C`era una volta a Salerno nel dopoguerra/5. L`articolo di Aldebaran
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C`era una volta a Salerno nel dopoguerra/5. L`articolo di Aldebaran
AGROPOLI A 20 ANNI DALLA MORTE Il Mediterraneo Video Festival Un libro sulla divina Wanda Osiris ■■ Seconda giornata del Mediterraneo Video Festival (MVF), festival internazionale del cinema documentario dedicato al paesaggio mediterraneo con appuntamento annuale ad Agropoli. Oggi laboratori e documentari ■■ Wanda Osiris, la divina soubrette (con)turbante: un libro celebra la sua straordinaria carriera a 20 anni morte, tra rose boys e scale. Il libro è firmato dalla giornalista radiofonica Roberta Maresci. VIAGGIO INVERSO/27 » ANITA RèE La pittrice e la ragazza con la treccia Teresina, 15enne di Positano, posò per la grande artista tedesca che per tre anni soggiornò in zona di Vito Pinto H a una lunga treccia, che dalla spalla sinistra scende fino al grembo, la ragazza che, tra le mani a conca, regge tre limoni, un tripudio di giallo costiero a risalto sul blu del vestito a righe; il verde di fondo è rigoglio di piante a richiamo di Gauguin. "L'espressione è ferma, quasi di distacco, di meditazione che prende le distanze da ciò che le sta attorno dando quasi un alone di saggezza alla figura" scrive Federico Mandara, nipote di Teresa Apuzzo, la ragazza positanese del quadro. Un'opera di grande bellezza realizzata da Anita Rée, pittrice tedesca, dalle intime intensità, che, dal 1922 al 1925 soggiornò a Positano. Aveva casa in via Mangialupini, vicino alla chiesa nuova, nella parte alta del paese. Aveva quindici anni Teresa Apuzzo quando la Rée le chiese di posare per lei. In una intervista a Luca Vespoli, "Teresina" così ricordò l'incontro con l'artista: "Era alta, di carnagione bruna, aveva i capelli nerissimi come pure gli occhi, grandi e sorridenti, e parlava anche un buon italiano. Noi ci vedevamo ogni mattina perché anche la signora Anita abitava come me alla chiesa nuova, proprio in una stanza dove attualmente ha sede il Municipio, e ogni volta che c'incontravamo ci salutavamo, come del resto facevamo con tutti gli artisti e i forestieri di Positano in quell' epoca. Un giorno la signora mi fermò e mi disse: "Teresina voglio farti un quadro, vorresti venire da me la mattina?" Le risposi che mi avrebbe fatto piacere ma dovevo chiedere prima il consenso a mia madre; consenso che fu dato a condizione che mio fratello Federico A sinistra il ritratto della pittrice tedesca Anita Rèe e, sopra, Teresa Apuzzo, la modella dell’artista presenziasse durante il corso dell'opera. E così iniziarono le mie sedute. Devo dire che il ritratto era straordinario per somiglianza. Io ogni volta le chiedevo "Signora Anita, ma chi vuole che compri questo quadro con me sopra?" e lei di rimando "Vedrai, Teresina, che proprio questo quadro è destinato alla gloria". Poi mi sorrideva, mi dava una carezza e mi accompagnava sino alla porta. Un giorno, un malinconico giorno, non ho più visto la signora Anita e tanto meno saputo più nient'altro del mio ritratto". La figlia di Teresina, Alba, oggi ricorda che, quando il ritratto fu terminato, la nonna chiese alla Rée di acquistarlo, ma lei declinò l'offerta rispondendole profeticamente che quel quadro avrebbe rappresentato la sua fortuna. Clara Anita Rée era nata ad Amburgo il 9 febbraio 1885, se- conda figlia del mercante ebreo Israel e sua moglie Clara, con ascendenze agli indiani d'America. Anita e sua sorella Emily, furono battezzate con il rito evangelico-luterano, per cui crebbero con una adeguata educazione protestante. A vent'anni prende lezioni da Arthur Siebelist di Amburgo: in quegli anni, per le donne, non esisteva una formazione accademica. Dopo un'esperienza d'arte e di amicizia con Franz Nölken e Friedrich-Ahlers Hestermann, va a Parigi, allieva di Ferdinand