Tubi elettrouniti per scambiatori di calore in acciai
Transcript
Tubi elettrouniti per scambiatori di calore in acciai
Estratto dalla Rivista LA MECCANICA ITALIANA n. 179 e n. 187 Tubi elettrouniti per scambiatori di calore in acciai inossidabili superaustenitici per servizio in acque clorurate 0 PARTE PRIMA - Acciai al 6% di Mo G. MONTAGNA Dalmine SpA, Ricerca e Sviluppo - DALMINE (BG) 1. Premessa ste dell'industria bellica, che lo portarono decisamente fuori mercato. Polluzione industriale e carenza di acque dolci hanno reso sempre più diffuso l'impiego di acque salmastre, o comunque fortemente clorurate quali refrigeranti nei processi chimici e nei cicli del vapore per produzione di energia. L'industria dell'acciaio inossidabile, che già da tempo cercava di entrare in questo settore applicativo con soluzioni varie e brillanti, ha così avuto finalmente porte aperte per quelle sperimentazioni in esercizio che sole potevano sancire la validità tecnico-economica delle proposte fatte. Il diffondersi degli scambiatori ad acqua di mare ha messo in luce (particolarmente sui grandi condensatori di centrali termoelettriche) le carenze delle tradizionali leghe di rame, troppo sensibili alla corretta esecuzione delle modalità di avviamento dell'impianto e di successivo condizionamento delle acque. Sorti i primi dubbi sull'affidabilità delle leghe di rame per questi impieghi particolarmente severi, è venuta a mancare l'alternativa immediata e tecnicamente migliore, quella del titanio; il prezzo di tale metallo, altamente strategico, subì infatti proprio in quel periodo tensioni elevatissime, create dalle richie(*) Memoria presentata all'incontro tecnico « II ruolo degli acciai inossidabili superaustenitici per servizio in acqua di mare e negli ambienti contenenti eloro » Milano, 16 giugno 1983, a cura del Centro Inox. L'apertura di un nuovo settore di mercato scatena la <• bagarre », e oggi sono offerte sul mercato le analisi più varie. Basandosi su fondamenti scientifici ormai ben consolidati (perché non è da pensare che queste famiglie di acciai siano tutte inventate in due giorni), ciascuno sta battendo la sua via per offrire all'utilizzatore il miglior compromesso fra costo e prestazione; e poiché le condizioni di progettazione e di esercizio sono varie, non è detto che un'unica soluzione vada bene per tutti. Ecco quindi gli austenitici ad alto Cr e alto Mo, con uno spettro eccezionale di prestazioni, non sempre necessario, pagato però a caro prezzo in termini di costo degli elementi di lega e della lavorazione; i ferritici ad alto Cr (ca. 25%) con Ni e Mo che scontano la eco- nomicità e la relativa facilità di lavorazione con una maggiore specializzazione di impiego e una lieve sensibilità alla tensocorrosione; i ferritici ad altissimo Cr (ca. 30%) con Mo e senza Ni, del tutto immuni da tensocorrosione e con prestazioni eccezionali, ma di nuovo di difficile elaborazione e lavorazione. La Dalmine, che è assai interessata a questo settore di mercato, sta sperimentando tutti questi materiali, sia a livello di fabbricazione di tubi a partire da acciai commercializzati dai vari produttori, sia a livello ricerca, con il supporto determinate dal CSM V), per definire caratteristiche, analisi ottimali e limiti di impiego dei più interessanti fra essi. In questo e in un successivo articolo esporremo i risultati delle prove di fabbricazione e caratterizzazione di tubi eletrouniti in due acciai inossidabili austenitici, un 20 Cr - 25 Ni - 6 Mo e un 20 Cr - 25 Ni 4,5 Mo-1,5 Cu. Essi sono rappresentativi delle due tendenze in atto nel campo degli acciai austenitici per impiego in acque clorurate: V) CSM = Centro Sperimentale Metallurgico di Roma. 55 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1984 