Rapporto di Prova N. 2742/15
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Rapporto di Prova N. 2742/15
ABET LAMINATI S.p.A. Stabilimento di Strada Falchetto, 30 Bra (CN) RELAZIONE TECNICA CON PROGETTO PRELIMINARE E STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE PER LA VERIFICA DI VIA SULL’ATTIVITA’ DI RECUPERO DI RIFIUTI COME COMBUSTIBILE Maggio 2016 94B08/RA20 ABET LAMINATI S.p.A. Stabilimento di Strada Falchetto, 30 Bra (CN) RELAZIONE TECNICA CON PROGETTO PRELIMINARE E STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE PER LA VERIFICA DI VIA SULL’ATTIVITA’ DI RECUPERO DI RIFIUTI COME COMBUSTIBILE 94B08/RA20 Rivoli, Maggio 2016 ECOPROGETTI s.r.l. – Corso Susa, 6 – 10098 RIVOLI (TO) – Tel. (011) 9563361 – Telefax (011) 9564813 – e-mail [email protected] Capitale sociale € 10.400 – Registro Imprese Torino n. 1758/90 – R.E.A. Torino n. 745115 – Codice Fiscale e Partita IVA 05901710011 ECOPROGETTI INDICE Pag. 1. PREMESSE 1 2. DESCRIZIONE DEL PROCESSO E DELLE APPARECCHIATURE (PROGETTO PRELIMINARE) 4 2.1. 4 ORIGINE, CLASSIFICAZIONE ED ELENCO DEI RIFIUTI 2.1.1. Descrizione del processo produttivo 4 2.1.2. Elenco dei rifiuti 6 2.1.3. Caratterizzazione chimico-fisica, classificazione e quantitativi 7 2.2. DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI DI STOCCAGGIO E TRATTAMENTO RIFIUTI 10 2.2.1. Il trasporto, la polmonazione, l’adeguamento volumetrico 10 2.2.2. Il trattamento mediante combustione 15 2.2.3. Lo smaltimento delle ceneri 21 2.2.4. La gestione del combustore 24 3. STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE 25 3.1. DATI URBANISTICI E TERRITORIALI 25 3.2. CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE 27 3.3. QUALITA’ DELL’ARIA 28 ECOPROGETTI INDICE DEGLI ALLEGATI ALLEGATO 1 - STUDIO DELLA RICADUTA AL SUOLO DEGLI INQUINANTI EMESSI DAL CAMINO DEL COMBUSTORE ALLEGATO 2 - ANALISI DEI RIFIUTI TRATTATI ALLEGATO 3 - ANALISI DELLE CENERI PRODOTTE ALLEGATO 4 - ORGANIGRAMMA DEL PERSONALE PER LA GESTIONE DEL COMBUSTORE ALLEGATO 5 - TABELLE “A” E “B” ALLEGATO 6 - DIS. F0080516 (PLANIMETRIA STABILIMENTO) DIS. F0090516 (PLANIMETRIA AREA IMPIANTO) DIS. F0220406 (DISEGNO COMBUSTORE) IMMAGINE FOTOGRAFICA DELLO STABILIMENTO ECOPROGETTI 1. PREMESSE La presente relazione tecnica è a corredo della domanda di avvio della Verifica di assoggettabilità alla procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA), prevista dagli art. 6 e 20 del D.Lgs. 152/06 e dall’art. 4 della L.R. 40/98. Nello stabilimento di Str. Falchetto, 30, Bra (CN) l’ABET LAMINATI SpA possiede, sin dal 1997, un impianto per la messa in riserva (ovvero lo stoccaggio provvisorio), l’adeguamento volumetrico ed il trattamento mediante combustione (finalizzato al recupero energetico) di alcune tipologie di rifiuti, in seguito specificati, originati dalla produzione di laminati decorativi nei due stabilimenti di Bra di proprietà dell’Azienda stessa (in Viale Industria, 21 e Str. Falchetto, 30) e in altri stabilimenti di terzisti e di Aziende del Gruppo. Si tratta delle operazioni R1, R12 ed R13 dell’All. C alla parte IV del D.Lgs. 152/06, per le quali l’ultima Autorizzazione concessa dalla Provincia di Cuneo (allora ex art. 210 del D.Lgs. 152/06) e valida fino al 31/12/2020, risale alla Determinazione n. 1039 del 22/12/2010. L’Autorizzazione vigente è per il recupero di rifiuti speciali non pericolosi. Alcuni di questi rifiuti, contenenti formaldeide, in virtù della nuova classificazione di tale sostanza come cancerogeno (categoria 1B, indicazione di pericolo H350), a partire dal 1/01/2016 sono diventati pericolosi e quindi non vengono più bruciati nel combustore, ma smaltiti in apposita discarica. Dato che tale alternativa è decisamente antieconomica, sia per i costi di conferimento che comporta, sia per il mancato recupero energetico, l’Azienda ha deciso di chiedere la modifica (sostanziale) della vigente Autorizzazione. Poiché, però, sia lo stoccaggio che la combustione di rifiuti pericolosi comportano, al di sopra di certe soglie (fissate dai punti 5.5 e 5.2 lett. b dell’All. VIII alla Parte II del D.Lgs. 152/06), la richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale, e non una semplice Autorizzazione ex art. 208 del D.Lgs. 152/06 per modifica sostanziale, si è deciso di percorrere cautelativamente l’iter dell’AIA, perché la verifica del rispetto o meno delle soglie suddette avrebbe potuto dare adito ad interpretazioni difformi (come approfondito in seguito). 1 ECOPROGETTI Facciamo presente che l’Azienda, al momento, dispone di Autorizzazione Unica Ambientale (rilasciata con Provvedimento del SUAP n. 2/2015 del 3/02/15 della Città di Bra) relativa ad emissioni in atmosfera, scarichi idrici ed impatto acustico (ma che non comprende, a differenza di quanto farà in futuro l’AIA, l’autorizzazione per il trattamento dei rifiuti). Preliminarmente alla richiesta di AIA, occorre però prendere in considerazione le conseguenze della modifica della pericolosità dei rifiuti dal punto di vista delle procedure di VIA. Poiché l’impianto esistente è autorizzato a recuperare rifiuti non pericolosi in quantitativi superiori a 10 t/g, esso fa parte della categoria n. 32 ter dell’All. B2 alla L.R. 40/98 (come modificata dalla D.C.R. 211-34747 del 30/07/08), categoria virtualmente soggetta a verifica di VIA. Questa verifica non è stata però mai effettuata perché l’impianto è antecedente all’entrata in vigore di tali adempimenti e non ha mai subito finora modifiche sostanziali. Ora, a causa del passaggio di alcuni rifiuti da “non pericolosi” a “pericolosi”, la categoria pertinente diventerà la n. 5 dell’All. A2. Nonostante gli impianti dell’All. A2 prevedano di principio la fase di valutazione dell’impatto ambientale e non di semplice verifica (come invece quelli dell’All. B2), poiché si tratta di un’opera già esistente la modifica prevista comporta, almeno inizialmente, la sola fase di verifica, in virtù dell’art. 4 c.4 della L.R. 40/98 e trattandosi di operazione contemplata dalla categoria n. 65 dell’All. B2. La presente relazione fa riferimento in generale, per gli argomenti da sviluppare, sia all’art. 20 (e relativo All. V) del D.Lgs. 152/06, sia all’art. 10 (e relativo All. E) della L.R. 40/98. Più in particolare si è tenuto presente l’elenco, disponibile sul sito della Provincia di Cuneo, della “Documentazione indicativa da presentare per l’avvio di procedura di verifica in relazione alla categoria progettuale n. 32 ter, All. B2, L.R. 40/98”. Naturalmente sono stati trascurati od omessi gli argomenti che hanno significato solo per un impianto nuovo da realizzare, e non per uno già esistente. Si fa presente fra l’altro che tutti gli elementi di cartografia generale e catastale sono già in possesso dell’Amministrazione Provinciale, perché forniti in occasione dei vari rinnovi autorizzativi dell’impianto di trattamento. 2 ECOPROGETTI Il progetto preliminare previsto dalla normativa risulta quindi sostituito da una descrizione dettagliata del processo e di tutte le apparecchiature e le strutture esistenti. Ci sembra comunque opportuno sottolineare che la modifica sostanziale prevista non riguarda variazioni nelle apparecchiature o nella tipologia e quantità dei rifiuti trattati, ma solamente il cambio di caratteristica di pericolo di uno dei rifiuti contenenti formaldeide. In particolare, quindi, nulla muterà nella quantità e qualità delle emissioni in atmosfera, già monitorate in continuo, fra l’altro, dall’Autorità competente. 3 ECOPROGETTI 2. DESCRIZIONE DEL PROCESSO E DELLE APPARECCHIATURE (PROGETTO PRELIMINARE) Il presente paragrafo fa le veci del “Progetto preliminare” (in quanto qui si tratta di un impianto già esistente) e contiene la descrizione del processo e delle apparecchiature. Si inizia con una descrizione generale delle attività di stabilimento che portano alla produzione dei rifiuti avviati alla combustione, in modo da meglio comprenderne la caratterizzazione chimico-fisica e la classificazione. Si procede quindi con la descrizione degli impianti, prima quelli di stoccaggio e adeguamento volumetrico e poi quelli di trattamento mediante combustione. 2.1. ORIGINE, CLASSIFICAZIONE ED ELENCO DEI RIFIUTI 2.1.1. Descrizione del processo produttivo Le fasi principali del ciclo lavorativo che porta al laminato sono l’impregnazione dei vari tipi di carta con resine fenoliche (derivanti dalla polimerizzazione di fenolo e formaldeide) e melamminiche (derivanti dalla polimerizzazione di melammina e formaldeide), la pressatura dei fogli risultanti (impilati in pacchi) per la fabbricazione del laminato, le operazioni di finitura. L’attuale configurazione impiantistico-produttiva dello stabilimento, del quale è allegata la planimetria (dis. F0080516) viene qui sinteticamente illustrata. 1) Produzione di laminati decorativi HPL a base di resine fenoliche e melamminiche. Le resine necessarie per l’impregnazione della carta sono acquistate da fornitori esterni. Esistono in stabilimento 6 serbatoi cilindrici verticali da 50 m³ per lo stoccaggio delle resine fenoliche e 6 serbatoi (3 da 20 m³ e 3 da 10 m³) per le resine melamminiche. L’impregnazione della carta decorativa con resina melamminica avviene nelle impregnatrici VA3, T22 e T24; l’impregnazione della carta Kraft con resina fenolica è realizzata nelle impregnatrici VITS 21 e T23. 4 ECOPROGETTI L’accoppiamento dei due tipi di carta impregnata, per produrre i fogli di laminato, avviene in due presse (n. 21 e n. 22), mentre la finitura dei pannelli è effettuata in due linee (n. 21 e n. 22). La capacità produttiva di laminati decorativi HPL è dell’ordine di 20.000 tonn/anno. 2) Produzione di laminato CPL con processo continuo. La carta decorativa impregnata con resina melamminica può essere prodotta nelle linee VA3, T22 e T24 già sopra citate, mentre la carta Kraft, impregnata con una resina fenol-melamminica, è acquistata all’esterno. L’accoppiamento dei due tipi di carta è poi effettuato nella pressa continua HYMMEN, seguita da apposita linea di finitura. La produzione di laminato CPL è dell’ordine di 1.500 tonn/anno. 3) Produzione di pannelli sandwich (MONOCORE ed ESACORE). Si tratta di una nuovo linea produttiva di pannelli in fibra di vetro, resina fenolica, alluminio e nomex. I rifiuti generati dalle operazioni di finitura dei pannelli vengono conferiti in discarica e non avviati al combustore, perché contengono quantitativi rilevanti di fibra di vetro e alluminio. 4) Produzione di pannelli in polipropilene caricato (TEFOR). I pannelli consistono essenzialmente in una fase continua di polipropilene (acquistato in granuli) ed in una carica dispersa costituita dal polverino originato dalle linee di finitura del laminato. Il polverino viene prima raffinato e poi avviato con il polipropilene ad una linea di estrusione riscaldata. Il nastro di materiale fuso ed estruso viene quindi raffreddato, calandrato, rifilato e tagliato. Segnaliamo che questa lavorazione è sospesa ormai da alcuni anni, per cessata richiesta da parte del mercato. 5 ECOPROGETTI 2.1.2. Elenco dei rifiuti I rifiuti che sono oggetto del trattamento mediante combustione hanno origine dalle varie fasi di lavorazione richiamate nel paragrafo precedente. In particolare si tratta di: 1) pezzi di laminato rotto derivanti sia dell’operazione di scarico delle presse, sia da urti e incidenti vari in sede di movimentazioni successive; fogli di laminato scartati in fase di collaudo e non recuperabili come seconda scelta o tramite riduzione a formati minori (previo taglio delle parti difettose) 2) fogli di carta decorativa (ad impregnazione melamminica) e di carta Kraft (ad impregnazione fenolica) danneggiati e quindi scartati in fase di lavorazione 3) polverino di laminato generato dalle linee di finitura 4) residui di filtrazione dei bagni di resina fenolica 5) anime di cartone, su cui sono avvolti i rotoli di carta 6) fondi da rotoli di carte nude 7) pezzi di legno, derivanti dalla rottura di pedane, casse o altri tipi di imballi utilizzati per il trasporto di merci varie 8) pezzi di pannelli TEFOR rotti o fuori specifica. Per quanto riguarda la voce n. 8, per via di quanto detto alla fine del paragrafo precedente, nel 2015 non è stato avviato alla combustione nessun rifiuto di tal genere. Continueremo comunque a tenere in considerazione tale voce perché non si può escludere che in futuro la lavorazione del TEFOR possa riprendere. 