 50 per il telefono, ne restano
134.
LINCOLN
- Noi non abbiamo il telefono.
BOOTH
- Paghiamo la bolletta e ce lo riattaccheranno.
LINCOLN
- Non abbiamo bisogno del telefono.
BOOTH
- Come fai ad avere una donna se non hai il telefono? Le donne
di questi tempi sono più attente, più come-si-dice, più
circospette. Entri in un club che sembri un papà gaudente,
ottieni una puledra che ti dà il suo numero di telefono ed è
fatta, sono passati i giorni in cui lei ti dava il suo numero di
telefono e non ti chiedeva il tuo.
LINCOLN
- Mi piace una donna che abbia intenzione di chiamarmi.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 23
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- Lei non vuole chiamarti, fa solo un’indagine sul tuo patrimonio.
Cazzo Link non sai più niente. (Pausa) Lei ti dà il suo numero e ti
chiede il tuo. Tu lei dai il tuo numero. Il numero di telefono di
casa tua. Con ciò le dici 3 cose; Primo, hai una casa, cioè, non
sei un barbone qualunque che parla in maniera insignificante e
che si veste in maniera insignificante; secondo, che tu sei in
possesso di un telefono ed hai un numero di telefono che
funziona ciò sta a dire che hai denaro e l’occorrente per
acquistare per te stesso gli apparecchi di telecomunicazione più
rivoluzionari al mondo e hai messo insieme abbastanza per
pagare il conto!
LINCOLN
- Qual è la terza?
BOOTH
- Lei dai il tuo numero per dirle che sarebbe fico se ti
chiamasse, se le facesse piacere, cioè, che non hai moglie né
una approssimazione di moglie tanto per cominciare. (Pausa) 50
per il telefono ne restano 134. Ne metteremo da parte 40 per le
“medi-cine”.
LINCOLN
- Il prezzo è salito. Due dollari in più una bottiglia.
BOOTH
- Allora ne metteremo da parte 50. Così copriamo le spese. Ci
sono rimasti 84 dollari. 40 per mangiare insieme durante la
settimana, ne restano 44. 30 per me e 14 per te. Io ho una
donna, devo fare colpo stasera.
LINCOLN
- Non hai tirato fuori il telefono la scorsa settimana.
BOOTH
- La scorsa settimana ero depresso. Questa settimana le cose
vanno meglio. Per tutti e due.
LINCOLN
- Parlano di tagli al centro commerciale. Io sono stato lì solo
otto mesi, perciò…
BOOTH
- Non stare in ansia, amico, troveremo qualche altra cosa.
LINCOLN
- Non c’è niente come questo. Mi piace il lavoro. È comodo, lo
sai, è un lavoro facile. Devo solo starmene seduto lì tutto il
giorno. La gente entra, uccide il falso Onesto Abe con una
pistola falsa. Posso restare lì seduto e lasciare che la mente
vaghi lontano.
BOOTH
- Pensi alle donne.
***
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p. 24
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- A volte. (Pausa) Tutt’intorno il centro commerciale è rumoroso
e scoppiettante, mentre spari alla tua esca, le palle da baseball
che colpiscono il muro sul retro quando qualcuno sbaglia la pila
di lattine, qualche donna si sente felice perché il suo ragazzo ha
appena vinto impilato tutti gli anelli. Il capo che recita come
uno strillone mentre urla delle notizie false. L’odore dell’oceano
e dello zucchero filato e merda di topo. E tu al centro di tutto
quello, posso solo starmene seduto e lasciare che la mia mente
vada tranquilla. Invento canzoni, faccio progetti. Dimentico.
(Pausa) Dovresti venire giù di nuovo.
BOOTH
- Una volta era pieno, ma grazie. (Pausa) È entrato oggi, il tuo
Miglior Cliente?
LINCOLN
- Oh sì, c’era.
BOOTH
- Ti ha sparato?
LINCOLN
- Ha sparato all’onesto Abe, sì.
BOOTH
- Ti ha parlato?
LINCOLN
- Con un sussurro. Spara a sinistra e sussurra a destra.
BOOTH
- Che cosa ha detto stavolta?
LINCOLN
- “Fermi lo spettacolo quando nessuno ti guarda o vai comunque
avanti?”.
BOOTH
- Diventa profondo.
LINCOLN
- Sì.
BOOTH
- Che cosa ha detto quella volta? “Tu sei solo te stesso…”
LINCOLN
- “… quando nessuno ti guarda”, sì.
BOOTH
- Quella merda è profonda. (Pausa) Lui è uno dei nostri, vero?
LINCOLN
- Credo di sì.
BOOTH
- E sa che tu sei uno dei nostri?
LINCOLN
- Non lo so.
BOOTH
- Lui è un fratello nero, profondo.
LINCOLN
- Sì. Rende la giornata interessante.
BOOTH
- (pausa) È un fottuto lavoro, quello che fai.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 25
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- È un mezzo per vivere.
BOOTH
- Ma tu non vivi.
LINCOLN
- Sono vivo, no? (Pausa) Un giorno davo le carte. Il giorno dopo
Lonny morì. Qualcuno gli sparò. Sapevo di essere il prossimo,
perciò ho lasciato perdere. Mi sono salvato la vita. (Pausa) Il
lavoro del centro commerciale è il primo colpo di fortuna che
abbia avuto. E a dir la verità ho cominciato ad apprezzare
questo lavoro. E adesso parlano di licenziarmi.
BOOTH
- Eri fortunato con le carte.
LINCOLN
- Fortunato? Non c’è niente di fortunato nelle carte. Le carte
non sono fortunate. Le carte sono un lavoro. Le carte sono la
pelle. Non c’è mai niente di fortunato con le carte. (Pausa) Non
voglio perdere il lavoro.
BOOTH
- Allora devi animare la tua recita. Elabora i tuoi movimenti, lo
sai. Sei sempre stato troppo rigido. Non puoi solo startene lì
seduto! Forse quando ti sparano, lo sai, sobbalza, agita le
braccia poi cadi all’indietro e dimenati e cazzo così ti devono
sparare più di una volta. Bam bam bam! Bam!
LINCOLN
- Aiutami a fare pratica. Mi sederò qui come faccio a lavoro e tu
sarai uno di quei turisti.
BOOTH
- No grazie.
LINCOLN
- C’è in gioco il mio assegno paga.
BOOTH
- Ho un appuntamento. Fai pratica da solo. (Pausa) Ho un
rendezvous con Grace. Cazzo lei è così dolce che mi fa venire
male ai denti. (Pausa) Link, tu, che ne diresti di passarmi un
extra di cinque dollari. È la notte più importante della mia vita.
(Lincoln)
(Booth)
(Lincoln dà a Booth 5 dollari)
BOOTH
- Grazie.
LINCOLN
- Non ti agitare.
BOOTH
- Che ne dici se provo con te quando ritorno. Fino ad allora
mettiti il travestimento e fai un po’ di pratica.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 26
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Certo.
(Booth se ne va. Lincoln resta lì da solo. Si toglie le
scarpe, gli dà una lucidata. Si toglie i calzini e il suo abito
di lusso, lo appende con ordine sulla seggiolina di legno.
Prende il suo travestimento dalla sua busta della spesa. Se
lo infila lentamente, come un attore che si prepari ad un
grande ruolo: la finanziera, i pantaloni, la barba, il
cilindro, la cravatta. Tiene i piedi scalzi. Il cilindro ha una
banda elastica che lui assicura sotto il mento. Solleva il
panetto di trucco bianco ma decide di non usarlo. Si siede.
Finge che gli sparino, si da sul pavimento e si agita. Si
alza, considera di fare dei nuovi movimenti e tentare di
nuovo ma invece si versa un abbondante bicchiere di
whisky e si siede lì a bere.)
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 27
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
SCENA 3
(Molto più tardi lo stesso venerdì sera.)
(La poltrona reclinabile è reclinata alla sua massima
posizione orizzontale. E Lincoln vi è sdraiato sopra
addormentato. Si sveglia all’improvviso. È terrorizzato, la
vista annebbiata ed i postumi della sbornia, indossa gli
abiti distintivi del presidente Lincoln. Fa un respiro
profondo, capisce dove si trova e si sdraia di nuovo,
ritorna a dormire. Booth rientra pieno di spavalderia.
Sbatte la porta per cercare di svegliare suo fratello che se
la dorme della grossa. Apre la porta e la sbatte di nuovo.
Stavolta Lincoln si sveglia, con la sbornia e l’orrore di
prima. Booth cammina pavoneggiandosi, i suoi movimenti
sono esagerati, come quelli di un gallo. Cammina intorno
a Lincoln, assicurandosi che il fratello lo veda.)
LINCOLN
- Ti sei fatto male?
BOOTH
- Ho dato a me stesso “una serata indimenticabile”
LINCOLN
- Sembri come se ti fossi fatto male.
BOOTH
- Grace, Grace, Grace. Grace. Vuole che ritorni da lei. Vuole che
ritorni tanto che metterà una pietra sul passato dove non
eravamo insieme in modo da poter dire che non siamo mai stati
separati. Metterà una pietra sulla nostra rottura. Metterà una
pietra sulla sua infanzia, sui suoi anni dell’adolescenza, il suo
primo ragazzo, in modo che possa dire che è stata mia fin dalla
notte dei tempi.
LINCOLN
- È grandioso, amico.
BOOTH
- E su tutte le cazzate in cui l’ho infilata: ci ha messo una pietra
sopra. E le donne che ho visto mentre la guardavo.
LINCOLN
- Darà un colpo di spugna anche a quello?
BOOTH
- Signor Pulizia, signore, signor Pulizia!
LINCOLN
- Dove l’hai portata?
BOOTH
- Siamo stati su da lei. Ti ho portato da mangiare. Mi sono
fermato nel posto migliore che sono riuscito a trovare e mi sono
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 28
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
riempito il cappotto con le cose migliori. Avevamo la musica,
avevamo le candele, avevamo…
LINCOLN
- Te l’ha lasciato fare?
BOOTH
- Certo che me l’ha lasciato fare.
LINCOLN
- Te l’ha lasciato fare senza il guanto?
BOOTH
- …Sì.
LINCOLN
- Stronzate.
BOOTH
- Ho messo giù la gamba… e lei si è sciolta. Era… uh… era
qualcos’altro. Comunque non voglio che tu diventi geloso.
LINCOLN
- Vai avanti. Non mi importa.
BOOTH
- (Pausa) Beh, sai a che cosa somiglia.
LINCOLN
- Le basta camminare e il pronto soccorso si riempie di ragazzi
con il colpo di frusta solo per averla guardata.
BOOTH
- Esatto esatto. Beh… è venuta alla porta senza niente addosso a
parte la sua vestaglietta, ha mangiato il cibo che le ho portato
come se non ci fosse un domani e poi è venuta a mangiare me.
(Pausa)
LINCOLN
- Vai avanti…
BOOTH
- Amico non voglio farti stare male.
LINCOLN
- È tutto apposto. Vai avanti.
BOOTH
- (Pausa) Beh, uh, sai che cosa sembra. Selvaggia. Bell’aspetto.
Così dolce che mi fanno male i denti.
LINCOLN
- Una macchina del sesso.
BOOTH
- Sì.
LINCOLN
- Una arrapante.
BOOTH
- Sì.
LINCOLN
- Grace è straordinaria.
BOOTH
- Grace è straordinaria! Sì. Esatto. Mi ha lasciato fare quello che
volevo. E niente guanto. (Pausa)
LINCOLN
- Vai avanti.
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 29
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- Non vuoi sentire quelle cazzate sdolcinate.
LINCOLN
- Certo che sì.
BOOTH
- Odii le cazzate romantiche. Hai sempre odiato le cazzate
romantiche.
LINCOLN
- Sono cambiato. Vai avanti. Hai avuto “una serata
indimenticabile”, ricordi? Io sono soltanto rimasto qui da solo. A
bere. Avanti. Racconta a Link, il tuo casino. (Pausa) Come lo hai
fatto?
BOOTH
- Come il cane.
LINCOLN
- Straordinaria Grace.
BOOTH
- Di fronte allo specchio.
LINCOLN
- Così potevi vedere lei. Il suo viso, il suo seno, la schiena, il
culo. Grace ha un gran culo.
BOOTH
- È vero.
LINCOLN
- Straordinaria Grace!
(Booth entra nella zona letto e si toglie il vestito, getta
gli abiti a terra.)
BOOTH
- Ha detto che la prossima volta dovrò usare un guanto. Me l’ha
lasciato fare a modo mio stravolta, ma ha detto che la prossima
volta dovrò mettermi lo stivale.
LINCOLN
- Sono sicuro che potrai dissuaderla.
BOOTH
- Sì. (Pausa) Che tipo di guanto usavi, intendo, quando eri con
Cookie.
LINCOLN
- Non usavamo i profilattici. Eravamo sposati, amico.
BOOTH
- Giusto. Ma hai avuto altre donne accanto. Che tipo hai usato
quando sei stato con loro?
LINCOLN
- Magnums.
BOOTH
- Sono la marca che ho preso io. Per la prossima volta. Grace è
stata molto rigida a riguardo. Magnums.