n° 179 — impiego di composizioni ricche in Mo, con alto costo di elementi di lega e notevoli difficoltà di lavorazione (che pure si traducono in costi aggiuntivi per le basse rese ottenibili), allo scopo di offrire le più elevate garanzie contro l'attacco corrosivo localizzato; — impiego di composizioni a minor tenore di Mo, ribilanciate con Cu, che a fronte di una minore resistenza all'innesco della corrosione localizzata sotto schermo (« crevice corrosion »), offrono dei livelli di costo assai più interessanti. Riferiremo nel seguito su alcune significative proprietà di impiego rilevate su tubi in accaio 20 Cr-25 Ni - 6 Mo, prodotti durante una campagna sperimentale. 2. Materiale e prodotto 2.1. Caratteristiche del nastro È stato utilizzato un nastro stretto, laminato a freddo e solubilizzato, con spessore 0,7 mm. TABELLA 1 - Analisi chimica c Si S P Mn ,023 ,47 ,0007 ,025 ,73 Cr Ni Mo Cu N 20,53 24,30 5,80 ,11 ,027 Ti Al V Nb ,26 ,25 ,12 ,038 Fig. 1 - Microstnittura su nastro come ricevuto, 500 X. Attacco ossalico. La struttura è regolare, con grano predominante 5 secondo ASTM. Sono ancora evidenti bande di incrudimento, specie a cuore, mentre sono assenti precipitazioni al bordo grano, almeno a livello microscopia ottica (fig. 1). TIG monoelettrodo, con particolari accorgimenti per evitare riassorbimenti di carbonio, azoto e idrogeno dai lubrificanti e dall'atmosfera. Il cordone di saldatura è stato laminato per ottenere uno spessore uniforme. Le caratteristiche meccaniche sono raccolte in Tabella 3: nel confronto con i dati successivamente rilevati su tubo, occorre tener conto anche della diversa geometria delle provette. I tubi sono poi stati sgrassati in tricloroetilene stabilizzato (CI" < 1 ppm); una parte è poi stata trattata termicamente con tempra di solubilizzazione in atmosfera controllata. Altre caratteristiche salienti del materiale, di interesse per il progettista, sono raccolte in Tabella 4. I tubi sia direttamente saldati che trattati sono stati in parte decapati in miscela nitrico-fluoridrica, e in parte no. Si sono quindi resi disponibili campioni nelle seguenti condizioni: — saldati e raddrizzati; — saldati, raddrizzati e decapati; — saldati, solubilizzati e raddrizzati ; — saldati, solubilizzati, raddrizzati e decapati. 2.2. Fabbricazione tubi Sono stati prodotti tubi 0 x spessore 22,2x0,7 mm (7/8"x22 BWG) in lunghezza di circa 6.800 mm. Il ciclo di fabbricazione è stato quello classico per tubi condensatore, con saldatura longitudinale TABELLA 2 - Tasso inclusionale su nastro L'analisi chimica di controllo è riportata in Tabella 1. L'acciaio si presenta molto pulito (Tabella 2), con in pratica solo inclusioni di Ti (CN). 25-20-6 A B C D 0,5 0,5 0,5 2 2.3. Caratterizzazione metallurgica dei tubi Dopo una prima messa a punto fine dei parametri operativi, la sal- 56 I LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1984 n° 179 TABELLA 3 - Caratteristiche meccaniche acciaio 2 5 - 2 0 - 6 Rp (0,2) (N/mm 2 ) R (N/mm 2 ) A % Nastro 276 632 40 Tubo saldato 533 672 24 Tubo saldato e trattato 226 578 55 TABELLA 4 - Proprietà principali dell'acciaio 20 Cr-25 N i - 6 Mo Densità, g/cm 3 8,11 Modulo elastico, 103 MPa 200 13,8 Conducibilità termica, W/m°C, a 20 °C 6 Coeff. dilatazione termica fra 20 e 100 °C, 10~ /°C 15,3 Temp. critica di pitting, FeCI3-6 H2O al 10%, 24 h, °C >65 Temp. critica di crevice, FeCI3-6 H2O al 10%, 24 h, °C datura si è svolta senza inconvenienti, dando origine ad un cordone regolare ,di buona forma e penetrazione. Molto netta, ovviamente, la struttura dendritica di prima solidificazione. La ZTA è estremamente stretta. Il trattamento termico (tempra di solubilizzazione) è stato impostato, come primo approccio, in modo da contenere l'ingrossamento del grano sul metallo bose, come preferito da molti utilizzatori. 