6 ECOPROGETTI 2.1.3. Caratterizzazione chimico-fisica, classificazione e quantitativi Come visto nel par. 2.1.1., fra le materie prime utilizzate per la produzione delle resine e quindi dei laminati vi sono sostanze di per sé pericolose (ai sensi della normativa in materia di etichettatura). Citiamo al riguardo fenolo e formaldeide. Il prodotto finale (il laminato) che deriva da tali materie prime, dopo le reazioni di polimerizzazione e l’essiccamento realizzati nei vari stadi del processo produttivo, ha natura chimico-fisica completamente diversa, del tutto innocua. Formaldeide e fenolo, reagendo fra loro in maniera sempre più completa a mano a mano che si passa dai reattori di produzione delle resine (non più presenti in ABET) alle linee di impregnazione ed essiccamento ed alle presse, sono presenti solo più in tracce, quali monomeri, nel prodotto finito (e pure in tracce, solamente, nei fumi emessi dalle presse). D’altronde, la caratteristica di derivare da materie prime di per sé pericolose è tipica di quasi tutte le materie plastiche, che costituiscono così gran parte dei prodotti di uso comune (e quindi degli stessi rifiuti urbani). Negli intermedi di lavorazione (le carte impregnate) la polimerizzazione non è ancora completa, per cui sono presenti, nei relativi sfridi, i manometri suddetti. La presenza di questi ultimi è molto più bassa nel polverino di laminato, ed ancor più nei pezzi di laminato rotto o comunque scartati (il polverino deriva in parte dalla rifilatura perimetrale del laminato, ovvero da zone che, ai bordi delle presse, hanno subito una cottura finale meno completa rispetto al resto del pannello). I codici CER delle varie tipologie di rifiuti sono elencati nella tabella A (Allegato 5). Essi, fino al 31/12/2015, risultano identici a quelli riportati nell’ultima Autorizzazione. Dal 1/01/2016 il codice relativo ai “Fogli di scarto di carta impregnata decorativa e Kraft” è diventato 160305*, perché il rifiuto, caratterizzato da un codice “a specchio”, è passato da “non pericoloso” a “pericoloso” in virtù del nuovo limite applicabile alla formaldeide (codice di indicazione di pericolo H350 in quanto sostanza cancerogena di categoria 1B, classe di pericolosità del rifiuto HP7, limite pari a 1.000 mg/kg). 7 ECOPROGETTI Ricordiamo fra l’altro che il limite applicabile al fenolo (codice di indicazione di pericolo H 341 in quanto sostanza mutagena di categoria 2, classe di pericolosità del rifiuto HP11) risulta pari a 10.000 mg/Kg, al di sopra del quale il rifiuto passa da “non pericoloso” a “pericoloso”. Tutti gli altri rifiuti continuano ad essere speciali non pericolosi (i relativi codici CER non sono infatti contrassegnati da asterisco). Nell’All. 2 sono riportati i certificati di analisi relativi alle varie tipologie di rifiuti trattati (ad eccezione di quelli poco significativi, come carta nuda e pezzi di legno). I quantitativi di rifiuti inviati alla combustione sono riportati nella tabella A già citata. Più esattamente la colonna relativa al QUANTITATIVO ANNUO è stata suddivisa in due parti. In quella di sinistra sono elencati i quantitativi effettivamente trattati nel 2015 (suddivisi per tipo di rifiuto), in quella di destra sono riportati i quantitativi prevedibili per il futuro (una volta ottenuta la nuova Autorizzazione Integrata Ambientale). Questi ultimi contengono un ampio margine di sicurezza ed hanno una somma complessiva non corrispondente al totale della prima riga (ovvero 5520 t/a, che è la capacità annua nominale massima del combustore). Entrambe le cose sono giustificate dalle seguenti considerazioni, già esposte in sede del precedente rinnovo autorizzativo. Per quasi tutti gli sfridi possono crearsi contingentemente possibilità di recupero che in seguito svaniscono, generando di conseguenza fluttuazioni assai rilevanti, da un anno all’altro, nelle quantità delle specifiche tipologie di rifiuti avviabili alla combustione. Esempio tipico è stata la possibilità in passato di riutilizzo del polverino nell’impianto TEFOR, ora sfumata. Analoghe possibilità di riciclaggio possono verificarsi occasionalmente per fogli di laminato o di carte impregnate, se si trova mercato per pezzi di dimensione fuori specifica ricavati ritagliando opportunamente pezzi con difetti localizzati. Lo stesso discorso vale per imballaggi in legno, anime di cartone e fondi da rotoli di carte nude, che a volte riescono ad essere riciclati e riutilizzati da Aziende esterne. 8 ECOPROGETTI La conseguenza che si può trarre da tali premesse è che limitazioni troppo vincolanti poste dalle Autorità ai quantitativi annui delle singole tipologie di rifiuti, piuttosto che alla loro somma, rischiano di trasformarsi in una virtuale e drastica riduzione della capacità di trattamento del combustore, qualora una delle specie elencate dovesse diventare, per ragioni contingenti, di gran lunga prevalente sulle altre. Quanto alla provenienza dei rifiuti, essi possono arrivare o da Ditte che si configurano come terzisti nei confronti dell’ABET LAMINATI, in quanto ricevono in conto lavorazione dei semilavorati e restituiscono prodotti finiti e sfridi (in particolare polverino di laminato), oppure da Ditte che appartengono al Gruppo ABET ed effettuano le medesime lavorazioni, generando rifiuti di identica natura (in particolare polverino, pezzi di laminato e fogli di scarto di carte impregnate). 9 ECOPROGETTI 2.2. DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI DI STOCCAGGIO E TRATTAMENTO DEI RIFIUTI 2.2.1. Il trasporto, la polmonazione, l'adeguamento volumetrico La pezzatura degli sfridi da trattare si presenta alquanto eterogenea, il che implica uno stoccaggio differenziato ed un adeguamento volumetrico degli stessi in preparazione alla combustione. Tali operazioni vengono svolte in un apposito edificio (si veda la planimetria allegata F0090516). In esso si possono distinguere due diverse linee operative: una per gli sfridi in pezzatura fine (il polverino) ed una per quelli in pezzatura grossolana. Facciamo presente che gli sfridi trattati sono tutti chimicamente inerti e non esiste perciò problema di corrosione per i materiali con cui vengono a contatto (pareti di tubazioni e serbatoi in acciaio al carbonio). L’inerzia suddetta, e la costanza qualitativa del prodotto, escludono inoltre qualsiasi problema di incompatibilità chimico-fisica suscettibile di generare reazioni parassite con sviluppo di gas o di calore: non sono richieste quindi speciali precauzioni e compartimentazioni nello stoccaggio, a prescindere dalla classificazione (“pericoloso” o “non pericoloso”) dei vari rifiuti. La prima linea operativa inizia con tre postazioni affiancate e coperte, in grado di ospitare ciascuna un cassone a chiusura ermetica, contenente il polverino trasportato dal luogo di produzione (ovvero dai sili a valle delle linee di finitura). Di norma sono presenti due cassoni per volta, aventi ciascuno dimensioni esterne 6 m x 2,8 m x 2,6 m (altezza), capacità geometrica di circa 35 m³ e capacità utile di circa 20 m³ (il carico trasportato è dell’ordine di 5 tonn per viaggio). Al massimo possono risultare presenti 3 cassoni contemporaneamente. Un'unica lunga coclea raccoglie il polverino dal fondo del cassone e lo immette in un mulino raffinatore M1, per omogeneizzarne la granulometria. All'uscita, una linea di trasporto pneumatico convoglia il polverino in un grosso silo verticale S1 da 100 m³. 10 ECOPROGETTI Alla sommità di tale silo si trova il filtro a maniche F1, avente superficie filtrante di 33 m² (in feltro poliestere antistatico da 550 g/m²) e sistema di pulizia automatico a getti di aria compressa, per la depolverazione del flusso gassoso che ha effettuato il trasporto. Dal filtro l’aria è convogliata a terra in un ventilatore centrifugo, con emissione finale in atmosfera attraverso il camino n. 66. Alla base del silo esiste un estrattore speciale a catena per evitare la formazione di "ponti", uno scaricatore a vani rotanti ed una seconda linea di trasporto pneumatico per convogliare il polverino fino ad un piccolo silo S3 di polmonazione, da 5 m³, posto nella centrale termica adiacente, in prossimità dell'unità di combustione. Anche alla sommità di tale silo è installato un filtro a maniche (F3), avente superficie filtrante di 14 m² (in feltro poliestere antistatico da 550 g/m²) e sistema di pulizia automatico a getti d'aria compressa. Il flusso gassoso depurato passa in un ventilatore centrifugo ed è quindi emesso in atmosfera (camino n. 67). La seconda linea operativa, per il materiale in pezzatura grossolana, comprende: - un’area utile di circa 100 m², entro l’edificio, per lo stoccaggio provvisorio, su pedane di varia dimensione, di carte impregnate, anime di cartone, carte nude e residui di filtrazione - un’area da 90 m² in un edificio separato e coperto, per lo stoccaggio della maggior parte delle carte impregnate, in modo da ridurre al minimo (in pratica al fabbisogno giornaliero) il quantitativo di tali carte stoccate vicino al trituratore, dove stazionano gli operatori - un’area da 220 m² esterna ed adiacente all’edificio di triturazione, destinata ai materiali immagazzinabili all’aperto, in quanto non suscettibili di rilasciare sostanze inquinanti per dilavamento da parte delle acque meteoriche (pezzi di laminato, imballaggi in legno). I rifiuti in pezzatura grossolana possono raggiungere un volume massimo pari a 120 m³, costituito, in situazioni-limite, anche da una sola delle tipologie sopra citate. A fianco dell’area interna di stoccaggio vi è una pesa che permette di pesare tutti gli sfridi in pezzatura grossolana avviati al trattamento. Tale materiale è immesso in un frantumatore, in grado di trattare fino a 1250 kg/h e dotato di una grossa tramoggia superiore alimentabile tramite carrello elevatore. 11 ECOPROGETTI Il corpo dell’apparecchiatura è interamente infossato nel pavimento, in modo da facilitare l’accesso alla bocca di carico e da contenere al massimo la rumorosità. Da questo punto di vista segnaliamo che, in generale, anche le altre apparecchiature (quali mulini, compressori, ventilatori, ecc.) sono accuratamente insonorizzate, se necessario mediante cabine silenti. L'azione triturante del frantumatore è ottenuta grazie ad un cilindro dentato cui fa riscontro uno spintore di alimentazione. Il materiale macinato (con pezzatura inferiore a 50 mm) viene riversato in un grosso silo orizzontale S2 (90 m³), di forma parallelepipeda, tramite trasportatore meccanico a piastre. Per un'estrazione uniforme e continua del macinato dal silo suddetto si è realizzato un sistema costituito dall'abbinamento di una coclea traslante e di un nastro trasportatore orizzontale, che raccoglie il materiale stesso e lo alimenta ad un mulino sgrossatore M2. Quest'ultimo scarica in una linea di trasporto pneumatico che alimenta un piccolo silo di polmonazione S4 da 5 m³, posto nell'edificio adiacente, accanto a quello, della stessa capacità, descritto sopra per il polverino. Identico è pure il filtro a maniche F4 per la depurazione dell'aria, posizionato nei pressi di M2. L’aria viene quindi convogliata ad un ventilatore centrifugo, posto anch’esso vicino ad M2, ed è infine emessa in atmosfera (camino n. 68). Al di sotto del silo stesso uno scaricatore stellare e una coclea inclinata alimentano il macinato nella tramoggia di ingresso in camera di combustione. Al di sotto del silo del polverino sono invece installati due gruppi di scarico in parallelo: uno miscela il polverino con il macinato suddetto, alla base della coclea inclinata, per l'alimentazione della camera di combustione, l'altro è a servizio di un piccolo sistema di trasporto pneumatico che immette il polverino nel silo S4 con funzione di fluidificante, per evitare la formazione di ponti (l’aria di trasporto è aspirata dal ventilatore già visto facente capo al camino n. 68). In corrispondenza dei sili principali e del trituratore segnaliamo infine la presenza di un sistema di captazione delle emissioni diffuse. 12 ECOPROGETTI Le varie bocchette di presa d'aria fanno capo ad un filtro a maniche F2 e quindi ad un ventilatore centrifugo per l'espulsione del flusso depurato in atmosfera (camino n. 69). Il filtro ha una superficie utile di 36 m² (in feltro poliestere antistatico da 550 g/m²) ed un sistema di pulizia automatico mediante getti d'aria compressa (la polvere abbattuta viene riciclata). Mentre il combustore rimane in marcia per 24 h/g, per i sistemi di adeguamento volumetrico (triturazione, macinazione, insilaggio) è previsto il funzionamento nell’ambito di due turni diurni, sufficienti per costituire le scorte di combustibile per 24 h. Nella tabella A, oltre ai quantitativi annui trattati, sono riassunte pure le capacità di stoccaggio ed i relativi tempi di permanenza. In particolare per il polverino, fra cassoni da 20 m³ e silo da 100 m³, il quantitativo stoccato può raggiungere le 50 tonn. Nelle aree da 100, 90 e 220 m² destinate agli altri rifiuti, il quantitativo accumulato può arrivare a 120 m³, cui si aggiunge il macinato contenuto nell’apposito silo da 90 m³, per un totale cautelativamente corrispondente a 150 tonn. Il tempo di permanenza medio dei rifiuti nelle aree di stoccaggio è di 1÷2 settimane, quello massimo è inferiore a 3 mesi. Come già accennato, le carte impregnate costituiscono ora un rifiuto pericoloso, per cui il macinato uscente dal frantumatore e stoccato nel silo da 90 m³ può risultare anch’esso pericoloso, in dipendenza dei rapporti di miscelazione fra i vari rifiuti alimentati al trituratore. In assenza di un rigoroso controllo sia di tali rapporti di miscelazione, sia dei quantitativi massimi di carte impregnate stoccate nelle aree da 100 e 90 m², può succedere che l’accumulo totale di rifiuti pericolosi superi il limite di 50 t previsto dal punto 5.5 dell’All. VIII alla Parte II del D.Lgs. 152/06. Inoltre è pur vero che, a fronte di un totale di 24 t/g di rifiuti bruciati, il quantitativo giornaliero di carte impregnate avviate alla combustione è di norma inferiore a 10 t/g (limite contemplato dal punto 5.2 lett. b dell’All. VIII), ma la miscelazione fra polverino (non pericoloso) e macinato (potenzialmente pericoloso) avviene nella 13 ECOPROGETTI coclea inclinata di alimentazione appena a monte del combustore, e le 24 t/g frutto di tale miscelazione potrebbero risultare virtualmente pericolose. Nonostante la miscelazione suddetta sia tecnicamente indispensabile, a monte dell’ingresso in camera di combustione, per realizzare sulla griglia interna l’omogeneità necessaria ad assicurare una regolare e completa combustione del materiale, un’interpretazione restrittiva (a nostro avviso ingiustificata) potrebbe far considerare la capacità dell’impianto non inferiore a 10 t/g di rifiuti pericolosi (come in effetti è, essendo la coclea parte integrante del combustore), ma superiore (ovvero pari a 24 t/g di rifiuti virtualmente pericolosi). Per le ragioni suddette l’Azienda ha preferito cautelativamente scegliere l’opzione dell’AIA, ovvero di un’Autorizzazione che contempli sia lo stoccaggio (oltre le 50 t), sia la combustione (di 24 t/g, ovvero oltre le 10 t/g) di rifiuti pericolosi. 