L`utilizzo del Bergamotto nella pratica naturopatica

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L`utilizzo del Bergamotto nella pratica naturopatica
Ente di Formazione in Discipline Bio-Naturali/Naturopatia
Tesi II anno
L’utilizzo del Bergamotto nella pratica naturopatica
Sig.ra Francesca Maria Giordano
Relatore: Dott.ssa Flavia Carricato
Anno Accademico 2015
Scuola di Formazione EDBN in Discipline Bio-Naturali/Naturopatia
Coordinatore didattico: Dott. Vincenzo Falabella
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INDICE
Introduzione……………………………………………………………………… ....3
Cap. 1 La Storia del Bergamotto: dal suo esordio fino ai giorni nostri………….4
1.1 Origine botanica del bergamotto………………………………………………..4
1.1.1 Microclima e habitat ……………………………………………………….5
1.2 Storia del Bergamotto…………………………………………….......................7
1.2.1 La Macchina Calabrese…………………………………………………... 10
1.3 Proprietà medicamentose………………………………………………………12
1.4 Il Bergamotto come cura del colesterolo e della Glicemia...............................12
1.5 Impiego del Bergamotto in gastronomia………………………..…………….14
Cap. 2 Proprietà dell’olio essenziale del Bergamotto e Utilizzo in Aromaterapia
2.1 Cos’e L’aromaterapia………………………………………………………….17
2.2 Cosa sono gli oli essenziali……………………………………………………...17
2.2.1 Note di cuore………………………………………………………………….. ....17
2.2.2 Note di Testa……………………………………………………………………. ..17
2.2.3 Note di Base………………………………………………………………. ……...18
2.3 Proprietà e Utilizzo pratico dell’olio essenziale di Bergamotto……………...18
2.3.1 Avvertenze Controindicazioni…………………………………………………...21
2.4 Olio Essenziale di Bergamotto e affinità con il quarto chakra……………....21
Conclusione ……………………………………………………………………….. 23
Bibliografia …………………………………………………………………………24
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Introduzione
Il bergamotto si è affermato nel mondo per la molteplicità dei suoi usi nell’arte della
profumeria e della cosmesi, nella farmaceutica e nell’alimentazione. Trova il suo
naturale habitat a Reggio e nella zona limitrofa. Un’eccellenza che non trova
corrispondenza in altri paesi. Molti sono stati i tentativi di introdurlo da in altre zone
del mondo, solo in Costa d’avorio però è riuscita ad attecchire qualche piantagione. I
frutti però erano poveri di quelle 300 componenti chimiche che lo hanno reso unico al
mondo. La genesi di questo agrume appare avvolta nel mistero. Alcune leggende
fanno derivare il bergamotto dall’isola delle Canarie, da cui sarebbe stato importato
da Cristoforo Colombo; altre fonti propendono per la città di Berga in Spagna. Si fa
sempre più strada l’origine autoctona del bergamotto, in virtù del particolare habitat
in cui cresce. Anche le ipotesi riguardo l’origine del nome appaiono controverse e
fantasiose sebbene l’etimologia più attendibile sarebbe legata all’affinità fonetica
della parola turca “Beg-ar-mundi” che significa “pero del signore” per via della
somiglianza morfologica con la pera bergamotta. Fu utilizzato inizialmente come
pianta ornamentale; la scorza era impiegata per preparare infusi ad azione digestiva,
febbrifuga e rinfrescante. Quello di bergamotto è uno degli oli più usati nella
preparazione dei profumi in quanto il suo aroma è più raffinato di quello degli altri
agrumi: è un profumo fruttato con una nota calda e floreale che l’arancio e il limone
non possiedono. Entrò nella composizione di un profumo venduto a Colonia, in
Germania, con il nome di “acqua mirabilis” grazie ad un emigrato italiano e nel
1742, ricevette il nome di “ACQUA DI COLONIA”. L’area di produzione, si
estende per circa 90 Km, nella striscia costiera da Villa San Giovanni a Gioiosa
Ionica, dal Tirreno allo Ionio, e all’interno per circa 5 Km. Ha prodotto molta
ricchezza nel corso dei secoli ma più per gli altri che per i reggini stessi a causa di
una serie di eventi che hanno caratterizzato il mancato completamento del ciclo
economico.
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CAP 1
STORIA DEL BERGAMOTTO: DAL SUO ESORDIO FINO AI GIORNI NOSTRI
1.1Origine botanica del bergamotto
Il primo studioso a menzionare questa specie fu Padre Gian Battista Ferrari che, nel
suo Trattato Hesperides sive malorum aurcorum coltura et usus, pubblicato nel
1646 descrive un aurantium stellatum et roseum, che si trova nel giardino del Conte
di Nola a Napoli e che, secondo alcuni botanici, potrebbe identificarsi con il
bergamotto. La prima metà del 700 ebbe, una schiera di botanici che si interessarono
al bergamotto. Christofer Volkamer un ricco mercante tedesco, con la passione della
botanica ereditò dal padre dei grandi giardini in Gostenhof (ora in Norimberga). I
suoi giardini botanici (Giardini Esperidi) erano ricchi di alberi di agrumi allora
piuttosto rari. Nel libro di Volkamer pubblicato nel 1708 Nurbergisches Esperidi
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vengono descritti vari agrumi, e tra questi 4 varietà di bergamotti con relativi disegni:
Bergamotto della grand sorte, bergamotto di frutto rotondo, bergamotto foetifero da
Padova, bergamotto monstroso. Volkamer definisce il bergamotto nella sua opera
come il più prezioso e il più raro di tutti i frutti. La sua opera costituisce in un certo
senso l’esordio del bergamotto negli studi di botanica. Fa inoltre sapere che gli
italiani preparano dalla scorza di bergamotto un olio essenziale. Carlo Bartolomeo
Clarici (1726) pubblicò Istoria e coltura delle piante in cui parlava della Lumia
Bergamotta, (riportando la falsa etimologia ripresa nei secoli successivi che essa
derivasse dalla città di Bergamo). La classificazione ufficiale della pianta, con il
nome di Citrus Bergamia vulgaris, venne fatta dopo circa un secolo da Antoine
Joseph Risso e Alexandre Poiteau, con l’opera Histoire naturelle des oranges.
