LA CAMICIA BIANCA: ecco sei curiosità su

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LA CAMICIA BIANCA: ecco sei curiosità su
LA CAMICIA BIANCA: ecco sei curiosità su questo capo
1. Confezionata in vari tipi di stoffa (batista di lino o di cotone, seta,
flanella, organza, madapolam, pizzo, tela d’Olanda, taffetà) questo capo è
riconoscibile da tre elementi: cannoncino, (parte del centro dello spallone
che corre lungo tutta la verticale della camicia), carré (parte superiore
rinforzata dalle spalle della camicia) e polsino (fascia di stoffa con cui è
ripresa all’altezza del polso l’ampiezza della camicia).
2. Dal latino “camisia” o dal greco “kamasos” (tunica), la camicia era
inizialmente un indumento di biancheria intima. Più tardi i crociati
importarono dai Persiani il camis: un capo con le maniche tagliate
separatamente e poi cucite al corpo. Alla corte di Versailles, il Re Sole
dettava la moda del tempo arricchendo questo capo con volants, ruches,
gale, falbalas.
3. Protagonista dei più vari modi di dire (sudare sette camicie, nato con la camicia), la
camicia bianca diventò il simbolo dell’800 come capo fondamentale dell’abito-uniforme
maschile: a Gabriele D’Annunzio, Oscar Wilde, Marcel Proust ma più di tutti a Lord
Brummel che coniò il termine “dandy”, si deve il mito dell’eleganza di quel periodo.
4. Tra le più importanti elaborazioni della camicia bianca troviamo la “botton
down” caratterizzata dal colletto con i bottoni alle estremità che usavano i
giocatori inglesi di Polo; la blusa, sopravveste dal taglio a casacca comune a
uomini e donne nel Medioevo; lo chemisier ovvero „l‟abito camicia‟ chiuso
davanti da una fila di bottoni, con o senza colletto. Quest‟ultimo in particolare
fu creato da Paul Poiret nel 1905, ripreso da Coco Chanel negli anni Venti e da
Christian Dior nel 1957. Nel 1960 Cacharel lo reinventò in tela di Madras,
simile alla camicia maschile.
5. Gianfranco Ferré era il re della camicia bianca: nelle sue mani questo capo diventò un vero e
proprio strumento di seduzione con particolari sfarzosi (colletto e polsini). Negli anni Novanta
arrivò la sperimentazione con Martin Margiela e Junya Watanabe. Il primo, della scuola di
Anversa, con la sua ricerca dello stile nell’imperfezione (decostruire, assemblare e sovrapporre,
mostrare cuciture e impunture), Il secondo nei volumi over e nelle spalle destrutturate.
6. In America negli anni „90 Calvin Klein portava in scena il minimale e la camicia bianca come
nuova divisa da città. Il cinema aveva già dichiarato il suo amore per questo indumento
(Marlene Dietrich e Katharine Hepburn) ma icone di stile in camicia bianca fu Uma Thurman
in “Pulp Fiction”: con pantaloni a sigaretta neri e ballerine dorate era praticamente
perfetta