14 ECOPROGETTI 2.2.2. Il trattamento mediante combustione L’impianto di combustione è dimensionato per un quantitativo massimo trattabile di rifiuti pari a 1.000 kg/h per 24 h/giorno (che corrispondono, sulla base di 230 gg/anno di esercizio, a 5.520 t/anno riutilizzabili). Il potere calorifico inferiore del materiale è stato assunto pari a 4.500 kcal/kg in sede di progetto, con una potenzialità termica corrispondente di 4.500.000 kcal/h (5.230 kW). Determinazioni sperimentali successive hanno fornito valori variabili a seconda dei tipi di rifiuti e dei campioni analizzati, con un valore medio compreso fra 4.000 e 4.500 kcal/kg. La configurazione dell’impianto è parallelepipeda e consiste in un monoblocco comprendente camera di combustione e di postcombustione, separate da un semplice diaframma (si veda il dis. F0220406 allegato). La sezione generatrice di vapore, comprendente il fascio tubiero per lo scambio termico, è posizionata in parte sopra, in parte lateralmente rispetto alla camera di postcombustione. La struttura a monoblocco permette di minimizzare le dispersioni termiche, grazie anche all’elevato spessore previsto per il manto refrattario (350 mm). La camera di combustione primaria ha un volume di 27 m³ ed è dotata di bruciatore pilota a metano da 300.000 kcal/h (349 kW) per l’accensione. La superficie della griglia mobile è di 9,5 m², per assicurare un elevato tempo di permanenza dei rifiuti in camera, e quindi una loro completa mineralizzazione, prima del raggiungimento del pozzetto di scarico delle ceneri. L’alimentazione dei rifiuti in camera di combustione avviene, in modo automatico, tramite coclea. Anche l’evacuazione delle ceneri è automatica, ed è effettuata periodicamente attraverso l’apertura di una serranda in materiale refrattario posta sul fondo della camera, con scarico del materiale in contenitore metallico asportabile. La camera di postcombustione (o secondaria) ha un volume di 39 m³. Il D.Lgs. 152/06 prevede per i fumi umidi una temperatura di almeno 850°C ed un tempo di permanenza di almeno 2 sec in camera di combustione, a valle dell’ultima 15 ECOPROGETTI immissione di aria comburente (non è più espressamente prevista una differenziazione, e quindi una separazione fisica, fra camera primaria e secondaria di combustione). Il rispetto degli 850°C è garantito dalla presenza, all’ingresso della camera di postcombustione, di due bruciatori integrativi a metano da 1.300.000 kcal/h (1.512 kW) ciascuno. Ai fini della verifica del rispetto del previsto tempo di permanenza è necessario tener conto che, ai 39 m³ di volume della camera di postcombustione, occorre aggiungere i 10,4 m³ compresi fra l’ultimo punto d’immissione d’aria e l’inizio della camera di postcombustione, per un volume utile totale pari a 49,4 m³. La portata di fumi umidi normalmente espulsa dal camino del combustore è pari a 17.000÷19.000 Nm³/h (contenenti circa il 7% di H2O ed il 15% di O2). La portata di fumi transitante in camera di postcombustione è sicuramente inferiore a tale valore, per via di piccole infiltrazioni d’aria diffuse, difficilmente eliminabili, a valle della camera stessa. Ci si può basare comunque, cautelativamente, sui valori di portata suddetti misurati al camino per valutare il tempo di permanenza in camera. In certe condizioni anomale, che discuteremo in seguito, le infiltrazioni d’aria a valle della camera diventano molto più rilevanti (e implicitamente segnalate da percentuali di O2 molto più alte, dell’ordine anche del 17%, misurate al camino). In tali condizioni non è ovviamente possibile utilizzare le portate, misurate al camino, per la verifica del tempo di permanenza in camera. Assumendo una temperatura nella camera stessa di 880°C (in genere vengono mantenuti valori di 870÷880°C, cautelativamente maggiori del minimo previsto), la portata volumetrica effettiva nella camera risulta pari al massimo a 19.000 ∙ (880 + 273) / 273 / 3.600 = 22,3 m³/sec. Il tempo di permanenza è perciò uguale a 49,4 (m³) / 22,3 (m³/sec) = 2,22 sec. Al di sopra della camera di postcombustione è presente una sezione di scambio termico. Il generatore di vapore, del tipo a tubi d’acqua verticali a circolazione naturale, è percorso dai gas in senso verticale attraverso canali a pareti membranate. 16 ECOPROGETTI Esso è in grado di produrre fino a 6,5 t/h di vapore a 15 bar, raffreddando i fumi fino a circa 240°C. All’uscita dal fondo della sezione di scambio termico, sotto pavimento, i fumi vengono convogliati per una prima grossolana depolverazione in un ciclone, avente diametro di 1,7 m ed altezza totale di circa 7,5 m. Quindi entrano in due dissipatori di calore in serie, costituiti da scambiatori a fascio tubiero destinati a raffreddarli fino a circa 160°C, riscaldando corrispondentemente dell’aria ambiente fatta circolare all’esterno dei tubi tramite appositi ventilatori. Per evitare un raffreddamento eccessivo (e il rischio di formazione di condense corrosive), il ventilatore centrifugo che convoglia l’aria ambiente utilizzata per il raffreddamento indiretto dei fumi nel secondo dissipatore ha il motore comandato da inverter, con velocità regolata da un sensore di temperatura. L’aria ambiente riscaldata indirettamente dai fumi, ma perfettamente pulita, viene convogliata all’uscita dai dissipatori in due condotti che si innalzano al di sopra della tettoia sovrastante per lo sbocco in atmosfera (camini n. 94 per il primo e n. 95 per il secondo dissipatore). Fra i due dissipatori è presente, sul condotto dei fumi, una derivazione con serranda destinata a introdurre aria fresca, in caso di necessità, per miscelarla ai fumi ed abbassarne la temperatura, in modo da non danneggiare il tessuto filtrante del susseguente filtro a maniche. Nel corso di 1÷2 mesi di regolare funzionamento del combustore, si verifica un progressivo intasamento della superficie di scambio della caldaia, a cui si può rimediare solo con una fermata dell’impianto ed una pulizia accurata. La temperatura dei fumi a valle della caldaia sale progressivamente, per via del diminuito scambio termico. Di norma, grazie ai due dissipatori, si riesce ad evitare comunque di raggiungere temperature pericolose per il filtro a maniche, senza bisogno dell’intervento della serranda suddetta. Vi sono però delle occasioni in cui è opportuno differire di qualche settimana l’intervento di pulizia, per arrivare fino al momento di poter usufruire di una fermata più lunga di quella di un normale fine-settimana ed essere in grado quindi di svolgere l’operazione con più calma e completezza. 17 ECOPROGETTI In tali circostanze è possibile che si verifichi l’apertura della serranda, nel qual caso la diluizione dei fumi può portare la concentrazione di O2 fino al 16,5% e la portata al camino fino a 23.000 Nm³/h. Nel corso del 2015 si sono verificate costantemente alte % di O2 al camino. Si è appurato infine che erano dovute a fori nei tubi dei dissipatori, dovuti a fenomeni di corrosione progressiva, con conseguenti abbondanti infiltrazioni d’aria. I due dissipatori sono stati sostituiti il primo ad Agosto 2015 ed il secondo (visto che il fenomeno persisteva) a Febbraio 2016. Da Marzo 2016 le % di O2 si sono riportate ai valori normali (intorno al 15%). Ovviamente le portate al camino del 2015 risultano tutte molto alte (dell’ordine di 26.000 Nm³/h) e non utilizzabili ai fini della verifica del tempo di permanenza in camera di combustione. I dati di portata e concentrazioni sono invece perfettamente utilizzabili sia per la verifica del rispetto dei limiti (per le concentrazioni e per i flussi di massa), sia per i calcoli di dispersione atmosferica, perché il riferimento all’11% O2 rende la diluizione con aria irrilevante. A valle del sistema di dissipazione del calore, i fumi entrano nel filtro a maniche per la depolverazione finale. Il filtro ha superficie filtrante di 400 m² in nomex teflonato da 500 g/m², con sistema di pulizia automatico mediante getti periodici di aria compressa in controcorrente. È opportunamente coibentato e dotato di preriscaldatore elettrico per evitare condensazioni (e quindi intasamento del tessuto) nel transitorio di avviamento. A valle del filtro a maniche è posizionato l’esaustore di coda, che ha il compito di vincere tutte le perdite di carico dell’impianto (circa 500 mm.c.a.) e di mantenere la camera di combustione in leggera depressione. I fumi vengono infine espulsi in atmosfera tramite apposito camino (n. 54), avente diametro di 0,9 m ed altezza di 20 m. Nella copertura della camera di postcombustione esiste un portello di sicurezza ad apertura automatica in caso di mancanza improvvisa di energia elettrica, con sbocco canalizzato in un apposito camino di emergenza (n. 70). 18 ECOPROGETTI Analoga funzione di emergenza ha il camino n. 71, destinato a far sfogare in atmosfera il vapore d’acqua prodotto dalla caldaia qualora la rete di utilizzo non fosse momentaneamente in grado di assorbirlo. Per l’abbattimento degli NOX è utilizzato il sistema SNCR. La lancia speciale per l’iniezione e la nebulizzazione spinta (mediante aria compressa) della soluzione di urea al 33% è inserita accanto ad uno dei due bruciatori ausiliari all’ingresso della camera di postcombustione (quello che interviene abitualmente per mantenere la temperatura al di sopra degli 850°C). La vicinanza del bruciatore ha un effetto benefico sia per via del livello termico garantito (l’intervallo ideale di reazione fra urea ed ossidi di azoto è fra 850 e 1.100°C), sia per via del contributo del cono di fiamma alla miscelazione turbolenta dell’aerosol spruzzato con l’intera portata dei fumi. La regolazione della portata di urea è completamente automatizzata, utilizzando la misura degli NOX al camino fornita dallo SME per il confronto con il set-point impostato e l’elaborazione del segnale inviato alla pompa dosatrice (per variarne la portata). Poiché gli NOX sono costituiti (nel caso dei processi di combustione) almeno per il 95% da NO, la reazione chimica che trasforma tali inquinanti in azoto molecolare è sostanzialmente la seguente: 4 NO + 2 CO (NH2)2 + O2 → 4 N2 + 2 CO2 + 4 H2O L’efficienza di abbattimento ottenibile è dell’ordine del 50÷70%. Di norma la concentrazione di SO2 nei fumi è abbondantemente entro i limiti, anche perché non vi è nessun rifiuto che contenga specificatamente zolfo. Comunque, per ogni evenienza imprevista, è presente un sistema di dosaggio di bicarbonato di sodio in polvere, disponibile in sacchi da 25 kg riversati in una tramoggetta. Questa alimenta un piccolo trasporto pneumatico in compressione, ovvero dosa la polvere nella tubazione DN40 di mandata di un piccolo ventilatore da circa 100 Nm³/h, la quale si inserisce nel condotto dei fumi di combustione fra il primo e il secondo dissipatore di calore. Alle temperature vigenti in tale punto il bicarbonato si decompone in carbonato e CO2 ed il carbonato reagisce quindi con la SO2 (ed anche con altri acidi eventualmente presenti, come ad es. HCl), generando solfito di sodio che si ossida 19 ECOPROGETTI immediatamente a solfato. Le polveri di solfato e di carbonato in eccesso sono poi intercettate dal filtro a maniche insieme alle ceneri di combustione. Il manuale del sistema (SME) di monitoraggio in continuo delle emissioni in atmosfera, consegnato a suo tempo alle Autorità competenti, descrive in dettaglio: gli strumenti di misura installati per le misurazioni in continuo dei parametri previsti (CO, HCl, HF, H2O, SO2, NOX, NH3, O2, TOC, polveri totali; portata, temperatura e pressione assoluta al camino; temperatura in camera di postcombustione), i sistemi di taratura degli strumenti, la gestione dei dati ed il relativo software, anche per la trasmissione in via telematica all’Ente di Controllo, gli interventi previsti in automatico dal software del sistema (allarmi e blocco della coclea di alimentazione dei rifiuti) in occasione di eventuali violazioni dei limiti imposti (850°C in camera di postcombustione, concentrazioni massime ammissibili per le sostanze inquinanti). Per quanto riguarda i parametri misurati in continuo, facciamo presente che la strumentazione disponibile è già stata messa in grado di registrare anche il parametro NH3, come previsto dalle variazioni apportate dal D.Lgs. 46/14 al D.Lgs. 152/06. Sono in corso le attività di modifica sullo SME e l’aggiornamento dei sistemi informatici per permettere, in accordo con l’Ente di Controllo, la trasmissione dati in remoto. In generale, per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, il combustore rispetta i limiti fissati dall’All. 1 al Titolo III-bis della Parte IV del D.Lgs. 152/06. Ricordiamo, a questo proposito, che i valori limite introdotti dal D.Lgs. 46/14 sono di 30 mg/Nm³ per l’ammoniaca e di 400 mg/Nm³ per gli ossidi d’azoto (per impianti, come il nostro, già esistenti e con capacità inferiore a 6 t/h). Più in generale l’impianto rispetta tutte le prescrizioni funzionali e gestionali previste per gli impianti di coincenerimento dal Titolo III-bis della Parte IV del D.Lgs. 152/06. 