Lombardia – Patto di stabilità regionalizzato

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Lombardia – Patto di stabilità regionalizzato
REGIONALIZZARE IL PATTO DI STABILITA’
PER SBLOCCARE 5 MILIARDI DI PAGAMENTI ALLE IMPRESE
Introduzione: 9 miliardi di pagamenti bloccati
Il Patto di stabilità interno è l’insieme di regole di bilancio stabilite dallo Stato per
garantire il concorso degli enti territoriali (comuni, province e regioni) al riequilibrio
dei conti pubblici. Obiettivo primario del Patto di stabilità interno è il controllo
dell'indebitamento netto degli enti territoriali, nel quadro criteri fissati dal Patto di
stabilità e crescita europeo.
Introdotto nel 1999, nella prospettiva dell’adozione dell’Euro, da allora il Patto ha
espresso gli obiettivi programmatici per gli enti territoriali ogni anno in modo
differente. Da ultimo, la legge finanziaria 2007 ha introdotto per gli enti locali il
criterio del saldo finanziario di “competenza mista” (accertamenti e impegni per la
parte corrente, riscossioni e pagamenti per il conto capitale).
L’assunzione del criterio della “competenza mista” (che rende difficile la
trasformazione degli impegni in conto capitale in pagamenti) e l'equiparazione delle
spese correnti con quelle in conto capitale, unitamente al progressivo irrigidimento
delle condizioni del Patto disposto dalle manovre di riequilibrio dei conti pubblici, ha
aggravato il problema dei ritardati pagamenti e ha depresso gli
investimenti degli enti locali, accrescendo la condizione di sofferenza di tante
piccole e medie imprese già duramente colpite dalla crisi economica. Secondo le
elaborazioni dell'Associazione nazionale costruttori edili (Ance) il 74% degli enti
locali ha bloccato i pagamenti per lavori pubblici a causa del Patto di stabilità pur
avendo risorse di cassa per effettuare i pagamenti alle imprese.
I comuni, le province e le regioni nel 2011 hanno realizzato il 71% degli
investimenti pubblici del nostro Paese. Dal 2009 al 2011 gli investimenti delle
autonomie locali hanno subito una drastica diminuzione: -18,5%. In una situazione
di crisi questa contrazione ha alimentato un circolo vizioso aggravando la
recessione. Negli stessi anni in Europa le città sono state invece protagoniste di
importanti investimenti pubblici, a partire dalla realizzazione delle smart cities. Una
sfida che oggi le nostre aree urbane non possono reggere per mancanza di risorse e
di sistemi di governance adeguati.
In Lombardia il Patto di stabilità tiene vincolati circa 9,1 miliardi € (fonte:
ANCI Lombardia – Regione Lombardia - UPL): risorse disponibili in cassa ma che
non possono essere spese a causa dei vincoli del Patto:
Risorse vincolate
Regione Lombardia
Province lombarde
Comuni lombardi
TOTALE
(milioni €)
1.132
2.249
5.723
9.104
I provvedimenti di finanza pubblica approvati nell’estate 2011 - i decreti legge
98/2011 e 138/2011 - hanno imposto un ulteriore inasprimento del Patto.
Sono stati irrigiditi gli obiettivi finanziari, caricando sugli enti territoriali una
quota assai ampia della correzione dell'indebitamento netto delle Pubbliche
Amministrazioni. Nel complesso, dal 2008 in avanti gli enti territoriali lombardi
hanno subìto inasprimenti del Patto di stabilità stimabili, nel 2013, a 2,3 miliardi €.
Tra il 2009 e il 2013 la capacità di spesa sottratta agli enti territoriali lombardi è
valutabile in circa 6,4 miliardi €.
All’inasprimento degli obiettivi del Patto vanno aggiunti i tagli ai trasferimenti
erariali e alla sanità decisi dal 2008 in avanti. Particolarmente pesante è stato
l’impatto delle manovre varate dal governo Berlusconi-Tremonti-Maroni, che hanno
ridotto le risorse statali a disposizione delle autonomie locali lombarde e del sistema
sanitario regionale di circa 5,6 miliardi €.
