T E S T I - Paolo Coruzzi

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T E S T I - Paolo Coruzzi
Sorriso stanco
E così mi lasci andare via,
lasci cadere tutto dalle mani.
Addio felicità, addio amore,
addio ad un'altra storia a un altro cuore.
Mi rimarrà quel tuo sorriso stanco,
fermo sulla porta ad aspettare,
forse un'ultima parola dentro ad un sospiro,
che mi richiami a farmi ritornare.
E adesso senza te tornare a vivere,
lontano da queste mani da dimenticare,
da quei baci che ora porto con me,
dentro questa città.
Di nuovo un treno parte e va.
E' una canzone triste sul finale,
come una corda che non può suonare.
E' questa amarezza che mi porto via,
a farmi scrivere, a farmi odiare.
Che se davvero hai sentito il battito del cuore,
non puoi fermarlo non lo puoi cambiare;
puoi solo cercare di rallentarlo, raccontarlo,
ma non puoi smettere di sentire il dolore.
Suoni
Strade dentro di me, di occhi di gente,
di mani e colori.
Vite che scivolano, lontano nei ricordi,
chiusi e distanti.
Su vie che non s'incontrano mai,
sotto luci di passi che lascio al mio tempo.
Di vuoti, ad ogni abbraccio un addio,
di parole che conservo e riaccendo.
Di te, che con il tuo sguardo fermo,
mi lasci andare via,
fra lacrime già cancellate in notti,
che mi porto via.
Suoni dal vento in me, di note gettate,
dentro immagini andate,
via e adesso corrono in là ,davanti ai miei anni,
giù, dentro ai miei sogni.
Su treni che non passano mai,
attraverso vetri città che corrono.
Di stazioni, di tutta questa poesia,
che mi brucia in fondo, che mi parla dentro.
Pochi attimi e di nuovo passerà questo caldo,
che mi scoppia al cuore.
Ancora un minuto poi tutto se ne andrà,
e quest'aria che mi pesa dentro.
Che voli via
I segni sono solo ricordi,
e tu rivedi i sogni correre via.
Rivedi lei e tutti i vostri sogni,
fermi ad aspettare in fotografia.
Vedere i suoi occhi scrutarti lontano,
e dritti in fondo a farti male.
Sentire ancora parole eccheggiare,
fra pareti morte di un freddo vento.
E lei che ti vola via,
così lontana mia,
e non sarà più tua.
Ti lascio nostalgia, io che come te,
sono caduto sai e aspetterò a tornare su.
E' così facile imparare ad amare,
piangere soli aspettando ieri.
E' così facile credere che è tutto vero,
che niente cambia e sarà ancora domani.
Sentire la sua pelle così vicina,
mentre un treno ti porta via.
Avvicinare ancora un orecchio al cuore,
sperando che il suo battito non sia sincero.
Big Sur
Lo sento andare giù, scivola dentro me, mentre io scendo, cado, aspetto, silenzio d'intorno.
E' troppo caldo qui, ma l'acqua è gelida, sento l'onda che sbatte, respira, riemerge e cado
ancora giù.
Solo silenzio qui, forse è il deserto in me.
Vedo morte che aspetta, che attende, gigante sopra me.
Ma è quasi giorno ormai, e il fumo lento va,
lontano dai pensieri.
Da questa strana gente, che mi cammina intorno, lontana dal mio canto.
Sento che chiama me, mi tira verso se,
è questo Oceano che grida, che piange, mi avvolge, scivolo.
E' troppo caldo qui, non riesco a stringerti,
il tuo corpo, il mio corpo, sudore di sesso, di notte.
Fermo ed immobile chino lo sguardo verso te.
Lieve di un fremito che ridà vita e torno su.
Sto impazzendo, sto marcendo, cambio ancora,
voglio silenzio, adesso, solo un sorso e sarà domani.
Strade
Su queste strade da qui al mondo,
respirando aria che sa di fango.
Su queste vie dalla guerra al vuoto,
cambiando il pianto dentro il suo silenzio.
Cerco ancora di ricordare se ci sei.
Guardo ancora dentro me ma adesso è buio sai.
Di questa gente della loro vita,
di chi ha già vinto e adesso muore in pace.
Per questa madre sorella di un cielo,
che qualche volte piove il suo dolore.
