L`evasione è una piaga anche in Brianza Ma c`è chi la
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L`evasione è una piaga anche in Brianza Ma c`è chi la
WAVE TANGRAM Mensile di attualità, cultura e politica di Monza e Brianza. Anno X - Ottobre 2012 - Euro 5 MONZACLUB anno X - n. 76 - ottobre 2012 PAVIMENTI IN ACCIAIO PER L’ARCHITETTURA n° 76 La rivista della nuova Provincia. novitA´ villa reale Se “reale” non è soltanto la reggia social mal d’africa La storia di Eleonora Bernardini living biennale La Brianza in mostra a Venezia L’evasione è una piaga anche in Brianza Ma c’è chi la combatte ogni giorno WAVE STEELS È COMMERCIALIZZATO DA STAINLESS PRODUCTS S.R.L. VIALE DELLE INDUSTRIE, 9 - 20040 CAMBIAGO (MI) ITALY - TEL. +39 02.959.499.640 - FAX +39 02.959.499.641 WWW.WAVE-STEELS.IT MONZACLUB MARIO SALERNO LEGALITà È sinonimo di civiltà EDITORIALE Simona Calvi Ed ecco a voi, la Super Provincia È notizia di queste ore (mentre sto scrivendo) che il Governo ha messo mano al capitolo Province. Lo si sapeva, era una decisione attesa e per molti versi, nei suoi contenuti, ampiamente scontata. Personalmente ho nutrito il mio scetticismo su un’eventuale salvezza tout court per mesi. Le previsioni, infatti, volgevano al brutto. Ed infatti la bozza prevede che Monza e Brianza si fondano con Como e Varese. Una super Provincia che assomiglia ad una Regione. Senza però le stesse compentenze nè gli stessi trasferimenti. E volendo, se l’obiettivo era quello di ridurre in modo consistente il numero di Enti territoriali (e di spese annesse) si può dire che la soluzione scelta ha rispecchiato perfettamente i criteri adottati. Certo, poi, altra cosa è dire che sia territorialmente applicabile e vincente. Inutile ricordare le differenze “di campanile” che separano la Brianza da Como e quelle, a sua volta, che allontanano quest’ultima da Varese. Ma, come ho scritto, sono spesso campanili. Sinceramente devo dire che il dibattito che ha preceduto l’uscita di questa bozza non ha contribuito a cancellare l’impressione che tutte queste differenze non siano in realtà che un modo per difendere con le unghie e con i denti privilegi acquisiti nel corso del tempo. Tra parentesi, è del tutto evidente che, ad esempio, la presenza sul territorio di una Prefettura o di un Comando provinciale dell’Arma o della Guardia di finanza o ancora di una Questura sia comprensibilmente ritenuto un “plus” da cui non separarsi. Ma detto questo, mi pare che il resto non sia che politica. Dunque tutto comprensibile, ma se si vuole anche un pochino deprimente. Piuttosto credo che per trarne 1 MonzaClub i migliori vantaggi sia necessario guardare a questa soluzione come ad una occasione nuova per fare qualcosa di buono. Non che manchino gli ambiti d’intervento (vogliamo parlare dello stato delle infrastrutture?) e nemmeno le possibilità di attuare progetti su vasta scala considerato inoltre che le tre Province presentano condizioni economiche più o meno simili, con un benessere, pur nella crisi, che dovrebbe far tirare un sospiro di sollievo. A mancare - e molti sono i politici ad essersene resi conto per tempo - saranno le poltrone. Una revisione che ridurrà in modo consistente le rappresentanze. Ma sono certa che anche questa potrebbe essere una buona occasione per rivedere i criteri di scelta di coloro che ci rappresenteranno. Insomma, pochi ma buoni. Naturalmente tutto quello che ci stiamo dicendo potrebbe anche non trasformarsi mai in realtà. La Corte di Cassazione, infatti, dovrà a breve pronunciarsi sui ricorsi avanzati da alcune Regioni contro il decreto Salva Italia. Se la Consulta propenderà per l’incostituzionalità del decreto, che prevede appunto il riordino delle Province, allora la bozza del Governo diventerà carta straccia. Tutto resterà come prima e della faccenda dovrà occuparsene, se lo farà, il nuovo governo politico. Anche su questo esprimo qualche riserva nel senso che non credo che i giudici si esprimeranno in termini diversi, ma non si sa mai. Quindi, accanto alla legittima protesta, sarebbe utile considerare anche l’ipotesi che la fusione diventi realtà. E trarne i maggiori benefici. Che non solo soltanto il capoluogo. L’eleganza è di casa ovunque tu sia Abbonati a un anno di novità, notizie e personaggi [email protected] tel. 039 5961874 OTTOBre in questo numero 66 12 48 6 I numeri del mese 8 Una nuova America salverà l'Europa? 9 Le suffragette al tempo del Martini 10 La comunicazione di pubblica utilità 11 Il rasoio di Occam e il problem solving 12 Italia-Cina, così lontano così vicino 14 Elezioni Usa: il senso degli indecisi per il voto 18 Se di Reale non c'è solo la villa... 22 Vision Plus, dieci anni di emozioni 24 Buono e anche bello 26 Cartoline da Gp 28 Mario Salerno: I furbetti non sono più di moda 34 Eleonora Bernardini: Il mio mal d'Africa 38 La Brianza? Si mette in mostra 44 La bouillabaisse - Food Fighter 48 Chiodo scaccia chiodo? 52 La guerra dei tablet 54 L'oggetto del desiderio: maxi grandangolo per Iphone 56 Audi A3: finalmente in concessionaria 60 Giovani motociclisti 62 MMT: metti un week-end di corsa in Autodromo 64 Guido Cappellini, la classe non è acqua... 66 La terra rossa dà buoni frutti 68 Il Challenge Regionale Golf Lombardia 72 La storia in una mappa 74 Monza vista dai campanili 76 La consulenza, base per futuri investimenti 77 Tempo determinato: cosa è cambiato 78 Regime condiviso: la madre sceglie? Il padre non paga 79 Danni da incendio: attenzione a quelli immateriali 14 64 34 MONZACLUB Periodico registrato presso il Tribunale di Milano al n.242 Registro stampa periodica PERIODICO REALIZZATO DA: Monza Club Edizioni srl Piazza Carrobiolo, 5 20900 Monza Tel. 039/5961872 e-mail: [email protected] Prezzo di copertina: 5 euro DIRETTORE RESPONSABILE Simona Calvi caporedattore Raffaele Pozzi 3 MonzaClub GRAFICA BIMAGE communication srl Via A. Volta, 94 20832 Desio Tel. 0362/306929 e-mail: [email protected] www.bimage.it PUBBLICITÀ Monza Club Edizioni srl Tel. 039/5961874 e-mail: [email protected] STAMPA Grafiche Scotti spa Via Puccini, 16 20031 Cesano Maderno (MB) Contributors settembre 2012 MARCO COLOMBO Ingegnere, MBA Bocconi e TGMP alla Harvard Business School. Fondatore e CEO di Partecipazioni Industriali, holding operativa attiva in diversi settori: media e pre-stampa (CLX Europe), impiantistica industriale e TLC (Gruppo BMS Impianti), prodotti in vetroresina per nautica e edilizia (Resin Glass Lissone) e mobilità sostenibile (share - lock sistemi per biciclette). Già Presidente dei Giovani Imprenditori di Monza e attualmente membro della Giunta Nazionale di Confindustria, è Area Leader della Bocconi Alumn Association per Monza e Brianza. MARTINA SASSOLI Una laurea alla Bocconi, è giornalista professionista e appassionata di politica. Già consigliere comunale, è stata dal 2007 al 2012 assessore alle Politiche giovanili e alle Pari opportunità del Comune di Monza. Dal 2005 è alla guida del movimento Giovane Italia Monza e Brianza e ricopre il ruolo di vicepresidente nazionale della leva giovanile azzurra. L’impegno istituzionale l’ha portata a diventare anche presidente di Anci Giovani Lombardia. Attualmente divisa tra Milano e New York sta seguendo la campagna elettorale per le presidenziali Usa dal comitato del candidato repubblicato Romney. GIANCARLO CAZZANIGA Esperto in comunicazione e appassionato di sport, da trent’anni dei suoi 58 è alla guida di Publitrust, agenzia specializzata nel settore advertising e comunicazione, pluripremiata nel corso degli anni per serietà e creatività. Accanto all’attività imprenditoriale, è stato anche insegnante di Comunicazione e marketing per corsi specialistici finanziati da Enti pubblici. Nel 2008 ha ricevuto da Confindustria la medaglia d’oro al merito industriale. Nel corso della sua carriera ha anche ricoperto ruoli istituzionali nell’associazione degli imprenditori monzesi e brianzoli dove si occupa soprattutto di Terziario avanzato. CLAUDIO MARTELLI Nato a Londra nel 1961, dopo una lunga carriera in multinazionali dell’energia e collaborazioni con Enti pubblici territoriali, ha dato vita al gruppo CM Associati, team di professionisti che da oltre vent’anni lavora a stretto contatto con le aziende per fornire consulenze ed elaborare strategie vincenti nell’affrontare l’attività professionale. È inoltre consulente strategico per lo sviluppo e il consolidamento sul mercato di aziende, Enti e studi professionali. Dopo Milano e Lugano, CM Associati ha aperto una nuova sede a Gallarate. MASSIMO PRINA Promotore finanziario a partire dal mese di novembre del 1995, iscritto all’Albo nazionale dei Promotori finanziari, attualmente svolge la sua attività per una banca leader nel Private Banker. Con una lunga e importante esperienza anche in campo assicurativo e del credito. La sede principale è quella monzese di piazza Garibaldi 8 (info: 348/4129661 039/2358011), ma l’attività si svolge su tutta la provincia di Monza e Brianza. La conoscenza del mercato azionario, la passione per l’economia e la capacità di relazionarsi con il pubblico sono i suoi tratti distintivi. 4 MonzaClub nazionali ed internazionali nel settore del motociclismo. Ha pubblicato il suo primo libro a 24 anni e da lì ne sono seguiti più di 15 tradotti in 4 lingue. Nel 1997 ha vinto l’Euro Press Awards. È stato l’ufficio stampa di Honda HRC e di Yamaha Motor Europe. Oggi gestisce un’agenzia pubblicitaria, dove fotografia e giornalismo sono protagonisti. RICCARDO TAGLIABUE Appassionato di fotografia e di motori fin da giovanissimo, un monzese doc che ha unito queste due passioni e ne ha fatto una professione. La sua prima foto è stata pubblicata sulla Gazzetta dello Sport quando aveva solo 17 anni e per 12 ha girato il mondo collaborando con testate GRETA LEONI Titolare dello Studio Leoni di Milano, è consulente del lavoro nel capoluogo lombardo. Attualmente si divide tra Milano e gli Stati Uniti dove sta maturando un’importante esperienza lavorativa presso la sede delle Nazioni Unite. Studio Leoni Via Statuto, 4 20121 Milano Tel. 02 36573500 - Fax 02 62910074 [email protected] www.studioleoni.it RAMONA BRIVIO Classe 1982, nasce, vive e soprattutto lavora in Brianza. Laureata in Comunicazione d’impresa, ha conseguito anche un master in Media Relations alla Business School del Sole 24 Ore. È Socia del Rotary Club Colli Briantei. È la fondatrice di Tramite R.P. Comunicazione, agenzia di comunicazione iscritta a Cdo Monza Brianza e Vera Brianza. È giornalista e socio professionista della Federazione Italiana Relazioni Pubbliche. GUIDO ONGARO Proprietario del ristorante Osteria la Lira, sta attualmente portando avanti l’attività cinquantennale della madre trasformando col passare del tempo una tradizionale osteria di quartiere in un locale al passo con i tempi. Appassionato di arte, ha trasferito questa sua passione anche all’interno del suo ristorante, trasformandolo in una vera e propria chicca, ispirata all’arte e al design. Senza dimenticare però le radici della cucina tradizionale cui dedica una parte della ricca offerta del ristorante. ANNALISA MANZIONE Beyourself 4u é una realtà che nasce in Brianza, dall’idea di una giovane donna che ha deciso di fare del proprio dono una professione. Di mettere a disposizione una dote innata, accompagnata da anni di studio e di esperienza presso grandi nomi della moda, per aiutare uomini e donne di qualsiasi età a riconoscere, valorizzare e sfruttare al massimo il proprio potenziale. L’obiettivo è quello di aumentare a livello esponenziale le possibilità di riuscita di ogni cliente in tutti gli ambiti della vita di relazione. Essere soddisfatti del proprio aspetto, piacersi, è il primo e fondamentale passo per piacere agli altri e avere successo. LUCA TOMMASI È nato a Monza nel 1972. È stato banditore e direttore della sede milanese di Finarte Casa d’aste. Attualmente, dirige uno spazio espositivo a due passi dal Duomo di Monza e conduce trasmissioni televisive dedicate al mercato dell’arte. Collabora da diversi anni con istituzioni italiane per l’organizzazione di mostre d’arte e attualmente riveste il ruolo di direttore artistico della Galleria civica E. Mariani di Seregno. Ha all’attivo numerose pubblicazioni d’arte edite da primarie case editrici nazionali. 5 MonzaClub I numeri del mese I milioni di euro d’indotto generati dalla settimana della Moda milanese. Superiore di circa un milione, secondo le elaborazioni su dati Registro imprese e stime dell’ufficio studi di Camera di commercio di Monza e Brianza, distribuiti soprattutto tra alloggio (17 milioni di euro) e shopping e ristorazione (più di 8 milioni di euro). Dell’indotto complessivo quasi 20 milioni ricadono sul territorio milanese, oltre 4 milioni nel comasco, 2,8 a Varese e più di 1 milione di euro in Brianza. I visitatori che da venerdì 21 a domenica 30 settembre hanno sancito il successo della decima edizione di Ville Aperte. Oltre 80 i siti aperti nei 39 Comuni del territorio di Monza e Brianza, del lecchese e del milanese. Dai dati raccolti, suddivisi per comuni, emergono le top five di gradimento: l’area del vimercatese si conferma, anche quest’anno, la prima in classifica con un totale di 2.898 presenze tra Palazzo Trotti, Villa Sottocasa, Villa Gallarati Scotti che, da sola, è stata visitata da 823 persone. Tutto esaurito anche per la visita al Complesso Borromeo d’Adda ad Arcore, a Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno, a Villa Zari a Bovisio Masciago e per la visita al cantiere di Villa Reale di Monza. 6. 21.4 106.000 Le comunicazioni complessive effettuate nel primo semestre 2012 da aziende con sede operativa nella provincia di Monza e Brianza: il 43% relative ad avviamenti e il 40% a cessazioni, la quota rimanente pari al 17% riguarda proroghe e trasformazioni di contratti di lavoro. Il report sui flussi del mercato del lavoro in Brianza, elaborato dal centro di Ricerca Interuniversitario per i Servizi di Pubblica Utilità dell’università di Milano Bicocca, registra dunque nel periodo esaminato un saldo attivo tra avviamenti e cessazioni pari a oltre 3.200 unità. 6 MonzaClub .568 i passaggi totali di biciclette riscontrati a Monza il 20 settembre, dalle ore 7.30 alle 13.30, attraverso il censimento promosso da Fiab Monza in Bici in collaborazione con l’istituto Ipsia. Un risultato incoraggiante perché nel 2011 erano stati rilevati 4.334 passaggi (+51,5% complessivo nelle quattro postazioni di largo Mazzini, Ponte dei Leoni, via Passerini e piazza Grandi): a Monza ci sono sempre più bici in circolazione. 4412004 Bisogna tornare a quell’anno per ritrovare gli stessi livelli di prezzo delle case a Monza. È uno dei dati più significativi che emergono dalla “Rilevazione dei prezzi degli immobili sulla piazza di Monza e Brianza” relativa al primo semestre 2012. Compra e accede al mercato solo chi ha liquidità: il numero delle compravendite immobiliari chiude il 2011 in calo rispetto al 2010 in media tra il capoluogo e la Brianza del -0,4%. I prezzi, complessivamente, si contraggono mediamente sia in città che in provincia: scendono, infatti, del -1,7% in sei mesi i prezzi delle abitazioni a Monza con un costo medio di 2.167 Euro/mq mentre il resto della Brianza registra una contrazione semestrale di -1,9% con un costo medio di 1.418 Euro/mq. Milioni di euro. Tanto vale il rapporto commerciale tra la Brianza e la Cina nei soli primi sei mesi del 2012 (oltre il 90% nel settore manifatturiero). Un dato che rende ancora più significativa la visita in Camera di Commercio di Monza e Brianza della delegazione asiatica del China Council for the promotion of International trade. Presenti all’incontro le principali istituzioni e associazioni di categoria del territorio brianzolo per un appuntamento che ha fatto seguito alla visita di una delegazione canadese della città di Vaughan a nord di Toronto. 