(Mentre Booth si siede sul letto gingillandosi con la sua
scatola di preservativi, Lincoln si siede nella sua poltrona
e riprende a bere.)
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 30
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Sono per “l’uomo più grande”.
BOOTH
- Giusto. Giusto.
(Lincoln continua a bere mentre Booth, seduto nella
tranquillità della sua camera da letto, si gingilla con i
preservativi, forse cercando di mettersene uno.)
LINCOLN
- Esatto.
BOOTH
- Grace è veramente diversa da tutte le ragazze poco
raccomandabili con cui l’ho fatto. Lei va a scuola. Farà qualcosa
di se stessa. Studia cosmetologia. Dovresti vedere che cosa
riesce a fare con i capelli e le unghie delle donne.
LINCOLN
- Che peccato che tu non sia una donna.
BOOTH
- Cosa?
LINCOLN
- Intendo potresti ottenerle gratis.
BOOTH
- Sì. Ha questo modo di sedersi. Di parlare. Ecco. Tutto ciò che
fa. Solo perché lo fa lei è così caldo. (Pausa) Siamo stati insieme
due anni. Poi ci siamo lasciati. Avevo una piccola difficoltà di
impiego e lei aveva bisogno di tempo per pensare.
LINCOLN
- E adesso ci ha pensato bene.
BOOTH
- Esatto.
(Lincoln)
(Booth)
LINCOLN
- Che cosa fai lì dietro?
BOOTH
- Mi riposo. Quella ragazza mi ha logorato.
LINCOLN
- Vuoi un po’ di “medi-cina”?
BOOTH
- No grazie.
LINCOLN
- Allora vieni a fare pratica con i miei movimenti.
BOOTH
- Facciamo domani, ok?
LINCOLN
- Sono stato ad aspettare. Mi sono tutto vestito e tu hai detto
che se aspettavo… avanti, amico, mi rimpiazzeranno con una
sagoma di cera.
BOOTH
- No cazzo.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 31
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- È di quello che parlano. Probabilmente ne parlano solo ma…
avanti amico, ti ho prestato anche 5 dollari.
BOOTH
- Sono stanco.
LINCOLN
- Non hai avuto una serata di merda.
BOOTH
- Tu sei geloso, amico. Tu ci farai solo incarcerare tutti e due.
LINCOLN
- Tu te ne stai sdraiato lì con le tue palle blu come il mio abito
rubato. Rimani sdraiato aspettando che io mi addormenti o che
svenga in modo che non senta il frusciare delle pagine dei tuoi
fottuti giornaletti.
BOOTH
- Fottiti, amico.
LINCOLN
- Ero lì sopra la scorsa settimana per cercare qualcosa e c’erano
come 100 fottuti giornaletti sotto il tuo letto e tutti appiccicati
da fare schifo, fratello, perché hai spruzzato sperma sulle
pagine e non li hai asciugati.
BOOTH
- Sono un tipo bollente. Ho bisogno di un costante sollievo
sessuale. Se non mi prendo cura di me stesso da solo, sarei lì
fuori a correre per la tua città che costa contanti che non ho,
perciò sarei peggiore: sarei là fuori a fare chissà che cosa, a
sparare alla gente, cazzo. Per il bisogno di un incostante sollievo
sessuale. Sono un uomo bollente. Non chiedo scusa per quello.
Quando non ho una donna faccio da solo. Non come te, Link.
Quando tu non hai una donna, te ne stai solo seduto lì. Lasci che
la tua merda ti avveleni. Il tuo cazzo, se non è ancora caduto, è
perché è attaccato tra le gambe, piccola larva bianca di un
verme da caccia dalla faccia bianca accartocciato. Come un
uomo vive così vive il suo cazzo. Questo è quello che dico io.
Almeno il mio cazzo è intatto. (Pausa) Cazzo floscio, geloso
faccia-bianca figlio di puttana, la cui moglie lo ha mollato
perché non riusciva a farselo alzare. Me lo ha detto lei. È venuta
strisciando da me perché aveva bisogno di un uomo. (Pausa) Io
l’ho dato a Grace, stanotte mi è andata bene. Perciò
buonanotte.
LINCOLN
- (Pausa) Buonanotte.
(Lincoln)
(Booth)
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 32
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Lincoln)
(Booth)
(Lincoln)
(Booth)
(Lincoln si siede nella sua poltrona. Booth si sdraia a
letto. Il tempo passa. Booth sbircia per vedere se Lincoln
si è addormentato. Lincoln se lo aspetta.)
LINCOLN
- Puoi fregare con il gioco delle tre carte senza di me, lo sai.
BOOTH
- Ho intenzione di farlo.
LINCOLN
- Potrei contattare la mia vecchia banda. Potresti lavorare con
loro. Lonny non è più in giro ma ci sono gli altri. Sono in gamba.
BOOTH
- Posso prendermi una banda mia. Non ho bisogno della tua
banda. Un mucchio di vecchie glorie. Posso prendermi una banda
tutta mia.
LINCOLN
- La mia banda ha esperienza. Di solito facevamo un centinaio al
giorno. Che sono 7 mila dollari alla settimana. Così era anni fa.
Adesso probabilmente fanno due, tre volte tanto.
BOOTH
- Ho preso i miei contatti, grazie.
LINCOLN
- Ti prenderanno a bordo in un attimo. Con una mia parola. La
mia parola conta ancora con loro. Sanno di te fin dall’inizio,
quando hai cercato di unirti a noi ma… non eri ancora pronto. Ti
conoscono da allora, ma gli parlerei di te. Gli direi che sei mio
fratello, cosa che loro sanno e io gli dirai che sei stato a lavorare
sulla costa occidentale. Nelle piccole città. Al confine con il
Messico. Abbindolando i turisti. Gli direi che tu hai i movimenti
che io mi sognavo di avere. Nel frattempo potresti esercitarti
proprio qui, cazzo, proprio in questa stanza e diventare bravo e
migliorare ogni giorno così quando ti avrò reintrodotto avrai
delle qualità notevoli. Saresti discreto.
BOOTH
- Sarei più che discreto, sarei la cosa più importante.
LINCOLN
- Saresti la cosa più importante. E avresti la mia parola se tu
fossi interessato.
BOOTH
- Potrei.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 33
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Dovresti ottenere un ferro. Tutti loro sono dotato di pistole,
fratello.
BOOTH
- Io ce l’ho un ferro.
LINCOLN
- Dovresti essere dotato di qualcosa di più ragguardevole di
quella pistola giocattolo, 3-Carte. Questi sono un grado
superiore di giocatori, sono dotati di pistole di un grado
superiore, ora, non si tratta di una pistoletta del cazzo.
BOOTH
- Che cosa ne sai di pistole? Non sei in contatto con quei tizi da
sei sette anni. Hai giurato di smettere. Hai gettato la tua pistola
nel fiume e tu “Non tocchi le carte”. So più cose io sulle pistole
di quante ne sappia tu.
LINCOLN
- Sono in mezzo alle pistole tutti i giorni. Al centro commerciale.
Sono state tutte modificate, perciò sparano solo a salve ma vedo
le pistole tutti i giorni. Un mucchio di pistole.
BOOTH
- Di che tipo?
LINCOLN
- Ci sei stato, le avrai viste. Metalli micidialmente lucidi ognuno
con una sua micidiale personalità.
BOOTH
- Forse potrei venirti a trovare. Potrei rubare una di quelle
pistole e riadattarla per farla di nuovo sparare veramente. Che
tipo pensi che si adatterebbe meglio alla mia personalità?
LINCOLN
- Tu non ruberai niente dal centro commerciale.
BOOTH
- Ci entro e rubo se voglio entrarci e rubare, entro e rubo.
LINCOLN
- Non ne vale la pena. Non sparano niente a parte le cartucce a
salve.
BOOTH
- Sì, come te. Spari a salve. (Pausa. Pausa) Ti domandi mai se
qualcuno entrasse lì dentro con una pistola vera? Una vera
pistola con proiettili veri? Qualcuno che avesse un interesse
personale o che altro?
LINCOLN
- No.
BOOTH
- Qualcuno che ti odia, entra lì dentro e ti spara ed è lontano
prima che qualcuno lo scopra.
LINCOLN
- Non ho nemici.
BOOTH
- La tua ex.
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 34
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Cookie non mi odia.
BOOTH
- Il tuo Miglior Cliente? Qualche estraneo eclettico?
LINCOLN
- Non posso preoccuparmi delle azioni degli estranei eclettici.
BOOTH
- Ma vengono lì di giorno in giorno con la scusa di sparare
all’Onesto Abe. (Pausa) Chi sono per la maggior parte?
LINCOLN
- Non lo so davvero.
BOOTH
- Devi vedere qualcosa.
LINCOLN
- Si presuppone che io fissi direttamente davanti a me. A
guardare una commedia come faceva Abe.
BOOTH
- Passano tutti i giorni e tu non trovi il modo di sbirciare chi
prema il biglietto.
(Tirato nella discussione dalla sua stessa curiosità, Booth è
uscito dalla sua zona notte per stare sulla linea divisoria
tra i due spazi.)
LINCOLN
- È davvero buio. Per rendere l’illusione di tutta la cosa.
(Pausa) Ma sul muro opposto a dove mi siedo c’è una piccola
scatola elettrica, come un portafusibili. Argentata. Ha dentro
delle ammaccature come se qualcuno l'avesse colpita con il
pugno. Delle ammaccature vecchie e grosse così che ogni cosa vi
si riflette dentro è riflessa alla rovescia. Come se guardassi in un
cucchiaio. Ed è lì che li posso vedere. Gli assassini.
(Pausa)
Non c’è ancora nessuno dietro di me ma io posso sentirlo
arrivare. Arriva con la pistola in mano, la pistola che egli ha già
estratto quando ha pagato il biglietto. Si avvicina. Ma non è
ancora dietro di me, i tappeti sono troppo sottili, il capo
dovrebbe comprarne di nuovi ma è tirchio. Non è ancora dietro
di me. Non è ancora dietro di me. Ci sono delle lampadine
economiche proprio sopra la mia testa.
(Pausa) E lui è lì. Sta in piedi dietro di me. Sta in posizione. Sta
in piedi alla rovescia. Ci sono delle impronte di piedi sul
pavimento, perciò egli sa esattamente dove dovrebbe stare.
Perciò non sbaglierà. Quella pistola è sempre fredda. D’inverno
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 35
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
o d’estate quella pistola è sempre fredda. E quando la pistola
mi tocca egli può sentire che io sono caldo. Lui sa che sono vivo.
E se io sono vivo allora può spararmi e uccidermi. E per un
minuto, con lui che resta alle mie spalle, è reale. Io lo guardo
alla rovescia e lui guarda me che sembro Lincoln. Poi spara.
(Pausa)
Scivolo a terra e chiudo gli occhi. E lui esce dall’altra parte. Ne
entrano diversi. Una giornata ne è completamente piena. Mucchi
di ragazzini. Piccoli buoni a niente, nelle loro uniformi da uomini
di affari che puzzano come due Martini in uno. I turisti entrano,
con le loro magliette del parco di divertimenti a tema, cercando
di riprenderlo con la videocamera. Casalinghe con le labbra
serrate che sparano più di una volta. (Pausa)
Tutti entrano. Io faccio del mio meglio per loro. E adesso
parlano di licenziarmi, di rimpiazzarmi con un pupazzo di
gomma.
BOOTH
- Devi solo dimostrare al tuo capo che tu puoi fare cose che un
pupazzo di gomma non sa fare. Sei troppo freddo. Devi
aggiungerci del pepe, cazzo.
LINCOLN
- Come cosa.
BOOTH
- Come quando loro ti sparano, non so, urla o fa qualcosa.
LINCOLN
- Urlare?
(Booth imita l’assassino senza usare la pistola)
BOOTH
- Provaci. Io farei l’assassino. Bang!
LINCOLN
- Aaaahh!
BOOTH
- Così va bene.
LINCOLN
- Un pupazzo di cera può gridare. Possono mettergli un
registrare e fare in modo che gridi.
BOOTH
- Tu puoi imprecare. Provaci. Bang!
LINCOLN
- Figlio di puttana succhiacazzi!
BOOTH
- Va bene amico.
LINCOLN
- Però non gli piacerà.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 36
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- Hai fatto pratica a rotolare per terra e a dimenarti?
LINCOLN
- Un po’.
BOOTH
- Fammi vedere. Bang!
(Lincoln cade pesantemente a terra, cade sul pavimento e
silenziosamente si agita.)
BOOTH
- Sembri più un verme sul marciapiede. Muovi le braccia. Bene.
Adesso grida eccetera.
LINCOLN
- Aaaaah! Aaaaah! Aaaaah!
BOOTH
- Un po’ più violento di così, sembra come se fotti qualcuno.
LINCOLN
- Aaaaah!
BOOTH
- Tieniti la testa o da qualche parte, dove ti ho sparato. Bene. E
guardami! Io sono l’assassino! Io sono Booth!! Avanti amico
questa è la vita e la morte! Metticela tutta!
(Lincoln ce la mette tutta.)
BOOTH
- Fico, amico, questo è fico. Così è abbastanza.
LINCOLN
- A che pensi?
BOOTH
- Non lo so, amico. A qualcosa. Non lo so. Sembrava troppo
reale.
