ellecasa - Living Inside

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ellecasa - Living Inside
elle casa
Idarica Gazzoni,
interior decorator
e designer di tessuti,
ci guida nella sua
residenza milanese.
Un universo creativo
che parte da lontano.
Complice una
principessa orientale
d i m a r ta m a r i a n i f o t o
MI C H A E L PAU L / L i v i n g I n s i d e /
P h o t o d epa r t m e n t s
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Il soggiorno con la parete affrescata,
un sari usato per coprire un tavolo
e un letto anglo-indiano con i tessuti
Arjumand di Idarica Gazzoni.
A sinistra. Dal balcone una veduta
del cortile della casa con il giardino.
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c
In soggiorno la parete
è decorata
riproducendo antichi
bozzetti del pittore
Antonio Basoli.
A destra. Angoli della
stessa stanza con
un mix di mobili antichi
e tessuti colorati.
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C R E DITO
i sono case belle, eleganti, arredate ad arte e, a seconda
degli stili e dei gusti, più calde o più fredde. Ma che
alla fine raccontano ben poco di chi le abita, non fanno intuire personalità e gusto dei proprietari. Altre, al contrario,
che ne sono lo specchio, dove il rapporto di identificazione
è strettissimo.
Varcata la soglia di questa casa c’è quasi un sottile imbarazzo: sembra di sfogliare un diario privato, un album dei
ricordi e di entrare nell’atelier di un artista.
una questione di sfumature
Siamo in una casa dell’Ottocento nel centro di Milano.
E non è una casa qualunque, visto che la proprietaria è
Idarica Gazzoni, artista decoratrice, affermata designer e
produttrice di tessuti e carte da parati. Il
colpo d’occhio è suggestivo: una giostra
di motivi e colori che si rincorrono nelle
stanze. Presenti tutte le sfumature del rosa,
rosso, lampone, viola, azzurro, verde. E poi
tessuti a righe, velluti, broccati, stampe geometriche, fiori, arabeschi... Si capisce subito
che dietro tutto ciò opera un’abile mano,
sicura e libera, esperta e sapiente. «Sono in
questa casa ormai da tanti anni», spiega Idarica, «l’ho scelta
perché mi ricordava molto l’ambiente dov’ero cresciuta a
Bologna. In fondo le tue radici le porti sempre con te».
Ma cosa vuol dire per una professionista dell’interior
decoration lavorare nella propria casa? «È stimolante, puoi
realizzare al meglio le tue idee», racconta Idarica. «Fai tutto
con grande passione e slancio proprio perché è la tua casa
e non devi confrontarti con gli altri, se non con le esigenze
della tua famiglia. Qui ho potuto anche sperimentare nuove
tecniche e soluzioni e, a seconda delle situazioni, provare e nel caso anche rifare.
Come nell’atelier di un artista». La sensazione è che il mondo esterno sia filtrato
da quella sottile patina che solo il tempo
è in grado di far calare sugli oggetti, sui
mobili e sugli ambienti arricchendoli di
fascino e mistero. Patina che Idarica ama
ricreare sui materiali e sulle superfici.
“Ho fatto tutto con
grande passione,
sperimentando
e realizzando
le mie idee in
piena libertà”
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Studi d’arte a Bruxelles, Idarica Gazzoni vanta un’esperienza ventennale come decoratrice e pittrice muraria, grande esperta di trompe-l’œil, magico inganno dell’occhio in
grado di sfondare le pareti, dilatare o chiudere gli spazi.
Tecniche antiche che ha rielaborato e fatto sue mischiandole
a carte da parati e tessuti.
decorare per arredare
Di solito nella ristrutturazione delle case si procede eliminando pareti o corridoi per guadagnare spazi liberi utili.
In questo caso è avvenuto il contrario. «Quando sono entrata», racconta Idarica, «mi sono resa conto che era rimasto
veramente ben poco dell’antica casa di ringhiera. Ho deciso
quindi di ripristinare l’impianto originario ricostruendo
il corridoio e tutte le stanze grandi e piccole una in fila
all’altra. Il fascino delle case d’epoca è anche in questa loro
complessità degli spazi che sembrano quasi un labirinto».
Sono stati recuperati i vecchi pavimenti e le porte originali,
cercate anche dagli antiquari.
Una volta ultimati i lavori strutturali, Idarica si è trovata come un
pittore davanti alla tela bianca. Il
suo intervento ha interessato tutto: pareti, soffitti, mobili, oggetti,
che hanno trovato un nuovo abito
e nuova vita.
«Con molti mobili ho un forte
legame affettivo», spiega, «erano
nella casa di famiglia e sono legati a tanti ricordi. Il mio istinto di
trasformare e rielaborare tutto ha
fatto poi il resto». Così vecchi sofà
e poltrone hanno cambiato look, rivestiti con i tessuti delle
sue collezioni, come i mobili dipinti e coperti con carte e
specchi o le lampade dove i paralumi “indossano” abiti
patchwork molto originali. Il tutto mischiato a pezzi etnici
cinesi, indiani o turchi. Regole e linee guida da seguire?
