I Paesi del Sud Est Asiatico (ASEAN)

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I Paesi del Sud Est Asiatico (ASEAN)
Lettera
Ottobre 2013 - n° 53
Club The European House - Ambrosetti
La presente Lettera rientra nelle attività di Ambrosetti Club.
T uttavia i suoi contenuti possono non coincidere con le opinioni di tutti i numerosi membri del Club stesso.
53
I Paesi del Sud Est Asiatico (ASEAN):
una nuova, importante opportunità per l’Italia
Introduzione all’ASEAN
L’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico
(ASEAN, Association of Southeast Asian Nations)
è nata nel 1967 con l’obiettivo di promuovere la
cooperazione regionale tra i suoi membri: Brunei,
Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar,
Filippine, Singapore, Tailandia e Vietnam.
La popolazione totale supera i 600 milioni di persone
e il PIL totale raggiunge i 2.300 miliardi di Dollari,
con un tasso di crescita del 5,7% (fonte: ASEAN). Se
il PIL è basso rispetto a quello dell’Unione Europea, il
tasso di crescita è relativamente elevato e il rapporto di
indebitamento notevolmente inferiore: questo significa
che i Governi dispongono di un più ampio margine
per qualsiasi futura manovra si renda necessaria per
sostenere l’attuale slancio della crescita.
L'ASEAN beneficia di uno slancio economico
con margine di crescita - Primo semestre del 2013
Crescita delle vendite
di automobili su base annuale
2.500
+20%
+14,8%
+10%
· Poste Italiane S.p.A. - spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB Milano ·
0
-10%
PIL e debito dell'ASEAN
in miliardi di Dollari
ASEAN
2.300
2.000
1.500
900
1.000
EU
-6,6%
Rapporto di
indebitamento
39,2%
500
0
PIL
Debito
Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti
su dati EU, IMF e ASEAN, 2013
Crescita che l’ASEAN persegue con dinamismo,
impegnandosi in attività diplomatiche con le principali
economie nell’area asiatico-pacifica mediante le
iniziative ASEAN+3, che include Cina, Giappone e
Corea del Sud, e ASEAN+6, che vede anche la
partecipazione di Australia, India e Nuova Zelanda.
Negli anni l’ASEAN è progressivamente riuscita a
coinvolgere i propri membri in un percorso di crescente
integrazione economica, il cui obiettivo principale è
ora fissato per il 2015, con la nascita della Comunità
Economica dell’ASEAN (AEC, ASEAN Economic
Community) e la creazione di un mercato unico e una
base produttiva comune.
Tra le varie associazioni regionali del mondo, l’ASEAN
è quella caratterizzata da una maggiore diversificazione
in termini di etnia, lingua, cultura e religione. Se
la diversità dovesse risultare un catalizzatore per
l’innovazione e la crescita, allora l’ASEAN ha tra le
mani un potenziale enorme.
L’importanza degli investimenti diretti
esteri nell’ASEAN
Dal rapporto sugli investimenti pubblicato dal
segretariato dell’ASEAN nel luglio 2013 si evince una
fiducia globale nel potenziale dei suoi Stati membri, come
dimostra l’aumento degli Investimenti Diretti Esteri (IDE).
Gli ultimi dati a disposizione evidenziano IDE totali
nell’ASEAN per 114 miliardi di Dollari (2011), pari a
una quota del 16,4% tra i flussi di investimento diretti
ai Paesi in via di sviluppo, con un incremento su base
annuale del 24%. Se il contesto macroeconomico a
livello globale rende improbabile che un simile tasso
di crescita possa mantenersi, gli investitori esteri
non hanno comunque perso interesse nell’ASEAN.
L’UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul
Commercio e lo Sviluppo) prevede un anno fiacco
per gli IDE nell’ASEAN; in ogni caso, si prevede che
alla base esistente andranno ad aggiungersi oltre 100
miliardi di Dollari.
Inoltre, dalla fine delle crisi finanziarie del 1997,
l’ASEAN ha visto fiorire un crescente ecosistema di
operatori quali istituzioni finanziarie, studi legali e
consulenti strategici ed aziendali, che collettivamente
hanno reso Singapore il punto d’ingresso preferenziale
nell’ASEAN. Tale situazione, combinata con il costante
flusso di IDE nell’ASEAN, ha creato un ambiente fertile
per fusioni ed acquisizioni (M&A), con un conseguente
progressivo allineamento della cultura aziendale alle
migliori prassi internazionali.
