Untitled - Comune di Milano
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LE METROPOLI EUROPEE PER LA RETE DELLA DIFESA CIVICA atti del convegno EUROPEAN METROPOLISES FOR OMBUDS-NETWORK conference proceedings Milano, 24 novembre 2008 Palazzo Besana - Sala Assemblee Intesa Sanpaolo Piazza Belgioioso 1 Milan, 24th november 2008 Besana Palace - Sala Assemblee Intesa Sanpaolo 1, Belgioioso square Atti del convegno ed editing a cura di Mara Gargatagli, Marisa Cimminiello, Alessia Maniaci, Chiara Maesano, Alessandra Puricelli Impaginazione e grafica di Lia Prone Tiratura: 1000 copie Distribuzione gratuita © Comune di Milano - Difensore civico per la città di Milano 2009 Tutti i diritti sono riservati. È consentita la riproduzione a fini didattici e non commerciali, a condizione che venga citata la fonte. Tutte le fotografie, salvo altrimenti indicato, sono copyright del Comune di Milano. Il testo integrale degli atti è pubblicato su internet al seguente indirizzo: http//www.comune.milano.it/difensorecivico Si ringraziano per la collaborazione INTESA SANPAOLO ed IReR - Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia Indice / Table of contents Presentazione Conference presentation Guida alla lettura Guideline: how to read this volume I Relatori / The speakers Le Reti della difesa civica in Europa e in Italia / European and Italian ombuds-networks 5 7 9 11 13 17 INTRODUZIONE E SALUTI ISTITUZIONALI INTRODUCTION AND WELCOME ADDRESSES Alessandro Barbetta Alessandro Barbetta Stefano Pillitteri Stefano Pillitteri Leone Talia Leone Talia 21 23 25 27 31 35 39 Prima sessione/ LA DIFESA CIVICA IN RETE Morning session/ OMBUDSPERSONS IN NETWORK P. Nikiforos Diamandouros P. Nikiforos Diamandouros Rafael Ribó i Massó Rafael Ribó i Massó Donato Giordano Donato Giordano Ullrich Galle Ullrich Galle 43 45 53 61 73 85 89 93 99 Seconda sessione / L’EFFICACIA DELLA DIFESA CIVICA TRA BUONE RELAZIONI E BUONE REGOLE Afternoon session / THE EFFECTIVENESS OF OMBUDSMAN BETWEEN GOOD RELATIONSHIPS AND GOOD REGULATIONS Introduzione Lorenza Violini / Introduction Lorenza Violini Pilar Malla i Escofet Pilar Malla i Escofet Coordina Lorenza Violini / Lorenza Violini, moderator Simon Matthijssen Simon Matthijssen Coordina Lorenza Violini / Lorenza Violini, moderator Anne Seex Anne Seex Coordina Lorenza Violini / Lorenza Violini, moderator 107 109 111 119 127 129 137 143 145 153 161 3 4 Karla Blomme Karla Blomme Coordina Lorenza Violini / Lorenza Violini, moderator Alessandro Barbetta Alessandro Barbetta Coordina Lorenza Violini / Lorenza Violini, moderator 163 171 177 179 183 185 DIBATTITO/DEBATE Giorgio Morales NIkolaus Schwaerzler Hanneke Eijlders Giovanni Nicola Giudice Pasquale Maino Stefano Valenti Johanne Savard Vittorio Gasparrini 187 189 190 191 192 193 195 196 199 CONCLUSIONI/CONCLUSIONS Lorenza Violini Lorenza Violini Alessandro Barbetta Alessandro Barbetta 201 203 205 207 209 Le autorità e le istituzioni intervenute 211 le metropoli europee per la rete della difesa civica Presentazione Si è tenuto lunedì 24 novembre 2008, presso la Sala Assemblee Intesa SanPaolo - Palazzo Besana - a Milano, il convegno “Le metropoli europee per la rete della difesa civica”, organizzato dal Difensore civico per la città di Milano. L’evento, al quale hanno partecipato numerosi difensori civici italiani e stranieri insieme ai rappresentanti di associazioni, esponenti dell’Amministrazione comunale milanese e di altre amministrazioni locali, ha preso spunto dal rapporto di ricerca “Difesa civica nelle aree metropolitane”, a cura dell’ IReR - Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia, ed è stato, nell’intento degli organizzatori, il primo passo per la costruzione di rapporti e collaborazione tra difensori civici delle città europee, nell’ottica di aumentare l’efficacia dell’azione degli ombudsman e rafforzare la tutela dei cittadini. Nella prima parte su “La difesa civica in rete”, dopo i saluti dell’Assessore alla Qualità, Servizi al cittadino e Semplificazione, Servizi civici Stefano Pillitteri (pag. 27) e di Leone Talia (pag. 35), Presidente della Commissione Qualità, Servizi al Cittadino e Semplificazione, Servici civici del Comune di Milano e l’introduzione di Alessandro Barbetta (pag. 23), si è sviluppata una ricognizione delle reti tra difensori civici già esistenti. Il Mediatore Europeo, Nikiforos Diamandouros, ha trattato della rete europea, che costituisce da tempo uno snodo fondamentale delle interazioni tra difensori civici di livello nazionale e regionale (pag. 45). Rafael Ribó i Massó, Difensore civico regionale della Catalogna, è intervenuto in veste di Director della sezione europea dell’International Ombudsman Institute (IOI) e ha tracciato un’analisi “costi-benefici” dell’ordinamento multilivello della funzione di difesa civica, sottolineando l’importanza della collaborazione in rete (pag. 61). Donato Giordano, Coordinatore della Conferenza nazionale dei Difensori civici regionali e delle Province autonome e Difensore civico della Regione Lombardia, ha descritto l’attività di collaborazione tra difensori civici italiani e ha evidenziato i principali obiettivi comuni da perseguire (pag. 85). Ullrich Galle, Difensore civico regionale della Renania Palatinato, ha descritto l’attività e gli obiettivi dell’ European Ombudsman Institute (EOI), di cui è attualmente il Presidente (pag. 93). La sessione pomeridiana su “L’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole”, coordinata da Lorenza Violini, Professore ordinario di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Milano e Coordinatrice del gruppo di ricerca IReR, che ha curato il 5 rapporto, è stata dedicata ad un confronto sull’efficacia della difesa civica. Gli ombudsman sono stati chiamati ad esprimersi sui metodi della loro azione e a valutare quali condizioni favoriscono una buona difesa civica. Gli interventi sono stati inoltre occasione per conoscere i metodi e le regole dell’attività dei Difensori civici intervenuti. Per Barcellona, è interventa l’Ombudswoman Pilar Malla i Escofet (pag. 111), per Rotterdam, Simon Matthijssen su delega del Ombudsman Migiel Van Kinderen (pag. 129), per Birmingham, Anne Seex, Local Government Ombudswoman della città di Birmingham, Solihull MBC, Chesire, Derbyshire, Nottinghamshire, Lincolnshire, Warwickshire e Nord Inghilterra (pag. 145), per Anversa, l’Ombudswoman Karla Blomme (pag. 163), per Milano, il Difensore civico Alessandro Barbetta (pag. 179). Durante il dibattito sono intervenuti, Giorgio Morales, Difensore civico per la Regione Toscana (pag. 189), Nikolaus Schwaerzler, componente dell’assemblea esecutiva dell’EOI (pag. 190), Hanneke Eijlders, Liaison Officer Municipal Ombudsman di Amsterdam (pag. 191), Giovanni Nicola Giudice, Responsabile del Servizio di Conciliazione della Camera Arbitrale di Milano presso la Camera di Commercio di Milano (pag. 192), Pasquale Maino, Difensore civico del Comune di Solaro (pag. 193), Stefano Valenti, Collaboratore del Centro Diritti Umani dell’Università degli Studi di Padova (pag. 195), Johanne Savard, Ombudsman della città di Montreal (pag. 196), Vittorio Gasparrini, Difensore civico dei Comuni di Figline, Incisa, e Rignano in provincia di Firenze (pag. 199). Il Convegno è stata chiuso dalla Professoressa Lorenza Violini (pag. 203) e da Alessandro Barbetta (pag. 207). 6 le metropoli europee per la rete della difesa civica Conference presentation The conference entitled “European metropolises for an ombuds-network”, organized by the Ombudsman for the City of Milan, took place on Monday 24 November 2008 at the Assembly Hall Intesa SanPaolo - Palazzo Besana, Milan. At the meeting were present various Italian and foreign ombudspeople, as well as associations representatives, members of the Milan municipality and of other local authorities. The event has been inspired by the research report on “Ombudspersons in metropolitan areas” made by the Regional Research Institute for the Region Lombardy (IReR). The organizers wanted to make this way the first step towards the creation of relations and cooperation between European ombudsmen with the aim of increasing the effectiveness of the ombudspersons’ activity and strengthen the protection of civil rights. The meeting concerning “The Ombuds-Networks” was opened with welcome addresses of the City Councilor for Quality-Citizen Services-Simplification Stefano Pillitteri (p. 31) and Leone Talia (p. 39), President of the City Council Committee Quality-Citizen ServicesSimplification, as well as with the foreword made by Alessandro Barbetta (p. 25). Then, in the morning, the speakers proceeded to individuate and analyse the already existing ombuds-networks. The European Ombudsman, Nikiforos Diamandouros, made a lecture about the European network, which is already for a long time a communication platform between national and regional ombudspeople (p. 53). Rafael Ribó i Massó, Regional Ombudsman for Cataluña and European Regional Director of the International Ombudsman Institute (IOI) made a comparative analysis of the costs and the benefits of the multilevel structure of the ombudspersons function and emphasized the importance of a network collaboration (p. 73). Donato Giordano, Regional Ombudsman for Lombardy and Coordinator of the National Conference of Ombudsmen for regions and autonomous provinces, described the cooperation activity of Italian ombudspeople and highlighted the main goals to achieve (p. 89). Ullrich Galle, Regional Ombudsman of Rhineland-Palatinate, illustrated the activities and the goal of the European Ombudsman Institute (EOI), organization of which he is currently the President (p. 99). The afternoon session axed on “The effectiveness of Ombudspersons between good relationships and good regulations” was moderated by Lorenza Violini, Full Professor of Costitutional Law at the Faculty of Law of the University of Milan and Coordinator of the 7 IReR research group. It was an occasion for comparison between the different ombudspeople present on the effectiveness of civil rights protection. The ombudspeople presented how their respective offices work and expressed their opinions on what are the conditions that favour a good rights protection. The Ombudswoman Pilar Malla i Escofet (p. 119) spoke for Barcelona; for Rotterdam Simon Matthijssen, delegated by the Ombudsman Migiel Van Kinderen (p. 137); for Birmingham, Anne Seex, Local Government Ombudswoman for the cities of Birmingham, Solihull MBC, Cheshire, Derbyshire, Nottinghamshire, Lincolnshire, Warwickshire and North England (p. 153); for Antwerp, the Ombudswoman Karla Blomme (p. 171); for Milan, the Ombudsman Alessandro Barbetta (p. 183). In the debate that followed took part: Giorgio Morales, Ombudsman for the Region Tuscany (p. 189), Nikolaus Schwaerzler, member of the EOI executive board (p. 190), Hanneke Eijlder, Liaison Officer Municipal Ombudsman of Amsterdam (p. 191), Giovanni Nicola Giudice, Mediation Service Manager of the Chamber of Arbitration at the Chamber of Commerce of Milan (p. 192), Pasquale Maino, Ombudsman for the Municipality of Solaro (p. 193), Stefano Valenti, Collaborator of the Human Rights Center at the University of Padua (p. 195), Johanne Savard, Ombudsman for the City of Montréal (p. 196), Vittorio Gasparrini, Ombudsman for the municipalities of Figline, Incisa and Rignano in the province of Florence (p. 199). The meeting was concluded by the ending speeches of Prof. Lorenza Violini (p. 205) and Alessandro Barbetta (p. 209). 8 european metropolises for ombuds-network Guida alla lettura Il presente volume raccoglie i testi dei saluti istituzionali, dell’introduzione di Alessandro Barbetta e delle relazioni programmate oltre agli interventi di coordinamento della professoressa Violini durante la tavola rotonda pomeridiana e a quelli esposti nel corso del dibattito. Tutti gli interventi sono pubblicati in lingua italiana e, se diversa, nella lingua utilizzata dal relatore e preceduti da abstract in italiano e inglese. Gli interventi del dibattito sono stati trascritti in italiano e accompagnati da una sintesi in lingua inglese. Sono pubblicati una sintetica presentazione dei relatori e delle reti di ombudsman già attive all’inizio del volume e, alla fine dello stesso, l’elenco delle autorità intervenute. Il rapporto di ricerca Irer “Difesa civica nelle aree metropolitane”, che compara l’attività degli ombudsman in 13 città europee (Lisbona, Birmingham, Glasgow, Dublino, Rotterdam, Vienna, Amsterdam, Copenaghen, Anversa, Atene, Barcellona, Valencia, Milano), è disponibile on line, in versione integrale in lingua italiana e in versione ridotta in lingua inglese, all’indirizzo internet www.comune.milano.it/difensorecivico e può essere richiesta gratuitamente all’indirizzo [email protected] fino ad esaurimento scorte. 9 10 european metropolises for ombuds-network Guideline: how to read this volume The book you are reading contains the texts of the welcome addresses, an introduction by Alessandro Barbetta, the speakers’ speeches together with the discourses of Prof. Violini who was the moderator of the round table debate. All the speeches are written in Italian and in the language the speech was delivered in, if different from Italian; they are preceded by an abstract in Italian and English. The speeches made during the final debate were transcribed in Italian. A short summarizing text in English follows. Moreover, you may also find a brief presentation of the speakers and the ombuds-networks that are already active on the first pages of this publication; on the last pages there is a list of authorities present at the meeting. The IReR research report entitled “Ombudspersons in metropolitan areas”, that deepens the issue of the ombudspersons’ activities in 13 European cities, (Lisbon, Birmingham, Glasgow, Dublin, Rotterdam, Wien, Amsterdam, Copenhagen, Antwerp, Athens, Barcelona, Valencia, Milan), is available online (the complete uncut version in Italian and a reduced version in English) at the following address: www.comune.milano.it/difensorecivico and may be requested for free by writing at [email protected] until stock depletion. 11 12 le metropoli europee per la rete della difesa civica I Relatori / The speakers ALESSANDRO BARBETTA Dal 2004 Difensore civico della città di Milano (1.298.816 abitanti, area metropolitana: 3.821.000 abitanti*). E’ attualmente anche Coordinatore del Coordinamento nazionale dei Difensori civici metropolitani, costituito nel gennaio 2008 a Venezia. E’ stato Difensore civico della Regione Lombardia, dal 1995 al 2004, e in precedenza Direttore del personale della Giunta regionale della Lombardia. Since 2004 Municipal Ombudsman of Milan (1.298.816 inhabitants, metropolitan area: 3.821.000 inhabitants*). At present Coordinator of the National Co-ordination of Metropolitan Ombudsmen, founded in January 2008 in Venice. He was Regional Ombudsman of Lombardy, from 1995 to 2004, and Personnel Manager in the Regional Council of Lombardy. STEFANO PILLITTERI Già Presidente della Commissione Consiliare Trasporti del Comune di Milano dal 2001, è attualmente Assessore alla Qualità, Servizi al Cittadino e Semplificazione, Servizi Civici Already President of the City Council Committee Transport of the Municipality of Milan, now he is City Councillor for Quality Citizen Services-Simplification. LEONE TALIA Già Consigliere nelle zone del decentramento milanese, dal 2006 è Presidente della Commissione Consiliare Qualità - Servizi al Cittadino - Semplificazione - Servizi Civici del Comune di Milano. Already member of ninth District Council of Milan, he is President of the City Council Committee Quality-Citizen Services-Simplification of the Municipality of Milan. P. NIKIFOROS DIAMANDOUROS É Mediatore Europeo dal 15 Gennaio 2003. In precendenza ha svolto l’incarico di Primo Difensore Civico Nazionale della Grecia e di componente della Commissione Nazionale per i Diritti Umani e del Consiglio Nazionale per la Riforma Amministrativa. 13 He was elected European Ombudsman on 15 January 2003. He was the first National Ombudsman of Greece and Member of the Greece’s National Commission on Human Rights and the National Council for Administrative Reform. RAFAEL RIBÓ I MASSÓ È Ombudsman regionale di Catalogna dal luglio 2004 nonchè membro del consiglio di amministrazione della Sezione Europea dell’International Ombudsman Institute (IOI). É stato componente dell’Assemblea legislativa della Catalogna e Congresso dei Deputati spagnolo. Since July 2004 Catalan Ombudsman and Member of the Board of Directors of the European Region of the International Ombudsman Institute (IOI) since June 2006. He was Member of the Parliament of Catalonia and Member of the Spanish Congress of Deputies. DONATO GIORDANO Difensore civico della Regione Lombardia dal 2005 e Coordinatore della Conferenza nazionale dei Difensori civici regionali e delle Province autonome del 2006 al 2009. Nel suo percorso politico ha ricoperto l’incarico di Consigliere Regionale, Assessore agli Affari Generali e Personale della Giunta Regionale e Presidente della Giunta delle Elezioni. Regional Ombudsman for Lombardy since 2005 and Coordinator of the National Conference of Ombudsmen for regions and autonomous provinces from 2006 to 2009. He was Regional Councillor, Alderman for General Affairs and Personnel in the Regional Council of Lombardy and President of the Election Council. ULLRICH GALLE E’ Ombudsman regionale della Renania Palatinato dal 2005 nonchè Presidente in carica del European Ombudsman Institut (EOI). In precedenza ha svolto gli incarichi di Ministro del Lavoro, Politiche Sociali, Famiglia e Sanità nel governo della suddetta regione tedesca. Regional Ombudsman of Rheinland-Pfalz since 2005 and current President of the European Ombudsman Institute (EOI). He was Minister for Labour, Social Policy, Family and Health in the above-mentioned German region. LORENZA VIOLINI E’ attualmente Professore di Diritto Costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degl Studi di Milano e Coordinatrice del gruppo di ricerca IReR - Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia - che ha curato la ricerca “Difesa civica nelle aree metropolitane”. Now Full Professor of Constitutional Law at the Faculty of Law of the University of Milan 14 le metropoli europee per la rete della difesa civica and Coordinator of the IReR research group, who carried out the research “Ombudspersons in metropolitan areas”. PILAR MALLA I ESCOFET Attualmente Sìndica de Greuges a Barcellona (1.605.602 abitanti, area metropolitana: 3.950.000 abitanti*), è stata in precedenza Capo dei Servizi Sociali per il governo di Catalogna e ha lavorato nei Servizi Sociali Internazionali. Ha ricoperto l’incarico di deputato del Parlamento di Catalogna e di Presidente della Commissione per le Politiche Sociali durante la VI legislatura. She is now Sìndica de Greuges of Barcelona (1.605.602 inhabitants, metropolitan area: 3.950.000 inhabitants*). She was Head of the Social Services of the government of Catalogna and worked for the International Social Service. Deputy of Parliament of Catalonia and President of the Commission of Social Policy during the VI Legislature. SIMON MATTHIJSSEN Attualmente Vice Ombudsman di Rotterdam (598.923 abitanti, area metropolitana: 1.422.200 abitanti*) e membro del European Ombudsman Institute (EOI). Substitute Ombudsman of Rotterdam (598.923 inhabitants, metropolitan area: 1.422.200 inhabitants*) and Member of European Ombudsman Institute (EOI). ANNE SEEX Prima di essere eletta Local Government Ombudsman per la città di Birmingham (992.400 abitanti, area metropolitana: 2.323.000 abitanti*) nel 2005, Anne Seex è stata per cinque anni Direttore Generale del Comune di Norwich e Dirigente del settore Servizi alla Comunità presso il Comune di Lancaster. Ha maturatato venticinque anni di esperienza nel Local Government, passando dall’area metropolitana al consiglio municipale di una nuova città. Ha svolto inoltre per undici anni varie funzioni presso il Dipartimento del Direttore Generale del Comune di Manchester. Before becoming Local Government Ombudsman in October 2005, Anne Seex had been Chief Executive of Norwich City Council for 5 years, joining from Lancaster City Council where she was Director of Community Services. She has over 25 years experience in local government, starting in a metropolitan borough, moving through a district council for a new town to work for 11 years in various roles in the Chief Executive’s department at Manchester City Council. KARLA BLOMME Da Ottobre 2006 Ombudswoman della città di Anversa (464.038 abitanti, area metropolitana: 935.000 abitanti*). Ha lavorato per lungo tempo nel settore reclami, nei servizi sociali e servizi urbani della città 15 di Anversa. Ha svolto attività di gestione servizio clienti nella sezione Information&district. Since 2006 Ombudswoman of the city of Antwerp (464.038 inhabitants, metropolitan area: 935.000 inhabitants*). She worked for the complaint treatment of social service dossiers, later extended with files concerning the urban service. She stepped over to the division Information&districts work to develop customer management in the districts and the divisions. * Dati Metrex 2004 / Source: Metrex 2004 16 le metropoli europee per la rete della difesa civica Le Reti della difesa civica in Europa e in Italia / European and Italian ombuds-networks il network europeo degli ombudsman coordinato dal mediatore europeo La figura del difensore civico è presente in oltre la metà dei 192 Stati che fanno capo all’Organizzazione delle Nazioni Unite. Anche l’Unione Europea ha un proprio Difensore civico, chiamato Mediatore Europeo, competente a trattare le segnalazioni e le denunce riguardanti casi di cattiva amministrazione delle istituzioni europee (la Commissione, il Consiglio, ecc.). Dal 1996 il Mediatore Europeo ha promosso la creazione di una rete tra i difensori civici del continente europeo di livello nazionale e regionale. Attualmente la rete si compone di difensori civici provenienti da 31 Paesi europei. Sul sito del Mediatore Europeo (www.ombudsman.europa.eu), è possibile trovare, oltre a tutte le informazioni per presentare una richiesta d’intervento, anche il recapito di tutti i difensori civici regionali e nazionali presenti in Europa. the european network of ombudsmen, coordinated by the european ombudman In more than half of 192 member States of the United Nations an ombudsperson is present. Furthermore, The European Union has its own Ombudsman whose activity is handling complaints regarding maladministration in European institutions, such as the Commission or the Council. In 1996 the European Ombudsman promoted the creation of a network of European ombudspersons at the national and regional levels. Currently ombudspersons from 31 European countries are members of this network. All the information on how to put in a complaint or request an intervention, as well as a register of all regional and national European ombudspeople are available on the European Ombudsman’s website: www.ombudsman.europa.eu. 17 istituto internazionale dell’ombudsman ( ioi ) È un’organizzazione internazionale mondiale non-profit con sede in Canada ad Alberta che raggruppa ombudsman di molti Paesi e regioni e altri cultori della materia (sito web: www.law.ualberta.ca/centres/ioi). Svolge azione di approfondimento scientifico dell’istituto e iniziative di rafforzamento degli organismi di difesa civica e tutela dei diritti in tutto il mondo.È organizzato su base continentale. Per l’Europa si veda il sito web www.europeanombudsmen.org/. international ombudsman institute ( ioi ) The IOI is an international non-profit organization with the headquarters in Alberta, Canada. Numerous ombudspersons from different countries and regions and other figures operating in the sector of citizens’ rights protection are members. The organization carries out scientific studies on the institution of the ombudsperson, organizes events and promotes initiatives aimed at the strengthening of organs and institution working on the protection of human rights throughout the world. The IOI is organized on a continental basis. For more information see www.law.ualberta. ca/centres/ioi (main website related to the headquarters activity) and www.europeanombudsmen.org/ (European section). istituto europeo dell’ombudsman ( eoi ) E’ un’associazione, soggetta al diritto austriaco, di ombudsman europei con sede a Innsbruck (sito web: www.tirol.com/eoi). Le sue finalità sono la trattazione scientifica di questioni inerenti la difesa civica nonché la sua diffusione e promozione. european ombudsman institute ( eoi ) The EOI is an association of European ombudspersons with the headquarters in Innsbruck, thus under the Austrian law. Its goal is to analyze with a scientific approach the issues related to citizens’ rights protection, as well as its diffusion and promotion. For further information see: www.tirol.com/eoi. la conferenza nazionale dei difensori civici regionali e delle province autonome La Conferenza nazionale dei Difensori civici regionali e delle Province autonome, che dal 2005 comprende una rappresentanza dei difensori civici locali, raggruppa i titolari della funzione a livello regionale. La Conferenza è nata nel 1994 quale organismo per la diffusione e la valorizzazione della difesa civica, riconosciuto dalla Conferenza nazionale dei Presidenti dell’Assemblea dei Consigli regionali e delle Province autonome, presso la cui sede si riunisce periodicamente. 18 le metropoli europee per la rete della difesa civica the national conference of ombudsmen for regions and autonomous provinces The National Conference of Ombudsmen for Regions and Autonomous Provinces is an Italian organization, the members of which are regional ombudspersons and, since 2005, local ones. The organization was established in 1994 with the aim of diffusing and valorizing citizens’ rights protection. It is officially recognized by the Italian National Conference of Presidents of Regional Councils and Councils of Autonomous Provinces, at the headquarters of which the members gather periodically. il coordinamento dei difensori civici metropolitani È stato costituito a Venezia nel gennaio 2008 e comprende i difensori civici delle città di Torino, Milano, Firenze, Genova, Catania, Roma, Trieste, Napoli, Bologna, Sassari, Palermo e Venezia. L’obbiettivo dell’iniziativa è il rafforzamento della difesa civica comunale, per assicurarne la disponibilità ad un numero crescente di cittadini su tutto il territorio nazionale e per renderne più efficace l’azione, con la finalità ultima di contribuire al miglioramento complessivo della pubblica amministrazione. coordination network of metropolitan ombudspersons This Italian network was established in Venice in January 2008. The members are ombudspeople for the cities of Milan, Florence, Genoa, Catania, Rome, Trieste, Naples, Bologna, Sassari, Palermo and Venice. It aims at strengthening the municipal citizens’ rights protection in order to guarantee its accessibility to an increasing number of citizens all over the country and to improve the action’s effectiveness. Hence, its ultimate goal is to generally improve the public administration. 19 Leone Talia Stefano Pillitteri INTRODUZIONE E SALUTI ISTITUZIONALI INTRODUCTION AND WELCOME ADDRESSES 22 introduzione e saluti istituzionali introduzione Alessandro Barbetta difensore civico per la città di milano e coordinatore dei difensori civici metropolitani italiani Signor Assessore Illustri Autorità Gentili Relatori Cari colleghi Signore e Signori un personale saluto e benvenuto a tutti. Questo incontro è motivato da un preciso obiettivo. Infatti l’ipotesi che ci ha spinti ad organizzare un’occasione di confronto come questa è che le città, ed in particolare le realtà metropolitane, sono chiamate (e lo saranno in futuro anche di più) ad assumere ruoli rilevanti negli assetti istituzionali in ragione del fatto che esse si rivelano sempre più come il fulcro delle dinamiche sociali, economiche e politiche. Questo fenomeno si può dire che cosituisca una delle facce complementari del fenomeno della globalizzazione. Ruoli più rilevanti significano però innanzitutto una chiamata a maggiori responsabilità. Riteniamo che nell’intensità, nella vivacità e nella qualità dei rapporti che si sviluppano negli aggregati urbani l’attività degli ombudsman possa portare un contributo importante. La proposta che parte da questa giornata poggia dunque su una convinzione che nasce dall’esperienza: la gente ha bisogno dell’attività delle ombudswoman e degli ombudsman ed in particolare di quelli più vicini, di quelli cioè che operano a livello di comunità locale. D’altro canto gli ombudsman delle comunità locali, anche quelli che operano in realtà metropolitane, sono pienamente consapevoli di essere parte di sistemi più vasti, articolati in armonia con gli assetti istituzionali che ciascun Paese si è dato. Abbiamo perciò pensato di proporre questo incontro, che prende spunto dalla ricerca realizzata dall’Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia (IRER), non per distinguerci ma per integrarci in una rete multilivello (locale, regionale, nazionale, europea). Da qui i temi di approfondimento delle due sessioni. Esistono già risorse di rete. Vanno conosciute. Con queste va favorito un confronto e va costruita una collaborazione. In questa mattinata ascolteremo quindi le relazioni di chi è protagonista in queste reti che operano in ambito europeo: NIKIFOROS DIAMANDOUROS, Mediatore europeo RAFAEL RIBÓ I MASSÓ, Difensore civico della Catalogna ed inoltre esponente degli organismi direttivi della sezione europea dell’Istituto Internazionale dell’Om- Alessandro Barbetta 23 budsman (IOI) DONATO GIORDANO, Coordinatore delle Conferenza nazionale dei Difensori civici delle Regioni e delle Province autonome del nostro Paese ULRICH GALLE, Difensore civico di lunga data nel suo paese ed inoltre Presidente dell’Istituto Europeo dell’Ombudsman (EOI) L’idea che sottostà a questi contributi è che le reti sono catalizzatori di risorse per raggiungere obiettivi condivisi. Nel nostro caso gli obiettivi sono: una presenza sempre più capillarmente diffusa dell’ombudsman e una sua azione sempre più integrata ed efficace. Da questi interventi emergerà anche una cornice di grande utilità e di sicuro interesse per la tavola rotonda della sessione pomeridiana dei nostri lavori. Essa è specificamente destinata a farci meglio conoscere la realtà della difesa civica in ambito metropolitano o di area vasta. Non una conoscenza generale: a questo scopo è a disposizione il rapporto di ricerca. Abbiamo proposto agli ombudsman di alcune realtà oggetto della ricerca (ringraziamo loro e gli altri anche per la disponibilità data ai ricercatori) di darci un contributo mirato su quanto “buone relazioni” da un alto, e su quanto “buone regole” dall’altro lato, risultino nella loro esperienza condizioni necessarie per dare efficacia all’azione dell’ombudsman. Sentiremo le voci di: Barcellona – PILAR MALLA I ESCOFET Rotterdam – SIMON MATTHIJSSEN Birmingham – ANNE SEEX Anversa – KARLA BLOMME alle quali unirò la mia voce per Milano. LORENZA VIOLINI, Professore ordinario di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Milano e Coordinatrice della ricerca realizzata dall’IReR, guiderà la tavola rotonda, modererà il dibattito e trarrà le conclusioni della sessione pomeridiana. Apre i lavori, per delega del Sindaco Letizia Moratti, l’Assessore alla Qualità, Servizi al Cittadino e Semplificazione, Servizi Civici avv. STEFANO PILLITTERI. A testimoniare la rilevanza che assumono le relazioni tra organi del Comune e ombudsman cittadino per l’efficacia della difesa civica seguirà l’intervento del Presidente della Commissione del Consiglio comunale Qualità - Servizi al Cittadino - Semplificazione Servizi Civici LEONE TALIA. 24 introduzione e saluti istituzionali introduction Alessandro Barbetta municipal ombudsman for the city of milan and coordinator of the national co-ordination of metropolitan ombudsmen Dear Ladies and Gentlemen, I want to welcome all of you to this conference on “European metropolises for OmbudsNetwork”. There is a specific objective to this meeting. Cities, particularly metropolitan areas are and will be even more called in the future to play an important part in the institutional framework. The idea I’m talking about, which was the reason for us to organise this get-together, is based on the fact that cities appear to be more and more at the very centre of social, economic and political dynamics. We should consider this phenomenon as one of the aspects of globalisation. However, a more important role means, above all, more responsibilities. I believe, considering the intensity, vivacity and quality of relations that are developed in the urban realities, that the ombudspersons may give a significant contribution; consequently, the idea behind this reunion is also based upon a certitude born from experience: people need ombudsmen and ombudswomen, especially those who operate at the local level. On the other hand, local ombudspersons are well aware of being a part of bigger systems created according to the institutional framework each country has. Thus, we decided to propose this conference, inspired by the conclusions of the IReR study group’s research report, not in order to stand out, but to integrate ourselves in a multilevel (local, regional, national, international) network. Networks already exist and create opportunities. They should be known better, analysed, improved and on their basis a further collaboration should be created. This morning we will be hearing from people who participate in these networks and operate in a European reality: NIKIFOROS DIMANDOUROS, the European Ombudsman RAFAEL RIBÓ I MASSÓ, Catalan Ombudsman and Member of the Board of Directors of the European Region of the International Ombudsman Institute (IOI) DONATO GIORDANO, co-ordinator of the Italian national Conference of Ombudsmen for regions and autonomous provinces ULRICH GALLE, a German Regional Ombudsman with a very long experience in the field and furthermore President of the European Ombudsman Institute (EOI) The idea behind their interventions is the following: networks are a sort of catalysts for resources needed to achieve common objectives. In our case, we are speaking about a constant spread of the ombudsman’s figure in the world and a constant improvement of Alessandro Barbetta 25 the ombudsman’s actions’ effectiveness. All these interventions will contextualise the activities of the ombudspersons. This will be of an important help during this evening’s panel discussion, expressly meant to make us all learn more on the ways of protecting the rights of the citizens in a metropolitan reality, or anyway on a lager territory. We invited the ombudspersons of some of the realities analysed in the research report to share today their experience on how much “good relationships” and “good regulations” matter for the ombudspersons’ activities’ effectiveness. By the way, I would like to thank them and the others as well for the help given to the researchers. Therefore, we will hear this evening the voices of: Barcelona – PILAR MALLA I ESCOFET Rotterdam – SIMON MATTHIJSSEN Birmingham – ANNE SEEX Antwerp – KARLA BLOMME and finally, I will be speaking for the city of Milan. LORENZA VIOLINI, Full Professor of Constitutional Law at the Faculty of Law of the University of Milan and Co-ordinator of the IReR research group will be moderating the discussion at the round table and, at the end, she will give us her conclusions. The person who will begin now the proceedings of our conference is Mr. STEFANO PILLITTERI, City Councillor for Quality – Citizen Services – Simplification. He is here with us today on behalf of Mrs. Letizia Moratti, Mayor of the city of Milan. The next speaker, Mr. LEONE TALIA, President of the City Council Committee Quality – Citizen Services – Simplification, will then testify on the importance of the relationship between the municipality and the local ombudsperson for an effective protection of citizens’ rights. 26 introduction and welcome addresses Saluti istituzionali Stefano Pillitteri assessore alla qualità, servizi al cittadino e semplificazione, servizi civici Il Comune di Milano mette da sempre al centro della propria azione amministrativa e dei propri servizi la soddisfazione dei bisogni dei cittadini. Nel solco tracciato da questa tradizione milanese, si inseriscono tre iniziative avviate nell’ultimo quinquennio: il percorso di certificazione di qualità di tutti i servizi comunali, la creazione di uno “sportello reclami”, che garantisce una risposta entro 30 giorni ad ogni lamentela o segnalazione non anonima, ed anche l’istituzione del difensore civico comunale, che costituisce un meccanismo fondamentale per risolvere positivamente anche gli episodi più problematici nei rapporti tra Amministrazione comunale e cittadini. Milano ha investito sul difensore civico, consentendo così di fornire un servizio di tutela efficace. Di certo il confronto con le esperienze di altri ombudsman operanti nelle grandi città d’Europa consentirà utili scambi di buone prassi e ulteriori sviluppi della funzione a tutto vantaggio della qualità dell’azione comunale. Stefano Pillitteri 27 È con molto piacere che, anche a nome del Sindaco di Milano Letizia Moratti, reco il saluto dell’Amministrazione comunale e auguro a tutti un buon lavoro, soprattutto in considerazione del fatto che il processo di messa in qualità del Comune di Milano, programma che sto seguendo in quanto Assessore alla Qualità, Servizi al Cittadino e Semplificazione, è sicuramente in stretta relazione con quelle che sono le funzioni del difensore civico. In una fase che si può definire “prepatologica” la messa in qualità, con l’obiettivo finale della realizzazione della Carta dei servizi, implica fra gli altri adempimenti quello che noi chiamiamo “lo sportello reclami”. Esso prevede per il cittadino la possibilità si segnalare anomalie e criticità ai diversi settori di servizio i quali hanno un termine tassativo di trenta giorni per fornire una risposta. È quando le cose continuano a non funzionare, e cioè in una situazione trasformatasi in patologia, che giustamente entra in campo il difensore civico. Penso di poter dire che la figura del difensore civico non appartiene ad una cultura e ad una tradizione realmente sedimentate per quanto riguarda i Paesi dell’area mediterranea; è una figura che trae le proprie origini e che ha sviluppato la propria dimensione nella maniera più compiuta nei Paesi anglosassoni. Considerando questo, credo fortemente che un’attività di confronto e di scambio di esperienze sia fondamentale nel settore in questione e con interesse noto che oggi verranno messe a confronto realtà metropolitane delle due diverse aree. Il confronto può aiutare tutti a capire come sviluppare nella maniera più efficace l’azione del difensore civico, figura che per tanto tempo è apparsa nella realtà italiana come qualcosa di abbastanza evanescente. Detto ciò, devo tuttavia far notare che a Milano, anche per l’impegno del dottor Barbetta, questa figura sta uscendo da una sorta di opacità e di incompiutezza che per tanti anni l’hanno accompagnata in Italia. In effetti Milano, volendo essere pioniera, intende valorizzare e soprattutto dare concretezza alla figura e all’azione del difensore civico, dato che la concretezza è quello che i cittadini chiedono più di ogni altra cosa all’amministrazione pubblica e segnatamente all’ente locale. Quest’ultimo si configura infatti sempre di più come il primo interlocutore del cittadino, cosa che talvolta può creare problemi di sovrapposizione, nei casi in cui il cittadino si attende dal Comune una capacità di risolvere una sfera di problemi che spesso esulano dalle strette competenze. In ogni caso, la relazione tra il cittadino e il Comune è sicuramente la più intensa nell’ambito della pubblica amministrazione in Italia e dove più intensamente viene avvertita un’esigenza di trasparenza rispetto alla quale la figura del difensore civico ha un ruolo centrale, considerata soprattutto la sua natura di figura equidistante. Ovviamente poi, rispetto alle esigenze del cittadino, la sfida è quella di arrivare il meno possibile ad una fase patologica che implichi l’intervento del difensore civico. In questo senso lo strumento della messa in qualità può avere una sua efficacia particolarmente pregnante: innanzitutto ci porta a comprendere, attraverso il processo complesso e impegnativo della messa in qualità, quello che sostanzialmente è la base di qualsiasi principio di trasparenza nella pubblica amministrazione, ovvero capire nell’ambito dei processi che sottendono ai vari servizi erogati dal Comune chi fa che cosa, come lo fa e quindi, passaggio successivo, come ci si deve attendere che lo faccia. Io credo che, nella piena consapevolezza della diversità dei ruoli e delle funzioni, un’attività di collaborazione tra amministrazione comunale e difensore civico sia sicuramente un fattore positivo nel miglioramento delle relazioni tra cittadino e Comune. 28 introduzione e saluti istituzionali A Milano si è tradizionalmente instaurato un rapporto che lega la pubblica amministrazione - soprattutto la figura del Sindaco - al cittadino in una maniera assolutamente peculiare. Si tratta da sempre di un legame di natura unica in tutta Italia; il cittadino vede nel Comune non semplicemente un punto di erogazione di servizi, ma un qualcosa che realmente gli appartiene. Benché questo sia un fatto indubbiamente molto positivo, carica allo stesso tempo, e giustamente, di impegni e responsabilità l’amministratore. Se Milano può riconoscere a se stessa un ruolo propulsore in termini innovativi rispetto a tutto il Paese, è anche per questo atteggiamento del cittadino milanese, sia di vicinanza, sia di aspettativa di risposte immediate. Insomma, il milanese non la fa quasi mai passare liscia alla sua pubblica amministrazione, si attende sempre il meglio e un miglioramento continuo. Secondo me è questa la marcia in più della città di Milano. Se ogni amministrazione deve difatti essere capace di dare risposte efficaci in un tempo limitato, che è la grande sfida di tutti gli enti locali, noi a Milano la viviamo con una particolare consapevolezza e particolare impegno. Concludo augurando ancora a tutti un buon lavoro. Stefano Pillitteri 29 30 introduction and welcome addresses Welcome addresses Stefano Pillitteri city councillor for quality, citizen services, simplification The needs of the citizens were always at the very centre of the services and the administrative action of Milan’s municipality. Three initiatives launched during the last 5 years are a logical consequence of this typical Milanese tradition: the constant improvement of the quality of municipal services; the creation of a “complaint counter” which guarantees an answer to each nonanonymous claim; and last, but not least, the nomination of the ombudsman for the city of Milan, whose contribution into solving problems between the local administration and the citizens is fundamental. The city of Milan invested in the figure of the local ombudsman in order to offer the citizens a more effective protection of their rights. The municipality will certainly benefit from the useful exchanges of best practices, and from further developments of the ombudsman figure, both of which will certainly arise from the meeting between ombudspersons operating in big European cities. Stefano Pillitteri 31 It is with a great pleasure that I great all of you, also on behalf of the Mayor of Milan, Mrs. Letizia Moratti. I am very happy to be here today, especially considering that the process of quality improvement of the services provided by the Municipality of Milan - a project I am working on as Councillor for Quality, Citizen Services, Simplification - is strictly correlated with the ombudsman’s functions. At a stage that could be classified as “pre-pathologic”, the quality improvement process, with its final goal consisting in creating a Services Chart and a Guaranteed Standards Scheme, involves among other things the so-called “complaints counter”. It allows the citizen to indicate anomalies and criticalities present in different sectors of the public administration that have to give an answer within 30 days. It is later, when the malfunction persists and the situation becomes pathologic, that the ombudsman is obviously needed. I think that I will not be wrong if I say that in the case of the Mediterranean area the figure of ombudsman does not belong to a truly deep-seated culture nor tradition: as a matter of fact, this institution developed its dimension to its fullness in the Anglo-Saxon world. Considering this, I strongly believe that sharing experiences is essential for the field we are talking about; it is with delight that I see that metropolitan realities from both areas are gathered here. Comparing to each-other may help in understanding how to develop further and in the most efficient way the action of the ombudsman, a figure that appeared in the Italian reality as something very ephemeral. Having said this, I have however to highlight that in the city of Milan the ombudsman’s figure is consequently freeing itself from a kind of opacity and unfinished state that for years characterized it in Italy; and this thanks to the commitment of Mr Barbetta, among other things. As Milan wants always to be a sort of pioneer, it intends to enhance and above all give concreteness to the ombudsman’s figure and action, given that concreteness is what citizens request above all from the public administration and more precisely from the Municipal body. The latter in fact becomes every day more a more the first interlocutor of the citizens. This may create at times overlap problems, for instance when a citizen expects the Municipality to be able to handle a problem that is not in the Municipality’s competences. Anyway, the relationship between the citizens and the Municipality is without any doubt the most intense in the framework of the Italian public administration; at the same time it is also where the need for transparency is the strongest. Nota bene, the ombudsman has a central role as transparency is concerned, due to the impartiality that characterizes the figure. Then obviously, as far as citizens’ needs are concerned, the main challenge is to avoid by all existing means the stage of pathology, which implies the intervention of the ombudsman. Quality improvement may appear here to be an efficient tool: above all, it allows the understanding of what is considered to be the basis of every transparency principle in the public administration, that is who in the domain of municipal services does what, how does he do it and finally, how should he be wanted to do it. I believe that, if the difference of roles and functions is respected, the collaboration between the municipal administration and the ombudsman can only have a truly positive impact on the relationship between the citizens and the Municipality. The relationship between the public administration (especially the Mayor) and the citizens that was established in Milan is peculiar and unique in whole Italy: the Municipality is for the citizens not only a services point, but something that really belongs to them. If this is 32 introduction and welcome addresses certainly a very positive thing, it gives to the Muincipal administrators, rightly of course, a lot of responsibilities. If the city of Milan can be considered a promoter of innovation in whole Italy, that is also thanks to this kind of attitude of the Milan’s citizens: they always want the best quality and a constant improvement from their local administration. If the main challenge of all the local administrations is to be able to give quick and efficient answers, the great importance we give to this matter here in Milan gives us an edge over other municipal realities in Italy. I wish you a good working experience today. Thank you for your attention. Stefano Pillitteri 33 34 introduzione e saluti istituzionali Saluti istituzionali Leone Talia presidente della commissione del consiglio comunale qualità servizi al cittadino - semplificazione - servizi civici - Con piacere Milano ospita un convegno internazionale sul difensore civico, che mi auguro sancisca l’avvio di una nuova rete di collaborazione tra gli ombudsman delle grandi città. Nell’ultimo triennio, quale Presidente della Commissione del Consiglio comunale di Milano Qualità - Servizi al Cittadino - Semplificazione - Servizi Civici, ho potuto infatti cogliere appieno l’utilità del difensore civico: la sua funzione di mediatore e di garante dei diritti dei cittadini, ma anche quella di promotore di buona amministrazione. In più occasioni il Difensore civico è stato ascoltato dalla Commissione che presiedo e ha fornito un quadro dei problemi che la cattiva burocrazia può provocare. Nel 2007 e nel 2008 inoltre il Consiglio comunale ha deliberato in merito alle relazioni annuali del Difensore civico, accogliendo molte delle proposte indicate per migliorare l’azione, l’organizzazione ed il funzionamento dell’apparato amministrativo comunale. Il Consiglio comunale di Milano ha così dimostrato di comprendere la positività del difensore civico. In futuro due elementi sono necessari per continuare su questa strada: più pubblicità sul difensore civico e una legge che istituisca il difensore civico nazionale e fissi le norme di base dell’istituto. Leone Talia 35 Gentilissime Signore e Signori, vi porto i saluti del Consiglio comunale e colgo l’occasione di porgere a tutti il mio personale benvenuto. Ringrazio gli organizzatori di questo interessante convegno per l’invito che mi è stato rivolto a partecipare ai lavori di oggi. La città di Milano, credo per la prima volta, ospita un convegno sulla difesa civica di livello europeo, che mira alla costruzione di rapporti e di collaborazione tra i difensori civici delle città europee. Milano, come spesso accade anche in altri ambiti, si rivela motore propositivo per la costruzione di azioni innovative che anticipano i tempi ed in questo caso pongono una pietra miliare per la costruzione di nuovi e più ampi rapporti riferiti alla difesa civica. Il difensore civico, organo indipendente dalla politica, è un aiuto nella quotidiana lotta dei cittadini nei confronti di una pubblica amministrazione che molto spesso alza un muro di gomma per proteggere i propri privilegi ed i propri riti burocratici. La sua funzione di mediatore non è solo quella di assistere il cittadino in un ottica eminentemente conciliativa, ma anche quella di promotore di buona amministrazione, di stimolo affinché l’amministrazione adotti comportamenti virtuosi. Ed è per questo motivo, soprattutto, che il difensore civico deve essere dotato dei poteri necessari per esercitare efficacemente la propria azione, dando assistenza ai soggetti più deboli nei rapporti con la pubblica amministrazione. Il difensore civico, lungi dall’essere un avvocato difensore di diritti in senso lato, è una figura che si prefigge il compito di creare un ponte tra cittadino e amministrazione, al fine di assicurare la tutela del soggetto meno avvantaggiato nei confronti di una pubblica amministrazione che talvolta rimane sorda alle istanze che le pervengono. Infatti, spesso il cittadino si trova in una posizione supina e passiva nei confronti della pubblica amministrazione, ed è in questo momento che la difesa civica diventa un punto di riferimento per i cittadini, per la soluzione di tutti i “piccoli problemi” che sono quelli che più di tutti incidono sulla qualità della vita di tutti quanti noi, che ci toccano più in profondità nel nostro vivere quotidiano. Riferendomi alla mia esperienza di Presidente della Commissione Consiliare Qualità - Servizi al Cittadino - Semplificazione - Servizi Civici ho sempre avuto una particolare attenzione verso la figura del Difensore civico della città di Milano, curando di svolgere quella funzione di cerniera, direi di collegamento tra il Consiglio ed il Difensore civico. Ed in questo senso ho sempre lavorato con l’obiettivo di sensibilizzare maggiormente l’amministrazione cittadina verso l’istituto della difesa civica. In varie occasioni ho avuto il piacere di ospitare il Difensore civico in audizioni presso la Commissione da me presieduta, dove ha illustrato le Relazioni annuali presentate nell’anno 2006 e 2007 e la Relazione speciale sul diritto di accesso. Lì ho potuto cogliere appieno le potenzialità che questo istituto svolge nella tutela del quotidiano e nella tutela dei diritti del cittadino. Dopo avere ascoltato la relazione del 2007, i suggerimenti e le proposte in materia di difesa civica volte a migliorare l’organizzazione ed il funzionamento dell’apparato amministrativo del Comune di Milano, mi sono adoperato per proporre in Consiglio un ordine del giorno che prevedesse il rafforzamento, innanzi tutto, della pervasività dell’azione della difesa civica nei diversi settori, sia politici che amministrativi del Comune di Milano, e delle società partecipate ad esso collegate. 