Citrus aurantium bergamia risso, della famiglia delle rutacee, sotto-famiglia
delle Hesperidee, genere citrus. Del bergamotto a differenza di altri agrumi esistenti
e nonostante i molti studi fatti si conosce poco. Non si conosce la sua origine
botanica. Se si pianta un seme di bergamotto, la piantina che nasce non è bergamotto
ma arancio amaro. Soltanto successivamente questo può essere innestato a
bergamotto. Questa constatazione ha fatto ritenere a molti studiosi che il bergamotto
sia nato dalla mutazione naturale dell’arancio amaro. Ma nessuno sa dove ciò sia
avvenuto. L’albero si coltiva solo per innesto su un albero dello stesso genere,
melarancio di spagna. L’innesto su altri agrumi provoca la morte della pianta.
L’arancio amaro adesso è il più diffuso e dopo quattro anni dalla semina le piantine
vengono innestate. Occorre attendere tre anni perché l’albero inizi a dare i primi
frutti.
1.1.1 Microclima e habitat
Nonostante i vari tentativi di farlo attecchire in altre zone del mondo, la sua zona di
produzione è limitata all’area ionica costiera nella provincia di Reggio Calabria. Per
spiegare questo fenomeno molti fanno riferimento, al microclima di cui gode la costa
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del bergamotto. Ma senza individuarne le reali cause, forse perché impossibili da
individuare. Sono infatti vari i fattori che contribuiscono alla sua crescita:
 Il particolare microclima, che nelle mappe climatiche viene classificato come
area “tropicale temperata umida” caratterizzata da venti medio/forti che
soffiano per quasi tutto l’anno, estati calde senza pioggia, inizio primavera e
fine autunno molto piovosi e inverni con temperature giornaliere quasi sempre
superiori ai 10 gradi. I giorni di sole sono mediamente 300 l’anno;
 La
conformazione
geomorfologica
dell’area
coltivata
a
bergamotto,
caratterizzata dalla presenza di ampie valli solcate da caratteristici corsi
d’acqua denominate fiumare caratteristiche di questa zona (cresce soprattutto
lungo le fiumare grazie alla composizione del terreno calcareo e argilloso);
 I venti di scirocco che investono la zona e che portano di inverno, piogge
abbondanti, ed in estate caldo umido;
 Il suolo, caratterizzato da terreni alluvionali ricche di sostanze minerali;
 L’esposizione a Sud dell’intera zona.
A differenza degli altri agrumi ha le foglie lisce, lucide e carnose sempreverdi, di un
verde scuro che difficilmente cadono. Il frutto non marcisce mai. Con il passar del
tempo si rinsecchisce e si mantiene nel tempo assumendo una colorazione marrone
intensa. E’ simile per forma ad un’arancia ma non lo è. Ha il colore giallo del
pompelmo ma non è tale. Ha il sapore acre del limone ma non è un limone. Il vento è
il nemico principale del bergamotto. Se non vengono costruiti nei bergamotteti degli
appositi frangivento le giovani piante possono essere gravemente danneggiate. I venti
caldi possono provocare alle piante dei disturbi fisiologici che si ripercuotono sia
sullo sviluppo vegetativo che sulla produttività. La difesa dei venti può essere
realizzata con delle barriere frangivento costituite da alberi di Eucaliptus, Cipressi o
con ulivo cipressino. Il bergamotto fiorisce negli ultimi giorni di marzo, nelle località
soleggiate e vicine al mare e per tutto il mese di aprile nelle zone più interne. Il fiore
bianco profumatissimo, con la corolla a cinque petali prende il nome di zàgara. I
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frutti sono colti da novembre al marzo successivo. Tra novembre e dicembre si
raccolgono i frutti ancora verdi, utilizzati per l’olio essenziale nella profumeria,
poiché possiedono una nota olfattiva cruda che ben si presta a fissare il bouquet
aromatico dei profumi e armonizzare le essenze. Da gennaio a marzo, il frutto è più
maturo, e viene utilizzato per estrarre l’olio essenziale impiegato come
aromatizzante. Sotto il profilo della classificazione botanica alcuni autori considerano
4 o 5 specie di bergamotto (citrus Bergamia Risso) Vulgaris o Communis Parva,
mellarosa Torulosa e Syriacum. La Vulgaris è l’unica specie o sottospecie coltivata
industrialmente in Calabria della quale si conoscono 3 cultivar che hanno le seguenti
caratteristiche:
Femminiello – E’ più produttivo ma presenta frutti più piccoli e lisci rispetto alle
altre. La sua fragranza è più delicata;
Fantastico – Simile al femminiello, ha la buccia liscia con frutti piriformi ed è molto
diffuso in Calabria;
Castagnaro – E’ vigoroso con frutti più grossi e cresposi.