LINCOLN
- Dannazione! Non vogliono che sembri troppo reale. Spaventerei
i clienti. Certamente se ne andrebbero. Cerchi di farmi
licenziare.
BOOTH
- Cerco di aiutarti. Mi venga un colpo.
LINCOLN
- La gente si diverte con quella merda su Lincoln. È un fatto
storico. Alla gente piace la merda storica in un certo modo. A
loro piace descrivere il modo in cui lo hanno fatto crollare.
Preciso come un libro. Niente disordine, sangue e urla. Cerchi di
farmi licenziare.
(Pausa)
Io sono tuo fratello che recita Lincoln. Sforza l’immaginazione
della gente. E non è facile neanche per me. Ogni giorno mi
metto quella merda. Lascio la mia merda alla porta e mi metto
quella merda ed esco e faccio il lavoro. E lo faccio sembrare
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 37
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
semplice me è duro. Quella merda è difficile. Ma funziona.
Perché io funziono. E tu cerchi di farmi licenziare.
(Pausa)
Ho giurato di smettere con le carte. Ho preso lavori ovunque. Ho
bevuto. Poi Cookie mi ha lasciato. Che cazzo avrei dovuto fare?
Ho visto il cartello “Cercasi Aiutante” e sono entrato, avevo un
bell’aspetto con quel travestimento e ero d’accordo a
dipingermi la faccia e loro hanno apprezzato che io e l’Onesto
Abe avessimo lo stesso nome.
(Pausa)
È un lavoro seduto. Con un assegno. Non voglio essere licenziato.
Non mi darebbero delle buone referenze se venissi licenziato.
BOOTH
- Se tu stessi per essere licenziato, allora beh… allora tu ed io
potremmo… fregare insieme con le carte. In qualche modo
dovremmo sostenerci l’un l’altro.
(Pausa)
Mostrami solo come fare la trappola per fregare con le carte,
amico. Quella parte in cui quello che dà le carte guarda lontano
ma in qualche modo vede…
LINCOLN
- Non riuscirei a ricordarmelo anche se volessi.
BOOTH
- Certo che ci riusciresti.
LINCOLN
- No.
(Pausa)
‘Notte, amico.
BOOTH
- Sì.
(Lincoln si stiracchia sulla sua poltrona reclinabile. Booth
resta in piedi accanto a lui in attesa che quello si alzi, per
cambiare idea. Ma Lincoln si addormenta velocemente.
Booth lo copre con un lenzuolo, poi va al suo letto,
mentre lo fa spegne la luce. Fruga con calma sotto il letto
per una rivista con donnine nude che, mentre si abbassano
le luci, egli legge con grande interesse.)
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 38
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
SCENA 4
(Sabato.)
(Poco prima dell’alba. Lincoln si alza. Si guarda in giro.
Booth è profondamente addormentato, e se la dorme
della grossa)
LINCOLN
- Niente fottuta acqua corrente.
(Avanza barcollando per la stanza, in cerca di qualcosa,
che alla fine trova: una tazza di plastica che usa per
orinare. Finisce di orinare e trova il modo di
sbarazzarsene e per rimettere a posto la tazza. Afferra il
suo travestimento da Lincoln, se lo toglie e
contemporaneamente lo fa a pezzi. Si spoglia della
maglietta e dei pantaloncini.
LINCOLN
- Odio addormentarmi con questa merda. Cazzo. Ho scucito la
barba. Posso già sentirli domani. Il giorno più importante della
giornata. Mi esamineranno attentamente per assicurarsi che io
sia presentabile. Hanno un mucchio di ragazzi che lavorano ma
io sono il solo che loro esaminano ogni giorno. “La tua barba è
scucita, amico. Certo, ne compreremo una nuova ma la
sottrarremo dal tuo stipendio”. Merda. Dovrei smettere subito.
Strappare la barba, gettarla per terra e calpestarla, poi andare a
strangolare quello stronzo del capo. Sarebbe bello. Le mie mani
intorno al suo collo e i suoi occhi da formica che escono dalle
orbite. Sei stato a criticarmi da quando ho ottenuto questo
lavoro e adesso devo estorcerti la tua paga, figlio di puttana.
Cazzo.
(Pausa)
Un lavoro seduto. Con uno stipendio.
(Pausa)
I traffici loschi. Cazzo, ero bravo. Ero grande, diamine ero la
cosa più importante. Davo le carte come se dare le carte fosse
stato fatto apposta per me. Fatto per me e per me soltanto. Ero
il migliore che chiunque avesse mai visto. Da costa a costa. Tutti
lo dicevano. E io non ho mai perso. Neanche una. Neanche una
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 39
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
volta. Mai. Ecco quanto le carte fossero mie. Io ero la cosa più
importante. Io ero così bravo.
(Pausa)
Poi ti sei svegliato una mattina e non ti va più. Come se qualcosa
dentro di te sapesse… Come se qualcosa dentro di te sapesse che
fosse ora di smettere. Smettere mentre tu eri ancora in testa.
Qualcosa dentro di te ti diceva… Ma diamine no. No Link, tu fai
schifo. Perciò sono uscito e ho dato le carte una volta ancora.
Quello ti ha fottuto. E Lonny è morto.
(Pausa)
Hai ottenuto un buon lavoro. E quando il centro commerciale ti
ha permesso di entrare, hai ottenuto un altro buon lavoro. Non
ho intenzione di passare tutta la mia vita a imbrogliare. C’è più
di quello, Link. C’è qualcosa in più per me che fare delle piccole
truffe. C’è qualcosa di più nella vita che fregare degli idioti del
salario e dei risparmi di una vita.
(Pausa)
Come quel buffone e sua moglie che venivano da fuori città. Che
volevano vedere da sempre la città. Io dissi che potevano vedere
la cosa più fantastica della grande città con un piccolo extra. E
se fossero stati abbastanza veloci, più veloci di me, e io rallentai
i gesti, li rallentai e il mio Lonny, il mio braccio destro, il mio
complice, Lonny poteva attirare un cliente come nessun altro,
Lonny poteva attirare una mosca come merda fresca, poteva
trascinare Adamo via da Eva, solo con lo sguardo che aveva,
Lonny portava sempre gente a giocare.
(Pausa)
Qualcuno gli ha sparato. Non sanno. Nessuno sa, a nessuno
importa.
(Pausa)
Togliemmo a quell’uomo e a sua moglie centinaia di dollari. No,
migliaia. Gli togliemmo tutto ciò che avevano e tutto ciò che
mai avrebbero voluto avere. Togliemmo al padre i soldi con cui
aveva intenzione di comprare una bicicletta nuova ai suoi figli e
lui pianse in mezzo alla strada mentre noi scomparivamo.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 40
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
Prendemmo alla madre l’assegno di sussistenza, lei ci tirò un
coltello e noi scappammo. Lo lanciò e non aveva una mira di
merda. La gente faceva compere. Avida. Pensare che avrebbero
potuto prendermi e invece erano loro ad essere presi.
(Pausa)
Giurai di smettere con le carte. Qualcosa dentro di me, me lo
disse… Ma io ero bravo.
(Lincoln)
(Lincoln)
(Vede un pacchetto di carte. Le studia come un alcolista
studia una bottiglia. Poi le raggiunge, le solleva con
delicatezza e sceglie tre carte.)
LINCOLN
- Ho ancora i miei gesti. Ho ancora il mio tocco. Ho ancora le
mie battute. Le senti. E non ferisco nessuno, Dio. Link è qui solo
a fregare se stesso.
(Pausa)
Vediamo che cosa abbiamo.
(Si mette a sistemare il gioco delle tre carte. Poi le
rivolta, posa le carte e le sposta. Prima lentamente, senza
scopo, come se facesse delle piccole increspature sul pelo
dell’acqua. Ma poi il gioco lo trascina. Diversamente da
Booth, il gergo ed i movimenti di Lincoln sono abili,
pericolosi, elettrici.)
LINCOLN
- (Sottovoce) Piegati vicino e osservami adesso: chi vede la carta
nera, chi vede la carta nera, io vedo la carta nera le carte nere
vince scegli la carta nera quella che vince, scegli la carta rossa
quella perde, scegli l’altra carta rossa anche quella perde, scegli
la carta nera scegli quella che vince. Guardami come do le
carte. Andiamo.
(Pausa)
(Sottovoce) Chi vede la carta nera chi vede la carta nera? Se
scegli la carta rossa scegli quella che perde, se scegli la carta
rossa, scegli quella che perde, scegli la carta nera, il due di
picche, trova la carta che vince, chi vede il due di picche, quello
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 41
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
che lo vede non smetta mai di guadarmi, adesso mentre do le
carte. Le rosse perdono, la nera vince, segui il due di picche,
segui il due nero. Il due nero ti farà vincere.
(Anche se Lincoln parla sottovoce, Booth si sveglia e
all’insaputa di Lincoln, ascolta intensamente)
(Pausa)
LINCOLN
- (Sottovoce) Con 10 ne vinci 20, con 20 ne vinci 40.
(Pausa)
(Sottovoce) Vi farò vedere le carte: due carte rosse ma solo una
di picche. Il nero che vince è al centro e le rosse che perdono
sono di lato. Se scegli la carta rossa perdi, se scegli l’altra carta
rossa perdi, se scegli la carta nera e vinci. Con una buona scelta
inizi a giocare, con due buone scelte vinci. Guardami, avanti,
adesso guardami.
(Pausa)
(sottovoce) Chi vede quella vincente, chi sa dov’è? Tu lo sai? Sei
sicuro? Avanti allora, metti i soldi dove dice la tua bocca. Mettici
i soldi, non sei un buffone. No? Ah, hai avuto la tua carta ma non
hai avuto coraggio.
(Pausa)
(Sottovoce) Guardami adesso mentre do le carte, guardami
proprio da vicino. Ok, amico, sai qual è il due di picche? Hai
guardato la velocità di Link il treno espresso? Guardavi Link
perché è il migliore? Allora sei sicuro? Eh? Prima punta, poi metti
la tua scommessa e Link ti mostrerà la carta vincente.
(Pausa)
(Sottovoce) 500 dollari? Ecco amico la tua ora, ecco amico il tuo
potere. Deve guardare Link veramente da vicino. Devi essere
l’uomo che sa di più. Ok. Lascia i soldi nella mia mano perché
Link è la persona giusta. Grazie, signore. Questa carta, dice?
(Pausa)
(Sottovoce) Sbagliato! Ah!
(Pausa)
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 42
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Sottovoce) Questo è lo spettacolo. Dobbiamo andare.
(Lincoln posa le carte. Si allontana dal piano di gioco. Si
siede sul bordo della poltrona ma non riesce a togliere gli
occhi dalle carte.)
Intervallo
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
SCENA 5
(Sono passati diversi giorni. Adesso è mercoledì notte.
Booth è seduto con addosso il suo abito nuovo di zecca. Il
piano da gioco adesso non si vede. Nella stanza ci sono un
tavolo con due belle sedie. Il tavolo è coperto da una bella
tovaglia e ci sono dei bei piatti, argenteria, bicchieri di
champagne e candele. Tutto l’apparato di una cena molto
romantica per due. L’intero appartamento infatti segue
l’esempio del tavolo. È stato ripulito considerevolmente.
Ci sono delle tende alle finestre. Un oggetto tipo centrino
sulla poltrona reclinabile. Booth si siede a tavola e da lo
sguardo in giro per assicurarsi che tutto abbia un
bell’aspetto)
BOOTH
- Merda!
(Nota che alcune riviste di donnine nude sono visibili da
sotto il letto. Va verso il letto e le spinge fuori vista.
Torna a sedersi. Si accorge che si vedono ancora. Va al
letto e le spinge un po' di più, alla fine gli dà un calcio.
Poi prende la coperta del letto e la tira verso il basso per
nasconderle. Si risiede. Si alza. Controlla lo champagne in
molto ghiaccio fuso. Controlla il cibo.)
BOOTH
- Il cibo si raffredda, Grace!! Non ti preoccupare amico, verrà,
verrà.
(Si risiede. Va al letto. Controlla l’elasticità. Spiana la
coperta. Controlla due volte le due vestaglie appaiate in
seta, molto costose, con su scritto “Lui” “Lei”. Stende di
nuovo le vestaglie sul letto. Si risiede. Non riesce a fare a
meno di notare che le riviste si vedono ancora. Va al
letto. Le prende a calci con fierezza, poi si mette carponi
e le spinge. Poi inizia a strisciare sotto il letto per
spingerle, ma si ricorda del suo bel vestito e si toglie la
giacca. Dopo un attimo si toglie i pantaloni, e semi-vestito
striscia sotto il letto per dare alle riviste pettegole una
buona spinta finale. Entra Lincoln. All’inizio Booth, ancora
spogliato e in mutande, pensa che si tratti del suo
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 44
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
appuntamento. Quando capisce che è suo fratello fa del
suo
meglio
per
evitare
che
Lincoln
entri
nell’appartamento. Lincoln indossa la sua finanziera e
porta il resto del suo travestimento in una busta di
plastica.)
LINCOLN
- Sei nel mezzo di qualcosa?
BOOTH
- Che diamine ci fai qui?