30^-40 delle caratteristiche meccaniche. La struttura è regolare, con grano 4-5 secondo ASTM, priva di precipitazioni al bordo grano. Sono visibili carburi di titanio distribuiti nella matrice e qualche caso di « end grain pitting » (fig. 3). 3. Caratterizzazione corrosionistica 3.1. Prove effettuate Questa prima caratterizzazione del prodotto è stata focalizzata sull'impiego in acqua di mare a temperature di parete modeste, assumendo in altre parole come riferimento, le condizioni di esercizio di un condensatore. Il comportamento generale di questa classe di acciai è ormai ben noto, e si è quindi studiato in modo particolare il comportamento della zona saldata nei confronti del materiale base, per verificare se il ciclo di fabbricazione a tubo come realizzato era suscettibile di introdurre indebolimenti della resistenza alla corrosione sotto schermo. Approfittando della disponibilità di materiale nelle quattro condizioni di finitura già elencate nel paragrafo 2.2., si è anche vagliata l'influenza di alcune operazioni di processo (trattamento termico, decapaggio) sul comportamento del prodotto. Le prove eseguite sono state le seguenti: Fig. 2 - Struttura della zona saldata dopo laminazione del cordone e trattamento termico, 25 X. Come conseguenza, nella zona fusa si è avuta solo ricristallizzazione incipiente (fig. 2) con struttura dendritica ancora assai marcata. Il metallo base, che presentava bande di incrudimento assai forti prima del trattamento termico, si presenta più disteso di quanto non fosse il nastro di partenza; di tale addolcimento da testimonianza la Tabella 3, che riporta l'evoluzione 57 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1984 n° 179 Fig. 3 - Metallo base dopo trattamento termico, 500 X. Que Center for Corrosion Technology H . 4. Discussione dei risultati e conclusioni Le prove più significative, nei limiti del presente lavoro, sono certamente state quelle di suscettibilità alla corrosione sotto schermo effettuate con esposizione in acqua di mare (paragrafo 3.1.1.). Su 24 campioni, ciascuno con tre siti di innesco, si sono avuti 5 campioni con attacchi rilevabili prima dei 60 giorni, come da Tabella 6. 3.1.1. Esposizioni in acqua di mare Provini lunghi 300 mm e muniti di tre O-rings sono stati esposti in doppio per 60 giorni in acqua di mare naturale, a bassa velocità, filtrata e a temperatura controllata (30 Per ciascuna delle quattro condizioni di finitura industriale, i campioni sono stati preparati in laboratorio in tre diversi modi: — sgrassatura con acetone; — passivazione in HNO3 17% a temperatura ambiente, per 15 minuti; — come sopra seguito da passivazione in HNOa 30% a 50 °C, per 15 minuti. 3.1.2. Prove elettrochimiche Sono state effettuate prove di polarizzazione potenziodinamica in soluzioni clorurate aerate, 6 M, con PH di 0,4, 0,6, 0,8 e 1,0. La velocità di scansione è stata di 0,6 V/h iniziando da - 6 0 0 mV vs. SCE. Le prove sono state effettuate solo su metallo base 0 sulla zona saldata, mediante opportune mascherature che lasciavano libera una superficie di 0,3^-0,4 cm2. Condizioni di prelievo e di preparazione dei provini sono riportati in Tabèlla 5. Tutte le prove di corrosione sono state effettuate presso il La Dai dati rilevati emerge chiaramente l'importanza di una corretta passivazione: dei 20 (su 24) camp i LQCCT, Inc., Wrightsville Beach, North Carolina, USA. TABELLA 5 - Vantazione elettrochimica della resistenza alla corrosione sotto schermo di tubi in acciaio 20 Cr-25 Ni-6 Mo Scansione potenziodinamica 0,6 V/h Area esposta 0,3-0,4 cm2 Soluzione pH = 0,6, 6 M Ch Campione A: saldato e raddrizzato Campione B: saldato, solubilizzato e raddrizzato Preparazione: 1) come ricevuto 2) rettificato a umido, SiC, grana 120 3) come 2, passivato per 15 minuti in HNOa al 17% T.A. Densità di corrente anodica di picco (u.A/cm2) ~~—-— Campione Preparazione • ______ 1 2 3 A - MB 5,2 30 9 A - ZF 9,4 28 10 17-30 21 8,4 7: 20 9,4 ' B.