Il periodo di produttività del bergamotto è di 25 anni. Fruttifica dopo il 3 anno ma
dopo l’ottavo anno raggiunge il massimo della produttività con un quintale di frutti
per albero. La potatura deve essere eseguita subito dopo la raccolta rispettando il più
possibile l’abito naturale della pianta: le chiome vengono appena spuntate in modo
che i frutti crescano al di sotto protetti dal calore estivo e dai venti dello stretto.
1.2 Storia del Bergamotto
Le cronache del tempo narrano che un tale Francesco Procopio de Coltelli,
gentiluomo siciliano propose alla corte del re Luigi XIV di Francia, una soluzione
profumata di acqua di bergamotto che si distingueva dalle fragranze troppo speziate
di allora. Per la corte del potente monarca quell’acqua che fino ad allora era
sconosciuta ai francesi rappresentò un toccasana. La classe medica del tempo infatti
vietava l’uso di acqua, ritenuta responsabile di epidemie di peste ed altre malattie
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infettive. Procopio de Coltelli fece conoscere a corte anche una nuova ricetta di
gelato che si distingueva da quella già conosciuta. Venne arricchita da 2 ingredienti,
l’introduzione dello zucchero, secondo l’uso arabo, in sostituzione del miele, e
l’aggiunta di sale che, mescolato opportunamente al ghiaccio, aumentava la
conservazione del gelato. Luigi XIV lodò il suo prodotto e gli assegnò la “lettera
patente” (concessione reale per produzione di specialità come “acque gelate” e
sorbetti agli agrumi o al bergamotto). Procopio, nel frattempo assunse il titolo
francesizzato, di Francois Procope des Couteaux, aprì a Parigi, nel 1686, il più
antico caffè del mondo, Il “Cafè Procope” (locale ancora oggi esistente), in Rue de
L’Ancien Comedie, n. 13, proprio di fronte alla famosa Comèdie Francaise. Il
locale, divenne famoso sia per la produzione di granite e sorbetti sia per la
commercializzazione della sua acqua di bergamotto. Fu così che nacquero a Parigi
nel 700 le prime botteghe di profumi. Nello stesso periodo nella città di Colonia un
italiano Gian Paolo Feminis, (nato a Crana, nella Val Vigezzo nell’attuale
Piemonte), inventò nel 1704 un’acqua di toeletta: “l’acqua admirabilis”, battezzata
in seguito “acqua di Colonia”. Il segreto del successo dell’acqua di Colonia era
proprio nello stesso liquido misterioso che Procopio aveva presentato con successo
alla corte del Re Sole. L’8 giugno del 1695, a Colonia fu conferita a Gian Paolo
Feminis la cittadinanza e il 13 gennaio 1727 il vigezzino ebbe dalla facoltà di
medicina di quella città (legge approvata nel 1723), l’attestato di poter
commercializzare la sua acqua di Colonia, la cui vendita era vietata ai negozianti,
senza l’approvazione di tale Facoltà. Morì il 26 novembre 1736 e non avendo figli
maschi, l’attività commerciale da lui intrapresa fu proseguita da un suo aiutante
Giovanni Antonio Farina (1718-1787), la cui famiglia rimase gelosa custode dei
segreti di composizione di questo prodotto di profumeria. Nel 1750, nel fondo Rada
Giunchi di Reggio, (odierno Lido Comunale) Nicola Parisi, proprietario terriero creò
la prima piantagione intensiva di bergamotto. Nell’area dello stretto in questo periodo
vi erano coltivazioni intensive del gelso connesse alla lavorazione della seta. La seta
grezza veniva esportata dal Porto franco di Messina. Dopo qualche tempo molti
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nobili e borghesi proprietari di quest’area attrezzata, considerata l’enorme richiesta
del prodotto dai mercati internazionali, seguirono la stessa strada di Parisi. Ebbe
inizio così una piantagione intensiva di bergamotteti che si sostituì ai gelseti. Alla
fine del secolo la cintura verde si estese in ogni direzione: a Nord verso Archi,
Gallico e Catona e Villa San Giuseppe a Sud verso Ravagnese Gallina San Gregorio
e Pellaro. Fu così che il bergamotto divenne L’oro verde. Nel 1844, il reggino Nicola
Barillà inventò la “macchina calabrese”. Un sistema meccanico per l’estrazione
dell’essenza, usato per la stropicciatura del frutto che permise di intensificare la
quantità della produzione e di raffinare la qualità dell’essenza rendendo così la
domanda del bergamotto più adeguata alle esigenze di mercato. In origine l’essenza
veniva estratta dalla scorza per pressione manuale e fatta assorbire da spugne naturali
collocati con delle concoline, recipienti appositi. La corsa ininterrotta del bergamotto
nei mercati internazionali subì una situazione di arresto nel 1892, per la forte caduta
dei prezzi. Le cause di questa crisi sono le seguenti:
1. La sofisticazione del prodotto perpetrata dagli stessi esportatori che
approfittando degli scarsi controlli nel luogo di destinazione, vendevano
delle “miscele” alle industrie profumiere francesi causando ai produttori
una forte caduta dei prezzi.
2. Un nuovo preparato chimico il Bergamiol prodotto dalla Schimmel di
Lipsia che, avrebbe dovuto migliorare la fragranza dell’essenza, ma di
fatto la sostituì;
3. L’approvazione della legge sulla perequazione fondiaria o legge
Messedaglia (L. 3682 del 1 marzo 1886); che ordinava l’istituzione di
un catasto allo scopo di calcolare le imposte. La tassazione era fatta non
solo sull’estensione del terreno ma pure sul tipo di coltivazione. Questa
legge prevedeva di riconoscere a priori la produttività, aumentando o
diminuendo arbitrariamente l’imposta. E poiché le vendite erano
piuttosto alte i produttori ne pagarono le conseguenze.