LINCOLN
- Se sei nel mezzo di qualcosa, posso andarmene. Oppure posso
solo stare tranquillo e solo… cantare una canzone a mente o fare
qualche altra cosa.
BOOTH
- Stanotte la casa ti è interdetta.
LINCOLN
- Sai che quando vivevamo in quell’appartamento di due stanze
con il cortile di cemento sul retro e davanti a casa nient’altro se
non immondizia, mamma e papà, lo facevano nel cuore della
notte io li ho sempre sentiti ma cantavo nella testa, perché, non
so, non potevo sopportare di ascoltare.
BOOTH
- Devi andartene di qui.
LINCOLN
- Avrei inventato tutti i tipi di canzone. Oh mi dispiace, sei
proprio nel mezzo. Non ti agitare, fratello. Non ti agitare. Ehi
Grace, come stai?!
BOOTH
- Non è ancora qui, amico. È in ritardo. Inoltre è una cosa buona
perché non mi sono ancora del tutto vestito. Non avevi
intenzione di passare la serata con degli amici?
LINCOLN
- Sì.
(Booth aspetta che Lincoln se ne vada. Lincoln resta in
piedi nella sua zona.)
LINCOLN
- Ho perso il lavoro.
BOOTH
- Uuuuh.
LINCOLN
- Vado in quel posto in orario come faccio ogni giorno e quel
figlio di puttana mi rifila la balla sui tagli e sulle lamentele di
troppe persone.
BOOTH
- Uuuuh.
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 45
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Mi ha mostrato quel pupazzo di cera… l’ha comprato da un
catalogo.
(Pausa)
Me ne sono andato con addosso ancora il mio travestimento.
(Pausa)
Potrei ritornarci domani. Potrei dirgli che accetterò un altro
taglio sulla busta paga. Questo lo costringerà a riprendermi.
BOOTH
- Link. Sei libero. Non tornare indietro strisciando. Alla fine sei
libero! Adesso puoi fare quello che vuoi. Non sei più vincolato a
quel lavoro. Puoi… puoi fare qualche altra cosa. Qualcosa che ti
paghi meglio forse.
LINCOLN
- Intendi la truffa.
BOOTH
- Forse. Ehi. Grace è in arrivo. Devi andartene.
(Lincoln cade nella sua poltrona. Booth aspetta che lui si
muova. Ma Lincoln non si sposta.)
LINCOLN
- Resterò finché non arriverà. Reciterò per bene. Non ti metterò
in imbarazzo.
BOOTH
- Devi andartene.
LINCOLN
- A che ora arriva?
BOOTH
- È in ritardo. Potrebbe essere qui da un momento all’altro.
LINCOLN
- La incontrerò. L’ho incontrata anni fa. La incontrerò di nuovo.
(Pausa)
Quanto è in ritardo.
BOOTH
- Si presupponeva che fosse qui alle 8.
LINCOLN
- Sono le 2 del mattino passate. Lei è… è in ritardo.
(Pausa)
LINCOLN
- Forse quando arriva potresti mettermi addosso il lenzuolo ed io
fingerò di non essere qui.
(Pausa)
Aspetterò. Quando arriva me ne andrò. Ho bisogno di sedermi.
Sono stato in giro a camminare tutto il giorno.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 46
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Booth)
(Lincoln)
(Booth va al letto e si veste di corsa.)
BOOTH
- Molto carino, vero? La porcellana, l’argento, il cristallo.
LINCOLN
- Grandioso.
(Pausa)
Lo hai rubato?
BOOTH
- Sì.
LINCOLN
- Pensavo che fossi uscito e avessi speso la tua eredità in un
minuto, mi hai fatto pensare, cazzo, Booth… 3-Carte… quel 3Carte è andato ed ha speso la sua eredità e la ragazza è… in
ritardo.
BOOTH
- È roba rubata. Ogni pezzo.
(Pausa)
‘Fanculo a questa attesa di merda.
LINCOLN
- Sarà qui tra un minuto. Non ti agitare.
BOOTH
- Giusto.
(Booth va alla tavola. Si siede. Si rilassa meglio che può)
BOOTH
- Come faccio ad avere una mano per il furto e non avere mano
per dare le carte? In un certo senso è la stessa cosa… devi essere
veloce… e abile. Forse qualche volta mi mostrerai i tuoi
movimenti.
(Lincoln)
(Booth)
(Lincoln)
(Booth)
LINCOLN
- Guarda fuori dalla finestra. Quando vedi Grace arrivare, me ne
andrò.
BOOTH
- Bene. Perché porteresti sfiga, porteresti veramente sfiga.
Forse il fatto che sei qui ha già portato sfiga. Nooo. È solo un po’
in ritardo. Non porti affatto sfiga.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 47
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Booth si siede accanto alla finestra, mentre da delle
occhiate fuori, cerca la donna del suo appuntamento.
Lincoln si siede nella sua poltrona. Trova la bottiglia di
whisky, ne prende un sorso. Poi rovista in giro, trova
l’album di foto consunto. Lo sfoglia.)
LINCOLN
- Qui siamo in quella casa. Ricordi quando ci siamo trasferiti?
BOOTH
- No.
LINCOLN
- Tu avevi 2 o 3 anni.
BOOTH
- Ne avevo 4.
LINCOLN
- Io ne avevo 9. Noi tutti pensavamo che fosse la migliore fottuta
casa del mondo.
BOOTH
- Cemento sul retro e spazzatura davanti, sì, non scendere nella
valle dei ricordi, amico, porterai sfiga alle fama che mi sono
fatto qui dentro. Grace entrerà e arriccerà il naso perché tu hai
avrei gettato il malocchio in questo posto con il tuo lacero
album dei ricordi.
LINCOLN
- Abbiamo avuto dei bei momenti in quella casa, fratello. A
vendere limonata all’angolo, quella casa sull’albero fuori, sul
retro, le estati passate sdraiati per terra a guardare le stelle.
BOOTH
- Cazzo non abbiamo mai fatto niente di tutto ciò.
LINCOLN
- Ma abbiamo avuto dei bei momenti. Quella fila di chiodi che ti
feci allineare dietro la macchina di papà così quando fece
marcia indietro sul vialetto per andare a lavorare…
BOOTH
- Tornò indietro quella notte, fu la sola volta che gli vidi il viso
diventare rosso, quattro copertoni a terra e gridava su come qui
bianchi lo avevano sabotato di nuovo…
LINCOLN
- E nessuno di noi si è fatto avanti. Nessuno di noi gli ha fatto
sapere che eravamo stati noi.
BOOTH
- Era a cena, giusto? Che cosa mangiammo?
LINCOLN
- Cibo.
BOOTH
- Mangiammo costolette di maiale, purè di patate e piselli. Me lo
ricordo perché dovevo guardare quei piselli davvero con
attenzione per non farmi scoprire. E ti davo delle occhiate, ma
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 48
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
non delle vere occhiate, non avrei davvero girato la testa, ma ti
avrei guardato con la coda dell’occhio. Ero certo che ci avrebbe
scoperto e poi ci avrebbe frustato per bene. Ma continuavo a
guardarti e tu eri ghiacciato. Come se non fosse successo niente.
Eri Freeeeeeeeeeeeeeeeeddo.
(Pausa)
Che ore sono?
LINCOLN
- Le tre passate.
(Pausa)
Dovresti chiamarla. Potrebbe esserle successo qualcosa.
BOOTH
- No amico, io sono fico. Sarà qui tra un minuto. La pazienza è
una virtù. Sarà qui.
LINCOLN
- Sembri triste.
BOOTH
- No. Io sono solo, lo sai, sono solo…
LINCOLN
- Fico.
BOOTH
- Sì. Fico.
(Booth viene avanti, prende la bottiglia di whisky e si
versa un bicchiere pieno. Ritorna alla finestra mentre
guarda fuori e beve.)
BOOTH
- Ti danno una liquidazione, al tuo lavoro?
LINCOLN
- La paga di una settimana.
BOOTH
- Grandioso.
LINCOLN
- Li ho scialacquati. Ho speso tutto.
BOOTH
- In cosa?
LINCOLN
- … Li ho solo spesi.
(Pausa)
Sembrava una cosa buona, spenderli. Sembrava veramente
buona. Come ritornare in quei giorni in cui facevo veramente i
soldi. Davo le carte tutto il giorno e camminavo impettito e
andavo in calore tutta la notte. Non dovevo accettare stronzate
da nessun idiota, non dovevo preoccuparmi di venire licenziato
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 49
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
in favore di un dannato pupazzo di cera. Io ero la merda e loro
erano gli idioti.
(Pausa)
Sono ritornato a quei giorni.
(Pausa)
(Pausa)
Perché credi che ci abbiano abbandonato, amico?
BOOTH
- Mamma e Papà? Non ci penso troppo.
LINCOLN
- Non credo che gli piacessimo.
BOOTH
- No. Non era quello.
LINCOLN
- Credo che ci fosse qualcosa là fuori che a loro piaceva più di
quanto gli piacessimo noi e per anni hanno lottato contro ciò che
li spingeva verso quello che apprezzavano di più. Ciascuno di
loro aveva qualcosa di speciale contro cui lottare. Mamma aveva
le sue. Papà i suoi. E loro lottavano, ci trasferimmo da
quell’orrendo appartamento in una casa. Una vera e propria
casa. Non era perfetta ma era una casa e loro l’avevano
comprata e avevano portato noi dentro e tutto quello che c’era
era nostro, pensando che saremmo potuti essere una famiglia in
quella casa, pensarono che non si sarebbero occupati delle
rispettive cose verso cui ognuno di loro lottava. Le loro cose
avrebbero visto la casa e si sarebbero impresse in quella
costruzione e li avrebbero solo lasciati stare. Avrebbero visto
che papà aveva un lavoro e come lucidava le sue scarpe ogni
notte prima di andare a letto, lucidava le scarpe sia che ne
avessero bisogno oppure no, il fatto era che lui lottava contro
qualcosa, se questo qualcosa avesse visto tutto ciò, lo avrebbe
lasciato in pace; e quella cosa verso cui lottava mamma, se
quella cosa avesse visto il cibo sulla tavola ogni notte e avesse
ascoltato la sua voce quando a volte ci leggeva qualcosa, i
vestiti puliti, i bottoni cuciti sopra per bene, l’avrebbe lasciata
in pace. Lasciateci solo in pace, siamo solo persone comuni che
vivono in una casa. Ma quello era troppo da chiedere.
BOOTH
- Almeno eravamo grandi quando si sono divisi.
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 50
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- 16 e 11 anni.
BOOTH
- 16 anni. Quasi. Ed io ero apposto perché c’eri tu.
(Pausa)
Cazzo, amico, non è come se se ne fossero andati tutti e due, lo
stesso giorno, se avessero messo insieme in valigia tutte le loro
cazzate e ci avessero lasciato, così avrebbero potuto divertirsi
nel sole di qualche isola tropicale e tu ed io non avremmo
dovuto lavorare nella melma per sempre. Ma non se ne andarono
insieme. È questa la differenza. Se ne andò lei. Passarono due
anni. Poi se ne andò lui. Come se nessuno di loro riuscisse più ad
occuparsi di noi. Se l’è filata lei poi se l’è filata lui. La faccenda
era troppo costosa, come risolvere l’intero conto del mutuo
familiare. Non li biasimo. Non mi vedi tenere un lavoro fisso.
Perché è una stronzata e io lo so. Ho visto come sono andati in
pezzi ed io non finirò così.
(Pausa)
Per me non è giusto cercare di rendermi l’uomo di una donna,
solo perché lei mi vuole così. Una donna figlia di puttana che
indossa indumenti di gomma. Cazzo. Non io. Entrerà qui e
guarderà tutto con attenzione e cazzo cercherà di vedere quanto
può farmi sgobbare, quanto possa ottenere che io le dia prima di
darmi le mie cose. Cazzo.
(Lincoln)
(Booth)
LINCOLN
- Mamma mi disse che non avrei mai dovuto sposarmi.
BOOTH
- Mi disse la stessa cosa.
LINCOLN
- Hanno dato a ciascuno di noi 500 dollari e poi se la sono filata.
BOOTH
- Ed è quello che intendo fare. Dare ai miei figli 500 dollari e poi
filarmela. Ecco il modo di fare.
LINCOLN
- Non hai figli.
BOOTH
- Avrò dei figli e poi me la filerò.
LINCOLN
- Lasciando a ciascuno dei tuoi rampolli 500 dollari mentre tu te
la dai a gambe.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 51
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- Sì.
(Pausa)
Solo per mostrare che mamma e papà avevano un certo accorto
tra di loro.
LINCOLN
- Spiegati meglio.
BOOTH
- Hanno smesso di parlarsi l’un l’altro. Hanno smesso di gridare
l’uno contro l’altra. Ma avevano un accordo. Da qualche parte
quando sembrò che tutto ciò che avevano era odio, si sono
seduti e hanno pianificato una “fuga”.
(Pausa)
Quando mamma se l’è filata mi diede 500 dollari in banconote
arrotolate e legate strette in una delle sue calze nere di nylon.