20 ECOPROGETTI 2.2.3. Lo smaltimento delle ceneri L’estrazione delle ceneri cosiddette pesanti (classificate con codice CER 100115) avviene da vari punti dell’impianto. Principalmente dal fondo della camera di combustione primaria, saltuariamente dal fondo della camera di postcombustione e della caldaia, in tutti i casi tramite cassonetti (riutilizzabili) da circa 0,8 m³. Inoltre vengono scaricate entro big-bags (a perdere) da 0,5÷1 m³ le ceneri leggere (codice CER 100117) abbattute dal ciclone e dal filtro a maniche. Questi big-bags, in attesa del conferimento, sono posizionati nell’area coperta indicata nel dis. F0090516. Il volume massimo costituito da big-bags che può risultare presente è pari a 25 m³, per un totale di 18 tonn. Il tempo di permanenza è sicuramente inferiore a 3 mesi, per cui risultano rispettati i requisiti del deposito temporaneo (art. 183 lett. b b del D.Lgs. 152/06). Le ceneri pesanti estratte dal combustore e dalla caldaia vengono bagnate, direttamente nei cassonetti di raccolta, per completarne il raffreddamento ed evitare la dispersione ad opera del vento delle frazioni più volatili (l’acqua aggiunta è pari a circa il 50% in peso del materiale solido). Le ceneri asciutte globalmente generate dal combustore (pesanti e leggere) corrispondono ad una percentuale dei rifiuti bruciati molto variabile, a seconda delle tipologie di rifiuti predominanti. Come risulta da numerosi campionamenti ed analisi, tale percentuale è abbastanza costante (all’incirca pari al 4÷6%) nel caso del polverino di laminato, molto variabile (dal 5 al 15%) nel caso del macinato (tende a crescere se predominano gli sfridi di carta decorativa). La prima bagnatura delle ceneri pesanti avviene attraverso rampe fisse di ugelli puntati entro i cassonetti di raccolta, nella postazione stessa (sotto la camera di combustione) in cui i cassonetti stessi vengono riempiti di ceneri per apertura automatica della serranda di scarico refrattariata. Per la raccolta di eventuali spruzzi e colaticci il locale interrato in cui avviene lo scarico e la bagnatura dispone di pavimento in cemento impermeabile e di canaline 21 ECOPROGETTI grigliate di raccolta che fanno capo ad un pozzetto. In esso vi è una pompa sommergibile che, a pozzetto pieno, rilancia il liquido in una vasca interrata da 7,5 m³, posta appena al di fuori della parete esterna dell’edificio che ospita il combustore, in direzione del Naviglio di Bra. Nel corridoio fra tale parete ed il Naviglio, in un’area apposita indicata sul dis. F0090516, sono posizionati i due cassoni (riutilizzabili) da 18 m³ nei quali sono riversati i cassonetti da 0,8 m³. Di norma è presente in stabilimento uno solo dei due cassoni: una volta pieno, esso viene avviato allo smaltimento (il tempo di permanenza presso l’impianto è di circa una settimana). In particolari circostanze, legati a problemi organizzativi dello smaltitore autorizzato, è possibile che entrambi i cassoni siano presenti in stabilimento (e pieni di ceneri, per un totale di 24 tonn). In ogni caso il tempo di permanenza dei cassoni in stabilimento è sicuramente inferiore a 3 mesi, per cui risultano rispettati i requisiti del deposito temporaneo (art. 183 lett. b b del D.Lgs. 152/06). I cassoni, dotati di copertura per evitare l’ingresso dell’acqua piovana, sono posizionati con il fondo inclinato ed in modo che l’estremità più bassa del fondo stesso si venga a trovare al di sopra di un grosso grigliato, attraverso il quale può percolare l’eventuale eccesso del liquido utilizzato per bagnare ogni tanto (e mantenere umide) le ceneri riversate nei cassoni stessi (che non sono a tenuta stagna). Tutta l’area che ospita i cassoni è pavimentata con cemento impermeabile. La pavimentazione al di sotto del grosso grigliato sopra citato ha pendenza verso un punto di raccolta dal quale l’acqua percolata è convogliata entro la già citata vasca interrata da 7,5 m³. Tale acqua viene riciclata per bagnare, tramite pompa e manichetta apposita, non solo i cassoni saltuariamente, ma anche i cassonetti appena prima di svuotarli nei cassoni stessi, al fine di evitare sviluppo di polverosità nell’operazione. Poiché anche i cassonetti, in occasione dello svuotamento, vengono posizionati nell’area suddetta, questa, al di fuori del grosso grigliato, ha il pavimento realizzato con pendenza tale da convogliare gli eventuali colaticci, generati ad es. dalla 22 ECOPROGETTI bagnatura dei cassonetti, verso una canalina trasversale grigliata. Questa li raccoglie e li fa pervenire sempre nella vasca interrata, per poterli riciclare. Come riassunto nella tabella B (Allegato 5), nel 2015 sono state conferite 83 tonn di ceneri leggere e 326 tonn di ceneri pesanti. I quantitativi annui prodotti potrebbero arrivare ad un massimo di 150 e 650 tonn, rispettivamente, nel caso di pieno sfruttamento della potenzialità annua del combustore e di una diversa composizione media dei rifiuti (con prevalenza ad es. di carte decorative). In All. 3 sono riportati due certificati di analisi relativi uno alle cenere pesanti e uno alle ceneri leggere. Le ceneri pesanti sono state conferite nel 2015 alla BRA SERVIZI Srl, con sede legale in BRA (CN), Strada Vecchia Torino, 47 ed impianto sito in BRA (CN), Corso Monviso, 25 (l’Autorizzazione Integrata Ambientale è stata aggiornata con Provvedimento SUAP di Bra n. 3/2015 del 6/02/2015, valido sino al 30/10/2023). Le ceneri leggere sono state conferite nel 2015 in parte alla ROSSO Srl, con sede legale ed operativa in FOSSANO (CN), Via Ghiglione, 16/18 (l’Autorizzazione Integrata Ambientale è stata rilasciata con D.D. n. 679 dell’11/07/2007, con scadenza il 30/10/2015, ma validità prorogata fino alla conclusione del procedimento di rinnovo in corso) ed in parte alla SERVIZI AMBIENTALI PIEMONTESI Srl, con sede legale e operativa in ALESSANDRIA, Fraz. Spinetta Marengo, Via Rana, Zona Ind. D5 (l’Autorizzazione ex art. 208 del D.Lgs. 152/06 è stata concessa con D.D. prot. n. 63672/192 del 20/05/2011, valida fino al 31/07/2017). 23 ECOPROGETTI 2.2.4. La gestione del combustore Responsabile tecnico dell’impianto di combustione rifiuti è l’Ing. Luigi Derapalino. In All. 4 è riportato l’organigramma del personale adibito alla gestione dell’impianto. Nella centrale termica, in cui è inserito il combustore, è costantemente presente, 24 ore su 24, almeno un fuochista patentato per la conduzione dei generatori di vapore. 24 ECOPROGETTI 3. STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE 3.1. DATI URBANISTICI E TERRITORIALI Le caratteristiche urbanistiche e territoriali del sito ospitante l’impianto di recupero sono già state descritte nelle relazioni presentate in occasione delle precedenti Autorizzazioni e rinnovi. Riassumeremo qui i dati più rilevanti. Lo stabilimento è situato a Bra (CN), Strada Falchetto, 30. Latitudine: 44° 42’ 00” Nord. Longitudine 4° 37’ 20” Ovest. Nel sistema WGS84, le coordinate geografiche sono 32T - N 4.950.188 - E 407.345. Quanto agli estremi catastali dell’insediamento, l’area destinata agli impianti di stoccaggio, adeguamento volumetrico e trattamento mediante combustione dei rifiuti è compresa nell’ambito delle particelle n. 114 del Foglio n. 28 e n. 89 del Foglio n. 37, Comune di Bra. L’area dello stabilimento risulta classificata dal PRGC vigente come “Area destinata ad attività produttive consolidate”. A Nord dello stabilimento si trova un’area “destinata ad attività produttive di nuovo impianto”. Agli altri lati sono presenti aree verdi, come appare dall’immagine fotografica allegata. Lo stabilimento si trova a Nord della Strada Falchetto ed ha una superficie di circa 120.000 m². Esso è localizzato in zona periferica, a circa 500 m dalla tangenziale di Bra, per cui gli automezzi in transito non debbono attraversare il centro abitato. Questa è una delle ragioni che giustificano la localizzazione a suo tempo prescelta per l’impianto, oltre al fatto che buona parte dei rifiuti bruciati è prodotta in stabilimento e che in esso vi sono apparecchiature in grado di sfruttare il calore prodotto dalla combustione. Il Comune di Bra ha 29.744 abitanti, con una densità di 499,6 abitanti/km² (al 31/12/2014). Facendo riferimento al Piano Territoriale Provinciale (PTP) della Provincia di Cuneo, e in particolare alla Carta dei caratteri territoriali e paesistici (CTP n. 192 per la zona di Bra), nell’area dello stabilimento non risultano presenti elementi di rischio 25 ECOPROGETTI ambientale o vincoli relativi a specifici piani regionali, provinciali, di bacino, ovvero ad Aree Protette di qualsiasi genere. L’esame delle mappe redatte dalla Regione Piemonte (Settore Prevenzione del Rischio Geologico, Meteorologico e Sismico) ha evidenziato che lo stabilimento è situato in una zona esente da rischi geologici, meteorologici e sismici di un qualche rilievo. Non sono noti, infatti, fenomeni franosi di nessun genere, né in profondità, né in superficie (riferibili cioè a terreni incoerenti di copertura superficiale). 26 ECOPROGETTI 3.2. CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE Il suolo è costituito da strati e depositi alluvionali prevalentemente composti da sabbie e ghiaie. È presente un acquifero superficiale che persiste fino ad una profondità di circa 30 m, con soggiacenza della falda libera fra i 2 ed i 5 m rispetto al piano compagna. Al di sotto dell’acquifero superficiale è presente con continuità una successione di terreni quasi del tutto impermeabili, quali argille e limi argillosi, che garantiscono la protezione delle falde profonde collegate al rifornimento degli Acquedotti ed al consumo umano. Le linee di flusso sotterranee sono orientate da Sud verso Nord, con direzione praticamente coincidente con quella di deflusso della rete idrica di superficie. A questo proposito citiamo il Canale artificiale denominato Naviglio di Bra, ad uso irriguo, che scorre adiacente al perimetro di stabilimento. Sono presenti nell’area dello stabilimento stesso quattro pozzi profondi utilizzati per il prelievo di acque di raffreddamento, mentre i pozzi di alimentazione dell’Acquedotto di Bra si localizzano circa 3 km più a Nord, in Località Tetti dei Milanesi. Il territorio non è interessato da fenomeni rilevanti né di inondazione, né di trasporto di masse legato ad attività torrentizie. Minimi risultano infatti anche i danni alla rete viaria ed al centro abitato registrati nel tempo. Il PRGC colloca l’area in cui si trova lo stabilimento in Classe II (a media pericolosità geomorfologica), e più esattamente II-3p (settori a rischio di allagamenti conseguenti alla tracimazione di tratti d’alveo artificiali arginati e ad insufficienza della rete fognaria). 27 ECOPROGETTI 3.3. QUALITA’ DELL’ARIA In pratica l’unico aspetto potenzialmente rilevante per la valutazione dell’impatto dell’impianto di recupero sull’ambiente circostante è la ricaduta al suolo degli inquinanti emessi dal camino del combustore. I potenziali ricettori interessati alla ricaduta suddetta sono molteplici, e comprendono sia civili abitazioni (le più vicine sono a circa 200 m di distanza dal camino in linea d’aria), sia scuole pubbliche (le più vicine sono a circa 1.200 m), sia l’Ospedale Santo Spirito (a circa 1.400 m). La centralina di rilevamento della Qualità dell’aria, in Viale Madonna dei Fiori, è a 1.100 m di distanza. Nell’Allegato 1 è contenuto lo studio di dispersione atmosferica per valutare gli effetti della ricaduta al suolo degli inquinanti emessi dal camino del combustore e sono riportati i dati più significativi relativi alla qualità dell’aria nel Comune di Bra. Il relatore (Ing. Fortunato Ritorto) 28 ECOPROGETTI ALLEGATO 1 STUDIO DELLA RICADUTA AL SUOLO DEGLI INQUINANTI EMESSI DAL CAMINO DEL COMBUSTORE ECOPROGETTI INDICE Pag. 1. PREMESSE 1 2. DESCRIZIONE DEL MODELLO DI DISPERSIONE ATMOSFERICA ADOTTATO 2 3. VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI CRITICHE 5 4. PREPARAZIONE DEI DATI DI INPUT PER IL MODELLO DI DISPERSIONE 10 4.1. PARAMETRI METEOROLOGICI 10 4.2. INQUINANTI CONSIDERATI 12 4.3. PORTATA E CONCENTRAZIONI 15 5. POSSIBILE INFLUENZA DEGLI OSTACOLI ALLA DISPERSIONE 17 6. CALCOLO DEL CONTRIBUTO INQUINANTE DEL CAMINO 20 7. CONFRONTO CON I LIMITI AMMISSIBILI 22 ECOPROGETTI 1. PREMESSE Al fine di verificare la compatibilità ambientale del combustore di rifiuti installato nello stabilimento di Strada Falchetto, 30, BRA (CN) dell’ABET LAMINATI SpA, viene svolto nel seguito uno studio dell’effetto di ricaduta degli inquinanti emessi dal camino terminale. Con apposito modello di dispersione atmosferica basato sulle condizioni meteoclimatiche locali vengono valutate le immissioni inquinanti al suolo, paragonate quindi con i rispettivi limiti ammissibili. 