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Da allora e per quasi un secolo le oscillazioni dei prezzi furono la causa prima
dell’instabilità dell’essenza del bergamotto sui mercati. Nel 1946 nasce il Consorzio
del Bergamotto, con compiti specifici di stabilizzare i prezzi, garantire la purezza
dell’essenza, migliorare le tecniche di coltivazione, tutelare i produttori promuovere
attività di ricerca tecnologica per la lavorazione del bergamotto. Nel 2011, è stato
approvato il nuovo Statuto dell’Ente che ha favorito la stabilizzazione dei prezzi, ed
ha portato dopo anni di incertezze, alla rivalorizzazione dell’essenza del bergamotto.
Nel 2001 l’Unione Europea aveva riconosciuto al bergamotto di Reggio Calabria,
olio essenziale, la denominazione di origine protetta (D.O.P.), con regolamento n.
509, del 15 marzo 2001.
1.2.1 La macchina calabrese
La macchina Calabrese è ancora oggi utilizzata in Calabria, anche se il suo impiego
non è più generalizzato come un tempo. Essa è formata da due scodelle di zinco fuso,
denominate coppe che formano un anello cilindrico. La coppa inferiore di diametro di
42 cm è fissa e munita di punte al fondo e di denti sulle pareti coniche; la coppa o
piatto superiore, dello stesso diametro è munita di lamelle radiali di ottone e quando
la macchina è in moto, ruotano intorno ad un asse verticale, pressando e trascinando i
frutti. Il carico di frutti viene effettuato ad intermittenza; con una leva si solleva il
piatto superiore, si collocano i frutti e si riabbassa il piatto in modo da ricostituire
l’anello: Il numero di giri e la pressione vengono regolati secondo la natura e lo stato
dei frutti. Il liquido che si forma, costituito da essenza liquido acquoso e detriti, si
raccoglie attraverso aperture praticate nella coppa inferiore in un recipiente. Oggi la
maggior quantità di essenza di bergamotto viene estratta con un metodo che prevede
l’abrasione totale dell’epidermide, tramite la pelatrice speciale.
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Antica Macchina Calabrese
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1.3 Proprietà medicamentose del bergamotto
Nel 1804 un medico reggino Francesco Calabrò Anzalone, si accorse che l’essenza
di bergamotto era già da tempo utilizzata come rimedio domestico per curare varie
affezioni della pelle, del sistema digestivo dei dolori reumatici, delle malattie
dell’apparato respiratorio e per disinfettare ferite e ambienti. Con la pubblicazione del
suo libro” della balsamica virtù dell’essenza di bergamotta nelle ferite”, il
bergamotto venne adoperato dai farmacisti per i loro medicamenti. Entrò presto nei
laboratori di ricerca e venne usato dall’industria farmaceutica con risultati molto
efficaci. Cinquant’anni dopo l’opera di Calabrò, nel 1854, un altro studioso,
Vincenzo De Domenico, medico condotto a Sant’Agata di Gallina (RC), pubblicò il
libro Sulla efficacia della essenza di bergamotta nel trattamento delle febbri
intermittenti. Il De Domenico dopo aver sperimentato su se stesso l’effetto benefico
dell’essenza segnalò alcuni casi clinici e suggerì l’applicazione di una terapia medica
a base di essenza di bergamotto. Nel suo libro indicava anche la posologia: “Esso può
somministrarsi nella infusione di fiori di tiglio, di Sambuco, di malve, nell’acqua
comune, nel caffè, ed anche nel semplice giulebbe quando si tratta di ragazzi. La
dose è da 4 gocce fino a 30 secondo la differenza di età, del sesso del temperamento,
e dell’organica costituzione. Ciò pè nostri climi. Trattandosi poi di individui
appartenenti a Regioni fredde, la dose dovrà necessariamente essere maggiore.
Nello stesso periodo Don Ferdinando Bergamo, chirurgo del 12 reggimento di linea
di guarnigione a Reggio Calabria pubblicò uno studio, indirizzato principalmente ai
corpi militari, che proponeva un nuovo metodo di cura contro la scabbia con
l’essenza di bergamotto. Egli usò un preparato sotto forma di “pomata” che guariva
anche le croste. Molti furono i medici reggini che in questo periodo storico
sperimentarono l’essenza di bergamotto per curare varie patologie.
