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«Ehm… tutti. Perché me lo chiedi?».
«No, niente, ho in mente un lavoro…».
«Ah, stai scrivendo?».
«Sarebbe ora» scherzò acida Laura, ma nessuno rise alla
battuta.
Luciano era livido.
Il giorno dopo accantonò i suoi studi su Moccia con la
determinazione di un tabagista che si sente in dovere di smettere di fumare (già sapendo che non ci riuscirà mai), e aprì un
nuovo foglio di lavoro bianco. La sera spense il computer con il
foglio ancora bianco. La mattina dopo lo riaccese e la sera lo
rispense, e così via per qualche giorno. Non che rimanesse inattivo tutte quelle ore di fronte allo schermo: controllava spesso
la casella di posta in arrivo, sempre vuota, verificava il conto
corrente on-line, dove non succedeva mai niente, giocava a
FreeCell, il solitario del computer, e soprattutto, da quando gli
era venuta quella specie di ossessione, spulciava con curiosità
morbosa i messaggi dei fan sul blog di Federico Moccia.
Ciao Fede lo so ke nn mi risp e mi sembra pure giusto xò devo dirtelo x forza:sto film è fortissimo!!!già xkè in 2 ore sn riuscita a provare tutte le emozioni possibili!!ho sognato(e quando mai),ho riso,ho
rivisto un po della mia vita di tutti i giorni,ho cantato e alla fine c’è
scappata pure una lacrimuccia!;)Alla fine sn uscita dal cinema cantando a squarcia gola ed ero talmente gasata ke ho sbattuto la porta
in faccia ad una signora!!ahah le mie solite brutte figure...cmq Fede
grazie!!grazie e ancora grazie..xkè senza di te sarei xsa...:)
Oppure:
Ciao fede!!!!...martedi un sogno si è avverato!!!! ero in prima fila
alla mondadori di padova!!!! è stato bellissimo ero i dalle 2 ma ne è
valsa la pena xk ero vicinissima a te!!! ero la ragazza col fiore tra i
capelli....nn penso che ti ricordi...cmq hai detto delle cose bellissime e
con il tuo ultimo libro hai dato 1 segno d speranza alle ragazze
che(come la mia amica che era cn me) sono innamorate di xsone molto
piu grandi...cmq adess ho la foto cn te e il tuo autografo!!! compli75
menti x la scelta dei xsonaggi nel film...!!! sei grandeeee torna presto
a padova io c saro!!!!!!! martedi 29 gennaio un giorno che non dimentichero mai in tutta la mia vita...ho incontrato un grande...l’unico
scrittore che riesce a parlare ai giovani dell’amore.
Oppure:
Io sono una ragazza di 18 anni ke è in una situazione che assomiglia tanto a quella di Niki... sono una ragazza che si è innamorata del suo professore... e anke lui ricambia... il problema e ke
frequentiamo una scuola abbastanza “religiosa”... e quindi non possiamo comportarci come fanno due persone innamorate... io lo penso
sempre, soffro per lui... quando ci vediamo per i corridoi e in classe ci
guardiamo sempre, cerchiamo di stare il più vicino possibile pur di sentire il profumo dell’altro... abbiamo parlato anche, ma lui nn vuole
rischiare e ha perfettamente ragione... pensare ke ho letto SMTCA
pochi giorni prima ke litigassimo x questo... per il nostro amore tra
una rgazza di 18 anni e un uomo di 41 anni.
Oppure:
Sognare tra le parole dei libri è la cosa k più m piace fare al
mondo...m piace perdermi completamente in quelle storie k parlano di
amore, adolescenza, problemi, litigi, amicizia e felicità...m piace
immergermi in quei libri k profumano degli anni vissuti tra le mani di
persone diverse...m piace sperare k 1 giorno tante piccole speranze
nutrite fin da ora si possano realizzare. M potrà ritenere stupida x
qst..ma ho voglia d sognare...e i suoi libri m hanno insegnato a farlo,
cn l’illusa speranza k tutto un giorno si avvererà. Non so se lui si
accorgerà un giorno k io sn qui ad aspettarlo da ormai un anno...ma
il mio cuore si ostina a seguirlo.Nonostante nn abbia mai ricevuto conferme... Sn innamorata signor moccia;è l’unica cs k conta
Ce n’erano tanti, tantissimi, ogni giorno aumentavano di
decine e decine. Quasi tutti di ragazze adolescenti, ma alcuni
anche di donne più mature; quasi nessuno da parte dei maschi.