Mi disse di metterla in un luogo sicuro, e di spenderli solo in caso
di emergenza, e di non dire a nessuno che ce li avevo, neanche a
te. Due anni dopo se l’è filata papà e prima che se ne andasse…
LINCOLN
- Mi ha passato dieci biglietti da 50 in un fazzoletto pulito:
“Nascondili in un buon posto, non li scialacquare, non dire a
nessuno che ce li hai, specialmente a Booth.”
BOOTH
- Avevano programmato insieme tutto quanto. Ce li hanno dati
separatamente, ma erano d’accordo. Forse sono arrivati nello
stesso posto nello stesso momento, forse hanno rinnovato i loro
voti matrimoniali, forse hanno un'altra famiglia.
LINCOLN
- Forse hanno due nuovi figli. Due maschi. Comunque diversi da
noi. Migliori.
BOOTH
- Forse.
(I loro bicchieri sono vuoti. Anche la bottiglia di whisky è
vuota. Booth prende la bottiglia di champagne dal
secchiello del ghiaccio. Fa saltare il tappo e versa da bere
per suo fratello e per sé.)
BOOTH
- Non mi importava che se ne andassero perché tu eri lì. Ecco
perché sono agganciato sul fatto che noi due lavoriamo insieme.
Se potessimo lavorare insieme sarebbe come ai vecchi tempi.
Loro se l’erano filata e noi avevamo quella stanza nei sobborghi.
Tu avevi finito la scuola ed io avevo smesso di andarci. E
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 52
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
dovemmo correre in giro per fare lavori strani solo per tenere le
luci accese e il riscaldamento in funzione e con la strega della
protezione minorile alle spalle. Eravamo tu ed io contro il
mondo, Link. Potrebbe essere ancora così.
(Lincoln)
(Booth)
(Lincoln)
(Booth)
LINCOLN
- Dare le carte non è così facile come sembra.
BOOTH
- Non sono stupido.
LINCOLN
- Quando ci paravi le spalle eri solo in panchina. La prospettiva
dalla panchina è la prospettiva del consumatore. C’erano un
mucchio di cose che non sapevi.
BOOTH
- Lonny adescava le persone al gioco proprio mentre
passeggiavano. Sembrava che ci fossero due persone di fronte a
te che giocavano, ma facevano solo finta di giocare. Era solo per
creare eccitazione. Tu muovevi le carte così velocemente da
poter sperare che le tue mani fossero più veloci degli occhi dei
tuoi clienti. A volte vincevi a volte perdevi, che cos’altro c’è da
sapere.
LINCOLN
- Quel cliente di solito è chiamato “prescelto”. Lo sai perché?
BOOTH
- Perché tu gli hai messo gli occhi addosso. Lo hai scelto con lo
sguardo.
(Lincoln)
(Lincoln)
BOOTH
- Ho ragione, no?
LINCOLN
- Lascia che ti faccia vedere un po’ di movimenti. Se tu li cogli
avrai una possibilità.
BOOTH
- Il tuo gioco.
LINCOLN
- Prendi queste carte e sistemale.
BOOTH
- Niente scherzi.
LINCOLN
- Sistemale sistemale.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 53
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(In un attimo, Booth sparecchia la tavola romantica,
raccogliendo tutto nella tovaglia e gettandolo da una
parte. Mentre lo fa rivela “il tavolo” che c’è sotto; due
casse spaiate del latte e un cartone che fa da ripiano.
Lincoln posa le carte. Il fratello è pronto. Lincoln inizia a
istruire Booth seriamente.)
LINCOLN
- Il due di picche è la carta che guardi.
BOOTH
- Io lavoro con il due di cuori. Ma picche è fico.
LINCOLN
- C’è quello che dà le carte, c’è il complice, c’è la spalla, c’è il
palo e c’è il Pollo. Io sarò quello che dà le carte.
BOOTH
- Io sarò il Palo. Fammi fare il palo, va bene? Terrò d’occhio i
poliziotti. Ho la mia pistola nei pantaloni.
LINCOLN
- Ce l’hai con te anche adesso?
BOOTH
- La porto sempre.
LINCOLN
- Anche ad un appuntamento? Nella tua stessa casa?
BOOTH
- Non si sa mai, amico.
(Pausa)
Allora, io sono il Palo.
LINCOLN
- Dammi la pistola.
(Booth dà a Lincoln la sua pistola. Lincoln si sposta verso
la seggiolina di legno per spostarla proprio di fronte alla
tavola. Poi mette la pistola sulla sedia.)
LINCOLN
- Non abbiamo bisogno di nessuno che stia all’angolo per tenere
d’occhio i poliziotti perché non ce ne sono. Quello sarà il palo.
BOOTH
- Allora io sarò il Complice.
LINCOLN
- Il complice conosce il gioco alla rovescia. Non sei ancora a quel
punto. Ma ci arriverai. Tu vuoi imparare per bene, sarai la mia
Spalla. Giochi con quello che dà le carte, spingi il Pollo a
puntare i suoi soldi. Vuoi imparare, giusto?
BOOTH
- Sarò la tua Spalla.
LINCOLN
- Bene.
(Pausa)
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 54
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
La prima cosa che impari è qual è. Poi impari quale non è. Non
sai qual è, non sai quale non è, quindi non sai un cazzo.
BOOTH
- Giusto.
(Lincoln)
(Booth)
BOOTH
- Che cosa guardi?
LINCOLN
- Mi faccio un’idea di te.
BOOTH
- Ah sì?!
LINCOLN
- Quello che dà le carte squadra sempre la folla.
BOOTH
- Io sono la tua Spalla, io sono della tua squadra, non devi
squadrare uno della tua banda. Risparmia le occhiate per il tuo
Pollo.
LINCOLN
- Quello che dà le carte squadra sempre la folla. Ciascuno lì
fuori fa parte della folla. La sua squadra fa parte della folla, lui
stesso fa parte della folla. Quello che dà le carte si fa sempre
un’idea della folla.
(Lincoln esamina attentamente Booth un altro po’ e poi si
volta verso una folla immaginaria.)
BOOTH
- Allora che c’è? Allora che c’è?
LINCOLN
- Quello che dà le carte non vuole giocare.
BOOTH
- Stronzo! Avanti me l’hai promesso.
LINCOLN
- Ecco l’atteggiamento di quello che dà le carte. Lui recita come
se non volesse giocare. Si tira indietro e la folla, con la sua
impazienza di vedere il suo talento e la sua volontà di avere
un’occasione, e la loro bramosia di vincere i suoi soldi, con il
cuore in gola, lo sprona e lo spinge a dare le carte, sebbene
quello che dà le carte ovviamente desiderava darle fin
dall’inizio. Solo che non lo dimostra mai.
BOOTH
- Cazzo, è spregevole.
LINCOLN
- Prepara l’umore. Vuoi averli in pugno prima di smazzare una
mano, ok?
BOOTH
- Fico… Ok.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 55
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Bene.
(Lincoln)
(Booth)
BOOTH
- Mi squadri di nuovo?
LINCOLN
- Il lancio delle carte si divide in due parti. Entrambe le parti
sono evidentemente complicate. I movimenti e l’abitudine, la
parola e il passo, il gergo e il l’attimo, l’eccitazione e il colpo:
quello che fai con la bocca e quello che fai con le mani.
BOOTH
- Sparo parole molto bene.
LINCOLN
- Hai bisogno di lavorare su entrambi.
BOOTH
- Ok.
LINCOLN
- Una camminata elegante e una parlata eccezionale cattura
interamente la loro attenzione. Il Pollo si focalizza con 2 organi
primari: i suoi occhi e le sue orecchie. Lasciane fuori uno e hai
perso la maglietta. Cattura entrambi, è la tua occasione d’oro.
BOOTH
- Allora le volte che ti ho visto perdere, quelle volte ho visto il
Pollo che era migliore di te, era la volta in cui le tue mani non
erano abbastanza veloci o il gergo non andava bene.
LINCOLN
- Potremmo dire così.
BOOTH
- Allora ci sono state un mucchio di volte…
(Lincoln sposta le carte in tondo)
LINCOLN
- Vedi quello che faccio? Non guardare le mie mani, amico,
guarda i miei occhi. Sai quella che è e sai quella che non è.
BOOTH
- Qual è?
LINCOLN
- I miei occhi.
BOOTH
- Quale non è?
LINCOLN
- Le mie mani. Guardami gli occhi e non le mani. E tu stai lì a
pensare come cazzo imparerò a dare quelle carte se lo guarderò
negli occhi? Guardami negli occhi e metti a fuoco. Non pensare a
come imparare a come dare le carte. Non pensare a niente.
Guarda solo i miei occhi. Metti a fuoco.
BOOTH
- Sono rossi.
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 56
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Guardami negli occhi.
BOOTH
- Stavi piangendo?
LINCOLN
- Guardami solo negli occhi, stupido. Adesso, guarda in basso
verso le carte. Le sto girando e girando e girando. Pronto?
BOOTH
- Sì.
LINCOLN
- Ok, Spalla, il Pollo ha gli occhi su di te. Devi dimostrargli che è
facile.
BOOTH
- Ok.
LINCOLN
- Prendi il due di picche. Non scegliere tanto per puntare.
BOOTH
- È questa giusto?
LINCOLN
- Non chiedere a quello che dà le carte se è giusto, amico, indica
la carta con sicurezza.
(Booth la indica.)
BOOTH
- Quella.
(Pausa)
Girala.
(Lincoln gira la carta. Infatti è il due di picche, Booth
cammina per la stanza impettito come un gallo. Lincoln è
un po’ depresso.)
BOOTH
- Ho ragione oppure ho ragione?! Fate spazio a 3-Carte! Ecco a
voi il campione!
LINCOLN
- Calmo. Resta a concentrato. Adesso aggiungiamo il secondo
elemento. Ascolta.
(Lincoln muove le carte e parla con una voce bassa e
ipnotica.)
LINCOLN
- Piegati vicino e guardami adesso: chi vede la carta nera chi
vede la carta nera, io vedo la carta nera, la carta vincente,
scegli la carta nera quella vincente, scegli la carta rossa quella
perde, scegli l’altra carta rossa anche quella perde, scegli la
carta nera e scegli la carta vincente. Guardami, do le carte.
Andiamo.
(Pausa)
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 57
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
Chi vede la carta nera chi vede la carta nera? Scegli la carta
rossa e tu scegli quella perdente, scegli la carta rossa, scegli un
carta perdente, se scegli la carta nera, il due di picche scegli la
carta vincente chi vede il due di picche chi la vede, non
smettere mai di guardami adesso, do le carte. Rossa perde nera
vince, segui il due di picche segui il due nero. Il due nero ti farà
vincere. Con una buona scelta entri nel gioco, con due buone
scelte hai vinto. Con 10 ne vinci 20, con 20 ne vinci 40.
(Pausa)
Ti mostrerò le carte: due carte rosse ma solo una di picche. Il
nero che vince è al centro e quelle rosse che perdono di lato.
Scegli la carta rossa, hai una carta perdente, l’altra rossa perde,
la carta nera vince. Adesso guardami guardami guardami.
(Pausa)
Ok, 3-Carte, lo sai quale carta è il due di picche?
BOOTH
- Sì.
LINCOLN
- Sei sicuro? Sì? Sei sicuro sicuro o credi solo di essere sicuro? Sei
sicuro, sei sicuro, eh? Guardavi la velocità di Link il treno
espresso? Guardavi Link perché è il migliore? Allora sei sicuro,
eh? Indica. Adesso metti la tua scommessa e Link girerà la tua
carta.
BOOTH
- Che cosa dovrei scommettere?
LINCOLN
- Non scommettere niente amico, giochiamo soltanto. Dammi il
cinque e indica il due di picche.
(Booth batte il palmo contro quello di Lincoln; poi indica
una carta che Lincoln gira. Infatti è di nuovo il due di
picche)
BOOTH
- Sì, baby! 3-Carte ha il tocco! Tu non lo sapevi fratellino, che
avevi quella roba, eh? Ripensaci, Link, ripensaci.
LINCOLN
- Vuoi imparare o vuoi blaterare?
BOOTH
- Pensavo che avessi delle mani veloci. Che c’è? Che è successo
alla “velocità di Link, il treno espresso”? Si è trasformato in un
treno regione, sembri essere me.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 58
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Quello è tutto il fottuto problema. Sei così impegnato a
blaterare che non hai mai imparato niente! Tu pensi di essere
qualcosa ma non sei un cazzo.
BOOTH
- Io non sono un cazzo. Io sono Il Cazzo. Cazzo. Dov’è il due
nero? Proprio qui! Sì baby!
LINCOLN
- Ok 3-carte. Calmo. Scambiamoci. Prendi le carte e mostrami
che cosa sai fare. Avanti. Solo non toccare le carte troppo
pesantemente… è un tocco leggero. Come tocchi la pelle di
Grace. Oh qualunque sia, amico, solo un tocco leggero. Come un
sussurro.
BOOTH
- Come un sussurro.
(Booth mescola le carte in una maldestra imitazione del
fratello)
LINCOLN
- Bene.
BOOTH
- Sì. Va bene. Guardami negli occhi.
(Il discorso di Booth è gridato e i suoi movimenti sono
goffi. Fa peggio di quando mescolava le carte all’inizio
della commedia.)
BOOTH
- Guardami da vicino guardami da vicino adesso: chi vede la
carta nera chi vede la carta nera? Io vedo la carta nera eccola.