Le manovre dell’estate 2011 hanno inoltre previsto una progressiva
estensione degli enti interessati dal Patto. Se fino al 2012 erano soggetti al
Patto le province e i comuni con popolazione superiore a 5 mila abitanti, a decorrere
dal 2013 - per effetto dell’art. 16 del DL 138/2011 - il Patto è stato esteso ai
comuni con più di 1.000 abitanti. Dal 2014 sarà applicato a tutti gli enti locali:
Lombardia: comuni
soggetti al Patto
Tipologia
N° comuni Patto
Popolazione Patto
% popolazione totale
2012
2013
2014
>5.000 ab. >1.000 ab.
458
1.218
7.565.618 9.529.652
78,0%
98,2%
Tutti
1.544
9.704.151
100,0%
L’allargamento del Patto di stabilità ai piccoli comuni indebolirà
ulteriormente la capacità di investimento degli enti locali. Particolarmente
critica diventerà la situazione dei comuni con meno di 5.000 abitanti, finora non
soggetti al Patto, i cui pagamenti in conto capitale sono soggetti ad una notevole
variabilità temporale. Al blocco degli investimenti rischiano di aggiungersi notevoli
criticità anche sul versante della spesa corrente, visto che nel 2013 i piccoli Comuni
dovranno realizzare la Gestione Associata di 9 funzioni fondamentali su 10.
La necessità di rivedere le regole del Patto è largamente condivisa. Il governo Monti
aveva previsto nel decreto legge 201/2011 una sua rivisitazione, ma questa
intenzione è rimasta sulla carta.
Nel novembre 2012, in compenso, è stato approvato il decreto legislativo 192/2012
che recepisce nell'ordinamento italiano la Direttiva europea 2011/7/UE sulla lotta ai
ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. Il D.Lgs. stabilisce a partire dal
1-1-2013 l'obbligo di effettuare i pagamenti entro 30 giorni. Questa previsione, pur
condivisibile, è destinata a rimanere un miraggio per gli enti locali alle prese con i
vincoli del Patto di stabilità.
Una proposta per la Lombardia: la regionalizzazione integrale del Patto
L’art. 77-ter, comma 11 del Decreto legge 112/2008 ha dato la facoltà ai comuni ed
alle province, d’intesa con la regione di appartenenza, di redigere il Patto di stabilità
a livello regionale. I commi 138-142 dell’art. 1 della Legge 220/2010 e l’art. 2,
comma 33 del Decreto legge 225/2010 hanno definito le modalità di
regionalizzazione del Patto.
La regionalizzazione del Patto, avviata nel 2009, ha permesso di liberare
una parte significativa delle somme dovute dagli enti locali alle imprese, in
prevalenza attraverso la cessione di quote di Patto di competenza regionale o la
riduzione dei pagamenti della Regione per sbloccare pagamenti dei comuni e delle
province ("compensazione verticale"). In Lombardia la regionalizzazione del Patto
ha consentito dal 2009 in avanti di liberare pagamenti per una quota significativa di
risorse.
Lombardia:
regionalizzazione del
Patto (milioni €)
Verticale
Orizzontale
TOTALE
2009
2010
2011
2012
40,0
0,0
40,0
0,0
0,0
0,0
70,0
5,5
75,5
210,0
0,0
210,0
In Lombardia è stato avviato ed applicato anche un sistema di valutazione della
virtuosità più articolato ed approfondito che a livello nazionale. Nel 2012 il 10%
delle somme rese disponibili dal patto integrato sono state attribuite ai comuni sulla
base dell'Indice Sintetico di Virtuosità.
Il superamento dei problemi del Patto passa però necessariamente da
interventi di natura strutturale:
 la redistribuzione del peso della manovra di riequilibrio della finanza pubblica
in senso più favorevole al comparto delle autonomie locali;
 la modifica delle regole di funzionamento del Patto interno di stabilità.