1.4 Il bergamotto come cura del Colesterolo e della glicemia
Recentemente un’equipe guidata dal professor Sindona, Direttore del dipartimento di
Chimica dell’università della Calabria (Unical), ha dimostrato le proprietà di questo
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frutto per la lotta al colesterolo. Quest’agrume è efficace nel ridurre il colesterolo
LDL. Gli effetti sarebbero simili a quelli delle statine, cioè i farmaci utilizzati per il
controllo del colesterolo. Il vantaggio del bergamotto, afferma il prof. Sindona è
quello rappresentato dalla presenza di HMG-flavonoidi assenti in altri Citrus e
presenti solo in tracce nel chinotto. Questi principi attivi, sono stati identificati
mediante risonanza magnetica e spettometria di massa ed isolati con metodologie
coperte da brevetto Unical. La loro similitudine con lo HMG CoA, il substrato
naturale che presiede alla sintesi in vivo del colesterolo, ha indotto a studiare in vitro
ed in vivo la chimica delle statine naturali del bergamotto. I risultati ottenuti dagli
esperimenti in provetta e da quelli condotti su cavie hanno dimostrato che gli HMGflavonoidi del bergamotto abbassano il livello del colesterolo cattivo nel sangue. Tre
sono le statine naturali presenti in maggiore quantità nel succo e nell’albedo (la parte
bianca della buccia) del Bergamotto denominate BRUTIERIDINA (in onore della
città di Cosenza dove si è sviluppata la ricerca), MELLITIDINA (in onore della città
di Melito da cui si riteneva che provenissero i frutti analizzati), PERIPOLINA (in
ossequio alla città di Peripoli, (vecchio nome di Condofuri dove sono iniziate le
sperimentazioni in vitro e in vivo su cavie). La sintesi del colesterolo, in vivo, è a
carico dell’HMG-CoA. In questo caso il coenzima A sostituisce l’unità flavonoidica e
funziona da primo mattone della biosintesi del colesterolo: sostituendo il coenzima
CoA con la molecola di flavonoide la reazione viene inibita, bloccando
temporaneamente l’attività dell’enzima necessario alla sintesi del colesterolo. In
particolare gli studi scientifici hanno dimostrato che somministrando una o più
porzioni da 500mg di estratto di bergamotto ad individui con colesterolo alto infatti,
si è rilevato che dopo 1 mese, il colesterolo buono HDL è aumentato del 42% mentre
sono diminuiti il colesterolo cattivo, LDL, del 38%, la glicemia fino al 25% e i
trigliceridi del 41%. Ciò significa che il bergamotto è assai utile sia per abbassare il
rischio di malattie cardiovascolari e di infarto, sia per i diabeti o per coloro a rischio
di diabete, data la riduzione di glicemia che comporta. Questa capacità del
bergamotto è dovuta al fatto che oltre ad essere un potente antiossidante e a
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proteggere dai radicali liberi, contiene nel suo stelo un’ingente quantità di flavonoidi
che riescono a bloccare l’enzima responsabile della produzione di colesterolo. Un
altro recentissimo studio condotto dal professore Michele Navarra del Dipartimento
Scienza del farmaco e della salute dell’Università di Messina ha messo in evidenza
effetti antitumorali del bergamotto dimostrando che il succo (considerato elemento
secondario o di scarto), permette di ridurre in modo significativo, il tasso di crescita
di diverse cellulari tumorali. Gli studi effettuati in vitro (cellule tumorali isolate)
hanno dimostrato che il succo del bergamotto riduce la proliferazione cellulare.
Successivi studi in vivo hanno dimostrato che il succo riduce la capacità del tumore
di sviluppare delle metastasi. Recentemente sono stati pubblicati dei dati che
dimostrano che i flavonoidi sono i responsabili dell’attività biologica. Tali dati danno
una speranza che in futuro questo prodotto secondario potrà essere utilizzato quanto
meno nella prevenzione dei tumori.
1.5 Impiego del bergamotto in gastronomia
Risale al 1536 il primo impiego gastronomico documentato del bergamotto. Nel
ricettario di Bartolomeo Scarpi, cuoco personale di Papa Pio V, pubblicato a Venezia
nel 1570 dall’editore Michele Tramezzino, compaiono in ben tre menù, dei
bergamini confetti (bucce di bergamotto candite). Uno di questi menù era stato
preparato per il banchetto offerto in Trastevere dal Cardinale Lorenzo Campeggi il 16
aprile del 1536 all’imperatore Carlo V. Nello stesso periodo l’architetto fiorentino
Bernardo Buontalenti (1536-1608), dopo aver ideato un sistema per refrigerare un
composto a base di latte zuccherato e tuorli d’uovo utilizzò il bergamotto per uno dei
suoi sorbetti. Questo inventore rinascimentale, ritenuto l’inventore del gelato, creò
per Cosimo I dè Medici (duca di Firenze dal 1537 e Granduca di Toscana dal 1569 al
1574) un sorbetto a base di una crema aromatizzata con il succo di bergamotto. A
metà settecento si racconta che questo agrume venisse utilizzato anche per migliorare
alcune paste lievitate, come attesterebbe una cronaca nella quale al Re di Polonia
Stanislao Leczynski, ospite del genero, re Luigi XV, vennero servite delle Madeleine
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piccolo, biscotto di pasta friabile a base d’uovo, burro, zucchero e farina, cotto in
tipici stampini decorativi a forma di conchiglia - al delicato sentore di arancia e
bergamotto, golosità molto apprezzate alla corte di Versailles. L’uso del bergamotto
in gastronomia venne recuperato poi nel 1830 grazie alla ditta inglese Twining che
lanciò L’Earl Grey Tea, aromatizzato al Bergamotto. Fu un grande successo ma la
ditta Inglese scrisse sulle etichette delle confezioni che la sostanza aromatizzante
proveniva dalla Cina, provocando così un danno enorme all’intera comunità reggina.
Stessa sorte toccò alle caramelle di Nancy, oggi conosciute come le bergamotes de
Nancy, (una miscela di zucchero cotto e olio essenziale di bergamotto, preparata a
fuoco vivo e ancora oggi tagliata a mano). Anche La caramella di Nancy, sancita dal
marchio IGP, all’inizio nascose la provenienza di quell’aroma. Oggi il Bergamotto,
oltre ad essere noto in tutto il mondo come ingrediente principe dei profumi, è
diventato grazie alla creatività di chef, gelatieri e appassionati un componente molto
apprezzato della cucina reggina. Il Bergamino, liquore tipico di Reggio Calabria
ottenuto macerando nell’alcool o in soluzione idroalcolica, per alcuni giorni, la scorza
di bergamotti e con la successiva aggiunta di zucchero, è esportato in tutto il mondo.