36 introduzione e saluti istituzionali Con l’approvazione di quell’ordine del giorno, il Consiglio comunale ha inteso dare un indirizzo politico che andasse verso una maggiore garanzia per un pieno diritto di accesso e di partecipazione, ad esempio attraverso l’aggiornamento del regolamento per il diritto di accesso, in base all’evoluzione normativa della legge 241/90. Con l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale si è deciso, tra l’altro, di prendere atto che occorre: - garantire la piena fruibilità della città ai diversamente abili, rendendo più semplice la concessione delle aree sosta ai portatori di handicap - garantire una buona qualità della vita a tutti cittadini attraverso l’individuazione di un piano di zonizzazione acustica, ovvero emanando norme che pongano dei limiti alle emissioni acustiche - garantire i parcheggi e la viabilità accelerando la costruzione dei box sotterranei e limitando i disagi che inequivocabilmente questi lavori provocano, oppure implementando la creazione di corsie preferenziali per i mezzi pubblici - facilitare il pagamento delle imposte locali rendendo più agevole la riscossione del tributo, facendo risparmiare tempo e dando maggiori certezze sulla correttezza di quanto richiesto al cittadino - rafforzare il legame tra difensore civico e Consiglio comunale stesso, prevedendo la possibilità per l’ombudsman di essere ascoltato, su propria istanza e su invito del Presidente della Commissione consiliare interessata, su aspetti generali o particolari della propria attività - sollecitare infine una fattiva collaborazione con le associazioni di consumatori ed il difensore civico, in quanto queste associazioni ritengo siano i tutori di fondamentali diritti di tutti i cittadini. Con l’approvazione di quest’ultima mozione il Consiglio comunale ha dimostrato di prendere coscienza dell’utilità dell’istituto ed ha riconosciuto una valenza che va ben al di là di quanto la figura stessa del difensore civico rappresenti. Certamente, una maggiore conoscenza di questa importante figura non guasterebbe. In altre parole, occorre investire per far sì che la gente possa prendere coscienza delle potenzialità della difesa civica. Pertanto l’invito che faccio al Difensore civico della città di Milano è quello di investire, spero mi passiate il termine, in pubblicità, per farsi conoscere in maniera più capillare ed incisiva. Concludo questo mio intervento con l’auspicio che anche il legislatore nazionale riconosca con una legge, tuttora ferma in Parlamento, in maniera chiara ed inequivocabile il ruolo e la figura dell’ombudsman nazionale, poiché l’Italia è ancora uno dei pochi Paesi europei ad esserne sprovvisto. In questo modo anche il nostro Paese si potrà allineare agli standard degli altri Stati europei, così da rendere l’istituzione del difensore civico necessaria a tutti i livelli amministrativi e non solamente a quelli locali. Credo che solo in questo modo si potrà dare effettivamente corso alla creazione di quel network europeo della difesa civica, che è il tema di questo convegno. Augurandovi buon lavoro nel proseguimento delle attività di questo convegno ringrazio tutti quanti voi per la pazienza e l’attenzione con cui mi avete ascoltato. Leone Talia 37 38 introduction and welcome addresses Welcome addresses Leone Talia president of the city council committee quality ces - simplification - citizen servi- I hope that this international conference on the ombudsperson’s figure, hosted with great pleasure here in Milan, will be the first step towards a new network aiming at the collaboration of metropolitan ombudspersons. In the last three years I had, as President of the City Council Committee Quality – Citizen Services – Simplification, the opportunity to fully appreciate the utility of the ombudsman: his contribution as a mediator and a guarantee of civic rights, as well as a promoter of good administration. The Commission I am President of had some important meetings with the local Ombudsman, so that the latter could present a framework of the main problems possibly caused by a bad administration. Furthermore, the City Council had deliberated in 2007 and 2008 on the Ombudsman annual reports, admitting in the end numerous propositions aiming at an improvement of the administration’s action, organisation and functioning. The City Council of Milan did show this way its believe in the potential of the ombudsman institution. There are two necessary things that must be done now: firstly, the ombudsperson needs more visibility, so more publicity; secondly, a law creating a national ombudsman is truly needed in Italy. Leone Talia 39 Dear Ladies and Gentlemen, I wish to great all of you, also on behalf of the City Council, and thank the organizers for sending me an invitation to participate in the interesting convention of today. I believe that this is the first time that the city of Milan hosts a conference on a European level on the ombudsman, a conference that aims at building relationships and improving the collaboration between ombudspersons of European cities. The ombudsman, an organ independent from the politics, is a daily help for the citizens who struggle against the public administration, the latter trying too often to protect its privileges and bureaucratic rites by all possible means. The ombudsman’s function consists not only in assisting the citizens in a search for compromise, but also in promoting a good administration. This is the reason why the ombudsman has to have the powers necessary to operate efficiently while assisting the weakest in dealing with the Public Administration. Thus, the goal of the ombudsman is to create a bridge between the citizens and the administration in order to protect the citizens rights. As President of the City Council Committee Quality - Citizen Services - Simplification I have always had a particular interest in the figure of the Ombudsman for the city of Milan and I always tried to be a sort of liaison between the Council and the Ombudsman. Thus, my goal was always to sensitize the city administration to the ombudsman institution. On a few occasions I had the pleasure to welcome the Ombudsman of Milan at hearings of the Commission I am President of, where he presented the Annual Reports 2006 and 2007 and the Special Report on the Access Right. I had then the opportunity to truly seize the potential of this institution in the daily protection of citizens’ rights. After having listen to the Report 2007, to the suggestions and proposals in the field of protection of rights of the citizens aiming at a better organization and functioning of the municipal administration of Milan, I proposed to the Council an agenda providing for a strengthening of the ombudsman’s action in different fields, both political and administrative, of the Milan Municipality and of companies linked to the latter. With the approval of the mentioned agenda, the City Council decided to give itself a new political direction towards a better guarantee for the right of access and participation, for instance through the update of the Regulation for the Right of Access, and this on the basis of the evolution of the law 241/90. With the agenda approved unanimously, the City Council decided, among other things, to take note that it is necessary to: - guarantee a full usability of the city for differently abled individuals by simplifying the access of disabled people to the parking areas - guarantee a good life quality to all citizens through a project of acoustic zoning, more precisely by passing laws that would limit the acoustic emissions - guarantee parking areas and better road conditions in the city by a faster construction of underground garages while trying to limit the inconveniences implied, or by creating more bus and taxi lanes - facilitate the payment of the local taxes by simplifying the collection procedures, thus saving time and giving more certitude to the citizens on the correctness of the system - strengthen the relationship between the Ombudsman and the City Council by giv- 40 introduction and welcome addresses ing the Ombudsman for the city of Milan the possibility of being heard on general or specific issues regarding his activity and this on his own initiative or/and on invitation of the interested Council Commission - urge a proactive collaboration with the consumer associations and the Ombudsman, as these associations are, I believe, protectors of fundamental rights of all the citizens. With the approval of the last motion the City Council proved that it acknowledges the worth of the institution of ombudsman. Of course, there is still a visibility problem: investments should be made to make the ombudsman and the opportunities this institution has to offer more known to the citizens. Therefore, I invite the Ombudsman for the city of Milan to invest, please forgive me the term, in publicity. I would like to conclude my speech by wishing that the Italian legislator passed the law that acknowledges in a clear and incisive way the role and the figure of a national ombudsman, as Italy is still one of few European countries that does not have one yet. Thus, our country as well will meet the standards of other European countries, as the ombudsman is an institution needed at all levels, not only on the local and regional ones. I believe that this is the only way to create a truly European network of ombudspeople we will be talking about today. Wishing you a good working day, I thank you for your patience and attention. Leone Talia 41 P. Nikiforos Diamandouros Rafael Ribó i Massó Ullrich Galle Donato Giordano prima sessione LA DIFESA CIVICA IN RETE morning session OMBUDSPERSONS IN NETWORK 44 la difesa civica in rete la difesa civica in rete P. Nikiforos Diamandouros mediatore europeo Data la varietà e la quantità di interessi condivisi dagli ombudsman metropolitani europei, la creazione di una rete di cooperazione tra ombudsman metropolitani è un’idea molto promettente. Il Mediatore europeo ha creato nel 1996 un network di ombudsman nazionali e regionali europei, oggi conosciuta come Rete europea di difesa civica. L’obiettivo principale della rete europea è di consentire un’efficace circolazione di informazioni riguardanti lo sviluppo della legislazione comunitaria e allo stesso tempo di facilitare la cooperazione tra gli uffici di ombudsman nazionali e regionali. La Rete europea di difesa civica è attualmente costituita da quasi 90 uffici in 31 stati europei. Negli ultimi dodici anni la Rete europea di difesa civica ha sviluppato con buoni esiti un modello di lavoro in rete basato sulla cooperazione volontaria, sul consenso e sull’interesse comune. I membri della Rete collaborano tramite seminari, newsletter, internet e contatti regolari ed informali tra impiegati degli uffici. Porgo i miei auguri agli ombudsman municipali affinché qualsiasi iniziativa riguardante lo sviluppo della loro cooperazione, che decidano di intraprendere, abbia successo. Spero che l’esperienza di sviluppo della Rete europea di difesa civica possa offrire elementi d’interesse e suggerimenti utili. P. Nikiforos Diamandouros 45 Introduzione Signore, Signori e cari colleghi, sono lieto di partecipare oggi a questo importante convegno, dedicato al rafforzamento della cooperazione tra difensori civici europei. Innanzitutto, desidero ringraziare il Difensore civico per la città di Milano e Coordinatore dei Difensori civici metropolitani italiani, il dottor Alessandro Barbetta, per avermi dato la possibilità di intervenire qui oggi, e ancor di più per aver organizzato quest’incontro. Prima di diventare Difensore civico di Milano, il dottor Barbetta è stato Difensore civico della Regione Lombardia, dal 1995 al 2004. In quel periodo, il Mediatore europeo ha spesso beneficiato della sua collaborazione, e più recentemente, di quella del suo successore, Donato Giordano. Vorrei anche complimentarmi con il gruppo di ricerca IReR (Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia) ed in modo particolare con la sua coordinatrice, Lorenza Violini, per l’interessante studio di ricerca, molto approfondito, intitolato “Difesa civica nelle aree metropolitane europee”, che è stato distribuito oggi a tutti i partecipanti. Appare chiaro che è stato fatto molto lavoro per produrre questo studio e sono convinto che i risultati saranno di grande utilità per i difensori civici in tutta Europa. Vorrei anche esprimere i miei ringraziamenti nei confronti del dottor Pillitteri e del dottor Talia per quanto detto circa il sostegno da loro fornito al Difensore civico. È stato rincuorante per me sentirli esprimere la disponibilità ad offrire il massimo supporto per promuovere le attività della difesa civica sia a Milano che in Italia. Sono particolarmente lieto d’aver sentito che ancora una volta si sta cercando di introdurre un progetto di legge finalizzato all’istituzione di un difensore civico nazionale in Italia. Sarebbe un grande passo avanti per l’Italia; tanti di noi ci hanno sperato offrendo la loro collaborazione, incluso il sottoscritto. Vorrei quindi dichiarare pubblicamente la volontà di mettere a disposizione i miei servizi qualora i miei colleghi italiani a tutti i livelli esistenti abbiano l’impressione che il Mediatore europeo possa dare un qualche aiuto in questo senso. Ci auguriamo perciò di poter accogliere il prima possibile tra i ranghi della rete europea di difesa civica un nuovo mediatore italiano. Si tratterebbe di uno sviluppo molto positivo, soprattutto nel momento in cui purtroppo l’istituzione del difensore civico in alcune Regioni d’Italia sta attraversando delle difficoltà: segnatamente, il difensore civico è stato addirittura abolito nella Regione Friuli Venezia Giulia. Spero che questa sia un’eccezione e che al contrario vi sia una forte spinta in avanti per raggiungere i nostri obiettivi comuni: la promozione dei meccanismi atti a favorire la difesa civica, la tutela dei cittadini e una maggiore fruizione dei diritti di cittadinanza sanciti dalla Carta costituzionale della Repubblica italiana. Prima di passare al soggetto principale del mio contributo, ovvero lo sviluppo della rete europea di difesa civica, concedetemi un breve excursus sulla storia del Mediatore europeo e sulle ragioni che hanno portato alla creazione di tale rete. Spero che ciò possa aiutare a contestualizzare meglio il resto del mio discorso. 46 la difesa civica in rete Il Mediatore europeo Il Mediatore europeo è stato istituto con il Trattato di Maastricht, il quale ha introdotto il concetto di cittadinanza europea. Uno dei diritti dei cittadini europei è presentare reclami al Mediatore europeo in caso di cattiva amministrazione nelle attività svolte dalle istituzioni e dagli organismi dell’Unione Europea, fatta eccezione per le Corti, quando agiscono nel campo della loro funzione giudiziaria. Il mio compito è quello di svolgere inchieste relative alla presunta cattiva amministrazione sulla base dei reclami che vengono presentati dai cittadini e dai residenti nell’Unione Europea, dalle imprese, da altre organizzazioni registrate nell’Unione, oppure su mia iniziativa. Dal momento della sua introduzione nel 1995, il Mediatore europeo ha trattato circa 30.000 reclami. Nel 2007 ne ho ricevuti più di 3.200 e probabilmente i dati del 2008 si avvicineranno a circa 3.500 reclami. Vorrei ricordare che il Mediatore europeo non può occuparsi di reclami che riguardano le amministrazioni nazionali, regionali o locali, neppure se si riferiscono a tematiche attinenti all’Unione europea. Tali reclami vanno infatti indirizzati di norma al difensore civico nazionale, regionale o locale. Allo stesso modo è importante sottolineare che il Mediatore europeo non è una specie di organo d’appello contro le decisioni prese dalle corti giudiziarie nazionali e neppure dai difensori civici nazionali, regionali o locali, ai quali non è gerarchicamente superiore in alcun modo. Insisto su questo punto perchè, sin da quando il Mediatore europeo è stato istituito, un elevato numero di reclami ricevuti non risultavano di competenza. Molti di questi reclami riguardavano sì questioni attinenti al diritto dell’Unione europea, ma alla sua attuazione a livello nazionale, regionale o locale. Nonostante per me non sia possibile aprire un’inchiesta qualora un reclamo ricada al di fuori del mio mandato, ho sempre cercato di aiutare il ricorrente o trasferendo il caso (con il consenso del ricorrente stesso naturalmente) al difensore civico di competenza o consigliando di contattare direttamente il difensore civico competente. In questo modo, il mio ufficio è stato in grado, negli anni, di aiutare decine di migliaia di cittadini che cercavano un risarcimento o rimedio. Le rete europea di difesa civica Quando nel settembre 1995 entrò in carica il primo Mediatore europeo, Jacob Söderman, una delle sue priorità era creare una regolare ed efficace collaborazione tra difensori civici europei. In qualità di precedente Difensore civico nazionale di Finlandia, Söderman aveva già sviluppato una rete di contatti con molti difensori civici nazionali e regionali. Come Mediatore europeo sentì la necessità di sviluppare e strutturare ulteriormente tali contatti, in modo che ne potessero beneficiare non soltanto la neo-nata istituzione, ma anche tutti i difensori civici europei. Nel 1996, quindi, Söderman istituì ciò che ora chiamiamo rete europea di difesa civica. Il suo obiettivo principale è di consentire una diffusione efficace delle informazioni relative P. Nikiforos Diamandouros 47 agli sviluppi della legislazione europea e di facilitare la collaborazione tra gli uffici di difesa civica nazionali e regionali. Dato che la responsabilità di esecuzione della legislazione europea spetta in primo luogo agli Stati membri, la rete includeva inizialmente i difensori civici nazionali dei quindici Paesi che costituivano allora l’Unione Europea. Dal momento che le regioni europee erano direttamente coinvolte nell’attuazione del diritto europeo e nella distribuzione di fondi comunitari, la rete fu estesa anche ai difensori civici regionali. La rete europea di difesa civica conta oggi quasi 90 uffici in 31 Paesi europei e, all’interno dell’Unione Europea, include difensori civici e organi analoghi di livello europeo, nazionale e regionale. Include inoltre il difensore civico nazionale della Norvegia, Islanda e dei Paesi candidati all’Unione. Sebbene il Mediatore europeo coordini la rete europea di difesa civica, è importante sottolineare che la rete non appartiene al Mediatore. Ogni membro della rete possiede infatti pari opportunità di contribuire e beneficiare da tale rete. L’interesse primario della rete europea di difesa civica è la legislazione europea, ma io credo che la sua struttura, i suoi mezzi e le sue esperienze possano interessarvi da vicino per la creazione di una rete europea tra difensori civici metropolitani. Propongo quindi di sviluppare questi aspetti nel resto del mio discorso. Gli aspetti strutturali e organizzativi della rete La chiave del successo della rete europea di difesa civica è la relativa mancanza di formalità. Le rete non ha personalità giuridica. Ugualmente, non ha statuto, regole di procedura, sede formale e nessun funzionario eletto. Si basa sulla cooperazione volontaria, sul consenso e sul comune interesse. La mancanza di una struttura formalizzata ha consentito alla rete di conciliare differenti prospettive e di coinvolgere tutti. Ciò è particolarmente importante se si considera la moltitudine di tradizioni legali, culturali e storiche rappresentate nella rete e soprattutto le forme molto diverse che la difesa civica assume in ogni paese. Grazie a questo approccio inclusivo i difensori civici dei 27 Stati membri non sono solo semplici membri della rete, ma sono membri attivi. Tutti gli uffici di difesa civica nella rete cooperano l’un con l’altro, contribuiscono con notizie e articoli, e partecipano a seminari organizzati dalla rete. Nelle rare occasioni in cui è necessario adottare decisioni durante un incontro, si procede per il consenso: in questo modo si evitano potenziali equivoci e lotte di potere. Gli aspetti organizzativi della rete sono curati e facilitati dall’ufficio del Mediatore europeo. La mia unità di comunicazione è responsabile delle attività quotidiane della rete, garantendo che la lista di difensori civici nazionali e regionali appartenenti alla rete sia costantemente aggiornata e accessibile a tutti i membri. Gestisce un extranet chiamata EUOMB, la quale consente a tutti gli uffici aderenti di scambiarsi informazioni, di essere aggiornati quotidianamente sul mondo della difesa civica, e di discutere questioni di interesse co- 48 la difesa civica in rete mune. Pubblica e distribuisce due volte l’anno una newsletter, a cui tutti i membri della rete sono invitati a contribuire. Inoltre contribuisce all’organizzazione di seminari diretti a difensori civici nazionali, al loro personale e a difensori civici regionali. Senza dubbio, i diversi aspetti organizzativi relativi alla gestione della rete necessitano di risorse. Sono però convinto che il tempo, gli sforzi e le risorse finanziarie spese per la cooperazione sono totalmente giustificate dai risultati raggiunti a favore dei cittadini. Assicurare una cooperazione efficace tra i membri della rete Il primo passo da seguire per la creazione di una rete è definirne il ruolo e la portata. Ciò è stato relativamente semplice nel caso della rete europea di difesa civica, considerando che essa si concentra sul diritto dell’Unione europea. Tuttavia, è stato comunque importante assicurarsi che tutti i potenziali partner a livello nazionale e regionale fossero identificati. Data la molteplicità di appellativi utilizzati per definire le istituzioni di difesa civica a livello internazionale, il compito non è stato affatto semplice. Tuttavia, una volta identificati gli interlocutori nazionali, grazie al loro contributo è stato possibile contattare i loro colleghi regionali. Allo stesso modo, sono convinto che i difensori civici nazionali sarebbero contenti di facilitare l’identificazione dei difensori civici metropolitani nei rispettivi Paesi, oltre a quelli presenti qui oggi. Il secondo passo è stato di chiedere a ciascun difensore della rete di nominare un membro del proprio personale come funzionario di collegamento, responsabile del proprio ufficio. I funzionari di collegamento sono il primo punto di contatto per qualsiasi membro della rete che desideri ottenere informazioni, suggerimenti o sostegno. Sono in genere degli addetti alla comunicazione, si occupano della gestione di casi o dimostrano particolare interesse per la legislazione europea. Considerata la loro funzione, essere cioè il primo punto di contatto, i funzionari di collegamento possiedono buone competenze linguistiche, che permettono loro di comunicare senza difficoltà con gli altri membri della rete. In pratica, in una rete che comprende 31 Paesi, l’inglese tende ad essere la lingua più usata per la comunicazione. È importante ricordare che abbiamo incoraggiato relazioni informali e amichevoli tra gli ufficiali di collegamento e, più in generale, tra i membri della rete. Posta elettronica e telefono sono i mezzi di comunicazione più diffusi, e quasi tutti i funzionari di collegamento usano chiamarsi per nome. Di conseguenza i contatti risultano più veloci e semplici; è possibile ottenere informazioni e suggerimenti in modo quasi istantaneo. Per fare un esempio concreto: se il Difensore civico del Parlamento britannico ricevesse un reclamo da un cittadino che ha avuto problemi mentre si trovava in vacanza in Portogallo, il funzionario di collegamento britannico potrebbe telefonare al funzionario di collegamento portoghese per vedere se il problema rientra nel mandato del Difensore civico portoghese e questo prima di trattare il reclamo del cittadino. Sono convinto che la creazione di una rete di funzionari di collegamento possa essere utile anche per i difensori civici metropolitani, dato che essi consentono senza alcun dubbio un funzionamento della rete europea di difesa civica più efficace. P. Nikiforos Diamandouros 49 Condividere informazioni e buone pratiche L’organizzazione di incontri come l’odierno è fondamentale per consentire alle reti di trattare questioni di interesse comune, di conoscere i diversi modi in cui gli altri membri affrontano problemi analoghi e di sviluppare buone pratiche. Altrettanto importanti sono le relazioni che si instaurano durante questi eventi e lo scambio informale di opinioni ed esperienze durante il pranzo, la pausa caffè o le attività sociali in genere. Una volta che ad un nome viene associata una faccia è più facile alzare la cornetta qualche mese dopo e chiedere consigli. In ambito della rete europea di difesa civica vengono organizzati tre tipi di seminari: i seminari dei difensori civici nazionali si svolgono ogni due anni e sono co-organizzati dal Mediatore europeo e da un difensore civico nazionale a turno. Il prossimo seminario si terrà ad aprile del 2009 a Cipro. Anche i seminari dei difensori civici regionali si svolgono una volta ogni due anni e con modalità simili. Il sesto seminario dei difensori civici regionali ha avuto luogo a Berlino agli inizi di questo mese. Infine, i seminari per i funzionari di collegamento si svolgono ogni due anni presso la sede del Mediatore europeo a Strasburgo. Come saprete, organizzare seminari è costoso, sia in termini di risorse umane che finanziarie. Il costo aumenta se è necessaria la traduzione in varie lingue. Considerata questa premessa e l’enorme pressione che grava sulla disponibilità di tempo dei difensori civici, decidere la frequenza più appropriata con cui svolgere questi seminari, è una questione davvero rilevante. Poiché i seminari sono strumenti utili ai fini di un intenso scambio di informazioni, la frequenza regolare di questi eventi è di fondamentale importanza per mantenere queste reti vive e attive. Sono due i principali strumenti usati per facilitare la comunicazione all’interno delle rete europea di difesa civica: - La European Ombudsmen – Newsletter (newsletter dei difensori civici europei). Viene pubblicata due volte l’anno dal Mediatore europeo e distribuita a tutti i difensori civici della rete, i quali sono invitati a contribuirvi. Nonostante gli articoli vertano su questioni relative alla legislazione europea, incoraggiamo i contribuenti allo scambio di informazioni riguardanti le rispettive istituzioni, casi trattati particolarmente importanti, o eventi da loro organizzati. La newsletter è pubblicata in inglese, francese, tedesco, spagnolo e italiano. Se verrà creata una rete europea di difensori civici metropolitani, suggerisco la pubblicazione di una newsletter. Per facilitare lo scambio di informazioni, sarei felice di includere i difensori civici metropolitani nella lista di distribuzione della “European Ombudsmen – Newsletter” e di aiutarvi nella distribuzione della newsletter a tutti i membri della rete europea di difesa civica. - Se la European Ombudsmen – Newsletter viene pubblicata due volte l’anno, la sua gemella on-line Ombudsman Daily News viene pubblicata e aggiornata quotidianamente e costituisce parte integrante di un servizio di extranet chiamato 50 la difesa civica in rete EUOMB Summit, a disposizione dei membri della rete europea di difesa civica. Il Summit include non solo le notizie degli uffici di difesa civica in Europa, ma anche diversi documenti condivisi e forum di discussione. Questi sono quindi gli equivalenti on-line dei seminari biennali e permettono ai difensori civici di condividere informazioni e di discutere problemi di interesse comune. I membri della rete di difesa civica utilizzano questi forum per richiedere informazioni o consigli ad altri membri. Queste informazioni permettono agli uffici di difesa civica di fare riferimento a buone pratiche già utilizzate in altri Paesi, qualora vogliano incoraggiare la pubblica amministrazione a trattare il caso in una determinata maniera. Negli ultimi mesi le discussioni sul Summit hanno trattato questioni assai diverse, come la divulgazione delle informazioni mediche, i controlli di sicurezza negli edifici pubblici, le aggressioni a scuola, gli istituti universitari che trattano discipline di difesa civica. Per permettere che le discussioni sul Summit avvengano in maniera schietta e informale, l’accesso è limitato ai soli membri della rete europea di difesa civica, ai quali viene fornita una sola password ed un solo nome per il log-in. Informare il pubblico sulle attività della rete Per far conoscere meglio le attività di difesa civica a livello europeo e per spiegare quale servizio viene fornito alle persone che presentano reclami, per questioni che rientrano nella sfera della legislazione europea, è stata elaborata, durante il sesto seminario dei difensori civici nazionali - tenutosi a Strasburgo nel 2007, una Dichiarazione disponibile sul sito internet del Mediatore europeo in 23 lingue, diffusa attivamente dai difensori civici nazionali e regionali della rete. Costituisce un ulteriore esempio dei risultati positivi che si possono ottenere attraverso la cooperazione. Il prossimo anno sarà realizzata un’altra importante iniziativa per il settore. Nel corso dello scorso anno, il mio ufficio ha creato una guida interattiva, che farà parte del nuovo sito internet del Mediatore europeo. Questo servizio orienterà i cittadini verso la strada più appropriata per trovare risposte ai loro reclami, siano essi di competenza europea, nazionale o regionale. La guida interattiva permetterà ai molti attori dei reclami di rivolgersi direttamente all’ente in grado di trattare il caso nel migliore dei modi. Il successo della guida verrà, spero, dimostrato dalla riduzione del numero di reclami esterni al mio mandato, e quindi non ammissibili, ricevuti dal mio ufficio. Conclusione Spero che questa breve presentazione degli sviluppi e delle attività della rete europea di difesa civica sia stato utile, in riferimento all’avviamento di una collaborazione tra difensori civici metropolitani. Vorrei rinnovare i miei ringraziamenti al dottor Alessandro Barbetta per l’eccellente iniziativa di questo convegno. Considerata la vastità di interessi comuni condivisi dai difensori civici metropolitani in Europa, credo che l’idea di creare una rete sia davvero promettente. La mia esperienza dimostra che una rete, per così dire, informale lavora meglio ed assicura una maggiore partecipazione. P. Nikiforos Diamandouros 51 È chiaro che uno o più uffici dovranno porsi alla guida della rete per impegnare le risorse necessarie e per assumersi la responsabilità del coordinamento. Nel crearla, ci si troverà a dover risolvere diverse questioni: per esempio, identificare i partner più importanti nei vari Paesi o determinare la lingua di lavoro. Sono sicuro che i difensori civici nazionali sarebbero di grande aiuto almeno per la prima di queste difficoltà. Una volta chiariti questi problemi pratici, bisognerebbe determinare e sviluppare i mezzi di comunicazione interni alla rete, siano essi seminari, newsletter, internet o personale addetto. Nonostante la rete europea di difesa civica si concentri molto sulle questioni relative alla legislazione europea, sarei lieto, per ciò che mi è concesso, di offrire idee e suggerimenti che possano giovare alla creazione di una rete che tratti di questioni fondamentali per i difensori civici metropolitani. Il personale del mio ufficio sarà disponibile a condividere informazioni e aspetti pratici di gestione. Saremmo inoltre disposti, quando possibile, a mettervi in contatto con le istituzioni europee. Potremmo, per esempio, aiutarvi a trovare il relatore più appropriato per un discorso. In conclusione, vi auguro di aver successo in qualsiasi altra iniziativa futura legata al miglioramento della collaborazione tra difensori civici metropolitani. Una volta, l’attore comico americano Groucho Marx disse che non sarebbe mai diventato membro di un’associazione che lo avrebbe accettato come membro. Sono sicuro che se Groucho fosse diventato difensore civico – e che difensore civico! - avrebbe sicuramente ritrattato la sua affermazione. Grazie per l’attenzione. 52 la difesa civica in rete ombudspersons in network P. Nikiforos Diamandouros european ombudsman Given the many areas of common interest shared by metropolitan ombudsmen in Europe, I believe that the creation of a network of metropolitan ombudsmen is a very promising idea. In 1996, the European Ombudsman created a network of national and regional ombudsmen in Europe, which is now known as the European Network of Ombudsmen. The primary aim of the Network is to enable the effective dissemination of information about developments in EU law and to facilitate co-operation between national and regional ombudsman offices. The European Network of Ombudsmen today consists of almost 90 offices in 31 European countries. Over the last twelve years, the European Network of Ombudsmen has developed a highly successful network model based on voluntary co-operation, consensus and common interest. The members of the Network collaborate through seminars, newsletters, the Internet, and through regular and informal contacts between staff members. I would like to wish the municipal ombudsmen every success for any initiative that they may decide to take in developing their co-operation and hope that our experience in developing the European Network of Ombudsmen may be useful to them in their efforts. P. Nikiforos Diamandouros 53 Introduction Ladies and gentlemen! I am delighted to be with you today to participate in this important meeting devoted to strengthening co-operation between metropolitan ombudsmen in Europe. I would, first of all, like to thank the Ombudsman for the City of Milan and Co-ordinator of Italian Metropolitan Ombudsmen, Alessandro Barbetta, for giving me the opportunity to address you today, and, more importantly, for having taken the excellent initiative of organising this meeting. Before becoming the Ombudsman of Milan, Dott. Barbetta was the Regional Ombudsman of Lombardia from 1995 to 2004. The European Ombudsman very much benefited from a close co-operation with him during that time and, in more recent years, with his successor, Donato Giordano. I would also like to congratulate the IReR research group, and in particular its co-ordinator, Lorenza Violini, for the interesting and detailed research report, entitled “Ombudspersons in Metropolitan Areas”, which has been distributed to all participants present today. It is clear that a great deal of work has gone into producing the Report, and I am convinced that its findings will be of great use to ombudsmen throughout Europe. I would like to thank Mr. Pillitteri and Mr. Talia for having confirmed the existence of political support for the development of the institution of the ombudsman. I was delighted to hear them express their willingness to support citizens’ rights protection activities both in Milan and in Italy; and I was particularly delighted to learn that once more in Italy a bill which would institute a national ombudsman in Italy is being discussed. It would be an important step forward for Italy; many of us have hoped for this kind of development and have offered their cooperation and support. Therefore, I would like to declare officially that, if my Italian colleagues feel that the European Ombudsman might help, I would be happy to give my support in any possible way. Thus, we hope to welcome as soon as possible a new Italian colleague in the European Network of Ombudsmen. It would be a significant development, especially at a time when the ombudsman institution is regressing in some Italian regions: for instance, the Ombudsman of Friuli Venezia Giulia was abolished recently. I trust it is only an exception and that, on the contrary, there is a strong tendency to promote the institution of ombudsman, in order to guarantee the protection of citizens’ rights and promote the use of citizens’ rights in the framework of the Italian Constitution. Before turning to the main topic of my presentation today, namely, the development of the European Network of Ombudsmen, let me briefly touch on the history of the European Ombudsman and the reasons behind the creation of the Network. I hope that this might be helpful in contextualising the rest of my presentation. The European Ombudsman The European Ombudsman was created by the Treaty of Maastricht, which established European Union citizenship. One of the rights of citizens of the Union is to complain to the Ombudsman about maladministration in the activities of the EU Institutions and bodies, with the exception of the 54 ombudspersons in network Courts when acting in their judicial role. I conduct inquiries into possible maladministration on the basis of complaints from citizens and residents of the Union, from businesses and other organisations registered in the Union, or on my own initiative. Since starting work in 1995, the Ombudsman has dealt with around 30,000 complaints. In 2007 I received over 3,200 complaints, and the figure for 2008 is likely to be close to 3,500. It is important to point out that the European Ombudsman cannot deal with complaints about national, regional or local administrations, even when the complaints concern EU matters. Such complaints should normally be addressed to the national, regional or local ombudsman. It is equally important to point out that the European Ombudsman is not an appeals body against decisions taken by national courts or ombudsmen. Nor is he the hierarchical superior of his national or regional colleagues. I emphasise these points because, ever since the European Ombudsman institution was created, a large proportion of complaints received have fallen outside the mandate of the Ombudsman. Many of these complaints do concern EU law issues, but at the national, regional or local level. Although it is not possible for me to open an inquiry if a complaint falls outside my mandate, I do always try to help the complainant by either transferring the case, with the complainant’s permission, to the appropriate ombudsman, or advising the complainant to contact that ombudsman. As a result, my office has, over the years, been able to provide helpful advice to tens of thousands of citizens seeking redress. The European Network of Ombudsmen When the first European Ombudsman, Jacob Söderman, took office in September 1995, one of his first priorities was to establish regular and effective co-operation with ombudsmen throughout Europe. As the former National Ombudsman of Finland, Mr Söderman had already developed contacts with many national and regional ombudsmen. As European Ombudsman, he identified a need to further develop and structure those contacts in a way that could be beneficial not only to his fledgling institution, but also to ombudsmen all over Europe. In 1996, therefore, Mr Söderman established what is now known as the European Network of Ombudsmen. The primary aim of the Network is to enable the effective dissemination of information about developments in EU law and to facilitate co-operation between national and regional ombudsman offices. Given that the responsibility for EU law implementation is primarily at the level of the Member States, the Network initially included the national ombudsmen from the fifteen Member States that made up the EU at the time. As Europe’s regions are so directly involved in the implementation of EU law and the distribution of EU funds, the Network was extended to include regional ombudsmen. The European Network of Ombudsmen today consists of almost 90 offices in 31 European countries. Within the Union, it covers the ombudsmen and similar bodies at the Eu- P. Nikiforos Diamandouros 55 ropean, national, and regional levels. It also includes the national Ombudsmen of Norway, Iceland, and the applicant countries for EU membership. Even though the European Ombudsman co-ordinates the European Network of Ombudsmen, it is important to underline that the Network does not belong to the European Ombudsman. Each member of the Network has an equal opportunity to contribute to and benefit from the Network. The primary focus of the European Network of Ombudsmen is on EU law, but I am inclined to think that the Network’s structure, tools and experiences might be of interest to you as you look to developing a European Network of Metropolitan Ombudsmen. I therefore propose to focus on these aspects during the rest of my presentation to you. The structural and organisational aspects of the Network Key to the European Network of Ombudsmen’s success is its relative lack of formality. The Network has no legal identity. It has no statute, no rules of procedure, no formal seat and no elected officials. It works instead on the basis of voluntary co-operation, consensus and common interest. This lack of a formal structure has enabled the Network to reconcile different perspectives and to keep everyone on board. This is particularly important when one considers the wide variety of legal, cultural and historical traditions represented in the Network and, indeed, the very different forms that ombudsman offices take in different countries. Thanks to this inclusive approach, ombudsman representatives from all 27 EU Member States are more than just members of the Network, they are active members. All the ombudsman offices in the Network co-operate with each other through the Network, contribute news and articles, and attend the Network’s Seminars. On the rare occasions when decisions need to be taken during a Seminar, they are agreed by consensus. In this way, potential misunderstandings and power struggles are avoided. The organisational aspects of the Network are facilitated by the European Ombudsman’s Office. My Communication Unit is responsible for the day to day operation of the Network. It ensures that the lists of national and regional ombudsmen in the Network are kept permanently updated and available to all members. It manages an Extranet, called EUOMB, which enables all the offices in the Network to share information, to be informed on a daily basis of the latest news in the Ombudsman world, and to discuss issues of common interest with each other. It publishes and distributes a Newsletter, twice a year, to which all members of the Network are invited to contribute. And it helps in the organisation of seminars for the national ombudsmen in the Network, for the staff of national ombudsmen, and for the regional ombudsmen in the Network. There is no doubt that the various organisational aspects of running such a Network do have resource implications. But I am convinced that the time, effort and financial resources devoted to co-operation are more than justified by the results achieved for citizens. 56 ombudspersons in network Ensuring effective co-operation between Network members The first step in creating a Network is to define its role and reach. In creating the European Network of Ombudsmen, this was relatively easy given the focus on EU law. However, it was important to ensure that all relevant partners were identified at the national and regional levels. Given the variety of names used for ombudsman institutions internationally, this is less straightforward a task than it might sound. But once the national interlocutors had been identified, they were of great assistance in enabling us to contact their regional counterparts. I am convinced that the national ombudsmen would be happy to facilitate the identification of metropolitan ombudsmen in their respective countries, beyond those already present today. A further important step that the European Ombudsman took in developing the Network was to ask each national ombudsman in the Network to name a member of their staff to act as a Liaison Officer for that office. The Liaison Officers are a vital first contact point for any member of the Network wishing to obtain information, advice or support. The Liaison Officers tend to be either case-handlers or communication staff and often have a particular interest in EU law. Given their role as a first point of contact, the Liaison Officers also have good linguistic skills, enabling them easily to communicate with other members of the Network. In practice, in a Network comprising 31 countries, English tends to be the language most commonly used for communication. Most importantly, relations between Liaison Officers, and indeed between members of the Network more generally, have been encouraged to develop in as friendly and informal a way as possible. E-mail and telephone are the most common methods of communication, with almost all Liaison Officers being on first name terms with each other. As a result, contacts can be made quickly and easily, and information or advice obtained almost instantly. To give a concrete example: If the UK Parliamentary Ombudsman receives a complaint from a citizen who faced a problem whilst on holiday in Portugal, the UK Liaison Officer can phone the Portuguese Liaison Officer and see whether the matter falls within the mandate of the Portuguese Ombudsman before replying to the citizen’s complaint. I am convinced that establishing a network of contact persons could be of interest for the metropolitan ombudsmen as well, as the Liaison Officers are without a doubt the people who enable the European Network of Ombudsmen to work so effectively. Sharing information and best practice Holding seminars such as this one is crucial in enabling networks to discuss matters of common interest, to learn about the variety of ways that similar problems are tackled by others, and to develop best practice. Just as valuable are the contacts that are developed during such events and the informal sharing of perspectives and experiences that take place over lunch, in coffee breaks and during social activities. Once one puts a face to a name, it is a lot easier to pick up the phone a few months later and ask for advice. P. Nikiforos Diamandouros 57 Within the European Network of Ombudsmen, three different types of seminar are organised: The National Ombudsmen Seminars take place every two years and are co-hosted by the European Ombudsman and a national ombudsman. The next Seminar will take place in Cyprus in 2009. The Regional Ombudsmen Seminars also take place every two years and are co-hosted in a similar fashion. The Sixth Regional Ombudsmen Seminar took place in Berlin earlier this month. Finally, the Liaison Officers’ Seminars are held biennially at the seat of the European Ombudsman in Strasbourg. As I’m sure you are all aware, organising a seminar is a costly business, from both a human and financial resource perspective. The financial cost is all the greater if interpretation in several languages is needed. Given this, and given the enormous pressures on ombudsmen’s time, the most appropriate regularity with which to hold such seminars is an important matter to consider. While seminars are a very useful means to enable an intensive sharing of information, the regularity of communication between such events is of central importance in keeping networks alive and active. Two tools are used to facilitate such communication within the European Network of Ombudsmen: - The European Ombudsmen - Newsletter is published twice a year by the European Ombudsman. It is distributed to all members of the European Network of Ombudsmen, all of whom are invited to contribute news and articles for publication. Although much of the focus of the articles is on EU law matters, contributors are encouraged to also share information on developments in their institution, on important cases they have been working on, and on events that they are organising. The Newsletter is published in English, French, German, Spanish and Italian. If a European Network of Metropolitan Ombudsmen is created, I would certainly recommend that you consider publishing a newsletter. In order to facilitate information sharing, I would be happy to include the metropolitan ombudsmen in the distribution lists of the European Ombudsmen - Newsletter, and to facilitate the distribution of the metropolitan ombudsmen’s newsletter to members of the European Network of Ombudsmen. - Whereas the European Ombudsmen - Newsletter is published twice a year, its online equivalent, Ombudsman Daily News, is published, as its name implies, on a daily basis. The Daily News forms part of an Extranet service to members of the European Network of Ombudsmen called the EUOMB Summit. As well as including news from ombudsmen offices throughout Europe, the Summit also includes several document-sharing and discussion fora. These are the online equivalent of the biennial seminars, and enable ombudsmen to share information and discuss matters of common interest. Members of the Network mainly use the discussion fora to request information or advice from other members. Such information then enables ombudsman offices 58 ombudspersons in network to refer to best practices in other countries when encouraging their public administration to take a particular course of action. In recent months, discussions on the Summit have covered issues as diverse as the disclosure of medical data, security control in public buildings, aggression in schools and academic institutions dealing with ombudsman studies. To enable the discussions on the Summit to be as frank and informal as possible, access to the Summit is limited to members of the European Network of Ombudsmen, each of whom is given a unique login name and password. Informing the public about the Network’s activities In order to make the European Union dimension of the work of ombudsmen better known and to clarify the service they provide to people who complain about matters within the scope of EU law, a Statement was adopted at the Sixth Seminar of the National Ombudsmen, which was held in Strasbourg in 2007. The Statement is available on the website of the European Ombudsman in 23 languages, is actively disseminated by the national and regional ombudsmen in the Network, and constitutes a further example of the positive results that can be obtained through co-operation. A further important initiative in this area should come to fruition early next year. Over the past year, my office has been developing an interactive guide that will be launched as part of the European Ombudsman’s new website. This key feature will help citizens find the most appropriate avenue of redress for their grievances, be it at the European, national, or regional level. The guide should enable a greater proportion of complainants to address directly the body best equipped to deal with their complaint. The success of the guide will hopefully be demonstrated by a fall in the number of complaints outside my mandate and inadmissible complaints received by my office. Conclusion I hope that this brief presentation of the development and activities of the European Network of Ombudsmen has been of use to you as you consider how best to develop the collaboration between metropolitan ombudsmen in Europe. I would like to reiterate my thanks to Alessandro Barbetta for having taken the excellent initiative of organising this meeting. Given the many areas of common interest shared by metropolitan ombudsmen in Europe, I believe that the creation of a network is a very promising idea. My experience is that relatively informal networks can work well and encourage maximum involvement. It is clear that one or several offices would need to take the lead, to commit the necessary resources, and to take responsibility for co-ordination. Several practical issues would have to be resolved when setting up a network. These range from identifying the relevant partners in the various countries involved to determining the working languages to be used. I am sure that the national ombudsmen could be of assistance regarding the first of these issues. P. Nikiforos Diamandouros 59 Once these initial practical matters are clear, the means of communication within the network would need to be determined and developed, be it through seminars, newsletters, the Internet, or appropriate staff members. Although the European Network of Ombudsmen is very much focused on EU law issues, I would be happy, to the extent that resources allow, to offer ideas and advice on the setting up of a network covering issues of relevance to metropolitan ombudsmen. My staff would be happy to share information on the practical aspects of running a network. We would also be willing to help, when possible, to facilitate contacts in the EU institutions. We could, for example, help identify an appropriate speaker for a meeting. In conclusion, I would like to wish you every success for any initiative that you may decide to take in developing co-operation between metropolitan ombudsmen. The American actor and comedian, Groucho Marx, once said that he refused to be a member of any club that would accept him as a member! I am sure that had Groucho become an ombudsman — and what a remarkable ombudsman he could have been! — he would surely have revised his assertion. Thank you for your attention! 60 ombudspersons in network la difesa civica in rete Rafael Ribó i Massó ombudsman della catalogna e direttore della sezione europea dell’ioi - international ombudsman institute Gli ombudsman sono istituiti in Europa e nel mondo a diversi livelli istituzionali: statale, regionale, locale. La loro missione è però sempre la stessa: tutelare i diritti dei cittadini nei confronti dei poteri pubblici. Per tale motivo, indipendentemente dalle peculiarità dei diversi ordinamenti, la collaborazione in rete tra gli ombudsman di tutti i livelli è necessaria ed utile. Lavorare in rete migliora l’azione dell’ombudsman e quindi migliora la tutela dei diritti dei cittadini. Ugualmente importante è la collaborazione con le altre istituzioni e con le associazioni che operano per la tutela dei diritti umani. Nei Paesi come la Spagna in cui sono state istituite Regioni autonome, l’ombudsman regionale ha un ruolo molto importante nella creazione di buone reti di collaborazione sia con l’ombudsman statale che con gli ombudsman locali. La collaborazione con gli altri ombudsman non deve basarsi sulla gerarchia ma su accordi di cooperazione e utili forme organizzative. Gli ombudsman locali infatti rendono l’accesso al servizio più prossimo e facile, mentre la collaborazione con l’ombudsman regionale rende l’intervento più autorevole e quindi più forte. La collaborazione tra ombudsman è di grande importanza anche nelle aree metropolitane. In mancanza di accordi che estendano la competenza dell’ombudsman della città più grande, gli ombudsman che operano in contesti metropolitani sono costretti a creare reti di cooperazione per affrontare i problemi di rilevanza metropolitana (trasporti, ambiente, ecc.). Infine tutti gli ombudsman devono intrattenere rapporti con le organizzazioni internazionali di ombudsman. Queste organizzazioni offrono uno sguardo sul mondo e indicano nuovi ambiti d’intervento per il futuro sviluppo della difesa civica. Rafael Ribó i Massó 61 Ringraziamento Innanzitutto ringrazio il Difensore civico per la città di Milano, il dottor Alessandro Barbetta, per l’invito a partecipare a questo convegno e mi complimento per lo studio sulla difesa civica realizzato dall’Istituto Regionale di Ricerca per la Lombardia (IReR). L’ho letto con interesse e ne ho tenuto conto nel mio intervento. Introduzione: rete e indipendenza Mi è stato chiesto di spiegare la realtà del lavoro del difensore civico tenendo conto della rete e della sua interrelazione con altri difensori, in senso orizzontale e tra livelli diversi. Condividerò quindi la mia esperienza di Síndic de Greuges, e cioè di Difensore civico della Catalogna. Parlerò anche del contributo e del lavoro del mio ufficio nelle reti locali, regionali e statali, e comunque negli organismi europei e internazionali, come l’Istituto Internazionale dell’Ombudsman (IOI). Presso il Mediatore europeo è stato da poco impostato il contenuto della rete europea. Prima di fare un’analisi più approfondita di altre dimensioni delle possibili reti, permettetemi di fare una breve riflessione sulla relazione del lavoro in rete e l’affermazione della condizione fondamentale dell’ombudsman, quella dell’indipendenza. Nel vostro appello al nuovo Parlamento e al nuovo Governo parlate di difesa civica “obbligatoria, prossima, indipendente” (Coordinamento dei Difensori civici metropolitani – Appello del 16 maggio 2008, ndr). Detta indipendenza può essere rafforzata da una stretta collaborazione dell’ufficio del difensore civico con le altre istituzioni e con le organizzazioni che hanno per obiettivo comune la difesa dei diritti dei cittadini e la battaglia contro la cattiva amministrazione. In primo luogo, possono collaborare con l’ombudsman, rafforzando la sua indipendenza, altre istituzioni specializzate nei diritti umani, come i collegi professionali, ad esempio quelli degli avvocati, le associazioni che si occupano di uguaglianza di genere, lotta contro il razzismo e così via. Sarebbe consigliabile condividere con tutti, senza confondere le responsabilità, il compito di avvisare e informare di possibili violazioni dei diritti. La creazione di una rete sociale, magari patrocinata e promossa dall’ombudsman significherebbe un alto grado di maturità nel compito di combattere la cattiva amministrazione e garantire i diritti. Ma in questa relazione mi atterrò alle reti di ombudsman già esistenti su diversi livelli e alla loro utilità. L’ombudsman deve inoltre partecipare alla creazione e al consolidamento di reti istituzionali, e lavorare con esse. Si stabiliscono così nuove relazioni con altre istituzioni, sia negli ambiti locali, regionali, statali ed europei, sia in quello internazionale. Lo sviluppo di queste relazioni permette all’istituzione di godere dei vantaggi del lavorare e scambiare informazioni ed esperienze con i difensori civici di altri territori. Si tratta senza dubbio di un arricchimento per l’attività dell’istituzione, in quanto lo scambio di informazioni ed esperienze permette di scoprire modi di lavorare che contribuiscono a migliorare la propria efficienza e così proporre nuove soluzioni a problemi in materia di diritti fondamentali per i quali non si è ancora trovata la soluzione giusta. 