7 MonzaClub im...presa diretta Marco Colombo - membro della Giunta Nazionale di Confindustria il dibattito politico italiano verte sugli scandali. Quello americano sui bisogni concreti della gente. Ed è questo il punto... Una nuova America salverà l’Europa? Il dibattito politico nel nostro Paese è ormai arroccato su posizioni sterili e prive di reali contenuti: sugli scandali della Regione Lazio, su quanto succede in Lombardia e sulle condanne di sedicenti faccendieri e dei loro presunti rapporti con i vertici regionali, sulle vicende legate al presidente della Camera, su chi infanga di più e prima i colleghi di partito, insomma su di tutto e di più. Ma non sui problemi della gente. Non sui milioni di persone che stanno aspettando una risposta fattiva che impatti su lavoro, reddito, capacità di spesa, propensione agli investimenti, insomma sulla vita reale. Sembra invece che il dibattito statunitense, che sta raggiungendo il suo culmine in vista delle elezioni presidenziali del prossimo novembre, sia incentrato proprio sui problemi della gente e su due ricette fortemente differenti che Obama e Romney rappresentano. Una legata a uno stato più interventista, più presente nella quotidianità dei cittadini americani: dalle pensioni alla sanità, alle scelte di delocalizzazione aziendale (Obama). L’altra più liberista (o liberale) che vuole lo Stato presente solo sul perimetro della vita americana ma ben lontano dal determinare le scelte per i propri cittadini. Uno Stato con un perimetro di azione fortemente ristretto e che lascia al singolo individuo la possibilità di scegliere in tutti i campi della propria esistenza (Romney). Due visioni distinte del governo di un Paese, ma entrambe molto concrete nei fatti e nelle proposte: dalla riduzione degli sgravi fiscali a chi delocalizza spostando unità produttive in Paesi a basso costo e quindi compromettendo il lavoro degli americani (Obama), alla riduzione delle aliquote fiscali (vera non solo annunciata) per aumentare i consumi e fare ripartire l’economia (Romney), al supporto alle piccole banche e imprese con incentivi e sgravi fiscali (Romney), a un aumento dell’imposizione fiscale sulle aziende energetiche che ‘raddoppiano i profitti quando si fa il pieno di benzina (Obama). Insomma temi che toccano il portafoglio degli americani e li costringono a scegliere tra percorsi molto diversi per raggiungere quel benessere che ormai si sta riducendo. Cosa cambia per noi? Può la politica 8 MonzaClub americana e l’esito delle elezioni Usa modificare la nostra situazione economica? Sì. Semplicemente. In una economia globale interconnessa come la nostra una modifica della politica economica del più grande Paese al mondo (come Pil) impatta necessariamente una serie di attori e in modo particolare chi ha interscambi commerciali molto attivi con quella nazione. Pensiamo inoltre che, se l’economia americana ripartisse e il cambio euro dollaro tornasse prossimo all’unità (1,1/1 o 1/1) i prodotti in euro tornerebbero molto convenienti per gli Usa e questo supporterebbe le nostre esportazioni incrementando il nostro Pil (che è composto da consumi, esportazioni nette, spesa pubblica, investimenti e tasse, componente negativa dello stesso, ndr). Sarà quindi importante l’esito delle elezioni americane perché andrà a individuare in modo netto un percorso: o un proseguimento della politica economica adottata in questi quattro anni da Obama o una rivoluzione della stessa. Buone elezioni a tutti... sperando che almeno queste continuino a dibattere sui problemi reali della gente. AL femminile Martina Sassoli - Presidente Anci Giovani Lombardia | www.martinasassoli.it le donne usa partecipano ai dibattiti e alla vita politica del paese con lo stesso spirito dell prime storiche «contestatrici» Le suffragette ai tempi del Martini Qualche giorno fa, mentre ero negli Stati Uniti per seguire la campagna elettorale presidenziale, sono stata ospite dei giovani repubblicani per assistere al secondo dibattito tra Barack Obama e Mitt Romney. Appuntamento alle 20.30, mi presento con un anticipo un po’ ecessivo, quasi degno di un’ansia cronicizzata. Alle 20 ero già seduta in prima fila, davanti al maxi schermo del Metropolitan Club, centro nevralgico delle attività dei repubblicani di New York. Praticamente un covo segreto perché nella grande mela quasi tutti si dichiarano democratici. Quelli che evitano di rispondere, in genere sono repubblicani, ma difficilmente lo ammettono pubblicamente. Già all’ingresso, però, ho notato qualcosa di strano. Non il fatto che per accedere non avessero controllato nessuna lista, non per il fatto che ad attenderti, una volta superato il varco del pagamento della fee (15 dollari) c’era un open bar degno delle migliori discoteche di Manhattan, ma per un altro dato: in sala, già sedute e attaccate ai propri drink c’erano solo donne. Tantissime donne, già schierate ancor prima del mio arrivo. Ho iniziato a chiedermi cosa ci facessero così tante signore, apparentemente sconosciute l’una all’altra, in un tempio sacro della politica, nella sede dei repubblicani, di quel partito - così dicono i media - che non riesce a sfondare presso l’elettorato femminile. Uno potrebbe pensare che fossero le mogli di qualcuno, arrivate in tempo per accaparrarsi i posti migliori. Oppure che siano le segretarie del partito. O le zie di Romney. Una volta appurato che tutte le ipotesi di cui sopra erano senza fondamento, vuoi perché nessun marito le ha raggiunte, perché le segretarie - con piglio da esattore delle tasse - erano impegnate a raccogliere i versamenti e, verosimilmente, Romney non può avere tante zie nella sola New York, ho capito che erano lì solo come semplici ascoltatrici. Donne evidentemente interessate, attiviste, impegnate, realmente partecipi della sfida elettorale, con una gran voglia di sentirsi in prima linea, anche solo guardando un dibattito in tv. Lo ammetto, faccio mea culpa. Ho involontariamente 9 MonzaClub ceduto alla banalità del luogo comune che vede la politica come qualcosa di prevalentemente maschile. Mi sono lasciata influenzare da un’opinione diffusa e quanto mai sbagliata. A mia discolpa, però, bisogna riconoscere che dalle nostre parti non è così comune vedere tante donne tutte insieme per un incontro politico, tanto più se questo è visibile tranquillamente dal divano di casa nostra. Generalmente, noi donne, “ci scomodiamo” in massa solo quando si parla del nostro orticello, di quote rosa, di parità, dei nostri diritti. Il dibattito, quella sera, invece non aveva proprio niente di rosa, se non la moderatrice. Poi mi sono ricordata e ho capito. Questo è il Paese in cui le donne hanno partecipato a tutti i grandi movimenti progressisti, a tutte le battaglie, non solo quelle di genere. Questo non è solo il Paese delle suffragette o delle femministe. Questo è il Paese in cui le donne hanno sempre scelto di decidere. E decidere per sé e per il proprio Paese. E, anche con un Martini in mano, sono ancora oggi in prima fila. CONSULENTE COMUNICAZIONE di Giancarlo Cazzaniga - direttore creativo publitrust Lo stemma araldico di monza offre un ottimo esempio di come sia necessario uno studio accurato per ottenere i massimi risultati LA COMUNICAZIONE DI PUBBLICA UTILITà Indagare il passato, il contesto storico, le esperienze, per comunicare in modo attuale. Se immaginiamo una pianta ad alto fusto tolta dalla terra, possiamo capire come nelle radici risiede la storia e nella parte visibile, in modo più semplice, la comunicazione nel suo specifico contesto storico. Un ottimo esempio, per capire i processi che regolano l’attività di progettazione, è il percorso dello stemma araldico del Comune di Monza. Il restyling dello stemma cittadino, infatti, è un’operazione importante e delicata. I tre stemmi della storia di Monza I Comuni assunsero insegne araldiche appena conseguirono una personalità giuridica e un assetto politicoamministrativo, fenomeni avvenuti nel Medioevo. Le città si dividevano in rioni (o forti) che a loro volta scelsero particolari bandiere o gonfaloni. Di norma, lo stemma era concesso dall’Imperatore o dal Vescovo. Lo stemma più antico di Monza risale a questo periodo. Era rappresentato da una luna rossa in campo bianco. Nel 1816 il Comune è elevato a rango di città, titolo che sarà ampliato nel 1857 con la “promozione” a rango di Città Regia. Ferdinando I, Imperatore d’Austria dal 1835 al 1848, firma la concessione dello stemma alla Città di Monza in data 11 settembre 1835. Nel 1933 il comune di Monza presenta la domanda per ottenere il riconoscimento di stemma e gonfalone, allegando bozzetti realizzati dal pittore Ermenegildo Ripa. Sia nella versione del 1835 che in quella del 1933, lo stemma della città è caratterizzato dalla Corona Ferrea, dalla Croce reliquiario di Berengario, e dall’esametro in latino “Est Sedes Italiae Regni Modoetia Magni”. La scelta di mantenere fissi questi simboli la dice lunga sulla volontà dei monzesi di riconoscersi nei valori della storia della loro città. Primo obiettivo: rimanere fedeli ai simboli presenti nei due stemmi storici di Monza Abbiamo visto come dal 1835 ai giorni nostri, le due versioni dello stemma del Comune hanno mantenuto gli stessi simboli: le differenze sostanziali sono riscontrabili nel modo di visualizzare la Corona Ferrea e la Croce di Berengario. Questo diversità di raffigurare i simboli è il frutto di una diversità culturale: ogni epoca esprime un suo stile di rappresentazione. Secondo obiettivo: aggiornare con uno stile “attuale” Ci sono altri due aspetti che trasformano 10 MonzaClub la comunicazione visiva con il mutare dei tempi: la tecnologia e i materiali di realizzazione e di riproduzione. Nel 1933 non esisteva la professione del visual-design e nemmeno la stampa digitale. Lo stemma era utilizzato per poche occasioni e riprodotto su materiale cartaceo, quasi esclusivamente in bianco e nero. Oggi continua ad essere riprodotto su carta, ma anche su plastica, stoffa, metallo, sui pixel dei monitor e su molti altri supporti. Terzo obiettivo: rivisitare lo stemma per migliorare i suoi impieghi e la sua fruizione Una volta ridisegnato lo stemma, verrà progettato una format grafico che permetta di costruire un’immagine coordinata. La funzione di questo format è quello di migliorare la comunicazione del Comune con i suoi cittadini e con tutti i suoi interlocutori. Quarto obiettivo: dare al Comune di Monza un’immagine di valore In estrema sintesi possiamo dire che una buona e corretta immagine pubblica nasce dallo studio delle radici; poi mette i rami che si dipanano nei vari aspetti di applicazione ed infine germoglia e si allarga alle foglie, aspetto finale della comunicazione. sos aziende di claudio martelli - Cm associati «Frustra fit per plura quod fieri potest per pauciora» Tutto ciò che si può fare con poco, invano viene fatto con molto il rasoio di occam e il problem solving Questa straordinaria intuizione di Guglielmo da Occam, con la formulazione del suo famoso “rasoio” diventa anche per noi consulenti, un eccellente strumento di lavoro. Il rasoio, infatti, suggerisce l’idea che anche nel divenire quotidiano dell’attività di consulenza sia opportuno eliminare con tagli secchi e mediante approssimazioni successive, le ipotesi risolutorie più complicate. Il Rasoio di Occam sta diventando uno dei metodi di approccio fondamentali, insieme a Pareto, per coloro che sono chiamati a fare problem solving su problemi concreti d’azienda. Secondo questa metodologia il consulente è in grado di uscire da quel loop inevitabile che tende a misurare in primis le responsabilità o addirittura le colpe che stanno impattando sull’andamento aziendale, semplificando anche le sue regole di ingaggio al problema, ritrovando obiettività ed efficienza. Il meccanismo, in sé, è abbastanza semplice. Chiedendosi “come funziona” una certa situazione, piuttosto che “come è successo” o peggio “chi è stato” si evita la esasperante ricerca delle cause e dei colpevoli. Questo significa orientarsi sulla presenta e la dimensione del problema e la sua “resistenza” all’interno dell’organizzazione. E, per inciso, a ripetere le stesse modalità di reazione al problema. Come notò Karl Popper, importante filosofo della scienza, e quando si inciampa su un problema, per economia mentale si tende a far ricorso all’esperienza riproponendo strategie, interventi e soluzioni che in passato hanno funzionato per problemi analoghi. Una strategia che è inutile sottolineare dà quasi sempre risultati fallimentari. E trasforma anche le tentate soluzioni nel problema. Quando un’organizzazione si trova in queste condizioni, è catturata da un circolo vizioso. Il consulente si preoccupa di interrompere il più rapidamente possibile il meccanismo perverso per poi passare alla costruzione di un nuovo equilibrio di governance che di seguito illustriamo in modo molto semplificato. La definizione dell’oggetto problema Di cosa si tratta veramente, al di là di opinioni, polemiche, ripicche interne. Chi ne è rimasto coinvolto e a quale punto della catena del valore, come si manifesta e quali sono le sue interazioni col sistema. Focalizzare il risultato Individuare, analizzare e definire in sequenza gli interventi concreti che 11 MonzaClub potrebbero, almeno in sede progettuale, portare alla soluzione. Descrivendo il problema possiamo anche descrivere i cambiamenti riscontrabili. Come sarebbe: abbiamo sempre fatto così! Individuare e valutare quali soluzioni “collaudate” sono state poste in atto per la soluzione del problema, e quali i motivi per cui hanno fallito. La polverizzazione Si tratta di operare una sequenza di micro obiettivi, che partendo dal risultato finale ipotizzato, operano una regressione delle attività, fino a quella iniziale. Scostamenti e aggiustamenti Spesso i problemi di governance all’interno di un’organizzazione sono articolati, diversificati per competenze e caratteristiche, spalmati sulla catena del valore, al punto che la soluzione deve divenire parte attiva di una catena di ipotesi risolutorie elaborate in sequenza. Sviluppata la prima soluzione, si innesta quella successiva, e via di seguito in modo da mantenere la semplicità della polverizzazione, non perdere mai di vista l’obiettivo della soluzione completa e mantenere facilmente sotto controllo scostamenti o modifiche dello scenario. In breve ITALIA E CINA COSì LONTANO, COSì VICINO I talia – Cina, una Biennale dal fascino unico. Dal 20 ottobre fino al 16 dicembre Villa Reale è teatro di un’iniziativa che avvicina sempre di più la Brianza all’Expò. Un incontro e confronto sull’arte, che sarà però anche occasione – come dimostrano i tavoli organizzati da Confindustria e Camera di Commercio – per rinsaldare i legami commerciali che già uniscono il colosso dagli occhi a mandorla e il nostro Paese. Come sottolineato durante la conferenza stampa l’export con la Cina ha toccato nel primo semestre 2012 la cifra di 400 milioni di euro. Non a caso saranno presenti anche consulenti cinesi a disposizione dell’impresa italiana. Scambi, dunque, ma soprattutto storia, avanguardia, tradizioni millenarie, ma anche natura con riflessioni sull’emergenza ecologica di questi anni. Una carrellata di opere che vedranno impegnati oltre cento artisti, per metà italiani e per metà cinesi, e che coinvolgerà anche alcuni dei poli culturali della Brianza, come il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone. Interessante il primo evento interattivo con la performance live di Lin Jinjing di domenica 21 ottobre. Nel lungo elenco degli ospiti italiani si contano Giorgio Griffa, Robert Pan, Fabrizio Plessi, Giuseppe Maraniello, Cracking Art Group e Marco Cingolani. A promuovere la Biennale è Aikal, una associazione internazionale no profit. L’ingresso costa nove euro, con prezzi ridotti per gruppi e scolaresche e la Biennale seguirà i seguenti orari: lunedì dalle 14 alle 19; martedì, giovedì e domenica dalle 10 alle 19; mercoledì dalle 14 alle 22 e infine venerdì e sabato dalle 10 alle 24. 