La carta nera vince. Scegli la carta nera e sceglie quella che
vince. Scegli la carta rossa e scegli quella che perde. Qui c’è
quella che perde qui c’è la carta rossa, qui c’è l’altra carta che
perde e qui c’è la carta nera, quella che vince. Guardami da
vicino adesso guardami da vicino: 3-Carte da le carte veloce
come la luce. 3-Carte sono io e sarò l’ultimo. Guardami dare le
carte perché eccoci. Vedi la carta nera? Sì chi vede la carta nera
io la vedo, tu la vedi la carta nera?
LINCOLN
- Ahahahahahahahahahahahahaha!
(Lincoln si piega in due dalle risate. Booth si infila la
giacca e rimette in tasca la pistola.)
BOOTH
- Che c’è?
LINCOLN
- Niente, amico, niente.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 59
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- Cosa?!
LINCOLN
- Sei solo, sei solo un po’ selvaggio con le carte. Parli così forte
che carte o non carte ti rinchiuderanno, amico. Cazzo. Mi ricordi
quella volta quando ti sei unito a noi e ti abbiamo lasciato
provare a fare il complice perché lo volevi così tanto. La truffa
era così semplice. Ricordi? Ti dissi che quando mettevo la mano
sulla tasca sinistra dovevi prendere il pollo e puntare la carta su
quel lato. Devi aver pensato a qualcosa come la sinistra di Link
significa la mia sinistra, o cazzo qualcosa di dislessico e hai
girato la carta sbagliata. C’erano 800 dollari sul piatto e tu hai
fatto una cazzata.
(Pausa)
Ma è stato fico. Fratellino, perché ci siamo rifatti dei soldi. Ha
funzionato bene.
(Pausa)
Allora, sì, ti ho detto un tocco leggero, fratellino. Da le carte in
modo leggero. Come un sussurro.
BOOTH
- Come la pelle di Grace.
LINCOLN
- Come la pelle di Grace.
BOOTH
- Che ore sono?
(Lincoln tira fuori l’orologio. Booth dà un’occhiata.)
BOOTH
- Puttana. Puttana! Ha detto che si sarebbe fatta vedere intorno
alle 8. Alle fottute 8 in punto.
LINCOLN
- Forse intendeva alle 8 del mattino.
BOOTH
- Sì. Verrà qui da me parlando di quanto mi ama. Come non può
smettere di pensare a me. Il cazzo di nessun altro in lei, il coso
di nessun altro in lei, di nessuno, lo giura sulla sua vita.
LINCOLN
- Forse le è successo qualcosa.
BOOTH
- Certo che le è successo qualcosa. Ha cercato di imbrogliarmi.
Io non l’ho imbrogliata. Io non imbroglio nessuno.
LINCOLN
- Siediti. Andrò alla cabina del telefono all’angolo. E …
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 60
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- Il mondo ti mette i piedi in faccia e tu non ti muovi. Dici al
mondo di continuare a calpestarti. Ma io sono proprio un uomo,
Link. Non sono come te.
(Booth esce, sbattendo la porta dietro di sé)
LINCOLN
- Hai ragione.
(Dopo un momento, Lincoln alza le carte. E le mischia
veloce, più veloce, più veloce.)
***
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Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
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***
“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 61
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
SCENA 6
(Giovedì notte. La stanza sembra vuota, come se nessuno
dei fratelli fosse in casa. Entra Lincoln. È sbronzo. Entra a
grandi passi, ma lascia la porta leggermente aperta.)
LINCOLN
- Taaaaaadaaaaa!
(Pausa)
(Pausa)
Taaaaaaaaaaaaadaaaaaaaaaa!
Taaaaaaadaaaaaaaa!
Figlio
di
puttana.
(Pausa)
Booth… ehm 3-Carte… ci sei? No. Bene. Tanto meglio. Ah ah ah
ah ah!
(Estrae un enorme rotolo di banconote dalla tasca. Le
conta, lentamente e con sfarzo, sistema e liscia le
banconote e sussurra la cifra sottovoce. Per bene arrotola
i soldi, li assicura con un elastico e li rimette in tasca. Si
rilassa nella sua poltrona. Poi estrae di nuovo i soldi, li
conta di nuovo, ma questa volta velocemente, con il tocco
di un esperto truffatore)
LINCOLN
- Non sei tornato indietro, Link, ti sei rimesso in sella, cazzo, sì
in sella, amico, ti sei rimesso in affari. Sei entrato da Lucky e
hai visto come ti guardavano? Lucky ha iniziato a versarti da
bere quando sei entrato. E le donne. Hai visto come ti
guardavano. Ho pagato da bere a tutti. Ho pagato da bere a
Lucky. Ho pagato da bere a quel dannato carne di Lucky. Cazzo.
E quelle donne mi stavano attaccate a fare le fusa. Sentivo il
vecchio grido di quel pazzo mestiere. Ho ottenuto più numeri di
telefono in tasca tra il tempo che sono uscito da quella porta e
sono rientrato di quanti ne abbia mai avuti in tutta la mia vita.
Perché la mia fortuna è tornata. Ed è tornato meglio di
quand’era quando l’ho lasciata. Spara. Chi è quell’uomo? Link.
Esatto. Tutte a farmi le fusa addosso e lasciavano che le toccassi
e gli ho promesso fortuna. Tre di loro dolcezze, nel cesso sul mio
cazzo tutte insieme. Io ero lì e la mia fortuna era lì. E Cookie se
***
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Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
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***
“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 62
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
n’era appena andata dalla mia testa che è indifferente che è
molto indifferente. In tre. A lottarci sopra. Cazzo. Perché
sapevano che sono stato a dare le carte. Mi avranno visto
all’angolo con la vecchia banda o se non mi hanno visto con i
loro occhi, hanno sentito parlare di me. Link il casinaro! Ne
hanno sentito parlare e avranno visto la faccia triste di qualche
piccolo coglione o una lacrima nell’occhio per qualche stupido
fottuto turista e hanno immaginato che ero stato io quello che
aveva preso al coglione gli ultimi mille dollari, ero stato io
quello che aveva tutto il bottino del coglione. Lo sapevano. Lo
sapevano.
(Booth appare nella stanza. Stava dietro il paravento. Non
visto per tutto il tempo. Va alla porta, senza fare rumore,
sta lì semplicemente.)
LINCOLN
- Erano tutti da Lucky. Cazzo. E aspettavano me che entrassi
dopo la mia ultima mano. Non si possono trovare così tanti
stupidi in un giorno solo, è un peccato, Link, perciò mi
aspettavano tutti che entrassi lì dentro e lasciassi scorrere il
liquore e facessi andare la musica e lasciassi che i ragazzi che
non hanno le palle non ottenessero niente se non un regolare
impiego e un assegno settimanale, lasciare la folla intorno e
portare dentro in qualche modo l’eccitazione, e trovare la
strada per le signore, così da far sì che le loro mani scorressero
sui miei vestiti e sentissero la magia e immaginassero che uomo
sono, con il coraggio di andare in giro e vivere e respirare
profondamente.
(Pausa)
Tutti pensavano che fossi finito e fuori dal giro! Tutti pensavano
che fossi un qualche figlio di puttana, uno che non conta, uno
che Fu, una causa persa. Ma ho di nuovo la mia fortuna. Esatto.
Mi hanno calpestato e hanno continuato a farlo. Non più. Chi è
quell’uomo?! Numi del cielo, chi è quel….
(Booth chiude la porta)
(Lincoln)
(Booth)
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 63
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Pausa)
LINCOLN
- Un’altra serata da ricordare, eh?
(Pausa)
BOOTH
- Eh… sì, amico, sì. Esatto. Esatto.
LINCOLN
- Anch’io ho avuto una serata memorabile.
BOOTH
- Ho anch’io delle novità. (Pausa) Che è successo?
LINCOLN
- Prima le tue notizie.
BOOTH
- È una cosa buona.
LINCOLN
- Sì?
BOOTH
- Sì.
LINCOLN
- Vai avanti allora.
BOOTH
- (Pausa) Grace si è messa in ginocchio. In ginocchio, amico. E ha
chiesto a me di sposare lei.
LINCOLN
- Cazzo.
BOOTH
- Straordinaria Grace!
LINCOLN
- Sei un uomo fortunato, amico.
BOOTH
- E indovina dov’era, intendo mentre io ero qui che l’aspettavo.
Era a casa a guardare la TV. Le avevo detto di venire giovedì ed
io ho sbagliato tutto e pensavo di averle detto mercoledì ed io
ero qui seduto ad aspettare un cazzo e tutto ciò che lei stava
facendo era guardare la TV.
LINCOLN
- Ma dai.
BOOTH
- Vuole sposarmi subito. Era stanca di aspettare. Sente che il suo
orologio ticchetta e cazzo. Vuole avere mio figlio, ma non
sembra così triste amico, avremo un bambino e gli daremo il tuo
nome.
LINCOLN
- È grandioso amico. È veramente grandioso.
(Lincoln)
(Booth)
BOOTH
- Quali sono le tue novità?
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 64
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- (Pausa) Niente.
BOOTH
- Le mie sono buone notizie, eh?
LINCOLN
- Sì, veramente buone, fratello.
BOOTH
- La cattiva notizia è… beh, lei ha messo su veramente di vivere
insieme. E le è sempre piaciuto questo posto.
(Pausa)
Dovrai andartene. Mi dispiace.
LINCOLN
- Non ti preoccupare. Il tempo solo di fare le valigie.
(Lincoln fruga in giro alla ricerca della valigia e inizia ad
impacchettare le sue cose.)
BOOTH
- Solo così, eh? “Non ti preoccupare”?! Ieri hai perso quel
dannato lavoro. Non hai soldi. Non hai amici, non hai niente, ma
te ne vai proprio così e dici “non ti preoccupare”?!
LINCOLN
- Sei stato molto generoso e tu e Grace avete bisogno che me ne
vada. È ora che mi trovi un posto tutto mio.
BOOTH
- Non ti preoccupare.
LINCOLN
- Non ti preoccupare.
(Pausa)
Ok. Spiffero tutto. Ho un altro lavoro, perciò mi prenderò un
posto tutto mio e non sarà così male.
BOOTH
- Hai un nuovo lavoro? Per fare che?
LINCOLN
- Guardia giurata.
BOOTH
- (Pausa) Guardia giurata. Ma dai!
(Lincoln continua a mettere in valigia le poche cose che
ha. Prende una bottiglia di whisky.)
BOOTH
- Avanti, prendi la tua “medi-cina” fratello. Ne hai bisogno più
di me. Io ho, lo sai, io ho il mio amore che mi riscalda, cazzo.
LINCOLN
- Otterrai qualche tipo di lavoro, o lascerai che sia Grace a
mantenerti?
BOOTH
- Ho dei piani.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 65
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Potrebbe volerti adesso, ma non ti vorrà per molto se non
ottieni qualche tipo di lavoro. È una pollastra astuta. E si
preoccupa di te. Ma non ti permetterà di trattarla come un mulo
mentre lei va fuori a farsi un mazzo a lavoro e tu stai qui
sdraiato a fare progetti e a sognare per nascondere il fatto che
tu non hai alcun talento.
BOOTH
- A Grace davvero non importa niente chi io sia e dove sia,
grazie.
LINCOLN
- Era solo un consiglio. Ma, ehi, ma farai qualcosa di grandioso
proprio come sai fare tu.
(Lincoln)
(Booth)
(Lincoln)
(Booth)
BOOTH
- Quando papà se n’è andato non ha portato niente con sé. Ho
sempre pensato che fosse una cazzata.
LINCOLN
- Era ubriaco. Tutto ciò che fece era sempre metà normale e
metà incasinato.
BOOTH
- Comunque perché ha lasciato i vestiti? Anche gli ubriachi
indossano dei vestiti.
LINCOLN
- Perché ha lasciato i suoi vestiti, perché ha lasciato noi? Era
ubriaco, fratello. Lui… che diamine, no? Intendo, non hai
intenzione di risolverlo pensandoci? Chiamiamolo solo uno dei
grandi misteri irrisolti dell’esistenza.
BOOTH
- Mamma aveva un uomo accanto.
LINCOLN
- Sì? Papà aveva anche la fortuna accanto. Più di una. Mi avrebbe
preso con lui quando venne a trovarci. Sì.
(Pausa)
A volte mi faceva incontrare le signore. Erano tutte molto
carine. Molto gentili. La maggior parte di loro erano veramente
carine. A volte mi lasciava guardare. La maggior parte delle
volte restavo solo di fuori in un portico o nell’ingresso o in una
macchina ad aspettarlo ma a volte mi lasciava guardare.
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 66
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- Com’era?
LINCOLN
- Niente. Non era niente. Lo faceva sembrare come se fosse un
grande trattamento questa cosa grandiosa che mi permetteva di
fargli da testimone, ma non era niente.
(Pausa)
Una di quelle signore mi piaceva, perciò l’avrei fatto con lei
dopo di lui. Anche se di nascosto. Lui sarebbe restato lì sdraiato,
esausto, addormentato a russare, e lei ed io ci saremmo mossi di
nascosto.
BOOTH
- Cazzo.
LINCOLN
- Era bello.
