Missoni, un tesoro di arte e di moda

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Missoni, un tesoro di arte e di moda
LA PROVINCIA
53
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015
CulturaeSpettacoli
[email protected]
Tel. 031 582311
MASSIMARIOMINIMO
A cura di Federico Roncoroni
Se tutto l’anno fosse fatto di
vacanze, divertirsi sarebbe più
noioso che lavorare.
William Shakespeare
Cultura: Mario Schiani [email protected], Massimo Romanò [email protected], Umberto Montin [email protected], Mauro Butti [email protected], Pietro Berra [email protected],
Spettacoli: Edoardo Ceriani [email protected], Nicola Nenci [email protected], Fabio Cavagna [email protected], Riccardo Bianchi [email protected],
Lilliana Cavatorta [email protected], Antonella Crippa (Lecco)[email protected], Sara Baldini (Sondrio)[email protected]
Missoni, un tesoro di arte e di moda
La mostra. II Ma*Ga di Gallarate rende omaggio al “savoir faire” artigianale della casa che ospita fin dal ’53
Esposti i pezzi più pregiati e rappresentativi della storia aziendale per raccontare colore, forma e materia
composizioni libere e dotate di
ritmo. Proseguendo oltre, la sezione “Il colore, la materia, la
forma”, con una serie d’installazioni “immersive”, fa rivivere la
ricerca sull’interazione di colore e materia, caratteristiche della moda e del design ambientale.
Spazio anche alle opere d’arte
(attinte dalla collezione del
Ma*Ga) che meglio esemplificano l’attenzione di Ottavio Missoni alla cultura visiva italiana:
esposte le tele dello stesso Missoni che dialogano con gli esponenti dei gruppi Forma 1 (Dorazio, Accardi), Mac (Munari,
Dorfles), e delle sperimentazioni cinetiche (Dadamaino e Colombo).
GIULIO MASPERI
Una maison di moda
da sempre attenta agli sviluppi
dell’arte internazionale che, attingendo dal legame con un territorio dove il tessile per abbigliamento è avanguardia, ha
conquistato notorietà nel mondo. Il Ma*Ga di Gallarate rende
omaggio a Ottavio e Rosita Missoni con la mostra “Missoni, l’arte, il colore”, aperta fino all’8 novembre (via De Magri 1; martedì-venerdì ore 10-19, sabato e
domenica 10-20; intero 10 euro,
ridotti 8/5; info: museomaga.it).
Il museo del Varesotto celebra
così il savoir faire artigianale
della casa di moda che, fin dal
1953, scelse Gallarate come sede
del primo laboratorio di maglieria.
Arazzi patchwork
Tassello fondamentale
Nell’anno di Expo 2015, dall’idea
di celebrare un tassello fondamentale nel mosaico del made
in Italy, nasce la mostra “Missoni, l’arte, il colore”, curata da Luciano Caramel, Luca Missoni
(figlio del fondatore dell’azienda) ed Emma Zanella, che concretizza un progetto della Città
di Gallarate, del Museo Ma*Ga e
dell’Archivio Missoni, avvalendosi del contributo di Regione
Lombardia e Provincia di Varese, e della partecipazione della
Gallerie d’Italia di Milano. Stupefacente il percorso espositivo
realizzato al Ma*Ga, con gli allestimenti assurti al rango di opere ambientali.
I pezzi più pregiati e rappresentativi della storia di Missoni
disposti a formare delle installazioni che mettono al centro tre
concetti-cardine: il colore, da
sempre elemento che contraddistingue il marchio; ma anche
la materia e la forma. Aprendo
così uno spazio di ricerca analitica sul rapporto tra l’artigianato
tessile e sartoriale e il mondo
L’installazione “Le forme della moda” realizzata per la mostra allestita al Ma*Ga di Gallarate
dell’arte, tanto italiano quanto
internazionale. Un punto, quest’ultimo, sul quale Ottavio Missoni, fondatore dell’azienda,
aveva da sempre prestato particolare attenzione.
“Casa di moda”
L’apertura della mostra è affidata a una video-installazione di
Ali Kazma intitolata “Casa di
moda” (2009) che evidenzia il
rapporto di reciproco scambio
tra artigianato, tradizione e design contemporaneo. Segue “Le
radici”, sezione che passa al vaglio le origini della ricerca artistica, spaziando in un immaginario di riferimento che ha per
stella polare il movimento delle
avanguardie storiche (da Sonia
Delaunay, che fu anche disegna-
trice di tessuti e di costumi teatrali, e Wassily Kandinsky, al Futurismo di Giacomo Balla e Gino
Severini). Senza tralasciare un
altro riferimento di primo piano
come Paul Klee. I tessuti e gli
abiti ideati da Missoni sono debitori, inoltre, delle esperienze lette e interpretate - degli astrattisti italiani Bruno Munari, Luigi Veronesi, Atanasio Soldati,
Manlio Rho, fino a Lucio Fontana. Riferimenti artistici si ritrovano, per citare un esempio, nel
dipinto “Aguzzo-rotondo” di
Kandinsky per la geometria delle forme e nel contraltare psichico-emotivo del colore. Questa
sezione della mostra accoglie
anche due film astratti, firmati
da Veronesi (1940-41), nei quali
le linee e i colori danno vita a
Oggi
Un seminario per approfondire
l’arte della moda. Oggi all’Istituto
Marangoni “The School of
Fashion” di Milano (via Pietro
Verri, 4; ore 17.30), Luca Missoni
conduce “La Macchina Mago.
