un modello per la didattica nella scuola elementare

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un modello per la didattica nella scuola elementare
LA REPUBBLICA BERGAMASCA SU CD ROM: UN MODELLO PER LA DIDATTICA NELLA SCUOLA
ELEMENTARE
Il Museo storico della città di Bergamo, in collaborazione con il Provveditorato agli studi, ha organizzato nello
scorso inverno un corso di aggiornamento intitolato “Progetto di formazione alla multimedialità”, rivolto ai
docenti delle scuole dei diversi ordini di Bergamo e della provincia.
Il corso, che prevedeva un totale di quaranta ore, suddivise in incontri settimanali distribuiti nell’arco di cinque
mesi, aveva l’intento di costruire un percorso didattico scuola/museo per facilitare l’interazione fra queste due
realtà.
I temi storici su cui si è focalizzata l’attività progettuale degli insegnanti della scuola elementare, media e
superiore sono stati la Rivoluzione bergamasca, la città, il razzismo.
Il gruppo dei docenti della scuola elementare ha costruito un prodotto web storico-didattico sulla Rivoluzione
bergamasca, che nel marzo 2000 ha avuto la sua pubblicazione in rete nel sito del Museo storico
(www.museostoricobg.org/lavori/cdmultimed/multimed.htm).
La fase di progettazione è iniziata con la costruzione della ‘mappa concettuale’: attraverso lo strumento
metodologico del brainstorming sono emersi i termini che i docenti ritenevano indispensabili per inquadrare il
periodo storico in esame, il 1797.
Inizialmente sono stati individuati, dell’argomento, i concetti cardine e le connessioni tra loro: il gruppo ha così
discusso e approfondito il significato di tutti i termini e, insieme, ha concordato che, ‘rivoluzione’, ‘classi sociali’
e ‘struttura politica’ fossero le parole chiave.
A questo punto ogni singolo insegnante ha avuto il compito di stendere la propria mappa concettuale, uno
schema grafico tramite il quale sono stati messi in relazione l’uno con l’altro i concetti fulcro. Valutate e
discusse tutte le mappe realizzate, si è arrivati finalmente alla stesura della ‘rete concettuale’, che ha
evidenziato l’articolazione del percorso didattico.
Come filo conduttore è stata pensata una narrazione: la storia di cinque piccoli monelli del popolo organizzati
nella Banda della rivoluzione. L’idea ha preso spunto da un documento nel quale si narra di un gruppo di
ragazzi che andava nelle case dei nobili a prendere le parrucche per farne poi un rogo in Piazza Vecchia. E
così nelle pagine del sito tre di questi ragazzini, Lucilla, Mariuccia e Alessandro, conducono alla scoperta degli
avvenimenti più significativi di quei giorni.
Non è stato facile adattare argomenti storici di tale rilievo alle possibilità di approccio dei ragazzi della scuola
elementare senza che fossero alterati od omessi quei collegamenti indispensabili a una corretta visione
d’insieme del quadro storico, non solo come storia locale:
La Rivoluzione bergamasca fu un vero e proprio evento spartiacque fra l’evo moderno e quello contemporaneo.
Nell’arco di poche ore, tra l’11 e il 12 marzo 1797, si consumarono in modo irreversibile tre secoli e mezzo di
storia che avevano legato Bergamo a Venezia: vennero cambiate leggi e strutture amministrative e fiscali, il
leone alato fu scalpellato dalle porte e dal Palazzo comunale, i simboli araldici tolti dagli antichi palazzi nobiliari.
Bergamo fu la prima delle città della terraferma a ribellarsi alla Dominante e a costituirsi in repubblica
FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA
Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28
P. Iva 02995900160 - [email protected]
autonoma: il 12 marzo furono settecento, tra nobili e non, che firmarono la loro adesione per la cacciata del
conte Ottolini, rappresentante veneto in città1.
Il lavoro finale, intitolato “La Rivoluzione francese e la Repubblica bergamasca”, è stato diviso in sezioni.
Chi si appresta a navigare tra le pagine della sezione “Rivoluzione” può approfondire la cronologia degli
accadimenti. Il 20 marzo 1797, in Piazza Vecchia, al suono del Campanone e con il popolo in festa, venne
innalzato ‘l’albero della libertà’, simbolo pagano adottato dai francesi come segno di rinascita, di vita nuova e di
felicità, e ovunque vennero abbattuti stemmi, statue e simboli veneziani. I bergamaschi, attraverso ‘la festa’,
esprimevano la loro gioia per un lungo e desiderato cambiamento sociale, la conseguente riforma della
struttura politica, il livello di coinvolgimento che le varie classi sociali ebbero nel determinare la ribellione al
regime veneziano, durato a Bergamo quasi 400 anni.