- MB B - ZF • ' 58 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1984 n° 179 Il quadro comportamentale ottenuto è quindi pienamente soddisfacente, e dimostra che il ciclo di fabbricazione da nastro a tubo è stato correttamente impostato. 1 f? E 20 i 1 nodic Peak Current Dens Le caratteristiche meccaniche e di resistenza alla corrosione sono tali da poter impiegare il tubo anche allo stato direttamente saldato e non trattato. Esiste però l'evidenza sperimentale che, come prevedibile, il trattamento termico ha un sicuro effetto benefico, tanto più avvertibile quanto più sono critiche le condizioni di impiego; è anzi nostra opinione che in questi casi sia proprio la ottimizzazione dei parametri di trattamento a poter offrire quel « quid » in più che si introduce in massima affidabilità dell'impianto. 0 \ • Weld metal 0 Base matal v - v t\ t i 15 - ^ 10 5 - i 1 0.4 0.6 1 \j 0.8 1.0 Essenziale è infine l'esecuzione di una buona passivazione prima della messa in esercizio. Crevice Solution pH Fig. 4 - Densità di corrente anodica di picco in funzione del pH; campione trattato termicamente, lucidato con SiC grana 120, passivato. pioni passivati industrialmente o in laboratorio, solo due hanno mostrato un leggerissimo attacco verso lo scadere della prova. Questi campioni erano anche non trattati termicamente, fatto che, paragonato agli altri risultati, lascia supporre un'effetto benefico della tempra di solubilizzazione. A questo proposito va rilevato che la presenza, anche se modesta, di « end grain pitting » sta a testimoniare l'opportunità di trattamenti più prolungati e di una migliore stabilizzazione di C e N. L'esame visivo dei campioni esposti in acqua marina e le prove elettrochimiche selettive (Tabella 5 e fig. 4) non hanno evidenziato differenze sistematiche di comportamento tra metallo e zona fusa. L'A. ringrazia i Sigg. A. Bianchi, S. Fortunati e C. Leali per la esecuzione delle sperimentazioni in stabilimento e le utili discussioni durante la stesura del presente lavoro. La Parte Seconda di questo lavoro verrà pubblicata sul prossimo numero de « La Meccanica Italiana ». TABELLA 6 - Campioni con attacchi corrosivi sotto schermo dopo esposizione in acqua di mare (su un totale di 24 campioni in 12 condizioni, 3 siti di crevice per campione) Condizione di fornitura Preparazione campioni Inizio attacco (giorni) Siti attaccati Max. prof. attacco (mm) Saldato + raddrizzato + passivato sgrassato 55 47 1 1 0,01 0,01 Saldato + raddrizzato sgrassato 13 1 0 0,4 Saldato + trattato + raddrizzato sgrassato 5 26 2 1 0,6-0,7 0,65 5 9 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1984 n° 179 Tubi elettrouniti per scambiatori di calore in acciai inossidabili superaustenitici per servizio in acque clorurate n PARTE SECONDA - Acciai al 4,5% di Mo + Cu G. MONTAGNA Dalmine SpA, Ricerca e Sviluppo - DALMINE (BG) 1. Introduzione Nella prima parte [ 1 ] , dopo una breve premessa sul ruolo che i nuovi acciai austenitici possono potenzialmente svolgere negli ambienti clorurati, sono state descritte le esperienze di fabbricazione e i risultati delle valutazioni corrosionistiche su tubi elettrouniti in un acciaio dalle elevatissime prestazioni, il 20 Cr - 25 Ni - 6 Mo (UNS N08366). Questo materiale, storicamente il primo ad aver fornito brillanti risultati in esercizo in condensatori refrigerati ad acqua di mare, si trova però oggi in qualche (*) Memoria presentata all'incontro