Lo sviluppo degli acciai inossidabili per ambienti
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Lo sviluppo degli acciai inossidabili per ambienti
Estratto dalla rivista LA MECCANICA ITALIANA n. 179 - gennaio/febbraio 1984 Lo sviluppo degli acciai inossidabili per ambienti contenenti cloruri n D.K. WORN Inco Europe Ltd., LONDON Nel corso di molti anni si è attribuita un'importanza sempre crescente ai materiali da costruzione per gli impieghi in ambienti contenenti cloruri. Una delle ragioni più importanti è stata la progressiva penuria negli approvvigionamenti di acque dolci e la conseguente necessità di dover situare sulle coste o nelle loro immediate vicinanze quelle industrie che per funzionare devono utilizzare acqua marina o salmastra sia per il raffreddamento che per altri scopi. In anni più recenti, le legislazioni per la protezione dell'ambiente hanno fatto sì che molti processi industriali sono stati costretti ad operare in ambienti resi maggiormente aggressivi dalla presenza di clo(*) Traduzione della memoria •• The development of stainless steels for chioride containing environments » presentata all'incontro tecnico <• 11 ruolo degli acciai inossidabili superaustenitici per servizio in acqua di mare e negli ambienti contenenti eloro », organizzato dal Centro Inox a Milano, il 16 giugno 1983. ruri mentre in concomitanza l'accrescersi del capitale richiesto, dei costi di manutenzione o di quelli derivanti dall'inoperosità delle apparecchiature e le leggi sulla sicurezza hanno imposto nuovi requisiti tesi ad ottenere una sempre maggiore affidabilità degli impianti e degli stessi materiali. molti campi applicativi ed è stato lo studio dedicato a queste forme di corrosione a guidare la maggior parte del lavoro per la messa a punto di nuovi acciai inossidabili da impiegare in ambienti acquosi ad alta aggressività. Acciai inossidabili di lunga e provata idoneità quali ad esempio l'AISI 316 e quelli da questo derivati, vengono impiegati da tempo e con successo per scambiatori di calore, tubi, pompe, valvole ed altri componenti di impianti in contatto con acqua di mare o altri ambienti contenenti cloruri. Sotto certe condizioni tuttavia (condizioni che talvolta è difficile evitare nella pratica industriale), questi acciai sono suscettibili di corrosioni localizzate da parte di tali ambienti. Delle possibili forme che può assumere l'attacco corrosivo, la vaiolatura e la corrosione interstiziale sono le più significative in Vaiolatura e corrosione interstiziale Un caso tipico di corrosione interstiziale è quello mostrato in fig. 1 dove un bullone di acciaio AISI 316 che serrava un blochetto di « Teflon » n ha provocato la formazione di un interstizio in corrispondenza dello stelo. Questa apparecchiatura restò immersa per sei mesi in acqua di mare e, come è possibile osservare, ha subito un severo attacco di vaiolatura nella zona interstiziale. La fig. 2 mostra (') Marchio d'Impresa. 69 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio-febbraio 1984 n° 179 vaiolatura vera e propria, mentre non è necessariamente vero il contrario. Messa a punto di nuovi acciai Fig. 1 - Bullone di accaio AISI 316 che serrava un blocchetto di « Teflon », dopo 6 mesi di immersione in acqua di mare. un caso di corrosione provocata dalla presenza di una guarnizione di tenuta di una piastra di scambiatore di calore funzionante con acqua di mare. La piastra ne è rimasta perforata. Questi sono esempi di corrosioni avvenute in corrispondenza dì interstizi direttamente connessi al particolare tipo di struttura e che, almeno in parte, sarebbe possibile evitare in sede di progetto. Tuttavia, interstizi possono anche formarsi per cause accidentali come ad esempio le concrezioni di organismi marini (fouling) ed i depositi di sabbia in tubature nelle quali circoli acqua di mare. Una banale scaglietta di vernice che si espoglia può anch'essa provoóare la formazione di un pericoloso interstizio. È facile quindi comprendere come molti dei casi diagnosticati come vaiolatura di acciai inossidabili dovrebbero con maggiore proprietà essere invece definiti di « corrosione interstiziale ». Vi è netta differenza fra le