12 MonzaClub 13 MonzaClub VERSO LE PRESIDENZIALI | parte seconda Il senso degli indecisi per il voto di Martina Sassoli Sono tanti e stavolta potrebbero rivelarsi più che determinanti nella scelta del nuovo presidente D ue miliardi di dollari. Questa la cifra spannometrica che Barack Obama e Mitt Romney avrebbero speso per accaparrarsi il voto degli indecisi. Costosi questi indecisi, verrebbe da dire. Al di là delle battute, resta però il dato oggettivo: a un mese dal voto un terzo della popolazione americana si dichiarava ancora indipendente. Ma cosa significa indipendente? Passi il fatto che non tutti hanno un credo ideologico cui ispirarsi. Passi che non tutti hanno una coscienza politica che li porta a seguire con costanza l’evolversi delle vicende partitiche. O che non tutti si entusiasmino per la competizione presidenziale. Ma in un Paese in cui la campagna elettorale dura almeno un anno (se si considerano le primarie anche di più), risulta davvero incredibile che milioni di persone non abbiano idea di chi votare. Le statistiche, infatti, ci dicono che solo il 3-5% dell’intero elettorato è davvero definibile “indeciso”. Gli altri? Sono gli sfiduciati, i delusi dal proprio partito, quelli che se decidono di non votare il proprio candidato di riferimento, preferiscono astenersi. Il vero indeciso è, invece, quello che non sa ancora se voterà Obama o Romney. E questo, se possibile stupisce ancor di più proprio per la differenza abissale che contrappone i due competitor. Visioni agli antipodi, proposte politiche incompatibili, il modello del welfare state e dell’indebitamento contro il modello che fa dell’iniziativa privata il baluardo della democrazia. Stato sociale versus libero mercato. Due mondi tanto lontani da renderli di fatto inconciliabili. Se pensiamo al meccanismo elettorale italiano, con la galassia di partiti e partitini che costellano il panorama politico, può succedere che ci sia uno slittamento di voti da un partito all’altro all’interno della stessa coalizione. Ma ancor di più, nel nostro paese, forze politiche opposte sembrano 14 MonzaClub avere programmi elettorali talmente simili da confondere l’elettore che, a quel punto, non sa più nemmeno chi o cosa scegliere. Negli Stati Uniti, al contrario, le proposte programmatiche dei due principali competitors sono talmente dettagliate e specifiche da renderle alternative e non confondibili. Mentre in Italia vige la regola del compromesso, qui c’è l’aut aut. Devi scegliere. O stai da una parte o dall’altra. E chi non sa da che parte stare rappresenta il vero bottino di entrambi i candidati. In una sorta di caccia al tesoro elettorale, Obama e Romney si sono sfidati a suon di milioni di dollari per convincere quei segmenti di popolazione ancora fortemente indecisi. Secondo il meccanismo maggioritario americano, infatti, il peso specifico degli indecisi varia a seconda dello Stato in cui risiedono. In Texas o in California, il voto degli indecisi è assolutamente ininfluente perché questi Stati hanno un orientamento politico talmente ben definito (repubblicano nel primo, democratico nel secondo) da rendere di fatto inutile qualsiasi investimento ulteriore da parte dell’uno o dell’altro candidato. Altrove, invece, il voto degli indecisi è determinante per la vittoria. È il caso del Colorado, della Florida e del Nevada. In questi Stati, veri e propri battlegrounds, il risultato finale è appeso a un filo e la vittoria a una manciata di voti. È in questi Stati, gli swinging States, che si sono concentrati gli sforzi - e i fondi economici- dei due candidati, pronti a integrare le proprie strategie con elementi di valore per le macro categorie di indecisi, in primis le donne e i latino-americani. L’altra metà del cielo In America, più della metà dell’elettorato è composto da donne. Madri, figlie, lavoratrici, casalinghe, tutte vivono sulla propria 15 MonzaClub pelle il dramma della crisi economica. Forse più degli uomini, perché da che mondo è mondo, le donne tendono a vivere in prima persona le avversità che accadono loro intorno, a personalizzarle e a sentirle proprie. Le tasse per l’educazione dei figli, il licenziamento del marito o le spese mediche per la cura degli anziani, tutto diventa materia per valutare la scelta politica. Una sorta di punto di osservazione a 360° che rende, di fatto, l’elettorato femminile mediamente molto attento ai programmi e alle dichiarazioni dei politici. Ecco come si spiega, allora, il perché la maggioranza degli indecisi siano donne. E mentre fino a qualche settimana fa, Romney godeva di ben poche simpatie tra le esponenti dal gentil sesso a causa della battaglia anti - aborto abbracciata dal suo vice Paul Ryan, negli ultimi giorni di campagna è Obama a dover trovare le parole giuste per riscaldare i cuori delle americane. Un compito, questo, affidato all’unica persona in grado di giocare la propria popolarità per orientare l’opinione pubblica femminile: Michelle Obama. È lei la vera carta vincente dei democrats, capace di ispirare fiducia ed empatia, per questo chiamata a coprire le lacune del marito e a invogliare le donne a schierarsi al suo fianco, attraverso una strategia più emozionale che razionale. Sul fronte opposto, invece, accantonata l’esperienza al femminile del 2008 con Sarah Palin, i repubblicani non si affidano ad alcun volto femminile - eccezion fatta per la soldatessa Ann Romney - ma puntano tutto su un altro fattore: la credibilità economica. Se lo Stato centrale funziona, se il Paese non si indebita, è possibile abbassare le tasse. E meno tasse, significa che le famiglie stanno meglio. Un messaggio chiaro, semplice, che va dritto al cuore del problema: le tasche degli americani. I repubblicani, quindi, adottano la strategia del benessere delle famiglie per fare colpo sull’elettorato femminile. Strategie diversissime tra loro, ma 16 MonzaClub accomunate dallo stesso obiettivo. Un obiettivo arduo, quello di convincere le indecise, ma sul quale i due candidati sanno di giocarsi la poltronissima della Casa Bianca. L’hispaniola way No. Non è la vivace e folcloristica stradina di Miami Beach, ma una via che conduce dritto dritto alle elezioni presidenziali. Nonostante non sia segnalata nelle cartine geografiche, Mitt Romney e Barack Obama la conoscono benissimo. L’hispaniola way è la strada che porta al voto della componente latina, croce e delizia della campagna elettorale americana. Più croce che delizia, ovviamente, per chi come Romney non ★ ★ ★ ★ ★ gode di una naturale simpatia da parte delle popolazioni di origine sudamericana. Quest’anno, però, oltre al dato quantitativo che rende il voto delle “minoranze” un piatto succulento, c’è anche un altro motivo sul quale si fonda il tentativo dei repubblicani di avvicinarsi a tali realtà: il fatto che la popolazione latina sia stata tra le più deluse dall’amministrazione Obama. Profondamente colpita dalla crisi, la componente ispanica oggi accusa Obama di aver adottato misure insufficienti per contrastare la disoccupazione. Se da una parte la crisi reale ha attraversato tutto il Paese, è proprio tra i latini che si registra il più alto e significativo tasso di disoccupazione che ha raggiunto il 10,2% proprio durante gli ultimi anni di mandato democratico. Un altro dato significativo è il tasso di abbandono scolastico, arrivato al 28%, sul quale gli ispanici sostengono si sia fatto poco o nulla. Proprio il malcontento dilagante potrebbe essere l’asso nella manica di Romney che beneficerebbe dell’eventuale astensionismo. Tradizionalmente, infatti, l’elettorato di origine ispanica è orientato verso il partito democratico: nel 2008, ad esempio, Obama risultò vincente proprio grazie al supporto di questa importante componente che oggi rappresenta oltre il 16% dell’intera popolazione statunitense. Oltre alla situazione economica del Paese, altri fattori incidono profondamente sul voto latino del 2012. Prime tra tutti le questioni legate ai diritti civili e alla tutela della famiglia. Temi come l’aborto o il riconoscimento delle coppie gay diventano elementi di profondo distacco tra le comunità con un forte radicamento religioso e il Presidente Obama, e quindi ostacoli per la rielezione. Se da queste battaglie Romney emerge come il difensore del conservatorismo e dell’integrità della famiglia, dall’altra Obama può contare sull’appoggio di quanti, in questi anni, hanno beneficiato di alcune leggi speciali, come l’opportunità garantita a oltre un milione di immigrati clandestini di restare legalmente sul suolo americano. La battaglia, a pochi giorni dal voto, è ancora tutta aperta. Sarà ancora una volta compito dei latino-americani decidere a chi spetti il compito di governare il Paese. Una scelta combattuta che non determinerà soltanto la vittoria di un partito piuttosto che un altro, ma con la quale si sceglierà la strategia con cui gli Stati Uniti dovranno uscire dalla crisi. Una decisione che peserà sulle future generazioni di questo Paese e che condizionerà l’economia mondiale. Una spada di Damocle che oggi pende sulla testa di quel 3% di americani indecisi. 17 MonzaClub Attualità Se di reale non c’è solo la Villa... A sei mesi dall’avvio del cantiere di restauro, l’ex reggia sabauda apre le sue porte. E mostra al pubblico lo stato dei lavori. Un intervento che concretamente sta ridando vita al complesso del Piermarini di Simona Calvi 18 MonzaClub 19 MonzaClub Attualità R eale. Come la Villa, ma non solo. Reale come concreto. A distanza di sei mesi dall’avvio dei lavori, Villa Reale riapre le sue porte. Ma questa volta non più per mostrare al mondo lo stato dolente della sua conservazione, bensì un cantiere in piena evoluzione. Da quando, infatti, il bando per il recupero del complesso piermarinianio è stato affidato, la Nuova Villa Reale Spa, associazione temporanea d’impresa composta da Italiana Costruzioni, Malegori Erminio Srl di Monza e Na.Gest. Global Service Srl, si è messa al lavoro. Impossibile non accorgersi della “trincea” che circonda da qualche tempo la reggia, ma 20 MonzaClub quella è soltanto la parte più evidente. Perché è all’interno che si celano le vere trasformazioni. Come il rinvenimento, ad esempio, delle decorazioni originali del Piermarini in una volta dell’appartamento del principe di Napoli. Una scoperta, come ha spiegato il direttore tecnico - artistico del restauro, Giulia Pitauro. Che potrebbe non essere la sola. Gli interventi di recupero, infatti, potrebbero portare alla luce nuovi e inattesi tesori. Nel progetto saranno investiti 21 milioni di euro, necessari a salvare il patrimonio artistico e artigianale dall’incuria e la mancanza di interventi di questi ultimi decenni che, come spiegano anche i tecnici e gli esperti del settore, uniti all’utilizzo di materiali diversi nel corso del tempo, avrebbe potuto causare una vera e propria implosione. Come del resto è avvenuto in alcuni punti della Villa, come lo stesso Belvedere (che proprio per la struttura e gli interventi che sarebbero stati necessari non sarà trasformato in ristorante a cinque stelle), con l’ammaloramento totale delle strutture lignee. Nel complesso, hanno sottolineato i restauratori, lo stato di conservazione presenta parecchi punti critici. Al momento si sta procedendo alle campionature, alla pulitura e ad alcune finiture. Inoltre dietro ad alcune stuccature è stato possibile addirittura seguire le diverse fasi piermariniane. Una storia, insomma, affascinante ed avvincente che ora guarda al futuro. L’obiettivo confermato è di concludere i lavori entro l’aprile 2014, proprio in tempo per Expò e quindi di trasformare Villa Reale in una delle sedi dell’esposizione universale. Il restauro riguarderà, come previsto dal bando, il corpo centrale e due porzioni situate nelle ali nord e sud. In totale si tratta di circa 40 stanze, oltre a piano terra, salone d’onore e il ballatoio soprastante. In attesa di vedere i risultati definitivi, il pubblico ha potuto visitare la Villa eccezionalmente in occasione del decennale di Ville Aperte, lo scorso settembre. Che come sempre ha registrato un vero boom di presenze. 21 MonzaClub Il compleanno Compleanno lo scorso 10 ottobre per la società che ha firmato alcuni dei più begli eventi di questi anni visionplus dieci anni di emozioni J osé Carreras. Ennio Morricone. Laura Pausini. Solo tre esempi di una realtà che in dieci anni è diventata un vero e proprio must. Lo scorso 10 ottobre compleanno da Tea Rose per Vision Plus, la celebre società monzese diretta da Samantha Ceccardi. Un appuntamento che più che un taglio della torta è stato, come da previsioni, un vero spettacolo. Perché quando la luce del giorno ha lasciato spazio alle stelle, piazza Duomo si è trasformata in un grande palcoscenico. La basilica è divenuta infatti lo sfondo sul quale proiettare, come in un racconto multimediale, alcuni degli appuntamenti e dei momenti più importanti dei dieci anni di vita. Vision Plus, oltre ad avere portato a Monza alcune delle stelle del firmamento internazionale, infatti, è specializzata anche incentive, congressi 22 MonzaClub e convention, vantando anche l’accredito come Provider di crediti presso il ministero della Salute per il programma di educazione continua in medicina. Così in suggestivi giochi di luce e istantanee di successi, la serata ha visto poi la partecipazione di alcuni campioni olimpionici come Antonio Rossi, canoista e portabandiera dell’Italia nel 2008, Carlo Molfetta, medaglia d’oro del Taekwondo, Diego Occhiuzzi, argento nella sciabola e bronzo a squadre, Valentino Gallo, medaglia d’argento con la nazionale di pallanuoto e Florinda Trombetta, quinta classificata nel torneo di canottaggio alle Paraolimpiadi. Molti gli ospiti che hanno partecipato alla festa così come i monzesi che hanno osservato, naso all’insù, gli spettacolari giochi di luce proiettati per l’occasione. 23 MonzaClub Nuova stagione Inaugurazione della stagione autunnale per il ristorante Osteria La Lira che ha innovato il proprio look coniugando amore per la cucina e passione per lo stile Buono e anche bello! P assione e stile. Gusto e qualità. Ora anche “green”. Il ristorante Osteria La Lira ha inaugurato lo scorso 4 ottobre la stagione autunnale presentando anche il suo nuovo look. Un restyling che coniuga il design con l’attenzione per tutto ciò che aiuta a vivere meglio. Come “non solo Ortoalto”, frutto della creatività di Guido Ongaro e dell’architetto Chiara Tanzi. Un’amicizia la loro nata in occasione del Festival degli orti, evento svoltosi a Villa Reale, divenuta poi una vera e propria collaborazione. Grazie a Chiara e Gigi Tanzi, infatti, è nato anche il suggestivo mobile polifunzionale 24 MonzaClub che si trova all’interno del ristorante, un vero e proprio orto dotato di un particolare sistema di luci che permette alle piante di crescere attraverso il naturale processo di fotosintesi. Naturalmente accanto alla ricerca di materiali, è proseguita quella tradizionale nel mondo del gusto. Così, in una cucina divenuta per incanto completamente a vista, è possibile seguire le preparazioni del nuovo chef, Salvino La Rocca, mix di cucina tradizionale mediterranea e spirito di sperimentazione altoatesina. Atmosfere soffuse, design e gusto. Una miscela davvero infallibile. 25 MonzaClub L'evento CARTOLINE DA GP Appassionati da tutto il mondo, volti noti, musica, eventi: anche l’edizione 2012 del Gran Premio di Monza ha riservato grandi emozioni. Non solo in pista... 