1 ECOPROGETTI 2. DESCRIZIONE DEL MODELLO DI DISPERSIONE ATMOSFERICA ADOTTATO Il modello qui utilizzato è di tipo “short-term”, ovvero permette di calcolare concentrazioni di inquinanti al suolo di breve periodo (tipicamente un’ora) riferite ad un ben preciso scenario meteorologico (che può essere ad esempio quello più tipico della località, oppure quello più pessimistico). Gli algoritmi utilizzati sono quelli impiegati dai modelli di dispersione atmosferica di più comune utilizzo, come l’ISCST3 dell’EPA ed il WINDIMULA 4.4 dell’ENEA. In particolare è ipotizzata una distribuzione gaussiana degli inquinanti, in termini di deviazioni standard σy e σz, tenendo conto delle riflessioni causate dal terreno e dalla presenza di un’inversione in quota che limita la diffusione verticale (tale quota zi è detta anche altezza di rimescolamento). Per concentrazioni, dovute ad un singolo camino, a livello del suolo e lungo l’asse del pennacchio (ovvero nella direzione del vento, lungo la quale le concentrazioni stesse sono evidentemente massime), l’espressione gaussiana assume la forma seguente: 1) 1 H 2 Q c= ⋅ exp − e + Vi π σz σy u 2 σ z con 1 2n z + H 2 1 2n z − H 2 i e i e + exp − Vi = ∑ exp − 2 σz 2 σz n =1 ∞ dove: ▪ c è la concentrazione al suolo dell’inquinante (µg/m³) ▪ Q è la portata in massa di inquinante emesso (µg/sec) ▪ u è la velocità del vento (m/sec) alla bocca del camino ▪ σz e σy sono le deviazioni standard (m), funzioni di x e della classe di stabilità atmosferica ▪ x, y e z sono le coordinate (m) del punto in cui si vuole la concentrazione c, in un sistema di riferimento con origine il camino, asse x secondo la direzione del vento, asse y ad essa perpendicolare (nel piano orizzontale), asse z lungo la verticale (nel nostro caso abbiamo assunto y = z = 0) 2 ECOPROGETTI ▪ He = Hc + ∆h è l’altezza effettiva di emissione (m) ▪ Hc è l’altezza (m) della bocca del camino rispetto al suolo ▪ ∆h è l’innalzamento del pennacchio (m) ▪ zi è la quota dello strato di inversione termica (m). Il termine Vi è quello che tiene conto delle riflessioni dovute allo strato di inversione. L’indice n deve essere fatto variare in teoria da 1 a ∞: in pratica, per una buona approssimazione, è sufficiente arrivare al massimo fino ad n = 3÷4. La formula gaussiana è in genere applicata tal quale ad emissioni sia di inquinanti gassosi, sia di polveri di bassa granulometria (come quelle del nostro caso). In quest’ultima ipotesi infatti il moto di sedimentazione è generalmente di trascurabile effetto rispetto ai movimenti dovuti alla turbolenza atmosferica. Resterebbe aperta la possibilità di una deposizione delle particelle solide sul terreno, ma cautelativamente viene prevista anche per esse, come per gli inquinanti gassosi, una totale riflessione una volta giunte in corrispondenza del suolo. Per le deviazioni standard σz e σy esistono valori proposti da svariati autori, ottenuti sperimentalmente sulla base di tempi di campionamento diversi ed in zone morfologicamente dissimili fra loro. Le σ più comunemente usate sono quelle di Briggs, la cui espressione generale è 2) σ = a x (1 + b x)d I coefficienti a, b, d sono diversi a seconda che si tratti di σy o σz, che ci si trovi in campo aperto o in aree urbane e di quale sia la classe di stabilità. Per la classe C, in aree urbane, è ad esempio 3) σy = 0,22 x (1 + 0,0004 x) - 0,5 σz = 0,2 x Vi è molta ambiguità in letteratura intorno a quale sia il tempo di campionamento cui le σ di Briggs si riferiscano (facciamo notare che tale tempo è poi quello a cui risulta riferita la concentrazione c calcolata). Il problema è riconducibile al fatto che Briggs elaborò espressioni che si adattassero ai dati sperimentali ricavati da diversi autori (principalmente da Pasquill, per sorgenti di altezza modesta e tempi di 3÷10’, e dal BNL, per sorgenti molto elevate e tempi di 1 h). 3 ECOPROGETTI Nel nostro caso sarebbe quindi più logico far riferimento a 10’, ma ci atterremo cautelativamente alla prassi operativa dell’EPA, la quale usa i valori di Briggs e riferisce in ogni caso le concentrazioni c calcolate ad un tempo di campionamento di 1 h. Nel caso che le concentrazioni ammissibili siano per legge riferite ad un tempo di campionamento di 24 h (come per il materiale particolato), la concentrazione calcolata sulla base di 1 h deve ovviamente essere in qualche modo corretta. L’EPA consiglia un coefficiente di riduzione pari a 0,4 per passare dalla concentrazione su base oraria a quella su base giornaliera. Una volta calcolate le σ come sopra indicato, esse vengono corrette per tener conto della dispersione iniziale causata dai moti turbolenti del pennacchio, che provocano un trascinamento di aria ambiente. Secondo Pasquill (e la prassi EPA) si ha: Δh σ' = σ + 3,5 2 2 4) Le σ' sono i valori da introdurre effettivamente nella formula gaussiana. Per l’innalzamento finale ∆h del pennacchio si sono utilizzate le formule di Briggs. Nel caso di atmosfera instabile o neutra (categorie A – D) e fumi decisamente caldi, si ha: 3/4 5) Δh = 21,425 ⋅ FB / u con FB = g · v · (d/2)2 · (t – ta) / (t + 273) = g · G · (t – ta) / (π · 273 · 3600) essendo g = 9,81 m/sec2 l’accelerazione di gravità, t e ta (°C) le temperature rispettivamente dei fumi allo sbocco e dell’aria ambiente, v (m/sec) la velocità dei fumi all’emissione, d (m) il diametro della bocca del camino, G (Nm³/h) la portata gassosa emessa. La formula suddetta per ∆h vale per valori del parametro di galleggiamento FB (m4/sec3) minori di 55 (come di norma si verifica). Nel caso che risulti v/u < 1,5 è prevista una riduzione virtuale di Hc, per tener conto dell’effetto scia causato dal camino stesso (nel nostro caso il problema non sussiste). 4 ECOPROGETTI 3. VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI CRITICHE La variabile c, quale funzione di x, di u e della categoria di stabilità atmosferica, ammette sia dei massimi relativi (pensando variabili uno o due qualsiasi dei tre parametri e fissi i rimanenti), sia un massimo assoluto, che chiameremo concentrazione critica. Essa è in sostanza la più alta che possa verificarsi al suolo per qualsiasi velocità del vento, in qualsiasi condizione di stabilità atmosferica e ad una qualsiasi distanza dal camino, e si realizza in corrispondenza di una ben precisa terna di valori dei tre parametri. Matematicamente le condizioni critiche si determinano imponendo che siano nulle le derivate parziali della concentrazione c rispetto ad x e ad u. Si ottengono così due equazioni che consentono di ricavare i valori critici xc ed uc, e quindi il valore della concentrazione critica ad essi corrispondente. Il calcolo va effettuato per ogni classe di stabilità, prendendo infine il valore più alto di c così ottenuto. Il difetto del metodo è che la classe di stabilità così individuata e soprattutto il valore di uc calcolato possono essere irrealistici (ovvero scarsamente frequenti e significativi) per la località in oggetto, in particolare nell’ambito della stagione in cui è noto che il complesso delle sorgenti di emissione esistenti nell’area produce le concentrazioni al suolo più rilevanti. Come vedremo, questo è appunto il nostro caso. Di conseguenza ha interesse anche il calcolo della concentrazione critica in prefissate condizioni di velocità del vento ed eventualmente di stabilità, ovvero considerando c come variabile in funzione della sola x. A tale scopo è sufficiente annullare la sola derivata parziale di c rispetto ad x. Il calcolo della concentrazione critica nelle due ipotesi sopra considerate è semplice ed istruttivo, a patto di operare alcune semplificazioni alle formule riportate nel paragrafo precedente. La prima è di ammettere che σz / σy non dipenda da x. Ciò risulta vero con buona approssimazione, se si tiene conto che: ▪ il coefficiente b nelle formule di Briggs è molto piccolo, per cui σz / σy è uguale in pratica al rapporto dei rispettivi coefficienti a (0,2 / 0,22 = 0,909 in classe C) 5 ECOPROGETTI ▪ la correzione delle σ (formula 4) è rilevante per valori piccoli di x (vicino al camino), ma diventa quasi trascurabile alle distanze a cui si verificano in genere i massimi di concentrazione. La seconda semplificazione è di trascurare il termine Vi che tiene conto delle riflessioni dovute allo strato di inversione. La cosa è del tutto lecita purché, alla distanza xc a cui si verificano le concentrazioni massime, l’espansione verticale del pennacchio non abbia ancora prodotto un’interferenza significativa fra la sua estremità superiore e lo strato di inversione. Il criterio elaborato da Turner è che tale interferenza diventa significativa quando σz raggiunge il valore: 6) σ z,i = z i / 2 ln 10 = 0,466 ⋅ z i Detta xi la distanza alla quale ciò si verifica, per x = 2 xi l’interferenza può considerarsi completata ed il profilo verticale di concentrazione fra il suolo e z = zi risulta sostanzialmente uniforme. In pratica è sufficiente verificare a posteriori che sia σz, c < σz, i perché risulti giustificato l’aver trascurato Vi (σz, c è il valore di σz per x = xc). Come vedremo fra breve, le concentrazioni critiche sono influenzate dalla presenza dello strato di inversione quando l’altezza di emissione He = Hc + ∆h è pari ad almeno il 66% di zi, ovvero nel caso di camini piuttosto elevati e/o di basse altezze di rimescolamento. Il fatto che nel nostro caso, come verificheremo, le concentrazioni massime non risultino praticamente influenzate dall’altezza zi (pur assunta cautelativamente bassa) non significa che la presenza di un’inversione in quota sia irrilevante sull’inquinamento nei bassi strati dell’atmosfera (anzi, tale fenomeno, come ben noto, è il principale responsabile delle situazioni critiche invernali in Val Padana). Significa solamente che l’influenza negativa dell’inversione sulle concentrazioni dovute ai singoli camini si manifesta a distanze più elevate di quelle corrispondenti ai relativi massimi: in presenza di una pluralità di sorgenti, a distanze anche ragguardevoli fra loro, la conseguenza ultima dell’inversione è un innalzamento notevole delle concentrazioni medie risultanti. In virtù delle due semplificazioni sopra invocate, l’espressione 1) si riduce a: 6 ECOPROGETTI c= Ponendo 7) Q ⋅σz / σy π σ 2z u 1 H 2 ⋅ exp − e 2 σ z ∂c ∂c = 0 ) si ottiene facilmente = 0 (che è equivalente a ∂x ∂σ z σ z,c = He c 'c = 2 2 Q ⋅ σ z /σ y π e u H e2 con He = Hc + ∆h dove e = 2,718 è la base dei logaritmi naturali. Questo valore c 'c della concentrazione critica è quindi quello massimo che si può avere, per una prefissata velocità del vento, al variare della distanza x dal camino. In virtù della 5) ∆h = K / u, con K = 21,425 · FB3/4 (un’espressione analoga, con K = 3 · d · v, varrebbe per fumi freddi). Se non ci si vincola ad un prefissato valore di u, ma si impone aggiuntivamente ∂c =0, ∂u si ottiene altrettanto facilmente 8) uc = K Hc Δh = H c σ z,c = 2 ⋅ H c c 'c' = Q ⋅ σ z /σ y 2 π e K Hc Questo valore c 'c' della concentrazione critica è quindi quello massimo che si può avere al variare sia della velocità del vento, sia della distanza dal camino (uc è il valore di u per cui tale massimo si verifica). Delle formule sopra trovate, il primo gruppo (7) è comunemente citato in letteratura, il secondo (8) no. Da tali formule possono trarsi le seguenti conclusioni: a) La concentrazione critica è tanto più alta quanto maggiore è il rapporto σ z /σ y . Nel caso di dispersione in aree urbane (corrispondente, come vedremo, al nostro caso) il rapporto σ z /σ y è massimo in classe C. Vale infatti (come visto) 0,909, mentre è 0,75 nelle classi A e B e 0,875 in classe D. E’ per questa ragione che, nel paragrafo precedente, abbiamo riportato esplicitamente le espressioni di σ z e σ y per la classe C, che risulta sistematicamente la più critica, a prescindere che si prefissi o no il valore di u. 7 ECOPROGETTI Per la dispersione in campo aperto, le formule di Briggs indicano invece come classe sistematicamente più critica la A ( σ z /σ y = 0,909). Vi è da osservare, a tal proposito, che il modello ISCST3 (contrariamente al WINDIMULA 4.4 dell’ENEA) usa in campo aperto le σ non di Briggs, ma di Pasquill-Gifford (riferendole arbitrariamente e cautelativamente a 1 h invece che a 10’), con la conseguenza che la classe più critica, almeno per camini di altezza medio-bassa, resta la C. b) Nel caso in cui non venga prefissata la velocità del vento, il pennacchio risulta, in condizioni critiche, alto quanto il camino. I valori critici della velocità del vento e della concentrazione risultano entrambi inversamente proporzionali all’altezza del camino. Se la velocità del vento è prefissata, la concentrazione massima risulta inversamente proporzionale a (Hc + ∆h)2, per cui l’effetto dell’innalzamento del camino sulla concentrazione può risultare un po’ diverso e va valutato caso per caso (il rapporto fra Hc e ∆h viene a dipendere da u). c) Che u sia o no prefissato, si ha σ z,c = H e / 2 e quindi la condizione σ z,c < σ z,i (ininfluenza dell’inversione sulla concentrazione massima) si trasforma, tenuto conto della 6), in: He 2 < zi 2 ln 10 ovvero He < zi 1 ln 10 = 0,659 Se u non è prefissato, la condizione diventa Hc / zi < 0,33. d) La distanza xc a cui si ha la concentrazione massima si ricava facilmente, che u sia o no prefissato, ricavando la σz di Briggs dalla formula 4) di Pasquill σz = σ 2 z,c Δh − 3,5 2 e quindi xc dalla formula 2) di Briggs. Poiché in classe C ed area urbana è σz = 0,2 x, si ha direttamente 9) xc = 5⋅ σ 2 z,c Δh − 3,5 2 Calcoliamo ora la σy di Briggs (mediante la formula 3) per x = xc e poi la σy corretta mediante la formula 4) di Pasquill. Chiamiamo σy,c il valore così trovato e 8 ECOPROGETTI sostituiamo σz,c / σy,c al valore σz / σy di primo tentativo (che era nel nostro caso 0,909) riportato nelle formule 7) e 8). Otteniamo così un valore molto più preciso della concentrazione critica. e) Per valori di x ed u prossimi a quelli critici, l’andamento della concentrazione è piuttosto piatto, perché ci si trova nei pressi di un massimo. Anche se i valori critici xc e uc trovati non fossero del tutto esatti, per via delle semplificazioni fatte, calcolando la concentrazione ad essi corrispondente mediante la formula 1) rigorosa, si troverà un valore di c sicuramente molto prossimo a quello massimo effettivo. 