(Lincoln)
(Booth)
(Lincoln prende il suo travestimento sgualcito da Abe
Lincoln dall’armadio. Incerto sul da farsi.)
BOOTH
- Mi mancherà… il tuo tornare a casa con quel travestimento.
Non ho neanche una tua foto in quell’album.
LINCOLN
- (Pausa) Diamine, ce la metterò. Prendi la macchina
fotografica, prendi la macchina fotografica.
BOOTH
- Sì?
LINCOLN
- E che cazzo, no?
BOOTH
- Sì, che cazzo.
(Booth si agita per l’appartamento e trova la macchina.
Lincoln velocemente si mette il travestimento incluse due
sottili strisce di trucco bianco più simili al camuffamento
dei soldati in guerra che come un viso bianco.)
LINCOLN
- Non mi hanno licenziato perché non ero bravo. Mi hanno
licenziato perché ridimensionavano il personale. Mandarmi via
non era in nessun modo condizionato dal mio modo di lavorare. E
io ero considerato un Onesto Abe dannatamente bravo.
BOOTH
- Sì. Sembri un grand’uomo, davvero grande. Mettiti il cappello.
Vai alla luce. Sorridi.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 67
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Lincoln non sorrise mai.
BOOTH
- Certo che sorrise.
LINCOLN
- No, invece, amico, hai visto le sue foto. In tutti i ritratti era
sempre veramente serio.
BOOTH
- Hai ottenuto un nuovo lavoro, hai avuto una buona giornata,
giusto?
LINCOLN
- Sì.
BOOTH
- Allora sorridi.
LINCOLN
- L’istantanea mi farà sembrare veramente stupido…
(Booth prende una foto)
BOOTH
- Farà una gran figura nell’album.
LINCOLN
- Facciamocene una insieme, tu ed io.
BOOTH
- No grazie. Risparmio il rullino per il matrimonio.
LINCOLN
- Non era un cattivo lavoro. Sono solo diventato più grande.
Potrei mettere una parola per te laggiù, forse quando gli affari
riprenderanno, ti assumeranno.
BOOTH
- No grazie. Quella merda non fa per me. Non mi interessa
fingere di essere qualcun altro tutto il giorno.
LINCOLN
- Io me ne stavo solo seduto lì tutto il giorno con quel
travestimento. Non fingevo nulla.
BOOTH
- Che cosa avevi in mente?
LINCOLN
- Cazzo, avrei inventato canzoni.
BOOTH
- E pensavi alle donne.
LINCOLN
- A volte.
BOOTH
- A Cookie.
LINCOLN
- A volte.
BOOTH
- E a come venne qui una notte per cercarti.
LINCOLN
- Io ero da Lucky.
BOOTH
- Lei non lo sapeva.
LINCOLN
- Ero ubriaco.
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 68
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- Tutto ciò che sapeva era che tu non riuscivi a fartelo alzare.
Non riuscivi a fartelo alzare con lei, perciò nella sua testa tu ti
eri stancato di lei ed eri uscito a scoparti qualcuna nuova e
questa volta forse non saresti ritornato mai più.
(Pausa)
Mi fece versarle uno o due bicchieri di liquore. Io non ne volevo.
Lei voleva ritornare da te dopo essersi divertita e quando le ho
detto di uscire a divertirsi, lei ha detto che voleva divertirsi
proprio qui. Con me.
(Pausa)
E poi, proprio così, cambiò idea.
(Pausa)
Ma mi ha incastrato. La parte peggiore di me con cui lottavo
ogni giorno. Tu domi il tuo e quello se ne sta lì morto, ma il mio
continua ad alzarsi per un altro giro. E la parte peggiore di me le
ha tolto i vestiti e l’ha portata a letto e se l’è presa, Link, la tua
Cookie. Non era solo la parte cattiva di me, era tutto me stesso,
amico, l’ho avuta io. La tua dannata moglie. Proprio in quel
letto.
LINCOLN
- Di solito pensavo a lei per tutto il tempo, ma adesso non ci
penso più.
BOOTH
- Le ho detto che se ti avesse mollato l’avrei sposata io, ma ho
cambiato idea.
LINCOLN
- Non penso più a lei.
BOOTH
- Non tornare indietro.
LINCOLN
- No.
BOOTH
- Perché non puoi. Non importa quello che fai, non puoi tornare
indietro per essere quello che eri. La cosa migliore che puoi fare
è solo fingere di essere il tuo vecchio Io.
LINCOLN
- Sei fuori di testa.
BOOTH
- Almeno io sono ancora me stesso!
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 69
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Almeno io lavoro. A te non è mai piaciuto lavorare. Faresti
meglio a escogitare un qualche modo per portare a casa la
pagnotta o Grace ti scaricherà come una pietra rovente.
BOOTH
- Avevo dei piani!
LINCOLN
- Sì, hai intenzione di dare le carte, giusto?
BOOTH
- Giusto!
LINCOLN
- Tu hai due mani sinistre figlio di puttana e non hai una
possibilità di riuscire a tirare fuori il gioco delle carte.
BOOTH
- Sei spaventato. Sei spaventato. Io ho la tua fortuna.
LINCOLN
- Non hai mai avuto intenzione di fare niente.
BOOTH
- Hai paura che darò le carte e ti prenderò a calci nel culo… poi
uscirò e farò il gioco delle carte come te e io sarò un uomo e tu
sarai uno stronzo.
(Pausa)
Io sistemo. E tu lanci le carte. O hai paura?
LINCOLN
- Io me ne vado.
(Lincoln fa per andarsene)
BOOTH
- ‘Fanculo!
(Lincoln)
(Booth)
LINCOLN
- Cazzo. Non sapevo che ti prendesse così tanto fratellino.
Prepara il gioco.
BOOTH
- Pensavo che te ne andassi.
LINCOLN
- Preparalo.
BOOTH
- Ti prenderò a calci nel culo.
LINCOLN
- Preparalo!
(Booth in fretta mette su i cartoni del latte e il cartone
come piano. Lincoln mescola le carte.)
LINCOLN
- Avvicinati e guardami adesso: chi vede la carta nera chi vede la
carta nera, io vedo la carta nera la carta nera vince, scegli la
carta nera quella vince, scegli la carta rossa quella che perde,
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 70
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
scegli l’altra carta rossa che perde, scegli la carta nera, scegli
quella vincente. Chi vede la carta nera chi vede la carta nera?
Scegli la carta rossa scegli quella che perde, scegli la carta rossa
scegli quella che perde, scegli la carta nera, il due di picche
scegli quella vincente, chi vede il due di picche chi lo vede non
smettere mai di guardarmi adesso mentre mischio le carte. Le
rosse perdono, la nera vince, segui il due di picche, segui il due
nero. Il due nero ti farà vincere. Punta 10 ne vinci 20, punta 20
ne vinci 40. Con una buona scelta entri con due buone scelte
vinci.
(Pausa)
Ok, amico, dov’è il due nero?
(Booth indica una carte. Lincoln la gira. È il due di
picche.)
BOOTH
- Chi è l’uomo?!
(Lincoln gira le altre due carte, le guarda confuso)
LINCOLN
- Uuuuuh
BOOTH
- Chi è l’uomo, Link?! Eh? Chi è l’uomo, Link?!?!
LINCOLN
- Tu sei l’uomo, amico.
BOOTH
- Ti ho fatto ingoiare le tue stronzate.
LINCOLN
- Giusto.
BOOTH
- “Giusto”? Tutto quello che dici è “giusto”?
(Pausa)
Eri per strada a dare le carte. Proprio oggi. Non è vero? Non
avevi intenzione di dirmelo.
LINCOLN
- Dirti che cosa?
BOOTH
- Che eri uscito per dare le carte.
LINCOLN
- Certo che avevo intenzione di dirtelo. Non posso andarmene e
lasciare il mio fratellino fuori dell’affare, vero? Non ho detto
niente perché pensavo che tu lo sapessi. È andato tutto bene
oggi ma sono ancora arrugginito, credo. Ma ehi… tu farai affari.
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 71
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- Io andrò lì fuori per strada eppure farò ancora delle cazzate,
non è vero?
LINCOLN
- Sembri piuttosto bravo, fratello.
BOOTH
- Dovrai farlo sul serio, amico.
LINCOLN
- Lo farò sul serio. E tu farai affari.
BOOTH
- Non lo so. Non mi sembra vero. Mi sembra come…. Beh, non mi
sembra reale.
LINCOLN
- Perdiamo gli elementi essenziali. La folla, la strada, il rumore
del traffico, e tutto il resto.
BOOTH
- Perdiamo anche qualcos’altro, la cosa che veramente lo rende
reale.
LINCOLN
- Che, fratello?
BOOTH
- I soldi. Sono solo stronzate senza i soldi. Mettere dei soldi sul
tavolo allora, sarebbe reale, allora faresti sul serio, allora io
vincerei sul serio.
(Pausa)
E non sembrerà tutto così squallido. Lo so che hai i soldi. Una
tasca piena. Mettili giù.
(Lincoln)
(Booth)
BOOTH
- Hai paura di perderli, pollo? Mettili giù, a meno che non pensi
che il ragazzino che ha due mani sinistre, ti darà un gancio col
sinistro. Mettili giù, fratello, mettili giù.
(Lincoln prende il rotolo di banconote dalla tasca e li posa
sul tavolo.)
BOOTH
- Quanto hai lì?
LINCOLN
- 500 bigliettoni.
BOOTH
- Fico.
(Pausa)
Pronto?
LINCOLN
- Ti sembra reale?
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 72
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- Sì. Partiamo da zero. Riprendi da capo. “Una buona scelta ti
farà entrare, con due buone scelte vinci.”
(Pausa)
Avanti.
LINCOLN
- Guardami adesso:
BOOTH
- Wow, amico, wow
(Pausa)
Tu credi che io sia un pollo?
LINCOLN
- No.
BOOTH
- Non hai intenzione di andare a tutta velocità.
LINCOLN
- Avevo appena iniziato.
BOOTH
- Ma quando iniziavi a farlo per bene, non avevi intenzione
andare a tutta velocità. Non andavi a tutta velocità. Avevi
intenzione di fare cazzate, ma farlo seriamente.
LINCOLN
- Ho messo giù i miei soldi. I soldi lo rendono reale.
BOOTH
- Ma non se io non metto i soldi nella partita.
LINCOLN
- Tu non hai dei soldi.
BOOTH
- Ho dei soldi!
LINCOLN
- Non hai lavorato per anni. Non hai un cazzo.
BOOTH
- Ho dei soldi.
LINCOLN
- Che cosa sei stato a fare, scremare il mio assegno settimanale
e a metterli da parte.
BOOTH
- Ho dei soldi.
(Pausa)
(Restano lì in piedi a squadrarsi l’un l’altro. Booth si
allontana, va verso il suo nascondiglio da cui prende una
vecchia calza di nylon con i soldi in punta, un nodo tiene
stretti i soldi.)
(Lincoln)
(Booth)
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 73
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- Lo sai che metteva la sua roba nelle buste di plastica? Metteva
le sue cose proprio nelle buste di plastica, non le metteva ma le
gettava. Gettava le sue cose nelle buste di plastica e io restavo
lì sull’uscio a guardarla e lei era così impegnata a ficcare quelle
cazzate che non mi vide. “Non sono fatto di soldi” questo è
quello che diceva lui. Il ragazzo che aveva accanto. Li ho beccati
insieme qualche volta. La prima volta feci sega a scuola ed ero
stanco di andare in giro, perciò tornai a casa… mi immaginavo
che avrei potuto dire a mamma che stavo male e pararmi il culo.
Sono entrato in casa molto lentamente perché stavo male e mi
muovevo lentamente e in silenzio. Lui era piegato in avanti.
Avevano i vestiti addosso come se fossero sul punto di fare
qualcosa come uscire a ballare perché erano vestiti da sera ma il
minuto dopo gli caddero i pantaloni e a lei volò via il vestito e
finirono per fare qualcos’altro.
(Pausa)
Non mi videro entrare, non mi videro guardarli, non mi videro
uscire. Era un giovedì. Qualcosa mi disse di marinare la scuola il
giovedì seguente ed ero abbastanza sicuro… Lui era l’uomo del
giovedì. Ogni giovedì. Sì. E il giovedì notte lei era sempre tutta
pulita e fresca e profumata. Serviva la cena. E papà l’avrebbe
afferrata perché era tutta luminosa e lei mi avrebbe guardato
come se non sapesse che io sapevo ma mi chiedesse di non dire
niente. Mi chiedeva di… oh chissà.
(Pausa)
Parlava con lui un giorno, con il suo compare, il suo damerino
del giovedì, il suo uomo nell’armadio, aveva bisogno di soldi, per
qualcosa, c’era stato qualche tipo di problema, qualche tipo di
errore… era stato fatto qualche errore che aveva bisogno di farsi
sistemare e lei chiedeva al signor Giovedì dei soldi per
occuparsene. “Non sono fatto di soldi” diceva lui. E puntava i
piedi. E poi al secondo mese lei ancora non lo dimostrava, forse
se ne sarebbe sbarazzata, forse no, forse si sarebbe infagottata
con tutte le sue altre cose nelle buste di plastica mentre lui
aspettava di fuori in macchina con il motore acceso. Doveva
sapere che io sarei entrato e andato da lei stavolta perché lei
***
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***
“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 74
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
aveva il mio pagamento… la mia eredità… aveva preparato tutto
per me. 500 dollari in una calza di nylon. Sì.