26 MonzaClub 27 MonzaClub I PROTAGONISTI / MARIO SALERNO 28 MonzaClub A soli 42 anni è al comando del Gruppo della Guardia di Finanza di Monza. Con una convinzione: che oggi battere l’evasione è possibile. Con gli strumenti e la cultura I FURBETTI? NON SONO PIù DI MODA di Simona Calvi L a prima cosa che si nota, così di primo acchito, è senz’altro l’età. Perché Mario Salerno, tenente colonnello dallo scorso luglio al comando del Gruppo della Guardia di Finanza di Monza ha solo 42 anni. In un certo senso, incarna bene quel concetto che fortunatamente sta prendendo piede persino in un Paese “vecchio” come l’Italia. Ossia che non è necessario attendere l’età della pensione per ricoprire ruoli di primo piano. Bastano le competenze. E scorrendo il suo curriculum si scopre, infatti, che oltre a due lauree, una in Giurisprudenza e l’altra in Scienze della sicurezza economico-finanziaria, il neo comandante di Monza, originario di Lecco, ha conseguito anche un master in Bocconi in Diritto tributario dell’impresa, frequentando inoltre il Corso superiore di Polizia tributaria a Lido di Ostia, fiore all’occhiello nella preparazione delle Fiamme gialle. Finanza, tributi e dunque 29 MonzaClub I PROTAGONISTI / MARIO SALERNO L’evasione fiscale è da sempre la nostra principale missione perchè tocca l'interesse comune del Paese, erodendo la legalità e generando gravi distorsioni del mercato I NUMERI (Dati consuntivo al 30 settembre 2012, comparto lotta all’evasione fiscale) 6.113 Numero di controlli effettuati 212.295.822 euro. Base imponibile sottratta alla tassazione 44 di cui 37 sconosciuti al Fisco. Evasori totali e paratotali scoperti 83 Lavoratori irregolari scoperti 127 Lavoratori in nero scoperti 44 Soggetti denunciati per reati fiscali 60 con versamenti pari a 4.096.196 euro. Adesione ai processi verbali 1.564.044 euro. Sequestri di bani in funzione della confisca obbligatoria dei valori corrispondenti alle imposte evase 2.458.273 euro. Sequestri di immobili, titoli, quote societarie a denaro contante (nell’ambito di indagini di polizia giudiziaria) anche i reati collegati di evasione, elusione, traffico di capitali e fondi “fantasma” sono il suo pane quotidiano. Una realtà cui la Brianza, come è noto oramai da tempo e per cifre sconvolgenti, non va esente. Il consuntivo al 30 settembre 2012 nel solo comparto della lotta all’evasione fiscale sul territorio parla di 212.295.882 euro di base imponibile sottratta alla tassazione. Sono redditi non dichiarati e costi indeducibili. Dati ufficiali. Se qualche decennio fa, Lucio Battisti poteva cantare, senza essere frainteso “innocenti evasioni”, oggi, con i tempi che corrono, è meglio trovare dei sinonimi. Però qualcosa sta cambiando ed è proprio il comandante della Gdf monzese a parlarcene. Con i suoi uomini, infatti, che sono poi il cuore del Gruppo di Monza, sta conducendo un lavoro quotidiano che accanto alla legge, a sofisticati sistemi d’indagine, e all’intuito del buon detective, 30 MonzaClub non dimentica una cosa importante. Che senza una profonda cultura della legalità non si va da nessuna parte. Colonnello, lei è arrivato due mesi fa. Che idea si è fatto della Brianza sotto il profilo economico e tributario? Anzitutto vorrei ringraziare per l’opportunità che mi è offerta di spiegare la delicata missione di polizia economica e finanziaria affidata alla Guardia di Finanza. Noi operiamo in realtà su più fronti nella tutela del bilancio dello Stato. Da una parte su quello delle entrate tributarie, con la lotta all’evasione fiscale e dall’altra sulle uscite, con il controllo della spesa pubblica, compiti ancora più rilevanti nell’attuale congiuntura economica. La Brianza, seppure sia qui solo da due mesi, è riconosciuta unanimemente come terra ricca e dinamica. Del resto a parlare sono i numeri: le partite Iva ad oggi sono oltre 99mila di cui il 51% è riferito a ditte individuali. Sintomo di uno spirito imprenditoriale profondamente radicato. Ma accanto all’economia sana, all’impresa sana, ovviamente esiste anche un’economia parallela, talvolta in mano alla criminalità organizzata dedita al riciclo di denaro. Un’economia che, come è emerso anche dalle inchieste, ha saputo nascondersi bene per parecchio tempo… È vero, anzi la maggior parte delle volte le società che fanno capo alla criminalità sono quelle che hanno documenti perfettamente in regola proprio per non attirare su di sé l’attenzione. Per questo sono necessari un lavoro di intelligence, che non manca mai, ma anche tecniche di investigazione sofisticate. La Guardia di Finanza dispone di banche dati di primissimo livello, che ci invidiano anche all’estero, attraverso le quali è possibile muoversi in tutto il mondo con un incrocio di dati davvero eccezionale. Anche nella cosiddetta economia sana, comunque, si verificano episodi gravi come l’evasione e lo spostamento di capitali all’estero… Certo, l’evasione fiscale è da sempre la nostra principale missione perché tocca l’interesse comune del Paese, erodendo la legalità e generando gravi distorsioni del mercato oltre ad essere fonte di iniquità sociale. Spesso è anche strettamente connessa alla criminalità organizzata. In un certo senso funziona come una filiera: si evade, si nascondono i soldi, si corrompe per nasconderli e poi, una volta ripuliti, si mettono in tasca. E così ricomincia il giro... Il dato brianzolo parla di oltre duecento milioni di base imponibile non dichiarata. Il ché significa non soltanto che il territorio è ricco, ma anche che evade molto. Come agite su questo fronte? Diciamo che il contrasto agli illeciti tributari deve tendere alla qualità degli interventi ed avere un approccio trasversale. Significa che i nostri controlli devono mirare soprattutto ad un effettivo recupero di quelle risorse tolte all’Erario. Questo avviene attraverso azioni di attenta analisi, oltre che ad un costante coordinamento con l’Agenzia delle Entrate cui spetta la fase dell’accertamento dei tributi evasi segnalati dai nostri reparti. Tanto per fare un esempio, ad oggi, di quei fondi fantasma sono stati concretamente recuperati oltre 8 milioni di euro, attraverso sequestri di immobili, di beni, ma la gran parte con le adesioni ai processi verbali di constatazione. Inoltre tendiamo sempre ad allargare l’ambito delle indagini perché un illecito finanziario può essere collegato ad altri illeciti della stessa natura. A che livelli opera l’evasione? Questo fenomeno si muove su due livelli, da una parte la cosiddetta evasione diffusa o di massa, quella per intenderci, immediatamente 31 MonzaClub I PROTAGONISTI / MARIO SALERNO Vorrei che sempre di più la legalità in campo economico tributario non venga vissuta come un'imposizione, un limite, ma piuttosto come un'opportunità percepibile dal cittadino con la mancata emissione di fatture, scontrini o ricevute. Poi, vi sono forme più sofisticate, più gravi e pericolose, come l’evasione fiscale internazionale, l’economia sommersa o le frodi Iva. Sotto questo profilo l’attività messa in campo dalla Guardia di Finanza si articola da una parte sulla deterrenza, ossia la prevenzione attraverso quotidiani controlli su aziende e professionisti, dall’altra sul contrasto mediante annuali controlli mirati a scovare i fenomeni evasivi e le frodi più gravi e complesse passando al setaccio la posizione fiscale complessiva del soggetto interessato. E poi c’è anche l’attività di controllo sui conti pubblici… Noi tuteliamo le uscite di bilancio mirando al contenimento e alla razionalizzazione della spesa pubblica andando a verificare se vi sono sprechi di denaro pubblico, cattiva gestione e indebiti 32 MonzaClub arricchimenti. Gli esempi sono molti e molto vari come ad esempio quello dei cosiddetti “finti poveri”, i falsi invalidi o coloro che percepiscono ancora le pensioni di famigliari deceduti. Ci può fare qualche esempio concreto avvenuto in Brianza? Ci sono capitati molti casi, ne cito un paio. Un artigiano di Solaro che lavorava in un capannone intestato ad una terza persona senza dichiarare i ricavi al Fisco dal 2006 o ancora un centro estetico di Cesano cui è stata contestata un’evasione di 350mila euro. Non sono mancati poi gli affitti in nero. A Carate un singolo proprietario di 50 tra appartamenti e box è risultato affittarne in nero ben 15 guadagnando indebitamente 200mila euro. Ma il vero record è stato quello di un negoziante di origine cinese con ben 768 scontrini non emessi. Il trucco era di battere scontrini non fiscali che non sarebbero mai risultati da una LA NOVITà verifica sulla cassa. La cosa importante da sottolineare, raccontando questi casi, però è che quelli scoperti sono soldi che sarebbero dovuti entrare in quota parte nelle casse pubbliche. E dunque il loro mancato versamento ha danneggiato tutti. Dal primo agosto il Gruppo della Guardia di Finanza di Monza ha competenza esclusivamente sui 55 Comuni della Provincia di Monza e Brianza. I reparti che operano sul territorio sono il Nucleo operativo di Monza e le due tenenze di Seregno e Seveso. In totale sono 200 i finanzieri che operano sul territorio. Se il Governo confermerà lo status provinciale alla Brianza, il Gruppo si trasformerà a tutti gli effetti in Comando provinciale. Ma i cittadini, in generale, come stanno reagendo? Intendo dire, ha la percezione che si stia diffondendo una maggiore cultura della legalità, anche di quella tributaria? Personalmente credo di sì, anche perché proprio il profondo cambiamento culturale è una delle molle principali per dare vita ad una società più equa. Per questo per noi è cruciale la collaborazione di tutti, a cominciare dagli imprenditori che si trovano in difficoltà. Mi rendo conto che talvolta la paura è paralizzante, ma quando ci si rende conto che si sta finendo magari nelle mani di criminali, è bene denunciare. Esistono delle forme di tutela che possiamo mettere in campo. Più in generale abbiamo notato che anche molti cittadini si rivolgono a noi per segnalare episodi illegali. Più che altro si tratta di affitti in nero, contratti di lavoro irregolari, ma anche semplici scontrini. Credo che la gente perbene sia stanca di fare sacrifici per chi non paga le tasse. Su questo vorrei precisare però che noi non accettiamo mai denunce anonime. La delazione non è prevista… Come dicevamo più sopra, lei è arrivato da due mesi. Può dirci quali saranno le sue priorità? Il mio intendimento è di confermare l’impegno dei finanzieri sul territorio e proseguire con determinazione la lotta all’evasione e alla criminalità organizzata nell’interesse delle casse erariali, ma anche di quelle dei cittadini e delle aziende. Inoltre vorrei che sempre di più la legalità in campo economico tributario non venga vissuta come un’imposizione, un limite, ma piuttosto come un’opportunità per una sempre maggiore equità fiscale. Colonnello, vale ancora la pena dare corda ai furbi? No e glielo spiego con un esempio. Quando chiediamo il costo di un qualsiasi bene o prestazione, il prezzo che ci viene presentato è già comprensivo di Iva. Se ci chiedono 100 euro per aggiustare una tubatura, quel prezzo è già con Iva. Se accettiamo uno sconto in cambio della mancata fattura, in realtà non ci stiamo guadagnando nulla, ma permettiamo semplicemente a chi non rilascia la fattura di guadagnarci due volte… 33 MonzaClub La storia Appena laureata in Ostetricia ha dato vita a Milele, un progetto che porta assistenza alle donne e alle future madri del continente più povero della terra. Una passione che ha origini lontane e che iniziò con un viaggio nell’area subsahariana Eleonora Bernardini Il mio mal d’Africa di Greta La Rocca F orse il suo era un destino già scritto. Forse quell’amore che accompagna le sue frasi quando parla dei bambini e della maternità è innato. Eleonora Bernardini è una giovane ostetrica condotta di Desio, una libera professionista che assiste da vicino le donne, i bambini e le famiglie. Una professione che ha scelto e per la quale ha lottato arrivando persino a rinunciare a proposte lavorative in strutture sanitarie. E alla domanda sul perché di una tale scelta risponde: “Ho capito che avevo bisogno d’altro, che il mio modo d’approcciarmi a questa professione sarebbe dovuto essere diverso”. Una passione già forte fin dagli anni del liceo: “Sono una persona molto decisa e già allora ero fortemente interessata dall’ambito sanitario. Amavo molto i bambini, ma ancora non sapevo che esisteva la figura dell’ostetrica – racconta Eleonora – l’ho saputo solo più tardi, complice un’amica di famiglia molto vicina al mondo del volontariato internazionale. È stata lei a consigliarmi di partire per l’Africa dove c’è un grande bisogno di queste figure. E proprio in quei giorni in famiglia un parente aspettava il primo figlio: un’esperienza bellissima che ho avuto occasione di vivere pienamente. Lì ho capito quale sarebbe dovuta essere la mia strada: ho scelto di iscrivermi alla Facoltà di Ostetricia 34 MonzaClub all’Università degli Studi Milano-Bicocca”. Intanto, già durante gli ultimi anni del liceo, l’attrazione per l’Africa diventava sempre più forte e le parole di quella signora risuonavano nella testa: “Ho sempre avuto un amore quasi inspiegabile per questa terra – spiega – i miei genitori visitarono l’Africa subsahariana durante il loro viaggio di nozze e, fin da piccola, ero molto attratta dalle foto e dai loro ricordi. Decisi di partire”. Eleonora trascorse due estati in un orfanotrofio africano dove portava assistenza ai bambini più piccoli: “Ho dei ricordi molto belli e profondi di quell’esperienza. Devo molto alla direttrice della struttura dove lavoravo: quando arrivai, lei era incinta e mi scelse come sua ostetrica personale, la sua gravidanza era molto difficile, eppure nonostante la mia paura, le devo molto. Grazie a lei, ho avuto la forza e la determinazione di seguire la strada che sognavo”. Dopo questi viaggi, è arrivata la laurea e il desiderio di dar vita a un progetto di assistenza anche in Italia: “Grazie al mio percorso universitario, ai tirocini e, forse, a un’innata capacità d’ascolto lavorando con le mamme ho capito che ognuna di loro aveva richieste e domande che la società non è in grado di soddisfare. 35 MonzaClub La storia Molte donne hanno bisogno, oltre che di un appoggio pratico, anche di un sopporto emozionale. Analizzando queste mancanze e capendo che se avessi lavorato solo all’interno di una struttura sanitaria non mi sarei sentita realizzata, ho dato vita a Milele”. “Milele” è un progetto, al quale collabora anche la compagna di studio Alessandra Beretta, nato sul territorio per portare assistenza e supporto concreto alle donne: “Ci battiamo per far fronte alla frequente mancanza di aiuto e sostegno, in particolar modo dopo la nascita, che sappiamo essere fonte di grande disagio e difficoltà per le famiglie - spiegano - Ci occupiamo di assistenza ostetrica a 360°, dall’adolescenza alla menopausa, ed in particolare dell’evento nascita. Sosteniamo le madri, le coppie e i bambini con professionalità in gravidanza, travaglio e parto, e dopo la nascita fornendo a domicilio assistenza, visite e consulenze, ed organizzando corsi privati e di gruppo e incontri gratuiti su diverse tematiche”. A fare da cornice a questo impegno, che vuole riecheggiare il ruolo della classica figura dell’ostetrica, l’amore per i bambini e per la maternità. Un amore che risuona anche nella denominazione stessa del progetto: “Ha origini africane e vuol dire ‘per sempre’”. “Tornerò in Africa - dice entusiasta Eleonora - il Mal d’Africa 36 MonzaClub esiste: la terra ha dei colori diversi, dei profumi particolari e inesprimibili, dei ritmi differenti e ti permette di riconnetterti a una dimensione che noi abbiamo perso, di entrare in stretto contatto con la natura”. E svela il grande sogno: “Io ed Alessandra siamo attualmente in contatto con un’associazione di volontariato che da tempo è impegnata su questo fronte. Desideriamo poter realizzare qualcosa di ancora più concreto, non solo piccoli viaggi d’aiuto, ma qualcosa di più grande e impegnativo che possa proseguire nel tempo e possa portare davvero sostegno alle persone in difficoltà”. E in Brianza, cosa succede? “La Brianza è un’oasi felice, le strutture ospedaliere sono molte e anche i consultori che forniscono aiuto a domicilio gratuito. Anche se purtroppo, a causa delle poche risorse del sistema sanitario nazionale, tutto ciò non è sufficiente – continua Eleonora – qualcosa, però, sul territorio inizia a muoversi e la situazione sta via via cambiando. Le mamme necessitano di molto aiuto, soprattutto hanno bisogno di non sentirsi mai sole. E importante che durante la gravidanza conoscano delle persone che possano assisterle così da diventare punti di riferimento e di sostegno anchein futuro. Questa è la missione di Milele e del nostro lavoro”. 