Léger dove impara il disegno dal vero; conquista spazio artistico ed è tra i fondatori dell'Associazione Artisti della Secessione di Amburgo. Nel 1922 Anita giunse a Positano, spinta dalla sua voglia di conoscenze: il luogo, come per altri artisti, influì non poco sulla sua pittura. I suoi paesaggi ebbero un grande successo nel- la città anseatica. Splendidi furono gli autoritratti, ma intensi i suoi personaggi come il "Mendicante cieco" e la magrissima figura di "Don Peppe", prete di Positano, e "Uomo con asino", animale mansueto e utile, in seguito così presente nella cultura ceramica vietrese. E riprende, nella intensità del lavoro, le chiese inserite in un pinnacolo di case quadrate, con cupolette a conservazione d'estate, e campanili più vicini al cielo che alla terra. E ancora giardini, alberi con rami bianchi, spogli e senza neve, ma che ben descrivevano l'inverno a Positano. Scrive Matilde Romito: "In nessun altro luogo avrebbe potuto realizzare paesaggi e case di questo genere". Dopo questi anni positanesi, Anita Rée ritornò ad Amburgo fondando, insieme ad altri, l'Associazione degli artisti tedeschi e artisti austriaci di ogni C’ERA UNA VOLTA SALERNO NEL DOPOGUERRA/5 L’articolo di Aldebaran sui grandi artisti della nostra città dice, Guido Galli, assassinato a Milano. Per Salerno non fu l’ultimo episodio di terrorismo. Appena due anni dopo le Br tornarono a colpire sul Lungomare Marconi. Era il 26 agosto 1982, quando un gruppo di dieci terroristi delle Brigate Rosse assaltò due autocarri dell’Esercito per impossessarsi delle armi dei militari. Gli agenti Antonio Bandiera e Mario De Marco - componenti di una Volante della Questura - intervennero e i brigatisti aprirono il fuoco sparando all’impazzata uccidendo l’agente Bandiera e ferendo mortalmente l’agente De Marco (che morirà il 29 agosto dopo una lunga agonia) . Otto persone, tra civili e militari vennero gravemente feriti ed il giovane caporale dell’Esercito Antonio Palumbo morì per le gravi ferite subite. ©RIPRODUZIONE RISERVATA di Maria Giustina Laurenzi L a vita di un artista è sempre piena di ostacoli, di momenti difficili…si va avanti per passione … In un'intervista di alcuni anni fa, Giovanni Avallone, figlio e nipote dei famosi pittori, mi raccontò alcuni aneddoti divertenti sulla sua famiglia. Una di queste storie aveva a che fare con lo sbarco alleato e con la vita degli americani in città. Chissà chi aveva mostrato dei loro ritratti a qualche comandante americano e fu così che ebbero improvvisamente una popolarità straordinaria.Gli americani, familisti per antonomasia, gli portarono foto di famiglia, della fidanzata, della giovane moglie, dei figli . Giovanni ricordava benissimo quei giorni perché in casa giravano tutte queste immagini di ragazze sorridenti, di coppie sdraiate su pra- ti immacolati ,di bimbi paffuti davanti ad un camino scoppiettante,di tavole imbandite con ogni ben di Dio per il Thanks giving....Insomma, immagini da un altro mondo, visto che da noi c'era la fame… E, l'altro giorno, quando mi sono trovata davanti il primo numero di Aldebaran, del '48, con un lungo articolo sugli artisti salernitani, mi sono detta che era giusto ricordarli, che alcuni di loro sono stati davvero dei "grandi" ma quasi nessuno li conosce. Aurelio Tommaso Prete, comincia da lontano, con Andrea Sabatini, quello che ha dato il nome alla strada che scende fino alle spalle del Verdi, e che è stato il primo pittore salernitano importante e accreditato, visse nel XVI secolo, e fu più conosciuto col nome di Andrea da Salerno; sua La Madonna col bambino di Sala Scacco Vaccaro in Santa Maria Delle Grazie…. Citazione da Aldebaran "Contemporaneo ed allievo del pittore salernitano Pietro Buono, allievo prediletto di Raffaello , del quale fu collaboratore , si ispirò all'arte dei più titanici Maestri italiani del