Scarica - Santuario di Castelmonte

Transcript

Scarica - Santuario di Castelmonte
Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1, comma 1, NE/PD - Periodico Mensile - Tassa Pagata/Taxe Perçue/Economy/Compatto
la
C
Madonna d
astelmonte
alla sCuola di Maria
Lasciarsi
raggiungere da Dio!
i
Anno 99 - n. 2
Febbraio 2013
vita della Chiesa
La crisi si vince
con la vita
VITA DEL SANTUARIO
a cura dELLa reDaZiONe
Orari e appuntamenti
CON MARIA VERSO LA PASQUA
I venerdì di marzo: 1 - 8 - 15 - 22 alle ore 20.30:
incontri di preghiera e di riflessione in santuario.
13 febbraio 2013: le Ceneri
Sante messe alle ore: 9 - 10 - 11 - 16.
Alla santa messa delle ore 16: benedizione e imposizione delle ceneri.
AGENDA DEL SANTUARIO
Apertura santuario


Orario solare
7.30 - 12 • 14.30 - 18
Orario legale
7.30 - 12 • 14.30 - 19
Apertura ufficio Bollettino
mattino: 8.30 - 12
 pomeriggio: 14.30 - 18

2
MdC
2-febbraio 2013
Orario delle sante messe


ORA SOLARE
Feriale: 9, 10, 11, 16
Festivo: 8, 9, 10, 11.30, 15.30, 17
ORA LEGALE
Feriale: 9, 10, 11, 17
Festivo: 8, 9, 10, 11.30, 16, 17, 18
Orario Autoservizi SAF
per raggiungere il santuario
udine (autostazione)
Cividale (autostazione)
Castelmonte
9.00
9.30
9.50
Castelmonte
Cividale (autostazione)
udine (autostazione)
12.10
12.30
13.00
Il servizio non si effettua: a natale,
1° gennaio, pasqua, 1° maggio e in
caso di neve o ghiaccio.
sommario
Anno 99, n. 2, febbraio 2013
Rivista della «Confraternita Universale Madonna di Castelmonte»
2
vita del santuario
Orari e appuntamenti
a cura della Redazione
4
editoriale
Liberi per… fare!
MdC
6
lettere in redazione
8
a cura di A.F.
fatti di vangelo
25
Famiglia di famiglie
di Silvano Moro
alla scuola di Maria
fa’ lo stesso!
speciale / vita della chiesa
di Rafael Abril
14
Sacra scrittura
28
Il portale d’ingresso
La Chiesa. Popolo di Dio
in cammino
a cura di Antonio Fregona
Caro padre,
vita della chiesa
23
Va’ e anche tu
Lasciarsi raggiungere
da Dio!
di Daniela Del Gaudio
al concilio Vaticano II
di Alessandro Carollo
regina di castelmonte
32
Affidati a Maria
a cura di Alessandro Falcomer
35
Novembre 2012
vita del santuario
a cura di A. Falcomer
vita della chiesa
19
La crisi si vince
nella comunione dei santi
36
I nostri defunti
Vita del santuario
38
Messe perpetue 2012
con la vita
a cura di Gabriele Castelli
21
Spulciando la stampa
Attualità/fatti e commenti
a cura di A. Falcomer
a cura di A. Falcomer
di Angelo Berg
C
la
Madonna d
i
astelmonte
Periodico mariano illustrato
a cura della Provincia Veneta
dei Frati Minori Cappuccini,
spedito a tutti gli associati alla
«Confraternita Universale Madonna
di Castelmonte»
Direttore responsabile:
Aurelio Blasotti
Direzione e Redazione:
Antonio Fregona
In Redazione:
Roberto Rizzato,
Alessandro Falcomer
Progetto grafico:
Barbara Callegarin, A. Fregona
Realizzazione grafica su Macintosh:
B. Callegarin
Hanno collaborato a questo numero:
Rafael Abril, Daniela Del Gaudio,
Gabriele Castelli, Angelo Berg,
Silvano Moro, Alessandro Carollo
Stampa: Litografia Casagrande
via dell’Artigianato, 10
Colognola ai Colli (VR)
Autorizzazione del Tribunale di Udine
n. 20 del 29.2.1948
Numero del Repertorio del ROC: 1393
Per rinnovo associazione
e offerte varie
• Coordinate Bancarie:
IBAN: IT87 V053 3663 7400 00035221940
BIC: BPPNIT2P607
Correntista:
Chiesa del Santuario
della Beata Vergine di Castelmonte
Banca d’appoggio:
FRIULADRIA - CREDIT AGRICOLE,
Filiale di Cividale del Friuli, Piazza Picco, 3
33043 Cividale del Friuli (UD) Italia
• Conto Corrente postale
n. 217331
intestato a:
Santuario Castelmonte