Si consuma generalmente fresco come dopo pasto ma è impiegato anche per la
preparazione di dolci e gelati. L’essenza e il succo di bergamotto sono largamente
utilizzati nell’industria dolciaria. Nella città dello stretto raggiunge punti di
eccellenza, come aromatizzante per creme e liquori vari, bibite, caramelle, canditi,
marmellate, gelati e straordinari cioccolatini. La tradizione gastronomica reggina è
ricca, di ricette realizzate con questo frutto. Ricette salate che uniscono la tradizione
del pesce spada a quella dell’essenza o risotti e linguine, filetti e costolette
variamente conditi con le più creative salse al bergamotto. Il succo può essere
utilizzato come digestivo, o per ben note proprietà antiossidanti.
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Bergamotes de Nancy
Foglie di Earl Grey
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CAP 2
L’USO DEL BERGAMOTTO IN AROMATERAPIA E OLI ESSENZIALI
2.1 Cos’è l’Aromaterapia
L’aromaterapia è la cura delle malattie e la preservazione della salute attraverso gli
oli essenziali estratti dalle piante. Con questo termine si pensa all’uso degli oli
essenziali per curare il corpo attraverso il massaggio, i bagni, i pediluvi e le frizioni.
Agiscono così in modo efficace portando sollievo, alleviando le tensioni muscolari e
diminuendo l’ansia.
2.2 Gli Oli Essenziali
Sono miscele si sostanze aromatiche piuttosto complesse, presenti sotto forma di
minuscole goccioline nei fiori, nelle foglie, nella buccia dei frutti, nella resina e nel
legno di molte piante. L’insieme dei costituenti chimici delle essenze, il loro odore e
sapore posseggono un’azione globale sull’unità psicosomatica dell’uomo. Sono
volatili, solubili in olio e in alcool ma non in acqua. Si suddividono in tre note:
2.2.1 Note di Cuore
Sono i profumi morbidi e floreali, dalla volatilità media e costituiscono il cuore di
una composizione. Sono le essenze ricavate dai fiori ed hanno un effetto
riequilibrante e vitalizzante. Hanno una frequenza leggera, ampia, che porta verso il
cuore. E’ la vibrazione che apre e tocca l’anima. Liberano le emozioni e sono attive
soprattutto quando l’anima soffre o è in disequilibrio.
2.2.2 Note di Testa
Sono i profumi molto volatili, hanno una vibrazione alta e sottile. Sono essenze
fresche e fruttate come quelle degli agrumi ed hanno un effetto calmante. Sono le
essenze dalla frequenza alta, che agisce dal basso verso l’alto come un raggio di luce,
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sino a raggiungere lo spirito. In una composizione sono le note che si avvertono per
prime e si dissolvono velocemente lasciando una piacevole sensazione di leggerezza.
Sono note fresche, quasi fredde, rendono le idee chiare e agiscono sul morale
donando felicità.
2.2.3 Note di Base
Sono i profumi dalla vibrazione bassa, densa, dal profumo caldo e pesante, dalla
minor volatilità. Sono gli oli ricavati dai legni, resine e spezie ed hanno un effetto
tonificante. Essenze dal colore scuro che va dal verde al bruno, dalla vibrazione
bassa, pesante e profonda che porta verso la terra. Sul piano psichico aiutano a dare
stabilità e forza. Sono oli tonificanti e purificanti ed agiscono beneficamente
sull’apparato respiratorio.
La nota dell’olio essenziale del bergamotto è quella della Testa: profumo tenue
fresco, fruttato e leggermente balsamico.
2.3 Proprietà e utilizzo pratico dell’olio E. di Bergamotto in Aromaterapia
L’olio essenziale naturale di Bergamotto è composto da una frazione volatile, pari a
circa il 95% ed una frazione non volatile, il residuo 5%. I componenti principali della
frazione volatile sono sesquiterpeni, terpeni, alcani, furocumarine, limonene, linalolo
e l’acetato di linalile. Quest’ultimo conferisce all’essenza la nota olfattiva dominante.