Le imprese multinazionali beneficiano di tale ambiente
e dei cambiamenti strutturali intercorsi nell’ASEAN dai
tempi della crisi per sfruttare le diverse proposte offerte
da ogni Paese.
Le attività delle imprese multinazionali nell’ASEAN
spaziano attraverso l’intera catena del valore, dalle
produzioni a basso costo o ad alta intensità di
manodopera (soprattutto in relazione alle commodity)
agli interventi ad alto contenuto di Ricerca & Sviluppo
che, soprattutto a Singapore, possono trarre vantaggio
da una delle Nazioni più avanzate al mondo in termini
di innovazione, istruzione e promozione delle tecnologie
attraverso programmi governativi (ved. le ricerche di
Ambrosetti Club “L’ecosistema per l’innovazione: quali
strade per la crescita delle imprese e del Paese”- maggio
2012 e maggio 2013).
Le prime 10 aziende mondiali nel settore dell’elettronica
di consumo possiedono strutture produttive in uno o più
Paesi dell’ASEAN, così come le 10 imprese farmaceutiche
leader, che in questa parte del pianeta stanno addirittura
incrementando l’attività di Ricerca & Sviluppo.
1
L’ASEAN e il mercato globale
L’ASEAN ha stipulato una serie di accordi di libero
scambio (FTA, Free Trade Agreement) che, nel caso di
Toyota, hanno reso i centri produttivi in Tailandia ed
Indonesia i candidati ideali per il progetto IMV (Innovative/
International Multi-purpose Vehicle). Tailandia ed
Indonesia sono centri globali per l’IMV, con una produzione
che nel 2011 ha raggiunto il 58% delle vendite totali ed
esportazioni in Asia, Medio Oriente, Europa ed Oceania per
una quota pari al 54% (fonte: Toyota).
Gli accordi di libero scambio più importanti sono stati
sottoscritti con la Cina, l’India, il Giappone, il Sud
Corea, l’Australia e la Nuova Zelanda. Attualmente
Singapore sta finalizzando con l’Unione Europea un
accordo di libero scambio globale, che include IDE e
rappresenterà un punto di riferimento per un futuro
allargamento ad altri Paesi dell’ASEAN.
Tra i vari membri dell’ASEAN, è a Singapore che
spetta inoltre il compito di dirigere le trattative per
l’accordo di partenariato transpacifico (TPP, TransPacific Partnership Agreement): a settembre 2013 il
Primo Ministro, Lee Hsien Loong, ha dichiarato che
la Comunità Economica dell’ASEAN ed il TPP saranno
complementari (fonte: The Straits Times).
UNIONE EUROPEA e ASEAN: attività di M&A
tra ORIENTE ED OCCIDENTE
Nel complesso l’ASEAN rappresenta il 3° partner
commerciale dell’Unione Europea (dopo Stati Uniti e
Cina), con oltre 206 miliardi di Euro nel commercio di
beni e servizi (2011).
L’Unione Europea, il 2° partner commerciale
dell’ASEAN dopo la Cina, rappresenta circa l’11%
del commercio dell’ASEAN ed è di gran lunga il
principale investitore nei Paesi dell’Associazione (fonte:
Commissione Europea).
Preso atto che non tutti i membri dell’ASEAN sono pronti
per un accordo globale con l’Unione Europea, Paesi come
la Malesia, la Tailandia ed il Vietnam hanno ora avviato
trattative per la stipulazione di accordi bilaterali simili
all’accordo di libero scambio Unione Europea-Singapore.
Ciò che conta è che l’accordo di libero scambio sottoscritto
tra Singapore e l’Unione Europea coprirà IDE rivolti non
solo a Singapore, ma anche nei Paesi dell’Unione Europea.
Ciò contribuirà ad aumentare la fiducia necessaria per
gli investimenti in Europa da parte dei numerosi fondi
sovrani, PMI locali ed individui con ricchezza ultra-alta
(UHNWI, Ultra High Net Worth Individual) con sede
nell’ASEAN ed attualmente interessati ad opportunità
di investimenti immobiliari, nella manifattura (dall’alta
tecnologia alla moda), nelle reti di distribuzione (grandi
magazzini), nelle operazioni logistiche, nelle imprese
alimentari (per soddisfare la crescente globalizzazione
delle abitudini alimentari di una classe benestante che
nell’ASEAN registra un rapido sviluppo) e nello stile di
vita (squadre di calcio) in Europa.