9 ECOPROGETTI 4. PREPARAZIONE DEI DATI DI INPUT PER IL MODELLO DI DISPERSIONE 4.1. PARAMETRI METEOROLOGICI Come condizioni meteorologiche di riferimento per i calcoli di dispersione utilizzeremo i dati elaborati dall’ARPA di Cuneo nei suoi rapporti periodici sulla qualità dell’aria. Nel monitoraggio del 2009 (prot. n. 35465 del 31/03/10) l’altezza media dello strato di rimescolamento risulta variare (nella zona intorno a Fossano, che dista 18 km in linea d’aria dallo Stabilimento) da un minimo di 250 m in inverno ad un massimo di 800 m in estate. Il dato invernale risulta piuttosto cautelativo rispetto ai valori preimpostati o di default previsti dagli usuali modelli di dispersione. Ad esempio SCREEN 3 (il programma semplificato dell’EPA derivato da ISCST3) prevede per l’altezza di rimescolamento, in condizioni instabili o neutre, un valore zi = 320 · u10, dove u10 è la velocità del vento a 10 m di altezza. Poiché il valore minimo di tale velocità preso in considerazione dai modelli gaussiani è pari a 1 m/sec, si deduce che zi non è mai assunta inferiore a 320 m. WINDIMULA 4.4 considera come valori di default (in mancanza di dati meteorologici più precisi) altezze pari a 500 m in classe D, 1.000 m in classe C, 1.500 in classe A e B, 10.000 m in classe E ed F. Facciamo comunque notare che, per quanto detto al punto c) del paragrafo precedente, un’altezza di rimescolamento pari a 250 m non ha sicuramente influenza sulle concentrazioni massime al suolo di camini con altezza effettiva di emissione He minore di 0,659 · 250 = 165 m. Il medesimo rapporto dell’ARPA riporta per Bra valori medi mensili della velocità del vento compresi fra 0,4 e 1,3 m/sec. I valori maggiori si verificano in primavera-estate, i minori in autunno-inverno. Il valore medio più rappresentativo per la stagione invernale è dell’ordine di 0,5÷0,6 m/sec. In effetti è l’inverno la stagione cui è più logico fare riferimento per lo studio di dispersione, perché è in essa che si misurano le concentrazioni al suolo più rilevanti e quindi risulta più significativo quantificare il contributo inquinante del combustore. 10 ECOPROGETTI Assumeremo comunque per le successive elaborazioni un valore della velocità del vento allo sbocco del camino pari ad 1 m/sec, sia perché, come già detto, i modelli gaussiani diventano inattendibili per velocità inferiori a tale valore, sia perché, come vedremo, il contributo massimo del camino alle immissioni tende a verificarsi, secondo il modello adottato, per valori di u decisamente maggiori di 1 m/sec. La scelta di u = 1 m/sec risulta quindi cautelativa rispetto a quella di valori più bassi, che l’andamento stagionale di per sé consiglierebbe. Il fatto che tale scelta sia considerata cautelativa non è in contrasto con i dati riportati dall’ARPA, secondo i quali le concentrazioni massime degli inquinanti normalmente riscontrabili nelle aree urbane si verificano per velocità del vento inferiori a 0,5 m/sec. La maggior parte delle sorgenti che generano tali inquinanti si trova infatti a livello del suolo (si pensi al traffico veicolare) e non presenta l’effetto pennacchio. Per esse è quindi sistematicamente He = 0 e le relative immissioni, come risulta dalla formula 1), sono inversamente proporzionali ad u, ovvero tanto più alte quanto più u è bassa. Per le sorgenti elevate le cose vanno diversamente, perché al diminuire di u cresce l’innalzamento ∆h del pennacchio, la qual cosa tende a ridurre le relative immissioni. Quanto agli altri parametri di tipo meteorologico che le elaborazioni richiedono, assumeremo cautelativamente condizioni di stabilità atmosferica corrispondenti alla classe C perché, come già detto, è quella che porta alle condizioni più critiche. Per la temperatura ambiente considereremo un valore di 5°C, tipico delle condizioni invernali di riferimento. Adotteremo poi le espressione delle σ valide per aree urbane (anche se lo stabilimento ha nelle adiacenze sia abitazioni, sia zone di aperta campagna), perché tali espressioni sono più cautelative (portano a valori delle concentrazioni al suolo più elevati rispetto al caso delle aree rurali). 11 ECOPROGETTI 4.2. INQUINANTI CONSIDERATI Nelle elaborazioni seguenti saranno presi in considerazione gli inquinanti più significativi emessi dal camino del combustore, ovvero gli NOX e le polveri, perché contribuiscono virtualmente ad incrementare i parametri già più a rischio nell’aria Braidese, ovvero il biossido di azoto (NO2) e le polveri sottili (PM10). Quanto alle sostanze organiche volatili (fra le quali risultano virtualmente comprese formaldeide e fenolo incombusti) la concentrazione al camino è bassissima (dell’ordine di 2 mg/Nm³) e quella al suolo, di conseguenza, del tutto trascurabile. Per quanto riguarda le polveri, quelle emesse dal camino del combustore, ovvero a valle del filtro a maniche, sono praticamente tutte considerabili di granulometria inferiore a 10 µ, vista l’elevatissima efficienza del depuratore suddetto sulle particelle di diametro maggiore. Più complesso è il discorso riguardante gli NOX. Essi sono costituiti essenzialmente da una miscela di monossido (NO) e di biossido (NO2) d’azoto. I processi di combustione, compresi quelli relativi al traffico veicolare, generano alla fonte essenzialmente NO (la percentuale volumetrica di NO2 non supera di norma il 5%). Nell’atmosfera si svolgono poi complessi meccanismi di reazione (coinvolgenti l’ozono e gli idrocarburi presenti) i quali portano ad un aumento della concentrazione di NO2 (l’ossidazione di NO da parte dell’ossigeno atmosferico è molto lenta e dà un contributo generalmente trascurabile). La percentuale finale di NO2 è molto maggiore in estate che in inverno (temperatura e insolazione influiscono sensibilmente sulla concentrazione dell’ozono e dei radicali idrocarburici, che sono i principali agenti ossidanti del monossido), anche se in inverno le concentrazioni dei due ossidi sono molto più alte che in estate (perché meno efficace è la dispersione atmosferica). E’ interessante osservare che, in inverno, la percentuale di NO2 diminuisce al crescere della concentrazione globale di NOX, presumibilmente perché tendono a risultare controllanti sul meccanismo di reazione le concentrazioni dell’ozono e degli idrocarburi necessari per l’ossidazione, le quali non crescono altrettanto rapidamente che gli NOX. 12 ECOPROGETTI E’ anche interessante il fatto che i picchi delle concentrazioni di NO ed NO2 si hanno in genere nelle medesime ore del giorno, dal che si deduce che le reazioni suddette sono piuttosto veloci e si raggiunge quindi abbastanza rapidamente l’equilibrio fra le concentrazioni dei due inquinanti. Dagli accenni fatti si comprende facilmente che far conto su una derivazione teorica della concentrazione di NO2, mediante modelli misti di diffusione-reazione chimica (pur esistenti), è piuttosto velleitario, essendo così importanti e numerosi al riguardo i dati locali specifici necessari, quali temperatura, insolazione e concentrazione degli altri inquinanti che partecipano alle reazioni. E’ più logico esaminare i dati sperimentali disponibili in loco sulle concentrazioni di NO e NO2, rilevati dalle centraline di controllo, per dedurne il rapporto che tende effettivamente a crearsi in atmosfera fra i due inquinanti. Il tempo che intercorre fra la fuoriuscita dal camino ed il raggiungimento da parte dei fumi del punto di massima concentrazione è, nel nostro caso, dell’ordine di pochissimi minuti e potrebbe quindi non risultare sufficiente per un decorso completo della cinetica di reazione. La considerazione sopra fatta circa la simultaneità dei massimi rilevati sperimentalmente giustifica comunque l’assunzione semplificativa e cautelativa che, nel punto critico xc, la conversione in NO2 del monossido appena emesso corrisponda già al rapporto mediamente vigente in atmosfera. Per lo scopo suddetto sono stati presi in considerazione i picchi di concentrazione di NO e di NO2 registrati a Bra nell’inverno attuale (2015-2016) e in quello precedente (Sistema Piemonte - Rete di rilevamento della Qualità dell’aria - Dati della stazione di Bra, Viale Madonna dei Fiori). In tali periodi si sono verificate concentrazioni orarie massime di NO ed NO2 dell’ordine, rispettivamente, di 120÷160 µg/m³ e 90÷110 µg/m³. Tali massimi si registrano di norma fra le ore 18 e 20 e, in subordine, fra le ore 8 e 9 (ovvero in corrispondenza dei picchi del traffico veicolare). Nelle situazioni più critiche il rapporto fra la concentrazione di NO2 (in ppm o in µg/m³) e la concentrazione di NOX (NO + NO2, in ppm o in µg/m³ espressi come NO2) è risultato pari a circa il 30%. 13 ECOPROGETTI Nelle ore meno critiche, caratterizzate da concentrazioni più basse di ossidi d’azoto, il rapporto sale anche a valori del 50÷60%. E’ chiaro che a noi interessa valutare il contributo inquinante del combustore in condizioni ambientali critiche, ovvero le più vicine ai limiti ammissibili, per cui considereremo una percentuale di NO2 del 30% nelle emissioni di NOX del camino (invece del 5% effettivo) per tener conto dell’ulteriore conversione che avviene nell’atmosfera. 14 ECOPROGETTI 4.3. PORTATA E CONCENTRAZIONI Per quanto riguarda la portata di fumi espulsa e le concentrazioni degli inquinanti considerati, sarebbe ad esempio plausibile ricorrere ai valori medi risultanti per il 2015 dalle registrazioni dello SME. In alternativa ci si può riferire ai “peggiori” valori orari misurati nel medesimo periodo, anche se occorre fare attenzione a non perseguire per tutti i possibili parametri influenti le ipotesi più pessimistiche, al fine di non creare in conclusione uno scenario privo di credibilità, ovvero statisticamente assai poco probabile. Il modello utilizzato ipotizza già le condizioni più critiche, in contemporanea, per la classe di stabilità atmosferica, la velocità del vento, l’altezza dello strato di inversione termica, la riflessione delle polveri al suolo (assunta totale), le deviazioni standard σy e σz (assumendo i valori validi per aree urbane piuttosto che per aperta campagna), la distanza dei possibili ricettori dal camino. È perciò poco probabile che, sempre nello stesso momento, si verifichino anche le condizioni emissive più gravose, rispetto a quelle medie. I valori medi relativi al 2015 dei parametri rilevanti per le nostre valutazioni sono i seguenti: portata gassosa 9.820 Nm³/h (su base secca e riferita all’11% di O2 nei fumi secchi), temperatura al camino 136°C, tenore di umidità del 4,52%, percentuale di O2 nei fumi secchi 17,26%, concentrazione delle polveri 1,59 mg/Nm³, concentrazione degli NOX (come NO2) 174,7 mg/Nm³, concentrazione dei composti organici volatili (come carbonio organico) 2,34 mg/Nm³ (tutte riferite a gas secco e all’11% di O2 nei fumi secchi). I valori “peggiori” registrati nel 2015 sono quelli relativi al 24/03/2015, con valori medi giornalieri (ben rappresentativi anche dei valori riscontrati nelle ore del giorno più critiche per via del traffico veicolare) pari a: portata gassosa 10.200 Nm³/h, temperatura 148°C, umidità 4,2%, O2 17,0%, polveri 3,6 mg/Nm³, NOX 180 mg/Nm³, COV 2,86 mg/Nm³. Dal confronto si deduce che i valori medi annui si discostano poco da quelli più gravosi, tranne che per la concentrazione delle polveri, che presenta una certa variabilità (a fronte di una media annua di 1,59 mg/Nm³, la media giornaliera oscilla nel 2015 fra 0,6 e 3,6 mg/Nm³). 