62 la difesa civica in rete La molteplicità di difensori e di livelli non dovrebbe essere motivo di confusione né di ordinamento gerarchico, bensì di collaborazione e coordinamento, affinché si possa svolgere fino in fondo e con la massima efficacia il compito di garante dei diritti a fronte di una possibile cattiva amministrazione, e questo tutti assieme ed ognuno al proprio livello e secondo le proprie caratteristiche e competenze. Lavorare cogliendo appieno il senso di rete può essere di grande aiuto per il buon esito della nostra missione istituzionale. Inoltre, i cittadini devono poter capire con molta chiarezza che fra gli ombudsman vi è questa collaborazione. Ciò non può che dare credibilità alle nostre istituzioni, poiché oltretutto la collaborazione rende più facile al cittadino capire dove deve rivolgersi per le sue lamentele. Vorrei sviluppare le diverse dimensioni di possibili reti in un sistema statale, collegandomi a quanto detto prima e tenendo specialmente conto del principio di sussidiarietà, per poi poter valutare la rete e la sua utilità, cosciente che negli Stati composti vi è anche la coesistenza tra difensori statali, detti anche nazionali, regionali e locali. Vorrei infine collegarmi al tema della collaborazione fra la rete intra-statale dei difensori civici e l’esistenza di istituzioni e di organizzazioni internazionali, anche mondiali, che si occupano di tutela dei diritti umani in generale o specificamente di difesa civica. Rete intra-statale, diversi livelli di amministrazioni, sussidiarietà e difensori La dimensione territoriale ha l’effetto di rendere più dinamico l’intervento dell’ombudsman, così come lo hanno l’autogoverno e la sussidiarietà nel rendere più consistente la democrazia. In uno stesso Stato intervengono livelli amministrativi diversi, dal punto di vista territoriale. In tutti i casi vi è l’amministrazione statale e quella locale, a questi livelli va aggiunto il livello regionale in quegli Stati in cui anche il potere politico legislativo è decentralizzato. Si dovrebbe distinguere infatti tra senso e contenuto della distribuzione territoriale del potere negli Stati composti, siano essi federali o a regioni autonome, e il significato politico dell’autonomia amministrativa a livello di potere locale. Diversi difensori “sub-nazionali” sono creati con leggi costituzionali, ad esempio con gli statuti delle Regioni autonome. Il loro potere non viene delegato da un altro difensore né è fondato su leggi ordinarie. Costituiscono una parte del blocco costituzionale. È questo il caso di alcuni dei difensori civici delle Regioni autonome della Spagna. Riferendoci per sommi capi a quel che accade oggi, in parte presentato nello studio dell’IReR, troviamo in primo luogo il caso paradigmatico del Belgio. Vi coesistono due ombudsman statali (uno fiammingo e l’altro vallone) per controllare congiuntamente l’amministrazione statale belga. Esistono ombudsman specifici per ogni comunità regionale o nazionale e linguistica, per controllarne le rispettive amministrazioni. Esistono alcuni ombudsman locali e, nei casi in cui non esista una figura specifica, sono quelli regionali a esercitare la potestà locale. E tutti si riuniscono per collaborare nei loro Rafael Ribó i Massó 63 compiti, rispettando la suddetta ripartizione. In Austria i membri dell’ombudsman statale non partecipano nel processo di controllo di nessuno dei lander che abbiano un proprio ombudsman. Nel Regno Unito vi sono stretti rapporti di collaborazione tra l’ombudsman parlamentare di Westminster e quelli parlamentari del Galles e della Scozia, o quello dell’Irlanda del Nord. E tutti loro partecipano all’associazione del Regno Unito e l’Irlanda (B.I.O.A.). Qui, in Italia, è a tutti noto che non esiste finora un difensore nazionale, e il contenuto della bozza di legge per la sua possibile regolazione mantiene la specificità dei difensori regionali. Tra i difensori civici regionali è stato creato un Coordinamento nazionale, che si riunisce di frequente. Mi congratulo per il tentativo di avviare un processo che porti, dal basso verso alto, alla creazione di un difensore nazionale, salvaguardando i difensori civici esistenti. Nello Stato spagnolo c’è un difensore nazionale e 12 difensori delle regioni autonome. Una volta l’anno si svolgono delle giornate di coordinamento. Il difensore statale soprintende tutte le amministrazioni, ma a loro volta i difensori delle regioni autonome controllano la condotta delle amministrazioni delle rispettive regioni. Lo Statuto della Catalogna conferisce al Síndic la facoltà esclusiva di controllo dell’Amministrazione della Catalogna, mantenendo al contempo un’agile collaborazione tra il difensore spagnolo e il Síndic. Nell’ultimo Statuto di Autonomia della Catalogna, approvato nel 2006, vengono conferiti al Síndic più poteri. Quelli più importanti sono, al di là dell’esclusività, la possibilità di controllo delle aziende private che forniscono servizi pubblici di interesse generale ed il potere di portare davanti al Consiglio per le Garanzie Statutarie quelle leggi del Parlamento che, a parere del Síndic, ledano i diritti. Il pronunciamento del Consiglio è vincolante per il Parlamento. In più il Síndic è indipendente nella scelta del personale e nella realizzazione del suo bilancio. Ed ha anche la possibilità di portare davanti al Pubblico Ministero, chiamato Fiscal, quelle amministrazioni che non collaborino con le indagini. Nel 2007, le diverse amministrazioni hanno accolto le nostre raccomandazioni nel 90% dei casi in cui il Síndic aveva verificato la fondatezza delle lamentele del cittadino. Esistono inoltre esempi fuori dall’Europa, in Australia, in Canada, o in Argentina, dove il difensore nazionale e quelli provinciali si coordinano, riservando esclusivamente a quest’ultimi il controllo delle amministrazioni delle proprie province, con l’eccezione di quel che concerne i diritti umani fondamentali, i quali fanno parte della funzione del difensore nazionale. Il principio basilare a cui attenersi è che la garanzia dei diritti ed il corrispondente controllo dell’amministrazione nell’ambito della buona amministrazione vengano applicati anche all’esistenza dei diversi livelli di ombudsman. È importante che ci sia la massima collaborazione e lealtà istituzionale tra di loro. Se c’è 64 la difesa civica in rete un ombudsman regionale dipendente dal Parlamento regionale - organo che legifera e sviluppa i diritti previsti nel livello costituzionale o statutario – è questo ombudsman regionale che deve controllare l’amministrazione regionale e renderne conto al Parlamento regionale stesso. Invece, a volte, i sistemi di ripartizione delle competenze tra le amministrazioni fanno sì che diverse istanze intervengano su una stessa materia. In tal modo la legislazione statale e la competenza di esecuzione da parte della Regione autonoma possono coincidere. Per questo è importante stabilire sistemi di coordinamento e cooperazione, in maniera che esistano canali diretti tra le istituzioni. Ad esempio, da parte di un ombudsman regionale possono essere inoltrate proposte di modificazioni normative di leggi statali da sottoporre al Parlamento statale, richiedendo la partecipazione dell’ombudsman statale. E, in senso inverso, possono essere svolti studi generali da parte dell’ombudsman statale che possano richiedere la cooperazione di quello regionale, affinché ricavi dati dalla sua amministrazione territoriale o rediga i rapporti necessari per i suddetti studi, oltre ad offrire una visione generale di tutto lo Stato. Si badi bene però ad evitare il doppio intervento, e quindi la duplicazione delle pratiche, dando la precedenza alla maggiore vicinanza dell’ombudsman regionale al cittadino, in accordo con il principio di sussidiarietà. Questo è il modello europeo e quello del Síndic della Catalogna. Così funzionano le nostre relazioni con l’istituzione presieduta oggi da Nikiforos Diamandouros. Stiamo applicando questo modello da tempo, con grande scioltezza, ogni qualvolta conosciamo materie che devono essere studiate dall’altra istituzione. Poco tempo fa, ad esempio, abbiamo collaborato, in piena coerenza con la rete europea di difensori civici ad un’operazione sul controllo di un farmaco, con la richiesta di uno studio alla Commissione europea. Rete in ambito regionale/ locale Anche nell’ambito locale si osservano situazioni molto diverse nei Paesi europei. In alcuni di essi esistono già da tempo difensori civici municipali. I Paesi che ne hanno maggiore tradizione sono il Belgio, l’Italia, l’Olanda, e lo Stato spagnolo, la Catalogna soprattutto. Garantire i diritti a livello locale non significa necessariamente creare difensori civici in tutte le località. L’esistenza dell’ombudsman locale dipende da molti fattori. In primo luogo si deve tenere presente che, come già detto, l’autonomia locale di carattere amministrativo, non può essere comparata all’autogoverno basato su un Parlamento con poteri legislativi e possibilità di incidere sui diritti umani. In secondo luogo e soprattutto, si deve offrire la garanzia dei diritti con totale indipendenza, superando tutti i fattori che potrebbero condizionarla. In un paese di piccole o medie dimensioni può essere difficile reperire la persona adatta, cioè quella che gode dell’obiettività e del distacco dalle relazioni personali e professionali necessari. Si deve inoltre tenere conto delle possibilità degli enti locali di dotare il difensore di mezzi sia materiali che di personale, evitando ad ogni costo la tentazione di ricorrere a funzionari dello stesso ente locale. È per questo che occorre stabilire dei pa- Rafael Ribó i Massó 65 rametri che possono essere di aiuto nella decisione di creare la suddetta figura. Alla luce di quanto esposto si rivela fondamentale, ancora una volta, il lavoro di collaborazione, e in rete, con difensori di ambiti superiori. In terzo e ultimo luogo, si deve evitare il conflitto di interessi nell’esercizio professionale. In più, dato che l’elezione dell’ombudsman regionale avviene tramite l’organo legislativo parlamentare, e poiché le leggi costituzionali e statutarie fondamentali solitamente gli conferiscono competenze sulle amministrazioni locali, potrebbe esservi coincidenza di funzioni tra difensore regionale e difensore locale e perciò l’esistenza di diversi difensori locali rende necessario cercare la migliore formula per articolarsi in una rete a garanzia dei diritti. La prima formula è quella di un accordo fra i difensori regionali e i difensori locali. Onde evitare sovrapposizioni e poter coordinare le azioni nel caso vi sia un doppio intervento può risultare positiva e chiarificatrice la formula dell’accordo, in ogni possibile ipotesi. Troviamo anche una seconda formula. Al fine di garantire i diritti delle persone di fronte alle amministrazioni si possono fare accordi diretti tra istituzioni del governo locale e difensori di livelli superiori. La formula dell’accordo diretto del potere locale con il difensore regionale, affinché questi eserciti le funzioni di difensore locale, si ha nel Tirolo, in Austria, e in un certo modo nel Regno Unito; ora la stiamo inoltre introducendo anche in Catalogna. In generale la vicinanza, e cioè il rispetto del principio di sussidiarietà, favorisce il trattamento più diretto ed empatico delle lamentele. Nello stesso tempo è vero che l’amministrazione locale, e anche il difensore della amministrazione municipale, hanno spesso meno competenze degli ombudsman di livelli superiori per quanto riguarda la difesa dei diritti delle persone. Da tutto questo nasce la necessità ancora più forte di collaborazione, di lavoro in rete tra i diversi livelli di difensori. Il difensore di una Regione autonoma può cercare l’aiuto del difensore municipale per indagini e lamentele locali (si tratta anche di un aiuto per semplificare il lavoro), mentre il difensore municipale può rafforzare la sua posizione grazie all’aiuto dal difensore di livello superiore. L’esperienza catalana è quella della coesistenza dell’ombudsman di una Regione autonoma comprendente circa 40 ombudsman locali su un totale di quasi 8 milioni di abitanti e 950 enti municipali di dimensioni molto diverse. Lo Statuto del 2006 offre al Síndic la possibilità di stabilire rapporti con i difensori locali. In Catalogna stiamo lavorando con le due formule precedentemente menzionate. Il Síndic firma accordi di cooperazione per stabilire la collaborazione con i difensori locali, e al contempo firma anche accordi con gli enti locali che preferiscono un accordo diretto specifico. La prima formula: accordo di collaborazione fra difensori Nel caso di una protesta contro l’amministrazione municipale di un comune dotato di difensore locale presentata al Síndic della Catalogna si consiglia al cittadino di rivolgersi al 66 la difesa civica in rete difensore locale, fermo restando che la decisione su chi debba intervenire in una protesta sulla competenza municipale è dell’interessato. Infatti, il rispetto della volontà delle persone è la garanzia dei loro diritti. A sua volta, il Síndic locale dirige gli interessati al Síndic catalano nel caso si tratti di proteste contro l’amministrazione della Regione autonoma. Il Difensore della Catalogna offre ai difensori locali che lo richiedano una costante consulenza giuridica, tecnica e di opinione su specifici casi; si organizzano inoltre giornate di formazione e lavoro in rete. Il Difensore catalano, insomma, favorisce e sostiene l’azione del Difensore locale. Le relazioni e il lavoro in rete locale si basano su due principi molto chiari: - Come ha fatto notare prima il Mediatore europeo Diamandouros, il Síndic regionale non è una seconda istanza. Gli ombudsman di diversi livelli sono istanze indipendenti che hanno la finalità comune della difesa dei diritti delle persone. - Per quanto riguarda il lavoro in rete, si tratta di una relazione di complementarietà. Qui si produce una combinazione tra vicinanza e lontananza, visione generale e conoscenza dell’ambiente specifico. Tutto ciò va in ogni caso a beneficio dell’interessato e del mutuo rafforzamento. La seconda formula, quella dell’accordo tra l’amministrazione locale e il Síndìc della Regione autonoma È un vero e proprio un passo in avanti nell’arricchimento del compito di difesa dei diritti dei cittadini in ambito locale. Malgrado la relativa diffusione, molti municipi non hanno un difensore locale (su più di 900 comuni solo 38 hanno avuto la possibilità di creare questa figura). Si tratta anche di evitare difetti che potrebbero avere origine dalla proliferazione, specialmente in piccoli municipi, come per esempio un’eccessiva prossimità, costi sproporzionati oppure conflitti di interessi. L’accordo, patrocinato anche dalle Province e dall’associazionismo municipale, permette di mettere in atto particolari forme di supervisione. In tal modo è possibile trattare le proteste e le richieste di consulenza che riguardano l’ente locale. Sono presentati rapporti annuali. Vengono ugualmente effettuate visite periodiche di lavoro e collaborazione con le autorità locali. Credo che nel Tirolo, in Austria e nel Regno Unito si utilizzino formule simili. Arriviamo ora alla realtà metropolitana. Si dovrebbe precisare innanzitutto che locale e metropolitano non sono la stessa cosa. Possiamo parlare di difensori locali nelle città piccole e medie. Possiamo parlare di difensori metropolitani nelle grandi città come Milano. Possiamo, e dobbiamo, parlare di aree metropolitane al di là di una città, comprendenti diverse città, spesso senza difensori specifici. Milano e Barcellona hanno difensori specifici. L’area metropolitana di Barcellona invece no. Soltanto il Síndic catalano può fare indagini a livello dell’area metropolitana di Barcellona. La dimensione metropolitana di Barcellona ci pone talvolta dei problemi e l’assenza di un’amministrazione specifica costituisce una sfida molto sentita. Infatti, se il 70 % della Rafael Ribó i Massó 67 popolazione della Catalogna si concentra nel 7% del territorio, da questo dato deriva una gran varietà di necessità specifiche e possibili servizi. È comunque evidente che ci sono delle tematiche metropolitane, quali ad esempio: trasporti, rete stradale, ambiente, infrastrutture, urbanizzazione, che richiedono un trattamento specifico. Sono tematiche che riguardano amministrazioni locali diverse, oltre all’amministrazione della Regione autonoma, ma riguardano milioni di persone che si aspettano lo stesso tipo di servizio dagli stessi fornitori, benché risiedano in paesi diversi. Dal 1987 l’idea di creare un organismo metropolitano si è indebolita. Adesso la realtà amministrativa risulta molto più dispersa. Sarebbe necessario, anche a questo livello, un vero e proprio lavoro in rete. A Rotterdam esiste per il difensore civico locale la possibilità di intervenire direttamente negli altri comuni. A Hong Kong l’ombudsman locale è come un ombudsman regionale. Il Síndic della Catalogna esercita una funzione metropolitana su diversi paesi per quel che concerne la realtà dei servizi e delle amministrazioni. Sul territorio metropolitano il Síndic catalano ha stabilito accordi di collaborazione con difensori locali, come nel caso di Barcellona, Badalona, Santa Coloma e Sant Cugat, oltre ad accordi del tipo della seconda formula menzionata prima, come ad esempio con il municipio di Sant Adrià. Devo sottolineare che esiste una collaborazione speciale e specifica fra la Síndic di Barcellona e il Síndic della Catalogna. È un rapporto molto positivo e di continuo scambio di esperienze. Per esempio, ci stiamo accordando per rafforzare la nostra collaborazione sui problemi della cosiddetta “legge della dipendenza per aiuti pubblici”. E sono sicuro che presto apriremo nuove dimensioni di collaborazione sulla realtà metropolitana di un’area di più di 5 milioni di abitanti. La relazione tra la rete intra-statale e istituzioni e organizzazioni a scala internazionale Tutto il lavoro di collaborazione citato nell’ambito intra-statale si può collegare, in modo funzionale, all’esistenza di reti promosse da istituzioni ufficiali e organizzazioni europee e internazionali. Deve risultare chiaro che, non esistendo gerarchia tra ombudsman, e soprattutto allo scopo di svolgere un buon lavoro, gli ombudsman di ambito interstatale possono e devono collaborare, senza alcuna prevenzione di fronte ad una anacronistica visione del diritto internazionale. Innanzitutto è così nell’Unione europea. Come già detto, esiste una rete di difensori europei attorno al titolare dell’istituzione dell’Unione europea e anche questi rispetta una chiara delimitazione delle competenze e interviene unicamente in quei temi che riguardano l’amministrazione comunitaria. Egli stesso ha promosso la rete europea di difesa civica con la finalità di conoscere esperienze e preoccupazioni di ombudsman sia nazionali sia regionali. 68 la difesa civica in rete Vengono realizzati seminari di scambi di conoscenze e buone pratiche. Nel corso del seminario tenuto a Londra nel 2007 è stata elaborata una dichiarazione degli ombudsman dell’UE per poter spiegare meglio ai cittadini dell’Unione le funzioni dei difensori e del Mediatore europeo. Esiste una rete di difensori nazionali a cui partecipano difensori civici regionali di ogni Stato, della quale è previsto un prossimo incontro a Cipro. Si potrebbe pensare una formula inclusiva anche dei difensori locali. In secondo luogo, vorrei fare un riferimento al Consiglio d’Europa. Il Commissario per i Diritti Umani sta attivando la funzione di promuovere la conoscenza ed il rispetto dei diritti umani nei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa. La strategia del Commissario è quella della collaborazione con le istituzioni di ombudsman degli Stati membri del Consiglio in relazione ai meccanismi di protezione dei diritti umani in Europa, in particolare il Tribunale Europeo per i Diritti Umani (TEDU). Nel Rapporto provvisorio del gruppo di saggi del Consiglio dei Ministri del 2006 sull’efficacia dei meccanismi del TEDU viene espressamente citata la collaborazione tra il Commissario e le istituzioni di ombudsman come strumento utile a contribuire all’efficacia del TEDU in generale, e in particolare alla soluzione del collasso per eccesso di cause del quale soffre attualmente il TEDU. Le forme di collaborazione, esposte nella tavola rotonda di Atene, sarebbero: - circuiti di interscambio di informazioni tra il Commissario e gli ombudsman - formazione presso le istituzioni di ombudsman sulla giurisprudenza del TEDU - divulgazione di criteri di ammissibilità - supporto nell’esecuzione di sentenze - rilevamento di problemi sistematici nei rispettivi Paesi. A tal fine si avanza verso la creazione di una rete di persone di contatto presso tutte le istituzioni di ombudsman e di Commissioni nazionali per i Diritti Umani. L’obiettivo è quello di facilitare l’interlocuzione e lo scambio di informazioni tra le istituzioni e il Commissario per i Diritti Umani. In terzo luogo, per quando riguarda le Nazioni Unite, ultimamente è stato firmato il Protocollo Facoltativo della Convenzione contro la Tortura e Altri Trattamenti o Pene Crudeli, Inumane o Degradanti. Il suo obiettivo è quello di stabilire un sistema di visite periodiche a carico di organi internazionali e nazionali indipendenti in quei luoghi dove si trovano persone private della libertà, al fine di prevenire la tortura e altri trattamenti o pene crudeli, inumane o degradanti. Si inserisce nell’attività nel Sottocomitato per la prevenzione della tortura del Comitato contro la Tortura, che svolgerà le sue funzioni nella cornice della Carta delle Nazioni Unite. Questo Sottocomitato e gli Stati Parte coopereranno nell’applicazione del Protocollo. Ogni Stato Parte stabilirà uno o diversi Meccanismi Nazionali di Prevenzione. L’Associazione per la prevenzione della tortura (APT) segnala che in ogni Paese si possono identificare organismi o istituzioni già esistenti che potrebbero adeguarsi per assumere le funzioni indicate nel Protocollo, e tra di essi fa risaltare le istituzioni di ombudsman. In ambedue i casi risulta manifesto che: - le organizzazioni internazionali e gli ombudsman hanno un potenziale molto ele- Rafael Ribó i Massó 69 vato di forme di collaborazione finora inesplorate. - le organizzazioni sono formate da Stati, ma hanno i loro organi di governo, ed è straordinariamente conveniente che non si rapportino solo con i governi centrali ma con il complesso istituzionale. - le istituzioni di ombudsman, per il loro essere indipendenti, mediante il loro lavoro diretto in difesa dei diritti, possono coadiuvare, e in alcuni casi assolvere direttamente gli incarichi di dette organizzazioni. Rete con organizzazioni di ombudsman L’organismo di ombudsman di maggiori dimensioni è quello dell’Istituto Internazionale dell’Ombudsman (IOI) che opera a livello mondiale e per capitoli continentali. Nella sua Assemblea mondiale del 2009 celebrerà il II centenario dell’Ombudsman svedese, la prima figura contemporanea. La sua importanza risiede, tra le altre cose, nella possibilità di scambio di informazioni, nella contribuzione all’espansione dell’ombudsman, negli studi promossi sull’ombudsman, nelle pubblicazioni e nella gestione di fondi documentali. In questa direzione è orientato il macrostudio comparato di tutti gli ombudsman europei, diretto dall’Università di Vienna, promosso dall’IOI Europa. L’IOI Europa promuove la collaborazione e l’aiuto ad altre istituzioni. Come esempio vorrei citare l’appoggio dato all’Ombudsman della Slovenia nel caso Roman. L’IOI mantiene una stretta relazione con la Rete europea di difesa civica. I membri dell’IOI hanno preso parte anche al seminario di Atene e alla riunione di Strasburgo, occasione che ha visto coincidere la riunione della giunta direttiva dell’IOI con la X Tavola rotonda di ombudsman europei e il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa. L’IOI sta iniziando la collaborazione su scala mondiale del Comitato delle Nazioni Unite per quanto riguarda i diritti dell’infanzia. L’obiettivo è quello di promuovere l’istituzione di meccanismi di difesa dell’infanzia nei Paesi dove non ci sono. Inoltre è in contatto con l’Istituto Europeo dell’Ombudsman (EOI) e lavora congiuntamente a livello di esecutivi allo scopo di una maggiore interdipendenza. Esistono altre reti di ombudsman. Tra di esse segnalerò l’ENOC (European Network of Ombudsman for Children), una rete specificamente dedicata ai diritti dei minori. Proprio adesso sta lavorando per la partecipazione alla stesura della dichiarazione su istituzioni indipendenti per i diritti umani dell’infanzia, presentata nel corso della Sessione speciale sull’infanzia delle Nazioni Unite. Altre organizzazioni che contribuiscono al lavoro in rete dei difensori su tematiche specifiche sono la FIO (Federación Iberoamericana de Ombudsman), l’AOMF (Association des Ombudsman et Mediateurs de la Francophonie), ed il nascente ambito di incontro di difensori del Mediterraneo. 70 la difesa civica in rete Un esempio di tutto quello che ho presentato nel mondo delle realtà internazionali lo troviamo oggi in questo convegno a Milano. Noi oggi qui presenti dobbiamo stabilire rapporti in rete tra difensori civici di diversi livelli. Innanzitutto, in un senso bilaterale. Ma è anche possibile e necessario farlo in senso multilaterale su stesse realtà geografiche, come nel caso dell’assemblea dell’IOI europeo del 2010 a Barcellona sul tema della società aperta e i diritti dei migranti; come fra la Spagna e l’Italia, come fra il centro e sud d’Europa. La proposta è di individuare un’area tematica di lavoro e scambio fra Stati europei caratterizzati da decentralizzazione politica e legislativa (UK, Austria, Germania, Belgio, Italia e Spagna). Conclusioni Le mie conclusioni si possono così riassumere. - Il lavoro in rete degli ombudsman di tutti i diversi livelli è necessario - Gli ombudsman devono lavorare in rete, stabilendo le sinergie necessarie a rendere più efficiente ed efficace il lavoro che deve garantire il rispetto delle amministrazioni pubbliche nei confronti dei diritti dei cittadini. - Non si tratta di riaffermare competenze, né di entrare in una lotta per un maggior controllo, bensì di cooperare allo scopo di accrescere l’efficacia. - Il lavoro in rete può servire anche perché gli ombudsman collaborino con istituzioni che hanno come funzione la difesa dei diritti a livelli diversi. - Le organizzazioni internazionali di ombudsman, come l’IOI quale massimo esponente, permettono una maggiore collaborazione e scambio di esperienze. - Bisogna inoltre esplorare e potenziare il lavoro in rete sociale con collegi professionali, associazioni, fondazioni, organizzazioni governative ed altri organismi. Ringrazio di nuovo il dottor Barbetta per l’invito a questo convegno, l’IReR per lo splendido studio e a tutti voi per aver ascoltato il mio cattivo italiano. Grazie e buon lavoro. Rafael Ribó i Massó 71 72 ombudspersons in network ombudspersons in network/ treballant en xarxa Rafael Ribó i Massó regional ombudsman for cataluña and european regional director of the international ombudsman institute (ioi ) There are different institutional levels of ombudspersons: national, regional and local. However, they all have the same mission: to protect the rights of the citizens when they are put in danger by the actions of the Public Administration. This is the reason why a collaboration network of ombudspeople from all levels is necessary and useful, even if we consider the differences between the rules and regulations of each State, region and city. A network activity improves the ombudsperson’s action, thus it improves the protection of the citizens’ rights. At the same time, the collaboration with other institutions and associations protecting human rights is also essential. In States like the Spanish one, where autonomous Regions were created, the regional ombudsman has to play a very important part in the creation of well-functioning networks of collaboration, both with the national ombudsperson and the local ones. There is no hierarchy to base on the cooperation between ombudspeople: it should be based on collaboration agreements and useful organizational standards. As a matter of fact, the very existence of a local ombudsperson allows a closer and simpler access to the services; furthermore, a collaboration of the latter with the regional ombudsperson gives the action more authority, thus it makes it stronger. The collaboration between ombudspersons is also fundamental in the case of metropolitan areas. If there are no agreements extending the competences of the main city’s ombudsperson, the ombudspersons operating in metropolitan realities must create cooperation networks in order to be able to face better the problems of metropolitan interest, as for instance transport or environment. To conclude, the ombudspersons should create and maintain relationships with international associations of ombudspersons. These organizations give a global framework and show new spheres of intervention for a further development of the protection of citizens’ rights by the ombudspeople. Rafael Ribó i Massó 73 Agraïment Abans de res, vull agrair al defensor cívic de la ciutat de Milà, al Dr. Alexandre Barbetta, la seva invitació a participar en aquest acte i afegeixo la meva felicitació per l’estudi sobre els defensors realitzat per l’Institut Regional per la Lombardia (IReR). L’he llegit amb interès i l’he tingut en compte per a la meva intervenció. Introducció: Xarxa i independència Em demanen que expliqui la realitat del treball del defensor tenint en compte la xarxa i la seva interrelació amb altres defensors, de forma horitzontal o entre diversos nivells. Ho faré des de la meva experiència de Síndic de Greuges, o sigui, de defensor cívic de Catalunya. Parlaré també de la contribució i del treball de la meva institució a la xarxa local, regional, estatal i també en els organismes europeus i internacionals, com l’Institut Internacional de l’Ombudsman (IOI). Fa uns instants, el Defensor Europeu ens ha explicat el contingut de la xarxa europea. Per la meva part i abans d’entrar en altres dimensions de les xarxes, permeti’m recordar la reflexió sobre la relació del treball en xarxa i l’afirmació de la condició bàsica de l’ombudsman que és la independència. En la vostra proclama sobre els defensors adreçada al nou Parlament i al nou Govern d’Itàlia, parleu de “obligatorietat, proximitat, independència”. La independència pot enfortir-se amb una estreta col·laboració amb totes les altres institucions i entitats que tinguin per objectiu la defensa dels drets i la lluita davant la mala administració. En primer lloc poden col·laborar amb l’Ombudsman, des de la societat, reforçant la seva independència, altres institucions especialitzades en Drets Humans, com ara els Col·legis professionals, especialment el d’advocats, les entitats socials encaminades a la igualtat de gènere, a la lluita contra el racisme, etc. Seria aconsellable coordinar amb totes elles, sense confondre responsabilitats, les feines d’alerta i d’informació sobre les possibles lesions de drets. Una bona xarxa social, ciutadana, potser afavorida i impulsada per l’ombudsman, significaria un alt Grau de maduresa en la tasca de combatre la mala administració i garantir drets. Però en aquesta ponència em centraré en les xarxes d’Ombudsman en els seus diversos nivells i la seva utilitat. L’Ombudsman ha de participar també en la creació i la consolidació de xarxes institucionals, i treballar amb elles. S’establiran així noves relacions amb altres institucions, tant a l’àmbit local, regional, estatal, europeu, com a l’internacional. El desenvolupament d’aquestes relacions permet a la Institució gaudir dels avantatges de treballar amb xarxa i d’intercanviar informació i experiències amb Ombudspersons d’altres territoris. Es tracta sens dubte d’una forma d’enriquir l’activitat de la Institució per tal de trobar formes de treball que millorin la pròpia experiència i el descobriment de noves solucions a problemes en matèria de drets fonamentals pels que no s’ha trobat una correcta solució. La multiplicitat de defensors arreu i diversos nivells no hauria de ser motiu de confusió ni d’ordenació jeràrquica, sinó de col·laboració i coordinació per a realitzar a fons la tasca de garantia dels drets davant la possible mala administració. I fer-ho entre tots, cadascú al seu nivell i segons les seves característiques i competències. I treballar aprofitant a fons el sentit de xarxa pot ser d’una gran ajuda per al bon compliment de la nostra missió in- 74 ombudspersons in network stitucional. A més, els ciutadans han de poder copsar amb molta claredat que entre els defensors existeix aquesta col·laboració. Això aporta credibilitat a les nostres institucions, per què per damunt de tot la col·laboració facilita al ciutadà saber on pot demanar ajut amb les seves queixes. Voldria desenvolupar les diverses dimensions de possibles xarxes en un sistema estatal, el que normalment es diu “nacional”, relacionant-ho amb l’anterior i tenint molt en compte el principi de subsidiarietat. I així poder valorar la xarxa i la seva utilitat, conscient de què en els estats compostos es dóna a més la coexistència entre defensors estatals o “nacionals”, regionals o autonòmics o de “land”, i locals. També voldria relacionar la xarxa intraestatal a qualsevol d’aquells nivells amb l’existència d’institucions i d’organitzacions mundials, internacionals que afecten aquesta qüestió, tant amb les de caràcter internacional en general, com amb les específiques d’ombudsman. Xarxa intraestatal, diversos nivells d’administracions, subsidiarietat i defensors Parteixo del fet que la dimensió territorial té efecte dinamitzador de l’impacte de l’ombudsman , tal i com la té l’autogovern i la subsidiarietat per aprofundir la democràcia. En un mateix Estat intervenen nivells administratius diferents, des del punt de vista territorial. En tots els casos existeix l’Administració estatal i la local, però en aquests nivells s’afegeix el regional en aquells Estats on el poder polític legislatiu està descentralitzat. S’hauria de distingir entre el sentit i contingut de la distribució territorial del poder en Estats compostos, ja siguin federals o autonòmics, i el significat polític de l’autonomia administrativa a nivell del poder local. Per mitjà de lleis constitucionals es creen defensors “subnacionals”, com per exemple es fa duent terme a través dels Estatuts de les regions autònomes. El seu poder no ve delegat des d’un altre defensor, ni està basat en lleis ordinàries. Constitueixen una part del bloc constitucional. Aquest es el cas d’alguns defensors de les regions autònomes avui a Espanya. Referint-me al que succeeix avui, en part presentat en l’estudi de l’IReR, trobem en primer lloc el cas paradigmàtic de Bèlgica. Coexisteixen dos Ombudsman estatals (un flamenc i un altre Waló) per controlar conjuntament l’administració estatal belga. Existeixen ombudsman específics per cada comunitat regional o nacional i lingüística, per controlar les seves corresponents administracions. Hi ha alguns ombudsman locals, essent els regionals els que exerceixen aquella potestat local quan no existeixen figures específiques. I tots ells es reuneixen per col·laborar en les seves tasques, respectant aquella distribució. A Àustria els membres de l’ombudsman estatal no entren a controlar cap dels lander que Rafael Ribó i Massó 75 tinguin el seu propi ombudsman. En el Regne Unit es donen unes estretes relacions de col·laboració entre l’ ombudsman parlamentari de Westminster i els parlamentaris de Gales i Escòcia, o el d’Irlanda del Nord. I tots ells participen en l’associació del Regne Unit i d’Irlanda (BIOA). Aquí, a Itàlia, és de sobres conegut que no existeix fins ara Defensor Nacional, i el contingut de l’esborrany de llei per la seva possible regulació manté l’especificitat dels defensors regionals. Entre aquests darrers funciona la figura de la coordinació. I també son freqüents les seves trobades. Els felicito pel procés que estan seguint, de baix a dalt, per definir un defensor a nivell nacional que sigui respectuós amb els ja existents. A l’Estat espanyol hi ha un defensor nacional i 12 defensors autonòmics. Es celebren un cop a l’any les jornades de coordinació entre tots ells. El defensor a escala estatal té competència per supervisar totes les administracions però els defensors autonòmics supervisen a la seva vegada les administracions de les seves respectives comunitats. L’Estatut de Catalunya estableix la facultat exclusiva del Síndic per controlar l’Administració de Catalunya, procurant-se a la vegada una fluida col·laboració entre el Defensor espanyol i el Síndic. El darrer estatut d’autonomia de Catalunya, aprovat al 2006, confereix al Síndic més poders. Els més importants són, més enllà de l’exclusivitat, la possibilitat de controlar les empreses privades que ofereixen serveis públics d’interès general, i el poder de plantejar davant el Consell de Garanties Estatutàries aquelles lleis del Parlament que, en opinió del Síndic, violen drets. El pronunciament del consell és vinculant pel Parlament. A més el Síndic es independent en la selecció del personal i en la confecció del seu pressupost. També té la possibilitat de presentar-se davant del fiscal per plantejar els casos d’aquelles administracions que no col·laboren amb les seves investigacions. A l’any 2007 les diverses administracions han acollit les nostres recomanacions en un 90% dels casos. En aquests, el Síndic havia verificat els fonaments de les queixes dels ciutadans. També existeixen exemples fora d’Europa, com els casos d’Austràlia i Canadà, o el que succeeix a Argentina on es coordinen el Defensor Nacional i els provincials, quedant reservat a aquests últims el control de les administracions de les seves províncies, a part de la funció global del nacional pel que afecta als Drets Humans fonamentals. El Principi fonamental a mantenir seria que la garantia dels drets i el corresponent control de l’administració dintre del marc de la bona administració també s’aplica a l’existència de diversos nivells d’Ombudsman. És important que es doni la màxima col·laboració i lleialtat institucional entre ells. Si hi ha un ombudsman regional depenent del Parlament regional, que legisla i desenvolupa els drets previstos en el nivell constitucional o estatutari, aquell és qui ha de controlar l’administració regional i retre comptes davant el Parlament. 76 ombudspersons in network De vegades, el sistema de repartició de competències entre administracions produeix situacions en que diverses instàncies intervenen sobre una mateixa matèria. De tal forma poden coincidir la competència de legislació estatal amb la competència d’execució per part de la regió autònoma. Per això, es important establir sistemes de coordinació i cooperació, de manera que existeixin canals directes entre les institucions. Per exemple, un ombudsman regional pot formular propostes de modificació normativa de lleis estatals a sotmetre al parlament estatal, demanant la participació de l’ombudsman estatal. En sentit contrari, es poden donar casos d’estudis generals per part de l’ombudsman estatal que puguin requerir la cooperació d’aquell regional perquè sol·liciti dades a la seva administració territorial o enviï informes per aquell estudi i així poder aconseguir una visió general de tot l’estat. S’ha d’estar atent per evitar la doble intervenció, la duplicació d’actuacions, donant preferència a la major proximitat de l’ombudsman regional al ciutadà, d’acord amb el principi de subsidiarietat. Aquest és, per exemple, el model europeu i el del Síndic a Catalunya. Així funcionen les nostres relacions amb la institució que avui presideix Nikiforos Diamandouros. El que estem duent a terme des de fa temps amb gran fluïdesa sempre que coneixem matèries que hauran de ser investigades per l’altra institució. Fa molt poc temps, per exemple, que hem col·laborat, en plena coherència amb la xarxa europea de defensors, en una investigació sobre el control d’un fàrmac sol·licitant un informe a la Comissió europea. Xarxa dins de l’àmbit regional i local A l’àmbit local avui es donen situacions molt diferents en els països europeus. En alguns d’ells fa temps que existeixen defensors locals en algunes ciutats. Els països que tenen més tradició d’això son Bèlgica, Itàlia, Holanda, i l’Estat espanyol, principalment Catalunya. Garantir els drets a nivell local no significa necessàriament crear defensors a totes les ciutats. L’existència del defensor local depèn de molts factors. En primer lloc s’ha de tenir en compte, com ja s’ha dit que l’autonomia local, de caràcter administratiu, que no es pot comparar a l’autogovern basat en un parlament amb potestats legislatives i possibilitat d’incidir en els DDHH. En segon lloc, i sobretot, s’ha de proporcionar la garantia de drets, amb total independència, superant tots els factors que la puguin condicionar. En una població de dimensió mitjana o petita pot ser difícil trobar la persona adequada que pugui gaudir de l’objectivitat i llunyania de relacions personals i professionals necessària. També s’ha de tenir en compte les possibilitats de les entitats locals per dotar de mitjans personals i materials al defensor, evitant tant sí com no la temptació d’acudir a funcionaris de la mateixa entitat local. Es per això que es poden establir uns paràmetres per ajudar en la decisió de crear aquella figura, a la vegada que les raons Rafael Ribó i Massó 77 adduïdes aconsellen en major mesura el treball de col·laboració i en xarxa amb defensors d’àmbits superiors. Per últim s’ha d’evitar la col·lisió d’interessos a l’exercici professional. A més, l’elecció de l’ombudsman regional es dona a través d’un ombudsman legislatiu parlamentari i amb lleis constitucionals i estatutàries que li confereixen competències sobre les administracions locals, podent-se donar una coincidència de funcions entre el regional i el local. És per això que l’existència de diversos defensors fa necessari buscar la millor fórmula per articular una xarxa de garantia de drets. La primera fórmula es la d’un acord entre el defensor regional i el defensor local; així es pretén evitar la superposició i poder coordinar les actuacions, sense duplicacions, clarificant en la fórmula de l’acord tota possible hipòtesi. També trobem una segona solució. A efectes de garantir els drets de les persones davant les administracions es pot donar també la figura dels convenis entre institucions de govern local i defensors de nivells superiors. La fórmula de l’acord directe del Poder Local amb el Defensor regional per tal que aquest exerceixi les funcions de defensor local de forma específica es dóna a Tirol, Àustria, i en certa forma al Regne Unit, i també l’estem implantant a Catalunya. En general, la proximitat i el respecte del principi de subsidiarietat afavoreix el tractament més directe i humà de les queixes. Al mateix temps, també es veritat que l’administració local, i per tant també els defensors locals, tenen sovint menys competències que els ombudsman dels nivells superiors pel que fa a la defensa dels drets de les persones. De tot això neix la necessitat encara més forta de col·laboració, de treball en xarxa entre els diversos nivells de defensors. El defensor d’una regió autònoma pot trobar l’ajut del defensor municipal per investigacions i queixes locals (es tracta també d’un ajut per simplificar la feina), mentre que el defensor municipal pot reforçar la seva posició gràcies a l’ajut del defensor de nivell superior. L’experiència catalana és la de la coexistència de l’Ombudsman regional i uns 40 Ombudsman locals, sobre una població de gairebé 8 milions d’habitants i amb 950 entitats municipals, de molt diverses mides. L’Estatut del 2006 ofereix al Síndic la possibilitat d’establir relacions amb els defensors locals. A Catalunya estem treballant amb les dues fórmules. El Síndic signa convenis de cooperació per establir la col·laboració amb els defensors locals, i a la vegada els signa amb entitats locals que prefereixen un conveni directe específic. La primera fórmula: acord de col·laboració entre els defensors En el cas d’una queixa sobre l’administració municipal que té defensor local, presentada al Síndic, s’aconsella al ciutadà d’acudir al defensor local. Queda clar que la decisió sobre qui ha d’intervenir en una queixa sobre competència municipal és de l’interessat. La voluntat es la garantia dels drets de les persones. Al mateix temps, el defensor local adreça 78 ombudspersons in network als interessats al Síndic quan es tracta de queixes sobre l’administració autonòmica. El defensor de Catalunya ofereix als defensors locals que així ho sol·liciten un constant assessorament jurídic, tècnic, i d’opinió sobre actuacions puntuals dels defensors locals. S’organitzen jornades de formació i treball conjunt. S’impulsa i difon la tasca del defensor local per part del defensor regional. En definitiva, el defensor català afavoreix i dóna suport a la tasca dels defensors locals. Les relacions i el treball en xarxa estan basats en dos principis molt clars: Primer: Com ha fet notar el defensor europeu, Diamandourous, el Síndic no coordina ni es una segona instància. Es tracta d’instàncies independents, que tenen la finalitat comú de la defensa dels drets de les persones. Segon: pel que fa al treball en xarxa, es tracta d’una relació de complementarietat. Aquí es produeix una combinació entre proximitat i llunyania, visió general i coneixement de l’entorn. Tot això redunda en benefici de l’interessat i del reforçament mutu. La segona fórmula, la del conveni entre l’administració local i el Síndic autonòmic Ha significat un pas més per enriquir les tasques de defensa dels drets en l’àmbit local. Malgrat la seva relativa profusió: molts municipis no tenen defensor local (més de 900 davant de 38). Es tracta també d’evitar defectes que poguessin néixer de la proliferació, especialment en municipis petits, on es pogués donar excessiva proximitat, excessius costos, i conflictes d’interessos. El conveni, afavorit també per les Diputacions provincials i l’associacionisme municipal, permet donar visions singulars de supervisió. Així s’arriba a tractar de forma singular les queixes i consultes del municipi, quan un municipi s’adhereix. Es presenta un informe anual. Es realitzen visites periòdiques de treball i col·laboració amb les autoritats locals. Crec que al Tirol, a Àustria i al Regne Unit s’utilitzen fórmules similars. Arribem ara a la realitat metropolitana. S’ha de precisar abans de res que local i metropolità no és la mateixa cosa. Podem parlar de defensors locals a les ciutats petites i mitjanes. Podem parlar de defensor metropolità en grans ciutats com Milà. Podem i hem de parlar d’àrees metropolitanes, més enllà dels límits d’una ciutat, que comprenen diverses ciutats sovint sense defensors específics. Milà i Barcelona tenen defensors específics. L’àrea metropolitana de Barcelona no en té. Només el Síndic Català pot fer investigacions al nivell de l’àrea metropolitana de Barcelona. La dimensió metropolitana de Barcelona ens posa problemes per l’absència d’una administració metropolitana específica, i constitueix un gran repte. El 70% de la població de Catalunya es concentra en el 7% del territori. Es dóna una gran especificitat de necessitats i possibles serveis. Rafael Ribó i Massó 79 Però es evident que hi ha unes temàtiques metropolitanes, com ara: Transport, Xarxa viària, Medi Ambient, Infraestructures, Urbanisme, que requereixen un tractament específic. Són temàtiques que engloben administracions locals diferents, i també a l’administració autonòmica. Però afecten a milions de persones que esperen el mateix tipus de servei, en els mateixos proveïdors, malgrat que resideixin en poblacions diferents. Des del 1987 que es produeix un procés de desaparició d’una existent corporació metropolitana, la qual ha estat substituïda per un conjunt d’entitats. Ara la realitat administrativa està molt més dispersa. Seria necessari, també a aquest nivell, un autèntic treball en xarxa. A Rotterdam, existeix el defensor local, que té la possibilitat d’intervenir directament a altres municipis. A Hong Kong l’ombudsman local és com un ombusdman regional. El síndic de Catalunya exerceix una funció metropolitana sobre diverses poblacions pel que fa a la realitat de servei i administracions. Sobre el territori metropolità el Síndic té convenis de col·laboració amb ciutats dotades de defensors locals com Barcelona, Badalona, Santa Coloma, i Sant Cugat, i també convenis sota la segona fórmula com per exemple el municipi de Sant Adrià. He de subratllar que existeix una col·laboració especial i específica entre la Síndica de Barcelona i el Síndic de Catalunya. És una relació molt positiva i de continu intercanvi d’experiències. És un intercanvi molt fluït. Per exemple, estem mirant de reforçar la nostra col·laboració sobre els problemes de l’anomenada “Llei de promoció de l’autonomia personal”. Estic segur que aviat obrirem noves dimensions de col·laboració sobre una realitat metropolitana en un àrea de més de 5 milions d’habitants. Relació de xarxa intraestatal i institucions i organitzacions a escala internacional Tot el treball de col·laboració esmentat dins de l’àmbit intraestatal es pot relacionar, de forma funcional, amb l’existència de xarxes impulsades per institucions oficials i organitzacions europees i internacionals. I ha de quedar clar, que en no existir jerarquia entre ombudsman, i sobretot amb la finalitat del bon treball, els ombudsman de l’àmbit intraestatal poden i han de col·laborar també dins d’aquestes xarxes sense cap prevenció davant d’una anacrònica visió del Dret Internacional que els hi ho impedís. Això es així primer a la Unió Europea. Com s’ha dit existeix una xarxa de defensors europeus, a l’entorn del titular de la institució de la Unió Europea. El Defensor europeu també observa una clara delimitació competencial i només intervé en els temes que afecten a l’administració comunitària. Es duen a terme seminaris d’intercanvis de coneixements i bones pràctiques. Al seminari que es va celebrar a Londres el 2007 s’hi va elaborar una declaració dels ombudsman de 80 ombudspersons in network la UE per poder explicar millor als ciutadans de la UE funcions dels defensors i del defensor UE. Existeix una Xarxa de defensors nacionals i Regionals, i la relació entre ambdues amb un representant dels regionals present a les reunions dels nacionals, com ara es produirà ara a Xipre. Es podria pensar en una fórmula similar pels defensors locals. En segon lloc respecte al Consell d’Europa El Comissari de DH està activant la funció de promoure el coneixement i respecte dels drets humans als 47 Estats membres del Consell d’Europa. L’estratègia del comissari es la de col·laboració amb les institucions d’Ombudsman dels Estats membres del Consell en relació amb els mecanismes de protecció dels drets humans a Europa, en particular el Tribunal Europeu de Drets Humans (TEDH). En l’Informe provisional del grup de savis al Consell de Ministres de 2006, sobre l’efectivitat dels mecanismes del TEDH s’hi esmenta de forma expressa la col·laboració entre el Comissari i les institucions d’Ombudsman com instrument útil per contribuir a l’efectivitat del TEDH en general i en particular a la solució del col·lapse de casos que pateix actualment el TEDH. Les formes de col·laboració (exposades a la taula rodona d’Atenes) serien: - Circuits d’intercanvi d’informació entre el Comissari i els Ombudsman - Formació en les institucions d’Ombudsman sobre la jurisprudència del TEDH - Divulgació de criteris d’admissibilitat - Suport en l’execució de sentències - Detecció de problemes sistemàtics en els països respectius. Per a això s’avança cap a la creació d’una xarxa de persones de contacte en totes les institucions d’ombudsman i de Comissions Nacionals de Drets Humans. L’objectiu es facilitar la interlocució i l’intercanvi d’informació entre les institucions i el Comissari de Drets Humans. En tercer lloc les UUNN: Últimament s’ha signat el Protocol Facultatiu de la Convenció contra la Tortura i Altres Tractes o Penes Cruels, Inhumanes o Degradants. El seu objectiu es establir un sistema de visites periòdiques a càrrec d’òrgans internacionals i nacionals independents als llocs en què es troben persones privades de la seva llibertat, amb la finalitat de prevenir la tortura i d’altres tractes o penes cruels, inhumanes o degradants. S’emmarca en el Subcomité per la prevenció de la tortura del Comitè contra la Tortura, que desenvoluparà les seves funcions en el marc de la Carta de les Nacions Unides. Aquest Subcomitè i els Estats Part cooperaran en l’aplicació del Protocol. Cada Estat Part establirà un o diversos Mecanismes Nacionals de Prevenció. The Association for the Prevention of Torture –APT- assenyala que en cada país es pot identificar organismes o institucions ja existents que podrien adequar-se per assumir les funcions que assenyala el Protocol, i entre ells destaca a les institucions d’Ombudsman o Defensories del Poble. Rafael Ribó i Massó 81 En aquests casos es posa de manifest: - Les organitzacions internacionals i els ombudsman tenen un potencial molt alt de formes de col·laboració fins ara no explorades. - Les organitzacions són formades per Estats però tenen els seus òrgans de govern i es extraordinàriament convenient que no només es relacionin amb els governs centrals sinó també amb tot el complex institucional. - Les institucions d’ombudsman, des de la seva independència, mitjançant la seva feina directa en defensa dels drets, poden coadjuvar i fins i tot complir directament les comeses d’aquestes organitzacions. La Xarxa amb Organitzacions d’ombudsman L’organisme d’Ombudsman de major dimensió es l’IOI (International Ombudsman Institute) que opera a escala mundial i per capítols continentals. Celebrarà a la seva Assemblea mundial 2009 el 200è aniversari de la creació de l’Ombudsman suec, la primera figura contemporània. La seva importància rau en la possibilitat d’intercanvi d’informació, en la contribució a l’expansió de l’ombudsman, en els estudis que es promouen sobre l’Ombudsman, en les publicacions i en la gestió de fons documentals, entre d’altres. En aquesta direcció va el macro estudi comparat de tots els ombudsman europeus, dirigit des de la Universitat de Viena, promogut per l’IOI-Europa. L’IOI Europa afavoreix la col·laboració i ajuda a altres institucions. Per exemple el suport que es va donar a l’Ombudsman d’Eslovènia en el cas roman. Manté una estreta relació amb la Xarxa de Defensors europeus. Els membres de l’IOI van prendre part també en el Seminari d’Atenes i en la reunió d’Estrasburg, coincidint amb la reunió i la implicació de la junta directiva de l’IOI Europa amb la X Taula rodona d’Ombudsman europeus i el Comissari de Drets Humans del Consell d’Europa. L’IOI a escala mundial està iniciant la col·laboració del Comitè de Nacions Unides sobre els drets de la infància. L’objectiu es promoure l’establiment de mecanismes de defensa de la infància en els països on no n’hi ha. També està en contacte amb l’EOI per aproximar posicions i treballar conjuntament a nivell d’executives de cara a una major interdependència. Existeixen altres xarxes d’Ombudsman. Entre elles assenyalaré l’ENOC. Una xarxa específica dedicada als drets dels menors. Ara mateix està treballant en xarxa per la participació en l’elaboració de la declaració sobre institucions independents de drets humans per a la infància, presentada en la Sessió especial sobre infància a l’ONU. Organitzacions que contribueixen al treball en xarxa dels defensors des de temàtiques específiques són la FIO, l’AOMF, i el naixent àmbit de retrobament de defensors de la 82 ombudspersons in network Mediterrània. Un exemple de tot això en el món de la realitat internacional el trobem avui en aquesta reunió a Milà. Avui aquí els que estem presents hem d’establir relacions amb xarxa entre defensors de diversos nivells, abans de res en un sentit bilateral. Però també és possible i necessari fer-ho amb un sentit multilateral sobre una mateixa realitat geogràfica, com