Missoni, l’Arte, il Colore”, il seminario che prende spunto dalla celebre definizione che Guido Ballo
diede al lavoro di Ottavio Missoni
(definendolo “Macchina Mago”).
L’evento è anche occasione per
approfondire la storia della casa di
moda, l’evoluzione nei decenni,
l’attuale forza del marchio (proiettato il video “The Black and White
of Colour” di Maggie Norden).
Partecipa al seminario anche
Emma Zanella, direttrice del
Ma*Ga di Gallarate (l’appuntamento rientra in un progetto educativo
studiato da Ist. Marangoni e
Ma*Ga). 1 G. MAS.
Miriam Toews
to d’amore”, “In fuga con la zia”,
“Mi chiamo Irma Voth”, “Un tipo a posto”, premiati e tradotti
in molte lingue. “I miei piccoli
dispiaceri”,(traduzione di Maurizia Balmelli) prende spunto da
una vicenda autobiografica.
Racconta di Elfie, sorella di
Yoli, bellissima, allegra, ricca,
adorata dal marito, e pianista
ammirata in tutto il mondo, che
improvvisamente, alla vigilia di
una tournée in Europa, tenta il
suicidio. Senza nessuna ragione
non vuole più vivere, si sente
stanca della vita. Il romanzo descrive i tentativi di Yoli – donna
poco equilibrata, insicura, mediocre scrittrice, separata due
volte e madre di due figli avuti
dai rispettivi mariti, attaccatissima alla sorella – di dissuaderla
Ottavio e Rosita Missoni
Il seminario
sull’estro
del vestire
Miriam e il romanzo
scritto con i dettagli della vita
La chicca
“I miei piccoli dispiaceri”
di Miriam Toews elogiato
dal New York Times come
«irresistibile»
Nel suo ultimo romanzo - “I miei piccoli dispiaceri”
(Marcos Y Marcos pagine. 363 –
18 euro) - la scrittrice canadese
Miriam Toews ha nuovamente
confermato la sua bravura nel
descrivere la realtà dei nostri
giorni – tristi o allegri – e segnati
dalle sorprese della vita, che, pur
sforzandoci, non siamo in grado
di modificare.
Nelle pagine della Toews troviamo il linguaggio, i gesti, i comportamenti che, in ogni circostanza segnano l’esistenza quotidiana: la macchina che si guasta, il desiderio di affidarsi a una
bottiglia di vino, lo scambio ininterrotto di messaggi sul telefonino, i complicati rapporti interpersonali, le lacrime e le risate, i
rapporti sessuali casuali. Una
capacità narrativa che consiste
nel leggere con ironia e fedelmente la vita, per quanto dolorosa possa essere, e nonostante
tutto amarla.
Nata in Canada, in una comunità mennonita, dopo aver partecipato al film “Luz silenciosa”
del regista Carlos Reygadas, la
Towels ha preferito seguire la
sua vocazione di scrittrice, conseguendo popolarità con romanzi come “Un complicato at-
L’ultima sala della mostra presenta, quindi, le opere di Ottavio
Missoni, specialmente i tanti
arazzi ottenuti con patchwork
di tessuto a maglia. Opere tessili
che rimandano alla tradizione
antica della tessitura lombarda
per abbigliamento e hanno il respiro dell’arte internazionale.
«Ho cercato, come autore
delle installazioni, di dare l’idea
del processo creativo che si annida dietro la realizzazione di un
tessuto – spiega Luca Missoni -.
Così come l’ho vissuto io, lavorando decenni con i miei genitori, vedendo la ricerca ossessiva
di una forma espressiva da realizzare usando il tessuto-maglia». Scrive Luciano Caramel
nel catalogo Rizzoli: «Se in un
primo tempo qualcuno si interrogò dubbioso sulla possibile attribuzione delle opere tessili di
Ottavio Missoni (…) all’arte intesa autoriflessivamente come arte-arte, ben presto l’equivoco fu
contraddetto dai fatti. Fin dagli
anni ’70, quando nel settembre
1975 Renato Cardazzo espose
con ottimo esito (…) i suoi tessuti
come quadri, appesi alle pareti».
dal suo proposito suicida. Le dichiara quanto le vuole bene, la
incoraggia, la sgrida, la consola,
la difende di fronte al personale
dell’ospedale psichiatrico, ma
non riesce a farle cambiare idea.
Non si tratta però, per quanto
possa sembrare, di un libro triste. L’autrice riesce a mantenere
un tono narrativo spesso divertente, parlando delle vicende
quotidiane, vuote e ripetitive,
ma spesso gustose e che accompagnano la dolorosa imprevedibilità della vita.
Da condividere quindi il giudizio del New York Times, per il
quale il libro è “irresistibile” e
del Washington Post che lo definisce un romanzo che pare l’essenza stessa della vita.
Paolo Grieco