L’art. 20, comma 1 del DL 98/2011 ha aperto la strada al “Patto di stabilità
regionale integrato”, disponendo che a decorrere dall'anno 2012 le modalita' di
raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica delle singole regioni, esclusa
la componente sanitaria, possono essere concordate tra lo Stato e le regioni,
previo accordo concluso in sede di Consiglio delle autonomie locali.
La regionalizzazione integrale del Patto di stabilità - già applicata nelle
regioni e province a statuto speciale del Nord e auspicata dall'Intesa Regione
Lombardia - ANCI - UPL del 5 ottobre 2012 - sarebbe particolarmente utile in
una grande regione come la Lombardia, consentendo una redistribuzione della
capacità di spesa degli enti territoriali improntata alla massimizzazione
dell'efficienza e superando la rigidità di un Patto che a livello nazionale stabilisce
regole uguali per tutti a prescindere dalle dimensioni degli enti e dalle specificità di
ciascun territorio. Attraverso il Patto regionale “integrato” si potrebbe infatti
definire:
 un obiettivo di finanza pubblica unico per il complesso degli enti di un
territorio regionale (comuni, province, regione);
 regole e modalità di applicazione del Patto a livello regionale diverse da quelle
nazionali;

una programmazione integrata delle spese di tutti gli enti territoriali della
regione.
Il "Sistema Lombardia" potrebbe così negoziare con il governo centrale un
obiettivo complessivo per il territorio regionale (comuni + province +
regione), facendo valere con più efficacia le ragioni di enti virtuosi che oggi vanno in
ordine sparso finendo in balìa della logica "divide et impera" con cui alle autonomie
locali è stata imposto, manovra dopo manovra, un sforzo di risanamento del tutto
sproporzionato.
La Lombardia potrebbe inoltre definire in autonomia proprie regole di
funzionamento del Patto (sanzioni comprese), tenendo conto della reale
condizioni di virtuosità degli enti locali e delle priorità di investimento definite dagli
strumenti di programmazione territoriali. Cruciale sarebbe, in questa prospettiva, il
ruolo di regia della Regione in collaborazione con il Consiglio delle autonomie locali.
Il Patto regionale integrato dovrebbe prevedere regole di compensazione verticale
(regione-enti locali), orizzontale (enti locali-enti locali) e intertemporale
(programmazione pluriennale delle spese in conto capitale) tali da garantire la
massima flessibilità di applicazione del Patto stesso.
A livello regionale andrebbero anche ridefiniti i meccanismi di premio per gli enti
virtuosi e penalizzazione di quelli non virtuosi, anche attraverso la modulazione dei
bandi regionali per contributi per opere pubbliche, delle quote di compartecipazione
ai tributi regionali, delle possibilità di pagamenti in conto residui passivi di parte
capitale.
L’introduzione in Lombardia del Patto di stabilità regionale integrato – nel
quadro dello sblocco di 50 miliardi di arretrati della Pubblica Amministrazione nei
confronti delle imprese proposto a livello nazionale dal PD - permetterebbe di
liberare maggiori pagamenti in conto capitale da parte degli enti territoriali
per 1 miliardo di euro per ciascuno dei prossimi 5 anni, iniettando liquidità
preziosa per il sistema delle piccole e medie imprese lombarde e contribuendo alla
complessiva ripresa dell'economia della regione.
REGIONALIZZAZIONE INTEGRALE DEL PATTO DI STABILITA’
Situazione attuale
Il MEF fissa gli obiettivi per
ciascun ente territoriale
Ministero dell’Economia e
delle Finanze (MEF)
Comuni
lombardi
Province
lombarde
Ciascun ente territoriale
deve rispettare il Patto nei
confronti del MEF
Regione
Lombardia
Con regionalizzazione integrale
Il MEF fissa un obiettivo
unico per il Sistema
Lombardia (l’insieme degli
enti territoriali della regione)
Ministero dell’Economia e
delle Finanze (MEF)
Regione
Lombardia
Sistema
Lombardia
Comuni
lombardi
Province
lombarde
Gli enti territoriali della
regione concordano la
ripartizione dell’obiettivo e le
regole del patto regionale