Due le tipologie d’argomento: l’ammirazione sconfinata per
lui e il racconto della vicenda personale, spesso mischiate.
Luciano capì che “Fede” era visto dai suoi fan come una spe76
cie di guru: gli chiedevano consigli, addirittura una ragazza di
Rieti gli raccontava dei suoi progressi nel “convertire a Moccia” il fidanzato. Denominatore comune delle lettere era il lessico scomposto. Luciano non era un ingenuo, capiva bene che
scrivere “x” al posto di “per” o “k” al posto di “ch” rientrava
in un’intenzionalità gergale nata dai messaggini e sostenuta
dall’illusione di differenziarsi tipica di ogni nuova generazione,
ciò nonostante lo trovava un modo di esprimersi atroce: anche
sistemando le ics e le kappa il risultato rimaneva penoso.
Alla fine della settimana – era un sabato, e Laura aveva portato i bambini a trovare degli amichetti – scrisse in cima alla
pagina bianca INGREDIENTI e cominciò a compilare la sua
lista:
1. target: donne sospirose, per lo più adolescenti, ma funziona fino alle quarantenni (la speranza è l’ultima a morire);
illetterate, a giudicare dai messaggi delle fan; pubblico
maschile in minoranza, ma quel poco che c’è, fedelissimo;
2. livello sociale dei lettori: piccolo borghese (se esiste
ancora il termine). Sono gli stessi che guardano l’Isola dei
Famosi e credono che i prodotti del Mulino Bianco siano
naturali;
3. livello sociale dei personaggi: alto ma non troppo, quel
tanto che basta perché possa essere visto come un’aspirazione raggiungibile da chi legge (vedi sopra);
4. monocromatismo tematico: solo storie d’amore;
5. plot a predominanza di stereotipi, perché sia ben chiaro
che quel che accade “può succedere anche a te”;
6. propensione al lirismo dell’ovvio (“Notte. Notte incantata.
Notte dolorosa. Notte folle, magica e pazza. E poi ancora notte.
Notte che sembra non passare mai. Notte che invece a volte passa
troppo in fretta”, incipit di Scusa ma ti chiamo amore);
7. miele a vagoni (“Vorrei alzarmi dal letto e trovare una rosa.
Non rossa. Bianca. Pura. Tutta da scrivere come fosse una pagina
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nuova. Una rosa lasciata da qualcuno che mi pensa e che non conosco ancora. Lo so. Un controsenso. Ma mi farebbe sorridere. La prenderei e la porterei a scuola. L’appoggerei sul banco, così, senza dire
nulla. […] La lascerei lì per tutta la mattina. Poi all’ultima ora staccherei un petalo alla volta e con un pennarello blu scriverei, una lettera alla volta, la frase di quella bellissima canzone […] e poi lancerei
quei petali dalla finestra. Il vento se li porterebbe via. Magari qualcuno li troverebbe. Li rimetterebbe in ordine. Leggerebbe la frase. E
mi verrebbe a cercare. Forse lui. Già. Ma lui chi?”, still SMTCA);
8. ottimismo a oltranza: ogni storia è a lieto fine, sia che finisca bene, sia che finisca male (secondo il vecchio adagio
consolatorio: se era una storia che non doveva andare,
meglio che sia finita);
9. spessore dei personaggi: zero (come quello dei lettori);
10. idiosincrasia per il passato remoto, e anche per il passato
prossimo: Moccia usa solo il presente, che non affatica gli
occhi né il cervello ed è comprensibile dalla terza elementare in poi;
11. ossessione per le marche degli oggetti: non scrive “scarpe,
occhiali, sigaretta” ma “Adidas, Ray-Ban, Marlboro”, non
dice “la maglietta” ma “la Onyx elasticizzata”, per connotare
esattamente la tribù di cui parla: più o meno pariolini, direi
(se esiste ancora il termine). Sembra un po’ un catalogo per
corrispondenza, ma è efficace. Verificare se dietro ci sono
degli sponsor.
Luciano rilesse la ricetta magica, corresse il punto 9 in
“introspezione dei personaggi: zero” e salvò la pagina sul
desktop ripromettendosi di aggiungere altri ingredienti man
mano che li scopriva, ma già quel primo fissaggio delle idee
l’aveva portato a formarsi un’opinione: Federico Moccia era
un genio.
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