cinquecento" Poi, però, Prete fa un salto di tre secoli ed arriva all'ottocento con Gaetano Forte che, architetto di professione… "Studiò la pittura dedicandosi in ispeciale modo al ritratto. Fu il primo ad avere il gran merito di staccarsi dall'accademismo convenzionale per un "vero" acuto e pieno di sottile osservazione" A seguirlo ci fu Simone Campanile, di Cava, allievo di Filippo Palizzi, da ricordare il suo luminoso La Piana di Salerno, conservato nella Pinacoteca di Capodimonte. Ed ecco subito dopo Gaetano d'Agostino (1837,1914) più amante del classicismo. Molti dei suoi affreschi decorano sale importanti all'Università di Napoli, al Conservatorio, al Teatro Verdi di Salerno. E l'elenco degli artisti continua con Gaetano Capone di Minori e Vincenzo Montefusco , sempre di Cava. "Salernitano di Salerno fu Raffaele Tafuri che partecipò a numerose mostre italiane e straniere....Gaetano Esposito, fu tra i migliori discepoli di Morelli e Palizzi...ossessionato dal fantasma di una donna che si uccise per lui, tragicamente spezzò la sua vita in Sala Consilina....Angelo Della Mura fu il pittore più innamorato della costiera amalfitana che ritrasse nelle sue limpide marine e nella ricchezza selvaggia delle sue rocce...Della divina costiera fu ancora Pietro Scoppetta...esortato dall'amico De Chirico, lasciò gli campo. Ma la situazione politica non prometteva nulla di buono. I suoi affreschi nelle scuole, realizzati con l'arch. Frintz Schumacher, furono distrutti dai nazisti e molte commissioni di lavori furono annullate perché suscitavano "preoccupazioni cultuali". In questo clima, era naturale che venisse denunciata quale ebrea. Era il 1930, Anita lasciò Amburgo e si trasferì a Kampen in Sylt, isola settentrionale della Germania. Tre anni dopo fu espulsa dall'Istituto d'Arte di Amburgo perché "socio straniero"; nel 1937 le sue opere vennero definite "arte degenerata", per cui furono rimosse dalla Hamburger Kunsthalle, per essere distrutte. Ma William Werner, custode del Museo, nascose le opere nella sua casa, salvandole dalla distruzione. Dopo il 1945 Werner rimise, in silenzio, tutte e sette opere nell'inventario della Kunsthalle. Tutto ciò portò Anita Rée ad un profondo stato di depressione. Scriveva alla sorella Emily: "Un mondo così non può andare d'accordo e non ho più una singola richiesta, vado via da un mondo a cui io non appartengo più…". Qualche giorno dopo, il 12 dicembre 1933, Anita Rée si suicidò: aveva solo 48 anni. Nel luglio 1988 il Museo di Amburgo tributò un grande omaggio ad Anita Rée, con una mostra nella quale venne esposto anche il quadro di Teresina. Verso la fine del successivo agosto, giunse a Positano Marlis Koop, funzionaria del museo di Amburgo: voleva trovare e conoscere Teresa Apuzzo, la splendida, giovane modella che Anita Rée aveva immortalata nel quadro con i gialli limoni della Costiera. ©RIPRODUZIONE RISERVATA studi per dedicarsi all'arte...Fu a Parigi, Londra e in Germania...ritiratosi a Napoli lavorò moltissimo per illustrare copertine di libri, giornali e riviste." E naturalmente , Prete arriva a parlare diffusamente degli Avallone, Giuseppe, Pasquale e Mario e di Clemente Tafuri che, forse, restano i nomi dei nostri pittori più noti ancor oggi. "L'anima, lo spirito, il cuore di Salerno palpita nel pennello di Pasquale Avallone...Molte sono le opere dalle quali traspare limpida e saggia la sua arte,Il San Francesco (pal.Arcivescovile) Le Madri, Al Cimitero, gli affreschi del Municipio, della Banca d'Italia..e per la scultura, il Monumento ai Caduti di Baronissi...Il figlio Mario, delicato e fine, appassionato per il paesaggio... Clemente Tafuri...carattere forte ed a volte violento, mostra una padronanza del colore su una buona base di corretto disegno... Guglielmo Beraglia , ha ereditato il saggio disegno di Giuseppe Avallone" ©RIPRODUZIONE RISERVATA