Contiene circa 300 componenti tra cui furocumarine. Oltre all’uso in profumeria,
all’olio essenziale di bergamotto si ascrivono proprietà antinfiammatorie disinfettanti
e cicatrizzanti ma ha una potenziale cancerogenità e proprietà fotosensibilizzanti a
causa dei bergapteni. L’olio viene impiegato per tutti gli stati di infiammazione della
pelle come acne, foruncoli, eczema, psoriasi, dermatite seborroica, punture di insetti
per il suo potere antisettico. Risulta indicato anche contro la cistite, leucorrea e altre
infezioni e irritazioni del tratto urogenitale. Usato in sciacqui, per i gargarismi
combatte l’alitosi. Il bergamotto in aromaterapia viene utilizzato come antidepressivo
e calmante. Grazie al ricco contenuto di vitamina C, B1 e B2 e P, di vitamina A e E
nel succo di bergamotto è utile nei disturbi ossei da alterato assorbimento calcico, nei
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disturbi della dentizione, nell’astenia muscolare, nelle anemie da ridotto assorbimento
di ferro, nella congestione epatobiliare. E in grado di abbassare il livello di
colesterolo “cattivo” nel sangue aumentando quelli del colesterolo “buono” e di
combattere la glicemia alta. L’olio essenziale è di colore verde e le sue qualità
presentano affinità con le caratteristiche di questo colore (utilizzato in cromoterapia):
infatti, è allo stesso tempo tonico e rilassante. Il verde della vegetazione ha poteri
rigeneranti, permette di recuperare le energie senza per questo eccitare o stimolare
troppo, anzi creando una sensazione di pace e di rilassatezza. L’olio di bergamotto ha
proprietà affini: distende la mente e allo stesso tempo acuisce i sensi e aiuta a
ritrovare la calma interiore. Per queste indicazioni può essere diffuso nell’ambiente
con l’apposito diffusore oppure negli umidificatori dei termosifoni. Questo olio
essenziale è anche adatto per gli ambienti di studio e lavoro, dove si desidera creare
un’atmosfera di “distesa concentrazione”, dove sia più facile, cioè raccogliersi nelle
proprie attività, individuali o di gruppo, senza accumulare stress e tensioni, bensì
predisponendo alla collaborazione e all’aiuto reciproco. Il suo aroma fresco purifica
l’aria e riduce il desiderio di fumare: Svolge azione deodorante, disinfettante,
antipruriginosa e cicatrizzante; opportunamente diluito (1%), è efficace per trattare
un’eccessiva produzione di sebo della pelle o del cuoio capelluto: Può essere
aggiunto a creme, oli, lozioni per il corpo o utilizzato per lavaggi, sciacqui, semicupi
per indicazioni quali acne, foruncoli, emorroidi, geloni, afte, herpes labiale,
irritazione alla gola, piccole ferite. E’ utile l’associazione con un olio essenziale dal
potere antinfiammatorio come la lavanda, geranio o camomilla. Una, due gocce
assunte dopo i pasti in una punta di miele (meglio ancora se questo viene disciolto in
una tisana digestiva a base di verbena, menta o finocchio) aiutano a combattere il
gonfiore addominale, l’alitosi e la digestione lenta. Per disinfettare il cavo orale in
caso di stomatiti o gengiviti, aggiungere 4 gocce di O.E. ad un bicchiere d’acqua con
cui fare degli sciacqui e gargarismi per 2 volte al giorno. Agisce molto bene nei
problemi di pelle grassa poiché, come tutti gli agrumi possiede potere detergente e
risulta utilissimo in caso di acne perchè antinfiammatorio e cicatrizzante. Si possono
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aggiungere 3 gocce al tonico detergente o nella crema idratante. Una volta a
settimana si possono eseguire dei bagni a vapore al viso, per dilatare i pori e pulire
la pelle in profondità. In una pentola di acqua bollente aggiungere 5 gocce di olio
essenziale e tenere il viso sopra il vapore per 10-15 minuti, con delle garzine
spingendo dal basso verso l’alto, togliere i comedoni. Tamponare con tonico e
stendere crema alla calendula. Per un impacco per l’acne aggiungere in un bicchiere
di acqua 5 gocce di olio essenziale e lasciare in posa una garzina imbevuta fino a
quando si riscalda. Ripetere per qualche giorno fino a miglioramento. Per eczema o
psoriasi diluire 10 gocce in 30 ml di olio vettore (olio di jojoba o di mandorle dolci)
massaggiare nelle zone affette. Per un massaggio antistress aggiungere 8 gocce di
olio essenziale a 30-40 ml di olio di jojoba o mandorle dolci e massaggiare
delicatamente, con movimenti circolari, le tempie oppure in alternativa due gocce su
un fazzoletto da inalare al bisogno. Per le irritazioni o affezioni genitali aggiungere
10 gocce di olio essenziale in 3 litri di acqua in una bacinella. Immergere la zona da
trattare (semicupio) per almeno 15 minuti, per uno due volte al giorno fino a
miglioramento. Per la sua azione antisettica sarebbe anche utile nel trattamento delle
infezioni delle basse vie urinarie, ma per quest’indicazione sarebbe più corretto
attenersi ai risultati di un eventuale aromatograma per stabilire con esattezza le dosi
terapeutiche. E’ in ogni modo utile, l’applicazione dell’olio diluito sulla pelle della
parte bassa dell’addome (2-3 volte al giorno) come trattamento coadiuvante in corso
di cistite. L’olio essenziale di bergamotto è largamente impiegato come
aromatizzante per alimenti e bevande, tra cui la qualità del tè EARL GREY. E’
possibile preparare da sé la miscela di tè aromatizzato al bergamotto, ponendo un
buon tè nero in un contenitore di vetro, aggiungere tre gocce d’olio essenziale, agitare
bene e lasciare riposare la miscela nel contenitore ben chiuso per una settimana prima
di utilizzarlo. Il Bergamotto è considerato un olio “magico” che aiuta a raggiungere il
successo. Applicato sui palmi delle mani proteggerebbe dalle influenze esterne
negative. Una traccia di bergamotto applicata su portafogli e borsellini servirebbe ad
attirare denaro.