33040 Castelmonte (Udine)
• On-line (pagamento elettronico)
cliccare sulla voce «Offerte» all'interno del sito:
www.santuariocastelmonte.it
Quota associativa 2013
∫ Italia
Ordinario (isolato)
Sostenitore
In gruppo con
zelatrice
€ 15,00
€ 30,00
Indirizzo:
Padre Rettore
Santuario B. Vergine
33040 CASTELMONTE (UD)
€ 13,00
Sito Internet:
www.santuariocastelmonte.it
∫ estero
Ordinario
Sostenitore
Associato all’Unione Stampa
Periodica Italiana
€ 20,00
€ 35,00
Pubblicazione foto
Per la pubblicazione di foto
(Affidati, Defunti,
Vita del santuario) e relativa
offerta rivolgersi agli uffici
del «Bollettino»:
tel. 0432 731094
o scrivere una email:
[email protected]
Posta elettronica:
[email protected]
Numeri telefonici
Santuario:
Tel. 0432 731094 / 0432 701267
Fax 0432 730150
«Casa del Pellegrino», Albergo, Bar
e Ristorante: Tel. e Fax 0432 700636;
«Al Piazzale», Bar e Ristorante:
Tel. e Fax 0432 731161
In copertina: i bambini sono la speranza del
domani.
Foto: A. Fregona 1, 8, 13, 24, 25, 26, 27, 30, 39;
Altri 4, 9, 10, 11, 12, 14, 15, 16-17, 19, 21, 22,
23, 28, 31.
Editoriale
Md C
Liberi per… fare!
È necessario
«riconfermare
il valore fondamentale
della vita, riscoprire
e tutelare le primarie
relazioni tra le persone,
in particolare quelle
familiari, che hanno
nella dinamica del
dono il loro carattere
specifico e insostituibile
per la crescita e lo
sviluppo della società».
(Consiglio permanente
della CEI)
C
arissimi amici lettori,
il 3 febbraio celebriamo la 35a Giornata per la vita. I vescovi
italiani affermano che soltanto credendo nella vita e lavorando
per essa si può superare la grave crisi che stiamo attraversando, che non
è principalmente economica, ma di valori (alle pp. 19-20). L’affermazione
appare ardita, quando si devono fare i conti con gravi ristrettezze
economiche. Credo ci voglia un supplemento di fede e di fiducia, non
di tipo fideistico («affidiamoci al Signore, Lui ci penserà!»), ma di tipo
operativo, una fede che coniuga prudenza e coraggio. Richiudersi per
paura di perdere tutto, non fa altro che accelerare la decadenza.
Una delle componenti della cultura in cui viviamo è il considerare
la persona umana pienamente autonoma e svincolata da qualsiasi
riferimento ad altro (Dio, la sua Parola, le leggi civili…). «L’uomo al
centro», dunque, anzi, l’«io» al centro, con il seguito di uno scontato e,
a volte, prepotente permissivismo, che manda all’aria la dimensione
etica della vita, cioè la capacità di vivere distinguendo tra ciò che è
bene (per tutti, non solo per me) e ciò che è male. Non sorprende che
il dissolvimento dei valori etici faccia il paio con il tramonto di questa
società. Dove non c’è famiglia, non ci sono figli e dove non ci sono
figli non c’è futuro.
In effetti, «viviamo in tempi di preoccupazioni per il futuro: futuro
del pianeta terra e della vita su di esso, futuro dell’economia mondiale
e della pace fra i popoli, futuro dell’Europa e delle nazioni che ne fanno
parte, futuro dei giovani e dei bimbi che si affacciano alla vita…».
Lo diceva p. Federico Lombardi alla Radio Vaticana in occasione del
viaggio del papa in Germania nel settembre del 2011. Per quella visita, il
papa aveva scelto il motto: «Dove c’è Dio, là c’è futuro», già espressione
chiave della sua omelia nel santuario di Mariazell (Austria) nel 2007, nella
quale esprimeva fiducia, perché «priva di futuro sarà la terra solo quando
si spegneranno le forze del cuore umano e della ragione illuminata dal
cuore, quando il volto di Dio non splenderà più sopra la terra. Dove c’è
Dio, là c’è futuro”» (da internet).