tecnico « || ruolo degli acciai inossidabili superaustenitici per servizio in acqua di mare e negli ambienti contenenti eloro » - Milano, 16 giugno 1983, a cura del Centro Inox. C1) Avesta 254 SLX - Creusot Loire Uranus B6 - Sandvik 2RK 65 - Terninoss 310 LMR - Uddeholm 904L. difficoltà sul mercato, a cagione dell'alto costò, di fronte all'agguerrita concorrenza del titanio e degli inossidabili ferritici ad alto Cr e a tenore controllato di interstiziali (C e N). Sempre nel campo degli austenitici (tuttora psicologicamente meglio accetti da molti utilizzatori, memori dei problemi di messa in opera incontrati con i ferritici non stabilizzati e con tenori relativamente elevati di C e N), esistono tuttavia altri tipi, sempre dotati di buone proprietà di impiego in ambienti clorurati e di costo più contenuto. Un tipico rappresentante di queste categorie, un acciaio al 20 Ór 25 Ni - 4,5 Mo - 1,5 Cu, presente in diverse sfumature nei cataloghi di almeno cinque grandi produttori di acciaio inox Ci, è stato pertanto sottoposto a prova presso il nostro stabilimento di Costa Volpino. 2. Materiale e prodotto 2.1. Caratteristiche del nastro Come giustificheranno anche i risultati delle nostre prove di laboratorio, l'acciaio al 4,5% di Mo resiste bene all'attacco da Cl~, ma non tanto da prospettargli un futuro nei condensatori di grandi centrali elettriche site in riva al mare; non è infatti citato, ad esempio, nella sintetica ma esauriente rassegna di Redmond e colleghi [2]. Si è quindi fabbricata una dimensione tipica dell'industria chimica e dell'impiantistica, anche per una utile diversificazione delle esperienze di saldatura. È stato quindi usato un nastro laminato a freddo e solubilizzato, di spessore 1,5 mm. L'analisi chimica è riportata in tabella 1. Il livello inclusionale, ri- 35 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1985 n° 187 TABELLA 1 - Analisi chimica della colata sperimentata c Mn Si P S Cr Ni Mo Cu N ,022 1,30 ,43 ,025 ,004 19,82 25,18 4,46 1,38 ,039 portato in tabella 2 come dimensione secondo ASTM E 45 della maggiore inclusione osservata, è buono, ma un po' al limite tenuto conto della gravosita degli impieghi prevedibili per il materiale. La microstruttura del nastro era regolare, con dimensione del grano pari a 6 secondo ASTM, del tutto priva, a livello di microscopia ottica, di precipitazioni al bordo grano. Minimo il bandeggiamento dovuto a incrudimenti residui. Le caratteristiche meccaniche a temperatura ambiente sono raccolte in tabella 3: come già evidenziato nella Parte Prima, il confronto fra nastro e tubo deve tener conto della diversa geometria delle provette (piatte nel primo caso, ricavate sull'intera sezione del tubo le seconde). Altre proprietà fisiche, di catalogo, sono raccolte in tabella 4 per comodità del lettore. 2.2. Fabbricazione e caratterizzazione metallurgica dei tubi Sono stati fabbricati tubi 0 40 di spessore 1,5 mm. Il ciclo produttivo è stato del tutto simile a quello descritto nella Parte Prima, § 2.2., per i tubi in 20 Cr - 25 Ni 6 Mo, con le sole varianti che seguono: — la saldatura TIG è stata effettuata con due elettrodi (anziché con uno) a causa del maggiore spessore del nastro; — i tubi sono stati trattati parte in idrogeno puro secco da bombole, parte in ammoniaca dissociata; per ogni condizione si sono poi sottoposti alcuni tubi a decapaggio passivante in miscela nitrico-fluoridrica, e altri no. TABELLA 2 - Tasso inclusionale su nastro L'evoluzione microstrutturale da nastro a tubo trattato termicamente (tempra di solubilizzazione da 1130°C) ricalca quella illustrata per l'acciaio 20 Cr - 25 Ni - 6 Mo; però il metallo base mantiene un grano leggermente più fine dopo trattamento termico (n. 5 ASTM) e sul direttamente saldato le bande di incrudimento rimangono assai modeste. Le caratteristiche meccaniche a temperatura ambiente, ai vari stadi di lavorazione, sono riportate nella tabella 3 già vista. 