serà l’assemblea de l’IOI Europa de 2010 a Barcelona, sobre el tema de la societat oberta i els drets dels immigrants. Com també ho és la relació entre Espanya i Itàlia, com entre el centre i el sud d’Europa. La proposta és la d’anar assenyalant àrees temàtiques de treball i d’intercanvi entre estats europeus caracteritzats per una descentralització política legislativa (UK, Àustria, Alemanya, Bèlgica, Itàlia i Espanya). Conclusions Les meves conclusions es podrien resumir de la següent forma: - Es necessari el treball en xarxa dels ombudsman a tots els nivells. - Els ombudsman han de treballar en xarxa establint les sinergies necessàries per fer més eficient i eficaç el treball que ha de garantir el respecte de les administracions públiques pels drets dels ciutadans. - No es tracta de reafirmar competències ni d’entrar en una lluita per controlar més, sinó de coordinar-se per guanyar en eficàcia. - El treball en xarxa pot servir també perquè els Ombudsman col·laborin amb institucions que tenen com a funció la defensa de drets a nivell internacional. - Les organitzacions internacionals d’ombudsman, com l’IOI de màxim exponent, permeten una major col·laboració i intercanvi d’experiències. - També s’ha d’explorar i potenciar el treball a xarxes socials i amb col·legis professionals, associacions, fundacions, organitzacions governamentals i altres entitats. Agraeixo de nou al Dr. Barbetta per la invitació a aquesta trobada, a l’IReR per l’estudi esplèndid, i a tots vostès, per haver escoltat el meu pobre italià. Gràcies i bon treball. Rafael Ribó i Massó 83 84 la difesa civica in rete la difesa civica in rete Donato Giordano difensore civico della regione lombardia e coordinatore della conferenza nazionale dei difensori civici regionali e delle province autonome In Italia, i difensori civici stanno attraversando un periodo connotato sia da segnali positivi sia da arretramenti e criticità. In particolare a livello regionale, si osserva che alcune Regioni hanno rafforzato il difensore civico, altre al contrario lo hanno soppresso. Ugualmente, nel rapporto con i media: alcune importanti testate giornalistiche hanno criticato il difensore civico, altre hanno pubblicato ampi articoli sulle competenze della difesa civica. È quindi molto importante che i difensori civici cooperino sia per scambiare informazioni ed esperienze sia per avere rapporti migliori con il Parlamento e il sistema dei media. La Conferenza dei Difensori civici regionali e delle Province autonome si è impegnata molto per ottenere una legge statale sul difensore civico. In Parlamento è stato presentato un progetto di legge con contenuti utili, firmato dai rappresentati della maggioranza e dell’opposizione. Il nostro sforzo comune dovrà concentrarsi per giungere al più presto alla sua approvazione, facendo comprendere ai politici che i difensori civici non vogliono fare né i politici né i dirigenti: il loro ruolo è di tutelare i cittadini, agevolando i rapporti con la burocrazia. In questo modo si aumenta la fiducia nei confronti sia delle amministrazioni sia dei suoi amministratori. Donato Giordano 85 Saluto e ringrazio il collega Alessandro Barbetta per aver organizzato questo incontro, il Professor Nikiforos Diamandouros, nostro coordinatore europeo, l’Assessore Pillitteri che rappresenta qui il Comune, il Presidente Talia, tutti i colleghi intervenuti, i relatori e tutti i presenti in sala. Signore e Signori, io cercherò di fare una breve analisi della difesa civica italiana articolata in tre momenti per dire a che punto siamo con la difesa civica in Italia, quale percorso stiamo compiendo e, soprattutto, qual è l’obiettivo, dove vogliamo arrivare? Se provassi a pensare a come potrebbe essere rappresentata attraverso un’immagine la difesa civica italiana nel panorama delle istituzioni pubbliche, e l’idea che l’opinione pubblica italiana può essersene fatta, io la rappresenterei così: come un ribollire sommesso, una leggera increspatura di bolle che salgono alla superficie e danno l’idea che in uno specchio d’acqua, apparentemente ferma, si nasconde qualcosa di vitale. C’è chi non ne ha mai sentito parlare, chi la conosce ma in definitiva non sa bene cosa fa un difensore civico e chi invece conosce il difensore civico, sa che ci sono situazioni in cui può essergli di aiuto, spesso, come noi sappiamo, con soddisfazione. Di certo, non possiamo ritenerci soddisfatti della posizione così scarsamente rilevante che ancora oggi, nonostante sia maggiormente diffusa, la difesa civica occupa nel panorama delle istituzioni pubbliche. Una collocazione spesso ambigua, connotata da chiari e scuri, in penombra. Troviamo da un lato, un crescente interesse da parte degli organi di stampa, intorno alla figura del difensore civico e alle sue funzioni e dall’altro attacchi più o meno fondati a persone che ne ricoprono l’incarico. Ci sono zone d’Italia in cui la difesa civica è diffusa in modo capillare, è attiva, promuove incontri, si organizza, come nella nostra regione, e zone in cui il panorama è assolutamente desolante quanto a presenza. Le stesse amministrazioni regionali, in totale autonomia legislativa, favoriscono, tollerano, ignorano o eliminano la difesa civica dalle loro organizzazioni. In alcune amministrazioni regionali la figura del difensore civico è stata riempita di contenuti e nuove competenze che ne aumentano lo spessore tanto da caratterizzarla qualitativamente fino ad avvicinarla alla figura dell’ombudsman come è conosciuta a livello internazionale. Ne hanno parlato fin qui i colleghi che mi hanno preceduto. E’ recentissima ad esempio, e la voglio citare perché è tra l’altro presente in sala il collega Animali, l’istituzione dell’Ombudsman regionale delle Marche che accorpa le figure di Difensore civico, Garante dei detenuti e Garante dell’infanzia. Parimenti bisogna riconoscere l’istituzione in Lombardia, attraverso la nuova legge statutaria, del difensore regionale che accorpa in sé le funzioni di tutela degli interessi dei cittadini all’interno dei procedimenti regionali, come pure di tutela dei detenuti, contribuenti, pensionati, consumatori e utenti. Da segnalare inoltre, la recente costituzione della Consulta lombarda per la sanità con l’inclusione del difensore civico regionale nella segreteria tecnica quale garante dei diritti dei cittadini. All’estremo opposto, troviamo poi amministrazioni che sono prive di difensore civico da 86 la difesa civica in rete anni, o addirittura non lo hanno mai previsto, fino alla situazione paradossale, già citata dal Professor Diamandouros, del Friuli Venezia Giulia che, con una lunga e proficua tradizione di difesa civica, decide di farne a meno e lo abolisce con un collegato al bilancio. Il panorama è quindi quanto mai vario. In sede di Conferenza nazionale è sempre più sentita l’esigenza di dibattere e confrontare comunemente i problemi della difesa civica. E’ avvertita con forza la necessità di scambiarsi informazioni sulle modalità e anche sulle possibilità operative dei difensori civici, perché ad alcuni difensori sono attribuite competenze e poteri che altri purtroppo non hanno: ad esempio, al personale dipendente dalla Regione Lombardia è consentito, nel caso di controversie, rivolgersi al difensore regionale; il personale, invece, del Comune di Milano non gode dello stesso diritto perché la competenza sul personale dell’ente è espressamente preclusa al difensore comunale. E’ così un po’ in tutta Italia. Inoltre, alcune competenze ai difensori civici mancano del tutto: non esistendo il difensore civico nazionale, ci sono interi settori dell’amministrazione statale totalmente sottratti all’ambito di intervento della difesa civica. E la stessa discrepanza di competenze la troviamo anche confrontando la realtà nazionale con quella internazionale, dove l’Italia non è mai presente con un difensore civico nazionale che la rappresenti, ma con il Coordinatore della Conferenza nazionale, che certamente rappresenta la difesa civica italiana, ma il cui ambito di intervento ristretto ne sminuisce l’incisività. Tra l’altro, il difensore civico nazionale è un istituzione che sia l’Unione europea che il Consiglio d’Europa chiedono espressamente, quale parametro di democraticità, ai nuovi Stati che chiedono l’ingresso nelle loro organizzazioni: l’Italia è tra i Paesi fondatori di entrambe e ne è tuttora priva. Le conseguenze dannose di questa difesa incompiuta alla fine ricadono sui cittadini, discriminati due volte nella possibilità di valersi delle garanzie di questo istituto, all’interno dei confini nazionali e all’esterno. La disomogenea distribuzione territoriale diventa un ulteriore elemento di difficoltà per i difensori civici che operano in maggiore isolamento. Le reti di collegamento, come i Coordinamenti regionali, Il Coordinamento delle città metropolitane, i Coordinamenti provinciali, costituiscono quindi un modo per tessere un sistema di relazioni in cui non solo è possibile trovare una soluzione a molti dei problemi che i difensori civici incontrano, ma anche individuare efficacemente gli spazi nel tessuto sociale in cui l’azione del difensore civico si inserisce più convenientemente, nella pienezza delle proprie funzioni e possibilità. Mi è piaciuta molto l’immagine suggestiva che il Professor Hirsch, Presidente della Corte costituzionale tedesca e oggi Difensore civico della sicurezza sociale tedesca, ha usato nell’ultimo incontro dei difensori civici regionali degli Stati dell’Unione europea a Berlino, incontro svoltosi sotto l’egida del Mediatore europeo, il Professor Diamandouros e del Presidente della commissione delle petizioni di Berlino, Hillenberg, che colgo l’occasione per ringraziare per l’ottima organizzazione. Il Professor Hirsch ha usato, per delineare gli ambiti e le possibilità di intervento degli ombudsmen, un’immagine veramente suggestiva, definendo il corpo delle leggi di uno Stato, che ormai regolano quasi ogni aspetto delle relazioni e dei rapporti tra le diverse componenti della società, sia pubbliche che private, come una sinfonia: le note in sequenza, e i diversi strumenti ne esprimono la trama, Donato Giordano 87 ma perché la sinfonia sia tale è necessario che le parti dell’insieme siano collegate con un’unica armonia. Questo è ciò che può fare il difensore civico: armonizzare e collegare le diverse parti dell’insieme delle leggi, laddove nella trama si trovano buchi, spazi troppo ampi ed elementi mal collegati. Definisce bene il ruolo di mediazione che il difensore ha nel comporre le controversie, non autoritativamente come è nel potere dei giudici, ma senza imposizione, aiutando le parti a venirsi incontro e trovare un accordo. Questo è quanto i difensori stanno già facendo, sia a livello nazionale, che internazionale, come testimonia anche l’incontro di oggi. Ma per rendere più certa e sicura l’azione del difensore civico, sia come strumento di mediazione, che come sollecitatore nei confronti di amministrazioni inerti o imprecise, è necessario definire in modo chiaro i rapporti tra difesa civica e istituzioni di provenienza e tra difesa civica e amministrazione della giustizia. Ad esempio, io penso che, sfruttando nel modo più vantaggioso possibile le particolari caratteristiche che questo istituto può esprimere nella prevenzione dei contenziosi, si potrebbe intervenire con la mediazione per risolvere controversie non solo tra privato e pubblico, ma anche tra privato e privato esercente di servizi di pubblica utilità, consentendo alle parti di trovare un accordo extragiudiziario più celere e meno oneroso rispetto al ricorso alla giustizia ordinaria, senza tralasciare l’indubbio beneficio che anche quest’ultima ne trarrebbe dallo sfoltimento dei ricorsi normalmente giacenti nei tribunali. Del resto, sono convinto che lo strumento della mediazione, con regole precise e formalizzate dalla legge, in futuro potrà rappresentare un’utilissima risorsa per la risoluzione di quelle controversie di vicinato, di famiglia originate dai rapporti tra privati cittadini che frequentemente oggi finiscono nelle aule di giustizia. Per fare però questo passo in più, che consentirebbe alla difesa civica di sviluppare compiutamente tutto il suo potenziale, nella mediazione e nella risoluzione delle controversie extragiudiziarie, è fondamentale e urgente, l’approvazione di una legge quadro nazionale, che preveda anche l’istituzione del difensore civico nazionale. Il progetto di legge esiste, è condiviso dalla Conferenza nazionale dei Difensori civici, è firmato da esponenti politici degli schieramenti di maggioranza e minoranza, ed è stato assegnato alla I Commissione Affari Costituzionali della Camera il 7 ottobre. Probabilmente non potrà essere approvato entro quest’anno per i vincoli strettissimi imposti dalla legge di finanziaria, ma l’auspicio, che ho condiviso anche con il Presidente della Commissione, Donato Bruno, con la quale siamo in contatto costante, è che nell’arco del prossimo anno possa diventare legge dello Stato. La prassi della difesa civica, e l’impostazione sottesa al progetto di legge, dovrebbe infine garantire alla classe politica che la difesa civica non intende affatto sostituirsi alla politica stessa, ma, rendendo più scorrevoli e lineari i rapporti con i cittadini, contribuisce a rafforzare la fiducia complessiva, non solo nelle amministrazioni, ma anche negli amministratori. Grazie. 88 la difesa civica in rete ombudspersons in network Donato Giordano regional ombudsman of lombardy and coordinator of the national conference of ombudsmen The Italian ombudspersons are living now a period characterized both by positive events and alarming withdrawals worth criticizing. This peculiar situation is especially visible as far the regional level of ombudspersons is concerned: some Regions have improved and strengthened the institution of their ombudsperson, some, on the contrary, have abolished it. The same thing may be noticed in the relationships established with the media: some important papers have criticized the institution of the ombudsperson, some have published detailed articles about its competences. Thus, it appears to be essential for the ombudspersons to cooperate, both in order to exchange information, experience and practices and to establish better relationships with the Parliament and the media. The Italian Conference of Ombudsmen for Regions and Autonomous Provinces devoted itself to obtain a law on the national ombudsman. A bill signed both by coalition and opposition MPs was recently presented at the Italian Parliament. We should now focus our effort on a quick approval of this bill. To do so, we should make the politicians understand that the ombudspersons don’t have any aspiration to act neither as politicians nor managers: their role is to defend citizens by making their relationship with the Public Administration easier. This way they contribute to increase the citizens’ trust in the Administration and the administrators. Donato Giordano 89 I would like to greet and thank Mr. Barbetta for having organized this meeting, Mr. Diamandouros, our European coordinator, Mr. Pilliteri, who represents here the Town Council, Mr. Talia, the colleagues who took the floor today, all the participants and people present in this room. Ladies and Gentlemen, I will focus my brief analysis of the protection of citizens’ rights by the ombudsperson on the following points: what is the current situation with regard to the ombudspeople and their action; what are the possible developments; and last, but no least, what is the goal we want to achieve. If I had to give a somehow allegoric image of the civic rights protection in Italy with the political institutions in the background, an image very close to what people may have perceived, I would speak about a soft ferment, a light wavelet of bubbles that comes up to the surface and lets you think that hidden under a mirror of water, apparently still, there is something vital. There are people who never heard about it, who have heard about it, but don’t know what does exactly an ombudsman do, and those who know about the existence of such organ, that it works efficiently and that there are situations when it may be of help. However, we can’t feel satisfied about the current position that the ombudsperson has among other public institutions: even if more widespread than before, the kind of citizens’ rights protection that the ombudsman represents isn’t enough yet. Often an ambiguous position, a mix of dark and light, in penumbra. On one hand, there is a constantly growing interest among the media for the ombudsperson’s figure and its action, on the other, there are more or less relevant criticisms towards the people who hold this office. There are Italian regions, like Lombardy for instance, where the ombudsperson is present, active, promotes meetings and conferences, organizes well his activity… and there are regions where the situation is critical. Regional administrations support, tolerate, ignore or abolish the institution of the ombudsperson in complete legislative autonomy. Some regional administrations filled up the ombudsperson’s figure with contents and new competences; this made the ombudsperson of these regions qualitatively similar to the ombudsman as it is known on the international level. The colleagues who took the floor before me treated already this issue. For instance, I would like to mention the recently created regional Ombudsman for the region Marche, an organ that incorporates the functions of Civic Rights Protector, Detainees Guarantor and Childhood Guarantor – by the way, Mr. Animali, who was nominated to this function, is present here today. Likewise, I would like to mention the institution the regional statute of the Ombudsman for Lombardy, who incorporates the functions of civic rights, detainees, taxpayers, retired, consumers and use protector, as well as the recent establishment of the Lombard Health Council with the regional Ombudsman – as guarantor of citizens’ rights – included in the technical office, has to be mentioned. On the opposite side we have administrations which never had a regional ombudsman, 90 ombudspersons in network or even never thought of having one; this tendency culminates with the paradoxical situation – already mentioned by Mr. Diamandouros – of Friuli Venezia Giulia: this region with a long experience of citizens’ rights protection decided suddenly to do without the regional ombudsperson and abolished this institution. Thus, the backdrop is particularly varied. The National Conference of Ombudsmen feels constantly the need to debate and face together the problems posed by the reality of citizens’ rights protection. At the same, there is also a strong necessity to share information on methods and operative possibilities that the ombudspersons have: for instance, in cases of controversy, the staff of the administration of Lombardy can turn to the regional Ombudsman; on the other hand, the staff of Milan’s City Council cannot do the same, as it is an exclusive competence of the municipal Ombudsman. The situation is similar in the whole country. Furthermore, the ombudspeople lack of some essential competences: as there is no national Ombudsman in Italy, there are entire sectors of the national public administration that are somehow “safe” from an independent citizens’ rights protection. Thus, similar problems emerge when confronting our national reality with the international level, where Italy is never represented by a national ombudsperson, but by the Coordinator of the national Conference of Ombudsmen for Regions and Autonomous Provinces: he certainly does represent the Italian ombudspeople, but his incisiveness is limited by his limited competences. Moreover, the institution of a national ombudsperson, considered in this case a measure of democracy, is an expressly requested condition that must be fulfilled by all the States that apply to join the European Union or the Council of Europe: Italy is among the founding States of both institutions and still does not have one. Hence, Italian citizens are discriminated twice by the lack of this institution, both at the national and international level. The inhomogeneous territorial distribution is another problem that Italian ombudspeople have to face, especially those who operate in more isolated regions. Cooperation networks, such as the regional, provincial and city Co-ordinations, are an effective way to create a system of relationships which not only may help to face common problems, but may facilitate the identification of where in the society the ombudsperson’s action is more needed. During a recent encounter of European regional ombudspeople in Berlin – an encounter promoted by Mr. Diamandouros, the European Ombudsman, and Mr. Hillenberg, President of the Berlin’s Complaints Commission – Mr. Hirsch, President of the Constitutional Court of Germany and current German Ombudsman for Social Safety, said something I liked very much: that the law system, which nowadays fixes nearly every aspect of the social reality (both public and private relationships), may be compared to a symphony. He meant that the notes in the score and the various instruments used to play those notes express the plot, must for the symphony to be a symphony be connected by a single harmony. The harmony is what the ombudsperson should do – connect different elements of the legal framework, especially where the plot has holes, too long rests and never connected elements. This metaphorical description illustrates well the role that the ombudsperson has in handling the controversies, not in an authoritative way, as the judges do, but without imposi- Donato Giordano 91 tion, helping the actors to understand each other and find a compromise. This is exactly what the ombudspeople do, both at the national and the international level, as today’s conference confirms. However, in order to make the ombudsperson’s action more certain and secure, both as a tool of mediation and an organ that may give an impulse to idle or inaccurate administrations, it is necessary to give a clear definition of the relationships between the ombudperson and the law administration. I think for instance that by making optimum use of the ombudsperson’s competences in prevention of litigations we can intervene with mediation to solve controversies not only between private and public subjects, but also between private person and private dealers of services of public utility. This would help the parts find a compromise outside of the tribunals, which is a quicker and chepear way to solve problems; the tribunals would also benefit from this situation. A propos, I am convinced that in the future the instrument of mediation, with accurate rules formalized by law, will be essential for solving controversies between neighbours, family members and so on , all controversies that today must be handled by a judge. However, in order to make this important step forward, a step that would develop the ombudsperson’s potential to its fullness, the institution of a National Ombudsperson is necessary. The Bill in Parliament treating this matter exists and is strongly supported by the national Conference of Ombudsmen for Regions and Autonomous Provinces. Moreover, it was signed by MPs both of the majority party and from the opposition and since October the 7th it is examined by the Parliament’s First Commission for Constitutional Affairs. Due to strict limitations imposed by the budget the bill in question will not be approved by the end of this year; both me and the President of the Commission, Donato Bruno, are hoping that it will be done by the end of next year. Before finishing this speech I would like to remind to the politicians that the ombudsperson can never act as their substitute, nor intends to interfere into their competences. On the contrary, the ombudsperson makes the relationships with the citizens simpler and contributes to strengthen the compressive trust towards the administration and the administrators. Thank you. 92 ombudspersons in network la difesa civica in rete Ullrich Galle ombudsman della renania-palatinato e presidente dell’eoi pean ombudsman institute - euro- Il rispetto dei diritti dei cittadini è una delle basi della democrazia. Garantire sempre meglio la tutela dei diritti, segnatamente migliorando l’efficacia dell’azione dell’ombudsman, significa quindi proteggere e migliorare la democrazia. Creare reti internazionali di collaborazione e scambio di buone pratiche tra difensori civici è uno dei modi migliori per potenziare la difesa civica. Per raggiungere questo obiettivo si possono fare varie cose, ad esempio: dati gli interessi e i problemi comuni di alcune aree confinanti, è utile impegnarsi nella cooperazione transfrontaliera, come si fa da tempo nell’euroregione Saar-Lor-Lux; bisogna cercare di includere nella reti i difensori civici settoriali, come quelli per l’infanzia o per il settore bancario; è necessario sostenere lo sviluppo della difesa civica nei nuovi Stati-membri dell’UE, dove l’attività attiene ancora alla protezione dei diritti umani fondamentali; infine la cooperazione dovrebbe essere estesa ai Paesi non comunitari, come la Svizzera. L’European Ombudsman Istitute, fondato in Austria nel 1988 e oggi costituito dagli ombudsman di 47 Paesi, sta operando su questi fronti e accoglie con entusiasmo la creazione di una nuova rete tra gli ombudsman metropolitani, con i quali si augura di poter collaborare a vantaggio di tutti gli ombudsman e di tutti i cittadini europei. Ullrich Galle 93 Signore e Signori, innanzitutto vorrei ringraziare per l’invito al convegno di oggi, che trae spunto dalla presentazione dei risultati della ricerca “Difesa civica nelle aree metropolitane europee ” dell’Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia (IReR). Sono lieto di avere la possibilità di parlare oggi in qualità di Difensore civico della Regione Renania-Palatinato e di Presidente dell’Istituto europeo dell’Ombudsman (EOI). E’ con grande entusiasmo, e lo dico anche a nome dei miei colleghi e colleghe, che sono qui presente oggi. Il tema di cui parleremo - difesa civica in rete ed esperienze nelle reti già esistenti - è un tema molto importante, che mi sta particolarmente a cuore. Ritengo il progetto di ricerca, i cui risultati saranno esposti quest’oggi, molto significativo e sono sicuro che l’obiettivo, vale a dire l’apprendimento di buone pratiche e il rafforzamento della collaborazione, sarà raggiunto. Trovo particolarmente interessante il fatto che la predisposizione di criteri di benchmark consenta nuove pratiche comparative, e che sulla base di questi risultati potranno essere tratte conclusioni significative anche per la nostra attività individuale. Lo studio rappresenta quindi un punto di svolta e un grande arricchimento per tutti i difensori civici, in particolare quelli municipali. Dall’inizio della mia attività, e cioè dal 1 gennaio 1995, ho sempre ritenuto che i tre livelli di difesa civica, locale, regionale e nazionale siano essenziali e complementari, perché solo questa triade consente di offrire una piena tutela dei diritti dei cittadini. In particolare, i difensori civici municipali, a mio parere, costituiscono un’indispensabile servizio di tutela sul piano locale. I cittadini sono i destinatari diretti dei provvedimenti dell’amministrazione locale. Questi provvedimenti possono riguardare una concessione edilizia respinta, l’ampliamento di una strada, quale scuola o asilo il proprio figlio debba frequentare, eccetera. In virtù della sua prossimità al cittadino e all’amministrazione, il difensore civico locale ha la possibilità di agire in favore del cittadino direttamente in loco e nella piena consapevolezza delle prassi locali. Sono lieto che il dottor Alessandro Barbetta, Difensore civico per la città di Milano, abbia commissionato un progetto di ricerca così importante per il settore della difesa civica, e a lui, dunque, voglio rivolgere un particolare ringraziamento, proponendogli inoltre la pubblicazione dei risultati nella collana Varia, curata dall’EOI. I risultati presentati sono infatti di estrema importanza. Nel contempo vorrei anche sottolineare che - e mi riferisco particolarmente alla situazione attuale in Germania - è del tutto inconsueto che un tale incarico di ricerca venga preso in considerazione in un periodo in cui si sente sempre più spesso parlare di “casse vuote” e di delicata situazione reddituale. Questo è il motivo per cui sono particolarmente lieto che il progetto sia stato portato a termine e che i suoi risultati siano presentati oggi. Secondo la mia opinione, l’investimento risulta importante non solo per la città di Milano e per suoi cittadini, ma, dati i risultati ottenuti e l’importanza del progetto, per tutta la difesa civica europea. Questo investimento contribuisce alla tutela dei cittadini e al rafforzamento della democrazia. Ora vi chiedo: cosa può essere più importante di questo obiettivo? Ringrazio quindi, ancora una volta, tutti coloro che hanno sostenuto, promosso e condotto 94 la difesa civica in rete il progetto di ricerca. Mi auguro che l’evento di oggi rappresenti il primo passo per l’avvio di una nuova rete per lo scambio di informazioni, dialogo e collaborazione tra i difensori civici delle grandi città europee. Per il momento vi posso solo dire che accolgo con entusiasmo ogni possibile sviluppo del progetto e che sono già da ora molto lieto, anche a nome dei miei colleghi e colleghe, della collaborazione con voi. Come Presidente dell’EOI sostengo la creazione e l’ampliamento delle reti di difesa civica; questo vale sia per i difensori civici locali, regionali e nazionali, sia per la collaborazione transfrontaliera. Da quando ho assunto l’incarico di Difensore civico della Renania-Palatinato e poi di Presidente dell’EOI, ho cercato di perseguire queste finalità. In proposito ritengo opportuno menzionare una aspetto particolare. La Renania-Palatinato ha sviluppato rapporti di cooperazione molto stretti nell’ambito dell’euroregione Saar-LorLux, che comprende i territori di alcune regioni confinanti (Saarland, Lorena e Lussemburgo). Lo scopo di questa rete è, tra gli altri, contribuire allo sviluppo di un modello europeo di [euro] regione. Sono particolarmente lieto del fatto che anche il Mediatore europeo, Nikiforos Diamandouros, che saluto con affetto, abbia partecipato ad uno degli incontri organizzati da questa rete, che ha avuto luogo a marzo. In ogni caso, dato il contesto di prossimità territoriali e di scambio transfrontaliero, i problemi tendono ad essere comuni e per questo lo scambio di esperienze risulta particolarmente importante. Molto è stato fatto in questo senso e molto potrà essere fatto per i cittadini che riscontrano problemi in quest’area geografica. Un modello di cooperazione simile è presente della Renania del Nord e cioè nell’area geografica che comprende la Renania-Palatinato, il Baden-Württemberg, diversi dipartimenti francesi e cantoni svizzeri. Sappiamo tutti che le questioni transfrontaliere sono assimilabili un po’ ovunque. Grazie alla collaborazione transfrontaliera dei difensori civici di questi territori è stato possibile aiutare i cittadini con più efficacia. Prima di passare al punto seguente vorrei aggiungere di essere molto lieto di aver trovato nella direzione dell’EOI un interlocutore per i difensori civici municipali, Migiel Van Kinderen, Ombudsman della città di Rotterdam e di altre dieci della regione, che purtroppo oggi non ha potuto presenziare all’incontro. Quando si parla di scambio di esperienze tra difensori civici, non bisogna però dimenticare anche i numerosi difensori civici settoriali, come per esempio gli ombudsman per il settore bancario e dell’assicurazione o per l’infanzia e per il malato, ed è opportuno pensare ad un loro coinvolgimento. In quanto Difensore civico della Regione RenaniaPalatinato sono, tra gli altri, in contatto con l’Ombudsman della Cassa di Risparmio della mia Regione. Infatti, anche in un sistema di banche private con una serie di competenze proprie come quello tedesco ci sono dei possibili punti di contatto. Vi faccio un esempio. Immaginiamo un cittadino che prende un mutuo bancario per acquistare una macchina di 20.000 euro. A volte può capitare che il personale agli sportelli si trattenga una parte dei soldi e così il nostro cittadino riceve nella busta solo 19.000 euro. Ecco, grazie alla Ullrich Galle 95 collaborazione del difensore regionale con l’ombudsman settoriale si è in grado di tutelare anche i diritti di questa persona. Di esempi di questo tipo potrei citarne molti; resta il fatto che si tratta di una collaborazione importante e, appunto per la sua importanza, duratura. In considerazione di una sempre maggiore interconnessione tra il diritto pubblico e privato e del passaggio a soggetti privati di attività una volta pubbliche, è mia intenzione coinvolgere anche questo tipo di istituzioni di tutela nello scambio di esperienze e nelle reti di collaborazione in esame. Si tratta di uno stimolo per i presenti qui oggi e di un obiettivo comune per il futuro. Ora vi chiedo: cosa c’è di più importante che imparare ogni giorno qualcosa di nuovo? Scambio di esperienze significa appunto ampliare le proprie conoscenze e imparare qualcosa di nuovo. Lo scambio di esperienze tra difensori civici contribuisce alla continua scoperta di nuovi modi e mezzi per proteggere i diritti umani e i diritti fondamentali dei cittadini. Le reti di difesa civica dovrebbero servire, inoltre anche allo scambio di personale e di tirocinanti. Solo così si possono sviluppare a pieno i vantaggi della rete di difesa civica a favore dei cittadini. Il nostro lavoro quotidiano ci stimola, specialmente in un contesto di globalizzazione, ad imboccare nuove strade. E’ importante che in futuro si scoprano nuove vie, dal momento che le condizioni esterne evolvono costantemente e bisogna reagire ai cambiamenti politici e sociali. E’ decisivo dunque uno scambio continuo tra tutti coloro che nel proprio lavoro quotidiano si impegnano a favore dei diritti umani. Solo così possiamo accogliere e garantire le sfide future, mantenendo attiva la difesa civica. In proposito, penso ad esempio alle nuove democrazie dell’est europeo – se ne è già parlato in questa sede e mi viene in mente il seminario Challenges to Human Rights and Freedoms tenuto a Kiev nell’aprile di quest’anno, dove avevo già affrontato questa problematica. Ho avuto la possibilità di congratularmi personalmente con la mia collega Nina Karpatschowa, Difensore civico per i diritti umani al Parlamento ucraino e membro direttivo dell’EOI, per il decimo anniversario dalla fondazione della loro istituzione. L’EOI, di cui sono Presidente dallo scorso anno, offre possibilità di collaborazione tra strutture di difesa civica e possibilità di apprendimento reciproco. Sin dalla mia entrata in carica, ho sempre cercato di rafforzare i contatti con le istituzioni europee, con la Commissione per le petizioni del Parlamento europeo, con il Mediatore europeo e naturalmente anche con tutti i difensori civici europei. A mio parere però, e vorrei sottolineare questo punto, sarebbe molto importante riuscire a creare nuove basi per la collaborazione tra l’EOI e l’Istituto Internazionale dell’Ombudsman (IOI). Colgo qui l’occasione per salutare il Vice Presidente della sezione europea, Rafael Ribó i Massó, che è anche Difensore civico della Catalogna. In quanto Presidente dell’EOI mi sono messo in contatto con vari esponenti dell’IOI, ho parlato per esempio con il dottor Peter Kostelka, Presidente della sezione europea dell’IOI, proprio per promuovere una più stretta collaborazione tra le due istituzioni e della possibile creazione di una rete di collegamento. Credo che stiamo davvero cominciando a percorrere la strada giusta. Tutti possiamo contribuire ad un miglioramento costante della 96 la difesa civica in rete situazione, ma per farlo dobbiamo cercare di collaborare sempre più strettamente. Gli ambiziosi obiettivi dell’EOI - organizzazione di diritto austriaco fondata nel 1988 come sviluppo dell’Accademia Europea dell’Ombudsman e che oggi è un’associazione a tutti gli effetti, composta da ben 117 istituzioni di difesa civica in 47 Paesi del continente europeo e da numerosi singoli cittadini - sono stati stabiliti nello statuto stesso dell’istituto. Tra questi obiettivi ritroviamo la diffusione e la promozione della cultura di difesa civica, la promozione del sostegno della comunità scientifica a favore delle strutture di difesa civica, così come l’approccio scientifico al trattamento dei quesiti relativi alla difesa civica e ai diritti umani a livello nazionale, europeo e internazionale. In riferimento alla realizzazione di questi obiettivi, sono da mettere in evidenza i convegni e le conferenze organizzate dell’EOI che sono finalizzati in gran parte proprio allo scambio di esperienze e bisogna inoltre ricordare che l’EOI detiene la più voluminosa raccolta di dati, rapporti e informazioni nel settore della difesa civica in Europa. Sono lieto che così tanti colleghi italiani siano membri dell’EOI e che la proposta di eleggere la mia stimata collega Burgi Volgger, Difensora civica della Provincia autonoma di Bolzano, a Vice Presidente dell’EOI sia stata accolta. Naturalmente esistono anche altre reti utili allo scambio di esperienze. Sono a conoscenza dell’esistenza di tali reti in Spagna, Italia, Francia, Belgio, Svizzera e Germania. Per noi ombudsman lo scambio reciproco di esperienze è indispensabile, tanto quanto la diffusione della difesa civica a livello europeo. Vorrei qui sottolineare quanto io sia favorevole alla partecipazione al continuo dibattito sulla difesa civica dei nostri colleghi svizzeri, sebbene la Svizzera non faccia parte dell’Unione europea. Il contributo della Svizzera è fondamentale, dato che questo paese si trova al centro dell’Europa ed ha soprattutto un sistema di difesa civica molto elaborato ed affinato. A questo proposito vorrei rivolgermi direttamente al collega Giordano dichiarando ufficialmente il mio sostegno al tentativo di creare in Italia un difensore civico nazionale, figura che manca anche in Germania e per la cui nomina mi sto battendo. Devo poi aggiungere che, per quanto riguarda la difesa civica, l’Italia ha assunto un ruolo trainante in Europa, evidenziato da un grande numero di difensori civici a livello regionale e locale. L’istituzione del difensore civico italiano sarebbe una prosecuzione del tutto logica. Allo stesso tempo vorrei però esprimere il mio rammarico per il fatto che nel Friuli Venezia Giulia l’ufficio di difesa civica è stato abolito. In questo modo si è compiuto un passo nella direzione sbagliata, si è adottata una decisione che va contro la tutela dei cittadini e rappresenta una sconfitta per la democrazia. Ho comunicato la mia opinione al Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ribadendo che, in qualità di rappresentante di tutti i difensori civici membri dell’EOI, ritengo questa decisione inadatta alla situazione attuale. A prima vista mi sembra che si scontri con l’idea di creare un difensore civico nazionale ed inoltre si pone in diretta contrapposizione con lo sviluppo europeo ed internazionale. In particolare ho espresso l’auspicio che la decisione venga rivista e che venga tentata una soluzione alternativa. Come Presidente dell’EOI e Difensore civico della Renania-Palatinato, mi schiero per tutta la durata del mio incarico a favore della diffusione della difesa civica in tutta Europa, com- Ullrich Galle 97 presi i Paesi dell’est europeo. Mi auguro in particolare di coinvolgere nella collaborazione gli ombudsman dell’est Europa, che si battono quotidianamente per i diritti dei cittadini. Per le cosiddette “nuove democrazie europee” l’istituzione di un difensore civico è una condizione fondamentale per l’ingresso nell’Unione Europea e nel Consiglio d’Europa. Anche nei Paesi dell’Europa dell’est la creazione di istituzioni di difesa civica deve essere sostenuta con ogni mezzo. I difensori civici si impegnano infatti a favore dei cittadini e del rispetto dei diritti umani. La loro azione si colloca nell’ambito della salvaguardia dei diritti fondamentali, che non verranno mai garantiti a sufficienza. Voglio evidenziare che i colleghi dell’Est europeo hanno bisogno del nostro sostegno. In molti Paesi la difesa civica è ancora nella fase iniziale e si occupa soprattutto di tutelare i diritti fondamentali dei cittadini, in particolare i diritti umani, in modo molto più evidente che altrove. Di conseguenza ritengo che dobbiamo impegnarci anche in questi Stati e ribadisco l’importanza fondamentale della cooperazione transfrontaliera che vale per tutte le regioni europee. Quando parliamo di reti non dobbiamo dimenticare di menzionare le indispensabili istituzioni di difesa civica europee e le diverse reti di collegamento europee. La carica di Mediatore europeo non poteva essere ricoperta da persona migliore che il mio collega Nikiforos Diamandouros, con il quale mi voglio congratulare per l’ottima collaborazione degli anni scorsi. Vorrei cogliere adesso l’occasione per rivolgermi direttamente al Mediatore. Nel corso di una dichiarazione comune dei difensori civici nazionali e regionali, sono state chiaramente illustrate, al cospetto del Mediatore europeo e della Commissione tedesca per le petizioni, le modalità di lavoro, le funzioni e gli obiettivi della rete europea di collegamento. Nello specifico, durante la dichiarazione è emersa l’importanza del carattere della comunanza della funzione, nonostante i diversi poteri e le diverse competenze dei difensori civici appartenenti alla rete. Per fare qualche esempio, tutti i difensori civici devono offrire al pubblico un servizio imparziale, efficace ed equo; la loro attività si basa sulla pratica della buona amministrazione, indipendentemente da tutte le differenze relative alla varietà della casistica in materia di violazione dei diritti, anche quelli umani e fondamentali, o ad altri comportamenti illegali, come la non osservanza dei principi fondamentali. La dichiarazione è quindi per me molto importante perché, nonostante tutte queste differenze, è stato possibile trovare un denominatore comune o, per così dire, una missione comune: assistere i cittadini e tutelare i loro diritti. La rete aiuta a colmare i divari esistenti e a gettare un ponte tra tutti coloro che si impegnano per i diritti umani. Tutti gli incontri, i dibattiti e le reti sono molto utili allo scambio di esperienze e conducono allo sviluppo di nuove idee e stimoli da utilizzare nella pratica quotidiana e in ambito delle reti di difesa civica. Per concludere, mi auguro che la crescita di tutte le istituzioni prosegua e si rafforzi in futuro. Vi ringrazio per l’attenzione e auguro a tutti un buon proseguimento. 98 la difesa civica in rete ombudspersons in network Ullrich Galle regional ombudsman of rheinland-pfalz and president of the european ombudsman institute (eoi ) Democracy is about, among other things, the respect of the rights of the citizens. Thus, to improve the protection of these rights, for instance by improving the effectiveness of the ombudsperson’s action, means to improve democracy. The best way to improve this effectiveness is to make the ombudspersons throughout the world collaborate by sharing best practices and useful information, and there is no better way to do so but working in cooperation networks. I would like to mention a few things we may do to constantly strengthen the networks: considering the existence and relevance of common interests and problems in neighbouring regions, focus should be put on the transfrontier cooperation, as for instance it has been done for years in the framework of euroregions such as SaarLorLux; special ombudspersons, such as the Ombudsman for Children or the Financial Ombudsman, should be involved in the networks; a particular attention should be given as well on the support provided to the ombudspersons operating in the new member-states of the EU, considering that they are mostly all at the beginning of their experience and they still have to put the focus mainly on the protection of human rights; last but not lest, the cooperation should be also extended to non-member states, such as Switzerland. Thus, the European Ombudsman Institute, established in 1988 in Austria and consisting of ombudspersons from 47 countries, is working on this issues and welcomes enthusiastically the creation of a new network between metropolitan ombudspersons, in the certitude of being able to cooperate to the benefit of all the European citizens. Ullrich Galle 99 Anrede, ich bedanke mich für die Einladung zu dem heutigen Treffen aus Anlass der öffentlichen Präsentation der Forschungsergebnisse „Ombudsleute im Umfeld von Metropolen“ und freue mich, als Bürgerbeauftragter des Landes Rheinland-Pfalz, aber auch als Präsident des Europäischen Ombudsmanns-Instituts, zu Ihnen sprechen zu können. Ich bin, auch im Namen meiner Kolleginnen und Kollegen, heute besonders gern nach Mailand gekommen, da das Thema über das ich sprechen werde – Ombudspersonen im Netzwerk bzw. Erfahrungen mit bestehenden Netzwerken - ein wichtiges Thema ist, das mir sehr am Herzen liegt. Darüber hinaus erachte ich auch das Forschungsprojekt, dessen Ergebnisse heute vorgestellt werden, als sehr bedeutsam und bin mir sicher, dass das Ziel, nämlich durch einen Vergleich die besten Verfahrensweisen zu erlernen und die Zusammenarbeit zu fördern, erreicht wird. Interessant finde ich dabei insbesondere, dass durch die Verwendung von benchmarking-Kriterien völlig neue Vergleichsmöglichkeiten eröffnet werden, anhand derer Ergebnisse Schlussfolgerungen auch für die eigene Tätigkeit gezogen werden können. Zudem stellt die Studie auch einen Denkanstoß dar und ist für alle Ombudsleute, insbesondere aber die für Ombudsleute auf kommunaler Ebene, ein großer Gewinn. Lokale Ombudsleute sind als Ergänzung zu den nationalen und regionalen Ombudsleuten notwendig und für einen umfassenden Schutz der Rechte der Bürgerinnen und Bürger unverzichtbar. Sie stellen ein Korrektiv auf lokaler Ebene dar. Die Menschen sind von den Entscheidungen lokaler Verwaltungen am unmittelbarsten betroffen. Dies kann eine verweigerte Baugenehmigung, ein Straßenausbau oder auch die Frage sein, welche Schule oder welchen Kindergarten ein Kind besuchen soll. Hier besteht für einen lokalen Ombudsmann wegen der unmittelbaren Nähe zu den Bürgerinnen und Bürgern, aber auch zu den Verwaltungen, die Möglichkeit, sich direkt vor Ort und in Kenntnis der örtlichen Verhältnisse am besten für die Bürgerin bzw. den Bürger einzusetzen. Ich freue mich, dass der Ombudsmann von Mailand, Alessandro Barbetta, das für das Ombudswesen so wichtige Forschungsprojekt in Auftrag gegeben hat und möchte ihm ausdrücklich dafür danken und ihm auch die Veröffentlichung als Varia des EOI anbieten. Die nun vorliegenden Ergebnisse sind von herausragender Bedeutung für das Ombudswesen. Gleichwohl - und das möchte ich auch betonen - ist es angesichts vieler „leerer Kassen“ und der oftmals angespannten Haushaltslage nicht selbstverständlich, dass solche Forschungsaufträge überhaupt in Erwägung gezogen werden. Aus diesem Grund ist es umso erfreulicher, dass am heutigen Tag die Ergebnisse eines solchen Projekts vorgestellt werden können. Es handelt sich dabei meines Erachtens um eine gute Investition. Die Investition zahlt sich nicht nur für die Stadt Mailand und ihre Bürgerinnen und Bürger aus, sondern wegen der gewonnenen Erkenntnisse und der Bedeutung des Projekts auch für das gesamte 100 ombudspersons in network Ombudswesen in Europa. Damit, meine Damen und Herren, dient sie letztlich auch dem Schutz der Rechte der Bürgerinnen und Bürger und damit einer Stärkung der Demokratie und ich frage Sie: was kann wichtiger sein als das? Aus diesem Grund danke ich nochmals allen, die dieses Projekt unterstützt, gefördert und letztlich durchgeführt haben. In der Einladung zu dieser Veranstaltung steht, dass die heutige Veranstaltung ein erster Schritt bzw. ein Vorschlag für ein neues Netzwerk für den Informationsaustausch, den Dialog und die Zusammenarbeit unter Ombudsleuten, die in großen europäischen Städten aktiv sind, sein soll. Ich kann nur sagen, meine Damen und Herren, dass ich eine solche Entwicklung sehr begrüße und mich, auch im Namen meiner Kolleginnen und Kollegen, schon jetzt auf eine Zusammenarbeit mit Ihnen freue. Als Präsident des EOI unterstütze ich die Gründung und den Ausbau von Netzwerken zwischen den Ombudsleuten; das gilt sowohl für lokale, regionale und nationale Ombudsleute als auch für die grenzüberschreitende Zusammenarbeit, für die ich später noch Beispiele aufzeigen werde. Dementsprechend freue ich mich auch, dass mit meinem Kollegen, Miguel van Kinderen, Ombudsmann der Stadt Rotterdam, den ich hiermit herzlich grüßen möchte, ein Ansprechpartner für diese Angelegenheiten im Vorstand des EOI vertreten ist. Spricht man vom Erfahrungsaustausch zwischen Ombudsleuten sollten aber auch die zahlreichen Spezial-Ombudsleute, wie z.B. die Ombudsleute für das Bankenwesen und das Versicherungswesen, für die Patientinnen und Patienten sowie für die Kinder, nicht vergessen und vielleicht in den Austausch mit einbezogen werden. Ich stehe als Bürgerbeauftragter des Landes Rheinland-Pfalz z.B. unter anderem in Kontakt mit dem Schlichter der rheinland-pfälzischen Sparkassenorganisation und ich kann nur sagen, dass sich diese Zusammenarbeit bereits über einen langen Zeitraum bewährt hat. Im Hinblick auf die immer weitere Verzahnung der Rechtsmaterien, die teilweise auch privatwirtschaftlichen Tätigkeiten der öffentlichen Hand und die zunehmende Wahrnehmung ehemals öffentlicher Aufgaben durch private Unternehmen ist es meines Erachtens erforderlich, auch diese Ombudsmann-Institutionen mit in den Erfahrungsaustausch mit einzubeziehen. Vielleicht ist dies eine kleine Anregung an die hier Anwesenden und ein Ziel für die Zukunft. Ich frage Sie, was gibt es wichtigeres für den Menschen als jeden Tag etwas Neues zu lernen? Erfahrungen austauschen heißt, selber Erlerntes weiterzugeben und dabei selbst etwas Neues zu lernen. So trägt der Erfahrungsaustausch zwischen den Ombudsleuten dazu bei, dass immer wieder neue Wege und Mittel gefunden werden, die Bürgerinnen und Bürger in ihren Grund- und Menschenrechten zu schützen. Für unsere tägliche Arbeit lernen wir, neue Wege zu beschreiten. Dass in Zukunft weitere neue Wege gefunden werden müssen, ist wichtig, da sich die äußeren Gegebenheiten ständig verändern und auf den Wandel von Politik und Gesellschaft reagiert werden muss. Entscheidend dafür ist ein immer fortwährender Austausch all derjenigen, die sich in ihrer täglichen Arbeit für die Rechte anderer Menschen einsetzen. Nur so können wir den Ullrich Galle 101 Herausforderungen der Zukunft begegnen und sicherstellen, dass das Ombudswesen zukunftsfähig bleibt. Dies wurde auch im Rahmen einer im April dieses Jahres stattgefundenen Veranstaltung in Kiew zum Thema – Modern Challenges to Human Rights and Freedoms – von mir hervorgehoben. Ich hatte dort unter anderem die Möglichkeit, meiner Kollegin Nina Karpatschowa, Ombudsfrau für Menschenrechte beim Ukrainischen Parlament, die zugleich Vorstandsmitglied des EOI ist, zum 10. Geburtstag ihrer Institution zu gratulieren. Netzwerke sollten aber über den bloßen Austausch von Erfahrungen hinaus auch dem Austausch von Personal, Praktikanten und Informationsschriften dienen. Nur so können die Vorteile von Netzwerken im Sinne der Bürgerinnen und Bürger auch voll ausgeschöpft werden. Eben diese Möglichkeit der Zusammenarbeit der Ombudsmann-Einrichtungen und damit auch die Möglichkeit des gegenseitigen Voneinander-Lernens bietet das Europäische Ombudsmann-Institut, dessen Präsident ich seit letztem Jahr bin. Seit meinem Amtsantritt setze ich mich z.B. für verstärkte Kontakte zu den Europäischen Institutionen, dem Petitionsausschuss des Europäischen Parlaments sowie dem Europäischen Bürgerbeauftragten, aber auch zu allen Ombudsleuten in Europa ein. Die ehrgeizigen Ziele des EOI als sog. NGO, dass derzeit 117 Ombudsmanninstitutionen in 47 Ländern Europas und zahlreiche Einzelpersonen vertritt und 1988 in der Rechtsform eines Vereins als Nachfolgeinstitution der Europäischen Ombudsmann-Akademie gegründet wurde, wurden in den Vereinsstatuten festgelegt. Dazu gehören unter anderem die Verbreitung und Förderung der Ombudsmann-Idee, die wissenschaftliche Unterstützung in- und ausländischer Ombudsmann-Einrichtungen sowie die wissenschaftliche Behandlung von Menschenrechts- und Ombudsmannfragen im nationalen, europäischen und internationalen Bereich. Hervorzuheben sind aber auch die vom EOI veranstalteten Tagungen und Konferenzen, die in ganz besonderem Maße dem oben genannten Erfahrungsaustausch dienen. Nicht unerwähnt bleiben sollte auch, dass das EOI die umfangreichste Daten-, Berichts- und Informationssammlung im Bereich des Ombudswesens in Europa vorhält. Es freut mich, dass es im EOI so viele italienische Kolleginnen und Kollegen gibt und dass meinem Vorschlag, meine geschätzte Kollegin Burgi Volgger zur Vizepräsidentin des EOI zu wählen, entsprochen wurde. Darüber hinaus gibt es natürlich noch andere Netzwerke, die dem Erfahrungsaustausch dienen. Ich weiß von Netzwerken in Spanien, Italien, Frankreich, Belgien, der Schweiz und Deutschland. Die Bedeutung des Erfahrungsaustauschs ist für uns Ombudsleute ebenso unverzichtbar wie die Verbreitung des Ombudswesens in Europa. Insofern unterstütze ich auch sehr das Bestreben Italiens, einen nationalen Ombudsmann für ganz Italien zu schaffen, der uns in Deutschland leider noch fehlt und für dessen 102 ombudspersons in network Schaffung ich mich seit jeher einsetze. Erwähnt werden sollte in diesem Zusammenhang auch, dass Italien im Bereich des Ombudswesens durchaus eine Vorreiterrolle in Europa einnimmt. Ich möchte deshalb an dieser Stelle ausdrücklich mein Bedauern darüber zum Ausdruck bringen, dass in der Region Friaul-Julisch Venetien beschlossen wurde, den Volksanwalt abzuschaffen. Ein solcher Schritt ist meines Erachtens ein Schritt in die verkehrte Richtung und stellt eine Entscheidung gegen die Bürgerinnen und Bürger dar und ist eine Aushöhlung der Demokratie. Als Präsident des EOI und als Bürgerbeauftragter des Landes Rheinland-Pfalz setze ich mich bereits während meiner gesamten Amtszeit dafür ein, dass sich die OmbudsmannIdee nicht nur in meinem Heimatland Deutschland, sondern vielmehr auch in ganz Europa weiter verbreitet. Dabei ist es mir ein besonders wichtiges Anliegen, dass zum Beispiel auch gerade in den neuen Demokratien Osteuropas Ombudsleute eingesetzt werden, die sich für die Rechte der Bürgerinnen und Bürger einsetzen. Insofern hat mich der Gedanke, dass in der Region Friaul-Julisch Venetien beschlossen wurde, den Volksanwalt abzuschaffen, sehr beschäftigt. Ich habe dem Präsidenten der Autonomen Region deshalb mitgeteilt, dass ich diesen Schritt, der meines Erachtens folgenreiche Auswirkungen haben wird, für nicht zeitgemäß halte und ihm meine Bedenken dazu dargelegt. Insbesondere habe ich auch die Hoffnung geäußert, dass die getroffene Entscheidung noch einmal überdacht und eine andere Lösung gefunden wird. Denn Volksanwälte wie Ombudsleute setzen sich für die Rechte der Bürgerinnen und Bürger ein und damit auch für die Menschenrechte. Es ist also ein Bereich besonders existentieller Rechte betroffen, die meines Erachtens nicht genug geschützt werden können. Wie gesagt, ich erachte die Entscheidung für nicht zeitgemäß. Dies gilt zum einen im Hinblick darauf, dass diese Entscheidung im Gegensatz zu der Absicht der Schaffung eines nationalen Volksanwalts für ganz Italien steht. Zum anderen ist die Entscheidung nicht mehr zeitgemäß, weil sie im direkten Widerspruch zu einer europa- bzw. weltweiten Entwicklung steht. Viele internationale Organisationen fördern die Ombudsmannidee