Nella sezione “Classi sociali” sono stati analizzati i ceti e, soprattutto, il loro differente ruolo nella Rivoluzione:
una nuova classe dirigente formata dalla borghesia, dagli artigiani e da una parte della nobiltà prese il potere e,
per la prima volta, il popolo contadino, pur se in modo marginale, partecipò alla rivolta. Anche il clero venne
investito dall’ondata di novità che la Rivoluzione bergamasca portò con sé: nel giro di pochi mesi i religiosi
vennero pubblicamente costretti a portare la ‘coccarda tricolore’, simbolo della nuova Repubblica, e a donare
alla Municipalità metà degli argenti presenti nelle chiese, nei monasteri e negli oratori.
E’ proprio in questo momento di grande cambiamento che nacquero i ‘circoli culturali’, gruppi di persone,
formati da esponenti della borghesia e della nobiltà ‘illuminata’, che si ritrovavano nei caffè a discutere i valori
rivoluzionari; contemporaneamente, venne pubblicato il primo giornale locale, “Il patriota bergamasco”, che si
dichiarava a disposizione di tutti i cittadini.
In pieno periodo repubblicano il Piano generale di pubblica istruzione produsse una riforma anche nella scuola,
sostenendo che l’istruzione pubblica fosse la base fondamentale di tutte le democrazie. Da qui l’esigenza di
istituire, con le lezioni caritatevoli, scuole elementari serali e festive per i ceti più bassi. Questo complesso di
elementi politici, sociali e culturali, impensabili solo fino a pochi anni prima, permise al musicista bergamasco
Gaetano Donizetti, figlio di modestissimi operai del settore tessile, di essere ammesso alle lezioni di musica
tenute da J. S. Mayer, maestro di cappella.
Nelle pagine della “Struttura politica” sono evidenziate la nuova organizzazione civile, la convocazione del
popolo per le elezioni dei deputati destinati a rappresentare i singoli cantoni, la composizione, le attribuzioni e
la durata in carica dei corpi elettivi, la nomina dell’amministratore generale delle finanze.
La Repubblica bergamasca si realizzò nell’elezione della nuova Municipalità la notte tra il 12 e 13 marzo 1797.
Con la Repubblica venne proclamato il libero esercizio delle arti e dei mestieri, si abolirono alcuni dazi e si
stabilirono nuove imposte per la lavorazione della seta, sulla quale era basata l’intera economia locale. Ma le
congiunture politiche ed economiche, il continuo regime di guerra, il peso della tassazione e l’introduzione nel
1802 della coscrizione obbligatoria fecero sì che i vari gruppi di giovani agissero, soli o associati, contro il
governo. La forma di ribellione che ne derivò fu il brigantaggio e non si può parlare di briganti senza pensare
all’inafferrabile Vincenzo Pacchiana, detto Pacì Paciana, che le leggende hanno quasi trasformato in un novello
Robin Hood. In realtà Pacì Paciana per gli storici ufficiali era soltanto un brigante coraggioso e spregiudicato.
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Nel CD rom giochi, immagini, suoni, accanto ai documenti storici riprodotti, permettono agli studenti di
ripercorrere gli eventi in maniera divertente e più coinvolgente rispetto al testo scolastico.
E, proprio all’ideazione di giochi interattivi, cruciverba, anagrammi, puzzle, che stimolassero i ragazzi della
scuola elementare, per i quali il percorso è pensato, è stata posta particolare attenzione.
Visitando le pagine web si incontrano i rappresentanti dei diversi ceti sociali del tempo, nobili, clero, contadini,
artigiani, borghesi addirittura in ‘mutande’ e il gioco consiste nel rivestirli, scegliendo il capo di abbigliamento
adatto. Un altro momento divertente e gratificante per i navigatori è offerto da un sonoro applauso finale,
ottenibile solo dalla esatta ricomposizione di una serie di lettere alfabetiche che appaiono casualmente lungo il
percorso. E cosa dire della conquista della ‘coccarda virtuale’?