3. Prove di corrosione di laboratorio A B C D 3.1. Determinazioni eseguite e risultati 1,5 1 1,5 2 Campioni di tubo fabbricati nel corso di questa campagna sperimentale sono stati sottoposti alle due prove di laboratorio più significative ai fini di una immediata, se pur assai grossolana, valutazione del loro comportamento in acqua di mare: — determinazione della temperatura critica di pitting (CPT); — determinazione della temperatura critica di attacco sotto schermo (CCT), ambedue effettuate se- La saldatura è risultata particolarmente agevole, vuoi per la miglior conducibilità termica dell'acciaio rispetto al caso precedente, vuoi per l'uso di due elettrodi. Il cordone, prima e dopo laminazione, ha mostrato struttura dendritica normale, forma regolare, buona penetrazione e assenza di difetti. TABELLA 3 - Caratteristiche meccaniche misurate Rp (0.2) (N/mm 2 ) R (N/mm 2 ) A % Nastro 290 615 43 Tubo saldato 455 700 38 646 44 Tubo saldato e trattato 280 36 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1985 n° 187 condo le prescrizioni della norma ASTM G-48. 3.2. Discussione dei risultati e conclusioni Obiettivo di questa ristretta qualificazione era verificare la congruenza dei nostri rilievi con quanto riportato in letteratura per acciai similari, per trame le debite conseguenze in merito alla qualità della saldatura e alla messa a pun- Come nel caso precedente, due aspetti vanno messi in forte evidenza: — la sostanziale identità di comportamento riscontrata fra metallo base e zona fusa, che consente di escludere un indebolimento delle TABELLA 4 - Proprietà fisiche nominali dell'acciaio 20 Cr - 25 Ni - 4,5 Mo - Cu Densità, g/cm 3 8,0 Modulo elastico, 103 MPa 195 Conducibilità termica, W/m°C, a 20 °C 13,0 Coefficiente dilatazione lineare fra 20 e 100 "C, 10V°C 15 to delle successive fasi del ciclo di fabbricazione. È poi stata effettuata la prova in HNO3 bollente (ASTM A 262, pratica C - test di Huey) al fine di evidenziare, in un mezzo fortemente ossidante, l'eventuale presenza di disomogeneità e di seconde fasi suscettibili di attacco localizzato penetrante. I risultati delle prove citate sono riportati nelle tabelle 5 e 6, distinti in base ai vari trattamenti termici sperimentati. La temperatura critica di pitting è risultata compresa fra 30 e 35 °C, quella critica di crevice apprezzabilmente inferiore a 25 °C. Nei limiti della sperimentazione eseguita, è risultato irrilevante l'effetto di una passivazione finale. Molto buono infine è il comportamento nel test di Huey. proprietà del materiale a causa della saldatura; — la necessità di effettuare un trattamento termico di solubilizzazione dopo saldatura per ripristinare le proprietà di resistenza al pitting e alla corrosione sotto schermo (e ciò pur partendo da nastro già allo stato sol ubi lizzato). Sul tubo trattato termicamente, la CPT è risultata pari a circa 33 °C (tabella 5), indipendentemente dal tipo di atmosfera protettiva e dall'esecuzione della passivazione. Questo dato si confronta con valori di 40^-42 °C reperibili in letteratura per questa classe di acciai [3-5], con addirittura un dato apparentemente anomalo di 52,5 °C [ 6 ] . È da ritenere che tutti questi risultati siano stati ottenuti in condizioni di laboratoro, poiché anche il tubo da noi prodotto, ritemprato sotto forma di campioncino da 1.100 °C con spegnimento diretto in acqua ha fornito una CPT assai vicina ai 40 °C. Tali condizioni di trattamento sono però ben lontane da quelle raggiungibili industrialmente. Non a caso, informazioni riservate da un primario