due, come vedremo più avanti. In generale, un acciaio avente buone caratteristiche di resistenza alla corrosione interstiziale ha anche buona resistenza alla Sono entrati nell'uso in questi ultimi anni numerosi acciai brevettati che costituiscono un notevole progresso nei confronti di una migliorata resistenza alla corrosione alla vaiolatura ed a quella interstiziale, così come a quella di altre forme di attacco corrosivo in ambienti contenenti cloruri ed in particolare la fessurazione sotto tensione e la corrosione intergranulare [1] [ 8 ] . I principali tipi di acciaio sono tre: gli austenitici, i ferritici e gli acciai duplex. Sono tutti genericamente caratterizzati dalla presenza di un alto tenore di cromo e/o alto tenore di molibdeno. Le composizioni tipiche dei numerosi acciai austenitici disponibili sono riportate nella tabella 1. Questi acciai sono derivati dall'AISI 316, un acciaio affermato ormai da lungo tempo e ne conservano le buone caratteristiche meccaniche di duttilità, tenacità, formabilità e saldabiIita. Da molti anni sono disponibili in Europa acciai aventi composizione approssimativa di 20% Cr 20% Ni 4,5% Mo e 1,5% Cu che ormai costituiscono un gruppo di acciai ben affermato. Esempi ne sono l'Uranus B6 (2) della Creusot-Loire, il 904 L (2) della Uddeholm e il TSS 310 LMR (2) della Terninoss. Più recentemente sono stati introdotti sul mercato parecchi nuovi tipi a più alto tenore di elementi leganti e che posseggono accresciute caratteristiche di resistenza alla corrosione per vaiolatura ed interstiziale. Di queste fanno parte TAL 6X (2) della Allegheny, derivazione diretta dell'IN 748, il 254 SMO (2) dell'Avesta ed il Sanicro 28 (2). La resistenza alla vaiolatura di alcuni di questi acciai, espressa come potenziale di vaiolatura in soluzione al 3% di NaCI, è mostrata in fig. 3. La resistenza alla corrosione interstiziale di un'altra serie di acciai in acqua marina artificiale in condizioni standardizzate, viene riportata nella tabella 2. Fig. 2 - Piastra di scambiatore di calore in AISI 316 dopo un periodo di servizio con raffreddamento con acqua di mare. Corrosione interstiziale in corrispondenza della guarnizione di tenuta. Questi acciai hanno un contenuto di nickel più elevato di quello dell'acciaio AISI 316. Ciò favorisce la stabilità metallurgica durante le operazioni di fusione e le successive lavorazioni mentre contribuisce ad elevare la resistenza di questi acciai alla fessurazione sotto tensione in ambienti clorurati [2, 3, 4, 5 ] . Alcuni di questi acciai hanno un contenuto tipico dell'1,5% di rame che porta a un generale miglioramento della resistenza in ambiente acido riducente. L'azoto, in ragione dello 0,2% o più, è anche presente in alcuni di questi tipi di acciaio. L'azoto stabilizza l'austenite e consente di ridurre alquanto il tenore di nickel. Ne risul(2) Marchio d'Impresa o nome brevettato. 70 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio-febbraio 1984 n° 179 TABELLA 1 - Composizione di alcuni acciai austenitici e leghe di nickel Composizioni peso % (rimanenze Fé) Altri Cr Ni Mo Tipo 304 18-20 8-10,5 — Tipo 316 16-18 10-14 2-3 Tipo 317 18-20 11-15 3-4 20 25 4,5 1,5 Cu 21,5 42 3,0 2,2 Cu 1,0 Ti 17 16 6,3 1,6 Cu 0,15 N2 17 16 5,5 3 Cu max . Condizioni tipiche di acciai brevettati 20 24 6 20 18 6,1 0,7 Cu 0,2 N2 27 31 3,5 1,0 Cu IN-748 20 27 8 NbTi Al Lega 625 22 62 9 Al Ti NbTa tano migliorate caratteristiche di resistenza alio snervamento, con benefici in sede di progetto. L'azoto migliora la resistenza alla vaiolatura e, si dice, migliori anche quella all'attacco interstiziale, sebbene il suo ruolo in questo contesto non sia ancora del tutto chiarito. Più in generale, questi acciai hanno basso contenuto di carbonio — 0,020,03% max — e mostrano di possedere elevata resistenza alla sensibilizzazione intergranulare ed alla corrosione. La composizione di alcuni acciai ferritici è riportata nella tabella 3. Vi sono due gruppi principali: quello degli acciai contenenti circa il 18% Cr dei quali esempio tipico è il 18% Cr, 2% MoTi che ha caratteristiche di resistenza alla corrosione simili a quelle dell'AISI 316, e quello degli acciai più alto legati, con