PROGETTO: RICERC-AZIONE SOCIALE

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PROGETTO: RICERC-AZIONE SOCIALE
PROGETTO: RICERC-AZIONE SOCIALE
(Giovani, adulti e Servizi Sociali nell’Alto Tirreno Cosentino)
Legge n. 45/99 – Fondo Nazionale lotta alla droga
Anno Finanziario 2001
RELAZIONE FINALE
Il Contesto territoriale
Il contesto territoriale di riferimento del Progetto: Ricerc-azione Sociale è il
comprensorio dell’Alto Tirreno Cosentino, che presenta forti carenze
strutturali di servizi alla persona, di luoghi educativi e culturali, d’opportunità e
di scambio sociale.
La qualità della vita dei giovani di quest’area geografica è piuttosto scarsa di
opportunità, a partire dalle condizioni economico-occupazionali a quelle più
ampie di sviluppo sociale.
Le relazioni sociali sono ristrette principalmente all’alveo familiare,
restringendo sempre più il giovane a una scelta di rassegnazione rispetto alla
propria condizione o alla non-scelta dell’emigrazione.
L’evoluzione sempre più rapida dei riferimenti sociali e culturali del mondo
giovanile locale pone sempre nuovi aspetti di problematicità collegati alla
frantumazione delle vecchie reti sociali di solidarietà e del senso di
appartenenza ad una comunità. Le comunità locali si costruiscono nel creare
nuovi reti di comunicazione, nel rendere protagonisti i soggetti del territorio in
cui vivono e nel concretizzare spazi di espressione della creatività. Il
rapporto che i giovani instaurano con la comunità ed essa con i giovani stessi
può rimodulare, rigenerarsi e disegnare il tipo di convivenza che l’aspetta. In
questo senso la nuova sfida è di garantire, in particolar modo ai giovani di
questo comprensorio, la possibilità di entrare in relazione reciproca e con il
mondo degli adulti attestato su posizioni tradizionali, fataliste e di
rassegnazione.
Questo comprensorio dell’Alto Tirreno Cosentino ha urgenza di promuovere
strategie che favoriscono l’instaurazione di relazioni e di comunicazioni tra le
aggregazioni giovanili, formali ed informali, con enti e le istituzioni locali,
come strumento indispensabile per la prevenzione di forme di disagio e
disadattamento sociale.
Uno dei primi passi intrapresi è stato quello di costruire una strategia di
prevenzione che costruisce delle relazioni interistituzionali che affrontino il
problema del disagio e dei fenomeni ad esso collegati (tossicodipendenza,
devianza, marginalità, esclusione, ecc….) considerando il territorio locale
come un “continuum” in cui gli interventi, anche se articolati in diverse
competenze, assumano una valenza di processo comune.
Nell’area comprensoriale dell’Alto Tirreno Cosentino, il Coordinamento tra i
Comuni ( già deliberato dai Comuni di Tortora, Aieta, Praia a Mare, San
Nicola Arcella), per la prevenzione al disagio giovanile, avvalendosi della
collaborazione del Ser.T. di Scalea e di Paola, entrambi dell’ASL N.1 di Paola
(CS), hanno consentito la partecipazione dei propri operatori il Comune di
Tortora e Praia a Mare, di Aieta e di San Nicola Arcella. Per gli Enti Pubblici
sono intervenuti gli Operatori del Dipartimento di Salute Mentale di Santa
Maria del Cedro, gli operatori dei Servizi Sociali del Distretto Praia a Mare –
Scalea. Per quanto riguarda il Privato Sociale del territorio in oggetto hanno
partecipato i volontari dell’Associazione “Arianna” e la Delegazione della
Croce Rossa di Tortora.
Luogo e sede di svolgimento delle attività
La sede e il luogo di svolgimento delle attività progettuali è stata per la durata
dell’intero progetto la sede del Centro Accoglienza “L’Ulivo” – Società
Cooperativa Sociale – Comunità terapeutica residenziale, ubicata in Via
Crisosa, n.15 a Tortora (CS).