produttore svedese collocano la CPT nell'intervallo 28-^38 °C. La temperatura critica di crevice non è stata determinata con precisione a causa delle difficoltà operative connesse con l'esecuzione della prova a temperature inferiori TABELLA 5 - Determinazione delle temperature critiche di pitting (CPT) e di crevice (CCT) secondo ASTM G 48 Campione Pitting (e perdita di peso in g/dm 2 ) Crevice (perdita di peso in g/dm 2 ) 30 °C 35 °C 40 °C 25 °C 30 °C solo saldato 0,72 0,83 1,20 0,39 (*) 0,94 (*) t. term. NH3 diss. NO n.d. 1,70 0,013 (*) 0,078 (*) t. term. H2 NO 0,59 0,81 0,30 0,57 t. term. laboratorio NO NO 0,11 n.d. n.d. (*) campioni passivati. 3 7 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1985 n° 187 a quella ambiente. I dati ricavati sono tuttavia congruenti con quelli reperibili in letteratura, che indicano come più probabile per la CCT l'intervallo 15^20 °C [4, 6]. Da notare che sembra benefico un trat- strialmente si è dimostrato rispondente alle caratteristiche dichiarate dalla letteratura, e si può ancora una volta confermare la validità della tecnologia Dalmine per questi materiali di elevate prestazioni. TABELLA 6 - Corrosione secondo ASTM A 262 prat. C su metallo base e zona fusa Campioni passivati Campione solo saldato trattato NH3 diss. trattato H2 Prelievo 1° mm/ mese 2° mm/ mese 3° mm/ mese 4° mm/ mese 5° mm/ mese M mm/ mese Penetraz. mm met. base 0,0392 0,0292 0,0269 0,0269 0,0269 0,0299 0,03-0,06 zona fusa 0,0409 0,0297 0,0275 0,0292 0,0320 0,0319 0,03-0,06 met. base 0,0578 0,0457 0,0396 0,0391 0,0391 0,0443 0,03-0,06 zona fusa 0,0638 0,0495 0,0418 0,0413 0,0391 0,0471 0,03-0,06 met. base 0,0314 0,0270 0,0264 0,0303 0,0319 0,0294 0,03-0,06 zona fusa 0,0342 0,0292 0,0292 0,0314 0,0336 0,0316 0,03-0,06 tamento in ammoniaca dissociata, piuttosto che in idrogeno. II comportamento al test di Huey è buono e paragonabile a quella degli acciai tipici per impiego nei reattori di sintesi dell'urea, impiego per il quale la prova è prescritta come collaudo di accettazione [ 7 ] . I risultati ottenuti su tubo non trattato, confermano l'eccellente saldabilità del materiale (sugli spessori in esame) e testimoniano la mancanza di formazione di segregazioni e seconde fasi durante il ciclo termico di saldatura. Nel complesso, e ovviamente nei limiti delle sperimentazioni effettuate, il prodotto fabbricato indu- Considerazioni finali sui limiti di impiego dei due acciai sperimentati Le prove di laboratorio utilizzate per classificare il comportamento in ambienti clorurati degli acciai inossidabili indicano che si è in presenza di prodotti dalle proprietà nettamente differenziate: fatto che non stupisce, tenendo presente il diverso tenore di Mo. Le aride cifre sembrerebbero addirittura escludere la possibilità di impiegare acciai austenitici al 4,5% di Mo in acque marine o similmente clorurate, in base alla bassa temperatura a cui è possibile l'innesco di corrosioni sotto schermo. Una conclusione del genere sarebbe tuttavia affrettata, anche perché basata su due sole proprietà del materiale (CPT e CCT), che, anche se particolarmente significative, non esauriscono le possibilità di indagine sul comportamento di un acciaio inox in mezzi clorurati. In effetti, l'esperienza cumulata in molti anni di servizio da questa classe di acciai è certamente positiva. In effetti le prove di laboratorio, non potendo (per ovvii motivi) riprodurre fedelmente le possibili condizioni di esercizio, sono di regola assai drastiche, per aumentarne la selettività e quindi il potere discriminante nei confronti delle proprietà relative di materiali appartenenti a famiglie non troppo dissimili. I risultati vanno quindi intesi come una scala di merito, e da questo punto di vista è scontato