QUALE APPROCCIO ALL’ASEAN
Attraverso il percorso dell’ASEAN verso la Comunità
Economica (AEC), la cui nascita è prevista per il 2015,
aumentano le opportunità per le imprese occidentali
di partecipare all’economia di questa parte del mondo
in rapida crescita. I Governi dell’ASEAN promuovono
attivamente gli investimenti mediante agevolazioni
fiscali ed altri incentivi.
2
Dei primi 10 gruppi automobilistici, 9 hanno stabilimenti
in uno o più Stati membri dell’ASEAN: l’unico privo di
una base produttiva nella regione è FIAT.
ASEAN: una
diversificata
filiera
integrata,
ma
La crescente attività delle imprese multinazionali
nell’ASEAN e le loro interazioni con gli operatori locali
hanno contribuito alla creazione di un sistema di filiera
integrata che coinvolge tutti gli Stati membri.
È interessante notare che l’ASEAN è attualmente (fonte:
UNCTAD) il primo o il secondo produttore principale al
mondo, per esempio, di:
- Circuiti integrati elettronici
- Unità di stoccaggio di dati informatici
- Apparecchi telefonici
- Componenti di sistemi frenanti per veicoli a motore
- Calzature (dopo la Cina)
- Camicie per uomo/ragazzo (dopo la Cina)
- Olio di palma
- Gomma
- Gas naturale (dopo il Qatar)
- Riso
- Gamberetti e scampi
- Caffè (dopo il Brasile).
Imprese come Procter & Gamble (P&G), GE e
Toyota beneficiano di una simile filiera integrata,
seppure diversificata, con strategie di produzione che
identificano l’ASEAN come un’unica base produttiva,
anziché una rete multi-Paese.
Procter & Gamble ha sede regionale a Singapore,
dove conduce anche attività di Ricerca & Sviluppo
per un’ampia gamma di prodotti. Nell’ASEAN P&G
possiede 8 centri produttivi e un’uguale quantità di
cosiddetti centri di “megadistribuzione”. Nelle Filippine
gestisce un centro servizi business, che copre un terzo
delle operazioni globali di P&G. La Tailandia è il centro
di marketing regionale per prodotti cosmetici, tessili e
per la casa. L’intera filiera è quindi perfettamente
integrata con le unità di vendita locali attraverso i Paesi
dell’ASEAN.
Per esempio, per quanto riguarda la linea di prodotti
per capelli di P&G, le fragranze vengono create
a Singapore, l’Indonesia si occupa del packaging
(mediante accordi con terzi), la Malesia lavora le
materie prime e la Tailandia combina tutto in quello
che è il più grande impianto di esportazione di prodotti
per capelli al mondo.
Nel settore aerospaziale, GE rifornisce diversi vettori
regionali dell’ASEAN attraverso operazioni dirette in
Cambogia, Indonesia, Malesia, Vietnam e Singapore
(che funge anche da sede regionale). È interessante
notare che, con l’ovvia eccezione di Singapore, i salari
medi di un ingegnere in capitali dell’ASEAN quali
Giacarta (Indonesia), Phnom Pehn (Cambogia) e Hanoi
(Vietnam) sono tra i più bassi in Asia, inferiori anche a
quelli di Delhi e Pechino (fonte: Jetro 2012).
Toyota possiede impianti in 6 Paesi dell’ASEAN, dove
impiega circa 25.000 dipendenti con una capacità
produttiva di 1 milione di auto. Inoltre, gestisce
4 stabilimenti di produzione per componenti nelle
Filippine, in Tailandia, Indonesia e Malesia, con un
organico di circa 20.000 lavoratori. Pertanto, l’azienda
si è avvalsa in misura crescente dell’opportunità di
affidarsi ad un modello di filiera trasversale integrata
per le auto prodotte non solo per il mercato dell’ASEAN,
ma anche per altri mercati.
