La gestione dei rifiuti in Europa
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La gestione dei rifiuti in Europa
Rapporto di sostenibilità Conai 2013 52 La gestione dei rifiuti in Europa Il ruolo dei rifiuti nello sviluppo delle politiche non è più un rifiuto; ambientali europee è stato fondamentale: una 3) Riciclo: prevede le strategie per riutiliz- serie di scandali degli anni ‘70 e ’80 (uno per zare come materie prime materiali di scarto tutti quello del 1983 in Francia, quando in altrimenti destinati allo smaltimento; un macello abbandonato sono stati trovati 4) Recupero energetico: la combustione 41 fusti contenenti diossina proveniente dei rifiuti con il recupero del calore dal disastro di Seveso del 1976) ha dato la sviluppato e il suo utilizzo diretto spinta verso un nuovo e moderno approccio o per la produzione di energia elettrica; alla difesa dell’ambiente e della salute umana. Alla fine degli anni ’80 la Commissione europea Solo il rifiuto che non si riesce a ricondurre stabilisce 3 principi generali che saranno a una delle quattro categorie prioritarie alla base di tutta la disciplina successiva: di gestione descritte può essere indirizzato allo smaltimento finale (discarica controllata il principio di prevenzione: il primo o impianto di incenerimento senza recupero obiettivo è la riduzione della produzione energetico). di rifiuto; la responsabilità del produttore: in linea La piramide della gestione dei rifiuti con il principio «chi inquina paga», i costi ambientali sono a carico di chi produce Prodotto il rifiuto; il principio di prossimità: il rifiuto deve essere destinato alla struttura idonea Rifiuto Prevenzione Riutilizzo più vicina al luogo di produzione. A partire da questi principi, la Commissione Riciclo definisce la gerarchia preferenziale delle modalità di gestione, le “4 erre” caratterizzate Recupero energetico da una priorità decrescente: 1) Riduzione: comprende le strategie Smaltimento di prevenzione dei rifiuti per ridurne la quantità e la pericolosità; 2) Riutilizzo: include le azioni che portano a un nuovo utilizzo del prodotto, che quindi La gerarchia stabilita dalla normativa europea è spesso rappresentata da una piramide rovesciata: in alto è indicato l’obiettivo prioritario, la prevenzione, seguito in ordine decrescente da tutti gli altri. Conai: cos’è, come funziona, dove va. 53 Nel 2008 si compie un nuovo salto: la direttiva trasporto, distribuzione e vendita delle merci, quadro 98/2008/CE indica come obiettivo pur rappresentando tra un quarto e un quinto strategico la creazione di una “società europea del rifiuto urbano prodotto su scala nazionale. del riciclo” e fissa target ambiziosi al 2020: Del resto la direttiva 62/1994/CE aveva già introdotto obiettivi di recupero, prevedendo la quantità di rifiuti urbani o assimilati che entro 5 anni dal recepimento dovesse avviata al riutilizzo e al riciclo (obbligato- essere recuperato almeno il 50% e riciclato riamente carta, metalli, plastica e vetro) almeno il 25% dei rifiuti di imballaggio. dovrà raggiungere complessivamente 10 anni dopo la direttiva 2004/12/CE almeno il 50% in peso; individuava una serie di strumenti operativi la quantità di rifiuti da costruzione e demo- (da contributi ambientali a programmi lizione non pericolosi avviata al riutilizzo e di prevenzione e recupero e sistemi al riciclo, incluse operazioni di riempimento, di etichettatura degli imballaggi) e fissato dovrà raggiungere almeno il 70% in peso. nuovi e più ambiziosi obiettivi, differenziati anche per materiale: entro il 31 dicembre 2008 Stabilite le norme generali di settore, l’Unione gli Stati membri dovevano arrivare almeno europea si preoccupa di disciplinare alcune al 60% di recupero e al 55% di riciclo in peso specifiche tipologie di rifiuto con un più dei rifiuti di imballaggio, mentre per i singoli rilevante impatto ambientale o sanitario materiali gli obiettivi minimi sono: potenziale, come i veicoli fuori uso, le batterie, gli olii usati, le apparecchiature elettriche 60% in peso per il vetro; ed elettroniche. Tra questi “flussi speciali” 60% in peso per la carta e il cartone; rientrano i rifiuti derivati dagli imballaggi, 50% in peso per i metalli; percepiti come sempre più invasivi a causa 22,5% in peso per la plastica dei profondi cambiamenti del sistema di 15% in peso per il legno. LA RESPONSABILITÀ ESTESA Secondo l’Art.191 dell’attuale Trattato che sostiene, del tutto o in parte, i costi della dell’Unione europea, la politica ambientale gestione dei rifiuti. Grazie all’introduzione comune è fondata sul principio «chi inquina di questo strumento è stato possibile prevedere paga» che impone l’internalizzazione dei costi obiettivi specifici in materia di prevenzione e ambientali nella produzione e si fonda sullo di recupero dei rifiuti, promuovendo ad esempio strumento della responsabilità del produttore. misure di progettazione ecocompatibile Nella normativa sugli imballaggi si aggiunge o contributi finanziari per la raccolta differen- il principio della responsabilità estesa ziata e il riciclo. La direttiva europea del 2008 del produttore: la responsabilità del rifiuto prevede l’applicazione dell’approccio della è in carico anche al produttore del prodotto responsabilità estesa a tutto il ciclo dei rifiuti.