che un più costoso acciaio al 6% Mo offra prestazioni sensibilmente superiori ad uno con 4,5% Mo + Cu. Quando però si passa alla scelta di un materiale in vista di una specifica applicazione, sono indispensabili analisi più approfondite che tengano conto di precedenti esperienze in esercizio, dei possibili meccanismi di cedimento, della vita richiesta al componente, del costo delle varie soluzioni possibili proiettato sull'intero ciclo di vita, di vincoli supplementari imposti da esigenze di sicurezza. In questa ottica, non si consiglierebbe di utilizzare un inossidabile austenitico al 4,5% Mo + Cu per i tubi di un condensatore di centrale elettrica raffreddato ad acqua di mare, dove l'aggressione corrosiva è attesa solo dal lato « refrigerante » e si punta ad avere una totale affidabilità per tempi che superano la decina d'anni. 38 ( LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1985 n° 187 La scelta cadrebbe sicuramente sul tipo a maggior contenuto di Mo o, meglio, sul titanio o sui nuovi inox ferritici ad alto Cr e Mo e a tenore controllato di interstiziali. Per scambiatori di impianti chimici o per strutture meccaniche la scelta più conveniente può invece essere diversa, particolarmente quando l'aggressività del fluido di processo è maggiore di quella del refrigerante, quando il costo di manutenzione (ivi compresa la perdita di produzione) è inferiore, nel periodo di vita preventivato, all'extracosto iniziale del materiale più pregiato, quando disegno del componente e tipo di processo portano ad escludere gravi problemi di corrosione sotto schermo. La letteratura tecnica riporta infatti una serie di casi di utilizzo di acciai al 4,5% Mo + Cu in scambiatori ad acqua di mare anche inquinata, con vari fluidi di processo quali ammoniaca liquida o gassosa, anidride carbonica, anidride solforosa, acidi solfidrico e solforico, a- cidi grassi, alcoli. Si tratta quindi di una vasta gamma di applicazioni in cui l'impiego di questo acciaio si è dimostrato vantaggioso e che comprende l'industria dell'acido foanidride carbonica, anidride solforico e del solfato d'ammonio, delle fibre degli esplosivi, della carta, la petrolchimica, l'industria medicale. L'acciaio al 6% Mo è stato invece concepito espressamente per sostituire leghe di rame e titanio nei tubi per condensatori di centrali elettriche; può trovare naturalmente impiego nell'industria chimica per applicazioni similari a quelle dell'acciaio a minor tenore di Mo, quando le condizioni siano particolarmente critiche, ed è allo studio il suo utilizzo anche in alcune parti degli impianti di dissalazione. In tutti i casi in cui siano impiegabili tubi elettrouniti di modesto spessore soffre tuttavia, come già ricordato, la concorrenza sia dello stesso titanio (tornato dopo alcuni anni a livelli di prezzo interessanti), sia dei già citati inox ferritici. Ringraziamenti / ringraziamenti già espressi al termine della prima parte di questo lavoro, vengono qui estesi anche a C. Raimondi Cominesi per le utili discussioni durante la stesura della seconda parte. Bibliografia [1] G. Montagna - Mecc. Ital. n. 179 (1984). [2] J.D. Redmond, W. Fairhurst, H. Watanabe - Molybdenum Mosaic, 6, 2, (1984), 1. [3] Bollettino tecnico Uddeholm - Acciaio 904 L. [4] B. Wallen: « Acciai inossidabili avanzati per condensatori per turbina operanti in acqua di mare » - Giornata di studio, Piacenza, 28-2-80. [5] E.A. Lizlovs - ASTM STP 516, (1972), 201. [6] D. Sinigaglia, G. 7accani, B. Vicentini, G. Rondelli - Istituto Tecnologia dei Materiali Metallici non Tradizionali del CNR, Rapporto R-83/3. [7] S. Fortunati, C. Leali, G. Montagna • Met. Ital., 76, (1984), 238. 39 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio/febbraio 1985 n° 187