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2.3.1 Avvertenze e Controindicazioni
Per la presenza di terpeni può risultare irritante per la pelle e le mucose. Provoca
sensibilizzazione e pigmentazione cutanea a seguito dell’esposizione solare nelle ore
successive l’applicazione a causa della presenza del bergaptene, che è fototossico. Si
consiglia pertanto di diluirlo ampiamente. In generale se ne sconsiglia l’uso in estate
sia per via interna che per via esterna. Esiste un olio defurocumarinizzato cioè privato
delle furocuramine. Le caratteristiche chimiche dell’olio essenziale possono essere
molto diverse alla presenza di variazioni atmosferiche che abbiano inciso sul
processo di maturazione dei frutti: quando l’andamento della stagione è sfavorevole
alla regolare maturazione, la percentuale degli eteri (35-45% diacetato di linalile) è al
di sotto della norma, mentre gli alcoli sono in percentuale maggiore: proprio per la
sua delicatezza e variabilità l’olio essenziale di bergamotto è spesso oggetto di
adulterazioni per aggiunta di oli essenziali di altri agrumi o di sostanze di sintesi
2.4 Olio essenziale di bergamotto e affinità con il quarto chakra
Gli oli essenziali naturali e le loro frequenze vibrazionali possono essere utilizzati per
favorire il benessere ed il riequilibrio dei 7 punti chakra. I chakra sono strutture
energetiche vibrazionali e possono essere frastagliati, bloccati e distorti. Il ripristino
dell’armonia e dell’ordine energetico dei chakra permette il ritorno al benessere fisico
ed emozionale. Gli oli essenziali delle piante possiedono un’energia intrinseca
armonica ed ordinata, e possono accordare quella del chakra scelto. Ogni singolo olio
essenziale risuona con una specifica frequenza che è molto vicina a quella del suo
chakra corrispondente. La sua vibrazione può essere usata per aiutare il chakra a
riequilibrarsi e tornare alla sua vibrazione ideale e di conseguenza a migliorare il
nostro stato di benessere. Il colore dell’Olio Essenziale di bergamotto suggerisce
un’affinità con il 4 chakra del cuore, aiuta nella guarigione e nella riapertura di questo
centro e dona la capacità di dare e ricevere amore. Il 4 chakra è collocato sullo sterno
all’altezza della linea mediana orizzontale dei seni. Questo centro energetico è
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associato al cuore, ai polmoni al timo, agli arti superiori, alla circolazione e al sistema
linfatico. Il nome sanscrito di questo chakra è ANAHATA, che significa “suono che
viene prodotto senza che due oggetti si colpiscano” ma possiede anche il significato
di “non colpito”, non ferito, fresco, pulito”. Quando il chakra è libero dal dolore e
dalle ferite del passato, è aperto e radioso. Il chakra del cuore è il centro dell’Amore e
dell’equilibrio. Nel IV chakra, l’amore non è più legato ad uno stimolo esteriore, ma
viene vissuto all’interno come uno stato dell’essere. L’elemento di questo chakra è
l’Aria. Il demone di questo chakra è il Dolore.
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Conclusione
Nonostante la sua unicità e le eccezionali qualità, questo frutto prezioso ha prodotto
una ricchezza effimera per la città di Reggio Calabria. Il ciclo economico infatti non è
stato mai completato. Non è mai stato creato un distretto economico del bergamotto
fondato sulla industria profumiera farmaceutica e alimentare. Nel corso di tre secoli
di storia molte sono state le occasioni mancate. Una storia che è stata attraversata da
molti eventi drammatici come il disastroso terremoto del 1908 e che ha inciso
profondamente sul mancato completamento del ciclo economico. Il periodo d’oro
del bergamotto, che per secoli ha contribuito allo sviluppo economico e sociale della
provincia di Reggio Calabria, ha avuto una svolta negativa quando l’industria
chimica dagli anni 50 in poi, ha sostituito le sostanze naturali contenute nella
maggiorparte dei prodotti cosmetici ed in quelle alimentari. Da questo momento la
coltivazione del bergamotto, per i produttori divenne onerosa e quindi antieconomica.
Ma ciò non impedì di continuare la tradizione di coltivare il bergamotto. Negli ultimi
anni una coscienza salutista e naturalistica ha rilanciato sul mercato mondiale, l’uso
dell’essenza del bergamotto, grazie al diffondersi della cultura biologica.
Recentemente gli aromaterapisti hanno scoperto le sue proprietà antidepressive,
infonde ottimismo, chiarezza e serenità riducendo gli stati d’ansia, di agitazione e
paura, aiuta a combattere le angosce alzando il tono dell’umore. La sua azione sul
sistema nervoso è rilassante e conciliante un riposo fisiologico. In seguito al
riconoscimento dell’Unione Europea dell’essenza di bergamotto come prodotto DOP,
i produttori, scoraggiati per decenni di crisi e prezzi altalenanti hanno adesso un
nuovo impulso. Vi è infine la proposta di riconoscere il frutto e l’essenza naturale del
bergamotto come patrimonio mondiale dell’umanità da parte dell’Unesco. Ciò
gratificherebbe i sacrifici di molti agricoltori e di tutti quei giovani, che potranno
vedere in questa produzione un’occasione occupazionale.
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BIBLIOGRAFIA
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Sole Reggio Calabria 2005;
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Ricerca a cura di Irene Balloi;
7. www.youtube.com Intervista al Professor Navarra al margine del
Seminario “Bergamotto, Medicina del Cuore” Brancaleone (RC) 2-3-4
luglio 2015;
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Prof. Falabella di Naturopatia applicata del 12.04.2015:
“Piante Officinali” – Scuola di Naturopatia EBDN Reggio Calabria.
10. Appunti Dott.ssa Cuzzucrea di “Cristalloterapia per il IV chakra”
Scuola di Naturopatia EBDN Reggio Calabria;
11.www.fitelab.it – L’estratto del Bergamotto: Una nuova risorsa per il
trattamento dell’ipercolesterolemia” Vincenzo Montemurro.
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