überall auf der Welt. Für die sogenannten „neuen Demokratien Europas“ ist die Einrichtung einer Volksanwaltschaft Bedingung für den Beitritt zur Europäischen Union oder zum Europarat. Gerade auch in den Ländern Osteuropas wird die Schaffung von solchen Institutionen wie einem Menschenrechtsbeauftragten oder Ombudsmann mit allen Mitteln gefördert, da die herausragende Bedeutung dieser Institution für den Schutz der Menschenrechte erkannt wurde. Auf die bestehenden Netzwerken zurückkommend erwähne ich das IOI, dessen VizePräsidenten der europäischen Sektion, Rafael Ribo i Masso, zugleich Ombudsmann der Region Katalonien, ich in diesem Zusammenhang ausdrücklich grüßen möchte. In jüngster Ullrich Galle 103 Vergangenheit wurden Gespräche zwischen mir und dem Präsidenten des Europa-Direktoriums des IOI, Dr. Peter Kostelka, geführt, um eine engere Zusammenarbeit zwischen beiden Institutionen zu bewirken und damit eventuell auch eine Vernetzung zu schaffen. Aber auch weitere Netzwerke zeugen von der Bedeutung einer gemeinsamen Arbeit für die Rechte der Bürgerinnen und Bürger. Zu erwähnen ist etwa die grenzüberschreitende Zusammenarbeit des Netzwerks der Bürgerbeauftragten in der Großregion Saar-Lor-Lux. Ziel dieses Netzwerks ist es unter anderem, dazu beizutragen, den Grenzraum zu einer erfolgreichen europäischen Modellregion weiter zu entwickeln. Es hat mich besonders gefreut, dass auch der Europäische Bürgerbeauftragte Nikiforos Diamandouros, den ich hiermit herzlich grüße, an einer Tagung des Netzwerks im März letzten Jahres teilgenommen hat. Ein weiteres Netzwerk steht kurz vor seinem Abschluss und zwar das am Oberrhein, wobei die Schweiz selbstverständlich nicht vergessen wird. Sie liegt im Zentrum Europas und muss auch schon aus diesem Grund Teil des Netzwerks sein. Spricht man aber Netzwerken, so darf auch nicht versäumt werden, die unverzichtbare Institution des Europäischen Bürgerbeauftragten und dessen Europäisches Verbindungsnetz der Bürgerbeauftragten zu erwähnen. Das Amt des Europäischen Bürgerbeauftragten könnte durch keinen Besseren ausgefüllt werden als durch meinen Kollegen Nikiforos Diamandouros, bei dem ich mich auf diesem Wege für die gute Zusammenarbeit in den vergangenen Jahren bedanken möchte. In einer gemeinsamen Erklärung des aus nationalen und regionalen Bürgerbeauftragten und Ombudsleuten, dem Europäischen Bürgerbeauftragten sowie den Petitionsausschüssen in Deutschland bestehenden Verbindungsnetzes werden Arbeitsweise, Funktion und Zweck des Verbindungsnetzes sehr anschaulich verdeutlicht. Insbesondere werden in der Erklärung trotz der unterschiedlichen Zuständigkeiten und Befugnisse der dem Netzwerk angehörenden Ombudsleute die Gemeinsamkeiten hervorgehoben, so z.B. dass alle Ombudsleute der Öffentlichkeit eine unparteiische, wirksame und gerechte Dienstleistung anbieten und dass ihr Tätigwerden trotz aller Unterschiede in der Regel auf der Verletzung von Rechten, auch Menschen- und Grundrechten, oder anderem gesetzeswidrigen Verhalten sowie der Nichtbeachtung der Grundsätze einer guten Verwaltungspraxis beruht und dass die Dienstleistung eines Bürgerbeauftragten jeder Frau und jedem Mann frei zugänglich sein soll. Meine Damen und Herren, ich finde, die Erklärung ist deshalb so wichtig, weil trotz aller Unterschiede ein „gemeinsamer Nenner“ bzw. ein gemeinsames Ziel, nämlich den Menschen zu helfen und ihre Rechte zu schützen, formuliert werden konnte. Das Netzwerk hilft Unterschiede zu überbrücken und Brücken zu schlagen zwischen all denen, die sich für die Rechte der Menschen einsetzen. Warum europäische grenzüberschreitende und internationale Zusammenarbeit so wichtig ist, verdeutlicht bereits all das, was sich in den letzten Jahren getan hat. Ich möchte 104 ombudspersons in network beispielhaft die Erweiterung der EU nennen, die dazu geführt hat, dass viele osteuropäische Länder zu Mitgliedsstaaten geworden sind. Länder, die aufgrund ihrer teilweise nicht unproblematischen Vergangenheit in Fragen der Bürger- und Menschenrechte nicht immer den Standard der übrigen EU-Staaten aufweisen und in denen das Petitionsrecht und das Ombudswesen hier und da vielleicht noch „in den Kinderschuhen“ steckt. All die Veranstaltungen, Gespräche und Tagungen und auch die Netzwerke dienen in besonderer Weise dem Erfahrungsaustausch und führen damit letztlich auch dazu, neue Anregungen und Ideen für die tägliche Tätigkeit und die Netzwerke aufzunehmen. Mir ist sehr - und das zum Schluss - an einem weiteren Zusammenwachsen aller Institutionen gelegen und dass das so weiter geht. Ich danke Ihnen für Ihre Aufmerksamkeit und wünsche der Veranstaltung noch einen guten Verlauf. Ullrich Galle 105 Pillar Malla i Escofet Anne Seex Karla Blomme Simon Matthijssen seconda sessione L’EFFICACIA DELLA DIFESA CIVICA TRA BUONE RELAZIONI E BUONE REGOLE Afternoon session THE EFFECTIVENESS OF OMBUDSMAN BETWEEN GOOD RELATIONSHIPS AND GOOD REGULATIONS 108 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole introduzione / introduction Lorenza Violini professore di diritto costituzionale presso la facoltà di giurisprudenza dell’università degli studi di milano Grazie al dottor Barbetta ed agli organizzatori di questo convegno, che dà visibilità e diffusione al lavoro compiuto dal nostro gruppo di ricerca sulla difesa civica locale. Il tema di questa nostra seconda sessione - l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole - rispecchia a grandi linee quello che si è individuato lavorando sulla difesa civica locale, che era appunto il focus del nostro lavoro. Buone relazioni, buone regole: certamente questa correlazione tra i due termini è una correlazione che va considerata attentamente, perché buone regole non ci possono essere se esse non fondano buone relazioni e se queste buone relazioni poi a loro volta non costituiscono il feedback rispetto alle regole. Null’altro forse nel panorama istituzionale è l’emblema di questo rapporto bi-direzionale quanto il difensore civico, che ha una grande efficacia nella misura in cui è capace di instaurare buone relazioni. Infatti la dimensione regolatoria in quest’ambito è certamente, come tutti sappiamo, importante, ma non costituisce il cuore, il motore vero e proprio dell’attività dei difensori civici. Tutto ciò molto brevemente detto, lascio la parola a Pilar Malla i Escofet, che è l’Ombudswoman della città di Barcellona, ringraziandola per aver accettato il nostro invito e per quanto ci dirà su questo tema. I would like to thank Mr. Barbetta and the organizers of this convention which gives visibility to the research on the local ombudsman done by IReR. The subject of our afternoon session, that is the effectiveness of Ombudspersons between good relationships and good regulations reflects somehow what we have singled out during our work. Good relationships, good regulations: the correlation between these two terms should be considered attentively, as good regulations cannot exist if they do not give a basis for good relationships and if these good relationships, in turn, cannot be regarded as a feedback on the regulations. Among the institutions, the ombudsman is perhaps the most emblematic for this bi-directional relationship: he can be of effectiveness only if he is able to establish good relationships. Having briefly said this, I give now the floor to Pilar Malla i Escofet, Ombudswoman for the city of Barcelona. Thank you for having accepted our invitation and for what you are going to tell us on the subject of the session. Lorenza Violini 109 110 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole Pilar Malla i Escofet ombudswoman della città di barcellona Gli ombudsman delle municipalità catalane collaborano con il Difensore civico regionale sulla base di regole sancite nello Statuto regionale e agiscono in attuazione della Ley Municipal y de Régimen Local del Parlamento de Cataluña. Queste norme definiscono la missione del difensore civico e le modalità della sua azione. Sono sanciti i compiti di tutela del difensore civico a fronte delle segnalazioni dei cittadini e la funzione preventiva del difensore civico stesso, per evitare che vengano posti in essere dall’amministrazione norme o provvedimenti lesivi dei diritti dei cittadini. Il difensore civico deve quindi avere una buona competenza giuridica, ma ciò non basta. L’efficacia dell’intervento del difensore civico non deriva solo dal richiamo all’applicazione delle norme di legge. Il difensore civico può ottenere risultati solo attraverso la costruzione di buone relazioni con gli organi politici e burocratici dell’amministrazione pubblica. A Barcellona, nei primi quattro anni di attività del Difensore civico municipale, è stato possibile costruire buone relazioni. Il Difensore civico ha assunto prestigio e raccolto la fiducia di cittadini e amministratori. Da qui sono derivati i vantaggi per i cittadini sia attraverso la risoluzione di singoli casi sia attraverso la promozione di interventi dell’amministrazione a tutela di particolari categorie di cittadini. Pilar Malla i Escofet 111 Vorrei anzitutto ringraziare il dottor Barbetta per l’opportunità di partecipare a questo incontro. È un piacere per me essere qui tra voi in quanto Síndaca de Greuges de Barcelona, e cioè Difensore civico per la città di Barcellona. Il tema di questo incontro è molto interessante e ritengo che inquadri le basi dell’efficacia dell’ombudsman. La competenza giuridica e la capacità di mantenere dei buoni rapporti sono, a mio avviso, infatti due elementi indispensabili per raggiungere il nostro obiettivo: la difesa dei diritti fondamentali dei cittadini. Come risulta dal rapporto di ricerca dell’Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia (IReR) intitolato “Difesa civica nelle aree metropolitane europee”, che è d’altronde anche una delle ragioni dell’incontro odierno, l’istituto che rappresento è uno tra i più recenti di quelli presenti qui oggi. Infatti, nel periodo di svolgimento della ricerca, aveva solo due anni di vita ed attualmente si sta concludendo il nostro quarto anno di funzionamento. La nostra esperienza è quindi breve. Ciononostante posso affermare di essermi convinta in questi quattro anni dell’utilità e dell’efficacia della difesa civica. Esporrò i motivi di questa mia convinzione più avanti. Adesso vorrei parlare invece di alcuni aspetti che riguardano l’organizzazione dell’ufficio della Síndaca de Greuges de Barcelona. Secondo il rapporto di ricerca dell’IReR la Spagna sarebbe uno dei Paesi dove l’istituzione del difensore civico è più decentrata. Va detto tuttavia che questa figura ha una presenza importante a livello comunale soltanto in Catalogna, mentre la maggior parte dei municipi delle altre regioni spagnole ha delegato alle Comisiones de Sugerencias y Reclamaciones il compito di supervisione della pubblica amministrazione. Lo Statuto regionale della Catalogna del 2006 ha riconosciuto un ruolo ai difensori civici locali. L’art. 78, comma 4, dello Statuto stesso ne tratta in riferimento al Síndic de Greuges de Catalunya, e cioè dell’Ombudsman regionale della Catalogna, che ha competenze su tutto il territorio della Regione e con il quale i difensori municipali si possono relazionare in termini di collaborazione. Se quindi i rapporti con il Difensore civico regionale sono fondamentali e devono essere buoni - e nel nostro caso lo sono- anche i difensori civici locali tra loro possono, meglio devono, stabilire rapporti di cooperazione. In Catalogna e in particolare nella città di Barcellona, la funzione della difesa civica si sviluppa fondamentalmente in due ambiti: - La difesa individuale dei diritti dei cittadini nei confronti di presunti torti da parte del Comune Quest’obbligo di difendere il cittadino che si sente leso è previsto dalla Ley Municipal y de Régimen Local del Parlamento de Cataluña nel punto seguente: “La funzione del difensore civico è difendere i diritti fondamentali, nonché le libertà pubbli- 112 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole che dei cittadini e a questo scopo può controllare le attività dell’Amministrazione pubblica. Il difensore civico esercita le proprie funzioni con indipendenza e obiettività”. Questo è quindi il mandato prioritario del Síndic de Greuges. - La prevenzione generale, ossia la difesa delle garanzie dei diritti fondamentali di tutti i cittadini nei confronti di provvedimenti o omissioni del Comune La Síndica de Greuges de Barcelona non è infatti solamente un supervisore delle azioni già compiute dalla pubblica amministrazione: la sua missione è anche preventiva, secondo quanto stabilito nel regolamento del Síndic de Greuges in coerenza con la Carta de Salvaguarda de los Derechos Humanos en la Ciudad. La funzione di prevenzione ci consente di avvertire gli organi competenti del Comune dei rischi a cui possono essere esposti i cittadini relativamente a determinate norme o provvedimenti e anche dei rischi di esclusione che incombono su certi gruppi di cittadini cosiddetti “silenziosi”. Chi può rivolgersi al Difensore civico di Barcellona? Qualsiasi persona fisica o giuridica che vanti un interesse legittimo in relazione all’oggetto della lamentela. Soltanto reclami anonimi, quelli dove si avverte malafede o mancanza di fondamento e quelli che potrebbero comportare un danno ad un legittimo interesse di terzi non vengono presi in considerazione. Per facilitare al massimo l’accesso dei cittadini ai nostri servizi, offriamo varie vie di comunicazione, come colloqui personali, con o senza preavviso, l’invio di segnalazioni per posta ordinaria o elettronica, via web, attraverso gli uffici municipali di informazione al cittadino. Per farci conoscere meglio organizziamo inoltre periodicamente riunioni informative nei diversi quartieri della città e diffondiamo allo stesso tempo dépliant informativi. Per quanto riguarda il processo di trattazione delle segnalazioni, tre sono le modalità di intervento: la consulenza, la soluzione diretta e la soluzione per vie di rapporto. Consulenza. In questi casi il cittadino presenta una richiesta che si risolve con una consulenza o con l’orientamento verso i soggetti o le attività utili alla risoluzione del problema. Soluzione diretta. Quando una richiesta presentata da un cittadino riguarda argomenti già noti al nostro ufficio, il problema si risolve mediante un intervento diretto sulla base di precedenti e/o di documentazione fornita dall’interessato stesso. Soluzione mediante la richiesta di un rapporto all’ufficio competente. In questo caso, il più abituale, il regolamento prevede che si richieda un rapporto od una copia della pratica al dipartimento, organo od ufficio amministrativo di competenza. Questo rapporto Pilar Malla i Escofet 113 deve essere emesso entro quindici giorni a partire dalla data in cui l’organo municipale ha ricevuto la richiesta. Sottolineo però che molte volte questa scadenza non viene rispettata, il che ostacola il nostro lavoro, dato che ci vediamo costretti a sollecitare questo adempimento. In tal caso il nostro regolamento prevede che il Difensore civico possa pubblicare nella sua relazione annuale il fatto che determinati uffici ostacolano le sue funzioni. Si tratta a mio avviso di una misura efficace, dato che ai dirigenti e ai funzionari non piace comparire in tali circostanze nella relazione annuale del Difensore civico. Per tornare alla procedura: essa finisce con una decisione scritta dove si analizzano i fatti nel quadro della legislazione in vigore. La decisione finale è trasmessa al Sindaco e all’organo amministrativo competente. Ora, che conseguenze hanno le decisioni del Difensore civico di Barcellona? Certo, non possono modificare le norme amministrativi. In uno Stato di diritto modificare la legislazione in vigore spetta ad altr organi, secondo i meccanismi definiti dalle norme stesse. Questo non significa però che l’intervento del Difensore civico non abbia effetti pratici e concreti per il cittadino. Infatti, anche se il Difensore civico di Barcellona non può modificare le norme e i provvedimenti amministrativi, il regolamento prevede che possa formulare avvertimenti, raccomandazioni e suggerimenti, dopo aver fatto una valutazione neutrale e obiettiva delle circostanze relative ad ogni pratica. Di che cosa si tratta esattamente? 1. Un avvertimento è una richiesta di attenzione fatta dal Difensore civico ad un organo amministrativo quando si è verificato un danno morale o materiale ad un cittadino che secondo il Difensore merita una riparazione. 2. Nel caso di una raccomandazione il Difensore civico chiede alla pubblica amministrazione di correggere un modo di procedere per evitare nuove lamentele o per aumentare l’efficacia o la qualità dei servizi. 3. Un suggerimento infine è una proposta di soluzione migliore o alternativa di una determinata questione che si mette all’attenzione del responsabile del procedimento affinché la valuti. In questi casi si tratta spesso di segnalazioni che riguardano casi che di per sé sono legali e rispettosi delle norme ma che possono essere trattati meglio nell’ottica del cittadino. In definitiva si tratta di consigliare ciò che si considera buono, migliore, utile e opportuno. Gli avvertimenti, le raccomandazioni ed i suggerimenti del Difensore sono la vera e propria ragione di vita dell’istituzione. Si tratta di strumenti mirati per migliorare situazioni, anche gravi, messe in evidenza dallo studio di casi concreti, che meritano una considerazione attiva da parte dei responsabili comunali. 114 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole Una volta l’anno, il Difensore civico deve fare un resoconto dei propri risultati all’Assemblea plenaria del Consiglio comunale tramite una relazione annuale presentata pubblicamente. Inoltre, se lo ritiene necessario, il Difensore civico può anche presentare delle relazioni straordinarie e speciali. In queste sessioni pubbliche il Difensore espone il contenuto della sua relazione innanzi ai consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione. In merito ciascun gruppo politico può esprimere considerazioni. Poco si costruisce se si conoscono solo i problemi ma non si danno soluzioni. Nel rapporto annuale quindi non si racconta semplicemente il risultato delle azioni svolte per conoscere le posizioni divergenti dei cittadini, ma si propongono soluzioni dopo aver analizzato le cause dei problemi e accertato che un migliore scenario può effettivamente essere costruito. Si tratta più precisamente di soluzioni che possano soddisfare gli obiettivi di interesse pubblico e allo stesso tempo le aspirazioni dei cittadini. Come già detto prima, il Difensore può rendere pubblico che un certo dipartimento o organo ostacolano le sue funzioni, o non collaborano. Sia l’esperienza che abbiamo tratto da quattro anni di funzionamento che il titolo dell’incontro odierno mi hanno suggerito la seguente riflessione: in tutti i casi trattati è fondamentale fare un’inchiesta approfondita, capire la realtà nella quale si sta operando e relazionarsi correttamente con tutte le parti interessate. È tuttavia ugualmente essenziale che l’Amministrazione pubblica voglia prestar ascolto ai risultati dell’inchiesta e sia disponibile ad agire di conseguenza. Così dovrebbe essere sempre, però è anche vero che l’Amministrazione di una grande città è spesso molto complessa. Lo vorrei illustrare servendomi del caso di Barcellona. Il municipio di Barcellona ha un popolazione di 1.595.110 abitanti su una superficie di solamente 100,8 km2: la densità è dunque di 15.825 abitanti per km2. Barcellona è quindi una delle città europee con maggiore densità di popolazione; ne risultano specifiche difficoltà per quanto riguarda la gestione dei servizi pubblici. Dal punto di vista amministrativo la città di Barcellona è divisa in dieci distretti municipali. Una parte delle competenze sono decentrate territorialmente e altre sono accentrate in uffici funzionali. Nel governo della città intervengono cinque partiti politici, dei quali due fanno parte della coalizione al governo e tre sono all’opposizione. I due partiti che governano non formano la maggioranza e quindi si vedono spesso obbligati ad accordarsi con l’opposizione per approvare certe misure di governo o ordinanze comunali. In questa situazione molto complessa talvolta alcuni nostri suggerimenti sono stati accolti da un partito dell’opposizione e alla fine approvati in Consiglio. Per esempio, l’anno scorso il Difensore civico per la città di Barcellona aveva chiesto che il trasporto scolastico fosse Pilar Malla i Escofet 115 gratuito per i bambini di meno di dodici anni: sembrava che non ci dessero retta; poi invece il nostro suggerimento è stato approvato su richiesta di un gruppo dell’opposizione. In fin dei conti, a noi importa poco chi fa cambiare le cose, l’importante è che migliorino. Per tornare ad un quadro più generale, le questioni in cui il Difensore civico interviene sono molto varie: la casa, l’urbanistica, l’ambiente, l’accessibilità, il traffico, la questione delle biciclette, che è d’altronde molto spinosa e ci crea tantissimi problemi, la sicurezza cittadina, il mantenimento e l’uso dello spazio pubblico, le procedure amministrative, le attività economiche, le opere pubbliche, i rapporti di lavoro, l’immigrazione, l’infanzia, i disabili, i senzatetto, la prostituzione, ecc. L’efficacia immediata dell’istituto dipende quindi in primo luogo dalla qualità del lavoro svolto da parte del Difensore civico, ma anche del responsabile politico o amministrativo, visto che una volta emessa la nostra decisione, tutto dipenderà dalle scelte di chi procederà – se procederà – ad attuarla. A volte si tratta di ripensare il modello organizzativo, a volte di modificare, ad esempio, un capitolato d’appalto: ma la nostra efficacia consiste comunque e soprattutto nel proporre soluzioni fattibili e accettabili per tutte le parti. Ho menzionato prima due funzioni del Difensore civico di Barcellona: la funzione di difesa del cittadino nei confronti di un presunto danno e la così-detta “prevenzione generale”. Vorrei adesso fare qualche esempio significativo. Uno di questi riguarda la raccolta di rifiuti solidi urbani che di solito si fa di sera per evitare di ostacolare il traffico. In questi quattro anni abbiamo ricevuto molte segnalazioni da parte di cittadini che erano disturbati nel sonno notturno dal rumore dei camion, cosa che attenta al loro diritto alla salute e alla tranquillità. Di conseguenza abbiamo presentato in questi anni delle considerazioni che facevano riferimento alla necessità di trovare un equilibrio fra l’efficienza della gestione e il diritto al riposo dei cittadini e nel 2006 abbiamo fatto una raccomandazione molto concreta: che fosse riveduto l’orario della raccolta del vetro, il rifiuto la cui raccolta è più rumorosa. Questa raccomandazione è stata ascoltata e la raccolta del vetro oramai si fa solamente durante il giorno. Un altro esempio riguarda gli aiuti alla refezione scolastica. Partendo da una segnalazione ricevuta, ci siamo resi conto dell’insufficienza degli aiuti stanziati dalla città di Barcellona per coprire i costi della refezione scolastica nelle scuole. Quest’anno sono stati aumentati i soldi pubblici per la refezione scolastica ed è stato preso l’impegno che nessun bambino rimanga escluso. Lo studio obiettivo dei casi concreti ha consentito che in varie situazioni si modificassero decisioni amministrative ed è stato rilevante nel caso di responsabilità patrimoniale del Comune ossia quando vi erano danni provocati dal funzionamento dei servizi pubblici oppure dei cittadini erano stati privati del loro diritto di udienza o quando una richiesta di indennizzo era stata rifiutata perché la compagnia privata di assicurazioni non era favorevole. 116 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole Negli esempi citati la decisione del Difensore civico di Barcellona è stata utile alla soddisfazione degli interessi concreti del cittadino che aveva sporto denuncia, ma non sempre è così. In alcuni casi ci siamo pronunciati a favore dell’Amministrazione pubblica, ad esempio a favore di programmi che erano di interesse per tutta la comunità e soprattutto per i più sfavoriti. E così il Síndic di Barcellona ha avuto un ruolo importante nella messa a punto di servizi per i tossicodipendenti o anche per quanto riguarda la creazione di centri di accoglienza per i senzatetto. In tutti questi casi, è stata la presentazione di una segnalazione da parte di un cittadino a sollecitare la supervisione da parte del Difensore civico. In qualità di Síndic posso però anche agire di mia iniziativa; queste azioni d’ufficio sono in molte occasioni relative ai servizi sociali. A mio parere, i servizi sociali svolgono oggi una funzione di tipo assistenziale: quando si verifica una situazione di esclusione sociale per lo più si offre l’aiuto materiale richiesto dal cittadino. Questo è sicuramente importante, ma per trovare una soluzione più in profondità e di più lunga durata sarebbe necessario attuare politiche di prevenzione. In questo modo si riuscirebbe a sradicare la causa del problema, ad esempio dell’emarginazione sociale, della povertà, del fallimento scolare. Avendo in mente questo obiettivo abbiamo ad esempio aperto delle indagini ufficiali con la finalità di migliorare il trattamento delle pratiche riguardanti bambini a rischio di abusi; questo dopo aver constatato che le pratiche venivano spesso rimandate dall’Amministrazione autonoma regionale a quella municipale e viceversa mentre il bambino continuava a essere vittima di maltrattamenti. La gestione di ogni singola pratica quindi per un certo tempo è stata trattata con particolare interesse dal Difensore civico per la città di Barcellona in collaborazione con il Difensore civico catalano fino a che il Comune ha dato a questi casi l’attenzione necessaria. Abbiamo ugualmente segnalato problemi che riguardavano programmi di messa a disposizione di case popolari per le comunità più sfavorite e abbiamo fatto un’analisi delle priorità che è stata riconosciuta ed accettata. Allo stesso tempo abbiamo ripetutamente fatto delle osservazioni circa l’esercizio in abitazioni normali di attività economiche quali gli alloggi per turisti o la prostituzione, cosa che secondo noi è inaccettabile. Le nostre proposte sono attualmente oggetto di dibattito. Si sta per pubblicare in questi giorni uno studio che abbiamo svolto insieme all’Università Pompeu Fabra riguardante i percorsi e i fattori di emarginazione sociale. Questo studio svolge un’analisi molto approfondita dei percorsi seguiti da molte persone che arrivano all’emarginazione sociale, con comportamenti criminali ad esempio. Lo studio ha come obiettivo proporre percorsi di integrazione sociale che potrebbero prevenire queste situazioni. È molto importante capire che cosa esattamente è successo a molte persone che Pilar Malla i Escofet 117 sono in prigione, che sono senza tetto, che hanno avuto problemi di qualsiasi genere. Dallo studio risulta che quasi tutti hanno avuto una carenza di politiche sociali preventive ed educative in famiglie in difficoltà, spesso già sull’orlo dell’emarginazione sociale. Io credo che in questo modo riusciremo ad intervenire molto a livello municipale e a convincere il Comune che è fondamentale sostenere delle politiche a favore degli emarginati sociali. Per concludere, vorrei parlare per qualche istante di una funzione che ritengo molto rilevante: quella di mediazione. Abbiamo esercitato questa funzione in varie occasioni, su impulso dell’Amministrazione municipale, in situazioni di disaccordo tra cittadini e Comune. In questi casi la nostra missione era di avvicinare le posizioni e cercare la confluenza fra i diritti individuali e l’interesse generale. Le soluzioni non sono mai facili, ma io credo che in tutte le occasioni in cui abbiamo svolto la funzione di mediazione abbiamo trovato una soluzione alternativa. In definitiva credo che l’efficacia dell’istituto del difensore civico dipenda dal suo prestigio e che il prestigio dipenda a sua volta dalla capacità di generare fiducia sia nei cittadini che nei responsabili politici e amministrativi. Questa fiducia si ottiene attraverso la qualità delle argomentazioni e delle decisioni assunte. A questo scopo abbiamo bisogno di argomenti giuridici tecnicamente solidi, così come di un senso dell’equità. Se quello che si propone è giusto, fattibile, equo e migliora la situazione precedente, sarà senza dubbio riconosciuto come utile. Attuarlo o no poi, questo spetterà al governo della città, perchè il difensore civico non ha forza esecutiva. Deve avere però la forza della ragione. È nostro compito quindi convincere, da una posizione di indipendenza e con piena obiettività, il potere pubblico e questo sempre alla ricerca del bene comune. Grazie per la Vostra attenzione. 118 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations Pilar Malla i Escofet sìndica de greuges de barcelona barcelona / ombudswoman of the city of The ombudspersons operating in Catalan municipalities cooperate with the Regional Ombudsman on the basis of laws which form the Catalan Regional statute; they act by carrying out the Ley Municipal y de Régimen Local del Parlamento de Cataluña. This legal framework fixes the ombudsperson’s mission and action, like for instance when and how the Ombudsman has to proceed after receiving a citizen’s claim, or what does he have to do to prevent the Public Administration from adopting norms that may be prejudicial to the citizens (the so-called preventive function). Therefore, an ombudsman must have complete mastery of the juridical system, but that is not enough: the effectiveness of an ombudsman’s intervention doesn’t depend only on his ability to apply laws. An ombudsman can protect civic rights successfully only if there is a good relationship with the Public Administration. During four years of existence of the Ombudsperson’s of Barcelona office good relationships were built. This institution was able to gain a good reputation and also trust of the citizens and the administrators. The citizens have consequently took benefit from this situation: with good relationships installed, it is easier to treat and give a pertinent answer to each individual claim, as well as to promote Public Administration’s interventions aimed at protecting particular groups of citizens. Pilar Malla i Escofet 119 La efectividad del Ombudsman: Entre las buenas relaciones y las buenas leyes Buenos días, antes de nada quiero agradecer al Defensor del Pueblo de Milán la oportunidad que me ha brindado de poder formar parte de este encuentro, ya que me complace enormemente poder estar entre ustedes como Síndica de Greuges de Barcelona, expresión con la que en Cataluña se designa a la figura de Defensora del Pueblo de la ciudad de Barcelona. El tema de este encuentro me parece muy sugerente y creo que define el principio de eficacia del Ombudsman: la competencia jurídica y la capacidad de mantener buenas relaciones son indispensables para alcanzar nuestro objetivo, que es “la defensa de los derechos fundamentales de los ciudadanos”. Como consta en el informe que elaboró el Defensor del Pueblo de Milán, y que en parte es el motivo de la reunión que hoy celebramos, la Defensora del Pueblo de Barcelona es una de las instituciones más recientes de entre las que nos reunimos hoy aquí. En el momento en que se hizo la investigación teníamos dos años de vida, actualmente estamos ya finalizando nuestro cuarto año de funcionamiento. Así pues, nuestra experiencia es corta; no obstante a lo largo de estos cuatro años me he convencido de la utilidad y eficacia de la institución. Expondré más adelante las razones de mi convicción. De momento hablaré de algunos aspectos de la organización de la oficina de la Síndica. En el resumen del informe sobre la efectividad del Ombudsman del defensor del pueblo de Milán se recoge que España es el país donde la institución está más descentralizada, aunque hay que decir que sólo en Cataluña tiene una presencia importante en el ámbito municipal, porque en la mayoría de los municipios de otras comunidades autónomas o regiones de España han confiado la función de supervisión de la Administración Municipal a las Comisiones de Sugerencias y Reclamaciones. El Estatuto de Autonomía de Cataluña del 2006 dio carta de naturaleza con rango de Ley Orgánica a las sindicaturas municipales de agravios. Se refiere a ellas cuando trata sobre la institución del Síndic de Greuges, institución que tiene competencias en toda la comunidad autónoma catalana (Ombudsman regional) y con la cual las sindicaturas municipales pueden establecer relaciones de colaboración. En Cataluña, y concretamente en la ciudad de Barcelona, la función de la Defensora del Pueblo se desarrolla en dos ámbitos de actuación: - En primer lugar, se trata de la defensa individual del derecho del ciudadano ante un presunto agravio de competencia municipal. Esta obligación de defensa del ciudadano que se siente agraviado tiene rango de ley, y viene establecida en la Ley Municipal y de Régimen Local del Parlamento de Cataluña, cuando dice: 120 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations “La función del síndico o síndica municipal de agravios es defender los derechos fundamentales y las libertades públicas de los vecinos del municipio, y para ello puede supervisar las actividades de la Administración municipal. El síndico o síndica municipal de agravios ejerce su función con independencia y objetividad.” Por lo tanto, este es el mandato prioritario. - En segundo lugar, el otro ámbito de actuación de la Defensora del Pueblo de Barcelona es el de la prevención general. Es decir, la defensa de las garantías de los derechos fundamentales de todos los ciudadanos ante proyectos u omisiones del Ayuntamiento. Así pues, lo que se encarga a la Defensora no es solamente una función supervisora de las resoluciones administrativas dictadas por los órganos municipales. La misión de la Defensora es también preventiva. Así está establecido en el reglamento de la institución, en consonancia con la Carta de Salvaguarda de los Derechos Humanos en la Ciudad. La función de prevención nos permite advertir a los organismos competentes del municipio de los riesgos a los que pueden estar expuestos los ciudadanos ante determinadas normas o proyectos. También podemos advertir sobre la desatención o los riesgos de exclusión que pesan sobre algunos colectivos silenciosos. ¿Quién puede dirigirse a la Defensora del Pueblo de Barcelona? Cualquier persona física o jurídica, sin ningún tipo de restricción, que acredite un interés legítimo con relación al objeto de la queja. Únicamente quedan fuera de admisión las quejas anónimas y aquellas en las que se advierte mala fe, falta de fundamento, o aquellas cuya tramitación pueda comportar un perjuicio al legítimo interés de terceras personas. Con el fin de facilitar al máximo la accesibilidad de los ciudadanos a nuestra institución, ofrecemos varias vías de comunicación: atención personal , con o sin cita previa, por correo electrónico, web, correo postal, oficinas municipales de información al ciudadano. Para dar a conocer la institución hemos organizado periódicamente reuniones informativas en los distintos distritos de la ciudad y también difundimos folletos informativos. En cuanto al procedimiento de supervisión de las quejas, llevamos a cabo tres tipos diferentes de intervención, que son: el asesoramiento, la resolución directa y la resolución por vía de informe. En el asesoramiento, el ciudadano nos presenta una queja, que se resuelve o bien mediante una consulta o bien orientándolo sobre las gestiones que debe realizar. Cuando la queja que presenta un ciudadano trata sobre algún tema que ya es conocido por la oficina de la Defensora del Pueblo, entonces se resuelve mediante resolución directa en base a los antecedentes que ya constan o con la documentación que aporta el interesado.. Pilar Malla i Escofet 121 Y en la resolución por vía de informe, que es la más usual, el reglamento prevé que se solicite un informe o una copia del expediente al departamento, organismo o dependencia administrativa que sea competente en el asunto. Dicho informe debe ser emitido en un plazo de quince días a partir de la fecha en que el organismo municipal correspondiente ha recibido la solicitud de informe. Me parece útil comentar el hecho de que muchas veces este plazo no se cumple con el rigor necesario, lo que, en cierto modo, obstaculiza nuestra labor, y nos vemos obligados a solicitar de forma reiterativa el envío del informe. Cuando esto ocurre, prevé nuestro reglamento que la Defensora podré hacer público en su informe anual en el Plenario Municipal que determinados departamentos u organismos obstaculizan sus funciones. Este procedimiento acaba con una decisión escrita en la que se analizan los hechos, se contrasta con la normativa aplicable y se decide en términos de derecho y equidad. Esta decisión va dirigida al Alcalde y al órgano administrativo correspondiente. ¿Qué efectos tienen las decisiones de la Defensora del Pueblo de Barcelona? Las decisiones de la Defensora no pueden modificar resoluciones administrativas. Es lógico que sea así porque esta no es su función. En un estado de derecho, modificar resoluciones administrativas corresponde a otros, corresponde a los mecanismos jurídico- administrativos. Pero esto no quiere decir que la intervención de la Defensora municipal no tenga efectos prácticos para el ciudadano. Los tiene y más adelante me centraré en algunos ejemplos. Así pues, pese a no poder modificar resoluciones administrativas, el reglamento de la Sindicatura de Barcelona sí que prevé la emisión de advertencias, recomendaciones y sugerencias. Estos pronunciamientos se desprenden de la valoración hecha desde un observatorio neutral y objetivo, de las circunstancias concurrentes en cada expediente. Esta es su principal garantía. ¿Qué es una “advertencia”, una “recomendación” o una “sugerencia”? 1. Una advertencia es un toque de atención a un servicio municipal cuando se ha constatado un perjuicio material o moral a un ciudadano, que, en opinión de la Defensora, merece una reparación. 2. Una recomendación es el pronunciamiento en el que se pide que se corrija una forma de proceder porque la Defensora lo considera conveniente para evitar nuevos agravios, o para aumentar la eficacia o la calidad de los servicios. 3. Y una sugerencia es la aportación de una propuesta de mejora o de solución alternativa sobre el hecho objeto de la queja. Esta sugerencia se traslada al responsable de los servicios para que la valore. En estos casos muchas veces se hace evidente que aunque una situación sea legal, y se haya tramitado ajustándose a todos los principios administrativos, ello no quiere decir que no se pueda 122 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations mejorar. En definitiva, se trata de aconsejar lo que se considera que es bueno, mejor, útil u oportuno. Las advertencias, las recomendaciones y las sugerencias que emite la Defensora en sus decisiones constituyen la verdadera razón de ser de la institución. Son el instrumento para procurar enmendar las situaciones insatisfactorias descubiertas a través del estudio del caso. Por lo tanto, merecen una consideración activa por parte de los responsables municipales. Una vez al año, la Defensora, tiene que dar cuenta al plenario del Ayuntamiento de los resultados de las supervisiones que ha llevado a cabo mediante un informe que se presenta públicamente. Además, y si se considera necesario, también puede hacer informes extraordinarios. En estas sesiones públicas y ante la totalidad de los cargos electos tanto del gobierno como de la oposición, la defensora expone el contenido de su informe, sobre el cual emiten consideraciones los responsables de cada grupo político. En el informe anual no se trata simplemente de relatar el resultado de las indagaciones efectuadas para conocer las posiciones divergentes de los ciudadanos respecto a su ayuntamiento, ya que poco se construye si se conocen los problemas pero no se aportan soluciones. En el informe anual, se trata también de proponer soluciones cuando se han averiguado las causas de los problemas y cuando su estudio permite presentar un mejor escenario. Es decir, un escenario de síntesis que pueda satisfacer los objetivos del interés público y que tenga en cuenta también las aspiraciones de los ciudadanos. En este informe anual, como he dicho antes, la defensora puede hacer público que algún departamento u organismo obstaculiza o no colabora en el ejercicio de sus funciones. Todo el trabajo que realizamos desde hace cuatro años en Barcelona así como el titulo del encuentro de hoy me sugieren la siguiente reflexión: En los casos que atendemos es imprescindible indagar y comprender la realidad y relacionarse correctamente con las diferentes partes interesadas. Pero también es necesario que la Administración quiera escuchar los resultados de la indagación y quiera proceder en consecuencia. Así debería ser. Pero también es cierto que la Administración en una gran ciudad es muy compleja. Lo concreto en el caso de Barcelona. El municipio de Barcelona tiene una población de 1.595.110 habitantes, que está asentada en una superficie de sólo 100,8 quilómetros cuadrados. Así, la densidad de población es de 15.825 habitantes por quilómetro cuadrado. Esto la convierte en una de las ciudades europea con mayor densidad de población, con las correspondientes dificultades en la gestión de los servicios públicos. Administrativamente la ciudad de Barcelona está dividida en diez distritos municipales. Una parte de las competencias están descentralizadas territorialmente y otras están cen- Pilar Malla i Escofet 123 tralizadas en gerencias funcionales. En el gobierno de la ciudad intervienen cinco partidos políticos, dos están en el gobierno y tres en la oposición. Los dos partidos que gobiernan no forman mayoría y a menudo se ven obligados a pactar con otro de la oposición para aprobar medidas de gobierno u ordenanzas municipales. En esta complejidad, los asuntos en los que interviene la Defensora son muy variados. Abarca asuntos de vivienda, urbanismo, medio ambiente, accesibilidad, circulación de vehículos, seguridad ciudadana, mantenimiento y uso del espacio público, procedimientos administrativos, actividad económica, licencias de actividad y de obras, tributos, relaciones laborales, y asuntos sociales como inmigración, infancia, personas discapacitadas, personas sin hogar (homeless), prostitución, etc. Así, la eficacia inmediata de la institución depende en primer lugar del trabajo bien hecho desde la oficina de la Defensora. Pero también depende del responsable político o administrativo, ya que, una vez dictada nuestra decisión, todo dependerá de que la asuma para resolver el problema individual presentado o, como ha sucedido a veces, para modificar una ordenanza, repensar el modelo organizativo de una gerencia, o modificar el pliego de condiciones para la contratación de servicios externos. Pero nuestra eficacia consiste en primer lugar en proponer soluciones viables y aceptables por todas las partes interesadas. Antes hablaba de las dos funciones de la Defensora: la función de defensa del ciudadano ante un presunto agravio y la función de prevención cuando se detecta un riesgo para el interés general de la población, o para un colectivo concreto. Ahora expondré algunos ejemplos significativos. Uno de ellos tiene que ver con la recogida de residuos sólidos urbanos, que habitualmente se realiza por la noche para evitar entorpecer el tráfico. Hemos atendido al largo de estos cuatro años múltiples quejas de los ciudadanos que dicen que el ruido de la recogida de basuras les despierta, les impide el descanso y atenta contra su derecho a la salud y a la tranquilidad. Por ello, las consideraciones que hemos presentado durante estos años hacían referencia a la necesidad de encontrar un equilibrio entre la eficiencia de la gestión y el derecho al descanso de los vecinos. Por dicho motivo, en el año 2006 hicimos una recomendación muy concreta: que se revisase el horario de la recogida del vidrio, que es el tipo de residuo que hace más ruido. Esa recomendación ha dado frutos, y, en atención a la solicitud hecha por la Defensora, la recogida selectiva de vidrio se hará solamente en horario diurno. Otro ejemplo tiene que ver con las ayudas (becas) de comedor escolar. A partir de una queja, nos percatamos de la insuficiencia de estas ayudas en la ciudad para el cubrir los costes del comedor en el centro escolar. Esta denuncia puso en evidencia la insuficiencia de los presupuestos económicos para ayudas de comedor escolar. Este año han sido ampliadas con el compromiso municipal de que ningún niño que la necesite quedará excluido. En un campo tan complejo como el urbanismo, y a partir de otro caso concreto, fue 124 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations aceptado que una afectación y expropiación de fincas para abrir una vía de circulación ya no tenía sentido pasados treinta años del primer proyecto sin haberse ejecutado. Por tanto se anuló la afectación. Así mismo, el estudio objetivo de casos concretos, ha permitido que en diversas ocasiones se modificaran resoluciones administrativas. Es especialmente relevante en los casos de responsabilidad patrimonial del Ayuntamiento a causa de los perjuicios causados por el funcionamiento de los servicios públicos, en las ocasiones en que se había privado al ciudadano del derecho de audiencia, o se rechazaban las demandas de indemnización ante el informe desfavorable de la compañía privada de seguros que les cubre. En los ejemplos expuestos, la decisión de la Defensora ha sido favorable a los intereses concretos de unos ciudadanos. Pero no necesariamente ha de ser así. En algunos casos, la Defensora se pronuncia a favor de la Administración, como sucedió que ante las quejas de algunos ciudadanos, la Sindicatura ha defendido programas municipales que eran de interés para toda la comunidad y sobre todo para los más desfavorecidos. Así ha sido, por ejemplo, ante los planes para la implantación de salas de (venopunción) para el consumo higiénico de drogas. También hemos tenido un papel similar ante la oposición de algunos vecinos a la creación de albergues para personas sin techo. En todos estos casos, lo que ha originado la supervisión ha sido la presentación de una queja por parte de un ciudadano. La Defensora también actúa de oficio, y en muchas ocasiones estas actuaciones están relacionadas con asuntos del ámbito de los servicios sociales. En mi opinión, en la actualidad, y en mi país, los servicios sociales desempeñan en gran medida una función bastante asistencial; es decir, cuando se produce una situación de exclusión social, muchas veces ofrecen aquello que el ciudadano reclama como ayuda material, lo que sin duda es importante. Pero lo que realmente sería una solución más profunda y perdurable sería el llevar a cabo un mayor número de políticas sociales preventivas. De esta forma se conseguiría llegar a la causa del problema, a la raíz de lo que ha originado que una persona, ya sea un niño o un adulto, llegue a vivir una situación de marginación social, de pobreza, de fracaso escolar, etc. Por todo ello, hemos iniciado, por ejemplo, investigaciones de oficio para exigir atención inmediata a niños en riesgo de malos tratos cuando hemos visto cómo se traspasaban el expediente de la Administración Autonómica (regional) a la municipal, y viceversa, mientras el niño continuaba en situación de riesgo. Esto ha representado un seguimiento y coordinación con el Síndic de Greuges de Catalunya de cada caso hasta asegurarnos que la atención se iniciaba por parte del Ayuntamiento. También hemos señalado los problemas de los programas de vivienda social para los colectivos más desfavorecidos, y se ha reconocido que nuestro diagnóstico de prioridades debía ser aceptado. Pilar Malla i Escofet 125 Así mismo, hemos planteado repetidamente que el ejercicio de actividades económicas de alojamiento turístico o de prostitución en edificios de viviendas es inaceptable nuestras propuestas aun están siendo objeto de debate. Y, en estos momentos, está a punto de publicarse un estudio que hemos llevado a cabo junto con la Universidad Pompeu Fabra sobre itinerarios y factores de exclusión social, Dicho estudio realiza un profundo análisis de los caminos que siguen muchas personas que llegan a la marginación social, con conductas delictivas, el objetivo del estudio es proponer itinerarios de inclusión que sirvan para prevenir estas situaciones. No quiero alargarme más. Pero sí quiero recalcar que todos los ejemplos son una muestra de la posibilidad de intervención eficaz, porque lo más importante es que el ciudadano sepa que su caso se revisará con objetividad y que se propondrá, si es justo, una solución viable. Y para finalizar esta exposición, desearía hablar sobre otra de nuestras funciones, la cual considero muy relevante: y es la función mediadora. La hemos ejercido en varias ocasiones a petición de la Administración municipal, a causa de desacuerdo entre grupos de vecinos y el Ayuntamiento. En estos casos, nuestra misión ha sido tratar de aproximar posiciones y buscar la confluencia entre los derechos individuales y el interés general. Las soluciones no son fáciles, pero creo que en todas las ocasiones en que hemos ejercido nuestra función mediadora se ha encontrado un camino de la solución alternativa. En definitiva: Creo que la eficacia de la institución del Ombudsman depende de su prestigio. El prestigio depende de su capacidad para generar confianza tanto en los ciudadanos como en los responsables políticos i administrativos, y esta confianza se obtiene a través de la calidad de las decisiones y recomendaciones que dicta. Para lograrlo necesitamos sólida argumentación jurídica, sólida argumentación científica, y sentido de la equidad Si lo que se propone es justo, viable y equitativo, y mejora la situación anterior, será reconocido como útil. Ejecutarlo o no después será la responsabilidad del gobierno de la ciudad. Como dijo el humanista Joan Lluis Vives dirigiéndose a los Gobernantes de la ciudad de Bruges: Sepan los que gobiernan la ciudad que todo eso (la responsabilidad pública sobre las necesidades sociales) pertenece a su cuidado. Porque ya que el Defensor no tiene fuerza ejecutiva, su fuerza ha de ser la de la razón: Lo más importante no es vencer sino convencer desde nuestra independencia del poder público y desde nuestra objetividad buscando el bien común. Muchas gracias por su atención. 