L’11 febbraio, memoria delle apparizioni dell’Immacolata a Lourdes,
celebriamo la 21a Giornata mondiale del malato.
Di Maria a Lourdes continuano a risuonarci dentro le richieste di fare
penitenza e di pregare per i peccatori e la promessa di rendere felice
Bernadette nel mondo futuro. Toccante anche la battuta di Bernadette
nel racconto della 16a apparizione (25 marzo 1858): «Ella era là, affabile,
sorridente e guardava la folla come una madre affettuosa guarda i
figli...». Fare penitenza equivale a cambiare il cuore, sicuri di essere sotto
lo sguardo affettuoso di Maria, che ci ottiene la necessaria grazia del
4
MdC
2-febbraio 2013
Signore. Occorre anche l’impegno personale,
che prevede pure piccoli gesti penitenziali. Degli
effetti della presenza materna di Maria tra noi si
parla ampiamente alle pp. 14-18.
Samaritani. Al momento di chiudere questo
numero, il messaggio del papa per la Giornata
del malato non è ancora stato pubblicato, ma ne
è stato annunciato con largo anticipo il tema: «Va’
e anche tu fa’ lo stesso». È preso dalla conclusione
della parabola del buon samaritano. Vi proponiamo
alcune considerazioni di stimolo per la vita interiore
e di relazione. Alla fine di qualsiasi discorso non solo nei confronti di chi soffre nel fisico o
nello spirito - bisogna passare ai fatti, guardarsi
attorno e muoversi. Come fece il samaritano
compassionevole. Ma si passa all’azione in base
a quello che si pensa, che si sente dentro
(pp. 23-24). «Chi ama il prossimo è amato dal
Signore», ha detto con ragione Roberto Benigni.
Resta vero pure che se nel cuore pulsa l’amore
per il Signore, ci si sentirà spinti verso… chi è amato
dal Signore.
I
l 25 ottobre scorso è stata aperta nel
palazzo reale di Milano una grande mostra,
ideata dal museo diocesano milanese, per
celebrare un momento cruciale della storia: la
tolleranza religiosa, sancita nel 313 dopo Cristo
dall’imperatore Costantino. Oltre 200 i preziosi
pezzi archeologici esposti. Dopo Milano, la mostra
si sposterà a Roma (27 marzo - 15 settembre 2013)
nelle sedi del Colosseo e della Curia Iulia.
Non esiste una data precisa del cosiddetto
«Editto di Milano», ma è probabile che l’intesa
tra Costantino e Licinio, da cui proviene il rescritto
chiamato «Editto di Milano», risalga al febbraio
313. Siamo proprio in pieno 1700° centenario!
L’ Anno costantiniano è stato aperto a Milano
lo scorso 6 dicembre 2012 e si concluderà in
occasione della festa di sant’Ambrogio del
2013. Interessante l’inizio del discorso di mons.
Scola ai primi Vespri per la solennità del santo il
6 dicembre: «“L’Editto di Milano del 313 ha un
significato epocale, perché segna l’initium libertatis
dell’uomo moderno”. Quest’affermazione di un
illustre cultore del diritto romano, il compianto
Gabrio Lombardi, permette di evidenziare
come i provvedimenti, a firma dei due Augusti
Costantino e Licinio, determinarono non solo
la fine progressiva delle persecuzioni contro i
cristiani ma, soprattutto, l’atto di nascita della
libertà religiosa. In un certo senso, con l’Editto di
Milano emergono per la prima volta nella storia
le due dimensioni che oggi chiamiamo “libertà
religiosa” e “laicità dello Stato”. Sono due aspetti
decisivi per la buona organizzazione della società
politica. Un’interessante conferma di questo dato
si può trovare in due significativi insegnamenti di
sant’Ambrogio». Si tratta del richiamo ai cristiani
a essere leali nei confronti dell’autorità civile, la
quale, a sua volta, deve «garantire ai cittadini
libertà sul piano personale e sociale. Veniva, così,
riconosciuto l’orizzonte del bene pubblico cui sono
chiamati a concorrere cittadini e autorità. Non
si può, tuttavia, negare che l’Editto di Milano sia
stato una sorta di “inizio mancato”. Gli avvenimenti
che seguirono, infatti, aprirono una storia lunga e
travagliata. La storica, indebita commistione tra il
potere politico e la religione può rappresentare
un’utile chiave di lettura delle diverse fasi
attraversate dalla storia della pratica della libertà
religiosa. La situazione cambiò profondamente
con la promulgazione della dichiarazione Dignitatis
humanae [sulla libertà religiosa, ndr ]. Quali sono le
novità fondamentali dell’insegnamento conciliare?