cromo fra il 25% e il 29%. I tipi a più alto tenore di lega, quale ad esempio il 29% Cr, 4% MoTi, hanno eccellenti caratteristiche di resistenza alla formazione di zone di attacco localizzato sotto l'azione di ambienti contenenti cloruri. Come vedremo in seguito vi sono tuttavia prove che dimostrano come alcuni di questi acciai ferritici hanno una resistenza alla propagazione del fenomeno di attacco (una volta che si sia instaurato un pro- cesso di vaiolatura o di corrosione interstiziale) che è inferiore a quella posseduta dagli acciai austenitici contenenti nickel. Una caratteristica essenziale di questi acciai ferritici è il contenuto molto basso di elementi interstiziali e che può essere mantenuto tale anche in produzione su scala commerciale utilizzando i nuovi procedimenti di fabbricazione degli acciai, ed in particolar modo l'AOD. La conseguenza è un abbassamento della temperatura di transizione da duttile a fragile che rende compatibili questi acciai per molti tipi di impiego facilitando altresì i problemi normalmente presenti nella saldatura dei tipi ferritici tradizionali. Tuttavia è sempre necessario porre molta cura nell'esecuzione dèlie saldature al fine di evitare indesiderate contaminazioni da carbonio e azoto. Per semplificare la produzione e migliorare ulteriormente le caratteristiche di lavorabilità di alcuni acciai si operano aggiunte di nickel fino al 4%, sebbene queste aggiunte possano peggiorare l'elevatissima resistenza degli acciai ferritici non contenenti nickel alla fessurazione sotto tensione in presenza di cloruri [10]. SÌ ricorre a TABELLA 2 - Tempo occorrente perché abbia inizio la corrosione in un interstizio stretto standard immerso in acqua di mare artificiale [9] Materiale Tempo occorrente perché abbia inizio la corrosione (ore) 6,5 Tipo 430 100 Tipo 304 18 C r - 2 Mo 170 21 C r - 3 Mo 203 210-350 20 Cr-25 Ni-4,5 Mo-1,5 Cu 20 Cr-24 Ni-6,5 Mo nessuna corrosione (*) 20 Cr-18 N i - 6 Mo -1 Cu nessuna corrosione (*) (*) Queste prove hanno avuto una durata di 2500 ore. 71 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio-febbraio 1984 n° 179 1000 r , SCE 800 ITURA, È 600 Sanicro 28 27Cr, 31Ni, 3.5Mo, 1.0Cu OTE NZIA LE DI Vfi g 400 20Cr, 25Ni, 4.5Mo, 1.5Cu 200 Tipo 317L Tipo 316L 20 40 60 80 100 TEMPERATURA °C Fig. 3 - Resistenza alla corrosione per vaiolatura, espressa come potenziale di vaiolatura in soluzione al 3% di NaCI [ 3 ] . Velocità di scansione 20 mV/min. portato alla messa a punto e alla commercializzazione di alcuni acciai di notevole successo, si sono compiuti eccezionali progressi verso la comprensione del meccanismo con cui agisce la corrosione interstiziale e la maniera in cui alcuni importanti fattori sono in grado di influenzarne il decorso [9, 13, 14, 15, 16, 17]. Nei laboratori della Inco, Oldfield & Sutton, prendendo l'avvio da alcuni principi basilari, hanno elaborato un modello matematico che mette in relazione il tempo occorrente perché abbia inizio la corrosione interstiziale con la composizione dell'acciaio, il mezzo corrosivo e la geometria dell'interstizio. Il modello è in notevole accordo con i dati della pratica sperimentale ed in particolare permette di identificare le ragioni per le quali la corrosione interstiziale risulta essere un fenomeno di natura così imprevedibile e tale che ha impedito per tanti anni di portarne a compimento lo studio sistematico. Viene ora generalmente accettato che jl meccanismo d'azione della corrosione interstiziale segue quattro stadi ben differenziati fra loro, così come viene indicato in fig. 4. Primo stadio tecniche alquanto dispendiose di fusione sotto vuoto per alcuni di questi acciai per ottenere sufficiente duttilità nelle piastre e in altri semiprodotti aventi sezioni di forte spessore [ 1 ] . La terza categoria di acciai, gli acciai inossidabili a struttura duplex, vengono anche riportati nella tabella 3. Loro caratteristica è di avere una struttura mista di austenite e ferrite. I loro pregi principali sono un elevato limite di proporzionalità allo snervamento (circa doppio di quello dell'AISI 316 solubilizzato) associato ad una resistenza alla fessurazione sotto tensione in presenza di