126 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole Coordina Lorenza Violini Ringrazio la dottoressa Pilar Malla i Escofet. Mi sembra che abbia ben introdotto questa nostra tavola rotonda, mettendo in luce come le buone relazioni, cioè quello che importa poi nell’esercizio della difesa civica, siano buone relazioni che si articolano a trecentosessanta gradi, perché sono buone relazioni col livello territoriale superiore, sono buone relazioni con l’ente, che istituisce il difensore civico, sono buone relazioni con i cittadini, ma sono anche buone relazioni con la politica, dove per politica si intende quella politica che coinvolge necessariamente non solo la maggioranza del governo, ma anche, e forse soprattutto, l’opposizione. Mi è sembrato molto interessante il suo accenno al fatto che una proposta dell’Ombudswoman di Barcellona fosse così interessante e ragionevole, da essere fatta propria persino dall’opposizione, dando conto dell’esistenza di questioni che vanno oltre diatribe un po’ sterili tra i diversi partecipanti all’arena politica. Il secondo nostro ospite che si cimenta anch’egli con il tema che abbiamo messo a capo della nostra sessione è il Difensore civico della città di Rotterdam; a differenza da quello che c’è nel programma, c’è un sostituto, che però ci intratterrà sempre sui temi che abbiamo proposto alla nostra discussione. Thank you very much, Mrs. Malla i Escofet. I believe that you gave a very good start to our roundtable by highlighting how good relationships, which are what really matters in the exercise of the ombudsman’s functions, have to be universal: we speak about good relationships with the higher territorial level, good relationships with the body that nominates the ombudsman, good relationships with the citizens, but also good relationships with politics, by politics meaning not only the reality that involves the majority at the government, but also, and perhaps especially, the opposition. Thus, I found it very interesting when you mentioned that a proposal made by the Ombudswoman of Barcelona was supported by the opposition, as there are issues that should be above the divisions among the different parts of the political world. I give now the floor to our second speaker today, the Substitute Ombudsman for the city of Rotterdam. Lorenza Violini 127 128 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole Simon Matthijssen delegato dall’ombudsman di rotterdam La vita quotidiana ed i diritti dei cittadini sono fortemente incisi dalle decisioni locali. Gli enti locali olandesi infatti hanno numerose e importanti funzioni. L’interdipendenza stretta fra i cittadini e il governement locale ha indotto l’istituzione dei difensori civici comunali (Rotterdam 1976) e successivamente di quello nazionale (1981). La città di Rotterdam, sede di un grande porto, è il centro di un’area metropolitana composta di altre 10 città. L’intera area è soggetta alla competenza dell’Ombudsman di Rotterdam. In questi ultimi anni l’attività dell’Ombudsman è cambiata insieme ai cambiamenti della società; oggi per esempio il Difensore civico di Rotterdam si occupa anche di questioni relative ai diritti umani. Il ruolo tradizionale di aiuto delle persone, in particolare di quelle svantaggiate, nei rapporti con le istituzioni comunali, peraltro ancora esiste. Malgrado la complessità del compito, la struttura dell’ufficio è semplice: ci sono soltanto 10 persone che trattano circa 4000 reclami all’anno. Il modus operandi scelto è finalizzato a rinforzare la democrazia locale e a ristabilire un buon rapporto di fiducia fra la pubblica amministrazione ed i cittadini. L’attività di controllo vera e propria è attuata solo quando non vi è altro modo per trovare una buona soluzione ai problemi. Per tale ragione l’Ombudsman cerca di essere accessibile, di fornire una rete di sicurezza e di trovare soluzioni utili che conducano a miglioramenti strutturali, e preferisce mediare o intervenire con proposte piuttosto che con giudizi ex post. L’ombudsman non vuole trasformarsi a sua volta in una parte della burocrazia, divenendo un tassello del sistema e perdendo così la sua identità ed indipendenza. Buoni strumenti istruttori ed investigativi nonchè la libertà finanziaria sono in questo senso essenziali, così come rapporti ben sviluppati ed intensi sia con i cittadini che con la pubblica amministrazione. Tutto questo contribuisce ad un miglioramento della democrazia. Simon Matthijssen 129 Signore e Signori, gentile dottor Barbetta, gentile professoressa Violini, cari colleghi, sono sinceramente onorato di aver avuto l’opportunità di partecipare a questo convegno. Mi chiamo Simon Matthijssen, sono il Substitute Ombudsman di Rotterdam e rappresento Migiel Van Kinderen, Difensore civico per la città di Rotterdam e altre dieci città della regione, che non può partecipare qui oggi essendosi purtroppo ammalato. Entrambi ci occupiamo di difesa civica da oramai più di una decina d’anni. È stato quindi per me un vero piacere essere invitato a prendere la parola durante questo incontro. Quando si è in due tutto fila liscio, ma in tre le cose cominciano già a complicarsi. Si tratta di un paradosso con il quale mi sono scontrato durante quindici anni di lavoro in qualità di difensore civico. In questi anni infatti sono stati creati difensori civici per gli anziani, per l’infanzia, per le minoranze, per il settore della sanità, per il settore della sicurezza sociale, della polizia, dei trasporti pubblici e tutto questo parallelamente allo sviluppo di difesa civica su diversi livelli, quello europeo, quello nazionale, quello regionale, quello locale e oggi discuteremo per l’appunto di quello metropolitano. L’eccesso rischia di creare confusione. Ovviamente, si tratta esclusivamente di una mia annotazione personale; non ho risposte pronte, non so come risolvere questo problema. Fatto sta che il difensore civico in tale situazione rischia di diventare un interrogativo. Tanto per dare un esempio del problema di cui sto parlando: cosa sarebbe successo se, invece di nascere a Rotterdam, capitale abitata da circa 600.000 persone, fossi nato a Pynacker, cittadina di appena 10.000 abitanti? I miei diritti di cittadino sarebbero tutelati meglio dalla difesa civica là, oppure qui? È difficile dare una risposta. Se è vero che gli abitanti di Pynacker, a differenza degli abitanti di Rotterdam, non hanno un proprio difensore civico, sono però tutelati per legge o comunque rappresentati dal Difensore civico nazionale olandese. Ora, come ci è già stato detto questa mattina, un difensore nazionale appartiene ad una rete europea di difensori civici, della quale fa parte anche il Mediatore europeo. Se una persona nata a Rotterdam pone una segnalazione al Difensore civico di Rotterdam, questa segnalazione verrà gestita soltanto a livello locale, non avrà uno sbocco ad altri livelli posto che il Difensore civico di Rotterdam non ha nessuna rappresentanza all’interno della rete europea dei difensori civici nazionali. Inoltre se la segnalazione riguarda questioni fuori dalla competenza del difensore civico locale, l’abitante di Rotterdam dovrà comunque rivolgersi direttamente al difensore nazionale, così come l’abitante di Pynacker. La situazione appare quindi complicata, speriamo possa cambiare in futuro. Dopo questa nota preliminare e prima di passare all’intervento vero e proprio, vorrei parlarvi brevemente dello sviluppo del difensore civico in Olanda. Siamo partiti veramente dal nulla, e cioè da una situazione dove non c’era alcun difensore civico. Prima fu creato il difensore locale e poi qualche anno più tardi siamo riusciti ad avere anche quello nazionale. - 1970: consumers ombudsman on TV - 1976: Ombudsman for the City of Rotterdam - 1980: Ombudsman for the City of Hague - 1982: National Ombudsman - 1999: Internal complaints Law – procedura interna di reclamo (prima fase: la 130 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole pubblica amministrazione competente tratta il reclamo) codificata nel General Administrative Law Act (GALA) - 1999: National Ombudsman inserito nella Costituzione olandese: High Comity of State - 2006: External complaints Law - procedura esterna di reclamo (seconda fase: l’ombudsman riesamina e tratta il reclamo) codificata nel General Administrative Law Act (GALA) Anche la legislazione si è sviluppata arrivando ad un buon livello di completezza nel 2006. Si può dunque dire che in Olanda si è avuta una crescita e uno sviluppo continuo del ruolo del difensore civico. Giungiamo ora al terzo paragrafo della mia presentazione, nel quale vorrei parlarvi in sintesi di come funzionano le cose nella città di Rotterdam. Voi sapete che Rotterdam è un ampio porto dove arrivano e dal quale partono grandi navi e questo deve avvenire più rapidamente possibile, quindi non vogliamo pensare a lungo ai problemi, vogliamo risolverli rapidamente calcolando i rischi, perchè naturalmente siamo pronti ad assumerci dei rischi ed è questo l’approccio di fondo che Rotterdam ha sempre avuto. Nell’area di Rotterdam ci sono diverse città ad essa collegate e attualmente come ufficio del Difensore municipale serviamo un milione di persone in quest’area. Questo significa che abbiamo il compito di collaborare con ventiduemila dipendenti pubblici per rispondere a più di tremila telefonate e ad un migliaio di lamentele che riceviamo per iscritto. Di queste lamentele circa cinquecento riguardano un’unica problematica e quindi riescono ad essere risolte abbastanza rapidamente senza bisogno di ulteriori azioni, per le altre cinquecento lamentele possiamo affermare che centocinquanta richiedono anche una mediazione o un intervento diretto. A questo proposito, con riferimento alla crescita e allo sviluppo del difensore civico in Olanda, rammento che nella città di Rotterdam questo intervento di mediazione era un intervento abbastanza normale, perchè volevamo naturalmente cercare di rendere le cose più rapide possibile; però i veri e propri difensori civici olandesi, che sono arrivati dopo, quando si parlava di mediazione non erano affatto d’accordo, in quanto un difensore civico non dovrebbe mediare, bensì giudicare. Questo era il punto di vista dei difensori civici durante gli anni novanta. Adesso abbiamo fatto dei grossi passi in avanti, devo dire. Comunque, dicevo, centocinquanta lamentele richiedono un intervento di mediazione e questo ci lascia circa trecentocinquanta casi che devono essere valutati. Di questi trecentocinquanta soltanto dieci sono quelli che ci portano a scrivere altrettante relazioni. Tutto questo viene gestito dalle dieci persone che costituiscono il nostro staff. E con questo vi ho dato un’idea. 1.000.000 22.000 3.000 1.000 500 150 di cittadini funzionari pubblici chiamate telefoniche all’anno lamentele scritte lamentele riguardanti un’unica problematica, risolte relativa- mente in fretta casi che necessitano di mediazione o intervento semplice Simon Matthijssen 131 350 10 10 giudizi/pareri rapporti annuali impiegati dell’ufficio del Difensore civico Il piccolo funziona abbastanza bene da noi. Abbiamo deliberatamente scelto di essere piccoli, non volevamo avere un ufficio enorme per gestire tutti i problemi della città, ma piuttosto volevamo mostrare alla città un metodo per risolvere i propri problemi; questo era l’obiettivo principale. Altro obiettivo molto importante riguardava l’evitare la ripetizione delle lamentele già presentate e trattate. In riferimento alle mie prime osservazioni sui livelli di articolazione territoriale della difesa civica, vorrei sottolineare che a mio parere non è possibile lavorare senza il difensore civico locale. Il difensore civico locale è importante, almeno per come sono organizzati i Paesi Bassi, nei quali la ricaduta delle scelte del governo locale sui cittadini sono forse più rilevanti che quelle del governo centrale. I cittadini sentono con forza l’influenza della città e spesso avvertono che il rapporto con la città stessa non è equo, non è un rapporto corretto. Ecco perchè il difensore civico locale è importante da noi, e lo è in modo particolare a Rotterdam, dove c’era tantissimo da fare. Dopo il crollo delle Torri gemelle e l’assassinio del politico Pim Fortuyn e del regista Theo van Gogh, le cose sono cambiate anche in Olanda. La società liberale multietnica ne ha sofferto perché è arrivata una politica un po’ più repressiva dopo questi avvenimenti nel nostro Paese. Il governo ha scelto di attuare politiche che deliberatamente non sono del tutto garantiste nei confronti della tutela dei diritti umani. Se quindi in precedenza dicevamo che i diritti umani non sono un problema in un Paese democratico, adesso invece dobbiamo correggerci, perchè ci sono sicuramente dei problemi nella garanzia dei diritti umani oggi anche a Rotterdam. Per esempio è stata introdotta la possibilità di fermare le persone anche da parte di autorità comunali, poi abbiamo i cosiddetti “mosquitos” che sono strumenti che emettono un suono molto alto e fastidioso udibile soltanto da coloro che hanno meno di 25 anni e che vengono installati per evitare che alcune persone, i giovani appunto, possano entrare o sostare in aree specifiche della città, cosa che tra l’altro è proibita dalla Convenzione europea per i diritti umani ma che non ha impedito che migliaia di questi dispositivi venissero installati a Rotterdam perchè non si sapeva ci fosse il divieto e solo in seguito ce ne si è resi conto. Questo per mostrare come anche il Difensore civico locale di Rotterdam si trovi adesso a lavorare in settori assolutamente nuovi. Ora passiamo al tema principale che è “buoni rapporti sulla base di buone regole”. Anzitutto va detto che le regole possono essere cambiate, ma se si parte con questo atteggiamento è difficile mantenere buoni i rapporti. È questo è un problema, perchè se si 132 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole sfidano i politici mettendo in dubbio le loro regole allora si va contro il potere, si pestano i piedi di qualcuno e a questo punto operare può diventare difficile. Questo tipo di interventi sulla modifica delle regole naturalmente non piace molto a chi quelle regole ha scritto. Con questo obbiettivo di avere buone regole e buoni rapporti abbiamo strutturato il nostro metodo di azione. Per prima cosa il modus operandi del Difensore civico di Rotterdam è sempre connotato dall’essere molto accessibile. Abbiamo sempre voluto essere al centro della città, nel centro della città, raggiungibili da tutti i cittadini, ovviamente anche dalle persone con disabilità. Abbiamo aperto i nostri uffici per un numero sempre maggiore di ore, abbiamo tutti i recapiti possibili, ma soprattutto abbiamo cercato di essere accessibili da un punto di vista psicologico. Com’è possibile misurare questa disponibilità? In base ai dati relativi a coloro che vengono presso i nostri uffici, elemento che noi registriamo regolarmente: registriamo chi viene, con quali segnalazioni e così via. Per esempio per noi è un problema la mancanza di richieste da parte dei giovani; al di sotto dei 21 anni praticamente non riceviamo mai nessuno con lamentele. Bisogna quindi continuamente automisurarsi ed essere sempre consapevoli di quali sono le carenze. Il nostro modus operandi, come dicevo, è quello di garantire sempre una sorta di rete di sicurezza per la società, per la comunità che sta diventando sempre più complessa, a volte troppo complessa, non solo per i cittadini, ma anche per gli operatori sociali che non sanno più come funzionano le cose. E quindi il difensore civico locale deve sapere dove trovare aiuto, deve sapere anche dove trovare cibo e protezione per esempio per i poveri in modo tale da aiutare queste persone ad accedere ai diritti di cui sono titolari. Naturalmente, non orientiamo soltanto ma mediamo anche. Si deve però stare molto attenti con la parola mediazione, come dicevo già prima, perchè la mediazione vera e propria consente di entrare liberamente nel conflitto, mentre invece il difensore civico non ha questa libertà di azione. L’amministrazione non ha la possibilità di mediare o meno, deve essere sempre presente, deve sempre dare una risposta ai cittadini e al difensore civico, quindi non si tratta di una vera e propria mediazione, ma piuttosto di quello che in Italia forse potremmo chiamare consiglio o suggerimento. Il consigliere opera un po’ come il difensore civico. La mediazione del difensore civico è finalizzata a creare buoni rapporti tra cittadini ed amministrazione. E questo è sicuramente l’obiettivo ultimo del difensore civico, dato che la gente si rivolge a noi proprio per questo, per creare dei migliori rapporti con l’amministrazione locale. Ed oggi invece mi rendo conto che sempre più la gente si allontana dalla propria amministrazione, mentre il governo democratico della città necessiterebbe della collaborazione volontaria e del consenso dei propri cittadini per funzionare. Ecco quindi che qui entra in gioco una ulteriore finalità ultima del difensore civico che secondo me è ancora più importante, un obiettivo assolutamente democratico, quello di legittimare il lavoro del governo locale, attraverso il coinvolgimento delle persone, perchè le persone si stanno allontanando dalla politica, dall’idea della democrazia, non votano più, non credono più in nulla e quindi la funzione del difensore civico in termini democratici è anche quella di stimolare il coinvolgimento delle persone nel governo di livello cittadino. Quindi da una parte si devono ripristinare buoni rapporti, e dall’altra ridare fiducia ai cittadi- Simon Matthijssen 133 ni dando elementi concreti che facciano sentire che la democrazia esiste perchè il potere è nelle loro mani. Questo lo si può fare con un contributo positivo, cercando di coinvolgere le persone anche attraverso i diversi metodi della difesa civica. Bisogna ascoltare, dare informazioni e consigli, riequilibrare le posizioni di amministrazione e cittadini in termini di forza, rendere le cose chiare e trasparenti, riportare entrambe le parti con i piedi per terra e tenerle agganciate alla necessità di risolvere i problemi. Soltanto una piccola parte del nostro lavoro è di vera e propria indagine, controllo o giudizio talvolta anche contro la volontà dell’amministrazione pubblica. Certo, il difensore civico può chiedere informazioni alla pubblica amministrazione ed entrare negli uffici, ascoltare i funzionari ed anche degli esperti per controllare la città, ma soprattutto dare fiducia ai cittadini, ascoltarli e mettersi nei loro panni. Senza la costruzione di questa fiducia non è possibile ottenere risultati efficaci. Arrivo infine al modus operandi tipico di Rotterdam, tipico per quanto attiene ai rapporti scritti. Noi abbiamo redatto dieci rapporti all’anno nell’ultimo periodo di attività. Come e perchè lo facciamo? Vogliamo arrivare ad un cambiamento strutturale, soprattutto per risolvere i grandi problemi. Come diceva il Difensore civico di Barcellona, vogliamo essere preventivi. La prima cosa che dobbiamo fare a questo proposito è creare un vero e proprio dialogo: non siamo dei predatori che operano contro una vittima, quindi dobbiamo impostare un dialogo dicendo magari all’ amministrazione: “non pensate che sia strano questo fatto o questa conseguenza?” oppure “riuscite a seguire questo ragionamento?” E cose di questo genere. In questo modo riusciamo a scambiare argomenti sempre partendo dal basso, iniziando sempre con coloro che operano sul campo, sul perché agiscono in un determinato modo. Poi chiediamo loro, per esempio, “ma se fosse coinvolta sua mamma Lei opererebbe sempre nello stesso modo?”. Partiamo proprio dal basso e nella maggior parte dei casi riusciamo a risolvere i problemi in questo modo. Poi loro possono convincerci o siamo noi a convincere loro e questo naturalmente è fisiologico. Se invece il problema per noi rimane, allora facciamo riferimento ai loro capi, magari al Sindaco, ai Consiglieri che hanno più potere, fino a raggiungere un risultato positivo. Se invece non riusciamo ad avere successo, allora cominciamo a redigere un primo rapporto che viene inviato alla nostra controparte. A volte la risposta è positiva, e quindi non è più necessario redigere altre relazioni. Se invece la nostra relazione non li convince, allora passiamo ad una relazione ufficiale contenente tutte le informazioni relative al caso che viene inviata direttamente al Consiglio comunale. Ricordo – un massimo di 10 rapporti ufficiali all’anno. Comunque, quando riusciamo a convincerci in fase iniziale oppure dopo la relazione ufficiale, il tutto termina con le conclusioni nelle quali cerchiamo di descrivere come prevenire ulteriori problematiche, attraverso delle raccomandazioni, attraverso la stesura di un protocollo. Per esempio un protocollo ci dice come reagire in risposta a comunicazioni scritte oppure come comportarci al telefono quando ci sono dei clienti difficili, quindi non riattaccare la comunicazione, ma cercare di gestire nel modo più giusto l’utente. Nel caso in cui delle persone non si comportano correttamente in aree particolari del Comune non si possono mandare via, perchè in questo modo il problema non si risolverà; bisognerà piuttosto cercare di aprire una linea di comunicazione con queste persone, per garantire 134 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole comunque loro un servizio e allo stesso tempo, naturalmente, proteggere il proprio personale. Quindi ci sono dei protocolli specifici da seguire, molto dettagliati a questo proposito, perchè secondo noi è importante essere lineari e – come già detto precedentemente – le dimensioni sono importanti, quindi cerchiamo di fare le cose con il meno possibile e cercando di coinvolgere la burocrazia il meno possibile. Adesso vorrei concludere la mia breve relazione parlando delle opportunità e dei rischi per il difensore civico. Partendo da questi ultimi, si può dire che uno dei principali pericoli è di diventare parte del sistema e di essere riconosciuto come tale, di diventare nuova burocrazia che si aggiunge a quella vecchia,. Un’altro problema è rappresentato da quelli che sono i nostri vincoli di carattere finanziario. Non vogliamo diventare troppo dipendenti da altri organi. Noi in un certo senso abbiamo trovato la soluzione a questo problema, non accettando un budget calibrato sulle lamentele gestite, ma piuttosto soltanto pro capite, per abitante. Inoltre riteniamo che avere troppi ombudsman specializzati conduce a creare confusione. Infine vorrei concludere con una citazione di H.H.. Kirchheiner, giudice e studioso olandese che ha scritto nel 1971, quindi prima ancora che nei Paesi Bassi esistesse il difensore civico, un testo intitolato “L’ombudsman nella democrazia”. Egli affermò che il carattere giuridico, le fondamenta legali e i risultati pratici dovrebbero tutti contribuire a dar forza alla democrazia, per creare un rapporto migliore tra i cittadini e il governo, per creare una situazione più tranquilla per tutti e per sviluppare anche un atteggiamento più creativo da parte della pubblica amministrazione che possa rafforzare un dialogo con i cittadini. Questo è quindi il ruolo del difensore civico e con questo vi ringrazio per l’attenzione. Simon Matthijssen 135 136 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations Simon Matthijssen substitute ombudsman of rotterdam Daily life and the rights of the citizens are strongly affected by the decisions of the local administration. The Dutch local governments have numerous and important functions. The tight interdependency between citizens and local governement gave rise to municipal ombudspersons (Rotterdam 1976) and later to a national ombudsperson (1981). The city of Rotterdam, a big harbour city, is the centre of a metropolitan area of 10 other cities in which the office of the Rotterdam Ombudsman operates. In the past few years the Ombudsman’s activity changed along with the changes in society; nowadays for instance the Ombudsman of Rotterdam also deals with issues regarding the protection of human rights. The traditional role of helping people, especially the disadvantaged ones, to access the municipal institutions, still exists. Despite the complexity of the situation, the office structure is simple: there are only 10 staff members that handle about 4000 complaints a year. Their modus operandi primarily aims at strengthening democracy and restoring the relationship between the public administration and the citizens. The control activity comes only into view when direct problem solving fails. The ombudsman aims to be approachable, to provide a safety net and give tangible solutions (which lead to structural improvements), he prefers to mediate or intervene rather than giving thorough (late) judgements. The ombudsman tries to prevent the office from becoming a bureaucracy in itself, becoming part of the system, losing its identity or independency. Realistic investigative tools and financial freedom are essential as well as well-developed relationships with both citizens and the public administration. All of which contributes to an improvement of democracy. Simon Matthijssen 137 Presentation Dear ladies and gentlemen, dear Mister Barbetta, dear professor Violini, dear co-speakers. I am sincerely honoured to have the floor in this marvellous city and have the attention of so many distinguished guests. My name is Simon Matthijssen. I am the Substitute Ombudsman in Rotterdam. On this occasion I represent Mr Migiel Van Kinderen, ombudsman for the City of Rotterdam and ten other cities in the region. Let me begin by presenting you a small paradox: more is less or two is a company, three is a crowd. A Cooperation paradox: two is a company, three is a crowd In the past 15 years various (special) ombudspersons were created: for children, elderly people, minorities, inmates, on the field of healthcare, public transport, social security, police… There was also a parallel development at different levels: European, national, regional, local, and even the metropolitan level. However, too many special ombudspersons may lead to border confrontations, less accessibility, less authority and above all, confusion. Short introduction of the Dutch Ombudsman institute: bottom up - 1970: consumers ombudsman on TV - 1976: Ombudsman for the City of Rotterdam - 1980: Ombudsman for the City of Hague - 1982: National Ombudsman - 1999: Internal complaints Law (first stadium; authorities review the complaint) codified in the General Administrative Law Act (GALA) - 1999: National Ombudsman put in the Dutch constitution: High Comity of State - 2006: External complaints Law (second stadium; ombudsman reviews the complaint) codified in GALA The reason that the ombudsman institutes started at a local level is because in the Netherlands the city has a compelling influence on citizens: they are monopolists, citizens can’t escape, and the relationship is sometimes experienced as unfair and unbalanced. How do the things work in Rotterdam? Rotterdam is the second large city (600.000 inh.) in the Netherlands and is the main harbour for west European industries. In a harbour one can have (legal) problems, but the ships have to move on, you can’t keep them until all disputes are solved. Quick dispute resolution is standard in Rotterdam. This also applies to the ombudsman: we want to solve problems as soon as possible. The institute works for more than 10 cities in the metropolitan area: 1.000.000 inhabitants 22.000 civil servants 3.000 telephone calls per year 1.000 complaints in writing 138 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations 500 150 350 10 10 simple “one handling only” mediating/intervention judgement/opinion reports per annum staff members Second paradox: Keeping the size of the office limited was a deliberate choice: we don’t want to represent a ‘dumping place’ for all complaints. We want to teach the cities how to handle the complaints in a correct way. However, with more inhabitants and more cities to serve, more experience, more income and better staffing is necessary in order to deal with complaints more effectively: too small could prove to be dangerous. (Our work for several cities gives us our own income and gives us a relatively large amount of freedom.) The change after 09/11: a new problem: the protection of human rights and maintaining democracy After the twin towers and the murders of politician Pim Fortuyn and moviemaker Theo van Gogh (which occurred shortly after 9/11), some Dutch populist politicians who despised the liberal multicultural society, gained influence in the city of Rotterdam (and later on in the National parliament). They introduced repressive policies and laws acting deliberately on (and over) the edge of the precipice of human rights: - House calls - Preventive frisking - Area injunctions - Public transport injunctions - Not personalized area injunctions with high pitch sound generators to shoo away youngsters (Mosquito) These new rules are in direct conflict with the European Convention on Human Rights (ECHR) and endanger democracy. This gave rise to a relatively new role of ombudspersons in the area of Rotterdam: guaranteeing the protection of human rights and ensuring democracy. Rotterdam Ombudsman modus operandi Two objectives: - To strengthen democracy (main tool: assessing the actions of authorities (and thus legitimizing the democratic system)) - To restore relationships (Citizens and authorities are hostages to each other: a citizen can’t escape from the Government and the Government can’t function without cooperative citizens.) In order to realize our objectives, we opt for the following strategies: 1. To be approachable: a. from a physical point of view • easy to find Simon Matthijssen 139 • nearby public transport • accessible for disabled persons • various open-office hours • accessible by mail, e-mail, fax, telephone b. from a psychological point of view • correct attitude in face to face relations 2. To provide a safety net We don’t want to be an institution that only gives – after several months – a verdict. We aim at giving real help to the citizens. Giving late judgements might harm the confidence of the public. In a complex society, the local ombudsman in particular knows where to find direct help, shelter, food and protection. He must not restrict his work to judge/assess actions of the authorities, but he must also provide direct and tangible solutions for actual problems. 3. To mediate or to intervene This implies: - listening - giving advice - positively influencing the balance of power - ensuring that both parties keep both feet on the ground 4. To investigate and to assess In order for the ombudsman’s investigative powers to be effective, the ombudsman has to have the following competences. He must: - have access to all relevant information - have access to- and to be able to search offices and cabinets - be able to hear under oath - be able to hire experts for research - be able to choose and deploy his own staff - have the right to ask for the suspension of government actions 5. To aim for structural change (in order to prevent the repetition of mistakes) The relationship with the public administration cannot be of a predator-vs.-victim kind. A DIALOGUE is necessary: - exchange of arguments - bottom up (first hear workers in the field, than their bosses) With regular complaint-handling the ombudsman: 1. First gives his opinion to the workers in the field/middle management 2. If they agree with the ombudsman he closes the case with a memo randum of understanding 3. If they are not convinced, the ombudsman confers with the higher management, and – if possible – ends the case with a memorandum of understanding 140 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations 4. If the ombudsman can’t convince the bureaucracy, he sometimes confers with the specific aldermen or de city council committee that is politically responsible for this area and concludes with a memorandum of understating or he makes a draft report (sometimes with recommen dations) and presents that to the highest management and the board of mayor and alderman of the city. Most of the time in this stadium all problems are solved. 5. If the board of mayor and aldermen is not convinced by the draft re port, they have to give a written reaction within a pre set period of time. 6. The ombudsman digests the observations of the board of mayor and aldermen and issues a final report to be presented to the city council. As a result of this, communications between the ombudsman and the bureaucracy and politicians, the ombudsman sets standards (protocols) for, for instance: • Written communication • Behaviour on the telephone • Entrance injunctions • House calls • Apologies 6. Éducation permanente Training coaching programs for the employees of the public administration 7. Monitoring cases dealt with Especially the local ombudsman can control the permanent compliance with rules agreed upon. Potential threats - That the institution becomes part of the system instead of an independent control instrument - That the institution becomes a bureaucratic system itself - Financial dependency: The ombudsperson should fight for financial freedom: in Rotterdam this was achieved by requesting a budget per capita instead of a budget per complaint - Having too many specialized ombudsmen which lead to border confrontations and confusion. Opportunities H. Kirchheiner, “The Ombudsman in democracy”, 1971: The juridical character of the institution, the legal foundations and the practical outcomes should contribute to strengthen democracy, to establish a better relationship between the Government and the citizens, to create a more human state of mind of the people in charge and a more creative mindset of the civil servants Thank you for your attention. Simon Matthijssen 141 142 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole Coordina Lorenza Violini Ringrazio il relatore, vorrei solo brevemente parafrasare una sua tesi iniziale, la tesi dei troppi livelli di governo: noi in Italia diciamo qualcosa di analogo rispetto ai figli, “uno è poco e due sono troppi”; quindi forse lo stesso tema può essere applicato ai livelli di governo dell’ombudsman in Olanda. Riprendo invece un tema che mi pare molto interessante, cioè il tema della legittimazione democratica; effettivamente la sfiducia era un tema su cui già ci aveva intrattenuto la dottoressa Pilar Malla i Escofet: il tema della fiducia è una tema importantissimo, effettivamente sempre più importante. E da questo punto di vista rilevare quanti giovani si presentano agli sportelli del difensore civico potrebbe essere qualcosa di interessante, perché che i giovani si avvicinino alle istituzioni è sempre più importante per far sì che le nostre democrazie funzionino bene. Così come mi sembra degna di nota, ma non voglio chiosare, bensì semplicemente segnalare qualche punto, il tema della nonburocratizzazione, della rapidità delle decisioni, del poco scrivere e del molto convincere, perché questo effettivamente può essere un modo con cui il cittadino che è abituato ad un certo stile amministrativo si rafforza invece nella consapevolezza che si può cambiare, si può far sì che l’amministrazione sia più efficiente, più vicina, più sussidiaria eccetera. Proseguiamo con i nostri lavori. Dò la parola ad Anne Seex, Difensore civico della città di Birmingham e poi di anche altre realtà. Thank you very much. I would like to briefly paraphrase one of your initial statements, the one on too many government levels: in Italy we say something similar about children – “one is not enough and two is too much”; perhaps this is also the case of the levels of ombudsmen in Netherlands. I would like to take up now a subject that appeared very interesting: the need for a democratic legitimating. As a matter of fact, mistrust is an important subject to talk about; Mrs. Malla i Escofet mentioned this issue in her speech as well. From this point of view, finding out how many young people seek the help of the ombudsman may appear to be enlightening, as for our democracies to function well it is very important that young people approach the institutions. I would also like to emphasize what you mentioned on the non-bureaucratization, on the rapidity of the decisions, on the writing-a-little-convincing-a-lot kind of attitude; this could be the way to assure the citizens that change can be made, that the administration can become more efficient, approachable, subsidiary et cetera. Let’s continue with our roundtable. I give now the floor to Anne Seex, Ombudswoman for the city of Birmingham. Lorenza Violini 143 144 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole Anne Seex local government ombudswoman della città di birmingham, solihull mbc, chesire, derbyshire, nottinghamshire, lincolnshire, warwickshire e nord inghilterra Sebbene siano tecnicamente autorità senza poteri coercitivi, i difensori civici inglesi, chiamati Local Government Ombudsman (LGO), esercitano un’influenza considerevole sulle autorità locali. I loro rimedi cosiddetti “soft” – di intimidazione interna ed esterna – sono in realtà molto forti ed infatti nella maggioranza dei casi gli interventi dei LGO sono efficaci. I fattori determinanti tale efficacia sono diversi: una competenza adeguata, sufficienti risorse finanziarie, garanzie di indipendenza stabilite dalle norme, personale preparato e soprattutto relazioni di buona qualità con le pubbliche amministrazioni, basate sulla credibilità dell’ombudsman. Certo il rischio di essere chiamati pubblicamente dal difensore civico a dare spiegazioni su un reclamo costringe in una certa misura gli amministratori a fare del loro meglio per soddisfare i cittadini, ma questo non è sufficiente e deve costituire un’estrema ratio nell’intervento del LGO. Prima di tutto, vi devono essere reciproco rispetto e una base di accordo comune su cosa i cittadini hanno il diritto di aspettarsi. Il Local Government Ombudsman non può svolgere indagini per reclami prima che l’autorità locale abbia avuto una ragionevole possibilità di dare una risposta e deve fare ricorso ai propri poteri di persuasione ed influenza prima di ricorrere ai rimedi più invasivi. Infine, per aiutare gli impiegati pubblici a capire meglio il punto di vista del cittadino e quindi a gestire meglio le lamentele, il Local Government Ombudsman offre alle autorità locali corsi di formazione per la corretta gestione dei reclami. In questo clima di reciproca comprensione, i LGO possono operare con successo, guadagnandosi da un lato la credibilità nei confronti di funzionari e amministratori e dall’altro, la fiducia di cittadini. Anne Seex 145 Introduzione Innanzitutto mi voglio congratulare con il Signor Alessandro Barbetta per l’iniziativa presa a proposito di questo importantissimo incontro, e per aver commissionato la ricerca sul ruolo e l’impatto della difesa civica in undici città metropolitane europee. Mi congratulo inoltre con la professoressa Lorenza Violini dell’Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia per i risultati raggiunti, che forniscono un interessante panorama delle nostre origini, del grado di indipendenza e dei nostri poteri. Avrete sicuramente affrontato enormi sforzi nel distribuire in anticipo le copie tradotte delle conclusioni. Voglio ringraziare tutte le persone che si sono impegnate in questa attività e ancora un grazie per tutto il lavoro di organizzazione, per la buona riuscita del convegno di oggi. Ho centrato il mio discorso sui poteri di persuasione ed influenza del difensore civico, in opposizione ai poteri coercitivi per la revoca o l’emendamento di un atto, da parte della autorità pubblica, e/o la possibilità di punire un funzionario. Come il Signor Barbetta e la maggior parte dei difensori civici analizzati dalla professoressa Violini, io ho il potere di raccomandare specifiche azioni giudiziarie a tutela dei diritti dei cittadini che presentano un reclamo, e di raccomandare miglioramenti nelle procedure e nelle pratiche, per evitare che altri cittadini possano incorrere negli stessi problemi. Come per la quasi totalità dei difensori civici analizzati, questi poteri non interferiscono con i poteri discrezionali della pubblica autorità e inoltre, sottolineo che non possiedo il potere di far rispettare le mie raccomandazioni. Anche se il rapporto di ricerca è tecnicamente corretto nel definirmi “organo istituzionale senza poteri”, non è proprio così che mi considero e non è proprio così che viene inteso il Local Government Ombudsman (LGO), in generale. I rimedi cosiddetti “soft” del “potere interno di intimidazione” e del “potere esterno di intimidazione” sono in realtà molto forti, e disponiamo quindi di tutte le condizioni che permettono una buona ed efficace azione di difesa civica. Informazioni sul Local Government in Inghilterra e sui Local Government Ombudsmen Prima di continuare, vorrei fornirvi un panorama informativo del Local Government in Inghilterra, delle attività dei Local Government Ombudsmen e della città di Birmingham. Autorità locali: In Inghilterra, esistono 388 autorità locali principali, a servizio di 51 milioni di persone. Nelle conurbazioni urbane, i poteri delle autorità locali principali includono: - Pianificazione urbanistica e controllo dello sviluppo e dell’edilizia - Pianificazione del numero di alloggi assistenziali ed eventualmente, predisposizione di alloggi da affittare (come locatore) - Sussidi per anziani, disabili, malati mentali e bambini - Istruzione pubblica per bambini da 3 a 16 anni 146 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole - Manutenzione di strade e illuminazione stradale - Protezione ambientale e pubblica (per esempio, igiene alimentare) - Raccolta rifiuti e pulizia delle strade e degli spazi pubblici - Biblioteche, attrezzature sportive e culturali, parchi giochi etc. - Sussidi per affitto e tasse locali (operano in qualità di agenti del governo locale) - Licenze per taxi, autorizzazione alla vendita di bevande alcoliche, negozi di tatuaggi, etc. Molte autorità locali sono in possesso di terreni ed edifici, forniscono parcheggi, gestiscono mercati e cedono concessioni ai venditori di alimenti. Queste attività costituiscono una fonte di guadagno non indifferente – che supera a volte le tasse locali. Le autorità locali principali non sono direttamente responsabili delle forze dell’ordine, del trasporto pubblico o dei servizi pubblici. I Local Government Ombudsmen (LGO) Esiste un accordo per la suddivisione del lavoro tra gli uffici di Londra, Coventry (Inghilterra centrale) e York (Nord Inghilterra), per trattare lo stesso numero di reclami. La legge impedisce ai LGO di trattare reclami presentati dai dipendenti contro il proprio datore di lavoro e sui curriculum e la gestione interna di scuole e altre istituzioni pubbliche. La legge prevede per i LGO il diritto alla discrezionalità, ma aggiunge che generalmente non sarebbe nostro compito svolgere indagini relative a reclami, nel caso in cui i cittadini possiedano diritto di revisione o di appello presso un tribunale o presso il Ministro di Stato. Questo significa che svolgiamo solo raramente indagini su reclami che riguardano la revoca di permessi allo sviluppo da parte dell’autorità locale (perché gli interessati possono fare appello al Ministro di Stato) o che riguardano il mancato soddisfacimento della legge sulla libertà di informazione - Freedom of Information Act - perché gli interessati possono appellarsi al Commissario per l’Informazione, che è considerato un tribunale. Non trattiamo poi reclami di prima istanza in cui una autorità pubblica non soddisfa i bisogni speciali di istruzione per bambini con deficienze fisiche o mentali. Nell’anno 2007/2008 sono pervenuti ai nostri tre uffici ben 17.628 reclami, ma 2.489 non erano di nostra competenza. La legge prevede che i LGO non possano svolgere indagini per reclami finché l’autorità locale non sia stata informata del problema e finché disponga di una possibilità “ragionevole” di rispondere al reclamo – 4.984 ( il 28%) di questi reclami è passato in visione all’autorità locale. Questi reclami vengono chiamati “prematuri”. I LGO hanno piena discrezionalità riguardo al se iniziare, continuare o interrompere un’indagine relativa ad un reclamo ossia i cittadini non hanno il diritto di esigere indagini per i loro reclami. Non abbiamo svolto indagini in 2.887 casi (16%). 2.939 (16%) reclami sono stati risolti quando l’autorità locale ha agito o ha deciso di agire per soddisfare i LGO. Le indagini per questi reclami sono state interrotte dalla corrispondenza privata tra il cittadino e l’autorità locale. Sono questi i casi in cui raramente facciamo ricorso ai rimedi “soft” dell’informazione interna, ma piuttosto ai poteri di persuasione e influenza. Per 5.024 (28.5%) reclami, le nostre indagini non hanno riscontrato alcun caso evidente Anne Seex 147 di cattiva amministrazione da parte dell’autorità locale. 119 (meno dell’1%) reclami hanno portato all’emissione di rapporti pubblici. I reclami più frequenti riguardano decisioni relative alla concessione edilizia o modifiche edilizie (23% del totale), seguiti dai reclami in materia di alloggi (21%). Non vi sono altri reclami che superino la quota dell’11% del totale. Comune di Birmingham: E’ la più grande autorità municipale del Regno Unito – conta più di un milione di persone, 2.240.392.000 euro di spesa fiscale annuale, 382.764.957 euro in investimenti annuali di capitale. 7.800 richieste di permessi per nuove costruzioni o modifiche, 64.000 case in affitto, 426 scuole con 173.846 alunni, 388.000.000 euro in sussidi per alloggi e tasse locali, 20 lingue parlate – 9 utilizzate per informazioni pubbliche importanti. La città costituisce il 5,4% dei 18,5 milioni di cittadini che si trovano sotto la mia giurisdizione e genera il 7,9% del totale dei reclami trattati dal mio ufficio. La media dei reclami per la città Birmingham è di 4,37 su 10.000 abitanti, in confronto a una media di 4,4 su 10.000 delle otto città principali della rivoluzione industriale (la media spazia dal 5,66 al 3,41). 137 reclami pervenuti a Birmingham (29%) sono stati classificati come “prematuri”, 54 (11%) esterni alla mia giurisdizione, per 82 reclami (17%) non sono state svolte indagini, in 112 casi (23,5%) non è stata riscontrata cattiva amministrazione e 136 reclami (28,5%) sono stati risolti dall’amministrazione comunale con azioni per noi soddisfacenti. Rispetto alla media nazionale, Birmingham rivela una percentuale maggiore di reclami, risolti convincendo l’amministrazione comunale ad adottare azioni per noi soddisfacenti (28,5% contro 16%) e registra una minore incidenza di casi di cattiva amministrazione (23,5% contro 28,5%), ma probabilmente ciò non è significativo a livello statistico. Quali sono le condizioni che permettono una buona ed efficace azione di difesa civica? Secondo il mio punto di vista, esistono cinque condizioni essenziali: Primo, il difensore civico deve possedere una giurisdizione (rectius: competenza) idonea a trattare i problemi dei cittadini – se le competenze sono limitate ed escludono un elevato numero di casi, i cittadini perderanno fiducia nel difensore civico. Secondo, il difensore civico deve disporre di risorse adeguate; questo non significa che lo Stato deve firmare assegni in bianco per il difensore civico. Queste risorse devono essere sufficienti per consentire di adottare decisioni efficaci ed immediate su quali reclami accettare, e per svolgere indagini approfondite ed adeguate. Il difensore civico deve avere potere discrezionale su quale reclamo accettare, così da equilibrare carico di lavoro e risorse. Di certo, invece, non è possibile tenere sotto controllo il numero di reclami che ci vengono presentati, attraverso mezzi che lederebbero i propositi della nostra istituzione, come per esempio non pubblicizzare il nostro ufficio o impedire ai cittadini di comunicare con noi. Quest’anno i LGO hanno ampliato il servizio telefonico, così da renderlo il princi- 148 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole pale mezzo di comunicazione con i cittadini. Abbiamo aumentato il personale addetto al servizio da 3 a 10 unità, e il numero di chiamate ricevute è aumentato da 20.000 a 44.000 all’anno, 3.500 nel solo mese di settembre. Terzo, il difensore civico deve essere indipendente dalla pubblica amministrazione sia in ri- ferimento al mantenimento della carica che delle risorse. Questa indipendenza è vitale per far sì che i cittadini confidino nel fatto che le decisioni, prese dal difensore civico rispetto ai reclami da loro presentati, siano prese in considerazione dei soli argomenti attenenti il reclamo stesso. Non bisogna dare l’impressione che il difensore civico tema le conseguenze di un’esposizione pubblica di eventuali errori dell’amministrazione. Quarto, è necessario che il difensore civico e i funzionari pubblici considerino allo stesso modo cosa i cittadini hanno il diritto di aspettarsi. Senza questa base comune è molto difficile concludere un dialogo efficace. Il Regno Unito non ha una costituzione scritta e i principi del diritto amministrativo1 sono stati fissati, nel corso degli anni, dalle corti giudiziarie: la pubblica amministrazione deve agire nel rispetto della legge (inclusa l’amministrazione secondaria e il sistema di controllo ministeriale); le sue decisioni e le sue azioni devono essere “ragionevoli”, senza pregiudizi, e devono essere adottate solo dopo aver preso in considerazione tutti i fattori più rilevanti; le decisioni e le azioni devono essere adottate in modo imparziale (regole del diritto naturale). Purtroppo molti dirigenti e impiegati nelle amministrazioni pubbliche, in ruoli sia tecnici che professionali, non comprendono adeguatamente tali principi e come applicarli nel lavoro quotidiano. Quando la questione coinvolge i LGO, i contatti con l’autorità locale si intrattengono tramite un avvocato senior o un funzionario che lavora per la direzione generale dell’amministrazione di riferimento, soggetti che generalmente conoscono e comprendono questi principi. Quinto, il difensore civico deve essere circondato da personale impegnato e competen- te, che riporti i valori della difesa civica nei suoi provvedimenti quando decide: per quali reclami procedere, come compiere le indagini e come risolvere al meglio le questioni. Per mia esperienza, si ottiene maggiore successo quando il personale dell’ombudsman si è documentato sulle leggi e i sui regolamenti inerenti il caso, sulle politiche attuate da quella pubblica amministrazione, e su ciò che è accettato come prassi professionale (come standard etc.), e quando assembla tutti questi aspetti nell’ottica dei diritti dei cittadini e con l’esperienza in questo campo (con un occhio di riguardo all’opinione pubblica e ai media!). Perdiamo credibilità se il personale cerca di negoziare soluzioni rapide, senza disporre di tutti i suddetti elementi, specialmente se il cittadino è visto dai funzionari pubblici come qualcuno che vuole trarre un vantaggio ingiustificato nei confronti di altri che sono in una situazione di necessità maggiore e in un momento in cui le risorse sono vincolate. Buone relazioni o “perchè la persuasione funziona”? In un’amministrazione pubblica identifico due fattori che motivano ad agire, e che considero utili per risolvere un reclamo: l’ethos del servizio pubblico dei dirigenti e dei funzionari e il voler evitare le critiche dell’opinione pubblica. Dal momento che i LGO non possono trattare un reclamo se la pubblica autorità non ab- Anne Seex 149 bia per prima avuto la possibilità di analizzarlo e risolverlo, uno potrebbe chiedersi: perché l’ethos del servizio pubblico non ha previsto che il cittadino venisse soddisfatto già quando l’autorità si occupava del reclamo? Forse gli impiegati mostrano impegno nell’affrontare un reclamo solo quando rischiano di essere chiamati dal difensore civico a darne spiegazioni pubbliche? Sono sicura che questo rischio aiuta a tenere le menti concentrate, ma ci sono comunque molti altri fattori che entrano in gioco. Uno di questi fattori è relativo al fatto che i reclami, presentati dai cittadini, vengono trattati secondo le procedure tipiche dell’autorità locale. Spesso se ne occupano i funzionari superiori del dipartimento, che hanno un eccessivo carico di lavoro, poco tempo e necessità di mantenere buone relazioni con i propri dipendenti, tutti elementi che spesso sono di ostacolo alla completa revisione del lavoro e impediscono che il funzionario analizzi il caso immedesimandosi nel cittadino. Un altro fattore, come abbiamo detto prima, è che i funzionari del dipartimento sono spesso assunti per le loro competenze professionali e tecniche e potrebbero non possedere una buona capacità di intendere nel giusto significato le leggi che vincolano le azioni delle autorità pubbliche. Per tale ragione da alcuni anni offriamo corsi di formazione per il trattamento dei reclami alle autorità pubbliche sotto la nostra competenza. I corsi sono gestiti dal personale più qualificato e sono offerti al prezzo di costo; le autorità locali sostengono tutti i corsi che siamo in grado di offrire (129 lo scorso anno). Monitoriamo l’opinione dei partecipanti: il 90% considera il contenuto buono o molto buono. Non abbiamo un’evidenza empirica del fatto che le autorità locali, che abbiano seguito i corsi, trattino in seguito i reclami in maniera più efficace o siano più soggetti alla nostra influenza. Tuttavia, abbiamo chiesto a un campione di 25 autorità pubbliche la loro opinione. Le risposte dei dirigenti e dei funzionari del settore reclami mostrano che il corso di formazione ha permesso alle amministrazioni comunali di trattare i reclami in modo più sicuro ed efficace, soprattutto nella prima fase, con conseguente diminuzione del numero di reclami che passano alle fasi più avanzate della procedura. Coloro che invece disponevano di servizi di controllo nelle procedure (come controlli sistematici o periodici delle risposte) hanno riferito di aver notato, dopo il corso, un miglioramento nella qualità delle risposte, fornite ai reclamanti. Il personale dei LGO è in genere in grado di aiutare i funzionari pubblici a comprendere i contenuti giuridici e amministrativi del reclamo e può spesso portare ad atteggiamenti più civili un cittadino ostile o poco ragionevole. Ciò può essere facilitato dai contatti che intratteniamo con gli avvocati o i funzionari superiori impiegati presso l’amministrazione di riferimento, i quali in genere non stanno sempre dalla stessa parte dell’autorità locale, che è responsabile del servizio o della decisione in materia di reclamo. I funzionari con cui abbiamo rapporti sono su posizioni meno difensive dell’azione che ha causato il reclamo e sono più propensi a comprendere i principi del diritto amministrativo. Va sottolineato che “un’azione soddisfacente per il difensore civico” non è la stessa cosa di “un’azione soddisfacente per il cittadino”. Una ricerca su un campione di cittadini che ha presentato reclami ai LGO dimostra che il 33% dei cittadini i cui reclami sono stai risolti sono rimasti insoddisfatti del risultato, addirittura il 24% molto insoddisfatto2. 150 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole La ricerca curata dalla professoressa Violini ha sottolineato l’importanza dell’informazione esterna ed interna come mezzo per ampliare la propria influenza sull’amministrazione pubblica. L’esperienza dei LGO dimostra che le autorità locali non gradiscono ricevere nostri rapporti pubblici contro di loro. Anche se ciò è utile e costituisce un potente mezzo a cui fare ricorso se l’amministrazione non collabora, vi è qualcosa di sorprendente. Infatti solo alcune relazioni riescono a raggiungere tutti i media ma tendono a rivelarsi, nella migliori delle ipotesi, fuochi di paglia, mentre altre vengono riprese molto poco dai media. Mi piace pensare quindi che l’efficacia derivi dall’ethos del servizio pubblico profondo e diffuso nel governo locale. Qualunque ne sia la ragione, nella pubblica amministrazione si avverte un forte senso di vera e propria vergogna, quando un LGO decide di pubblicare un rapporto. Devo però fare presente che in alcuni casi molto rari, ciò potrebbe indurre i funzionari pubblici ad un comportamento sleale e ad intaccare la credibilità del difensore civico e dei suoi rapporti. La ragione per cui un rapporto costituisce una minaccia così forte è che, in genere, non ne produciamo molti. Chi critica i LGO (un piccolo numero di cittadini di cui non abbiamo accolto i reclami e che utilizzano le potenzialità di internet) afferma che siamo troppo clementi con il Local Government e che ne vogliamo coprire gli errori e le mancanze. Queste critiche sono infondate. I nostri rapporti pubblici sono come la moneta dello Zimbabwe – più monete si coniano, più diminuisce il loro valore. Come decidiamo se e quando emettere un rapporto pubblico? Emettiamo sempre rapporti pubblici quando riscontriamo casi di cattiva amministrazione e l’autorità pubblica non accetta la nostra osservazione o rifiuta di rimediare all’ingiustizia causata al cittadino. Questo non accade molto spesso. Personalmente, in altri casi, sono propensa a pubblicare un rapporto quando il cittadino colpito è debole, ha difficoltà a “parlare per se stesso” – persone disabili, anziani, bambini del servizio sociale, malati mentali, i meno abbienti; e/o quando la cattiva amministrazione si riferisce ad abuso di potere. Questo è particolarmente importante nel caso in cui io avverta che il Consigliere eletto possa ignorare gli errori e le mancanze commesse e quindi io voglia assicurarmi che i funzionari siano posti sotto pressione politica per indirizzarli nella giusta direzione. L’importanza della pressione politica è dimostrata da un caso recente, riguardante la città di Birmingham. I funzionari hanno tentato di convincermi a cambiare le raccomandazioni presenti nel rapporto pubblico, che suggerivano una completa revisione delle procedure dell’amministrazione comunale relative alle persone con difficoltà di apprendimento. Non ho cambiato la raccomandazione e quando il rapporto è stato analizzato dai Consiglieri, si è andati ben oltre. Hanno incaricato una personalità pubblica, molto valida e con molta esperienza nel campo, a procedere alla revisione. Comunque, i media assicurano ai nostri rapporti pubblici un certo impatto sul pubblico, specialmente se critici nei confronti dell’autorità locale. Sebbene non permetto mai che questa considerazione possa trattenermi dall’emettere un rapporto pubblico né cerco una copertura mediatica scandalistica, prendo sicuramente in considerazione il possibile livello di interesse dimostrato dai media in generale – che, senza dubbio, riflettono ciò per Anne Seex 151 cui i cittadini hanno interesse. Ma questa non è una scienza esatta! Di recente ho redatto due rapporti su due diverse autorità locali. Un caso riguardava la mancanza di una risposta appropriata alla richiesta dei cittadini di un secondo contenitore per rifiuti domestici e toccava un punto normativo molto labile (che peraltro non ho la competenza di definire). Il secondo caso era relativo ad una coppia di anziani, residenti in un alloggio sociale, che era terrorizzata dal guardiano responsabile di fornire loro aiuto e la pubblica autorità non aveva fatto nulla per proteggerli o per richiamare il guardiano nonostante le loro proteste. Il rapporto sui rifiuti domestici ha raggiunto, in tutto il paese, la più alta copertura dei media rispetto a qualsiasi altro rapporto mai pubblicato da un LGO in tempi recenti. Il caso della coppia di anziani ha interessato, invece, solo i media locali - nonostante fosse molto critico nei confronti dell’autorità pubblica. Prendiamo in considerazione anche il potenziale interesse dei nostri rapporti per i funzionari e le autorità pubbliche. Mi spiego: emettiamo rapporti pubblici anche quando il reclamo nasce da una incomprensione sui requisiti di leggi o regolamenti che può diffondersi anche all’interno di altre autorità locali. Pubblichiamo un sorta di “raccolta dei casi”, ricavando materiali sia da rapporti pubblici, sia da casi risolti senza necessità di emettere rapporto. Il progetto è stato ben accolto dalle autorità locali ed è usato a dovere dai quei funzionari il cui ruolo comporta una collaborazione con il nostro ufficio. Nel 2004 i LGO hanno introdotto la pubblicazione di una Annual Letter per ciascuna autorità locale, che contiene l’indicazione del numero, delle materie oggetto dei reclami e dei loro esiti, fornisce dati statistici riguardo al tempo necessario per rispondere ad un reclamo. L’iniziativa è stata ben accolta dalle autorità locali. Sono felice di fornirvi una copia dell’ultima “Annual Letter” per la città di Birmingham. Si riscontra in genere una buona copertura dei media quando un’autorità locale discute la sua Annual Letter e i LGO sono disposti a partecipare ai meeting per discutere il lavoro. Conclusioni Spero di avervi ben illustrato alcuni dei modi in cui i LGO utilizzano il loro potere di persuasione. Anziché essere un “organo istituzionalmente senza potere”, i LGO possono esercitare un’influenza considerevole sulle autorità locali, così da rimediare alle ingiustizie lamentate dai cittadini, possono fissare nuovi standard del servizio pubblico e svolgere funzioni di mediazione riequilibrando la differenza di potere tra autorità pubbliche e cittadini. La nostra influenza, a mio parere, è strettamente legata alla nostra credibilità nei confronti delle autorità locali, basata su approfondite e proporzionate attività di indagine, sull’imparzialità, sull’abilità di individuare le questioni rilevanti e i principi da applicare nonchè sulla nostra capacità di proporre raccomandazioni utili a risolvere i problemi. ¹ Il diritto amministrativo è definito da un prestigioso accademico come ciò che definisce l’estensione della sfera pubblica, le relazioni tra terzi e operatori di quella sfera pubblica e con i cittadini. Riguarda anzitutto l’esercizio o il non esercizio del potere pubblico e quindi dei suoi principi informatori quali l’imparzialità, la razionalità, la legalità e la proporzionalità. ² Questi dati non comprendono l’82% degli insoddisfatti (di cui 7-5% molto insoddisfatto) il fatto che il reclamo non è stato trattato dall’Ombudsman, nè il 77% degli insoddisfatti (63%molto insoddisfatto) perchè il Local Government Ombudsman non aveva competenza sul loro reclamo. 