FILO LOGICO
LA CRESCITA DELL'ASEAN
Creata
PIL
nel 1967
Oltre 600 milioni di persone
Integrazione tramite AEC (Asean Economic Community)
entro il 2015
Interesse
aggregato pari a 2.300 miliardi di Dollari
Popolazione giovane, istruita e diversificata
Crescita costante
e fiducia da parte degli investitori stranieri
L'IMPORTANZA DEGLI IDE (Investimenti Diretti Esteri)
IDE
di oltre 100 miliardi di Dollari ogni anno
ecosistema di servizi professionali
Cambiamenti
Crescente
strutturali dalla crisi del 1997
Allineamento alle migliori prassi internazionali
Attrattiva dell'ASEAN per le multinazionali
Sempre più considerata una regione integrata per la produzione, il marketing e le vendite
ORIENTE ED OCCIDENTE A CONFRONTO
L’ASEAN VERSO L’OCCIDENTE
3° partner commerciale dell'Unione Europea
Crescente agiatezza grazie allo sviluppo della classe media
Richiesta di brand e prodotti europei
Crescente
desiderio di investire in Europa
attivo di accordi di libero scambio
per incrementare le opportunità di business
Ricerca di tecnologie e competenze
Perseguimento
L’APPROCCIO DELL’OCCIDENTE VERSO L’ASEAN
Impegno di risorse finanziarie e manageriali
dei portafogli prodotti e delle attività di
marketing e distribuzione
Personalizzazione
Profonda
conoscenza dell'ambiente
bidirezionale di conoscenze ed idee
Soluzioni semplici e scalabili
Flusso
ASEAN ed Europa: mercati di espansione reciproca
10 PRIORITÀ SUGGERITE ALL'ITALIA PER TRARRE VANTAGGIO DALLA CRESCITA DELL'ASEAN
Stimolare gli investimenti riducendo i costi degli IDE
Instaurare relazioni a livello di capi azienda
Identificare le esigenze infrastrutturali dell'ASEAN ed abbinarle
al know-how italiano
Aumentare la visibilità delle imprese italiane tra le organizzazioni
istituzionali di supporto agli investimenti
Creare partnership di mutuo beneficio con le organizzazioni
dell'ASEAN
Stabilire
la presenza nell'ASEAN a sostegno degli obiettivi di
crescita
Promuovere gli investimenti nelle aziende italiane da parte
dell'ASEAN
Promuovere il turismo con gli operatori chiave dell'ASEAN
Coinvolgere i Paesi membri dell'ASEAN ad eventi internazionali,
quali l'EXPO 2015
Creare un profilo dell'Italia come "porta" logistica al Sud Europa
3
Nell’ASEAN, le etichette in più lingue sono ormai
comuni come nell’Unione Europea e sussiste un’ampia
disparità tra livelli di reddito, culture, strutture politiche
e gusti. Pertanto è complicato considerare l’ASEAN
un’unica entità. Ma affiorano similarità nella classe
media in crescita, nel benessere in aumento e nel
desiderio di prodotti di alta qualità.
In base alle considerazioni sopra esposte, le imprese
devono scegliere con saggezza il proprio punto d’ingresso.
Capire qual è il Paese giusto in termini di esigenze di
mercato ed idoneità culturale e finanziaria è cruciale
per accedere con successo all’ASEAN. Le aziende
devono conoscere profondamente l’ambiente ed
essere pronte a impegnare risorse finanziarie e
manageriali nel progetto.
Dopo l’ingresso nell’ASEAN, l’ulteriore penetrazione e la
continuità del successo dipendono dalla comprensione
della diversità del mercato e delle esigenze dei
consumatori. Le aziende di successo traggono vantaggio
da tale diversità segmentando i consumatori non
solo in base al Paese, ma anche alla mentalità
ed al comportamento, quindi personalizzando i
propri portafogli prodotti e le proprie attività di
marketing e distribuzione. Imprese quali Procter
& Gamble offrono brand di lusso agli individui
con ricchezza alta e bustine monouso assolutamente
economiche ai lavoratori che guadagnano pochi dollari
alla settimana. Toyota sfrutta il progetto IMV per
produrre veicoli unici destinati a mercati diversi,
beneficiando comunque delle economie di scala grazie
al ricorso alla medesima piattaforma. Queste ed altre
aziende approfittano della diversità con soluzioni
semplici e scalabili.