cloruri che è considerevolmente migliore di quella dell'acciaio AISI 316 [11] [12]. Buone anche le caratteristiche di lavorabilità. Il meccanismo della corrosione interstiziale In concomitanza con l'approccio largamente empirico che pure ha Impoverimento dell'ossigeno libero nella soluzione presente nell'interstizio. Ciò è il risultato della lenta ma apprezzabile corrosione uniforme cui soggiace l'acciaio inossidabile allo stato passivo (la cosiddetta « corrente passiva »). In un interstizio molto stretto le insufficienti velocità di diffusione non consentono di reintegrare questo ossigeno. Secondo stadio In assenza di ossigeno libero all'interno dell'interstizio vi è accu- 72 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio-febbraio 1984 n° 179 TABELLA 3 - Composizione di alcuni acciai inossidabili ferritici e a struttura duplex In corrispondenza di un valore critico pH e della concentrazione degli ioni CI" all'interno della soluzione interstiziale, il film passivo sull'acciaio si rompe ed ha inizio il fenomeno corrosivo, lo stadio iniziale. Composizione peso % Cr Ni Mo 18 — 2 26 — 1 Altro Ferritici Tipo 430 Composizioni tipiche di acciai brevettati Duplex Tipo 329 Composizioni tipiche di acciai brevettati mulo di ioni positivi (derivanti dalle lente corrosioni dell'acciaio inossidabile} bilanciati da ioni negativi, particolarmente ioni Cl~, che migrano dalla massa del liquido circostante verso l'interno dell'interstizio. Gli ioni metallici si idrolizzano formando il corrispondente idrossido metallico e ioni H+ positivi. Si possono così raggiungere condizioni di elevata acidità (pH inferiore ad 1} in un interstizio di un acciaio inossidabile immerso in semplice acqua di mare. Ed infatti questo è l'aspetto essenziale che differenzia la corrosione interstiziale dalla vaiolatura. Un acciaio inossidabile che sia capace di resistere alla vera vaiolatura in una soluzione clorurata può benissimo andar soggetto alla rottura del suo film passivo in quell'ambiente localizzato ben più aggressivo quale è quello che può svilupparsi all'interno di un interstizio. 16-18 Ti o Nb Quarto stadio 4 29 Terzo Stadio Ti La corrosione procede a partire dai punti di cedimento iniziale. Questo stadio che è di propagazione va tenuto concettualmente ben distinto dallo stadio di inizio del fenomeno. 29 2 4 28 3,5 2 Nb 25 4 4 Ti 25-30 3-6 1-2 18,5 4,7 2,7 22 5 3 0,2 N2 25 5,5 3 2,5 Cu 0,1 N2 Il modello di Oldfield & Sutton considera in primo luogo il tempo necessario perché la corrosione interstiziale abbia inizio (terzo stadio}. I numerosi fattori che intervengono nel fenomeno sono suc- Impoverimento dell'ossigeno libero nella soluzione presente nell'interstizio 1 STADIO 1 Aumento dell'acidità e del contenuto di cloruro nella soluzione presente nell'interstizio II STADIO I Rottura del film passivo ed inizio del fenomeno corrosivo MI STADIO 1 Propagazione della corrosione interstiziale IV STADIO Fig. 4 - I quattro stadi della corrosione interstiziale. 73 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio-febbraio 1984 n° 179 cintamente riportati in fig. 5. Per caratterizzare un dato acciaio è necessario determinare la particolare soluzione interstiziale critica (n.d.t. in inglese abbreviata in CCS) in termini di pH e concentrazione di ioni CI" che provoca la rottura del film superficiale passivo di quell'acciaio inossidabile. Questo comporta la determinazione di una serie di curve di polarizzazione a mezzo di soluzioni interstiziali simulate e preparate in modo da avere aggressività sempre crescente. Il parametro CCS elaborato con l'ausilio del modello meccanico può quindi consentirci di predire quale resistenza alla corrosione interstiziale avrà quel particolare tipo di acciaio. I principali vantaggi ottenibili dall'adozione di questo modello sono di due diversi tipi. In primo luogo il modello quantifica alcuni aspetti importanti della geometria dell'interstizio. La fig. 6 mostra la correlazione esistente fra la larghezza di un interstizio standard sottoposto all'azione dell'acqua di mare e la resistenza alla GEOMETRIA GLOBALE rapporto fra superfici esterne/interne - numero di interstizi 2000 , Acqua di mare