152 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations Anne Seex local government ombudswoman for the cities of birmingham, solihull mbc, chesire, derbyshire, nottinghamshire, lincolnshire, warwickshire and the north of england Although the English ombudspersons, called Local Government Ombudsmen (LGOs), are technically institutionally powerless organs, they wield considerable influence over local authorities to protect the citizens’ rights. This is because, in practice, the so-called “soft” remedies – of internal and external threatening power – they dispose of are very powerful and thus give to the LGOs the conditions for an effective action. The determinant conditions for an effective ombudsman’s action are the following: a sufficient jurisdictional power, adequate financial resources, a competent staff and, above all, good relationships with the public adminitrations based on the ombudsperson’s credibility. Obviously, the risk of being called to public account by the ombudsperson, and then probably by the media, does certainly compel the administrators to try their best to satisfy the citizens. However, a common understanding is the most important thing: that is why there must be a common ground between the ombudsman and the public administration in jurisdiction about what a citizen has the right to expect; the LGOs cannot investigate a complaint unless the local authority has been given a reasonable opportunity to respond; in handling a claim the powers of persuasion and influence should be used before the remedies; finally, to help the employees of the public administration to see through the citizens eyes and thus to better deal with the complaints before they arrive to us, our LGO offers training in complaint handling to the local authorities in our jurisdiction. In an atmosphere of common understanding with the public administration, the LGO is able to operate effectively, thus gaining credibility on one hand, and trust of the citizens on the other hand. Anne Seex 153 Introduction I should like to congratulate Signor Alessando Barbetta for taking the initiative to convene this valuable meeting and for stimulating unique research into the role and impact of ombudsmen in 11 major European cities. I also congratulate Professor Violini of the Institute of Lombardy on the product of his research - the conclusions provide a very interesting overview of our origins, funding, degree of independence, and powers. It must have taken considerable administrative effort to circulate translated copies of the conclusion in advance. I want to thank the people involved for that and for all their work in organising today’s meeting and in making the arrangements go so smoothly. I have focussed my contribution to this session on the issue of the ombudsman’s powers of persuasion or influence as opposed to coercive powers to revoke or amend an act of the public authority and/or punish any official. Like Signor Barbetta and most of the ombudsmen studied by Professor Violini, I have powers to recommend specific remedies for the citizen who bring their complaint to me and to recommend improvements to procedure and practice to avoid other citizens from suffering from the same fault. In common with the majority of ombudsmen studied, these powers do not interfere in the discretionary powers of the public authority and I have no power to enforce my recommendations. Although the research report is, technically, correct to describe me as ‘an institutionally powerless organ’ that is not how I feel nor, I believe, how the Local Government Ombudsman (LGO) is generally seen. This is because, in practice, the ‘soft’ remedies of ‘internal threatening power’ and ‘external threatening power’ are very powerful and we have the conditions for the good and effective operation of an ombudsman. Information about Local Government in England and the Local Government Ombudsmen Before exploring this further, it will be helpful if I give you a little more background information about local government in England, the work of the Local Government Ombudsmen and Birmingham City Council. Local Authorities: There are 388 principal local authorities serving a total population of 51million in England. In urban conurbations, the powers of a principal local authority include: - Urban planning and control of development and building - Planning for adequate supply of housing and, in some cases, provision of housing to rent (landlord) - Social welfare for vulnerable elderly, disabled or mentally ill people and for children - Public education for children age 3 – 16 - Maintenance of roads and street lighting - Environmental and other public protection (e.g. food hygiene) - Refuse collection and cleansing of streets and public spaces 154 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations - Provision of libraries, sports & cultural facilities, play areas, parks etc. - Welfare payments to assist people with costs of rent and local taxes (acting as agent of national government - Licensing of taxis, premises selling alcohol, tattoo parlours etc. Many local authorities will own land and buildings, provide car parks, operate markets and sell concessions allowing food vendors to operate. These activities are increasingly important sources of revenue – sometimes exceeding local taxes. Principal local authorities are NOT directly responsible for the police, public transport, or public utilities. The Local Government Ombudsmen (LGOs): We agree between us how to divide the country between our offices in London, Coventry (in the midlands) and York (in the north) with the aim of having reasonable parity in the number of complaints. The law gives LGOs discretion but says that we should not generally investigate complaints if the citizen has a right of review by or appeal to a tribunal or a Minister of State. This means that we: very rarely investigate complaints about a local authority refusing permission for development (applicant can appeal to the Minister) or about failure to comply with the Freedom of Information Act (applicant can appeal to the Information Commissioner who is a tribunal); do not deal with first instance complaints that a local authority is not meeting the Special Educational Needs of a child with physical or mental impairments. A total of 17,628 complaints were made to the three LGOs in 2007/08 but 2489 (14%) of these were not in our jurisdiction. The law says that LGOs cannot investigate a complaint unless the local authority has been made aware of the matter and had a ‘reasonable’ opportunity to respond – 4984 (28%) of those complaints were passed to the local authorities to consider. We call these ‘premature’. LGOs have complete discretion about whether to start, continue or discontinue an investigation into any complaint – citizens do not have the right to have their complaint investigated. We decided not to pursue investigations into 2,887 complaints (16%). 2939 (16%) complaints were resolved when the local authority took or agreed to take action to LGO’s satisfaction. Investigations into these complaints were discontinued by private correspondence with the citizen and the local authority. These are the cases in which we most call upon our powers of persuasion and influence – and rarely have recourse to even the ‘soft remedy’ of internal reporting. In 5024 (28.5%) complaints our enquiries found no evidence of maladministration by the local authority. Anne Seex 155 119 (< 1%) complaints resulted in public reports being issued. The most common cause of complaints are decisions to allow building development or alterations (23%) of the total, followed by complaints about housing (21%) with no other subject accounting for more than 11% of the total. Birmingham City Council: •The largest municipal authority in the UK - 1million+ people, €2,240,392,000 annual revenue spend, 382,764,957 annual capital investment •7,800 applications for permission for new building development or alterations’ •64,000 homes to rent •426 schools with 173,846 pupils •388,000,000 welfare payments to help with rent and local tax •20 languages spoken – 9 shown on important local information •has 5.4% of the 18.5million population in my jurisdiction and generated 7.9% (476) of the total complaints dealt with by my office •the rate of complaints about Birmingham is 4.37 per 10,000 compared to an average of 4.4 per 10,000 for the 8 ‘core’ cities of the industrial revolution (with a range of between 5.66 to 3.41) •137 (29%) of the Birmingham complaints were premature, 54 (11%) were not in jurisdiction, in 82 (17%) cases my staff decided not to investigate, we found no maladministration in 112 (23.5%) cases and 136 complaints (28.5%) were resolved by the Council taking satisfactory action •a greater proportion of complaints about Birmingham are resolved by persuading the Council to take satisfactory action than nationally (28.5% to 16%) and a slightly lower incidence of findings of no maladministration (23.5% to 28.5%) but this is probably not statistically significant. What are the conditions for good and effective action by an ombudsman? In my opinion, there are five vital conditions: First, the ombudsman must have the jurisdictional power to consider matters that concern citizens – if jurisdictional powers are defined narrowly and exclude too many matters citi- 156 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations zens will become disillusioned and lose confidence in the ombudsman. Second, the ombudsman must have adequate financial resources – this is not to say that the state has to write blank cheques for ombudsmen. Resources must allow for efficient and speedy decisions about which complaints will be accepted and for investigations to be thorough and proportionate. The ombudsman must have the power to decide which complaints to accept in order to align investigative workload and resources. However, we cannot control the number of complaints that are made to us except in ways that undermine the purpose of the office such as not publicising our existence or making it difficult for citizens to communicate with us. This year the LGOs set up an expanded telephone service to be our first point of contact with citizens. We increased the number of staff doing this work from 3 to 10 and the number of telephone calls handled has risen from 20,000 per annum to a projected 44,000 p.a. with 3,500 calls being dealt with in September. Third, the ombudsman must be independent of the public administrations in jurisdiction – both for security of tenure in office and resources. Such independence is vital if citizens are to be confident that the ombudsman’s judgements on their complaints are made solely on the issues. There should be no suspicion that the ombudsman has been fearful of the consequences of exposing wrong doing by a public administration. Fourth, there must be common ground between the ombudsman and the officials em- ployed by the public administrations in jurisdiction about what a citizen has the right to expect. Without such common ground it is very difficult to have an effective dialogue. The UK does not have a written constitution and the principles of our public law3 have been established over the years by the Courts: the public administration must act within the law (including secondary legislation and Ministerial guidance); its decisions and actions must be ‘reasonable’, free from bias, and taken after considering all relevant factors; its decisions and actions must be taken with procedural fairness (rules of natural justice). Sadly, many managers and employees of public administrations in professional and technical roles do not adequately understand these principles or how they apply to their daily work. When the LGOs become involved our contact with the local authority is almost always through a senior lawyer or an employee working to the Chief Executive at the corporate centre who generally do understand these principles. Fifth, the ombudsman must have competent and committed staff who will reflect the ombudsman’s values when deciding: which complaints to investigate, how to investigate, and how the matters can best be resolved. In my experience, our influence is greatest when our staff have researched: the law and regulations, the public administration’s own policies, what is recognised as acceptable professional practice or standards etc; and assembled the facts with a central concern for the citizen’s rights and experience (and with an eye to public sympathies and media interest!). We have less credibility if staff try to negotiate a speedy resolution without first laying foundations of this kind - especially if the citizen is seen by the public officials as trying to get an unjustified advantage over others considered to be in greater need when resources are constrained. Anne Seex 157 Good relationships or ‘why persuasion works’? I identify two factors within a public administration that will motivate it to take action that I recommend as satisfactory to resolve a complaint: the ‘public service ethos’ of its employees and a strong desire to avoid public criticism. As the LGO cannot consider a complaint unless the local authority has first had an opportunity to consider and respond, one might ask why the public service ethos did not produce an outcome that satisfied the citizen when the authority was dealing with the complaint? Perhaps employees only display such commitment when faced with the risk of being called to public account by the ombudsman? I am sure that such a risk does help to concentrate minds. However, I think there are a number of other factors that come into play. One such factor is the way that citizens’ complaints are considered under a local authority’s own complaints procedure. Often the senior officials in the Department will handle the complaint – pressure of other work, pressure of time and needing to maintain good relations with their workforce act as disincentives to a thorough review and make it difficult for the official to see things through the citizen’s eyes. Another factor, as mentioned previously, is that departmental officials are often employed for their professional or technical expertise and may not have a good understanding of the public law principles that bind the actions of all public authorities. For some years now we have offered training in complaint handling to the local authorities in our jurisdiction. The courses are run by our most experienced staff and are offered at cost. Local authorities take-up all the courses that we can offer – 129 courses last year. We monitor the opinion of participants 90% rating the content as very good or good. We have no empirical evidence about whether local authorities that take-up the training go on to deal with complaints more effectively or become more open to our influence. However, we asked a sample of 25 local authorities for their views. The responses from corporate complaints officers and managers suggest that the training has enabled councils to deal with complaints more confidently and efficiently in the early stages, resulting in fewer complaints escalating through the procedures. Those who had quality control procedures in place (such as systemic or periodic checking of responses) said they had seen a marked improvement in the quality of responses to complainants following the training. The LGO staff are usually able to help the public officials to understand the legal and wider administrative context of the complaint and can often ‘humanise’ a citizen who has become to be seen as hostile or unreasonable. This can be helped by our main contact being with lawyers or senior officials working at the corporate centre who are usually not in the same part of the authority as those responsible for the service or decision that is the subject of the complaint. The officials with whom we deal are less likely to be defensive of the action that has caused the complaint and more likely to understand public law principles. It should be noted that ‘action satisfactory to the ombudsman’ is not the same as ‘action 158 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations satisfactory to the citizen’. Our opinion research with a sample of citizens who have complained to the LGO found that 33% of those whose complaint was resolved in this way were not satisfied with the outcome – 24% being very dissatisfied4. Professor Violini’s research identifies the importance of internal and external reporting as a means of influencing public administrations. The LGO’s experience is that local authorities do not want us to issue public reports against them. Although this is gratifying and gives us a potent threat to fall back on if a public administration does not co-operate, it is also somewhat surprising. Even our reports that get maximum media coverage tend to be, at best, ‘seven day wonders’ and some attract very little media coverage. I like to think that it arises from a deep and widespread public service ethos in local government. Whatever the reason, there is a strong sense of shame in a public administration when an LGO decides to issue a report – long may it last. I should note, however, that very, very rarely this can result in public officials ‘fighting dirty’ and attacking the credibility of the ombudsman and the public report. The threat of a public report is potent because we do not issue very many. Critics of the LGO (a small number of citizens whose complaints we have not upheld and who utilise the power of the inter-net) claim that this is because we are too lenient with local government and want to cover-up the faults and failings that we find. This criticism is ill-founded. Our reports are a little like Zimbabian currency – the more one prints the less value it has. How do we decide whether and when to issue a public report? We will always report if we have found maladministration and the local authority will not accept that finding or refuses to act to remedy the injustice caused to the citizen as a consequence. This does not happen very often. Speaking personally, in other cases I am most inclined to report when the citizen affected is least able to ’speak’ for themselves – disabled people in institutions, the elderly, children in public care, people who are mentally ill, the very poor; and/or when the maladministration amounts to a serious abuse of power. This is particularly important when I feel that the elected Councillors may otherwise be ignorant of the faults and failings and I want to be sure that the officials are put under political pressure to address them. The importance of political pressure is illustrated by a recent case concerning Birmingham. The officials tried to persuade me to change recommendations in a public report that there should be a whole-scale review of the Council’s practice in relation to people with learning disabilities. I did not change the recommendation and when my report was considered by Councillors they went even further and commissioned a very significant public figure with expertise and experience in that field to undertake the review. However, media coverage is partly what gives our reports impact, especially when it is critical of a local authority. Although I would never allow this consideration to deter me from publishing a report and I would not seek salacious media coverage, I will take into account the likely level of media interest – which, of course, reflects as well as shapes what citizens find of interest. This is not an exact science! I recently issued two reports about different local authorities. One case concerned failure to respond properly to the citizens Anne Seex 159 request for a second receptacle for his domestic refuse and raised a rather esoteric point of law (that I do not have jurisdiction to determine). The other case concerned two elderly people in a sheltered housing complex who had been terrorised by the warden employed to help them and the local authority had done nothing to protect them or deal with the warden even though it knew of their complaints. The domestic refuse case probably achieved more media coverage across the country than any other report published by a LGO in recent times. The case of the terrorised elderly people attracted only local coverage – although the coverage was very critical of the local authority. We also take into account the potential professional and local government ‘audience’ for our reports and will issue if the complaint arises from a misunderstanding about the requirements of law or regulations that may also be occurring in other local authorities. We also publish a ‘Digest of Cases’ drawing on material from both public reports and cases that are resolved to the LGOs satisfaction without report. This is well-received by local authorities and well-used by those officials whose role involves liaison with our staff. In 2004 the LGO’s introduced an initiative of issuing an Annual Letter to a number of local authorities. The Annual Letter summarised the number, subject matter, and outcome of complaints about the particular authority and provided statistics about the time taken to respond to initial enquiries. This initiative has been well-received by local authorities. I am happy to provide a copy of the last Annual Letter for Birmingham. There is generally media coverage when a local authority considers its Annual Letter and the LGOs offer to attend those meetings and discuss our work. Summary I hope I have illustrated some of the ways in which the LGO’s use our powers of persuasion so that rather than being an ‘institutionally powerless organ’, we wield considerable influence over local authorities to remedy injustice for the individuals who complain to us; to generally raise public service standards; and to mediate the ‘balance pf power’ between these public authorities and the citizen. Our influence, is I believe, crucially dependent on our credibility with local authorities based on thorough and proportionate investigations, impartiality, our ability to articulate the relevant issues and principles, and our ability to formulate reasonable recommendations for remedies. ³ Public law is described by a leading academic as defining the extent of the public sphere, the relationship between tiers and actors in that public sphere and their relationship with citizens. It is primarily concerned with the exercise or non-exercise of public power and its fairness, rationality, legality and proportionality. This should not compared with the 82% who are dissatisfied (7-5 being very dissatisfied) with decisions not to pursue an investigation and 77% dissatisfied (63% being very dissatisfied) when told that the Local Government Ombudsman does not have jurisdiction to investigate their complaint. 4 160 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole Coordina Lorenza Violini Ringrazio molto anche la collega inglese, estremamente precisa nel metterci al corrente dei dati relativi alla sua attività, della quale sono emersi con evidenza alcuni aspetti innovativi che non sono stati presi in considerazione nella nostra ricerca. Segnalo in particolare la questione della formazione dei dipendenti pubblici, aspetto da noi non rilevato in quanto non abbiamo ritenuto che rientrasse nell’attività del difensore civico. Si tratta però di un elemento da tener presente, anche nell’ottica di un rafforzamento della relazione tra amministrazione attiva e amministrazione di controllo. E ancora una volta mi sembra che emerga proprio questo elemento di razionalità che deve improntare l’attività del difensore civico, cosa di cui noi non abbiamo mai dubitato, ma che rilevato così in varie situazioni ci rende ancora più consapevoli del fatto che ci vogliono degli snodi apolitici, atecnici, al tempo stesso capaci di essere sia politici che tecnici, capaci cioè di “oliare” questi meccanismi burocratici che, nonostante i cambiamenti del New Public Management e di tante nuove visioni dell’amministrazione che andiamo proponendo da anni, spesso mancano un po’ di capacità di buon funzionamento, di capacità di relazione corretta e razionale. Proseguiamo ora con il Difensore civico della città di Anversa, la dottoressa Karla Blomme. My thanks to our English colleague who gave us an extremely detailed image of her activity; from the speech emerged some innovative aspects that were not considered in our research. I would like especially to mention the training of public employees: we did not consider this in our research as we thought that it is not a part of the ombudsman’s activity. It is however and without any doubt an element to take into consideration from the point of view of the strengthening of the relationship between the administration management and the Ombudsman or other control bodies. Once again rationality appeared to be a key word for the ombudsperson’s activity: we have never had any doubt about this, but repeated so many times today, it appears ever more clearly that apolitical and a-technical hubs, that are however able to be both political and technical, are needed in order to “oil” the bureaucratic mechanisms that, despite the changes made by the New Public Management and despite numerous innovations that were proposed in the last years, lack often of the ability to function correctly and rationally. I give now the floor to the Ombudswoman for the city of Antwerp, Ms. Karla Blomme. Lorenza Violini 161 162 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole Karla Blomme ombudswoman della città di anversa In confronto a molte metropoli europee Anversa è una piccola cittadina. Se quindi il Difensore civico di Anversa deve far fronte a problemi tipici di questo genere di territorio, esiste però comunque un denominatore comune con la difesa civica a livello internazionale: molti obiettivi e molte sfide sono comuni. La parola chiave è collaborazione: tra di noi, ma anche con altri enti che operano nell’ambito della tutela dei diritti e, forse soprattutto, con i politici e la burocrazia pubblica – che ad Anversa è dotata dal 2000 di propri uffici di gestione dei reclami. La comunicazione e la trasparenza sono fondamentali: anche quando di una pratica non ci occupiamo direttamente, dobbiamo poter avere accesso alla documentazione, fare un follow up della situazione e individuare tendenze – e questo vale ovviamente anche viceversa; questo con lo scopo di tutelare i diritti dei cittadini con la maggior efficacia possibile. Un problema spinoso è quello della visibilità. Per raggiungere l’obiettivo finale di rendere la città più vivibile per tutti bisogna essere riconoscibili e accessibili: nel caso di Anversa abbiamo trovato un sede centrale e facilmente raggiungibile e stiamo lavorando affinché più reclami provengano dai distretti periferici. Karla Blomme 163 Buon pomeriggio a tutti! Non è semplice essere l’ultima relatrice di oggi. Anzitutto vorrei ringraziare il dottor Barbetta per avermi invitato. In un certo senso Anversa è la “sorellina” delle città metropolitane europee, perché quando vedo qual è la popolazione delle altre città, mi rendo conto che Anversa è una piccola città. Adesso vi porterò nella nostra città per mostrarvela e per vedere come funziona. Anversa è divisa in nove distretti. Il distretto di Anversa è quello più grande, gli altri si suddividono il resto della città. In tutto nei nove distretti risiedono 470.913 abitanti. distretto popolazione Distretto di Anversa 172.143 Distretto di Berchem 40.586 Distretto di Berendrecht-Zandvliet-Lillo 8.583 Distretto di Borgerhout 42.405 Distretto di Deurne 70.476 Distretto di Ekeren 22.297 Distretto di Hoboken 34.796 Distretto di Merksem 41.082 Distretto di Wilrijk 38.536 Totale 470.913 La maggior parte dei reclami che gestiamo vengono dal distretto di Anversa (sono circa il 40%), gli altri sono meno: soltanto il 2% degli abitanti di questi distretti ci invia segnalazioni. C’è quindi ancora molto da fare proprio per cercare di comunicare a coloro che operano negli altri distretti che cos’è il Difensore civico. Ciò detto, vi voglio parlare brevemente della storia della difesa civica nella nostra città, perché il primo difensore civico in Belgio è stato eletto nel marzo del 1991. Il sindaco di Anversa, infatti, era stato in Olanda e là si era reso conto che il difensore civico funzionava molto bene e quindi poi ha deciso di istituire un difensore civico anche ad Anversa. Il primo difensore civico ha lavorato molto bene, anche se ci sono state molte critiche nell’amministrazione comunale, perché si è detto: “Quando qualcuno ha un problema, va dal difensore civico, allora noi non possiamo aiutare più nessuno, perché tutti vanno dal difensore civico e invece dobbiamo avere anche noi la possibilità di aiutare i cittadini, perché possiamo farlo”. Così nell’aprile del 2000 è stato istituito uno sportello reclami interno all’amministrazione comunale e questo significa che adesso in ogni ufficio e in ogni distretto ci sono persone che lavorano soltanto per la gestione dei reclami. Poi, nell’ottobre del 2006, si è giunti alla prima donna Difensore civico di Anversa. Abbiamo lavorato molto sulla comunicazione, diversamente dagli anni precedenti, perché 164 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole non vi erano molte persone che riuscivano a riferirsi a noi per dei reclami o delle lamentele, in quanto avevano difficoltà nell’individuarci. Adesso vediamo come viene gestita una segnalazione, perché anche questo è piuttosto importante. Quando le cose vengono gestite correttamente molto spesso il risultato è un risultato di successo, sia nel soddisfare quella richiesta specifica, che nel creare un buon rapporto con i cittadini in generale. Ombudsman Consiglio comunale Consiglio dei 9 distretti Esecutivo comunale Esecutivi dei 9 distretti Wilrijk Merksem Hoboken Ekeren Deurne Borgerhout Berendrecht - Zandvliet - Lillo Berchem Antwerp Direzione generale Servizi comunali indipendenti 11 units servizio distrettuale e clienti cultura, sport e ricreazione finanze sicurezza istruzione marketing e comunicazione salvaguardia dei beni culturali gestione dello staff politiche sociali Tutela del territorio urbanistica Come si può vedere sull’organigramma presentato sopra, il Difensore civico di Anversa lavora in stretto collegamento con il Consiglio comunale e non c’è nessun altro che può dire al Difensore civico che cosa deve fare, è soltanto il Consiglio che ha la possibilità di valutare il lavoro del Difensore civico. Di che tipo di lamentele ci occupiamo? Tutti i tipi di lamentele a proposito della gestione dell’amministrazione comunale e dei servizi municipali, della polizia locale, delle case popolari, delle organizzazioni non a scopo di lucro e di tutte le società municipali autonome che continuano a crescere. Ci sono una serie di reclami invece dei quali non ci occupiamo, che non accettiamo: si tratta per esempio di lamentele che non vengono prima inviate ai servizi competenti, come dovrebbero ovvero le politiche di gestione della città, sulle quali non possiamo intervenire, anche se comunque naturalmente inviamo un segnale al politico responsabile per quella particolare azione. Per quanto riguarda poi questioni che riguardano situazioni risalenti a più di un anno pri- Karla Blomme 165 ma, è molto difficile far partire un intervento, quindi lo facciamo solo quando abbiamo della documentazione disponibile o qualcosa che possa dimostrare che cosa sia successo, ma nelle altre situazioni è piuttosto difficile. Inoltre non gestiamo le lamentele anonime, perché noi abbiamo sempre bisogno del nome e dell’indirizzo, così come dei numeri telefonici della persona che ci presenta la segnalazione. Naturalmente non comunichiamo questi nominativi all’amministrazione, proteggiamo la riservatezza, ma comunque abbiamo bisogno di sapere chi è la persona che ci contatta. Quando c’è possibilità di fare un ricorso gerarchico, allora non possiamo accettare il reclamo, e così anche quando la questione è già stata affrontata con un’azione legale. Chiunque viva ad Anversa, può contattare il Difensore civico, anche i non residenti. La maggior parte dei reclami ci viene inviata per posta elettronica, anche se abbiamo un numero telefonico gratuito che viene utilizzato abbastanza frequentemente. Infatti ci sono tanti cittadini che hanno ancora dei problemi nell’utilizzare la posta elettronica e quando possono telefonare ad un numero gratuito hanno l’opportunità di parlare senza dover pensare al costo del telefono o alle problematiche dell’invio di un messaggio per posta elettronica. A volte ci vuole tempo per spiegare esattamente qual è il problema e quindi la telefonata è forse la cosa che funziona meglio. Inoltre la gente può venire da noi di persona; abbiamo da settembre una nuova sede: eravamo precedentemente in una piccola via che nessuno riusciva a trovare, anche se eravamo nel centro della città, invece adesso siamo in una strada nota e tanti si rivolgono a noi. E’ importante che il difensore civico abbia un ufficio in un luogo facile da raggiungere, in qualsiasi ora e in qualsiasi giorno della settimana. Altra cosa importante: quando riceviamo un reclamo, dobbiamo fare una distinzione. Ci sono tante persone che vengono da noi per richiedere delle informazioni e in questo caso non c’è nessun problema, perché quando riusciamo ad aiutarle a muoversi nella direzione giusta, mostrando loro cosa devono fare, sono soddisfatte. Quando avranno nuovamente una lamentela di competenza del nostro ufficio torneranno volentieri da noi. Molti problemi, pertanto, sono problemi che gestiamo facilmente perché sono semplici richieste di informazione. Poi ci sono le lamentele di prima istanza, cioè quelle che non sono ancora gestite dall’amministrazione municipale, pari circa al 30%, e quelle di seconda istanza, che sono invece i reclami di nostra competenza. I reclami di prima istanza vengono inviati al Customer Manager, che è colui che si occupa dei cittadini; questo non significa che mandiamo via il cittadino, ma che accettiamo la sua richiesta e gli diciamo chi può aiutarlo e in quale ufficio si trova; quindi potrà fare riferimento a questa persona andandoci direttamente oppure ricevendo una soluzione per altre vie. Se attraverso questo contatto il problema non viene risolto, possono ritornare da noi e noi gestiamo questi reclami in seconda istanza. Chiediamo sempre ai Customer Manager di informarci quando risolvono una segnala- 166 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole zione: vogliamo ricevere una copia della lettera che viene inviata al cittadino, in modo tale che sia possibile anche da parte nostra seguire l’iter del reclamo. Così, se l’utente dovesse ritornare da noi per dirci che non è soddisfatto della risposta che ha ricevuto, possiamo disporre della documentazione, sapere quale è stata la risposta e se si tratta di una risposta ragionevole o meno. Ho detto che per i reclami di seconda istanza naturalmente siamo noi competenti. Su questi, l’istruttoria avviene in due fasi. È anzitutto molto importante capire esattamente che cosa è successo e cosa è andato male, quali soluzioni o risultati il cittadino si aspetta. A volte la gente arriva da noi spiegandoci le cose in modo molto emotivo e questo non ci permette di inquadrare quale è stato il problema e che cosa vogliono risolvere, che tipo di soluzione vogliono, perché molto spesso quella che potrebbe essere una soluzione per me, potrebbe non esserlo per la persona che si è rivolta a me. Poi dobbiamo cercare di mediare e di trovare una soluzione corretta proprio per accettare e capire quali sono le preoccupazioni degli utenti. Dopo che sono venuti da noi, mandiamo loro una lettera scrivendo che abbiamo ricevuto il reclamo e che faremo le azioni conseguenti utili a risolvere il loro problema, facciamo una richiesta di informazioni all’ufficio interessato e mandiamo poi la risposta al cittadino che può risponderci nuovamente qualora non dovesse essere soddisfatto. Speriamo in questo modo di essere giunti ad una soluzione. In caso negativo arriviamo alla seconda fase basata sugli standard personali del difensore civico, perché tutti i difensori civici che operano a livello locale hanno degli standard ai quali si attengono e che funzionano per la città. Si tratta dei seguenti standard: •Conformità con la legge •Basi solide per la gestione delle azioni •Uguaglianza e imparzialità •Certezza giuridica e fiducia fondata •Ragionevolezza e proporzionalità •Trattamento appropriato •Fornitura di un servizio attivo •Corrispondenza affidabile •Accessibilità •Informazioni precise e fornite quando servono •Precisione amministrativa •Gestione interna delle pratiche •Un tempo di gestione delle lamentele ragionevole •Coordinazione •Rispetto per la privacy In base a questi commenti abbiamo quattro qualifiche del reclamo e questa è una cosa da valutare con attenzione. Un reclamo fondato dimostra che non c’è stata una gestione corretta; allora questa se- Karla Blomme 167 gnalazione dovrebbe essere inviato all’esecutivo municipale con una raccomandazione. E qui si torna a quello che diceva Simon Matthijssen precedentemente: prima di fare una lamentela, bisogna sempre andare al servizio in questione e in seguito, se qualcosa non funziona, se c’è stato qualcosa di sbagliato, bisognerà chiedere al servizio stesso se stanno già facendo qualcosa per risolvere quel problema o meno, e in caso contrario allora si potrà fare riferimento a noi. Molte volte ci viene data una risposta che riporta quali sono state le azioni intraprese e noi naturalmente la prendiamo come risposta definitiva, prima ancora di fare riferimento all’esecutivo municipale, che poi potrà accettare o rifiutare la raccomandazione. Finora non ho mai avuto ancora alcun rifiuto. Questo dimostra che la comunicazione è importante: quando la comunicazione funziona, si capisce esattamente che cosa sta succedendo. Il reclamo è anche riportato nella relazione che noi produciamo, su base semestrale e annuale. Altri reclami sono classificati come “fair comment” perché vi è stata un’irregolarità non grave. Anche questi casi sono inseriti nella relazione annuale, perché comunque qualcosa è successo, il cittadino ha il diritto di venire da noi e di richiedere un’analisi da parte nostra. In queste ipotesi la nostra è una funzione che chiamiamo “funzione di flagging”, ossia una funzione di avvertimento. Terzo tipo è quello dei reclami dove non abbiamo la possibilità di dare un’opinione. Succede molto spesso quando c’è mancanza di comunicazione: magari non siamo presenti al momento della comunicazione e quindi è difficile sviluppare un’opinione in proposito: si tratta della parola di una persona contro quella di un’altra. Infine vi sono i reclami infondati e in questi casi il Difensore civico non se ne occupa. Venendo alla relazione annuale, credo che l’elemento più importante in essa sia il follow up delle raccomandazioni, perché ogni anno noi facciamo questa relazione e valutiamo il grado di attuazione delle raccomandazioni che sono state fatte l’anno precedentemente, per vedere se effettivamente è successo qualche cosa in seguito ad esse, se le cose adesso funzionano, se possiamo continuare nella stessa direzione, se magari è un problema che non si è mai più riverificato. Quindi cerchiamo di stabilire quali sono le tendenze. Naturalmente nel mio caso si tratta solo di due anni, ma spero, comunque, di avere anche una relazione della tendenza di quest’anno da confrontare con quella dell’anno scorso. Un’altra parte poi molto importante del nostro servizio è la collaborazione con gli altri servizi di difesa civica in Belgio. Abbiamo nelle Fiandre il POLO (Permanent consultation Local Ombudslines) che ha oggi sette membri. A livello nazionale c’è il POOL (Permanent consultation Ombudslieden Bel- 168 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole gium). La missione del POLO è la seguente: quando c’è un reclamo, il difensore civico locale può fare riferimento ad un difensore civico di livello superiore per vedere se questo problema si è già verificato, che cosa si è fatto in quella situazione e come si sono risolti i problemi. Nel POOL si collabora anche con i difensori civici settoriali (bancario, delle assicurazioni, delle pensioni, eccetera). Abbiamo anche un sito web, www.ombudsman.be, dove sono elencati tutti i difensori civici attivi in Belgio che viene utilizzato abbastanza frequentemente. Presso il nostro Ufficio è possibile mettersi in contatto anche con il difensore civico della Comunità francese e con quello nazionale perché portare i cittadini da questi soggetti è difficile, è molto più semplice poter garantire il servizio in città con il cittadino che viene da noi, che non portarlo a fare riferimento a Bruxelles. E questo mi porta alle conclusioni a proposito dell’efficacia di questi buoni rapporti; ci sono alcune cose che sono veramente importanti. Perché il tutto funzioni correttamente dal punto di vista del difensore civico, perché un ombudsman possa essere efficace ed efficiente è necessario costruire una relazione annuale buona, che dia conto dell’attuazione delle raccomandazioni dell’anno precedente, al fine di portare a soluzione i reclami fondati. Dal punto di vista amministrativo e politico, di che cosa hanno bisogno gli ombudsman? Di un sistema logistico di buon livello e questa è una cosa che ho visto io stessa: nella sede dove eravamo avevamo grossi problemi perché la gente non ci trovava. Adesso abbiamo bisogno di un sostegno finanziario e i politici ci hanno detto di volerci aiutare. Poi, per quanto riguarda le buone relazioni, penso che sia molto importante continuare ad avere un contatto sia con la burocrazia comunale che con la politica comunale, queste interazioni ci permettono di risolvere moltissime questioni. Una comunicazione frequente sia con i cittadini che con le pubbliche amministrazioni attraverso i media regionali è fondamentale, perché non è sufficiente garantire la relazione annuale: alcuni articoli sul giornale che dicono al cittadino “siamo qui, se avete bisogno sapete dove trovarci ecc.” sono sicuramente utili. La mia conclusione per il servizio del Difensore civico ad Anversa: il servizio fa parte di un progetto più ampio, che sta rendendo la città un luogo piacevole dove vivere per qualsiasi cittadino, per qualsiasi turista e per qualsiasi azienda e questo può essere realizzato grazie alla collaborazione all’interno di un ambiente costruttivo. Vi ringrazio. Karla Blomme 169 170 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations Karla Blomme ombudswoman of the city of antwerp If compared to some European metropolises, Antwerp is a really small city. However, even if the Ombudsperson for the City of Antwerp has to face problems typical only for this kind of territory, we still have lots of goals and challenges in common with other ombudspeople throughout the world. Cooperation is the key-word: between each-other, but also with other organizations operating in the rights protection sphere and, perhaps above all, with the politicians and the public administration, which in Antwerp handles a part of the complaints internally since 2000. Communication and transparency are fundamental: even if we don’t handle a complaint directly, we should have full access to the dossiers if we wish to, in order to do a follow up of the situation’s evolution and identify tendencies – this of course should work in the other direction as well; the aim is to protect the rights of the citizens with the best possible effectiveness. If communication and transparency are essential also as far as citizens are concerned, as Ombudsman for the City of Antwerp I had to face the problem of visibility. In order to achieve the final goal of making the city a nice place for every citizen, tourist and venture we have to be recognizable and accessible to all: in the case of Antwerp, we have got a new office now and we are working on increasing the number of complains sent to us from the peripheral districts. Karla Blomme 171 The city of Antwerp, Belgium the 9 districts of antwerp population population Disctrict Anversa 172.143 Disctrict Berchem 40.586 Disctrict Berendrecht-Zandvliet-Lillo 8.583 Disctrict Borgerhout 42.405 Disctrict Deurne 70.476 Disctrict Ekeren 22.297 Disctrict Hoboken 34.796 Disctrict Merksem 41.082 Disctrict Wilrijk 38.536 Total 470.913 The Ombudsman for the City of Antwerp: A little bit of history •03.1991: The city of Antwerp appoints the first local ombudsman in Belgium •04.2000 : The internal complaint handling in the city administration starts •10. 2006: First Ombudswoman for the City of Antwerp is nominated Structure of the city institutions and organs Ombudsman city council 9 district councils city executive 9 district executives management team independent city services Wilrijk Merksem Hoboken Ekeren Deurne Borgerhout Berendrecht - Zandvliet - Lillo Berchem Antwerp 11 units culture, sport and recreation 172 district & customer service finances integral safety city of learning marketing and communication heritage maintenance staff management social affairs city & neighbourhood maintenance city development the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations Which complaints does the Ombudsman accept? Complaints related to: •City management •City administration •OCMW (local public social services) •Local police •City education •Social housing corporations on the city’s territory •City non-profits •Autonomous municipal companies Which complaints are not accepted? Complaints : •that were not yet submitted to the competent service •concerning the general city management policy •about a matter occurred more than one year before •that are anonymous •for which an objection procedure or the possibility of appeal exist •about matters that are part of a legal action Who can contact the Ombudsman? Anyone who has a complaint with respect to their dealings with City of Antwerp services. both residents and non-residents of Antwerp How are complaints submitted? • By letter • By email • By fax • By phone • In person • Online Intake A distinction between the actions that can be taken by the Ombudsperson’s office has to be made: - Immediate service provision • Information requests • Consumer queries - First-line complaints - Second-line complaints Karla Blomme 173 The first-line complaints are handled through customer management:it is necessary to refer to the customer manager at the competent service or district For Second-line complaints the Ombudsman is competent Handling complaints Two-sided investigation: •understanding exactly what the complaint is about, then finding out exactly what happened •mediation aiming at finding a solution satisfying the concerns of the citizen Handling complaints: phase 1 - acknowledgment of receipt to complainant - advice request to service in question - response from service in question processed and passed on to complainant - complainant may respond if unhappy with the answer Handling complaints: phase 2 - Conclusion based on the ombudsperson’s standards The complaint may be qualified as: • founded • fair comment • no opinion/disputed • unfounded Complaint qualification Founded complaint = improper management - Complaint submitted together with recommendation to city executive. City executive can accept or reject the recommendation - Complaint included in the semestrial and annual report Fair comment - No serious violation of ombudsperson’s standards - Neither complainant nor service in question are in the wrong - Flagging function - Comment included in the annual report No opinion/dispute Complaint has become one person’s word against another’s Unfounded complaint No negligence on the part of the service in question 174 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations The ombudsperson’s standards - Compliance with law - Grounds for management actions - Equality and impartiality - Legal certainty and justified trust - Reasonableness / proportionality - Appropriate treatment - Active service provision - Reliable correspondence - Accessibility - Active information provision - Good implementation practice and administrative precision - Internal complaints handling - Reasonable handling period - Coordination - Respect for privacy The objectives of reports - A follow-up of the recommendations - Generating a survey of the trends down the years Cooperation of the Ombudsperson for the City of Antwerp with other ombudsservices in Belgium - Permanent consultation local Ombudslines (POLO), 7 in Flanders - Permanent consultation Ombudslieden Belgium (POOL), organization at the national level - Internet site: www.ombudsman.be Effectiveness To improve the ombudsperson’s effectiveness the following things are needed: - From the ombudsman’s point of view, an annual report that follows the recommendations written in the founded complaints - From the political and administrative point of view, a good logistical support Good relations Good relations are only possible if there is: - An intensive contact with both the administration and the politicians - A frequent communication with citizens via the regional media Karla Blomme 175 Conclusion The service of the Ombudsman in Antwerp is part of a major ambition, that is making the city a nice place for every citizen, tourist and venture. This can only be realised by cooperating in a constructive environment. 176 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole Coordina Lorenza Violini Grazie anche alla collega di Anversa. Ritengo molto interessanti anche le sue notazioni. Ne raccolgo in particolare una, quella sulla soddisfazione: la collega inglese diceva: “alcune volte siamo soddisfatti noi, ma dopo bisogna anche capire se i cittadini sono soddisfatti”. Mi sembra inoltre molto importante il tema della valutazione a lungo termine dell’azione del difensore civico: difatti oltre a essere soddisfatto il difensore, oltre a essere soddisfatti i cittadini, perché nel caso singolo hanno ottenuto una risposta efficace, occorre che questa efficacia si traduca in modificazioni di sistema. Quindi non una visione “case by case”, ma un’azione più vasta che possa anche produrre effetti positivi su tutto il sistema pubblico. Raccolgo anche il tema della sede, ma su questo forse è Milano quella che ha più da insegnare, perché essendo in piazza del Duomo forse non sarà difficile per i nostri cittadini avere una buona relazione in quanto alla sede. La parola, per concludere la nostra tavola rotonda, ad Alessandro Barbetta, che, oltre a essere stato l’anima di questo convegno e della nostra ricerca, l’ideatore e l’attento valutatore dei nostri lavori, è anche il Difensore civico della città di Milano. Thank you very much. You made some very interesting points; I would like to particularly emphasize one of them, the one about the satisfaction – our British colleague said before that sometimes our satisfaction does not always imply the satisfaction of the citizens. I found also very important the issue of evaluating the ombudsman’s action on a long term: it is a good thing that the ombudsman and the citizen who put in a complaint are satisfied about an effective solution, but this effectiveness has to originate system changes. Therefore, not a case-by-case approach, but a larger action that can have a positive impact on the public system is what we should aspire to. I would like to mention the headquarters issue as well, but I guess that the problem does not concern Milan, the headquarters being in the very heart of the city. I give now the floor for a conclusion to the one who inspired this meeting and our research and who kindly, but attentively evaluated our work: the Ombudsman for the city of Milan, Mr. Alessandro Barbetta. Lorenza Violini 177 178 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole Alessandro Barbetta difensore civico per la città di milano e coordinatore dei difensori civici metropolitani italiani Gli interventi del difensore civico sono efficaci quando riescono ad attivare un processo virtuoso tra il cittadino e l’amministrazione che conduce a trovare una soluzione innovativa del problema segnalato. Il difensore riesce a far questo se le norme che regolano la sua funzione e definiscono il suo ruolo sono chiare e se l’Amministrazione comunale riconosce questa funzione e questo ruolo ed è disponibile ad assumere le decisioni conseguenti. Per l’efficacia dell’ombudsman è quindi fondamentale che la politica, o meglio gli organi politici mantengano una relazione costante con il difensore civico e lo considerino una parte necessaria del sistema istituzionale. Alessandro Barbetta 179 Prima di iniziare il mio intervento che sarà breve perché, soprattutto quando si arriva a fine giornata, credo che sia un pregio essere sintetici, oltre che sperabilmente chiari, una battuta sulla sede: noi siamo molto orgogliosi di lavorare, oltre che in piazza del Duomo, nelle nove zone del decentramento cittadino. Ciò detto vorrei dire che il punto di partenza per qualche considerazione sull’efficacia dell’azione dell’ombudsman è dato dalla constatazione che l’ombudsman non esercita con le sue prese di posizione poteri di autorità vincolanti e che non può sostituire gli organi dell’amministrazione (elettivi o burocratici) nel prendere decisioni. L’efficacia dell’azione dell’ombudsman deriva dalla realizzazione di un circolo virtuoso tra i tre soggetti in campo: cittadino/persona- ombudsman-amministrazione. La virtuosità di questo gioco che coinvolge i tre soggetti regge su tre condizioni: •le regole che l’ordinamento fissa riguardo al ruolo proprio di ciascuno dei tre soggetti e riguardo alle loro relazioni; •la messa in pratica concreta dei rispettivi ruoli e delle conseguenti relazioni; •la credibilità che questo gioco a tre riesce a conquistare nella gente. Gli elementi essenziali che l’ombudsman mette a disposizione per contribuire alla credibilità sono due: la competenza e l’esercizio reale dell’indipendenza rispetto alle logiche proprie della dialettica politica e alle logiche proprie della burocrazia. Ritengo poi che l’efficacia vada valutata distintamente se riferita alle attese delle persone che si rivolgono all’ombudsman o se riferita alla capacità di proposta nei confronti degli organi dell’amministrazione. Nel primo caso (efficacia rispetto alle attese di chi si rivolge all’ombudsman) l’effetto dell’azione dell’ombudsman può avere utilità a volte solo per chi si è rivolto all’ombudsman. Altre volte il beneficio può riguardare più persone. L’ombudsman deve avere un ruolo attivo nel far sì che tutti gli interessati ne vengano a conoscenza. Nel secondo caso (efficacia riguardo la capacità di proposta nei confronti degli organi dell’amministrazione) l’effetto dell’azione dell’ombudsman assume una particolare importanza sotto il profilo dell’efficacia. Tendenzialmente le proposte non riguardano singoli casi. Più spesso la proposta dell’ombudsman riguarda uno strumento normativo o processi di gestione le cui modifiche proposte dall’ombudsman producono effetti con ricaduta sulla generalità dei cittadini. In questo caso l’azione dell’ombudsman è mirata ad incidere sulle cause delle difficoltà, degli ostacoli o dei disagi prodotti dalla pubblica amministrazione nei confronti della cittadinanza. Spesso si tratta di questioni non derivanti da richieste del cittadino ma di problemi sui quali l’ombudsman agisce di propria iniziativa. Ed è proprio su questo terreno che si può misurare la positività dei rapporti tra ombudsman e organi dell’amministrazione. 