Che dire quando due meravigliosi ragazzi in divisa

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Che dire quando due meravigliosi ragazzi in divisa
Due Ragazzi dell'Arma, poco più che ventenni, caduti sul fronte del dovere a
Camerino
Scritto da Raffaele Vacca
l’attualita’.it
Che dire quando due meravigliosi ragazzi in divisa muoiono uccisi in
attività di servizio nottetempo? In questi casi, oltre al dispiacere di ordine
umano e personale per il vuoto incolmabile lasciato nelle Famiglie come tra gli
amici e colleghi, si fa riferimento giustamente al senso del dovere e allo
spirito di sacrificio dei Caduti, non di rado anche autori di atti di valore.
Giammai si dovrebbe decadere limitandosi alle solite consuete parole di
circostanza, unite alla fredda retorica di facciata, attingendo a piene mani dalle
tavole sacre del mito, senza aver fatta, contestualmente e amaramente, e
questo senza alcun riferimento alla nostra storia, una seria e attenta riflessione
sulle capacità organizzative di chi, avendone la responsabilità ai vari livelli,
dispone servizi carenti in termini di progettualità, sicurezza ed efficacia
risolutiva. Questi i fatti. I Carabinieri Donato Chiarelli, 22 anni, di Loreto
Aprutino (Pescara) e Giovanni Liberto Corinto, 23 anni, di Acquaviva delle Fonti
(Bari), della Compagnia di Camerino, certo non immaginavano di andare incontro
alla morte quella sera del 29 marzo 1988. I due Militari erano in abito civile a
bordo di un' autovettura non contrassegnata ed erano in appostamento nei pressi
di una villa che era stata già visitata dai ladri; era stato lo stesso proprietario a
denunciare, giorni prima, il furto di mobili per un valore di 50 milioni di lire. Ma,
per le cose lasciate e non potute trasportare, era prevedibile una nuova
incursione. Infatti, quella notte, i Militari, accortisi a distanza di movimenti
sospetti, scesi dalla loro auto e percorso a piedi un tratto di strada, sorpresero
un uomo di spalle che armeggiava alla porta di ingresso della villa. A questo punto
siamo nel campo delle ipotesi per cui, qualificatisi e riconosciuto il ladro, tale
Carlo Ceresani, 37enne pittore camerinese, noto perché dedito alla
compravendita di mobili antichi e per la vita bohémien, certamente, da quel che
si può immaginare, gli avranno intimato di seguirli in Caserma ma,
per tutta risposta, il malvivente avrà estratto improvvisamente un pugnale con il
quale colpì più volte il Chiarelli; solo Corinto ebbe il tempo di reagire, estrarre la
pistola dalla fondina, sparare e colpire il ladro alla gola. Ma questi,velocissimo,
riuscì a raggiungere con la lama anche il secondo Carabiniere che, sebbene
gravemente ferito, tentò di mettersi alla guida della Lancia Fulvia del Ceresani,
senza riuscirci. Da quel momento, più nessuna comunicazione radio con la
Centrale Operativa del Comando, né alcun tentativo di contatto da parte di
questa con i due Carabinieri. Solo verso le 6 di mattina, una pattuglia del Nucleo
Radiomobile, giunta sul posto, trovò Chiarelli e il Ceresani già morti, mentre il
Corinto, ancora in vita, fu trasportato agonizzante all'Ospedale camerte dove
purtroppo morì mentre stava per essere sottoposto ad un intervento chirurgico; il
bravo Carabiniere ebbe però la forza di raccontare l'accaduto. In casa del
pittore furono rinvenuti oggetti e mobili di provenienza furtiva tra i quali anche
quelli trafugati pochi giorni prima nella nota villa. Ora il risvolto umano, il più
importante! Quanti sogni spezzati per due splendidi ragazzi, poco più che
ventenni, che hanno immolato la loro giovane vita per onorare il Giuramento di
Fedeltà allo Stato; quale dolore per le care Famiglie; che grande lezione di
coraggio e valore, ma soprattutto di amore verso il prossimo, che va difeso ad
oltranza, anche a costo di perdere la Vita! Nel ventennale del grave fatto, nel
marzo 2008, la Città di Camerino, depositaria di antiche tradizioni di alta
cultura e civiltà, si strinse intorno all'Arma dei Carabinieri e alle Famiglie dei
Caduti con pubblica manifestazione, presenti Autorità, scolaresche e
popolazione. "La memoria dei Camerinesi- affermò il Sindaco Fanelli- non potrà
che essere imperitura".A testimoniare questo impegno, subito dopo, venne
scoperta, nell’atrio del Palazzo Comunale, una lapide (nella foto) che reca il testo
della motivazione con la quale il Presidente della Repubblica conferì, il 30 maggio
1989, ai due Militari la Medaglia d’Argento al Valor Civile "alla Memoria". A
conclusione, presso lo storico Teatro "Marchetti", alla presenza delle Famiglie,
giunte dall'Abruzzo e dalla Puglia, furono rievocati gli avvenimenti del 29 marzo
1988, riproposti anche in un libro e un dvd realizzati per l’occasione.
Lunedì, 13 Maggio 2013