Il concilio Vaticano II, alla luce della retta ragione
confermata e illuminata dalla divina rivelazione,
ha affermato che l’uomo ha diritto a non essere
costretto ad agire contro la sua coscienza e a non
essere impedito ad agire in conformità con essa. In
questo modo, con la dichiarazione conciliare venne
superata la dottrina classica della tolleranza, per
riconoscere che “la persona umana ha il diritto alla
libertà religiosa”, e che tale diritto “perdura anche
in coloro che non soddisfano l’obbligo di cercare
la verità e di aderire a essa” (Dignitatis hum., n. 2).
[…] “La straordinaria qualità della dichiarazione
Dignitatis humanae consiste nell’aver trasferito il
tema della libertà religiosa dalla nozione di verità
a quella dei diritti della persona umana. Se l’errore
non ha diritti, una persona ha dei diritti anche
quando sbaglia. Chiaramente non si tratta
di un diritto al cospetto di Dio; è un diritto rispetto
ad altre persone, alla comunità e allo Stato”
(N. Lobkowicz, Il Faraone Amenhotep e la
Dignitatis Humanae, in Oasis 8, 2008)».
Quanta strada l’umanità debba ancora
percorrere per arrivare a rispettare la libertà
religiosa di ogni persona è dimostrato, tra l’altro,
dalle persecuzioni che i cristiani tutt’ora subiscono
in varie parti del mondo. Un esempio eclatante è
quello di Asia Bibi, la mamma cristiana pakistana
condannata a morte col pretesto (falso) di aver
mancato di rispetto a Maometto! (a p. 22).
■
2-febbraio 2013
MdC
5
vita della chiesa
a cura di Gabrieli Castelli
35a Giornata nazionale per la vita, 3 febbraio 2013
La crisi si vince con la vita
Donare e generare la vita significa
scommettere sul futuro; una scelta
impegnativa, ma possibile.
I vescovi italiani ricordano ai responsabili
della politica il dovere di sostenere le
scelte per la vita e di investire risorse sulla
persona e sulla famiglia.
Solo la vita può vincere la crisi!
«Generare vince la crisi»
I
vescovi del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana hanno scelto questo titolo per il messaggio per la Giornata per
la vita del 3 febbraio, 35a edizione. A prima vista,
l’affermazione potrebbe sembrare contradditto-
ria, ma, pensandoci un istante, ci si accorge che
è vera, anzi si potrebbe aggiungere che solo con
la vita si vince! Si vincono la crisi economica, la
crisi morale, quella dell’invecchiamento della popolazione…
L’attuale, gravissima crisi economica che coinvolge la quasi totalità dei cittadini, provoca, rilevano i vescovi, un forte senso d’incertezza generale, perché non si riescono ad avere prospettive
sicure di lavoro. Questa incertezza provoca grave
difficoltà a «fare famiglia, a causa di condizioni di
precarietà che influenzano la visione della vita e
i rapporti interpersonali, suscitano inquietudine e
portano a rimandare le scelte definitive e, quindi,
la trasmissione della vita all’interno della coppia
coniugale e della famiglia».
«La crisi del lavoro - continuano i vescovi - aggrava, così, la crisi della natalità e accresce il preoccupante squilibrio demografico che sta toccando il nostro Paese. Il progressivo invecchiamento
della popolazione priva la società dell’insostitui­
bile patrimonio che i figli
19
vita della chiesa
rap­presentano, crea difficoltà relative al mantenimento di attività lavorative e imprenditoriali importanti per il territorio e paralizza il sorgere di
nuove iniziative».
A questo punto, fanno presente a chi di dovere «che non è né giusto né sufficiente richiedere
ulteriori sacrifici alle famiglie che, al contrario,
necessitano di politiche di sostegno, anche nella
direzione di un deciso alleggerimento fiscale».