180 l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole La distinzione di ruoli (ombudsman e politica, quale si esprime negli organi elettivi) e la capacità di esercitarli compiutamente in modo appropriato fa sì che la contiguità tra ombudsman e politica – che esiste, che va espressamente riconosciuta, e positivamente accettata, piuttosto che rifuggita – produca il circolo virtuoso che richiamavo all’inizio con frutti utili per la gente. Alessandro Barbetta 181 182 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations Alessandro Barbetta municipal ombudsman for the city of milan and coordinator of the national co-ordination of metropolitan ombudsmen The ombudsperson’s activity is effective when it succeeds to activate virtuous proceedings between the citizens and the public administration that end with finding an innovative solution of the reported problem. This is possible only if the laws relevant to the ombudsperson’s function and role are clear; furthermore, the administration has to officially recognize these function and role and be willing to act consequently. Thus, it is essential for the ombudsperson’s effectiveness that the political organs maintain a stable relationship with the ombudsperson, considering this figure a necessary part of the institutional system. Alessandro Barbetta 183 I would like to start my speech on the ombudsperson’s effectiveness with the following statement: the ombudsperson does not have any coercive powers and cannot, in taking decisions, substitute himself for the administrative authorities, both elective and bureaucratic. The effectiveness of the ombudsman’s action depends on the existence of a virtuous circle between the three actors concerned: the citizen – the ombudsperson – the administration. The virtuosness of the circle in question is directly conditioned by: •the existing rules and regulations that fix each actor’s role and the nature of their relationships •the way the roles and relationships in question are put in practice •the credibility it inspires in the people In order to mantain and constantly improve the credibilty, the ombudsman makes use of two attributes: his competence and a true exercise of his independence towards the political and bureaucratic organs. Then, the effectiveness of satisfying the citizens’ expectations should be evaluated separately from the effectiveness of the ombudsperson’s propositional power towards the public administration. As for the effectiveness of satisfying the citizens’ expectations, sometimes the ombudsman’s actions may have an impact only on the citizen who lodged the complaint, sometimes it may benefit more people. The ombudsman has to play an active part in informing all the concerned actors about the development of the situation. The effectiveness of the ombudsperson’s action is particularly important as far as his propositional power is concerned. Tendentially, the propositions do not concern individual cases, but norms and procedures, the modification of which would have an impact on all the citizens. Thus, the ombudsperson’s action aims at improving the norms and procedures that are the cause of difficulties created by the adminitration and perceived by the citizens. In most cases, this kind of action does not start with a citizen’s complaint, but on the own initiative of the Ombudsman. This is when the quality of the relationship installed between the ombudsperson and the public administration can be truly measured. If the distinction between the role of the ombudsperson and the political elective organ, as well as an effective exercise of both are applied, the contiguity between the ombudsperson and the politics produces the virtuous circle I mentioned above; and this with benefits for all. This contiguity exists and, instead of being denied, as it happens too often, it should be explicitly recognized and positively accepted. 184 the effectiveness of ombudsman between good relationships and good regulations l’efficacia della difesa civica tra buone relazioni e buone regole Coordina Lorenza Violini Mi pare di poter dire che questa tavola rotonda, per come si è svolta, non è semplicemente un commento al lavoro di ricerca che abbiamo fatto, ma ha messo in luce elementi nuovi, correlazioni tra aspetti istituzionali e prassi che sicuramente la ricerca non poteva mettere in luce, perché è stata basata essenzialmente sulla documentazione disponibile negli scritti, mentre l’emergere dell’esperienza reale, dal tema della comunicazione, al tema della terza età, quindi tutte le questioni che sono state messe in luce in questo contesto, veramente danno un quadro nuovo, più ricco, più ampio di quello che è un istituto, tutto sommato relativamente giovane, confrontato alle grandi istituzioni delle democrazie occidentali. Quindi sicuramente avere un quadro omogeneo e ricomporre anche qualche elemento di policy che vada oltre quello che fin qui, pur con buona volontà e anche con qualche buon risultato - ringrazio i colleghi che l’hanno valorizzato - è stato fatto. Possiamo adesso aprire il dibattito su quanto abbiamo sentito nel corso di questa giornata. I believe to be allowed to say that today’s roundtable was not a simple comment to the research work we have made, but brought to light new elements, correlations between the institutional facets of the issue and practices that our research could not consider, as it was mainly based on written documentation. The real experience, from the communication issue to the subject of the third age, all these matters that were mentioned today really gave us a new framework, a better, larger and more complete image of a relatively young institution in the institutional panorama of Western democracies. Let’s now open the debate on what we were told today. Lorenza Violini 185 DIBATTITO DEBATE 188 debate Giorgio Morales difensore civico della regione toscana Come risulta anche dalla ricerca che ci è stata oggi consegnata, la rete della difesa civica in Italia è molto articolata e diffusa; forse la più diffusa in Europa, anche se ci sono dei buchi qua e là molto grossi ed evidenti. A fronte di questa diffusione ed articolazione abbiamo in contraddizione la mancanza di un difensore civico nazionale, la mancanza di una legge generale sulla difesa civica e, direi soprattutto, un’insufficiente cultura istituzionale sulla difesa civica. Di fronte a questa situazione – io parlo soprattutto ai miei colleghi italiani, ma spero che anche i colleghi stranieri possano essere interessati a queste questioni che riguardano l’Italia – dobbiamo prestare attenzione soprattutto a non essere autoreferenziali, cioè ad evitare di parlare esclusivamente tra di noi. A questo rischio è sfuggito brillantemente il dottor Barbetta: questo convegno, con la sua apertura internazionale europea dimostra proprio che si può superare l’auto-referenzialità. Abbiamo ascoltato stamani dal nostro coordinatore nazionale, Donato Giordano, che ci sono delle possibilità che la proposta di legge sulla difesa civica e per l’istituzione del difensore civico nazionale sia approvata abbastanza rapidamente. Spero che sia così; va però ricordato che proposte di legge sono state presentate anche nelle precedenti legislature e nessuna di esse è mai giunta in porto. Speriamo che questa sia la volta buona. Io credo che il problema non sia soltanto quello che il Parlamento approvi la legge, anche se già questo sarebbe moltissimo; penso che noi dovremmo organizzare un coinvolgimento larghissimo di tutta la difesa civica italiana e anche possibilmente delle autorità politiche. Per tale ragione noi stiamo predisponendo come Coordinamento nazionale dei Difensori civici regionali e delle Province autonome un nuovo regolamento per la difesa civica in modo da costituire un organismo di rappresentanza generale, e non solo a livello regionale, della difesa civica. Questo risultato però si potrà raggiungere solo coinvolgendo tutti i difensori civici locali. Mi sentirei di fare una proposta concreta: occorrerebbe promuovere, in tempi ragionevolmente vicini, tre grandi incontri: uno rispettivamente per la difesa civica del Nord, uno del Centro ed uno del Sud e delle Isole ed in queste occasioni coinvolgere tutti i difensori civici regionali, provinciali, metropolitani, locali per una discussione, soprattutto anche per un rilancio mediatico della difesa civica. Io spero che a questo si possa arrivare, perché il nostro problema qui in Italia è, sicuramente di avere una legge, ma soprattutto di smuovere le acque per quanto riguarda l’indifferenza della cultura istituzionale a questo istituto. Grazie. Synthesis: As regards the ombudsman’s institution, the situation in Italy is somehow contradictory. On one hand, the network of ombudspeople is among the more widespread in Europe as it goes for the national territory, if not the most; on the other hand, there are serious dibattito 189 deficiencies: • no national ombudsperson; • no general law on the figure and functions of the established ombudspeople; • the culture of the citizens’ rights protection is not sufficient in the institutional reality. A deeper involvement of both the community of Italian ombudspersons and the political authorities is a necessity. To do so we should for instance promote as soon as possible three meetings of Italian ombudspeople (one meeting for each geographic zone: the North, the Central area, the South). The goal of these meetings should be the promotion of a campaign in the media aiming at giving the ombudsman’s institution the visibility it deserves – the institutional indifference it is victim of has to be change. Nikolaus Schwaerzler componente dell’assemblea esecutiva dell’eoi Care colleghe e colleghi, vorrei ringraziare il dottor Barbetta innanzitutto per il dialogo che ha avviato, perché ho potuto constatare che il progetto, sviluppato qui in maniera interessante, comprenderà in futuro anche ulteriori metropoli. Noi abbiamo metropoli in cui già operano difensori civici come Belgrado, Sofia, Mosca, San Pietroburgo ed altre. Queste persone dipendono da quelle che sono le vostre esperienze. Potrete veramente fungere da supporto per questi colleghi. Questo era il primo commento che volevo fare; il secondo riguarda l’evento odierno sulla difesa civica nelle città metropolitane europee. Noi in Europa abbiamo numerosi difensori civici locali che non operano a livello di metropoli. Penso ad esempio al Belgio, ai Paesi Bassi, all’Italia, alla Svizzera, alla Serbia, alla Bulgaria (dove sono attivi 24 difensori civici locali) ed ad altre nazioni ancora. È bello poter constatare, come ho potuto già comunicare a Berlino, che l’EOI dispone dei mezzi per elaborare un progetto che si occupi di questa tematica e in particolare delle condizioni che possono rendere efficiente ed efficace la difesa civica a livello locale. Vi sono infatti situazioni molto diverse, nelle quali talvolta il bacino d’utenza è troppo ristretto ovvero il difensore civico non ha un’adeguata preparazione. Ci auguriamo così di rafforzare i difensori civici anche a livello locale e di migliorare la tutela dei diritti dei cittadini. Noi ci atterremo anche all’esempio oggi qui presentato e porteremo a termine il nostro progetto. Vi ringrazio per l’attenzione. Synthesis - The project aiming at the creation of a metropolitan ombuds-network has to be - and I understood that it will be – extended Eastern Europe to metropolises, like Belgrade, Sophia, Moscow, Saint Petersburg and others. These colleagues depend on the experi- 190 debate ence accumulated by Western Europe ombudspeople and they must be supported. - In Europe many ombudspersons operate in small towns, often very small. The EOI is going to start a project about Framework and conditions of the OMs’ efficient work at local level. The goals of this project is the empowerment of the ombudspersons at local level and the improvement of the citizens’ rights protection. Hanneke Eijlders liaison officer municipal ombudsman of amsterdam Buongiorno a tutti. A nome del Difensore civico di Amsterdam desidero ringraziare il dottor Barbetta per il gentile invito e per la ricognizione molto utile sui difensori civici metropolitani, perché è davvero interessante saperne di più sugli altri colleghi. Vorrei raccontarvi brevemente com’è organizzata da noi la rete di difesa civica. Come vi ha già descritto Simon Matthijssen, noi abbiamo difensori civici locali, per esempio ad Amsterdam, a Utrecht e come già visto a Rotterdam, ed anche un mediatore nazionale che funge da difensore civico per le città che non hanno nessun difensore civico. C’è poi anche una rete di difesa civica a livello nazionale che si incontra regolarmente e inoltre abbiamo istituito i cosiddetti ufficiali di collegamento dei vari istituti che si incontrano anch’essi regolarmente. La sottoscritta è una di questi. Questi incontri consentono agli addetti alle indagini di scambiarsi informazioni sui reciproci casi, sulle esperienze acquisite con rispettive autorità ed enti locali – insomma, di creare una specie di “archivio casi”. A volte, sulla scia dell’esperienza presa dai colleghi, si acquisisce una posizione più salda nei confronti dei propri enti locali. Sarebbe molto utile, a mio parere, ampliare questa rete a tutti gli uffici europei e quindi invito tutti coloro che operano nella difesa civica a promuovere incontri e scambi di esperienze. Non posso quindi che augurarmi sinceramente che questa iniziativa presa da Milano sarà solo la prima che darà vita ad una rete europea di difesa civica di livello metropolitano e che dia anche un aiuto al personale degli uffici dei difensori civici che a loro volta potranno fare tesoro degli insegnamenti appresi. Synthesis - I would like to complete the information given earlier by Simon Mathijssen on the ombuds-network of Netherlands. •Rotterdam, Amsterdam and Utrecht have their own local ombudsmen; for other cities, where there is no local ombudsperson, the national ombudsman is competent. •The Netherlands ombuds-network is composed of two networks meeting regularly: dibattito 191 - the network of all ombudspersons operating on the territory of Netherlands, - the network of their liaison officers. They both share information and experience. Thus, a sort of archives of cases is created; it allows the ombudspersons and their staff to better deal with the local authorities. - I would like to express my encouragement to the liaison officers/staff of ombudsmen throughout Europe to exchange experiences through a network and regular meetings. - So I hope today’s meeting is only the first step of a path that will lead to the creation of a European network of metropolitan ombudspeople; this would greatly benefit the ombudspersons and their staff. Giovanni Nicola Giudice responsabile del servizio di conciliazione della camera arbitrale di milano presso la camera di commercio di milano Porgo i saluti della Camera di commercio di Milano e ringrazio per l’invito. Il mio breve intervento prende spunto dalle parole del signor Matthijssen. In effetti, l’intervento di mediazione svolto nell’ambito della difesa civica non corrisponde a quello della mediazione propriamente detta, giacché la parte pubblica non è libera di scegliere. In rappresentanza del Servizio di conciliazione, un soggetto che si occupa di mediazione dei conflitti, riconosco questa effettiva differenza. Ritengo che difesa civica e mediazione dei conflitti siano due mondi diversi che condividono però molti elementi: innanzitutto, il fatto che vi è comunque alla base la ricerca di una soluzione che permetta alle parti di proseguire un rapporto, visto che le stesse parti spesso sentono questa necessità e sono quindi motivate a proseguire. L’intervento del terzo, sia esso mediatore o difensore civico, è un intervento caratterizzato dalla capacità di trovare una soluzione che non abbia un impatto distruttivo, ma, all’opposto, ricostruttivo del tessuto su cui va ad operare. Un secondo elemento che mette in comune questi due mondi è la necessità di lavorare in rete per condividere le rispettive esperienze maturate sul campo. Un altro aspetto di condivisione nasce dal fatto che questi due fenomeni si stanno sviluppando parallelamente in molti Paesi e credo quindi che la necessità di scambiarsi informazioni ed esperienze sia particolarmente importante. Allo stesso tempo non va dimenticata l’esigenza di far maturare il concetto di mediazione e difesa civica a livello locale. L’ultimo ma forse più importante elemento che ho individuato è rappresentato dall’obiettivo estremamente difficile da raggiungere: quello di facilitare la comunicazione con e tra le parti. Sono convinto che la comunicazione non sia solo un supporto all’attività di mediazione 192 debate e difesa civica ma sia parte dell’attività stessa e sia il vero terreno di confronto sul quale dovremo lavorare maggiormente in futuro. Grazie. Synthesis I agree with Mr. Matthijssen when he says that the ombudsperson’s mediation activity is not an out-and-out mediation. In fact, one of the parts involved in the conflict – the public one – has no free will to enter or exit the conflict in question. However, as the activity of an ombudsperson and a conflict mediator are different, they still have a lot in common, for instance: •the same basis: the necessity of a constructive solution of the conflict •the same ambitious goal: to communicate, so that mentality and approach might change. Communication should not be considered as a support for the activity of the ombudsperson, but as an integrant part of this activity. Thus, working in networks may only have benefits. Pasquale Maino difensore civico del comune di solaro Intervengo all’impronta, con passione. Apprezzo molto quello che è stato fatto qui oggi a Milano, anche se la sede, una banca tempio di denaro, non mi è confacente. Nella mia cultura di Difensore civico di un piccolo paese della provincia di Milano avrei preferito per sede un edificio scolastico, oppure un’università, con la partecipazione di studenti, oppure uno spazio pubblico come un teatro, aperto alla partecipazione dei cittadini. Apprezzo comunque lo sforzo e tutto quello che ho imparato oggi. Il mio intervento è stimolato da qualcosa che mi è giunto dai relatori odierni, in particolare dall’intervento del Difensore della Renania-Palatinato, il quale non ha potuto trattenersi dal criticare e dall’esternare la sua amarezza circa i segni di incrinatura del nostro sistema democratico. Non parlo soltanto della scelta criticabile del Friuli-Venezia-Giulia nei confronti della difesa civica, ma parlo di qualcosa di attinente al rapporto tra i difensori civici e la popolazione. Noi siamo abituati a pensare che ci siano diritti forti, diritti umani inalienabili: ho fame e ho il diritto di mangiare, sono disoccupato e ho il diritto al lavoro, sono malato e ho il diritto alla sanità, e via dicendo. Pensiamo anche che questi siano diritti di estrema necessità. Secondo me però ci sono anche dei diritti deboli che riguardano la gente debole come tutti noi in quanto cittadini. Mi riferisco a situazioni in cui il cittadino ha la capacità, la voglia dibattito 193 di intraprendere un processo di difesa, però non ne ha i mezzi. Mi esprimo meglio: in Italia ci sono notevoli disfunzioni di servizi pubblici, negli uffici postali, nei trasporti ed altro. Per quanto mi riguarda, ritengo che la difesa civica debba andare oltre una stretta e formalistica lettura delle leggi e delle competenze istituzionali. Non sto parlando di un volontariato alla San Francesco d’Assisi; sto parlando della posizione in cui si trova il difensore civico come osservatore privilegiato del suo paese e della sua popolazione. Se il rapporto tra il difensore civico e i cittadini è di tale confidenza, di tale fiducia, di tale stima, di tale – oserei dire – fratellanza, che porterà sempre il cittadino a parlare con il difensore civico e con l’amministrazione comunale, questo rapporto potrà sfociare in qualcosa che forse potrebbe controbilanciare le carenze legislative. In Italia sono anni oramai che sento il ritornello della mancanza del difensore civico nazionale e di una legislazione specifica; però nessuno fa qualcosa. Cosa si aspetta? Si aspetta che la procedura parlamentare, intricata, possa sfociare in qualcosa di veramente normativo. Ci sono stati notevoli problemi per i servizi postali. Questi problemi hanno creato danni più o meno gravi alla popolazione. Da principio, i cittadini sono venuti dal Sindaco e da me come se fossimo dei parroci di campagna; sono venuti da noi a confessarsi, a brontolare, a criticare, a sfogare il loro malumore per il danno e l’offesa subita come cittadini. Ad un certo punto io parlo all’intero Consiglio comunale e comincio a dire che noi cittadini, cominciando dai Consiglieri comunali, dal Sindaco, dal Difensore civico, dalle istituzioni, dobbiamo essere secondo me testimoni di noi stessi, testimoni di quello che ci accade; avere il coraggio di esporsi e vendere la propria vita non a prezzo di prostituzione, a prezzo di esecuzione della volontà oltraggiosa dei potenti, ma in difesa della storia e della civiltà di un paese. Allora, come comportarsi con i servizi postali dove è difficile individuare un’autorità competente per risolvere la questione? Non è competente lo Stato, perché il servizio postale è stato privatizzato ed è diventato una s.p.a., anche se lo Stato è rimasto come un fantasma a nominare o suggerire la nomina del Presidente di questa s.p.a. o – giusto per un contentino formalistico – come azionista di minoranza. Però attenzione: il Difensore civico della Lombardia ha fatto stamattina un accenno alla possibilità di occuparsi di problemi riguardanti servizi pubblici anche se gestiti da soggetti privati. In effetti, nella situazione attuale i soggetti privati esercenti servizi di pubblica utilità sono immuni da ispezioni e controlli tempestivi. Noi abbiamo monitorato il territorio, abbiamo parlato ai cittadini, anche con l’aiuto dell’Associazione dei consumatori Coniacut e di un giovane ed intraprendente Assessore alla Comunicazione. La risposta è stata molto significativa e rappresentativa, la stampa è stata informata ed abbiamo cercato anche di ottenere supporto dalla difesa civica regionale. Io propongo questo: in via sussidiaria ci sono, a mio avviso, gli spazi, ci sono le aperture per far sì che la funzione del difensore civico si apra ad un vero e proprio volontariato; volontariato speciale, che non è agganciato a nessun tipo di movimento, gruppo politicofinanziario o sponsor, ma un volontariato che fa leva soltanto sulla capacità del difensore civico e sui buoni rapporti che egli ha con la sua amministrazione e soprattutto con la popolazione. Grazie. 194 debate Synthesis - There is a democratic crisis in Italy and, as Mr. Galle said earlier, the abolition of the Ombudsman of Friuli-Venezia-Giulia is one of its symptoms. In a larger framework, the respect of inalienable human rights is even less obvious than it used to be and citizens do not trust the institutions anymore to help them solve their problems; if some do, it often happens that they do not have the means to start the proceedings of their rights as citizens. - The ombudsman has to go beyond a strict interpretation of laws and institutional competences; only a good relationship with the citizens may counterbalance the legislative blanks. - There are serious dysfunctions in the Italian public services. Example: there were serious problems with the postal services in my municipality. The main difficulty was to individuate the competent authority to interact with, as it is certainly a service of public utility, but it was privatized, so the State was not competent anymore. As mentioned before by Mr. Giordano, an ombudsman should be able to operate when a public service is concerned, even if it is supplied by a JSC. Anyway, in the end, after having analysed the situation and gathered the necessary documentation, and with the help of a consumers association, the city Councillor for Communication and the press, we were able to begin to operate in order to achieve a success in dealing with this issue. - My proposition: we must try to make the role of ombudsman as a special voluntary work, independent of any political or financial lobby and that leverages only on the ombudsman’s ability and the good relationships he established with the public administration and the citizens. Stefano Valenti collaboratore del centro diritti umani dell’università degli studi di padova Mi vorrei innanzitutto congratulare con lo spirito del dibattito di oggi, che non è quello del solito dibattito italiano sulla difesa civica dove ci si compiange perché non si ha un difensore civico nazionale. In questo spirito di mancanza di autoreferenzialità, penso che sia la ricerca sia un futuro dibattito dovrebbero estendersi ad altre realtà che sono europee, ma non fanno parte dell’Europa dei quindici. Sono del parere che il concetto di un Europa senza linee di divisione debba essere applicato anche alla difesa civica e alla difesa civica metropolitana. Ovviamente, capisco che quando si fa una ricerca si stabiliscono dei limiti, ma penso che nel futuro network sia utile aprire le proprie esperienze ad altre, come per esempio quelle dell’Est Europa alle quali è già stato fatto cenno precedentemente, realtà come quella di San Pietroburgo, che – in certe situazioni – hanno delle problematiche dibattito 195 analoghe a quelle affrontate dai difensori civici di grossi comuni dell’Europa a quindici. Questo approccio di peer-to-peer, da pari a pari, è anche quello alla base della rete di relazione e programmi promossa dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa con i vari ombudsman regionali e locali di tutta l’Europa, alla quale il Centro diritti umani dell’Università di Padova partecipa attivamente. Visto quindi il successo, la novità e la specificità di questa iniziativa, essa si deve aprire a realtà al 100% europee anche se non appartengono all’Europa dei quindici e neanche all’Europa dei 27. Synthesis It is true that while conducting a research the object of the study must be confined, but in the network that will, hopefully, be created in the future, realities outside of the EU-15 should be included; realities like the Saint Petersburg one, where the problems than an ombudsperson faces are similar to those faced in Western Europe metropolises. This believe is the basis of the peer-to-peer approach that exists in the network initiated by the Commissioner for Human Rights of the Council of Europe with regional and local ombudspersons all over Europe. Thus, it is fundamental that today’s initiative opens to realities outside of the EU-15 and even the EU-27. Johanne Savard ombudsman per la città di montreal Sono il Difensore civico per la città di Montreal dal Quebec, Canada. Penso di essere l’unica ad aver attraversato un oceano per venire qui. Non so bene come sono finita a ricevere questo invito, però ne sono davvero contenta. Quando sono stata nominata nel 2003 ero l’unico difensore municipale del Canada e mi sentivo davvero sola, quasi fossi il rappresentante di una razza in via d’estinzione. Ancora oggi i difensori civici municipali sono pochi su tutto il continente americano. Fa quindi piacere sentirsi oggi in bella compagnia. Mi sarebbe stato molto utile conoscere i colleghi qui presenti qualche anno prima, perché noi abbiamo dovuto cominciare da zero e inventare quello che invece altrove era già stato inventato. La sfida principale era dunque di svolgere il proprio lavoro in maniera efficace senza avere un modello a disposizione, né nessun punto di riferimento e per di più in una situazione dove quasi nessuno sapeva dell’esistenza del mio ufficio. Di conseguenza, il primo anno, prima ancora di rivolgerci ai cittadini, abbiamo dovuto fare una specie di marketing interno per assicurarci che i funzionari municipali comprendano bene e accettino l’influenza positiva che la difesa civica municipale potrebbe avere sui servizi forniti ai cittadini dal 196 debate Comune. Adesso, e cioè cinque anni più tardi, posso affermare con certezza che l’ufficio ha avuto successo: per esempio, abbiamo ricevuto l’anno scorso circa 1700 lamentele e otto reclami su dieci hanno ricevuto risposta definitiva in circa un mese. Ovviamente, rimangono sempre delle pratiche dove ci sono in gioco problematiche più complesse e qui la gestione può richiedere talvolta anche un anno o due. Come funzionano le cose a Montreal? Montreal è una amministrazione molto complessa: vi è un Sindaco principale responsabile per tutta la città e dei servizi centrali; egli è a capo del Consiglio comunale e del Comitato esecutivo. Poi, vi sono 19 quartieri, ciascuno con un proprio Sindaco, Consiglio e Comitato; essi hanno giurisdizione sul 70% dei servizi erogati ai cittadini. Abbiamo un mandato molto simile a quello che è stato tracciato dai relatori odierni, con giurisdizione soprattutto sull’Amministrazione municipale. Il Difensore civico di Montreal è quindi competente a gestire le lamentele che riguardano casi di presunta cattiva amministrazione nei servizi pubblici municipali su tutto il territorio descritto sopra. Vi è però una caratteristica particolare: nel 2006 la città ha adottato la Carta municipale dei diritti e delle responsabilità che ribadisce i valori fondamentali della città di Montreal, individua specifici impegni che essa si assume (qualità, flessibilità, continuo sviluppo della pubblica amministrazione) e istituisce ufficialmente una via di ricorso a disposizione dei cittadini, ossia appunto il ricorso all’Ombudsman municipale, il quale in caso di presunta violazione della Carta può addirittura decidere di condurre un’indagine ed emanare delle raccomandazioni su delibere che sono state passate dall’esecutivo, dal Consiglio Comunale o dai Consigli di quartiere. Questa Carta, vincolante per tutti i funzionari, dirigenti e persino per gli amministratori eletti, prevede tutta una serie di impegni e di iniziative da assumere per quanto riguarda l’inclusione di tutti i cittadini nel Comune, in modo tale che anche gli immigrati siano ben integrati; adattiamo i servizi all’evolversi dei bisogni; dobbiamo tutelare l’ambiente municipale: gli alberi, i boschi, i parchi; promuovere la partecipazione democratica dei cittadini; tutelare il patrimonio; fare in modo che vengano incluse le minoranze – comprese le donne ed i giovani – e che facciano parte anch’esse dell’Amministrazione comunale in qualità di dipendenti pubblici e come membri delle varie commissioni che fanno da consulenti alla Giunta comunale. Un mandato molto interessante dunque, ma anche piuttosto impegnativo. Accanto all’indipendenza e all’imparzialità, che sono due concetti chiave per quanto riguarda l’azione di un difensore civico, noi abbiamo soprattutto impatto sul fronte della correttezza, perché aggiungiamo elementi di equità e correttezza nei giudicare i casi. Spesso dico all’Amministrazione municipale che anche se magari la legge non è stata violata, bisogna comunque cercare sempre di fornire servizi equi, congrui e corretti per tutti i cittadini: servizi non adeguanti e insufficienti sono anch’essi casi di cattiva amministrazione. Un’altra parola fondamentale che non è uscita oggi è “empatia”: quando si esamina un caso bisogna assolutamente assumere un atteggiamento empatico, diverso però dalla simpatia: se da un lato non si devono incamerare le emozioni in se stessi, bisogna comunque riuscire a diventare partecipi delle emozioni percepite dai cittadini nei confronti di una certa situazione. Una comprensione obiettiva è in questo caso la chiave del successo. Per concludere, vorrei esprimere un desiderio: che nel prossimo futuro gli ombudsman municipali europei costituiscano una rete anche con quelli d’oltreoceano come la sotto- dibattito 197 scritta: malgrado la differenza di zone geografiche, problemi e sfide simili da fronteggiare ci accomunano e abbiamo tutti molto da imparare l’uno dall’altro. Saremo forse pochi difensori civici municipali nell’America del Nord, ma possiamo sicuramente contribuire con validi apporti alle discussioni e ai progetti. Synthesis I was nominated Ombudsman for the City of Montréal in 2003 and I was then the only municipal ombudsperson in Canada. To tell you the truth, it felt a bit lonely, as we are few municipal ombudsmen even on the whole North American continent. The main challenge was that I didn’t have references nor models to work with and almost nobody knew that my office existed. Thus, for the first year, even before addressing the citizens, I had to work hard on “internal marketing” of the job so as to make sure that municipal employees, managers and elected officials understood well the positive impact we could have on municipal services provided to Montréalers. Now, five years later, we can certainly say that our office is rather successful: we received about 1.700 complaints last year and eight times out of ten, citizens received a final answer to their request within one month or less. Of course, there will always remain more complex complaints which require a longer investigation time. How does it work in Montréal? • The municipal administrative structure - One Central Mayor, responsible of the central administration – supported by One City Council and one Executive Committee - 19 boroughs, each with its own mayor and a borough council: the boroughs have jurisdiction on about 70% of various services provided to citizens • The Ombudsperson’s mandate - The Montréal Ombudsman handles any complaints relating to alleged maladministration in the municipal public services on the whole territory described above • Montréal Charter of Rights and Responsibilities - This quite unique By-Law was adopted in 2006. It confirms the fundamental values of Ville de Montréal and contains specific commitments with regard to the quality, the flexibility, the evolution of municipal services, in the City. This Charter is binding on all municipal employees and managers and also on the city counsellors: the only recourse available to ensure its respect is a complaint to the Ombudsman of Montréal who can even investigate decisions votes by City Council or a Borough Council, if the Charter is allegedly violated. There are three key words in an ombudsperson’s activity: • Independence and Impartiality: the Ombudsman of Montréal has full control over her procedures, investigations and conclusions and no manager or elected official has the right to interfere in the way her office is functioning 198 debate • Correctness: fair, proper and correct behaviours and services must always to be supplied to the citizens; sometimes, the law was not violated, but the City did not go far enough so as to provide adequate and sufficient services: this is also a type of maladministration • Empathy: it is important to be able to understand the emotions of the citizen concerned by a specific situation, but the ombudsman and its investigators must not make these emotions theirs. Objective appreciation is key to our success To conclude, I would like to make a wish: that in the near future, European metropolitan ombudspeople build a regular network with other municipal ombudsmen as myself: notwithstanding the Continent, we all face similar problems and challenges and we all have a lot to learn from one another. We are few municipal ombudsmen in North America, but we can certainly contribute to enriching discussions and projects . Vittorio Gasparrini difensore civico dei comuni di figline, incisa e rignano in provincia di firenze Ringrazio anch’io per questa importante occasione di confronto e di formazione. Vorrei richiamare velocemente la vostra attenzione su qualche punto: l’importanza che tutte le reti, sia quelle a livello istituzionale, che quelle che derivano da associazioni fra difensori civici siano interconnesse fra loro; abbiamo sentito oggi esempi di cooperazione, come quella istituzionale fra il Commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa e il Mediatore europeo e reti di collegamento istituzionali fra i difensori civici presenti negli Stati membri attivate dal Commissario e dal Mediatore; abbiamo sentito come adesso l’EOI e l’IOI collaborano e cooperano; credo che le città metropolitane abbiano dei problemi estremamente specifici ed è essenziale che cooperino tra loro – a livello europeo, anche in senso geografico e non solo di Paesi dell’Unione Europea – direttamente. In effetti, se qualche volta qualcuno viene a Figline, un comune di 15.000 abitanti, a lamentarsi perché il Sindaco ha pedonalizzato la piazza storica del capoluogo, non posso affermare di avere a che fare a Figline con gli stessi problemi di traffico con i quali si confrontano il Difensore civico del Comune di Milano o della città di Rotterdam. È quindi importante avere presente le differenze fra le varie realtà della difesa civica locale a livello europeo, ma è opportuno sviluppare il confronto fra tutte le realtà. Siccome oltre ad essere Difensore civico dei comuni Figline, Incisa e Rignano sono anche funzionario del Difensore civico della Regione Toscana, penso che – come diceva stamattina il dottor Galle – è bene che i momenti di confronto siano estesi anche ai funzionari. Ricordo qui l’azione di formazione che aveva fatto il Difensore civico della città di Milano ai funzionari, la formazione portata avanti in sede di rete degli agenti di collegamento del dibattito 199 Mediatore europeo ed i tentativi inizialmente attivati a livello di Coordinamento dei Difensori civici delle Regioni e delle Province Autonome in Italia che prevedevano un confronto anche fra funzionari. Richiamo l’importanza sul fatto che il difensore civico nelle cosiddette democrazie classiche – come diceva il collega della città di Rotterdam, in cui sembrava che lo Stato di diritto fosse un dato di fatto, e invece no – sia rivalutata la figura del difensore civico a partire dalla relazione del difensore civico. In Italia, nella migliore delle ipotesi, una relazione viene discussa dal Consiglio comunale, ha un articolo stampa, ma poi non ha un seguito. È quindi fondamentale vigilare su come, diceva la collega di Anversa, la relazione viene attuata. È ugualmente importante tenere conto che certe scelte, come l’abolizione del Difensore civico della Regione Friuli-Venezia-Giulia, non hanno un’eco soltanto a livello delle nostre realtà, ma hanno una ricaduta anche nelle nuove democrazie. Le nuove democrazie dell’est ci guardano; il difensore civico l’hanno preso molto sul serio, gli hanno dato dei poteri forti, è quindi fondamentale che siano supportate e se – come ha scritto il Presidente dell’EOI nella sua lettera al Presidente del Friuli-Venezia-Giulia – si abolisce il Difensore friulano, questo ha un impatto negativo non solo sulla regione, ma anche sulla Slovenia, sulla Croazia e su tutta quella Mitteleuropa che faceva riferimento appunto al Friuli-Venezia-Giulia. Vi ringrazio per l’attenzione e ringrazio ancora il dottor Barbetta per questa occasione di dibattito e di riflessione. Synthesis - The networks, both the institutional and the associational ones, have to be interconnected, as it is the case for instance for: •the Commissioner for Human Rights of the Council of Europe, the European Ombudsman and their respective liaison networks •the EOI and the IOI that cooperate on a regular basis, as mentioned today As metropolitan cities have often specific and common problems, they should cooperate directly; but a constant dialogue of a European dimension among local ombudspersons is necessary at any level. - The dialogue should be extended to the staff of the ombudspersons’ offices and the public employees. - In a reality where human rights are again in danger, even in developed democracies, the ombudsman’s functions should be updated; to ensure that the ombudspersons’ annual reports have a follow-up would be a good start in the case of Italy. - In a global world decisions usually have a global impact. Thus, the abolition of the Ombudsman for Friuli-Venezia-Giulia affected not only the Region and not only the Italian country, but Slovenia and Croatia as well, that is to say all that Mitteleuropa that is connected with and somehow depends of Friuli-Venezia-Giulia. Keeping that in mind, it is important to give the young eastern democracies an effective model to follow. 200 debate CONCLUSIONI CONCLUSIONS 202 conclusioni conclusioni Lorenza Violini Prima di dare la parola al dottor Barbetta perché puntualizzi il senso di questa nostra iniziativa, vorrei fare qualche brevissima considerazione, senza però nessuna intenzione di ingabbiare in parole conclusive un lavoro che ha una passato, ha un presente – e cioè questo nostro momento di lavoro – e avrà, penso, un futuro. Infatti, le questioni emerse oggi sono veramente rilevanti per l’istituto che ci interessa indagare e su cui vogliamo anche agire. Milano è partita commissionando una ricerca che ha, come tutte le ricerche, un carattere eminentemente teorico. Tuttavia, volevamo ragionare non solo su modelli teorici, ma anche sulle prassi, sulle strutture, su cosa succede veramente, su come vive un istituto così importante come la difesa civica. Si tratta quindi di un lavoro che ha avuto come oggetto vari livelli di governo, diversi assetti istituzionali, diversi strumenti di azione, ed infine tutto il mondo dei modelli relazionali. La giornata lavorativa odierna ci ha permesso di vedere come il mondo delle relazioni sia importante per la difesa civica quanto il mondo delle istituzioni e il mondo delle regole. Abbiamo messo insieme i tasselli di questo mosaico; io credo che ci aspetti anche qualcosa per il futuro. Ciò dipende sicuramente dalle iniziative locali, ma soprattutto dalla volontà comune: da come i difensori civici delle metropoli europee che si sono incontrati in questa sede vogliono da un lato proseguire a relazionarsi tra di loro a dall’altro ad ampliare il mondo delle relazioni verso l’est europeo, l’oltreoceano, le realtà parallele che si occupano di mediazione e via dicendo. Il tutto dovrebbe essere poi ricomposto dentro quel grande quadro di democrazia e di fiducia che in alcuni momenti abbiamo visto avere gravi problemi. E’ sotto gli occhi di tutti la crisi di fiducia che sta vivendo l’economia e soprattutto la finanza, facciamo sì che la fiducia che il difensore civico in tutte le sue manifestazioni sta cercando di ricostruire e rafforzare sia un mondo che possa proseguire a lavorare secondo una logica non solo istituzionale, non solo burocratica, non solo normativa, ma qualcosa che si amplia dalle istituzioni al cittadino. Oggi è emerso che tutti abbiamo una grossa responsabilità sul nostro mondo istituzionale – le nostre azioni, non solo istituzionali, possono ricomporsi in un quadro unitario che faccia migliorare davvero la democrazia nei nostri Paesi. Passo quindi adesso la parola al dottor Barbetta, non tanto per concludere, ma per ripuntualizzare alcuni aspetti della nostra attività presente e futura. Lorenza Violini 203 204 conclusions Conclusions Lorenza Violini Before giving the floor to Mr. Barbetta I would like to make briefly a few considerations, without however trying to imprison in conclusive words a work that has a past, has a present – our current meeting – and will have, I think, a future, as the issues that emerged today are really important for an institution we want to analyse, work on and improve. The City of Milan started by commissioning a research that has, as all researches have, an eminent theoretical nature. We wanted however to work using not only theories, but by analysing practises, structures, what exactly happens, how does an institution as important as th ombudsperson operate. Thus, the research focused on various levels of government, different institutional orders, instruments of action, and, last but not least, on the whole reality of relationship models. Today’s meeting enabled us to perceive that for the ombudsperson this reality is as essential as the world of institutions and rules. As in a jigsaw, we put the picture together: I believe that now we have created expectations for the future. It depends certainly on the local initiatives, but above all on a common willingness: on how the different ombudspeople of European metropolises that met today wish on one hand to continue the relationships established between each other and on the other hand to extend the cooperation towards Eastern Europe, other continents, parallel realities that operate in the same field and whatnot. Then we should put all of this in a context of democracy and trust, both of which seem to encounter some serious problems lately. We all are witnesses of a crisis of trust towards the economy and the finance; lets make this trust, that the ombudspersons are trying to resuscitate and strengthen, last and work following a logic that is not only institutional, not only bureaucratic, that does not only follow strictly the laws, but that is based on the relationship of the institutions and the citizens. Today the idea that we all have a huge responsibility for our institutional realities emerged: our actions, and not only the institutional ones, can contribute to forge a framework that may really improve our democracies. I give now the floor to Mr. Barbetta, not to conclude, but to clarify once and for all the most important aspects of our present and future activity. Lorenza Violini 205 206 conclusioni conclusioni Alessandro Barbetta Devo dire che l’iniziativa odierna ha camminato in un certo senso in parallelo con il lavoro che stiamo facendo di coordinamento tra i difensori civici delle città metropolitane italiane. Da quel esperimento – di dimensione sicuramente più modesta, anche se non direi più semplice – emerge chiaramente che ci sia un’alta probabilità di avere sviluppi utili. Tuttavia, l’importante è che ci sia una condivisione non solo di pensieri e forse anche di emozioni, come in queste occasioni, ma che di seguito si proceda a verificare, in maniera lievemente più strutturata, se ci possono essere percorsi individuati insieme da sviluppare insieme. Il confinare la ricerca sull’Europa a 15 aveva senz’altro un certo retrogusto del passato; è stato però purtroppo inevitabile per questioni di bilancio. Nondimeno, vorrei affermare con forza di essere tutti quanti consapevoli del fatto che partire con un’idea di messa in rete delle città importanti per dimensione e complessità dell’Europa non può che seguire il criterio del contenuto effettivo, in altre parole tenere conto di distinzioni di tipo politico, storico, amministrativo e così via. Abbiamo quindi dato uno spunto; verificheremo insieme se ci sono le condizioni, tra le altre cose legate alle risorse, per poter fare qualche passo in più. Credo che un elemento rilevante che bisognerebbe evidenziare è l’importanza di avere un’attenzione particolare per rapportarsi con le reti esistenti. Potremo sicuramente, come città europee, fare qualcosa insieme, ma un altro risvolto di questa iniziativa è di aver dato l’occasione non tanto di conoscere cose che non si conoscevano, ma di essere più aggiornati circa la realtà dell’IOI, dell’EOI, dei collegamenti con il Mediatore europeo, che cosa sta facendo il Consiglio d’Europa in materia di tutela dei diritti umani. Per quanto riguarda quindi il nostro lavoro e i possibili collegamenti che può avere tra di noi e con altri soggetti, ci siamo aiutati a vicenda ad aprire gli occhi sulla situazione attuale. Il futuro è legato a che disponibilità avremo insieme: cominceremo anche da un piccolo nucleo, per poi allargare il più complessivamente possibile l’intuizione che ci ha portato insieme qui oggi. Grazie. Alessandro Barbetta 207 208 conclusions Conclusions Alessandro Barbetta I have to say that today’s initiative proceeded somehow side by side with the work we are doing on coordination between ombudspersons for Italian metropolises. The latter experiment – certainly, more modest as it goes for dimensions, but not simpler at all – made appear clearly that there is a high probability of further useful developments. However, it is really important that we don’t limit ourselves to share thoughts and perhaps even emotions, as it is usage to do in occasions like today’s conference, but that we proceed now to verify, in a bit more structured way, if there are paths we may identify together to develop together. The choice we have taken to confine the research to a Europe of fifteen members had certainly the taste of past; we were unfortunately obliged to do so by the budget. Still, I would like to emphasize that we are all well aware of the fact that putting into practice the idea of a network cooperation between major European cities has to follow the criteria of the contents; that is to say that political, historical, administrative and other distinctions have to be considered. Thus, we have now a starting point; we will verify together if there are conditions, of budget among other things, to make other important steps forward. I believe that it is very important to give a particular attention to the establishment and the maintaining of relationships with already existing networks. As European cities we can certainly do something together; hence, the initiative we took had also the credit of giving us the occasion to keep ourselves abreast of the IOI and EOI realities, of the connections with the European Ombudsman, of what the Council of Europe is doing in the sphere of human rights protection. As for our work and the possible connections we may have with each others and with other people and institutions, we have helped each other in the past and today to understand better the current situation. The future depends on the availabilities we will have mutually: we will start from a small group and then we should proceed to develop the intuition that brought us together here today as far as it is possible. Thank you. Alessandro Barbetta 209 210 le metropoli europee per la rete della difesa civica le autorità e le istituzioni intervenute I CONSOLATI Console Generale d’Austria Console Generale del Regno dei Paesi Bassi Console Generale di Lituania a Milano Cancelliere del Consolato Generale di Spagna I DIFENSORI CIVICI European Ombudsman - Mediatore Europeo Regional Ombudsman of Catalunya – Sìndic de Greuges de Catalunya - Difensore civico della Regione Catalogna (ES) Difensore civico della Regione Emilia-Romagna Difensore civico della Regione Liguria Difensore civico della Regione Lombardia Difensore civico della Regione Marche Regional Ombudsman of Rheineland-Palatinate - Bürgerbeauftragter des Landes Reinland-Pfalz - Difensore civico della Regione Renania Palatinato (D) Difensore civico della Regione Toscana Difensore civico della Provincia Autonoma di Bolzano Difensore civico della Provincia di Lecco Difensore civico della Provincia di Milano Difensore civico della Provincia di Lucca Local Government Ombudswoman for the cities of Birmingham, Solihull MBC, Cheshire, Derbyshire, Nottinghamshire, Lincolnshire, Warwickshire and North England - Difensore civico delle città di Birmingham, Solihull MBC, Cheshire, Derbyshire, Nottinghamshire, Lincolnshire, Warwickshire and North England (UK) Ombudsman of the cities of Rotterdam, Barendrecht, Capelle aan den IJssel, Hellevoetsluis, Krimpen aan den IJssel, Maassluis Rozenburg, Schiedam, Spijkenisse, Vlaardingen, Westvoorne, - Gemeentelijke Ombudsman voor Rotterdam, Barendrecht, Capelle aan den IJssel, Hellevoetsluis, Krimpen aan den IJssel, Maassluis Rozenburg, Schiedam, Spijkenisse, Vlaardingen, Westvoorne, - Difensore civico per le città di Rotterdam Barendrecht, Capelle aan den IJssel, Hellevoetsluis, Krimpen aan den IJssel, Maassluis Rozenburg, Schiedam, Spijkenisse, Vlaardingen, Westvoorne (NL) 211 Ombudswoman of the city of Antwerp – Ombudsman Stad Antwerpen - Difensore civico della città di Anversa (BE) Ombudswoman of the city of Barcelona - Sìndica de Greuges de Barcelona - Difensore civico della città di Barcellona (ES) Ombudsman of the city of Bern – Ombudsmann der Stadt Bern - Difensore civico della città di Berna (CH) Ombudswoman of the city of Montreal - Difensore civico della città di Montréal (CA) Difensore civico dei Comuni Associati di Figline Incisa e Rignano Difensore civico dei Comuni di Paderno Dugnano e Varedo Difensore civico del Comune di Anagni Difensore civico del Comune di Arese Difensore civico del Comune di Bergamo Difensore civico del Comune di Bollate Difensore civico del Comune di Bresso Difensore civico del Comune di Brugherio Difensore civico del Comune di Caravaggio Difensore civico del Comune di Ceseno Maderno Difensore civico del Comune di Chiari Difensore civico del Comune di Cormano Difensore civico del Comune di Forlì e dei Comuni della Pianura Forlinese Difensore civico del Comune di Manerbio Difensore civico del Comune di Palazzolo sull’Oglio Difensore civico del Comune di Poggio Rusco e Suzzara Difensore civico del Comune di Riccione Difensore civico del Comune di Roma Difensore civico del Comune di Rozzano Difensore civico del Comune di Sassari Difensore civico del Comune di Sesto San Giovanni Difensore civico del Comune di Solaro Difensore civico del Comune di Treviglio Difensore civico della Comunità Montana Montagna Fiorentina Chief Advisor della città di Copenhagen Citizen Counsellor della città di Copenhagen Head of section of the City of Copenhagen Head of the Communication Unit, Secretariat of the European Ombudsman Investigator Municipal Ombudsman of Amsterdam Liaison Officer Municipal Ombudsman of Amsterdam Istituto Europeo Ombudsman Ufficio Difensore civico della Regione Emilia-Romagna Ufficio Difensore civico Regione Liguria Ufficio Difensore civico della Regione Lombardia Ufficio Difensore civico della Provincia di Genova 212 le metropoli europee per la rete della difesa civica Ufficio Difensore civico Provincia di Lucca Ufficio Difensore civico della Provincia di Milano Ufficio Difensore civico del Comune di Bresso Ufficio Difensore civico del Comune di Firenze Ufficio Difensore civico del Comune di Genova Ufficio Difensore civico del Comune di Roma Ufficio Difensore civico del Comune di Sesto San Giovanni Ufficio Difensore civico del Comune di Treviglio Ufficio Difensore civico del Comune di Venezia LE ISTITUZIONI PUBBLICHE Comune di Milano - Direzione Centrale Mobilità Trasporti Ambiente Regione Lombardia, Settore Reti e Servizi di Pubblica Utilità Servizio di Conciliazione della Camera Arbitrale di Milano IULM di Milano - Facoltà di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo Università Statale di Milano – Facoltà di Giurisprudenza IReR – Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia Ufficio del Pubblico Tutore dei Minori della Regione Veneto Centro Diritti Umani - Università di Padova Istituto Penitenziario San Vittore LE ASSOCIAZIONI, LE FONDAZIONI Confconsumatori Milano Coniacut Coordinamento Comitati Milanesi Patronato Acli Fondazione Casa della Carità Onlus 213 Finito di stampare nel mese di ottobre 2009 presso Paper’s World S.r.l. - Bellante Stazione (TE)