Per individuare simili soluzioni e garantirsi un successo
continuativo nell’ASEAN, le imprese devono affidarsi
all’apprendimento ed all’innovazione. Le aziende
europee trasferiscono idee e tecnologia nell’ASEAN, ma
il flusso di idee è bidirezionale. Le imprese devono
essere disposte a prestare attenzione alle innovazioni
presenti sul mercato dell’ASEAN, trarne apprendimento e
sfruttarne le opportunità, esportandole anche in Europa.
Azioni proposte per l’Italia
1.
Stimolare gli investimenti tra l’ASEAN e l’Italia
riducendo la burocrazia, il tempo ed i costi
associati agli investimenti esteri.
2.
Instaurare relazioni a livello di capi azienda
tramite missioni mirate tra ASEAN ed Italia, allo
scopo di esplorare, identificare e promuovere
opportunità commerciali e di investimento.
3.
Monitorare il settore privato/pubblico per
identificare le esigenze infrastrutturali
dell’ASEAN che, secondo l’Asian Development
Bank, nei prossimi vent’anni vedranno una crescita
costante. Abbinare tecnologie, proprietà intellettuale
e know-how italiani a progetti dell’ASEAN, sempre
in presenza di operatori in grado di fornire il
supporto finanziario necessario.
4.
Aumentare la visibilità delle imprese italiane
tra le organizzazioni istituzionali di supporto
agli investimenti quali Banca Mondiale, Asian
Development Bank, IFC (International Finance
Corporation) per nuove attività nell’ASEAN.
5.
Individuare nell’ASEAN partner in possesso
di competenze in ambito di vendita, marketing e
distribuzione per la promozione dei prodotti italiani
e la loro diffusione nell’ASEAN. Creare modelli di
partnership di mutuo beneficio tramite contratti o
joint venture.
6.
Stabilire presenze chiave nell’ASEAN per
migliorare il sostegno all’attività di distribuzione e/o
identificare opportunità di IDE.
7.
Promuovere iniziative per accrescere le
opportunità di investimento nelle imprese
italiane da parte di operatori dell’ASEAN.
8.
Valorizzare la promozione del turismo tra
Italia ed ASEAN in collaborazione con operatori
chiave del settore appartenenti all’ASEAN.
9.
Coinvolgere i membri dell’ASEAN presenti
all’EXPO 2015 ai fini della promozione delle
capacità italiane nel settore agroalimentare
nell’ambito dell’ASEAN.
10.Valorizzare tra le imprese dell’ASEAN il profilo
dell’Italia come “porta” logistica per il Sud Europa.
“L’ASEAN
è un vero e proprio miracolo geopolitico per tre motivi.
Innanzitutto, ha contribuito alla pace nel Sud-Est Asiatico.
In secondo luogo, in un momento di spostamento del potere verso
l’Asia, regione in cui si concentrano
tutte le potenze emergenti,
l’ASEAN rappresenta ovviamente l’unica piattaforma geopolitica
di incontro tra tutte le grandi potenze.
Ancora una volta, l’ASEAN ha garantito risultati geopolitici.
Infine, l’ASEAN sta promuovendo
una vera cooperazione regionale”.
Kishore Mahbubani
Preside della Lee Kuan Yew School of Public Policy,
Singapore.
Nel prossimo numero sarà trattato il tema “Paesi europei campioni di crescita in tempo di crisi: quali insegnamenti?”
La Lettera Club The European House - Ambrosetti si avvale di diagnosi, di ipotesi e di terapie che si originano nell’ambito delle attività
del Club e, più in generale, nelle attività professionali del Gruppo
The European House - Ambrosetti. Siamo consapevoli di disporre
di un osservatorio di informazioni e di una rete di relazioni, anche
internazionali, particolarmente privilegiati ma allo stesso tempo
sappiamo di non essere “depositari del verbo”. Al fine di essere utili
al nostro Paese e all’Europa, obiettivo verso il quale ci sentiamo
molto impegnati, auspichiamo vivamente che ai contenuti di ogni
Lettera faccia seguito una grande quantità di suggerimenti critici,
sia sostanziali che formali, da parte dei destinatari.
Si prega di indirizzare i suggerimenti a [email protected].
Ringraziamo in anticipo per la preziosissima collaborazione.
4
Chiunque fosse
interessato alle
attività di
Ambrosetti Club
è pregato
di contattare
Silvia Lovati
all’indirizzo e-mail
[email protected]
o al seguente
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+39 02 46753 1.
ANNO VII
NUMERO 53
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