37 MonzaClub Living La Brianza? si mette in mostra 38 MonzaClub di Greta La Rocca I curatori del Padiglione Italia hanno scelto anche aziende del nostro territorio per rappresentare il meglio del Made in Italy e testimoniare l’incontro tra eccellenza e qualità 39 MonzaClub Living L' headquarter di Boffi realizzato a Lentate sul Seveso, lo stabilimento industriale di Glas Italia progettato a Macherio, la Living Divani costruita ad Anzano del Parco e la Matteograssi a Giussano. Progetti architettonici di pregio che portano la firma del designer brianzolo Piero Lissoni. A questi, si aggiunge il Centro Ricerca e Sviluppo della B&B Italia progettato da Antonio Citterio, Patricia Viel and Partners a Novedrate che hanno realizzato anche lo stabilimento industriale Enzo degli Angiuoni a Garbagnate Monastero, nella Brianza lecchese. Sono il meglio dell’architettura Made in Brianza: progetti che uniscono estetica, eccellenza architettonica, innovazione e qualità del lavoro. Sono stati scelti, insieme ad altri, per rappresentare l’Architettura della Fabbrica dall’architetto Luca Zevi che ha curato il Padiglione Italia alla tredicesima Mostra Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia. “Common Ground” è il tema dell’edizione 2012 che qui si riflette nel rapporto fra architettura e territorio: ““Non è un anno come gli altri. Il Padiglione Italia deve porsi al centro di questa differenza e diventare un’occasione per riflettere sul rapporto tra crisi economica, architettura e territorio, deve essere uno spazio in cui immaginare un progetto di crescita del nostro Paese e il “territorio comune” deve tradursi in un progetto concreto e visionario in cui cultura ed economia scrivano un nuovo patto” spiega l’architetto Zevi, scelto dalla Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il Padiglione Italia si snoda come il racconto di un incontro possibile, della riscrittura del “patto”, inteso come luogo condiviso e spazio possibile, in cui le ragioni dell’architettura, del territorio, dell’ambiente dialoghino con quelle dello sviluppo economico. 40 MonzaClub 41 MonzaClub Living Un “common ground” tra imprenditoria e architettura come necessità imprescindibile per la ripresa. Il racconto descrive le “quattro stagioni” dell’architettura del Made in Italy lungo un percorso accidentato e fecondo, mirato alla ricerca di un rapporto virtuoso tra crescita e innovazione. La prima è dedicata ad Adriano Olivetti quale paradigma di un modello in cui politica industriale, politiche sociali e promozione culturale si integrano fino a dialogare con il territorio; la seconda racconta l’“assalto del territorio”, il proliferarsi di attività di grande vitalità sotto il profilo produttivo. Se la quarta è dedicata al reMade in Italy e alla sfida della Green Economy, la terza stagione presenta l’architettura del Made in Italy: “Negli ultimi quindici anni alcune imprese italiane hanno scelto di costruire i propri stabilimenti e i propri centri direzionali secondo un progetto architettonico d’eccellenza - spiega Zevi - sono nate così strutture attente alla poetica dei luoghi e degli oggetti, alla vita delle persone, alla sensibilità ambientale, espressione di un crescente impegno da parte degli imprenditori nel veicolare attraverso l’architettura i valori e l’immagine dell’azienda”. L’industria manifatturiera si è organizzata in una pluralità di distretti industriali, in cui prevalgono filiere di piccole e medie imprese. È in questo contesto che si sviluppa l’economia del Made in Italy, “le architetture con la loro qualità testimoniano che nella diffusione produttiva è in corso un processo di riconcentrazione, mentre le aziende leader rinnovano architettonicamente sia gli uffici che gli stabilimenti realizzando veri e propri headquarter con caratteristiche e servizi aperti alla città e al territorio”. E in Brianza nascono le eccellenze architettoniche e produttive che da sempre caratterizzano la qualità del design Made in Italy. 42 MonzaClub 43 MonzaClub 44 MonzaClub la bouillabaisse food fighter Due chef e un ingrediente. E la sfida è servita... Una nuova rubrica che ogni mese vi presenterà un luogo speciale di Monza e Brianza e che metterà alla prova il talento delle eccellenze dietro i fornelli. Perchè la cucina non è soltanto una questione di sopravvivenza... 45 MonzaClub La Bouillabaisse (cosa bolle in pentola...) chef a confronto L Tocchi di Cucurbita maxima mantovana alla milanese con luganega e porro stufato ricetta per 4 persone Ingredienti Vincenzo Butticè, executive chef e anima de Il Moro, ha iniziato a muovere i primi passi sotto la guida del maestro Salvatore Schifano, da cui ha ereditato la passione per la tradizione e l'innovazione gastronomica. La zucca, ingrediente povero e diffuso in molte culture. Elemento presente nei racconti popolari e nelle favole, è sempre contesa tra mitologie positive come il Dio del tuono che regalò un dente a due bambini, Nuwa e Fuxi, dal quale nacque una zucca che permise loro di salvarsi dal diluvio universale e proliferare la specie umana. La zucca è elemento polivalente dalle spiccate proprietà nutrizionali, storicamente gli utilizzi sono molto vari dall’antipasto al dessert. In quasi tutte le regioni d’Italia rientra nelle tradizioni popolari, ed il Lombardia specialmente tra Pavia, Lodi e Mantova è un elemento caratterizzante le coltivazioni orticole. L’anima del piatto: A tavola la zucca assume valori simbolici positivi dati dal colore vivo, dalla pienezza e dalla rotondità. A questi aspetti dedico la ricetta che impiega ingredienti a km 0. La ricetta ideata vuole significare la semplicità , la salubrità , la spontaneità e l’equilibrio della cucina che può prescindere, nelle sue alchimie, dalla rarità degli ingredienti. RISTORANTE IL MORO Via Parravicini G. Francesco, 44 - 20900 Monza (MB) Tel/Fax: +39 039/327899 [email protected] - www.ilmororistorante.it 46 MonzaClub 300 g = 240 g = 1 = 100 g = 40 g = 150 g = 6 cucchiai = 1 dl = 3 pizzichi = Zucca Mantovana Luganega Uovo 55/60 Pane grattugiato Farina grano tenero 00 Porro Olio extra vergine d’oliva Di Sebino Brodo vegetale Sale marino iodato fine Procedimento = Pulire la zucca e tagliare a cubi 3 cm per lato (farina, uovo e pane) a listarelle sottili = Impanare all’inglese = Mondare il porro e tagliarlo = Fare rosolare il porro con un cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva e bagnare col brodo vegetale e farlo stufare = Cuocere senza grassi la luganega tagliata a pezzi 5 cm di lunghezza = Cuocere la zucca impanata in olio extra vergine d’oliva e adagiarla su carta assorbente per qualche secondo = Assemblamento del piatto = Disporre il porro stufato al centro del piatto e disporvi la luganega = 4 pezzi a persona Ravioli ripieni di zucca mantovana, amaretti, mostarda Ingredienti per la pasta 1 = Uovo intero 2 = tuorli d'uovo 100 g = Farina 00 Ingredienti per il ripieno 4 = 1 = 1 = q.b. = Amaretti cucchiaino di mostarda Mantovana Cucchiaino di amaretto di Saronno Parmigiano sale e pepe Procedimento = Unire gli ingredienti per la pasta nella planetaria fino ad ottenere un composto omogeneo. = Lasciare riposare l'impasto qualche ora. = A parte preparare il ripieno di zucca: = Prendere la zucca già precedentemente sbucciata,avvolgerla nella carta stagnola e la infornarla a 100gradi a vapore per 20 minuti. = Una volta cotta metterla in una casseruola e frustarla fino ad ottenere una purea. = Aggiungere tutti gli ingredienti riportati nella ricetta. = Stendere 2 strati di sfoglia sottile,spennellare con un uovo intero una delle 2 sfoglie per poi legare il raviolo. = Con l'aiuto di un cucchiaino mettere il ripieno sulla sfoglia spennellata,sovrapporre la sfoglia restante e tagiare il raviolo con l'aiuto di un coppapasta. = Dividere las burrata in 2 e frullare una metà con la sua acqua. = Cucinare i ravioli in acqua bollente e salata per 7 minuti L Salvino La Rocca chef dell'Osteria La Lira ha 32 anni ed è originario di Sciacca in Sicilia. Ha lavorato in numerosi ristoranti stellati tra cui La Stua di Michil. Tradizione e creatività sono i suoi marchi. Le temperature calano e cambiano le pietanze che ci accompagnano nei mesi più freddi. La zucca, ortaggio impiegato in cucina da numerose culture ci introduce dolcemente verso piatti più ricchi e strutturati che ci aiuteranno a sostenere il rigido inverno. Abbiamo scelto di rivisitare una ricetta classica per due motivi. Il primo, a me legato, in quanto i ravioli di zucca rappresentano i ricordi: spesso da bambino con la famiglia e la zia si andava nel mantovano proprio per mangiarli; ricordo le donne che tiravano la pasta e la vecchia osteria in riva al fiume... Il secondo motivo per il quale proponiamo questa ricetta è il fatto che volevamo alleggerirla dal famoso "burro versato" per renderla adatta alle esigenze odierne e creare un ponte simbolico attraverso un ingrediente Mediterraneo tipico del sud quale la Burrata,unendo in questo le culture gastronomiche del nostro paese Penso che questo sia lo spirito che rappresenti il mio ristorante: contrasti, innovazione e tradizione. Guido Ongaro OSTERIA LA LIRA Montaggio del piatto = Montaggio del piatto: = Prendere un piatto quadrato possi- bilmente nero,creare delle goccie allungate con la salsa di burrata. = Mantecare i ravioli con burro fuso.. = Disporli sul piatto,spolverare con parmigiano e gurnire con fiori eduli. 47 MonzaClub OSTERIA LA LIRA Via Amati, 52 - 20900 Monza Tel: 039/2026548 - Info: www.osterialalira.it Lifestyle Trasgressivo, vera icona e inesorabilmente rock. Un must have che dagli anni Sessanta ad oggi non ha mai smesso di esercitare il suo fascino CHIODO SCACCIA CHIODO? di Annalisa Manzione “È notte alta e sono sveglio, sei sempre tu il mio CHIODO fisso” cantava nel non troppo lontano 1981 Eduardo De Crescenzo. Tutti ricorderanno quella splendida canzone, struggente e ricca di pathos per un amore finito. Quello che invece non finisce mai è l’amore per un altro tipo di CHIODO, di pelle, aggressivo e tanto tanto rock che attraversa le stagioni, reinventandosi ogni anno per permettere a fanciulle e fanciulli, giovani e meno giovani, di indossarlo da generazioni. Per la precisione era il 1928 quando IRVING SCHOTT dava alla luce il primo “Perfecto”, il classico giubbino pensato appositamente per i motociclisti, duro, grezzo e nemmeno particolarmente bello. Comodo se mai, con le chiusure a zip, per evitare che il vento e la velocità facessero sbattere tasche e colletto. E caldo, in pelle di bue o cavallo. Con chiusura a cerniere oblique. Cosa fa, quindi, del chiodo uno dei must have per eccellenza? Cosa 48 MonzaClub riesce a trascinarlo intatto nel tempo dagli anni '20 ai giorni nostri? Senza ombra di dubbio la versatilità: ogni stilista lo ha sempre reinterpretato a suo modo, rendendolo, a seconda delle mode del momento, più aggressivo o più romantico, si presta oggi ad ogni tipo di outfit. Abbiamo ammirato la splendida Sara Jessica Parker indossarlo in maniera sublime: nero e molto molto corto, abbinato ad un elegantissimo abito lungo a pieghe rosa confetto e quel tocco glam che contraddistingue da sempre l’attrice: guantino in pelle color panna. Ma ci piace moltissimo anche in versione rock, con skinny jeans e boots borchiati, che stanno spopolando proprio in questa stagione. Ma pensandoci attentamente, questo non basta: ciò che ha reso così popolare il chiodo è senza dubbio l’essere stato associato da sempre a personaggi molto cool del cinema e della musica, che ne hanno fatto uno status symbol. Perché, diciamolo, il chiodo è trasgressivo, è da disadattati, da ribelli. È un capo da Michael Jackson Uno tra i più grandi artisti di tutti i tempi. “Thriller” l’album più venduto della storia della musica. Ben 110 milioni di copie in tutto il mondo. E album dei record, grazie anche al video clip, un vero e proprio cortometraggio in cui l’artista, grazie a tecniche d’avanguardia per l’epoca, era il 1982, si trasforma in lupo mannaro. Nel 1984 Thriller riceve 12 nomination ai Grammy Awards e ne vince 8 (cifra record per un solo album). Anche il famosissimo chiodo di pelle rossa indossato da Michael nel video è un chiodo da record: due anni dopo la sua morte è stato venduto all’asta a Beverly Hills, in California, per una cifra da capogiro, ben 1,8 milioni di dollari. Il ricavato è andato in beneficenza a favore di animali e bambini in difficoltà, così come avrebbe voluto il Re del Pop. 49 MonzaClub Lifestyle IL SELVAGGIO Film del 1954, vede il protagonista Marlon Brando, capo di una banda di teppisti in motocicletta, spargere il terrore nella cittadina californiana di Wrighsville. Questo film fu l'antesignano della moda dei biker movie che fiorì negli anni '60. Non ebbe un grande successo quando uscì, ma fece epoca. Proibito nella puritana Inghilterra fino al 1968. Brando in giubbotto di pelle nera divenne un'icona internazionale. Una delle immagini più celebri del film, fu reinterpretata da Andy Warhol nel 1966. L'opera del padre della Pop Art sarà messa all'asta nella sede newyorkese di Christie's per 15 milioni di euro (20 milioni di dollari). Intitolata "Marlon", è una serigrafia su tela di 104.2 x 117,1 cm, realizzata da Warhol 12 anni dopo l'uscita nelle sale del film. Fino a oggi era di proprietà del collezionista e miliardario Donald L. Bryant Junior che ha deciso di venderla. L'asta è in programma per questo novembre. Marlon Brando ne “Il selvaggio”, film del 1954. È il pezzo forte del guardaroba di Andy Warhol, che addirittura li collezionava. Ed è stato indossato da artisti del calibro di Michael Jackson, Freddy Mercury e Madonna. Per non dimenticare gruppi punk-rock degli anni ‘70 e ‘80, come i Sex Pistols o i Ramones che hanno riempito il chiodo di borchie, catene di metallo e altri accessori, facendo nascere anche il nome della giacca in questione, chiodata, appunto. Dagli anni ‘90 in avanti lo abbiamo ammirato in versione molto sagomata e aderente, magari tempestato di swarovsky per essere appetibile anche alle donne che non vogliono rinunciare alla propria femminilità. Ovviamente anche in questo autunno molto GLAM ROCK, il chiodo si inserisce alla perfezione. Come pre-visto da noi di BeYourself4U e previsto da tutti gli stilisti, il mitico giubbino di pelle è uno dei MUST HAVE, accanto a stivali da motociclista, gonnelline svolazzanti di tulle o di pizzo, pantaloni attillatissimi o dal cavallo basso e stretti sul fondo. Il nostro preferito resta sempre il chiodo di BAILMAN, che ne ha fatto un capo cult di ogni collezione autunnale o primaverile, in cui le borchie sono l’elemento distintivo della maison, che utilizza da sempre pelle colorata, nera o ghiaccio per un chiodo pieno di buchi, borchie, spille e graffi: perfetto per il sabato sera ma anche per un look cittadino casual punk. 50 MonzaClub Nel 2011 il chiodo si “immola” per una nobile causa Da Sisley il giubbotto da biker è diventato una tela per i creativi pop contemporanei allo scopo di finanziare il museo Andy Wahrol mettendo all’asta 18 capispalla personalizzati da altrettanti artisti del calibro di Rita Ackermann, Dan Colen e Nate Lowman. L’officina giovane del gruppo Benetton ha affidato questo arduo compito a designer del panorama pop contemporaneo, brillantemente assolto: grazie alla loro creatività hanno fatto della giacca delle giacche una vera e propria tela sulla quale si sono sbizzarriti a colpi di spray, vernici, borchie e accessori vari. Questo esperimento ha dato vita a capi unici che sono stati esposti lo scorso anno per una settimana nello store Sisley, ovviamente della capitale italiana della moda, in Piazza San Babila. LEGGENDE METROPOLITANE si vocifera tra gli addetti ai lavori della moda che il nome del chiodo potrebbe derivare da veri e propri chiodi che i “metallari” portavano nelle taschine con chiusura a zip all’altezza della spalla. Non certo i classici “figli di papà”, ma i ben noti “ribelli”, ragazzi contro, che volevano opporsi ai conformismi della società. Ma a cosa saranno mai serviti i chiodi che si portavano in giro? Forse è meglio lasciare inevasa la domanda! 