Presso tale sede hanno avuto luogo gli incontri formativi con i partecipanti, le
attività di coordinamento, tutoraggio e segreteria, che hanno completato tutta
l’azione progettuale.
Cause/fattori di disagio affrontati
Le azioni progettuali e formative sono state impostate verso una formazione
di secondo livello rivolta essenzialmente agli operatori del sociale del
comprensorio dell’Alto Tirreno Cosentino, agli amministratori di Enti Pubblici,
al mondo del volontariato locale, e hanno posto al centro dell’intervento
formativo la modifica delle cause che trasformano il disagio giovanile e un
generale, la mancanza di comunicazione reale tra il mondo dei giovani e
quello degli adulti, in manifestazione sintomatica.
Approcciare il fenomeno del disagio giovanile, prima ancora di affrontare le
sue manifestazioni (tossicodipendenza, bullismo, marginalità, devianza)
significa in primo luogo indagare sulle cause profonde che determinano la
radicazione di alcuni comportamenti, in particolare tra il mondo dei giovani e
quello degli adulti.
Le aree di disagio affrontati sono stati individuati nelle seguenti
problematiche:
- Devianza;
- Malattia (terminali);
- Famiglie coinvolte nel disagio sociale e relazionali, perché al loro
interno disagio psichico;
- La malattia mentale e come i contesti reagiscono a queste;
- Scelta dello strumento del pubblico e del privato rispetto alla malattia,
soprattutto come rispetto ad una carenza istituzionale si attiva per
elaborare questa frustrazione (rispetto al punto di vista del pubblico)
prende il potere o no e disconferma solo (lamentazione) e come chi ha
il potere agisce in questi casi;
- Disagio come stato di sofferenza;
- Alcolismo in generale;
- Condizione giovanile in generale ecc… con una attenzione alla
questione del benessere e con attenzione alla relazione con le
istituzioni;
- All’interno della famiglia la disabilità come viene processata;
- Il modo con cui viene definito e rappresentato il soggetto debole e
come si costruisce la categoria del debole;
- Agio, disagio e ruolo genitoriale;
- La scuola e in generale le agenzie educative;
- Immigrazione ed emigrazione relativamente al lavoro.
I fattori di disagio presi in considerazione sono qui intesi come quel tipo di
esperienza che un soggetto-rete incontra nella sua esistenza ed in molteplici
modi e molte volte riesce a risolvere (per capacità e risorse sue proprie o del
contesto, per fruibilità di conoscenze, ecc…) e altre volte no, producendo così
le manifestazioni sintomatiche che conosciamo.
Metodologia impiegata e descrizione delle attività
La metodologia adottata in questo progetto è quella dell’action-research,
ovvero la ricerca-intervento.
Questa metodologia è un modo, una via, un tentativo di usare il metodo della
ricerca scientifica con obiettivi di trasformazione e cambiamento. Questo
strumento è un modo di coniugare il conoscere e l’intervenire, a partire
dall’ipotesi di fondo che le risorse, per cambiare un sistema, siano presenti
dentro il sistema: ovvero che ogni sistema abbia al proprio interno, almeno in
parte, implicite, delle risorse per la propria evoluzione ed il proprio
cambiamento, ma che stenta a riconoscerle, cioè non sempre è in grado di
riconoscerle, in ragione di una serie di processi che hanno a che fare con la
dipendenza dalla storia, con la forza dell’abitudine, con gli ostacoli
epistemologici e politici, ovvero di conoscenza della realtà e di equilibri di
potere che si oppongono rispetto alla possibilità di cambiare, e che quindi con
un atto di ricerca e di riconoscimento di quelle risorse, si possa attivare
processi di cambiamento.
Quindi l’action-research ha che fare con i metodi e gli strumenti per
l’elaborazione del conflitto, cioè per l’elaborazione di quei processi che si
presentano come incontro tra prospettive e punti di vista diversi in una
determinata situazione.
