laboratorio carcere - Provincia di Campobasso

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LABORATORIO DI TEATRO DI FIGURA DESTINATO A 10 DETENUTI,
STUDENTI DELL’ITIS “E. MAJORANA”, SEDE CARCERARIA LARINO,
CAMPOBASSO.
All’interno di un programma di attività sociali, l’attivazione di un laboratorio di Teatro di
Figura (cioè quel teatro che comprende marionette,burattini, oggetti, ombre e altre forme
d’arte dove si utilizza la presenza di manufatti) tiene particolarmente conto della possibilità
di utilizzare in modo fantasioso, ludico e creativo un gran numero di tecniche artistiche e di
materiali che stimolano la libera espressione individuale e i processi relazionali all’interno
del gruppo.
L’attività teatrale con i burattini possiede in sé una vasta potenzialità terapeutica favorendo
il potenziamento di tutti i canali legati alle esperienze senso-percettive, promuovendo
l’espressione e la comunicazione ed aiutando i soggetti nel percorso di rimozione di
blocchi psicologici o difficoltà espressive e comunicative.
La costruzione del burattino, infatti, acquista una particolare valenza non solo per la
possibilità di potenziare le abilità visive, manuali, mentali, creative (incontro con differenti
materiali artistici e tecniche di costruzione, scelta e preparazione dei colori, dei materiali,
delle caratteristiche dei personaggi) ma ,attraverso la manipolazione e l’animazione,
consente nello stesso tempo, di conoscere se stessi e di entrare in relazione con l’altro.
La prima prerogativa del burattino è il movimento, la rivelazione dell’insospettabile vitalità
del burattino crea un senso di magia: se è vero, infatti, che il burattino non si potrebbe
muovere da solo, è altrettanto vero che dispone di una certa autonomia: influenza
l’animatore a compiere certi gesti piuttosto che altri, lo spinge a fare cose che non direbbe
o non farebbe senza un tramite (il burattino appunto) che lo protegga da una messa in
causa diretta.
Il teatro di burattini permette (come il linguaggio, il gioco, la finzione…) di duplicare la
realtà in modo simbolico (si recita ricreando il reale) e quindi di poterla manipolare come
fosse un oggetto esterno a noi. Questa riproduzione sintetica del mondo reale permette
all’animatore di immedesimarsi facilmente nel personaggio, proiettarvi i propri bisogni, i
propri desideri, le proprie paure; rapportando la vicenda narrata alla propria situazione
personale, trasponendo nel burattino i suoi sentimenti che riesce, così, ad analizzare con
maggiore distacco e, di conseguenza, a conoscere meglio in quanto sebbene il burattino
favorisca l’immedesimazione dell’animatore, lo pone anche al riparo dai rischi di
un’identificazione totale che potrebbe rivelarsi traumatica.
Nel momento dell’organizzazione di uno spettacolo di burattini si mette in moto un
meccanismo di cooperazione reale: la prova teatrale, la solidarietà vissuta nel gruppo e il
riconoscimento che altri vivono la medesima esperienza comportano degli effetti
psicologici positivi accrescendo l’autostima e la possibilità di esprimere il proprio vissuto.
OBIETTIVI DEL LABORATORIO
• far conoscere nuove tecniche espressive
• far sviluppare abilità manipolative adeguate
• costruire una relazione con gli altri basata sul confronto e la conoscenza delle
diverse realtà personali e sociali
• promuovere situazioni di effettiva cooperazione, che fanno del teatro dei
burattini uno strumento di liberazione e di socializzazione
• produrre uno spettacolo finale, per le famiglie dei detenuti
CONTENUTI E ATTIVITA’
Gli obiettivi saranno sviluppati attraverso una serie di attività psico-fisiche. Esso si dividerà
in momenti o fasi diverse nella costituzione e nei tempi:
CREARE
Costruzione di pupazzi ed ombre con l’utilizzo di materiali semplici.
Creazione della drammaturgia, partendo da una storia già scritta, dando spazio alle
capacità narrative dei singoli
ANIMARE
Animazione dei personaggi, dando voce e movimento alle emozioni di tutti i
partecipanti. Ricerca del ritmo, della respirazione, delle caratteristiche fisiche, delle
possibilità espressive e di movimento.
Interazione tra i vari personaggi
RAPPRESENTARE
rappresentazione della storia elaborata dal gruppo
DESTINATARI
Gruppo ( min. 5-max. 10) di detenuti, studenti dell’Itis “E.Majorana”, sede carceraria
Larino, Cb.
LUOGO DI REALIZZAZIONE
Una stanza adeguatamente ampia, con dei tavoli e delle sedie.
Uno spazio adeguato alla rappresentazione dello spettacolo.
TEMPI DI ATTUAZIONE
6 incontri di 3 ore min. + lo spettacolo finale
( il giovedì, partendo da novembre: 8,15,22,29,e dicembre 6,13
MATERIALI DA UTILIZZARE
Nastro per carrozzieri
Nastro isolante
Vinavil
Colla prene
Colla per tapezzieri
Colla a caldo
Cartoncini neri
Forbici
Gelatine
Giornali
Colori acrilici
Pennelli
Teli bianchi, neri
Stoffe colorate
Lana, bottoni
Palline di polistirolo
Vestiti usati
LA CONDUTTRICE
Flavia D’Aiello è nata a Salerno il 18 Settembre 1972. Dopo aver conseguito la laurea in
Scienze Politiche presso l’Università degli studi di Salerno, e l’esperienza amatoriale nella
piccola compagnia Triciclo, come trampoliera e burattinaia, nel 2001 frequenta il corso per
la formazione professionale di operatori del teatro di figura, organizzato da Efeso (ente di
formazione per l’economia sociale ) e la Cooperativa teatrale”Arrivano dal Mare” di Cervia.
Consegue il diploma di burattinaia nel 2002. Nello stesso anno partecipa al corso di
specializzazione “Teatro di Figura come ausilio ai processi educativi di integrazione e
riduzione dell’handicap”organizzato anch’esso dalla cooperativa teatrale “Arrivano dal
Mare”.
Nel 2005 partecipa come formatrice di secondo grado nell’ambito del progetto “Regional
Theatre And Drama Activity” formazione permanente per i docenti delle scuole materne e
ristrutturazione di asili nel distretto di Jenin”, Cisgiordania, Territori Palestinesi.