(Posa la calza di nylon imbottita sul tavolo accanto il
rotolo di soldi di Lincoln)
BOOTH
- Adesso è reale.
LINCOLN
- Non mettere quelli.
BOOTH
- Da le carte.
LINCOLN
- Non voglio giocare.
BOOTH
- Da quelle cazzo di carte, amico!!!
LINCOLN
- (Pausa) Due carte rosse ma solo una nera. Scegli la carta nera
scegli quella vincente. Tutte le carte sono coperte indica le
carte e poi spostale, adesso guardami, adesso guardami da
vicino. Metto il due vincente al centro, metto il rosso che perde
sui lati, poi sposto solo le carte. Le muovo lentamente le muovo
velocemente, Link il re alla fine è tornato.
(Pausa)
Dov’è il due di picche?
(Booth scegli una carta e sceglie bene)
BOOTH
- AH!
LINCOLN
- Una buona presa ti fa entrare nel gioco, con due buone prese
vinci.
BOOTH
- Lo so amico, lo so.
LINCOLN
- Faccio solo un po’ di conversazione.
BOOTH
- Da quelle fottute carte!
(Lincoln da le carte)
LINCOLN
- Piegati in avanti e guardami adesso: chi vede la carta nera chi
vede la carta nera io vedo la carta nera la carta nera che vince
scegli la carta nera che vince scegli la carta rossa che perde
scegli l’altra carta rossa che è l’altra carta perdente, scegli la
carta nera e scegli quella che vince. Guardami mentre do le
carte. Ecco andiamo.
(Pausa)
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 75
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
Vi mostro le carte: 2 carte ma solo una di spade. La nera
vincente è al centro e le due rosse sono ai lati. Scegli la carta
rossa e quella perde scegli l’altra carta rossa quella perde, scegli
la carta nera e hai una vincente. Guardami guardami guardami
adesso.
(Pausa)
Chi vede la carta nera chi vede la carta nera? Scegli la carta
rossa scegli una che perde, scegli la carta rossa scegli una che
perde scegli la carta nera il due di picche scegli una carta
vincente chi vede il due di picche chi è che vede? Non smettere
mai di guardarmi mentre do le carte. Le rosse perdono la nera
vince segui il due di picche segui il due nero. Il due nero ti farà
vincere.
(Pausa)
Ok 3-carte, lo sai quale carta è il due di picche? Adesso questo è
per davvero, amico. Scegli la carta sbagliata e io avrò il tuo
gruzzolo e mi terrò il mio.
BOOTH
- Io scelgo bene e mi prendo le tue cazzate.
LINCOLN
- Sì.
BOOTH
- Inoltre ti batto sul serio.
LINCOLN
- Sì.
(Pausa)
Tu credi che noi siamo veramente fratelli?
BOOTH
- Eh?
LINCOLN
- Io so che noi siamo fratelli, ma noi siamo veramente fratelli,
sai, fratelli di sangue o no, tu ed io, che ne pensi?
BOOTH
- Credo che siamo fratelli.
(Booth)
(Lincoln)
(Booth)
(Lincoln)
(Booth)
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 76
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Lincoln)
LINCOLN
- Avanti amico, dov’è il due?
(In un lampo Booth indica una carta.)
LINCOLN
- Sei sicuro?
BOOTH
- Sono sicuro!
LINCOLN
- Sì? Non toccare le carte, adesso.
BOOTH
- Sono sicuro.
(I due fratelli chiudono gli occhi. Lincoln volta la carta che
Booth ha scelto e Booth, con una disperata interruzione di
concentrazione, abbassa lo sguardo per vedere che ha
scelto la carta sbagliata.)
LINCOLN
- Due di cuori, fratello. Mi dispiace. Il due di picche era questo.
(Pausa)
Credo che tutto questo sia mio.
(Fa scivolare i soldi verso di sé)
LINCOLN
- Avevi quasi ragione. Sarai più fortunato la prossima volta.
(Pausa)
Non è colpa tua se i tuoi occhi non sono veloci. E non puoi farci
niente se hai due mani sinistre, giusto? Dare le carte non è tutto
il mondo. Avrai altre cazzate da andare a fare. Hai Grace.
BOOTH
- Giusto.
LINCOLN
- Che succede?
BOOTH
- Mmm?
LINCOLN
- Che c’è?
BOOTH
- Niente.
LINCOLN
- (Pausa) Si capisce che c’è un certo tipo di intelligenza per
giocare a questo gioco.
(Pausa)
Ho ancora il tocco, giusto?
BOOTH
- Sì hai ancora il tocco.
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 77
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Lincoln non può farne a meno. Ridacchia.)
LINCOLN
- Non rido di te, fratello. Rido soltanto. Cazzo, è troppo questo
gioco. Questo gioco… questo gioco è solo troppo.
(Lincoln mentre ridacchia ancora, si lascia cadere nella
poltrona. Solleva la calza di nylon e si gingilla con il
nodo.)
LINCOLN
- Certo che l’ha legato stretto, vero?
BOOTH
- Sì. Non l’ho aperto da quando me l’ha dato.
LINCOLN
- Non dirai sul serio. 500 dollari e tu non li hai mai aperti? Cazzo.
Certo sono legati stretti. Ha detto che qui ci sono 500 bigliettoni
e tu non hai disfatto il nodo per dare un’occhiata ai soldi? Non
hai avuto bisogno di sbirciare in tutti questi anni? Cazzo. Io li
avrei aperti subito. Solo per darci una sbirciata.
BOOTH
- Li stavo mettendo da parte.
(Pausa)
Oh, non aprirli amico.
LINCOLN
- Come?
BOOTH
- Li hai vinti amico, non devi aprirli.
LINCOLN
- Vedremo che cosa c’è dentro.
BOOTH
- Sappiamo che cosa c’è dentro. Non aprirla.
LINCOLN
- Sei un pollo, fratello. Potrebbero esserci milioni qui dentro!
Potrebbe non esserci niente! L’aprirò io.
BOOTH
- No.
(Lincoln)
(Booth)
(Pausa)
LINCOLN
- Cazzo questo nodo non si apre. Potrei tagliarlo ma rovinerebbe
tutto l’effetto, non è vero? Cazzo. Mi dispiace. Non rido di te,
rido e basta. Ci sono così tante cose sulle carte. Credi di poter
impararle solo guardando e solo giocando ma ci sono più cose di
così sulle carte. E…. dimmi una cosa, signor 3-Carte, ti ha dato
questa calza e ti ha detto che dentro c’erano i soldi e poi se n’è
***
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 78
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
andata e tu dici di non averla mai aperta. Come sai che lei
faceva sul serio?
BOOTH
- Faceva sul serio.
LINCOLN
- Come lo sai? Avrebbe potuto raggirarti, fratello. Raggirati che
lì c’erano i soldi in questa cosa. Raggirarti di gran classe. È come
con le carte. E oooooooooooh certamente c’è voluta
perseveranza. Ma tu avevi una tale fretta di imparare l’ultima
mossa che non ti preoccupavi di imparare la prima. Ecco qual è
stato il tuo errore. Perché è la prima mossa che separa il
giocatore da quello che viene giocato. E la prima mossa è sapere
che non c’è alcuna vittoria. Taaaadaaa! Ti deve sembrare che tu
abbia una possibilità ma l’unica volta in cui tu scegli la carta
giusta è quando l’uomo te lo lascia fare. Ma quando il piatto è
reale, quando quel cazzo di pitto è reale, fratello, e i soldi sono
sul piatto, ecco quando quell’uomo non vorrà farti scegliere
giusto. Vorrà che tu sbagli perciò lui ti farà sbagliare. Sbagliare
sbagliare sbagliare. Oooooooh, pensavi che alla fine sarebbe
successo, non è vero? Pensavi che la tua barca fosse arrivata o
che altro, eh? Pensavi di essere il Giocatore. Ma io ti ho giocato,
fratello.
BOOTH
- Vaffanculo. Vaffanculo. VAFFANCULO VAFFANCULO!!!
LINCOLN
- Comunque, amico. Maledizione, questo nodo è stretto. Lo
taglio.
(Lincoln raggiunge il suo stivale, estrae un coltello.
Ridacchia nel frattempo.)
LINCOLN
- Non rido di te fratello. Rido e basta.
(Booth ridacchia con lui. Lincoln tiene in alto il coltello
pronto a tagliare la calza.)
LINCOLN
- Gira la testa. Non devi voler guardare.
(Booth si gira leggermente. Entrambi continuano a
ridacchiare. Lincoln abbassa il coltello per tagliare la
calza.)
BOOTH
- Le ho sparato.
LINCOLN
- Eh?
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 79
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
BOOTH
- A Grace. Le ho sparato. A Grace.
(Pausa)
Chi cazzo pensava di essere per farmi quello che mi ha fatto.
Dirmi che non avrei combinato niente. Le ho dimostrato che
avrei combinato qualcosa. Le ho sparato per bene. Due volte.
Tre volte. Assolutamente.
(Pausa)
Non è morta.
(Pausa)
Non indossava l’anello che le avevo regalato. Ha detto che era
troppo piccolo. Fanculo. Diceva che le faceva male. Ha detto di
essere in delle cose troppo grandi. Fanculo. Lei vive per non
preoccuparsi, ci va tranquilla, lei è viva è viva…
LINCOLN
- Morta. Lei è…
BOOTH
- Morta.
LINCOLN
- Ti restituirò la tua calza, amico. Ecco fratello…
BOOTH
- È solo che non riesco a sopportare più quella cazzata del
fratellino. Non riesco proprio a sopportarlo. Te lo dico…
LINCOLN
- Riprenditela, amico…
BOOTH
- Quella cazzata del fratellino che doveva andare…
LINCOLN
- Calmo…
BOOTH
- Come andava Booth…
LINCOLN
- Ecco, 3-Carte…
BOOTH
- Quel cazzo di Booth è finito. 3-Carte, lui adesso è un uomo…
LINCOLN
- Ti ridò la tua calza, 3-Carte…
BOOTH
- Chi è l’uomo adesso, eh? Chi è l’uomo adesso?! Pensi di
potermi fottere, figlio di puttana ripensaci figlio di puttana
ripensaci! Pensi di potermi prendere come se fossi un pollo
qualunque uno con due mani sinistre un frocio succhiacazzi, un
pollo che puoi prendere e poi deridere. Non ridere di me, tu ridi
solo dei soldi, stronzate, e lo sai.
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ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 80
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
LINCOLN
- Ecco. Prendili.
BOOTH
- Non ne avrò bisogno. Avanti. Li hai vinti aprili.
LINCOLN
- No grazie.
BOOTH
- Aprili aprili aprili aprili. APRILI!!!
(Pausa)
Aprili fratello.
(Booth)
(Lincoln)
(Lincoln abbassa il coltello per tagliare la calza. In un
attimo Booth afferra Lincoln dalle spalle. Estrae la pistola
e la spinge nel lato sinistro del collo di Lincoln. Si
interrompono a mezz’aria.)
LINCOLN
- No.
(Booth spara a Lincoln. Lincoln scivola in avanti, cade
dalla poltrona sul pavimento. Giace a terra morto. Booth
cammina avanti e indietro come una pantera in gabbia,
tenendo la sua pistola.)
BOOTH
- Credi di potermi prendere la mia merda? La mia merda. Quella
merda è mia. L’ho presa io. L’ho messa da parte. In tutto questo
tempo. In ogni circostanza. Attraverso ogni cazzo di circostanza,
figlio di puttana. E tu te ne vieni solo qui su e prendi in giro la
mia merda e mi chiami “uno con due mani sinistre” mi parli di
come lei mi avrebbe raggirato e poi me la rubi? La mia eredità.
Mi rubi la mia eredità, amico. Non è giusto. Non è giusto e tu lo
sai. Avevi la tua. E l’hai scialacquata. L’hai scialacquata figlio di
puttana! Io ho messo da parte la mia e tu hai scialacquato la
tua. Penso che tutta la tua l’hai scialacquata. E io ho messo da
parte la mia.
(Pausa)
Non ne avrai più bisogno del tuo fottuto rotolo di soldi, figlio di
puttana, perciò li prenderò io.
(Pausa)
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
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“Topdog Underdog” di Suzan Lor-Parks
p. 81
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
Adesso guardami da vicino guardami da vicino: io me vado lì
fuori e mi faccio un nome e non avrò niente a che fare con te. E
3-Carte sarà nelle menti di tutti e sulla bocca di tutti com’era
Link.
(Pausa)
E mi riprendo anche la mia eredità. Era mia comunque. Anche
quando me l’hai rubata era ancora mia perché lei l’aveva data a
me. Non l’aveva data a te. E l’ho messa da parte in tutto questo
tempo.
(Si piega a raccogliere la calza piena di soldi. Poi si
accascia appena. Mentre si siede accanto al cadavere di
Lincoln, la calza con i soldi cade. Booth afferra il corpo di
Lincoln, lo abbraccia stretto. Singhiozza.)
BOOTH
- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!
FINE
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
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