Altra metodologia adottata è stato l’uso di “parola chiave” espressa attraverso
il concetto di “rappresentazioni sociali”, come è stato definito originariamente
da Durkheim e poi ripreso e approfondito da Farr e Moscovici.
L’altra parola chiave utilizzata nel progetto è il concetto di “rete”.
La rete è il nome dato ad una teoria pensata per leggere l’ecologia dei sistemi
umani.
Essa è uno strumento di “misura” che rappresenta un punto di vista con cui
guardare la complessità. La rete è un modo che un osservatore può utilizzare
per cogliere il significato di un sistema complesso. La rete è costituita dal
significare e dall’essere significato che un soggetto, o i soggetti della
comunità, si scambiano.
Gli elementi che costituiscono la rete sono:
NODI: sono i soggetti individuali o collettivi che si significano;
LEGAMI: sono i vari tipi di relazione in cui quel significare si esprime
Si distinguono in FORTI, quando tra due nodi si dichiara un legame che da
almeno uno dei due è significato come molto importante, e in DEBOLI,
quando esiste un legame di significazione ma la sua importanza è valutata
come non decisiva da almeno uno dei due nodi.
La rete è anche il luogo ove ci si rappresenta e si rappresenta la “realtà”.
La rete normalmente “pulsa”, il ritmo di concentrazione-dilatazione è dato
dalla quotidianità, da certi momenti particolari, ecc… La rete ammala, la rete
cura. La rete è il luogo della conformazione delle rappresentazioni collettive.
La rete differenzia, crea i suoi rappresentanti , e i suoi punti di riferimento (ciò
che noi abbiamo chiamato esperti informali). La rete è il luogo ove si
celebrano i riti con i simboli che danno senso al vivere.
Il lavoro di rilevamento di una rete consente di rappresentare “il luogo” ove
ciò avviene.
Il lavoro svolto con il gruppo degli operatori formandi nel progetto RicercAzione è stato il seguente:
Nei periodi incontri mensili effettuati si è proceduto alla progettazione e
programmazione dei seguenti quattro parti dei lavori:
1.
Costruzione del questionario sulle rappresentazioni sociali e fase della
raccolta dati.
Si è costruita una prima bozza di un questionario procedendo ad una prima
somministrazione a 30 soggetti per fare le operazioni di validazione dello
strumento, fatto ciò si è arrivati a definire il questionario definitivo, stabilendo
le modalità di somministrazione. Ogni partecipante ha avuto in dotazione 50
questionari da somministrare nel luogo di lavoro, nel suo ambiente sociale,
nel territorio dove svolge quotidianamente la sua vita, ai giovani e alle figure
adulte
più rappresentative del contesto territoriale dell’Alto Tirreno
Cosentino. Sono stati somministrati complessivamente 524 questionari.
Effettuata anche questa fase siamo arrivati al termine della raccolta e
abbiamo iniziato l’inserimento dei dati. Tutto ciò è avvenuto sino a luglio
2004.
2.
Analisi della storia del basso e alto Tirreno Cosentino sulla base della
letteratura.
Negli incontri susseguitosi si è proceduto alla raccolta dei testi e di siti web da
esaminare e al fine di acquisire ulteriori elementi di conoscenza relativamente
alla storia, tradizioni e cultura, e problematiche ivi descritte.
Tutto questo lavoro ha permesso di individuare alcune strutture interpretative,
che sono state utili nella lettura dei dati della ricerca tramite il questionario e
sia nella ricerca a carattere etnometodologico.
3.
Ricerca qualitativa sulle forme delle conversazioni ordinarie all’interno
dei servizi e al loro esterno.
Si è proceduto prima di tutto alla formazione del gruppo intorno alla
metodologia dell’analisi qualitativa di processo (etnometodologia).