Voglio ancora riascoltare quel che sei.
Trovare vita dove smette il sole insieme a lei.
Voglio sentire di te, ho ancora voglia di te.
Sarà il bisogno che ho, di un aiuto, un amico,
di una stretta di mano.
Che fugga e poi torni, ma resti con me e mi porti lontano.
Via da questa città, fottuta e desolata come la mia anima.
Non è il tempo che passa a levarmi il fiato.
E' quest'aria pesante che non porta parole.
Sono troppe le volte che ho sbagliato,
sognando, cercando qualcosa che non ho.
Fermo qui a contare ore e tu dove sei.
Mentre questa radio accesa lancia note al vento e canta su di me, ma nella mente tu, ancora
immobile.
Bacio di pioggia
E adesso qui seduto ad aspettare,
mentre un aereo lascia il cielo,
e il vento porta via lontano il fumo…
…di questa sigaretta accesa,
persa fra le mie labbra e te,
a consumare.
Che così poche ore mi separano da noi,
da quegli occhioni grandi,
dove cadevo nei miei sogni.
Dentro ad un sorriso che mi dava al cuore,
con te, di te.
Bacio di pioggia, freddo e luci intorno.
La tua mano, i pensieri, chiusi dentro un pianto.
Solo tu, comunque adesso e sempre vita;
vita mia, che mi passi accanto
e scappi via, da qua.
Semplice e dolce realtà.
Tenerti fermo il cuore nelle mie canzoni,
appeso alla mia mano,
che lascia di te parole…
…che mi aiutano a ricordare a far passare ore,
che mi portano lontano; della tua pelle,
del tuo sapore.
Sei stata qui
E se di te restasse nuvola,
o un oceano che sbatte ancora su me,
non saprei cercare di cambiare, il suono che ora corre via e aspetta, di voltarsi e poi morire.
Ed io chissà che cosa poi farei,
se cercare il tuo canto in mezzo al mondo,
dentro fiumi che mi portano,
nel gelo della nostalgia ritorna,
poi mi prende ancora.
Ti vorrei portare indietro,
al tempo in cui rincorrevamo il vento,
su onde di universo, accanto a verdi mari,
dentro agli occhi.
Sei stata qui,
e se ti cerco mi manchi,
anche dentro ai miei sogni.
Ti avevo qui,
e se adesso ti chiamo,
tu non rispondi,
tu non risponderai più.
Di quel che c'è saranno notti e poi,
o lune e stagioni che scivolano via.
Solo ricordi messi a riposare,
che a volte come foto vecchie osservi,
ci sorridi sopra e metti via.
Inter-me
Luis mi parlava di Panama, della sua terra dei sui colori, dentro a questa Vienna di mille facce di intellettuali e di bevitori. E
salutandolo mi disse "io resto in Spagna" se vuoi mi puoi seguire,
laggiù in quella terra dove la gente ride solo perché fa caldo al cuore.
Mihoko dentro al suo corpicino, sceso da Fujiama al mare, fumava sigarette in silenzio per non disturbare.
Mi chiedevo se a Tokyo in mezzo a tutte quelle facce uguali, sarei riuscito a ritrovarla ancora per stare fermo di nuovo ad
ascoltare.
Ma il tempo passa e va, con qualche pianto in più nel cuore, a ritrovarmi ancora solo, con il viso stanco,
e fotografie ad asciugare al cielo. E se di tutta questa gente, potessi ancora raccontare, e ritrovarli tutti sul finale, per
dedicargli questo grande mare, di solitudine, che hanno lasciato in me.
Andres viaggiava e mostrava sempre un documento austriaco ad ogni frontiera,
per paura di rimanere fermo e di dover spiegare che la Colombia e anche sole e mare.
Parlammo ore di quanto una donna ti può fare male al cuore,
e a Monaco gli dissi arrivederci e lui portò via con se un po' del mio dolore.
Di canzoni Fernandez ne conosceva tante e il suo flamenco mi accompagnò ogni sera,
in una Londra aristocratica a cui da pazzia il mondo, bevendo birra, chiedendoci dov'era.
Dov'era il tempo che ci scappava via di dosso e adesso al Cile andava a ritornare,
gettammo note, frasi e voci da quel ponte al cielo ma nel Tamigi sentivamo naufragare.