51 MonzaClub Toys for Boys La guerra Un'intuizione geniale ha trasformato un prodotto utile in indispensabile. E grazie a Steve Jobs è partita una corsa destinata a non arrestarsi O rmai è proprio una mania. Tutti, ma proprio tutti i principali player mondiali hanno dovuto rincorrere Apple e il suo concept più innovativo. Il tablet. Diventato un vero e proprio accessorio multitasking, in grado di soddisfare più esigenze, dal businessman allo studente, dalla casalinga ai bambini, tutti hanno scoperto l’utilità di averne uno. Utilità, sia ben chiaro, che pur non facendo rima con indispensabilità, è una delle principali leve di vendita. La flessibilità e la portabilità sono gli elementi che contraddistinguono questo oggetto divenuto un vero e proprio cult negli ultimi dodici mesi, cioè da quando il mercato si è fatto 52 MonzaClub più dinamico e interessante, in termini di modelli e prezzo. Dal giorno in cui Steve Jobs rivelò l’esistenza dell’iPad , il mondo della tecnologia ha subito l’ennesimo scossone. Un po’ come era successo anni prima con l’iPhone, tutti i competitor della mela si sono dovuti adeguare e hanno iniziato la rincorsa. Se precedentemente i pc tablet erano considerati un mero prodotto business, Apple è riuscita convertirne l’uso in domestico promuovendo un modello essenziale e duttile. Infatti, nonostante generalmente si pensi il contrario, Steve Jobs non ha ideato il tablet, ma si è limitato a reinventarlo sviluppandone il software sulla base degli smartphone. La vera novità, rispetto ai modelli che si erano succeduti nel decennio precedente, era data dalla possibilità di svolgere tutte le funzionalità con il semplice tocco delle dita senza l’ausilio di strumenti esterni. Era il 27 gennaio 2010. Da quel giorno l’iPad è diventato un vero dei tablet e proprio protagonista delle nostre giornate, riuscendo a vincere la resistenza anche di quanti, inizialmente, l’avevano bollato come un inutile e costosissimo gadget di lusso. Forse per rispondere a queste critiche, i principali competitor hanno fatto a gara per lanciare i propri modelli di tablet. Tra i primi a rispondere all’appello c’è la coreana Samsung che, nel settembre dello stesso anno, lancia il primo Galaxy Tab con sistema operativo Android, la statunitense Motorola e l’Asus, quest’ultima capace di dinamizzare un mercato sostanzialmente livellato con prezzi molto al di sotto dei competitor. A distanza di quasi tre anni dal lancio del primo iPad, oggi il settore dei tablet è in continua crescita con dati di vendita impressionanti che però sembrano sempre meno premiare il marchio di Steve Jobs. Nell’ultimo anno, infatti, una significativa quota di mercato ha privilegiato prodotti come il Kidle Fire di Amazon, riuscendo a sottrarre a Apple almeno il 31% delle nuove vendite grazie a prezzi fortemente concorrenziali. È senz’altro la politica di pricing, in piena crisi economica, a dettare legge e a decretare il vincitore di una gara che sembra ancora aperta, soprattutto oggi con l’imminente arrivo di Surface, il primo tablet di nuova generazione firmato Microsoft. Sarà proprio l’headquarter di Bill Gates a dover sfidare il nuovo nato in casa Cupertino, l’iPad mini di prossima uscita. Non ce ne vogliano gli amanti delle altre case produttrici, ma con l’arrivo di Microsoft sul mercato, tornerà in scena l’antica rivalità tra i due pionieri della tecnologia, tra Bill Gates e il compianto Steve Jobs. Due uomini che hanno condizionato il mondo, non solo dell’hi-tech. E che ci hanno sempre abituato, come in uno scontro tra titani, a combattere con le armi dell’innovazione e del progresso. 53 MonzaClub Oggetto del desiderio Profumo... di successo Ha esordito a settembre sul palcoscenico del Macef. Ed è già un must have. Con un occhio al design e uno al prezzo. P rofumo…di successo. Un irrinunciabile per la stagione entrante il profumatore per borsetta Milledy, ideato da Millefiori, società al 100 per cento italiana, specializzata in profumatori per ambiente di fascia alta. Un accessorio da sfoggiare ogni qualvolta ci si trovi ad aprire la borsetta. Per lo shopping, la spesa, una fragranza appositamente selezionata in grado di far passare qualsiasi dubbio quando ci si trovi ad estrarre il portafoglio. Anche perché la novità studiata da Michele Venisti, star emergente del design, con un occhio guarda alla bellezza, ma con l’altro anche al prezzo. La confezione con tanto di foulard a trama floreale non supera i 20 euro. Una novità a portata di tutte le tasche, dunque, che si preannuncia un vero must have. Il sistema è semplice: all’interno di una cover dai colori ricercati, è posizionata la card profumata. Diciotto le fragranze e otto i foulard abbinabili. Elegante la 54 MonzaClub selezione che va dal nero di Oxygen al marrone chiaro di Sandalo e Bergamotto, viola per Melody Flowers, rosa per Jounquille e rosso scuro per Icing Sugar. Del resto Venisti ha firmato e presentato anche un altro oggetto di tutto rispetto, Vetroquadro, un sapiente accostamento tra vetro, legno e tecnopolimeri che danno vita ad un profumatore estremamente raffinato in variante con lampada catalitica. Ugualmente destinato al successo il profumatore per auto gioiello, sempre per Millefiori, capace di dare un vero tocco chic a qualsiasi quattro ruote. Anche a quella che ne ha meno bisogno… Hi tech | App maxi Un grandangolo in un piccolo Iphone Si chiama DMD Panorama e permette di scattare foto impossibili da ottenere con il normale obiettivo in dotazione con l'Iphone. Divertente, suggestiva e, perché no...completamente gratuita C ome trasformare il proprio Iphone in un super grandangolo? Semplice. Con un app davvero ben fatta. Si chiama DMD Panorama, è gratuita e permette di realizzare scatti che sarebbe impossibile avere con il normale obiettivo in dotazione con il telefono. La si può scaricare sia nella versione Iphone che in quella Ipad e il funzionamento si è rivelato piuttosto semplice. Questa app, infatti, non fa altro che eseguire una serie di scatti e fonderli alla massima velocità. Un panorama diventa così possibile da creare con appena tre scatti. Fondamentale tenere il proprio telefono in posizione perfettamente verticale (ma è soltanto questione di pratica, due o tre volte e si è già degli esperti) e ruotare in senso orizzontale il telefono. Mano a mano che il cursore, cui è stata data l’immagine di Ying e Yang separati, si congiunge per formare un unico simbolo, la macchi- na scatta la foto. Così per almeno tre o quattro volte a seconda dell’ampiezza del panorama. Divertente, sorprendente e perfetta per utilizzi web. Il primo che ci viene in mente? Il diario di facebook. Insomma, una app dalle ottime recensioni. Tanto che c’è chi spera in un futuro anche in altissima risoluzione... 55 MonzaClub Motori | Auto N I E T N E M L IF NA 56 MonzaClub A I R A N O I S S E C N O C È una delle grandi attese del mercato 2012, la nuovissima Audi A3 presentata al Salone di Ginevra è arrivata nei concessionari in queste settimane ed è già un grande successo. Sempre attenta al mercato, la casa tedesca anche questa volta non ha di Riccardo Tagliabue - foto: studiofocus.com disatteso le aspettative 57 MonzaClub Motori | Auto T utte le case automobilistiche periodicamente devono rinnovare le proprie auto e questo non è sempre facile in un mercato così ricco di offerte. Trovare sempre il giusto compromesso tra l’innovazione tecnologica e quella estetica, cercando di interpretare quali saranno le richieste degli utenti, tenendo presente la grande crisi che affligge il settore è la sfida da affrontare da parte dei produttori. Il modello A3 è una delle auto del gruppo più vendute, il primo modello è stato presentato nel 1996 e da allora è sempre stato un successo per la casa dei 4 cerchi. La nuova versione era molto attesa dal mercato e, soprattutto, dai concessionari, che sperano con questa novità di “risvegliare” un po’ le vendite di un settore che più di tutti sta sentendo la crisi economica. Le differenze estetiche a prima vista con il modello precedente non sono tantissime, anzi a ben guardare sono proprio poche, ma questo è un po’ lo stile tedesco, di non stravolgere troppo (se non in alcuni casi) rispetto al passato. Questo sicuramente porta a fidelizzare la clientela (che riconoscono velocemente lo stile della casa madre) e soprattutto non svalutano in modo drastico i modelli precedenti, quindi un occhio anche al mercato dell’usato e alla tenuta dei prezzi negli anni. Le novità maggiori sono negli allestimenti interni che conferiscono all’abitacolo una sensazione di spazi maggiori rispetto al passato, con tutta la strumentazione a “portata di mano”, facilmente utilizzabile senza distrarsi dalla guida. Tutte le riviste di settore motoristico riportano che questa nuova A3 è la prima del gruppo tedesco su cui viene applicato il nuovo “pianale MQB”, che sarà parte dei prossimi modelli del gruppo Audi-Volkswagen. Un concetto di rinnovamento che parte proprio dalla produzione di uno dei modelli più popolari dell’Audi, che condividerà questo pianale proprio con la Golf, sicuramente una delle auto più riuscite al gruppo Volkswagen. Un pianale che non ha stravolto le “misure” di questa A3, ma che ha migliorato ancora di più la guida: facile e di grande “comfort”. I motori utilizzano tutti la tecnologia TFSI che unisce i vantaggi del FSI (efficienza e dinamismo) con un turbocompressore e questo garantisce un’erogazione della potenza decisamente migliore. Gli allestimenti sono: 1.4 da 90Kw, 1.8 da 132 Kw e il diesel 2.0 TDI da 110 Kw. Il primo chiaramente è un motore destinato a chi utilizza l’auto soprattutto nei cicli urbani, che non cerca grandi prestazioni nei lunghi trasferimenti e che è attento ai consumi: un motore così leggero (grazie al monoblocco in alluminio) permette di risparmiare peso e quindi anche i consumi. Particolari del cruscotto... Il simbolo Audi 58 MonzaClub La versione 1800 è decisamente più “sportiva” e con il cambio “S tronic” accelera da 0 a 100 in 7,2 secondi. Sempre attenti alle emissioni in Audi hanno inserito il sistema “Valvelift” che oltre a far risparmiare carburante, riduce le emissioni di Co2. Il TDI ha un sistema con 4 iniettori denominato “common rail”, che permette un ottimo equilibrio tra prestazioni, comfort e acustica ed eroga 110 Kw. Fino a qualche anno fa i motori diesel erano considerati decisamente meno prestazionali rispetto ai benzina, ma dal 2006 Audi ha proprio dimostrato nelle competizioni che i motori diesel possono competere al pari con i benzina: vincendo nella 24 ore di Le Mans e bissando il successo nel 2011. Un’auto quindi adatta a tutti e che ha fatto della sua versatilità la sua dote migliore: signorile, perfetta per fare le commissioni, per andare in vacanza con gli amici, per cercare emozioni sportive, per avere comfort e bassi consumi. Questi i punti di forza che in questi anni hanno portato il marchio Audi a scalare le classiche di vendita di tutti i mercati, riuscendo ad entrare nel cuore degli automobilisti investendo in tecnologia e riuscendo a fare automobili dalle linee innovative e belle. Il costo della versione TDI della prova è a partire da Euro 23.160,00. Poi vanno aggiunti tutti gli optional... Il motore del modello TDI della nostra prova - 7539 Il bagagliaio capiente dell’Audi A3 59 MonzaClub Motori | Moto Fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile che un mezzo di questo tipo fosse dedicato ai quattordicenni. ma la Valenti Racing di Lissone ha realizzato un fuoristrada e un motard di altissimo livello per i giovani teenager. Prestazioni da moto d a competizione in un cinquantino da sogno che è realtà GIOVANI MOTOCICLISTI di Riccardo Tagliabue - foto: studiofocus.com V con le classiche ruote più adatte per una guida stradale. L’enduro racing ha già vinto a livello nazionale diversi campionati e ottenuto riconoscimenti importanti dai vari giornali di settore che l’hanno testata. Due le colorazioni che caratterizzano questo cinquantino: giallo per la versione da enduro e giallo e bianco per alenti Racing nasce dalla mente e dalle mani di Enzo Valenti, imprenditore brianzolo che ha fatto della passione per le moto da cross una professione riconosciuta a livello internazionale. In una piccola officina di Lissone ha iniziato a mettere a posto le moto degli amici, poi è diventato concessionario Suzuki e ha anche costruito dei veri e propri prototipi che hanno portato il nome Valenti sui circuiti di motocross, vincendo diversi titoli e dando lustro all’imprenditorialità del nostro territorio. Negli anni la struttura è cresciuta e Valenti è diventato l’importatore per tutta Italia dei modelli motocross del prestigioso marchio giapponese Suzuki; inoltre realizza per il nostro mercato e gran parte d’Europa i modelli da Enduro e Motard e importa i quad per il nostro mercato. La passione di Enzo Valenti non è mai diminuita e dalle sue esperienze ha maturato la creazione e realizzazione di una moto per i più giovani e ha così creato la “Valenti RME 50”. Un modello nato per le competizioni di enduro, che si è anche trasformato in un modello di serie adatto per i trasferimenti quotidiani dei più giovani, da casa a scuola e per uscire con gli amici. Così oltre al modello RME con le ruote tassellate ha realizzato anche una moto da Motard, 60 MonzaClub Un particolare della catena La strumentazione Anche la marmitta è dedicata a motori di alte prestazioni e così tutta la componentistica: dalla corona alla catena, dal carburatore alla strumentazione (essenziale ma con tutto quello che serve per chi deve andare su strada), senza chiaramente tralasciare il motore. Il modello racing è ovviamente rivolto ad una utenza che ama le competizioni, una moto dedicata a giovanissimi che vogliono apprendere le tecniche del fuoristrada potendo contare su di un mezzo altamente performante. I due modelli, sia da enduro che da motard, meno prestanti sono invece dedicati a tutti coloro che vogliono una valida alternativa allo scooter e che amano salire su una “vera” moto anche a 14 anni. Gli standard di allestimento sono di altissimo livello e questo, oltre a rendere le moto esclusive, garantiscono una grande sicurezza di guida: con una ciclistica degna di una moto da competizione, dai freni alle sospensioni, dal telaio a tutti i dettagli. Il fascino del fuoristrada e delle derapate in stile motard attraggono tantissimo i teenager e per questo la Valenti Racing ha deciso di produrre questi modelli, che in brevissimo tempo hanno conquistato il cuore dei giovanissimi e forse anche dei loro genitori. la versione da motard. La moto da enduro racing ha accorgimenti degni di una moto da competizione di cilindrata ben superiore, a partire dalle forcelle anteriori completamente regolabili ad un forcellone e monoammortizzatore direttamente derivato dalle competizioni più estreme. 