Benessere al lumicino
A leggere i giornali e a seguire i notiziari viene
da pensare che certa gente goda sadicamente a
sottolineare un giorno sì e uno no che gli italiani
stanno diventando sempre più poveri, che aumentano le spese per questo e per quello... Sono verità, ma il discorso della media - quella del mezzo
pollo a testa, ma mangiato tutto da uno solo - è,
anche un po’ fuorviante.
Accanto alle preoccupanti ristrettezze di moltissimi, ci sono anche il discreto benessere di
molti altri e la bella vita di quella piccola minoranza che detiene quasi la metà della ricchezza
nazionale. Di questi tempi, però, guai a ostentare benessere; meglio unirsi al coro di chi piange
miseria (vera)! Poi, che ci sia folla nelle stazioni
sciistiche invernali, nei centri commerciali, nelle
discoteche, in tanti ristoranti, ecc. non conta…
Quando la povertà era davvero grande, la gente aveva imparato a sapersi accontentare. Ora,
volenti o nolenti, molti devono accontentarsi, ma
tanti altri potrebbero accontentarsi e ingegnarsi
onestamente a sbarcare lunario. Per fortuna c’è
gente che lo fa.
Sono, forse, queste le situazioni che fanno da
sfondo al seguito del testo episcopale: «Il momento che stiamo vivendo pone domande serie sullo
stile di vita e sulla gerarchia di valori che emerge nella cultura diffusa. Abbiamo bisogno di riconfermare il valore fondamentale della vita, di
riscoprire e tutelare le primarie relazioni tra le
persone, in particolare quelle familiari, che hanno
nella dinamica del dono il loro carattere peculiare
e insostituibile per la crescita della persona e lo
sviluppo della società».
Alle radici della vita
«Dove c’è Dio, là c’è futuro»: è una verità che papa Benedetto ama ripetere. Dove c’è Dio, l’egoismo
viene contrastato e il cuore umano si fa attento
20
MdC
2-febbraio 2013
agli altri. L’apertura agli altri, scrivono i vescovi, «è
alla radice della vita e porta a “essere prossimo”, a
vivere la gratuità, a far festa insieme, educandosi
a offrire qualcosa di noi stessi, il nostro tempo, la
nostra compagnia e il nostro aiuto. Non per nulla
san Giovanni può affermare che “noi sappiamo che
siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo
i fratelli” (1Gv 3,14).
Troviamo traccia di tale amore vivificante sia
nel contesto quotidiano sia nelle situazioni straordinarie di bisogno, com’è accaduto anche in
occasione del terremoto che ha colpito le regioni
del Nord Italia. Accanto al dispiegamento di sostegni e soccorsi, ha riscosso stupore e gratitudine
la grande generosità e il cuore degli italiani, che
hanno saputo farsi vicini a chi soffriva. Molte persone sono state capaci di dare se stesse, testimoniando, in forme diverse, “un Dio che non troneggia a distanza, ma entra nella nostra vita e nella
nostra sofferenza” (Benedetto XVI, Milano, 1° giugno 2012)».
La generosità degli aiuti spontanei ha dimostrato, ancora una volta, «il valore della persona e
della vita umana, intangibile fin dal concepimento. Il primato della persona, infatti, non è stato avvilito dalla crisi e dalla stretta economica. Al contrario, la fattiva solidarietà manifestata da tanti
volontari ha mostrato una forza inimmaginabile.
Tutto questo ci sprona a promuovere una cultura
della vita accogliente e solidale».
«La logica del dono - dice il messaggio - è la
strada sulla quale s’innesta il desiderio di generare la vita, l’anelito a fare famiglia in una prospettiva feconda, capace di andare all’origine - in
contrasto con tendenze fuorvianti e demagogiche
- della verità dell’esistere, dell’amare e del generare. La disponibilità a generare, ancora ben presente nella nostra cultura e nei giovani, è tutt’uno
con la possibilità di crescita e di sviluppo: non si
esce da questa fase critica generando meno figli
o, peggio ancora, soffocando la vita con l’aborto, bensì facendo forza sulla verità della persona umana, sulla logica della gratuità e sul dono
grande e unico del trasmettere la vita, proprio in
una situazione di crisi.
Donare e generare la vita significa scegliere
la via di un futuro sostenibile per un’Italia che si
rinnova: è questa una scelta impegnativa ma possibile, che richiede alla politica una gerarchia di
interventi e la decisione chiara di investire risorse
sulla persona e sulla famiglia, credendo ancora
che la vita vince, anche la crisi». ■