Si è quindi illustrato il programma informatizzato di supporto con cui si sono
analizzate le conversazioni registrate (parliamo di Atlas 4.1). Si sono definiti i
compiti di ciascun membro del gruppo relativamente alla raccolta delle
conversazioni. Si è particolarmente dato peso alla parte metodologica del
suddetto lavoro, in modo tale da evitare nella raccolta delle suddette
conversazioni errori di esecuzione che avrebbero potuto inficiare il risultato
finale dell’analisi. Il personale è stato addestrato per la sbobinatura e
all’immissione del testo nel programma di anali ermeneutica.
Questa fase si è prolungata fino a dicembre 2004.
4.
Formazione sulla gestione e conduzione dei gruppi di utenza
Dall’autunno 2004 al 31 marzo 2005 si sono definiti gli ambiti della
formazione eseguiti nel gruppo dei formandi:
L’apprendimento interpersonale;
La coesione del gruppo;
Transfer e trasparenza;
la creazione del gruppo: spazio, tempo, dimensioni e preparazione.
Tutta l’azione formativa progettuale ha seguito il metodo dell’action-learning,
ovvero del gruppo dei destinatari soggetti della formazione ha proceduto con
il gruppo dei docenti attraverso una modalità che rimanda continuamente
all’operatività quotidiana di lavoro dei contesti istituzionali e non del
comprensorio.
I formandi sono quindi stati coinvolti direttamente nella formazione, nella
ricerca, sia nella valutazione, sia nei momenti di autoformazione (con un
lavoro di supervisione), sia nella elaborazione e produzione dei materiali.
5. Strutturazione delle informazioni e pubblicizzazione dentro ad un Sito
Web
Nel marzo 2005 si è proceduto all’apertura e installazione di dati informativi
emergenti dalla ricerca e dal lavoro progettale.
6. Seminario di diffusione dei risultati
Il 18 marzo 2005, presso la sala comunale del Comune di Tortora si è svolto
l’attività seminariale, con la presenza del Primario Dr. Arturo Sica del Centro
di Igiene Mentale dell’ASL N.1 di S. Maria del Cedro (CS) e del Dr. Roberto
Merlo dell’Associazione “Quarz” di Bologna, ove si è relazionato e
pubblicizzato i risultati della ricerca e le direttrici strategiche emerse
dall’analisi dei dati che sono
stati raccolti nella pubblicazione “LA
METAFORA DI ENEA”.
Obiettivi attesi e raggiunti
Gli obiettivi del progetto, in continuità ed integrazione con l’annualità
precedente si sostanziano nella produzione di una strategia nell’ambito della
prevenzione primaria al disagio giovanile, che oltre a valorizzare le risorse
esistenti sul territorio, sia di supporto alla formulazione di progetti che
vadano dalla riduzione del disagio alla “promozione dell’agio” nella fascia dei
soggetti considerati.
Altro obiettivo è di palesare con un unico contenitore (Sito Web) le diverse
azioni che in quest’ambito si sono realizzate o sono in corso di realizzazione
in modo da creare una mappatura delle opportunità e delle possibilità rivolta
alle realtà istituzionali, al privato sociale e alla cittadinanza, per creare
sinergie positive ed evitare sovrapposizioni nell’ambito degli interventi di
prevenzione primaria nel territorio dell’Alto Tirreno Cosentino con
conseguente potenziamento della rete locale.
Altro obiettivo è stato attraverso una ricerca specifica, produrre uno
strumento (report di ricerca) attraverso il quale tarare la strategie dei progetti
di prevenzione e le modalità di attraverso cui si costruiscono le
rappresentazioni sociali inerenti il disagio ed in particolare nel rapporto
giovani-adulti.
Tutti gli obiettivi quindi sono stati raggiunti e hanno sostanziato le premesse
per la prossima azione progettuale che verrà denominata “La Metafora di
Enea” che completerà il percorso formativo dei formandi e la formazione di
una èquipe con una strategia operativa in cui l’azione interistituzionale sarà
fondamentale per lo sviluppo di una strategia preventiva finalmente
dispiegata ed operante.