61 MonzaClub Sport a cura di Metti un week-end in Autodromo Sport, divertimento e charity: Monza Marathon Team in prima linea nella due giorni caratterizzata dalla nona edizione della Mezza e dall’evento AIDS Running in Music agenda ottobre 2012 14 ottobre Mezza delle Groane, Senago (21 km) Trofeo Pell e Oss (Cross) Milano Fit Marathon (21 km) Maratona d’Italia, Carpi (42 km) di corsa 21 ottobre Maratonina di Cremona (21 km) Amsterdam Marathon (42-21km) 26 ottobre 100 km del Sahara No-Stop 28 ottobre 1° Trofeo Massi Pelli, Monza (10 km) Maratona di Venezia (42 km) Lucca Marathon (42 km) 4 novembre New York City Marathon (42 km) Sport Migliaia di tifosi hanno sostenuto il campione di motonautica nella tappa di Cernobbio del Campionato del mondo di Clas-1. Un fine settimana caratterizzato da tanta sfortuna, ma la sfida al primato è rilanciata Guido Cappellini La classe non è.... acqua di Raffaele Pozzi V oleva regalare l’ennesima grande gioia ai propri tifosi. Voleva gettare alle spalle una stagione caratterizzata da parecchia sfortuna ottenendo un risultato di prestigio nelle sue acque. Quel ramo del lago di Como, ma sponda lariana, dove anche quest’anno Guido Cappellini è stato grande protagonista nell’organizzazione della due giorni (22-23 settembre) di Campionato mondiale Class-1 di motonautica regalando a Cernobbio un palcoscenico internazionale. L’evento è riuscito con decine di migliaia di spettatori assiepate sulle sponde, ma sotto il profilo del risultato sportivo non tutto è filato liscio per il 53enne campione comasco che nel suo curriculum vanta ben dieci titoli mondiali in Formula Uno. La vigilia è stata frenetica nel tentativo di risolvere quei problemi di affidabilità del suo Poliform 74 riscontrati fino a quel momento. E così “abbiamo fatto verifiche accurate scendendo in acqua tutti i giorni per migliorare le nostre prestazioni, consapevoli di poter finalmente lavorare al cantiere Tullio Abbate di Mezzegra, con lo Special Team Guido Abbate, che è ormai la nostra collaudata base logistica e tecnica per i test - spiega Cappellini - Sapevamo che replicare il successo del 2011 sarebbe stata impresa ardua, ma eravamo fiduciosi anche se consapevoli del fatto che tutti i concorrenti continuano a sviluppare le loro barche”. Poi è arrivato il giorno delle prove ufficiali con il problema alla pompa di benzina che 64 MonzaClub ha negato al catamarano Poliform 74 la possibilità di giocarsi la pole position. Poco male. Gli inglesi lo chiameranno anche “Local hero”, ma Cappellini ha soprattutto una gran testa dura e determinazione da vendere tanto da presentarsi al via di gara-1 con il fidato Giampaolo Montavoci alle manette. Già la sesta posizione nello schieramento di partenza costringeva a una gara tutta in rimonta, ma come se non bastasse è arrivata l’ennesima tegola di un week end stregato: a causa del livello delle acque particolarmente basso e di un errore di posizionamento delle barche al pontile di partenza, l’incolpevole Poliform 74 ha urtato il fondale del lago con l’elica. Da qui il rientro immediato di Cappellini al paddock per la sostituzione in tempi record del componente meccanico per una gara che ai più sembrava compromessa. “Non si è trattato di sfortuna, la nostra barca è stata schierata in un punto della wet pit al limite del pescaggio e questo non doveva essere ammesso - non usa giri di parole il campione - Dopo la sostituzione, le eliche in gara non ci hanno dato la massima velocità sui rettilinei permettendoci di risalire solo una posizione”. In sintesi un quinto posto che legittimava a puntare più in alto il giorno seguente in gara-2. Ed invece, come spesso accade, piove sul bagnato. Nella competizione domenicale Poliform 74 è protagonista di una buona partenza risalendo in pochi istanti dalla quinta posizione e lanciando l’assalto alla NUMERI DA RECORD 10 I titoli mondiali vinti in Formula 1 171 Il numero di Gp disputati in F1 70 Le pole position conquistate 62 I Gp al termine dei quali ha tagliato per primo il traguardo terza piazza già all’altezza della prima boa. Il ritmo sostenuto è quello dei primi fino all’ennesimo inconveniente: l’asse soggetto ad enormi sollecitazioni in gara si rompe portando con sé sul fondo del Lario quell’elica sostituita il giorno precedente. Inevitabile il ritiro. “Le prestazioni ci sono e la nostra grinta ci porta sempre a lottare con i primi, ma la sequenza negativa di problemi di diversa natura continua a toglierci risultati - conclude Cappellini - Ora abbiamo modo di fare gli ultimi test in acqua e provare ancora una volta le eliche, poi la doppia trasferta mediorientale ci fermerà dal momento della spedizione della barca a novembre fino ai giorni della gara”. I prossimi appuntamenti con la Class-1 saranno appunto le quattro gare di Dubai e Abu Dhabi dal 13 al 21 dicembre. La sfida è rinnovata. Perché la passione di quel bambino che a soli tre anni saliva sul primo kart e a cinque dedicava tutte le sue attenzioni al primo catamarano a motore, oggi nonostante i trionfi e gli allori conquistati è ancora forte. E la classe non è acqua… 65 MonzaClub Sport la terra rossa ...dà buoni frutti Oltre 15 delegazioni hanno dato vita alla seconda edizione dei Giochi regionali dedicati a ragazzi con disabilità intellettiva. Tre giorni di sport e riflessione che ha coinvolto Monza e la Brianza di Omar Giudici L a terra rossa ha dato i suoi frutti. Ancora una volta. Il Circolo tennis Monza ha dato vita alla seconda edizione dei Giochi regionali Special Olympics Italia della Lombardia. Tutto ha avuto inizio con la cerimonia di apertura che con il suo entusiasmo e con i suoi colori ha illuminato le vie del centro di Monza fino all’accensione della fiamma olimpica. Segno tangibile che la città stava vivendo un appuntamento importante. Tre giorni di sport con 43 atleti in gara in rappresentanza di 15 delegazioni provenienti da Lazio, Veneto, Piemonte, Lombardia e persino dall’Ungheria. Al loro fianco il campione olimpico Igor Cassina e soprattutto i numerosi volontari che hanno reso possibile 66 MonzaClub l’evento. Tre giorni per riflettere sulle tematiche della disabilità intellettiva come sa fare solo Special Olympics che si è affidata all’ormai rodata organizzazione di Carlo Lazzarin e del Circolo tennis Monza che da tempo ha aperto la propria attività a ragazzi disabili e sta diventando un punto di riferimento e un modello per altre realtà che vogliono crescere in tal senso. Qui è nata la Scuola tennis Insieme per un sorriso diretta da Alberto Ciriani che in poco tempo ha coinvolto non solo Monza, ma anche i paesi limitrofi vedendo crescere esponenzialmente i propri numeri. L’organizzazione della seconda edizione dei Giochi regionali di tennis è un’ulteriore tappa di un percorso che andrà lontano. Una maratona di tennis conclusa con le premiazioni e con una festa improvvisata sui campi in terra rossa. “È forse l’immagine più bella dei tre giorni e che mi resterà sempre nel cuore – racconta Alberto Ciriani – Tutta la macchina organizzativa, con il grande apporto degli Alpini, della Protezione civile e del Gruppo volontari del ’49, ha funzionato come un orologio svizzero e ha regalato a questi ragazzi un’esperienza indimenticabile. La conferma arriva dagli atleti stessi che hanno manifestato la volontà di tornare in Brianza il più presto possibile”. E torneranno. Perché l’energia che trasmette un evento Special Olympics genera altri frutti. 67 MonzaClub Sport | Golf BRIANZA REGIONALE Il challenge “Regionale Golf Lombardia” ha disputato la finalissima sul campo del Brianza Country Club di Usmate: dopo 28 gare di qualificazione in tutti i circoli della V enerdì 31 agosto e sabato 1 settembre la perturbazione che ha colpito il nord d’Italia non è riuscita a fermare la finalissima del Regionale Golf Lombadia: il challenge di golf che è stato organizzato dalla T.W.O di Monza, che negli ultimi due anni ha organizzato il Trofeo Golf Monza e Brianza. L’idea è venuta a Riccardo Tagliabue, che dopo anni di esperienza in altri sport, ha deciso di portare un format nuovo nel gioco del 68 MonzaClub golf, creando un circuito per amatori come non si è mai visto: una tappa di qualificazione in ogni circolo della Lombardia che avesse almeno 18 buche e nella nostra regione sono 28, con oltre 198 premi di categoria consegnati e 280 premi speciali vinti in campo dai partecipanti. I vincitori di ogni tappa e di ogni categoria ottenevano l’accesso alla finalissima; il circuito è partito il 17 marzo a Villa d’Este e Lombardia e oltre 3.500 giocatori. Una finale importante che ha visto il monzese Franco Guerrieri del club Villa Paradiso di Carnate aggiudicarsi il prestigioso trofeo. si è concluso al Golf Varese il 4 agosto. Da qui ne sono usciti gli 84 finalisti che si sono incontrati il 31 agosto al Golf Brianza Country Club di Usmate. Un torneo importantissimo che ha visto numerosi sponsor supportare l’iniziativa a partire da Red Bull, che ha istituito il “Red Bull Final 5”: una gara nella gara, visto che i vincitori sono stati coloro che hanno fatto il miglior risultato sulle ultime 5 buche di ogni tappa e si sono trovati ad Usmate per aggiudicarsi la vittoria assoluta e due biglietti per il Gran Premio di Formula 1 della settimana successiva a Monza. Oltre alla famosa bibita energetica, tra gli sponsor del territorio emergono: UBI Banca Popolare di Bergamo, Solar Green Pannelli Solari, Audi e Volkswagen attraverso la concessionaria Pirola, Centro Odontoiatrico Giannini, Fedeli Cashmere, 69 MonzaClub Sport | Golf 70 MonzaClub C-Hotel, Golf e Non Solo, MePa Assicurazioni e molti altri. Dopo due mesi di caldo afoso e la quasi completa assenza di pioggia, le previsioni per il weekend della finale non erano certo delle migliori, con temporali e piogge intense. Dopo le abbondanti piogge del giovedì notte, venerdì mattina i primi a scendere in campo verso le 9 hanno potuto assistere al graduale miglioramento del tempo e dopo qualche ora dal via il sole è uscito accompagnando tutti i finalisti fino al termine della competizione e solo a quel punto la pioggia ha ripreso a scendere copiosa. Dalla classifica assoluta ne sono usciti gli 8 finalisti che il giorno dopo avrebbero disputato il match play a partire dalle 8, la vincitrice del Red Bull Final 5 Anna Maria Grossi e i vincitori provinciali. Vincitrice della Provincia di Monza e Brianza è stata Silvia di Staso del Golf Milano. La mattina del sabato il campo era al limite della praticabilità per la tanta pioggia scesa durante la notte, ma dopo la partenza della prima coppia il tempo ha iniziato a volgere al bello e ancora una volte il sole è riuscito a “bucare” le nuvole e ha regalato una bellissima giornata a tutti i giocatori in campo: oltre ai finalisti anche altri 130 giocatori hanno fatto da perfetta cornice con una gara di contorno. All’ultima fase del match play sono arrivati il monzese Franco Guerrieri e il comasco Salvatore Figini, che accompagnati dalle bellissime caddies della Puma, hanno dato vita ad una bellissima e agguerrita finale. Al termine ne è uscito vincitore Guerrieri, che alla sera durante la cerimonia di premiazione di fronte ad oltre 100 persone ha ricevuto il Trofeo che dovrà rimettere in palio l’anno prossimo. Durante la serata sono stati consegnati i numerosissimi premi in palio e tutti i presenti sono stati rallegrati dalla musica e dagli aperitivi offerti dalla Red Bull… Ma la presenza della bellissima presentatrice Francesca Belussi e della numerose modelle vestite Aftershock non è certo passata inosservata. L’appuntamento per tutti è solo rimando al 2013! 71 MonzaClub Cultura La storia in una mappa Raccontare l’ impresa lombarda attraverso le carte geografiche. Un viaggio suggestivo grazie al lavoro del cartografo Giovanni Brenna C ome è mutata la Lombardia, quali ne sono stati i cambiamenti socio – economici, quelli industriali e di sviluppo. Tutto attraverso una mappa geografica. L’origine mostra organizzata all’interno dell’Arengario offre agli appassionati di storia un’occasione davvero unica. Quella di visionare l’opera di Giovanni Brenna, Primo Tenente, ingegnere e cartografo dell’Ottocento. In tutto 45 carte che raccontano come il territorio lombardo è mutato nel corso del diciannovesimo secolo attraverso nuove realizzazioni, sviluppo residenziale e demografico. Insomma, 72 MonzaClub una storia da leggere sulle cartine. Pensare che proprio alcune di queste preziose mappe furono finanziate in anticipo proprio da imprenditori e privati desiderosi di essere tra i fautori delle prime cartine geografiche immortalanti il territorio di una Milano oramai moderna e sulla via del suo pieno sviluppo. Le opere saranno in mostra fino al 25 novembre, da martedì a venerdì (dalle 15 alle 19), sabato, domenica festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Per informazioni è possibile contattare l’ufficio Mostre del Comune al numero: 039/366381. 73 MonzaClub Cultura Riproduzione di una cartolina, pubblicata con altre visioni della nostra città, da un pittore monzese, grande disegnatore, Fausto Cattaneo (1908-1969). monza vista dai campanili di Pier Franco Bertazzini M Chiesa e monastero furono atterrati e le monache costrette a trasferirsi. Ma se vogliamo credere a Bonincontro Morigia, il popolo di Monza desiderava che “in vicinanza della distrutta, un’altra chiesa si erigesse sempre a onore della Vergine”. Così, mentre Galeazzo II Visconti decideva ampi lavori di riparazioni al castello “un certo fedele Religioso e divoto Frate dell’ordine del Frati della Penitenza de Maritati della nostra Terra di Monza, per nome Frate Giovanni …..cominciò in detta vicinanza la fabbrica della Chiesa”, trasformando in Oratorio un edificio preesistente con l’aiuto economico dello stesso Galeazzo II e dei lanaiuoli monzesi. E il Morigia ci fa sapere che, miracolosamente, la Beata Vergine Maria mandò un milanese di venti anni soltanto, di nome Ambrosolo, assistendolo e ammaestrandolo perché dirigesse i lavori. Ecco perché la parete nord della chiesa prospetta su via Ambrogiolo, una straducola chiamata appunto via o vicolo. Si parla quindi di Santa Maria in Strada. L’anno della consacrazione della chiesa potrebbe essere il 1357. Accanto alla chiesa venne costruito un convento oggi trasformato in scuola. Nel 1393 i religiosi chiesero l’unione con i Frati Agostiniani Eremitani di San Marco in Milano. Molto probabilmente nel 1393 non c’era la facciata né il campanile. Il campanile, così come lo si vede ora, è frutto dei restauri operati da Carlo Maciachini, architetto, nel 1870. Il mitico Ambrosolo, del tutto sconosciuto se non fosse stato citato in modo incontestabile da Bonincontro Morigia, potrebbe essere uno dei tanti allievi di Giovanni di onza vanta un grande patrimonio artistico, religioso e culturale e ha contato nei tempi, dentro le mura come nei sobborghi e circondario, più famiglie di ordini regolari e tante chiese. Si pensi all’antichità veneranda della basilica monzese, da sempre cuore e centro della città. Sui muri del Duomo e nell’inestimabile patrimonio di reliquie, oreficerie, sculture e dipinti del Museo e Tesoro c’è la storia del monumento e della città, da Teodelinda ai nostri giorni. A Monza dopo la basilica dedicata al Precursore, esisteva una chiesa di Sant'Agata, un San Salvatore, un San Michele, un San Martino, e altre chiese ancora. Il Marimonti nelle sue “Memorie storiche della città di Monza” riferisce che nel 1095 “una certa femmina di nome Otta fece offerta di un suo terreno ad Urbano II, sommo Pontefice, che si trovava a Milano, a condizione che vi potesse erigere con le proprie sostanze una chiesa e un monastero per sè medesima e per le sue compagne”. Sorse così la prima chiesa in Monza dedicata a Maria detta poi Sant Maria d’Ingino (dal nome del circondario) “e sopra la porta d’essa chiesa vi era dipinta una divota e miracolosa Imagine della stessa Gloriosa Vergine Maria con il Suo Figlio nelle Bracchia”. All’inizio del 1325 Galeazzo I Visconti fa costruire in vicinanza un grande castello fortificato con la famosa prigione nota come Torre dei forni. Un grande quadrilatero con mura merlate e con un parco che dava sul Lambro. E con le acque deviate dal fiume si riempiva una fossa larga ben 13 metri a difesa del castello. 