Temperatura ambiente 1500 Protoni" ita dell'interstizio 5 mm V - - 1000 NON SUSC .TTIBILE 500 ed U - ò »» suSCETTIB LE •s c • 0.1 ». ^ 1-0 —• » — - • •M M i 10 Larghezza media dell'interstizio, |im Fig. 6 - Suscettibilità all'inizio della corrosione interstiziale in funzione della larghezza dell'interstizio. CARATTERISTICHE DELL'INTERSTIZIO - metallo - metallo 'metallo - non metallo - dimensioni dell'interstizio - protetto galvanicamente SOLUZIONE ESTERNA sostanze inquinanti - temperatura, agitazione TRASPORTO DI MASSA INTERNO/ESTERNO DELL'INTERSTIZIO - migrazione, diffusione, convenzione FILM PASSIVO - corrente passiva - stabilità del film COMPOSIZIONE DELLA LEGA 1 REAZIONI ELETTROCHIMICHE - dissoluzione del metallo - riduzione O ; • svolgimento H2 Fig. 5 . Fattori che influiscono sulla corrosione interstiziale. SOLUZIONE NELL'INTERSTIZIO • equilibri idrolitici corrosione interstiziale (3) (CCR) di un acciaio al quale si richiede la certezza che non si verifichi l'inizio della corrosione in quell'interstizio (e cioè che il tempo perché inizi il processo sia infinito). La larghezza dell'interstizio è critica: più sottile è l'interstizio, più severo è l'ambiente corrosivo che si genera al suo interno e più breve il tempo necessario affinchè abbia inizio la corrosione. Naturalmente occorre operare con cautela volendo applicare questa correlazione in termini assoluti al caso pratico. La correlazione ci fornisce tuttavia un modo per comprendere l'erraticità dei da(3) Le unità di misura sono arbitrarie e si riferiscono al tempo necessario all'instaurarsi del fenomeno corrosivo in un interstizio largo 1 LUTI immerso in acqua marina. 74 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio-febbraio 1984 n° 179 ti che è possibile desumere sia dallo studio di casi reali che, purtroppo, anche da esperienze di laboratorio, quando le attrezzature di ricerca non posseggono i necessari requisiti di precisione dimensionale. Essa ci fornisce altresì una indicazione sicura sulla necessità di evitare che vi siano interstizi molto sottili nelle apparecchiature immerse in ambienti contenenti cloruri. In particolare un interstizio gomma-metallo è maggiormente predisposto all'insorgere di corrosione interstiziale che non un interstizio metallo-metallo di larghezza maggiore. Il secondo tipo di impiego ci da la possibilità di instituire graduatorie fra gli acciai in base alla resistenza che ciascuno è in grado di opporre contro l'inizio del fenomeno corrosivo. La resistenza alla corrosione interstiziale (CCR) di un certo numero di acciai inossidabili e quella di alcune superleghe (4) sono riportate in fig. 7. Si può osservare come sotto le succitate condizioni, l'acciaio 20% Cr 25% Ni 4,5% Mo 1,5% Cu resista alla corrosione in un interstizio più stretto di quello che può essere tollerato nel caso sia usato l'acciaio AISI 316. L'IN 748 (sul quale venne modellato TAL 6X) tollera interstizi ancora più stretti e la lega INCONEL 625 (5) (21,5% Cr 6 1 % Ni 9% Mo) è virtualmente immune da attacco corrosivo anche nel più stretto degli interstizi realizzabili. Queste predizioni ottenibili dal modello sono in stretto accordo con le prove pratiche condotte in condizioni accuratamente controllate di labortaorio e, più in generale, con l'esperienza dei casi realmente osservati in pratica. (4) Le composizioni sono elencate nella tabella 1. (5) Marchio d'Impresa. 1) il molibdeno compare al quadrato. Esso ha quindi un effetto positivo molto pronunciato; 2) in tutte le leghe studiate, il livello del cromo era del 15% o maggiore e quindi il secondo termine è sempre risultato positivo. L'effetto del nickel è pertanto positivo e proporzionale al cromo eccedente il 15%; Le analisi eseguite basandosi sulle numerose misure effettuate su una vasta gamma di acciai inossidabili e di leghe a base di nickel hanno permesso di ricavare la seguente relazione intercorrente tra i principali elementi di lega e la resistenza all'iniziarsi della corrosione interstiziale [18]. (Le unità del CCR hanno scala eguale a quella usata per le figg. 6 e 7): 3) il rame ha effetto negativo se il molibdeno ed il cromo cadono al di là di certi limiti; CCR = 340 + 1,8 