15 ECOPROGETTI Noi consideriamo cautelativamente, per i calcoli di dispersione, i valori di portata e concentrazioni del 24/03/2015, ovvero anche per questi parametri le condizioni più critiche, ma sarebbe probabilmente più realistico il quadro basato sui valori medi annui (con una concentrazione di polveri al suolo pari al 40÷50% di quella che calcoleremo). Il flusso di massa degli inquinanti emesso dal camino è dato direttamente dal prodotto della portata per le rispettive concentrazioni (perché entrambi i parametri sono omogeneamente riferiti a fumi secchi con l’11% O2). Si tratta quindi di 10.200 ∙ 3,6 ∙ 1.000 / 3.600 = 10.200 µg/sec di polveri, di 10.200 ∙ 2,86 ∙ 1.000 / 3.600 = 8.100 µg/sec di COV e di 10.200 ∙ 180 ∙ 1.000 / 3.600 = 510.000 µg/sec di NOX, virtualmente corrispondenti, per quanto detto alla fine del par. 4.2, ad un’emissione di 510.000 ∙ 0,3 = 153.000 µg/sec di NO2. La portata gassosa effettiva al camino (ovvero quella umida e non riportata all’11% O2) risulta pari a: 10.200 ∙ 100 21 - 11 ∙ = 26.600 Nm3 /h 100 - 4,2 21 - 17,0 Poiché il camino del combustore ha un’altezza di 20 m ed un diametro allo sbocco di 0,9 m, la velocità di sbocco è uguale a 26.600 ∙ (273 + 148) / 273 / 3.600 / (π / 4 ∙ 0,92) = 17,9 m/sec. 16 ECOPROGETTI 5. POSSIBILE INFLUENZA DEGLI OSTACOLI ALLA DISPERSIONE La formula gaussiana riportata nel paragrafo 2 vale di principio per camini isolati su suolo piano. Gli ostacoli naturali ed artificiali (esempio tipico gli edifici) presenti nei pressi di un camino possono alterare il tipo di dispersione regolare che costituisce l'ipotesi alla base della formula suddetta. Forse ancora più sensibile è l'influenza degli ostacoli sull'andamento del pennacchio. Il fatto grave è che le alterazioni suddette sono capricciose, e nella maggior parte dei casi imprevedibili; di conseguenza mal si prestano ad essere inquadrate in formule aventi una qualche validità generale. Le poche esistenti in materia sono di natura largamente empirica, ed in genere ampiamente cautelative. Quest'ultimo fatto può comportare in effetti il più delle volte una sopravvalutazione delle immissioni, ma bisogna d'altra parte tener presente che possono realmente crearsi in certe occasioni e situazioni delle vere e proprie "catture" del pennacchio nella "cavità", ovvero nella zona di vortici e rimescolamento turbolento creata dal vento e valle degli edifici. Tali catture possono comportare concentrazioni locali al suolo anormalmente elevate o perlomeno riduzioni notevoli dell'altezza effettiva di emissione He. La dispersione degli inquinanti è, nelle immediate vicinanze del punto di emissione, più grande di quanto risulterebbe in campo libero (per via dell'aumentata turbolenza), ma avviene soprattutto verso il basso, causando nelle vicinanze stesse concentrazioni al suolo più elevate. Si verifica in pratica presenza di inquinanti in punti dove sarebbe del tutto esclusa in assenza degli edifici. Parte degli inquinanti stessi possono addirittura migrare controvento, nell'ambito della "cavità". D'altra parte, ad un aumento delle concentrazioni all'interno e nei pressi del perimetro di stabilimento può corrispondere una diminuzione delle concentrazioni a distanze più rilevanti, grazie alla maggior dispersione trasversale subita all'origine dal pennacchio. 17 ECOPROGETTI Nel nostro caso gli ostacoli presenti sono o di dimensioni sufficientemente contenute rispetto all’altezza del camino, o posti a distanza tale da risultare ininfluenti, per lo meno in base ai criteri adottati dal modello ISCST3. Tali criteri sono di seguito illustrati. Chiameremo hB l’altezza dell’ostacolo, hW la sua larghezza (in direzione perpendicolare a quella del vento) ed L il più piccolo dei due valori hB ed hW. Gli ostacoli tenuti in conto dal modello ISCST3 sono quelli per i quali la distanza fra il camino ed il punto dell’ostacolo più vicino al camino stesso è minore o uguale a 5 · L. Dopodiché, se Hc (altezza del camino) è maggiore di hB + 1,5 · L , è sicuramente esclusa ogni influenza dell’ostacolo. Se Hc è minore di hB + 0,5 · L viene applicata la procedura correttiva di Shulman e Scire, mentre per valori maggiori (fino ad un massimo di hB + 1,5 · L) viene applicato il metodo correttivo di Huber e Snyder. Entrambi tali procedure prevedono di modificare σy e σz per tener conto dell’azione di disturbo dell’ostacolo; quella di Shulman e Scire modifica pure la formula che dà l’innalzamento del pennacchio, per tener conto dell’effetto deprimente su di esso dell’ostacolo stesso. In realtà la necessità di applicazione delle due procedure è subordinata ad una ulteriore verifica, basata sul calcolo dell’altezza ∆hm del pennacchio dovuta al solo effetto della quantità di moto (e non al galleggiamento termico) e valutata ad una distanza pari a 2 · hB (di norma ∆hm risulta inferiore all’innalzamento finale ∆h calcolato nei paragrafi precedenti). Detta He,m = Hc + ∆hm l’altezza effettiva di emissione, il metodo di Shulman e Scire ha applicabilità pratica se He,m < hB + 2 · L, quello di Huber e Snyder se He,m < hB + 1,5 · L. Se le due condizioni non sono soddisfatte, l’ostacolo non ha influenza pratica sulla dispersione, al di là dei possibili effetti prossimali entro la “cavità” immediatamente a valle dell’edificio. Gli ostacoli degni di essere presi in considerazione nel nostro caso, perché a distanza < 5 L, sono: - l’edificio adiacente al camino (a 2 m di distanza), alto 12,5 m e con larghezza massima di 15,5 m, 18 ECOPROGETTI - l’accumulatore di vapore (a 6,5 m di distanza), alto 22 m e con larghezza massima di 4,4 m. Il secondo rientra nel criterio preliminare di Shulman e Scire (perché Hc = 20 < (hB + 0,5 · L) = 22 + 0,5 · 4,4 = 24,2), il primo nel criterio preliminare di Huber e Snyder (perché Hc = 20 < (hB + 1,5L) = 12,5 + 1,5 ·12,5 = 31,25). Poiché 3⋅ F ⋅ x Δh m = 2 m 2 β ⋅u 1/ 3 Fm = v 2 ⋅ d 2 ⋅ (t a + 273) 4 (t + 273) β= 1 u + 3 v e tenuto conto che u = 1 m/sec, v = 17,9 m/sec, ta = 5°C, T = 148°C, d = 0,9 m, si ha β = 0,389 ed Fm = 42,84 m4/sec2. Per il primo ostacolo si considererà l’altezza del pennacchio ad una distanza x = 2 hB = 25 m, per cui ∆hm = 27,68 m. Si ha allora He,m = Hc + ∆hm = 20 + 27,68 = 47,68 m, che risulta maggiore di hB + 1,5 · L = 12,5 + 1,5 · 12,5 = 31,25 m: di conseguenza l’edificio è ininfluente. Per il secondo ostacolo x = 2 hB = 44 m e quindi ∆hm = 33,42 m. Si ha allora He,m = Hc + ∆hm = 20 + 33,42 = 53,42 m, che risulta maggiore di hB + 2 · L = 22 + 2 · 4,4 = 30,8 m, per cui anche l’accumulatore risulta ininfluente. 19 ECOPROGETTI 6. CALCOLO DEL CONTRIBUTO INQUINANTE DEL CAMINO Per i due inquinanti più significativi presi in considerazione, polveri sottili e NO2, le portate emesse Q (µg/sec) sono rispettivamente pari a 10.200 µg/sec e 153.000 µg/sec, come calcolato alla fine del par. 4.3.. In virtù della formula 5) si ha FB = g · G · (t – ta) / (π · 273 · 3.600) = 9,81 · 26.600 · (148 – 5) / (π · 273 · 3.600) = = 12,09 m4/sec3 ∆h = K /u = 21,425 · FB3/4 / u = 21,425 · 12,093/4 / u = 138,9 / u Essendo FB < 55 vale effettivamente l’espressione di ∆h sopra riportata. Dalle formule 8) si ricava che, con velocità del vento non predeterminata, il valore critico di quest’ultima è uc = K/Hc, ovvero uc = 138,9 / 20 = 6,95 m/sec. Come si deduce dal rapporto dell’ARPA, si tratta di un valore irrealistico nell’area di Bra, soprattutto durante la stagione invernale, per cui non risultano significative le concentrazioni che ne conseguono. Assumendo allora, come già preannunciato, u = 1 m/sec, si ottiene ∆h = K/u = 138,9 m. Le formule 7), 9), 3) e 4) danno (considerando la classe C, che è la più critica): He = Hc + ∆h = 20 + 138,9 = 158,9 m σz,c = He / 2 = 112,4 m He / zi = 158,9 / 250 = 0,636 (< 0,659) 2 xc = 5⋅ σ 2 z,c 2 Δh 138,9 2 − = 5 ⋅ 112,4 − = 526 m 3,5 3,5 −0,5 σ y = 0,22 x c (1 + 0,0004 x c ) 2 σ y,c Δh = σ + = 3,5 2 y Per le polveri: cc = −0,5 = 0,22 ⋅ 526 (1 + 0,0004 ⋅ 526) = 105,2 m 2 138,9 105,2 + = 112,4 m. 3,5 2 2 Q σ z,c / σ y,c πeuH 2 e = 2 ⋅ 10.200 ⋅ 112,4 / 112,4 = 0,095 μg/m 3 π ⋅ 2,718 ⋅ 1 ⋅ 158,9 2 (tale valore, che è su base oraria, diventa 0,095 · 0,4 = 0,038 µg/m³ su base giornaliera) Per NO2: cc = 2 ⋅ 153.000 ⋅ 112,4 / 112,4 = 1,42 μg/m 3 2 π ⋅ 2,718 ⋅ 1 ⋅ 158,9 20 ECOPROGETTI Le concentrazioni sopra calcolate di NO2 vanno normalizzate alla temperatura di 20°C (e quindi divise per 293/278 = 1,054) prima del confronto con il limite ammissibile. Il calcolo rigoroso condotto con la formula 1), usando le espressioni corrette delle σ (formula 4) e tenendo conto del termine Vi (con zi = 250 m), porta a risultati quasi identici a quelli delle formule semplificate sopra utilizzate (si ottiene ad es. xc = 597 m invece di 526 m come distanza alla quale la ricaduta è massima, cc = 0,0986 µg/m³ di polveri invece di 0,095 e cc = 1,479 µg/m³ di NO2 invece di 1,42). La lieve discrepanza è dovuta essenzialmente al fatto che il termine Vi non risulta del tutto trascurabile, ovvero che la presenza dello strato di inversione non è completamente irrilevante (ed infatti He / zi = 0,636 è sì minore di 0,659, ma non con grande margine). Per i COV, per i quali Q = 8.100 µg/sec, si ottiene analogamente una concentrazione massima al suolo di 0,078 µg/m³ (del tutto trascurabile). 21 ECOPROGETTI 7. CONFRONTO CON I LIMITI AMMISSIBILI Le concentrazioni al suolo ammissibili di riferimento sono quelle fissate dal D.Lgs. n. 155/10. Esso prevede un limite di 200 µg/m³ su base oraria per il biossido d’azoto (NO2), da non superarsi più di 18 volte per anno civile, e di 50 µg/m³ su base giornaliera per le polveri sottili (PM10), da non superarsi più di 35 volte per anno civile. Il decreto non prevede limiti per le sostanze organiche volatili in genere, salvo un limite specifico per il benzene (pari a 5 µg/m³, addirittura su base annua). Il contributo massimo del camino del combustore è pari a 1,40 µg/m³ di NO2 (ottenuti normalizzando a 20°C, come previsto dall’All. VI del D.Lgs., gli 1,479 µg/m³ calcolati ad una temperatura di 5°C). Si tratta appena dello 0,70% del limite, e va tenuto conto che ci si è riferiti alle condizioni meteorologiche più critiche e ad una particolare distanza dal camino (597 m). Per quanto riguarda le polveri sottili, il contributo massimo sarà pari a 0,038 µg/m³, ovvero allo 0,076% del limite. In questo caso il valore non solo è correlato alle condizioni meteorologiche e alla distanza più critiche possibili, ma anche all’emissione massima annua registrata al camino, ipotizzata contemporanea alle condizioni suddette. È evidente l’ipercautelatività di tale scenario, del tutto improbabile: come già accennato nel par. 4.3, è più realistico considerare un contributo massimo del camino alla concentrazione delle polveri al suolo pari a circa la metà di quello qui calcolato (ovvero dell’ordine di 0,02 µg/m³). Quanto alle concentrazioni nell’aria di Bra dei due inquinanti in oggetto, dalle rilevazioni dell’ARPA di Cuneo (Relazione sulla qualità dell’aria 2014, prot. n. 53460/10 del 30/06/2015, e Relazione sulla convenzione Arpa Piemonte Comune di Bra 2011-2013, del 4/06/2014) risulta che: - la concentrazione media di NO2 è dell’ordine di 15÷20 µg/m³ nei mesi estivi e di 40÷50 µg/m³ nei mesi invernali (non si sono registrati superamenti del limite di concentrazione oraria negli ultimi 15 anni), 22 ECOPROGETTI - la concentrazione media di PM10 è dell’ordine di 20 µg/m³ nei mesi estivi e di 40÷50 µg/m³ nei mesi invernali (negli ultimi 5 anni i superamenti del limite di concentrazione giornaliera sono stati 80÷100 all’anno, contro i 35 consentiti). Per entrambi gli inquinanti i valori misurati risultano comunque in calo, negli ultimi anni, rispetto ad una decina di anni fa. 23 ECOPROGETTI ALLEGATO 2 ANALISI DEI RIFIUTI TRATTATI LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2742/15 Torino 25/01/2016 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) Numero campione: 2742 Data ricevimento: 29/12/15 Categoria Merceologica: Rifiuti analisi sul tal quale Data inizio prove: 07/01/16 Data termine prove: 12/01/16 Prodotto dichiarato: Rifiuto Descrizione Campione: Denominato: "Pezzi di laminato rotto" Etichetta Campione: Processo Produttivo: Codice CER: 03 01 05 segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce 03 01 04 Quantità Campione: Restituzione Campione: 1Kg No Imballaggio: Busta di plastica sigillata Procedura di campionamento: Campione consegnato dal Cliente Data di Campionamento: 29/12/15 (Assegnato/Ipotizzato) Il presente rapporto di prova riguarda esclusivamente il campione sottoposto a prova ed esso non può essere riprodotto parzialmente, se non previa approvazione scritta da parte di questo Laboratorio. Il laboratorio è in grado di fornire i valori relativi all'incertezza di misura delle singole prove e criteri con cui sono stati calcolati. Il calcolo dell'incertezza di misura estesa è stato eseguito utilizzando un fattore di copertura K pari a 2,26, per un livello di confidenza del 95% sulla base di n°9 gradi di libertà. Per "<" si intende che il risultato analitico è inferiore al limite di rilevabilità del metodo in oggetto. Pagina 1 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2742/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico 07/01/2016 07/01/16 Residuo a 105°C* % UNI EN 14346:2007 94,50 07/01/2016 07/01/16 Solidi totali fissi - % Residuo a 550°C* CNR IRSA 2 Q 64 Vol 2 1984 7,32 11/01/2016 11/01/16 Potere calorifico KJ/Kg superiore* UNI CEN/TS 