Il sito web è anche stato pensato per avere una ricaduta didattica immediata, poiché rende chiaro che il
passato locale non può essere compreso senza la sua contestualizzazione entro parametri più ampi e mostra
che la storia generale è monca se prescinde dalle storie locali.
Quindi l’utilizzo a scuola di questo prodotto offre ampie opportunità di lavoro: innanzitutto fa conoscere un fatto
storico trascurato dai libri di testo in uso, inoltre, attraverso la forma ludica e l’uso diretto del computer, dà agli
utenti la possibilità di interagire secondo le proprie risorse, i propri ritmi, vivendo lo strumento multimediale
come potente mezzo di apprendimento e di trasmissione culturale.
La creazione di un ambiente in cui si intrecciano vari linguaggi, testo, musica, immagini fisse e in movimento,
contribuisce sinergicamente a fornire un percorso individuale di conoscenza e, mentre un libro di testo
tradizionale si presenta come fonte di un sapere organizzato, questo prodotto consente al visitatore di rendersi
consapevole del carattere dinamico del conoscere: attraverso l’utilizzo del ‘modello a rete’ e grazie a
un’autonoma e personale attività di ricerca è facile superare i confini disciplinari.
Anche il Museo storico di Bergamo, in sintonia con la moderna didattica della storia, ha attivato un percorso
rivolto agli alunni della scuola elementare: una drammatizzazione in Piazza Vecchia, che prende spunto da un
diario autentico scritto nel 1797 dal campanaro della torre civica, Michele Bigoni, narrato da ‘un’affabulatrice’, e
una visita guidata nelle sale del Museo, luogo importante, in quanto contenitore e conservatore di
testimonianze e di fonti indispensabili per prendere coscienza della realtà e della profondità del passato dei
popoli:
L’insegnamento storico è l’ambito disciplinare più adatto a costruire la specifica tecnica di pensiero che serve
per comprendere il nostro rapporto con il passato, per attribuire significati ai fatti del passato, per capire
connessioni tra di essi, per reagire alle interpretazioni altrui, per capire il rapporto tra uso delle fonti e
ricostruzione del passato, per comprendere la funzione della storiografia, per comprendere come funzionano gli
operatori temporali. All’ampliamento e approfondimento dei compiti dell’educazione storica deve corrispondere
un arricchimento delle esperienze di apprendimento [...] Se si costruiscono le condizioni opportune affinché i
ragazzi siano capaci di produrre informazioni da fonti relative ad un tema determinato e di elaborarle in
conoscenza del passato, allora si ottiene che i loro intelletti funzionino come quelli degli storici2.
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Vista l’eterogeneità del gruppo dei docenti, confrontarsi sui concetti e sugli obiettivi che sottendono alla
didattica della storia ha fornito l’occasione per un arricchimento personale, ma anche per un positivo scambio
di competenze e conoscenze.
Nonostante gli insegnanti fossero supportati da alcuni coordinatori, durante la realizzazione del lavoro sono
emerse delle difficoltà che di seguito affrontiamo, nell’auspicio che possano essere superate qualora
l’esperienza venga riproposta:
l’inadeguatezza del luogo predisposto agli incontri di lavoro dei docenti della scuola elementare, perché
sprovvisto di un numero adeguato di strumenti informatici;
il tempo insufficiente per il confronto delle idee, necessario alle attività collettive;
l’aumento imprevisto delle quaranta ore stabilite dagli organizzatori per il corso d’aggiornamento
“Progetto di formazione alla multimedialità”, diventate più di sessanta nei lavori di gruppo e un numero
difficilmente quantificabile a livello individuale, per reperire, consultare, scegliere la documentazione, i materiali
relativi all’epoca storica trattata e per pubblicare in rete le pagine realizzate;
i diversi livelli di competenza dei partecipanti per quanto riguarda l’utilizzo degli strumenti informatici.
E’ da ribadire comunque, che ogni ostacolo è stato superato dall’entusiasmo, ma soprattutto dall’impegno e
dalla determinazione di cui ogni singolo docente si è fatto carico.
1
M. Gelfi, Tra la fine dell'età moderna e l'inizio dell'età contemporanea: la Repubblica bergamasca, in “Atti
dell'Ateneo di scienze, lettere e arti di Bergamo”, 1996-1997, vol. LX.
2
I. Mattozzi, Che il piccolo storico sia, in "I viaggi di Erodoto", 1992, n. 16.
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