Durata del progetto
Il progetto si è svolto dal 04 dicembre 2003 al 31 marzo 2005, doveva
terminare il 31/12/2004 ma le azioni progettuali invece di rimanere all’interno
dei 12 mesi di annualità previsti hanno subito un leggero slittamento e si
chiesto la proroga fino al 31 marzo 2005 dove sono state ultimate tutte le
azioni progettuali.
Fasi svolte
La prima fase è stata quella di organizzare uno staff permanente con i
formandi del precedente progetto, afferenti dai vari servizi istituzionali locali
(Comuni, Ser.T., ASL, Dipartimento di Igiene Mentale, privato sociale) che è
stato coinvolto in prima persona nella realizzazione delle azioni progettuali.
In questa fase si sono svolte giornate di formazione riguardanti le modalità di
realizzazione di uno strumento di ricerca e di indagine scientifica per l’analisi
delle rappresentazioni sociali e le tecniche di campionamento e di
somministrazione per la ricerca sociale (dicembre 2003 – luglio 2004).
La seconda fase si né articolata nella somministrazione e raccolta dei
questionari per la raccolta dei dati della ricerca, loro immissione e
sistematizzazione (luglio 2004 – dicembre 2004).
La terza fase è consistita nell’analisi dei dati e nella pubblicazione del report
della ricerca (gennaio 2005- marzo 2005).
La quarta fase è stata la raccolta del materiale sulla progettazione sociale
dell’Alto Tirreno Cosentino , nella mappatura, nella sua sistematizzazione e
pubblicizzazione su un sito Web appositamente progettato e messo in rete
(gennaio 2005- marzo 2005).
Ultima fase è stata la giornata seminariale del 18 marzo 2005 che ha
presentato presso la sala comunale del Comune di Tortora i risultati della
ricerca definita e pubblicata nell’opuscolo : “LA METAFORA DI ENEA”.
Numero dei destinatari raggiunti
Il numero dei destinatari raggiunti è stato di 15 partecipanti, con presenze
costanti e complessivamente alterne ma molto alta come partecipazione per
azioni formative di tale complessità.
Ovviamente stati destinatari finali tutti i giovani del comprensorio dell’Alto
Tirreno Cosentino che sono stati raggiunti dalla ricerca.
Personale impegnato nelle attività è stato:
Tutor di aula
Segreteria
Coordinamento
Docenti formazione
Direzione scientifica Ricerca
Elaborazione e validazione
Strumento di analisi
Predisposizione del report
n. 1
n.1
n.1
n. 1
n. 1
n. 1
n. 1
Procedure adottate per la valutazione
La valutazione si è articolata in tre fasi e con tre strumenti di analisi:
Una prima fase (ex ante) con un breve questionario sottoposto ai responsabili
istituzionali del comprensorio si è attuato una rilevazione sulla
rappresentazione che l’istituzione ha di se stessa in relazione alle strategie
del disagio.
Una rilevazione di processo è stata fatta (in itinere) del progetto, che ha
interessato lo staff degli operatori coinvolti nella realizzazione delle azioni
progettuali, in particolare la ricerca.
Ultima rilevazione (ex post) è stata fatta con le figure istituzionali
precedentemente interessate per verificare, in relazione alla pubblicazione
dei risultati della ricerca e alle modificazioni che la metodologia dell’action
research è in grado di generare, i risultati del lavoro svolto.
Modalità di diffusione dei risultati
Realizzazione di una giornata seminariale del 18 marzo 2005, ove si è
relazionato e pubblicizzato i risultati della ricerca e le direttrici strategiche
emerse dall’analisi dei dati con la presentazione della pubblicazione
dell’opuscolo “LA METAFORA DI ENEA”;
Realizzazione dell’opuscolo informativo con la sintesi dei risultati della ricerca
“LA METAFORA DI ENEA”;
Pubblicizzazione di un Sito Web nel marzo 2005.
Ai partecipanti alle attività progettuali è stato rilasciato un attestato di
partecipazione all’azione formativa.