Ni (Cr-15) + + 8 Mo2 + + 10 Cu (2,5 M o - C r ) 4) vi sono dati insufficienti per l'inclusione nella relazione di elementi caratterizzanti l'influenza di zolfo, manganese, calcio e altri elementi che entrano talvolta nella deossidazione finale degli acciai inos- . È possibile osservare quanto segue: Acqua di mare ^ Temperatura ambiente Lega Inconel" 625 - Profondità dell'interstizio 5 mm - \ : \ ^ 20 Cr. ?5 Ni 4.5 Mo. 1.5 ^ Tipo 316 ^ Tipo 304 NON SUSCE TTIBILE V. S, Ni SU 5CET1 IBI E ^ ^ - . ~~ i . — Tipo 430 O.T Larghezza media dell'interstizio, | Fig. 7 - Suscettibilità di alcuni acciai e leghe alla corrosione interstiziale in funzione della lunghezza dell'interstizio. 75 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio-febbraio 1984 n° 179 sidabili. Questi elementi possono dar luogo ad inclusioni attive nella massa dell'acciaio inossidabile finito, in grado di recare danno alla sua resistenza alla corrosione interstiziale in ambienti contenenti cloruri [17]. Oldfield ha esteso il campo di validità del modello includendovi la propagazione della corrosione interstiziale (o della vaiolatura) una volta che il processo abbia avuto inizio [9]. La fig. 8 riassume le velocità di attacco di vari acciai in acqua di mare artificiale in condizoni standard di corrosione interstiziale. È evidente la correlazione esistente tra velocità di propagazione effettivamente osservate e quelle che è possibile prevedere applicando il modello. Due risultati importanti che ne scaturiscono sono: 1) la resistenza alla propagazione della corrosione interstiziale non è detto debba necessariamente accompagnarsi ad un'eguale resistenza contro l'inizio dell'attacco; 2) la corrosione degli acciai ferritici inclusi nella ricerca, una volta iniziata, si propaga in essi con velocità superiore persino a quella degli acciai austenitici meno legati. Più di recente Kain [19] ha dimostrato che una simile diversità di comportamento sussiste anche nel caso degli acciai inossidabili 304 e 316 da un canto e il 430 e il 18 Cr 2 MoTi dall'altro. La fig. 9 mostra la distribuzione superficiale delle vaiolature interstiziali in acciai di tipo 304 e 21 Cr 3 Mo rispettivamente. La profonda penetrazione a profilo seghettato esistente nel secondo acciaio se paragonata con quella relativamente più uniforme dell'acciaio austenitico, sembra potersi considerare come una vera e propria caratteristica degli acciai ferritici. L'importanza significativa di tale differenza, se riferita alla durata in \y/\ 2.0 l Osservata | Stimata 1.0 5 0.5 AISI430 21Cr3Mo 18Cr2Mo AISI304 2OCr 25NÌ 4.5Mo1.5Cu Fig. 8 - Velocità effettive e stimate di propagazione della corrosione interstiziale in acqua di mare artificiale a temperatura ambiente [9], servizio di un determinato componente in condizioni per esempio di impiego in ambiente la cui aggressività vari nel tempo, sarà quindi evidente. Conclusione L'industria degli acciai inossidabili ha compiuto importanti passi avanti nell'offrire al mercato nuovi acciai con caratteristiche grandemente migliorate di resistenza alla corrosione localizzata in ambienti contenenti cloruri. La ricerca di base sulla vaiolatura e la corrosione interstiziale ha fornito anch'essa un efficacissimo contributo alla messa a punto di questi acciai ed alla possibilità pratica di poter meglio specificare il tipo di acciaio inossidabile che, impiegato per un certo componente soggetto ad attacco corrosivo localizzato, dia un grado superiore di affidamento evitando al tempo stesso lo spreco conseguente ad una scelta puntata su un materiale inutilmente più pregiato. La ricerca inoltre da anche la possibilità di meglio definire dati di progetto e condizioni operative onde far sì che un dato materiale possa essere utilizzato con maggior sicurezza. 76 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio-febbraio 1984 n° 179 Bibliografia [1] J.R. Maurer: Proc. Symposium «Advanced Stainless Steels for Seawater Service » - Piacenza, Itaiy, febbraio 1980. Organised by The Climax Molybdenum Co., SALEM, AIM and ENEL - Paper 2. [2] 6. Wallen - Ibid. - Paper 3. [3] S. Bernhardsson, R. Mellstróm, T. 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