«Nessuna», spiega la designer, «ho veramente seguito solo e unicamente l’istinto, utilizzando il mio bagaglio di
esperienza e mettendomi anche molto alla prova, sperimentando».
Una parola chiave che riassume il suo stile è il
patchwork applicato a tutto. Ai materiali con abbinamenti
di tessuti diversi, carte o specchi. Ai colori con liberi accostamenti di tinte decise e sfumate, ma mai fredde e neutre.
Agli stili con ensemble eccentrici di pezzi antichi, etnici
o moderni. «Per me mischiare è un istinto, una necessità
e un divertimento».
Un consiglio per chi è alle prese con la ristrutturazione
della propria casa e non sa da dove partire? «Concentrarsi
prima di tutto sui pavimenti, sulle porte e sulle finestre.
Cercare di recuperare gli originali se possibile e comunque
“Ho ridefinito
gli spazi,
ripristinato
i vecchi corridoi
e il labirinto
di stanze”
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Nel corridoio tende rosse
di velluto e pareti decorate
alla base con la tecnica del finto
marmo. Quadri, mobili e oggetti
antichi sono ereditati dalla
famiglia e personalizzati con
tessuti e tappezzerie di Idarica.
Anche il pavimento è originale
e in armonia con i colori delle
pareti. A sinistra, dall’alto. Nello
studio, un mix di stoffe riveste
sia le poltroncine che il paralume
di una vecchia lampada.
Un mobile etnico in bambù
utilizzato per riporre le coperte
in camera da letto.
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La camera da letto
con l’antico comò
sormontato da una
specchiera in oro.
Tessuti e fantasie
nei toni del rosso
per la testiera,
per il copriletto
e per il rivestimento
della parete.
“Quando le pareti
e i soffitti sono
molto decorati
e vestiti puoi
anche mettere
meno mobili”
sceglierli con cura: sono la base
per dare il via a tutto il progetto
d’interni», è la risposta di Idarica.
Per la decorazione delle pareti del soggiorno è stata decisiva
la scoperta di alcuni bozzetti
di Antonio Basoli, pittore neoclassico emiliano. Che sono stati
riadattati agli spazi della casa.
Ancora patchwork proprio alle
pareti nel corridoio dove uno
zoccolo in finto marmo si alterna alla tappezzeria a fiori o alla
pittura a tinta unita dai colori
accesi. A dimostrare che anche
uno spazio apparentemente solo
di “collegamento” si può arredare come una vera stanza.
La grande cucina, unica stanza dove
è concesso un arredamento di design
moderno. Le superfici lucide dei mobili
sono color melanzana mentre il soffitto
in legno con travi è dipinto di rosa.
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la musa ispiratrice
Le sue stoffe e carte da parati hanno nomi evocativi:
Imperial, Turkish Moon, Mumtaz Bloom, Tiger Run, Suzani.
Ma è Arjumand, marchio con il quale Idarica Gazzoni firma
e produce i tessuti e le tappezzerie, la chiave per capire la
sua vera fonte d’ispirazione. «Arjumand era una principessa
indiana molto intraprendente, la mia musa. Grande viaggiatrice, collezionista di stoffe, seguiva l’imperatore nelle sue
campagne militari: dalla Russia al Giappone, dalla Cina ai
Paesi islamici. A lei è dedicato il Taj Mahal».
Questo viaggio immaginario entra nella casa attraverso
i disegni e i colori, anche se in realtà la designer non ha visitato tutti i Paesi dov’è stata invece la sua eroina: si riflette nei
tessuti delle tende o in quelli che rivestono i letti, i divani, i
paralumi e persino le pareti. Molti sono dei campioni, delle
prove di stampa dipinte o ritoccate a mano prima di passare
alla produzione definitiva. Anche in questo caso la regola è
nessuna regola. Ma solo l’istinto e il gusto della decoratrice
nell’accostare e mischiare tutto. Fiori ottomani con righe,
lino leggero e velluti stampati, ramage e motivi geometrici,
Oriente e Occidente. Persino i soffitti non sfuggono a questa
“furia” artistica come quello dello studio dipinto con motivi
Tris Bloom nella variante blu.
Ama i giochi prospettici e le illusioni ottiche Idarica
Gazzoni. Si diverte con i tendaggi trompe-l’œil dipinti alle
pareti e quelli di stoffa alle finestre. Sorprende con un
bordo di finto marmo in corridoio o con le colonne che
sembrano sorreggere il soffitto sul muro del soggiorno.
Disorienta con il gioco degli specchi utilizzati per rivestire
il fondo di una libreria, di una credenza della cucina o per
“sfondare” delle pareti. Ci fa sognare poi nell’incantevole bagno in perfetto stile maharaja, tra cornici ricamate
e pareti ricoperte di specchi. Dove, ipnotizzati da mille
suggestioni, non sarebbe così strano vedere riflesso il viso
di Arjumand. La principessa nomade.
Marta Mariani
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