74 MonzaClub 1. Riproduce la facciata com’era prima dei restauri del 1870. Balduccio, scultore e architetto pisano, chiamato a Milano nel 1334 da Azzone Visconti e documentato a Milano sino al 1349. Tra l’altro val la pena ricordare che nell’orbita di Balduccio si formò anche Matteo da Campione, lungamente attivo nel cantiere del nostro Duomo, di cui realizzo la grandiosa facciata a cinque campi. Anche la fiorita facciata di Santa Maria in Strada, certo un bel frontespizio di chiesa, ridente nei suoi cotti di vivo rosso e col suo rosone dalla molte, belle e svariate modanature concentriche, nella parte inferiore più volte rimaneggiata, si presenta nella parte superiore nella sua forma originale. Si tratta di un prospetto a capanna, nella parte terminale a vento, come nel Duomo. Caratteristico l’andamento geometrizzante degli ornati; bifore e rosoni chiusi da cornice quadrata, edicolette concluse da cuspide triangolari un tempo impreziosite da pitture con figure di Santi, oggi quasi del tutto scomparse. La Madonna col Bambino nella nicchia dell’ultimo ordine è stata datata agli inizi del ‘400. Le foto 1) e 2) sono tratte, con il consenso degli autori, da una pubblicazione “Complesso di S. Maria in Strada a Monza”, edita nel 1967, oggi introvabile, lavoro degli architetti monzesi Giulio Carnelli e Giovanni Rivolta. 2. La chiesa allo stato attuale, come la vedono oggi i passanti per via Italia. 75 MonzaClub Alta finanza LA CONSULENZA una BASE PER sicuri INVESTIMENTI SE FARE FOSSE FACILE QUANTO SAPERE CIO’ CHE VA FAT TO, LE CAPPELLE SAREBBERO CHIESE E LE CATAPECCHIE DEI POVERI PALAZZI PRINCIPESCHI. William Shakespeare Massimo Prina Consulente Finanziario I risparmiatori italiani prendono decisioni in materia finanziaria in relazione alle indicazioni di banche, promotori finanziari e assicuratori, altri fanno da soli scelte d’investimento sulla base di esperienze personali. Altri ancora, prendono informazioni leggendo riviste specializzate e navigando via internet, mentre altri si fidano del passaparola di parenti ed amici. La direttiva Mifid (Markets in Financial Instruments Directive) risponde all’esigenza del risparmiatore di avere una maggiore tutela nei confronti delle banche. Gli obiettivi di fondo della direttiva sono: tutela differenziata a seconda del proprio profilo di rischio finanziario; integrità dei mercati; rafforzamento dei meccanismi concorrenziali, con l’abolizione dell’obbligo di concentrazione degli scambi sui mercati regolamentati; efficienza dei mercati, finalizzata anche a ridurre il costo dei servizi offerti; miglioramento dei sistemi di governance delle imprese di investimento ed una migliore gestione dei conflitti di interesse. La consulenza finanziaria ha per oggetto la pianificazione, il monitoraggio, gli obiettivi e risorse finanziarie di ogni possibile risparmiatore che, non essendo in possesso di adeguate competenze, si rivolge ad un professionista del settore: il consulente finanziario. L’attività di consulenza entra nel merito delle singole questioni valutando le possibili scelte di investimento e finanziamento e 76 MonzaClub il relativo effetto sull’equilibrio generale del risparmiatore. La competenza di un consulente finanziario non consiste nella capacità di prevedere l’andamento dei mercati e tantomeno di dare performance corrette per il rischio migliori di quelle del mercato. Chi fa o genera aspettative di questo tipo, non è un consulente finanziario. La relazione tra professionalità e risultati, nel panorama dei mercati non esiste. L’andamento dei mercati finanziari dipende da un numero di molteplici variabili molte delle quali non prevedibili. I prezzi dei titoli scontano tutte le informazioni disponibili, per cui anche per gli operatori delle maggiori case d’investimento è impossibile disporre di tutte le informazioni e conoscenze per anticipare i mercati. Il compito di un bravo consulente è invece quello di evitare ai clienti di commettere errori clamorosi derivanti dalle distorsioni conoscitive sugli investimenti. Creare un rapporto di reciproca collaborazione e fiducia con il proprio consulente è alla base per mantenere e arricchire il proprio patrimonio, per accrescere la conoscenza dei propri obiettivi e monitorarli nel tempo, in relazione a variabili diverse che possono portare a cambiamenti anche totali degli obiettivi concordati. È per questo che bisogna avere un contatto costante e aperto, per meglio affrontare i cambiamenti della propria vita, che inevitabilmente possono modificare le scelte precedentemente pianificate d’investimento. CONSULENTE DEL LAVORO la riforma entrata in vigore sotto il governo monti apporta significative modifiche alla disciplina vigente in materia di lavoro. ed è bene conoscerne possibilità e condizioni Dott.ssa Greta Leoni Consulente del lavoro di Milano Il contratto a tempo determinato è regolato principalmente dal D.Lgs. 368/2001, il quale definisce il campo di applicazione e le modalità di gestione di questa tipologia contrattuale. Il 18 luglio scorso, con l’entrata in vigore della cosiddetta “Riforma Fornero”, sono state tuttavia apportate alcune importanti modifiche alla disciplina previgente. Tra queste l’apposizione del termine. Considerando che il contratto a tempo indeterminato costituisce la forma tipica del rapporto di lavoro, l’apposizione di un termine, con riferimento ai contratti a tempo determinato, deve essere giustificata da motivazioni specifiche che devono essere dettagliate all’interno del contratto di assunzione. In particolare, il legislatore ha stabilito che le causali possono essere esclusivamente di tipo organizzativo, produttivo, tecnico ovvero sostitutivo. Tuttavia, la Riforma Fornero ha apportato un rilevante cambiamento: a partire dal 18 luglio scorso, infatti, è possibile stipulare il primo contratto a tempo determinato senza specificare la causale (contratto acausale). A tal proposito si sottolinea che: - il lavoratore con il quale si intende stipulare il contratto a termine cosiddetto acasuale deve essere alla sua prima occupazione in assoluto all’interno dell’azienda interessata (a tal riguardo, rilevano anche i periodi nei quali il lavoratore, seppur non lavorando alle dipendenze dell’azienda, è stato inserito all’interno della stessa tramite somministrazione); - la durata massima del contratto acausale deve essere di 12 mesi e non può essere prorogato, anche nel caso in cui la durata iniziale sia inferiore all’anno. L’introduzione della possibilità di non inserire la motivazione, tuttavia, non preclude all’azienda la facoltà (sempre con riferimento a soggetti sconosciuti alle aziende), in presenza di reali motivazioni, di giustificare il termine del contratto con ragioni organizzative, produttive e via dicendo. In questo caso, non sarà necessario rispettare il limite massimo di 12 mesi ed il contratto sarà prorogabile. Tuttavia, in assenza di giurisprudenza in materia, questa seconda soluzione potrebbe essere rischiosa, in quanto in caso di contenzioso - ed in assenza di reali motivazioni di fatto - potrebbe aver luogo la conversione a tempo determinato. Saranno difatti i giudici a stabilire se, trattandosi di primo contratto motivato di durata non superiore ai 12 mesi, le cui motivazioni risultano essere infondate, lo stesso potrà essere ricondotto nell’area del contratto acausale, avendo potuto l’azienda avvalersi di tale facoltà. In ultimo, si precisa che è stato previsto che i CCNL possono stabilire, nell’ambito di particolari attività, ulteriori casi in cui è possibile stipulare contratti senza motivazione del termine. TEMPO DETERMINATO: COS’E’ CAMBIATO con la RIFORMA FORNEro 77 MonzaClub consulente legale regime condiviso: la madre sceglie? il padre non paga... una sentenza della cassazione ha dato ragione ad un uomo la cui ex moglie aveva scelto da sola l’istituto a cui mandare la figlia Avv. Paolo Broggi Avvocato civilista del Foro di Milano La prima sezione della Cassazione Civile (sentenza del 20.06.2012 nr. 10174) ha enunciato in questa recentissima decisione che se, nel regime di affido condiviso, la madre sceglie da sola la scuola della figlia, le spese scolastiche non saranno tutte poste a carico del padre. Premesso che, nel caso di specie, il Tribunale aveva disposto l’affidamento congiunto della figlia ad entrambi i genitori, ponendo a carico del padre un assegno mensile a titolo di contributo per il mantenimento, l’educazione e l’istruzione della minore, nonché l’obbligo di provvedere a tutte le spese di abbigliamento, medico-dentistiche e scolastiche. La madre, senza interpellare il padre, aveva tuttavia iscritto la figlia presso un istituto scolastico privato e successivamente aveva chiesto il rimborso di tutte le spese sostenute al padre. L’ex marito, pertanto, lamentava di non esser stato consultato prima e contestava l’addebito delle somme richieste per l’iscrizione della figlia presso l’istituto scolastico. Nell’esaminare tale eccezione, la Corte d’Appello non aveva tenuto conto che l’affidamento congiunto comporta l’assunzione da parte di entrambi i genitori degli stessi poteri e responsabilità, richiedendo una costante e preventiva consultazione, onde garantire la piena partecipazione alla vita del minore da parte di entrambe i genitori. Secondo la nuova formulazione dell’art. 155 cod.civ., viene ribadito il principio di pari responsabilità di entrambi i genitori nella cura, 78 MonzaClub nell’educazione e nell’istruzione dei figli. Tale principio, trova piena applicazione nel caso di affidamento congiunto; se così non fosse, l’apporto di uno dei genitori si ridurrebbe ad una mera somministrazione di denaro (come purtroppo accade spesso), senza contributi decisionali, in palese contrasto con il fine di responsabilizzazione di entrambi i genitori, principio previsto ed attuato dal legislatore con la riforma. L’affidamento congiunto comporta l’assunzione di uguali poteri e responsabilità da parte dei genitori, richiedendo a ciascuno un personale impegno nella realizzazione di un progetto educativo comune, la cui elaborazione non può risolversi nella passiva acquiescenza di un genitore alle scelte compiute dall’altro, ma esige una costante e preventiva consultazione reciproca, volta ad una sollecita percezione delle necessità del minore e all’identificazione dei mezzi più convenienti per farvi fronte. È solo in questo modo, d’altronde, che può essere assicurata quell’effettiva compartecipazione n cui si sostanzia la bigenitorialità, quale principio affermato a livello internazionale dalla Convenzione sui diritti del fanciullo, siglata a New York il 20 novembre 1989 e ratificata con legge 27 maggio 1991, n. 176, che ha trovato attuazione in materia di separazione e divorzio attraverso la legge 8 febbraio 2006, n. 54, la quale ha modificato l’art. 155 del cod.civ., introducendo l’istituto dell’affidamento condiviso. Perché questo sia un vero contributo decisionale alla crescita, allo sviluppo e all’educazione dei educazione dei figli. CONSULENTE assicurativo Spesso si dà per scontato che una polizza contro gli incendi copra ogni eventualità. Ma non è così e per i danni immateriali è bene attrezzarsi con prodotti specifici Vittorio massardi amministratore delegato di Gpg Gruppo Puricelli & Ghezzi Generalmente quando si sottoscrive una polizza contro gli incendi, si dà per scontato che andrà a coprire tutti i danni causati dall’evento in questione. In realtà non è così ed è bene saperlo onde evitare di incorrere in spiacevoli sorprese. I contratti di assicurazione, infatti, provvedono a disciplinare con precisione e a circoscrivere gli ambiti di copertura limitando in taluni casi alcuni tipi di anno. Per questo è importante conoscere nel dettaglio come si suddividono e agire di conseguenza al momento della sottoscrizione di una polizza. Uno degli aspetti meno conosciuti riguarda i cosiddetti danni indiretti. È fondamentale fare subito una distinzione tra danni diretti e danni indiretti. Con la prima accezione si indicano tutti i danni da distruzione totale o anche parziale della cosa assicurata causati dall’azione di uno degli eventi garantiti dalla polizza. Per fare un esempio lampante, la distruzione di una fabbrica causata dal fuoco. Altro discorso riguarda invece i danni indiretti. In questo caso, a differenza dei danni diretti, non ci si limita a considerare il danno subito dalla struttura in sé, bensì quanto ciò peserà sul conto economico aziendale. Anche in questo caso valgano degli esempi più che delle parole. Il sinistro può provocare l’interruzione dell’attività d’impresa con l’impossibilità di onorare gli impegni presi come la consegna dei prodotti. Di conseguenza saranno registrati minori ricavi e minori profitti, con invece la costanza immutata dei costi di produzione. Nella quasi totalità dei casi il danno indiretto è di gran lunga superiore a quello diretto o materiale. Tra i danni indiretti si considerino anche quelli immateriali. Se per ipotesi nell’incendio del nostro esempio va perduto un database di contatti con la clientela, ecco che anche in questo caso il valore della perdita supera quello della struttura (il computer) che conteneva il database stesso. È dunque essenziale che un’azienda possa usufruire di una copertura che la metta al riparo da quanto sopra descritto. E si può dire che la copertura da danni indiretti è quanto di più avanzato esista in questo momento in campo assicurativo. È bene tenere presente che i rischi da danni indiretti, non rientrano automaticamente nelle polizze, ma è possibile assicurarsi attraverso clausole o polizze specifiche. Come ad esempio quelle per maggiori costi. Nell’elenco vi è persino la clausola per spese di demolizione e sgombero. In generale, è consigliabile ricorrere all’utilizzo di coperture specifiche distinte dalla polizia generale, come le “loss of profit” o a “margine di contribuzione” o ancora “Gross Earning” secondo la formula americana. Ovviamente a seconda della tipologia di polizza e di danno assicurato, la documentazione comprovante il danno stesso varia. Di conseguenza stipulare una polizza contro gli incendi pura e semplice, può non essere sufficiente. viceversa calcolare l’incidenza dei rischi e le possibili conseguenze per arrivare ad individuare il prodotto che meglio risponde alle nostre necessità. DANNI DA INCENDIO: ATTENZIONE A QUELLI IMMATERIALI 79 MonzaClub IL VECCHIO E IL GIOVANE 2011-2014 50 OPERE INEDITE REALIZZATE SUGLI SCRITTI DEL POETA MARCELLO ROSSETTI RIGUARDANTI LE BELLEZZE DEL NOSTRO PAESE Luca Bonfanti artemilo.it lucabonfanti.com ALCUNE TAPPE DEL TOUR Milo HOST - Fiera Milano, RHO MUSEI CIVICI DI VARESE - Villa Mirabello VILLA OLMO - Como VILLA VERTUA - Nova Milanese, Milano VILLA REALE - Monza CASTELLO DEL PERUGINO - Fontanellato SPAZIO OBERDAN - Milano ARENGARIO - Monza VILLA NECCHI - Pavia VILLA LITTA - Lainate PALAZZO ZINO - Palermo TEATRO CURCI - Barletta PALAZZO BORROMEO Cesano Maderno, Milano CASTEL BRANDO PALAZZO REALE - Milano GALLERIA SPAZIO MUSEO TILANE Cison di Valmarino, Treviso Paderno Dugnano, Milano MUSEO DELL’ARTE MODERNA - Siracusa www.ilvecchioeilgiovane.com e tante altre....... WAVE TANGRAM Mensile di attualità, cultura e politica di Monza e Brianza. Anno X - Ottobre 2012 - Euro 5 MONZACLUB anno X - n. 76 - ottobre 2012 PAVIMENTI IN ACCIAIO PER L’ARCHITETTURA n° 76 La rivista della nuova Provincia. novitA´ villa reale Se “reale” non è soltanto la reggia social mal d’africa La storia di Eleonora Bernardini living biennale La Brianza in mostra a Venezia L’evasione è una piaga anche in Brianza Ma c’è chi la combatte ogni giorno WAVE STEELS È COMMERCIALIZZATO DA STAINLESS PRODUCTS S.R.L. VIALE DELLE INDUSTRIE, 9 - 20040 CAMBIAGO (MI) ITALY - TEL. +39 02.959.499.640 - FAX +39 02.959.499.641 WWW.WAVE-STEELS.IT MONZACLUB MARIO SALERNO LEGALITà È sinonimo di civiltà