16023:2014 18710 11/01/2016 11/01/16 Potere calorifico KJ/Kg inferiore* UNI CEN/TS 16023:2014 17400 12/01/2016 12/01/16 Carbonio* % UNI EN 15407:2011 49,9 12/01/2016 12/01/16 Idrogeno* % UNI EN 15407:2011 5,9 12/01/2016 12/01/16 Azoto* % UNI EN 15407:2011 5,2 08/01/2016 12/01/16 Cloro* 0,01 % EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007 08/01/2016 12/01/16 Fluoro* < 0,01 % EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007 08/01/2016 12/01/16 Zolfo* 0,05 % EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007 08/01/2016 08/01/16 Composti di < 5,0 mg/kg antimonio esclusi tetraossido (Sb2O4), pentaossido (Sb2O5), trisolfuro (Sb2S3), pentasolfuro (Sb2S5), e quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Arsenico UM mg/kg Valore Incertezza estesa di misura < 5,0 Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 - 250000 HP6 225000 HP6 250000 HP14 50000 HP6 Acute Tox. 3 - H301 35000 HP6 Acute Tox. 3 - H331 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP14 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Pagina 2 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2742/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico 08/01/2016 08/01/16 Cadmio composti, mg/kg < 5,0 esclusi il solfoseleniuro (xCdS.yCdSe), i solfuri misti di cadmio e zinco (xCdS.yZnS), i solfuri misti di cadmio e mercurio (xCdS.yHgS) e quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Cobalto UM mg/kg Valore Incertezza estesa di misura < 5,0 Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP6 550000 HP6 225000 HP6 250000 HP14 Skin Sens. 1 - H317 Resp. Sens. 1 - H334 - 100000 HP13 100000 HP13 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Cromo totale 19,9 mg/kg UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Manganese 31,3 mg/kg (espresso come manganese biossido) UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 - 250000 HP6 225000 HP6 08/01/2016 08/01/16 Composti < 5,0 mg/kg inorganici del mercurio, escluso il solfuro di mercurio (cinabro) e quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 1 - H310 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 2500 HP6 2500 HP6 5000 HP6 100000 HP5 250000 HP14 08/01/2016 08/01/16 Skin Sens. 1 - H317 Carc. 2 - H351 STOT RE 1 - H372 - 100000 HP13 10000 HP7 10000 HP5 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Repr. 1A - H360Df STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP6 225000 HP6 3000 HP10 100000 HP5 250000 HP14 Nichel mg/kg 6,9 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Composti del < 5,0 mg/kg piombo, esclusi quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Pagina 3 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2742/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico 08/01/2016 08/01/16 Rame metallico mg/kg < 5,0 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Composti del tallio, mg/kg < 5,0 esclusi quelli espressamente indicati* UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Vanadio < 5,0 mg/kg UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 07/01/2016 12/01/16 Formaldeide* UM Valore mg/kg Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Chronic 2 - H411 - 2500 HP6 5000 HP6 100000 HP5 250000 HP14 256 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Skin Corr. 1B - H314 Skin Sens. 1 - H317 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 Carc. 1B - H350 - 50000 HP6 150000 HP6 10000 HP4 50000 HP8 100000 HP13 35000 HP6 10000 HP11 1000 HP7 1943,0 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 STOT RE 2 - H373 - 50000 HP6 150000 HP6 50000 HP8 35000 HP6 10000 HP11 100000 HP5 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 - 50000 HP6 150000 HP6 50000 HP8 < 10,0 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 - 250000 HP6 550000 HP6 225000 HP6 250000 HP14 < 10,0 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Aquatic Chronic 2 - H411 - 250000 HP6 150000 HP6 50000 HP8 250000 HP14 Incertezza estesa di misura EPA 8315A 1996 07/01/2016 12/01/16 Fenoli* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Fenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Metilfenolo 23,0 mg/kg (miscela di isomeri)* EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 2-clorofenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 2,4-diclorofenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Pagina 4 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2742/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico UM Valore mg/kg Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 < 10,0 Acute Tox. 4 - H302 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP6 200000 HP4 10000 HP7 250000 HP14 < 10,0 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Acute Tox. 2 - H330 STOT SE 3 - H335 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 50000 HP6 150000 HP6 200000 HP4 5000 HP6 200000 HP5 10000 HP7 250000 HP14 2,4,6-triclorofenolo * Incertezza estesa di misura EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Pentaclorofenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Pagina 5 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2742/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06 Sommatoria Sommatoria delle sostanze classificate Skin Corr. 1A (H314) ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4 Sommatoria delle sostanze classificate H318 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4 Sommatoria delle sostanze classificate H315 e H319 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4 Sommatoria delle sostanze classificate H304 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP5 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1 (Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2 (Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3 (Oral) H301 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4 (Oral) H302 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1 (Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2 (Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3 (Dermal) H311 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4 (Dermal) H312 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1 (Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2 (Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3 (Inhal.) H331 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg 10000 100000 200000 100000 1000 2500 1943 50000 250000 2500 25000 1943 150000 550000 1000 5000 1943 35000 Pagina 6 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2742/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06 Sommatoria Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4 (Inhal.) H332 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate H314 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP8 Sommatoria delle sostanze classificate H400 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 Sommatoria delle sostanze classificate H410 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 Sommatoria delle sostanze classificate H410 e H411 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg 225000 50000 250000 250000 250000 Pagina 7 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2742/15 * prova non accreditata da ACCREDIA GIUDIZIO Dall'analisi dei risultati ottenuti, sulla base delle informazioni relative al ciclo produttivo che ha generato il rifiuto, delle schede di sicurezza disponibili, esclusivamente per il campione e i parametri in esame, nell'ambito della valutazione della pericolosità dei rifiuti ai sensi della Decisione 2000/532/CE, così come modificata dalla Decisione 2015/955/UE, ed in riferimento ai limiti previsti da Regolamento UE 1357/2014 che sostituisce l'allegato III della direttiva 2008/98/CE, il campione in esame risulta classificabile come rifiuto speciale non pericoloso. I dati di concentrazione sono espressi in mg/kg di campione tal quale. Per quanto concerne le concentrazioni dei metalli analizzati nel campione i dati sono stati confrontati con i rispettivi limiti del composto più pericoloso pertinente. La classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi è stata effettuata ai sensi della Legge 27/02/2009 n°13, Art. 6-quater: "La classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi ai fini dell'assegnazione della caratteristica di pericolo HP7, «cancerogeno», si effettua conformemente a quanto indicato per gli idrocarburi totali nella Tabella A2 dell'Allegato A al decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 4 dicembre 2008". La determinazione della formaldeide è stata effettuata utilizzando acqua ultrapura come soluzione estraente. Per quanto concerne l'assegnazione della caratteristica di pericolo HP14 si è fatto riferimento alla nota del CNC dei Chimici Prot. 393/15/cnc/fta del 25 giugno 2015 che ribadisce l'opportunità di mantenere tale assegnazione secondo le modalità dell'accordo ADR per la classe 9 - M6 e M7, essendo la previsione transitoria vigente nell'ordinamento italiano che determina tale caratteristica di pericolo non apparentemente in contrasto con il quadro normativo europeo. L'utilizzo dei criteri ADR è stato indicato anche nella Legge 6 agosto 2015, n. 125 nelle more dell'adozione, da parte della Commissione europea, di specifici criteri per l'attribuzione ai rifiuti della caratteristica di pericolo HP 14 "ecotossico". Per quanto concerne la classificazione delle singole sostanze è stata esclusivamente considerata la classificazione armonizzata proposta dalla tabella 3.1 dell'allegato VI al Regolamento CLP 1272/2008 nella versione aggiornata all'ATP06. Il rifiuto in esame non è soggetto alla normativa ADR definita nel Decreto Legislativo 27 gennaio 2010 n°55 così come modificato dal DM 16 gennaio 2015. Il Direttore Tecnico del Laboratorio dr. Davide Tiraboschi Firmato digitalmente da Tiraboschi Davide CN: Tiraboschi Davide O: ArubaPEC S.p.A. OU: Certification AuthorityC T: Chimico Junior Pagina 8 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2743/15 Torino 25/01/2016 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) Numero campione: 2743 Data ricevimento: 29/12/15 Categoria Merceologica: Rifiuti analisi sul tal quale Data inizio prove: 07/01/16 Data termine prove: 12/01/16 Prodotto dichiarato: Rifiuto Descrizione Campione: Denominato: "Polverino di laminato" Etichetta Campione: Processo Produttivo: Codice CER: 03 01 05 segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce 03 01 04 Quantità Campione: Restituzione Campione: 1Kg No Imballaggio: Busta di plastica sigillata Procedura di campionamento: Campione consegnato dal Cliente Data di Campionamento: 29/12/15 (Assegnato/Ipotizzato) Il presente rapporto di prova riguarda esclusivamente il campione sottoposto a prova ed esso non può essere riprodotto parzialmente, se non previa approvazione scritta da parte di questo Laboratorio. Il laboratorio è in grado di fornire i valori relativi all'incertezza di misura delle singole prove e criteri con cui sono stati calcolati. Il calcolo dell'incertezza di misura estesa è stato eseguito utilizzando un fattore di copertura K pari a 2,26, per un livello di confidenza del 95% sulla base di n°9 gradi di libertà. Per "<" si intende che il risultato analitico è inferiore al limite di rilevabilità del metodo in oggetto. Pagina 1 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2743/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico 07/01/2016 07/01/16 Residuo a 105°C* % UNI EN 14346:2007 95,90 07/01/2016 07/01/16 Solidi totali fissi - % Residuo a 550°C* CNR IRSA 2 Q 64 Vol 2 1984 6,63 11/01/2016 11/01/16 Potere calorifico KJ/Kg superiore* UNI CEN/TS 16023:2014 18600 11/01/2016 11/01/16 Potere calorifico KJ/Kg inferiore* UNI CEN/TS 16023:2014 17400 12/01/2016 12/01/16 Carbonio* % UNI EN 15407:2011 48,3 12/01/2016 12/01/16 Idrogeno* % UNI EN 15407:2011 5,8 12/01/2016 12/01/16 Azoto* % UNI EN 15407:2011 3,7 08/01/2016 12/01/16 Cloro* 0,01 % EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007 08/01/2016 12/01/16 Fluoro* < 0,01 % EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007 08/01/2016 12/01/16 Zolfo* 0,06 % EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007 08/01/2016 08/01/16 Composti di < 5,0 mg/kg antimonio esclusi tetraossido (Sb2O4), pentaossido (Sb2O5), trisolfuro (Sb2S3), pentasolfuro (Sb2S5), e quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Arsenico UM mg/kg Valore Incertezza estesa di misura < 5,0 Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 - 250000 HP6 225000 HP6 250000 HP14 50000 HP6 Acute Tox. 3 - H301 35000 HP6 Acute Tox. 3 - H331 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP14 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Pagina 2 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2743/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico 08/01/2016 08/01/16 Cadmio composti, mg/kg < 5,0 esclusi il solfoseleniuro (xCdS.yCdSe), i solfuri misti di cadmio e zinco (xCdS.yZnS), i solfuri misti di cadmio e mercurio (xCdS.yHgS) e quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Cobalto UM mg/kg Valore Incertezza estesa di misura < 5,0 Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP6 550000 HP6 225000 HP6 250000 HP14 Skin Sens. 1 - H317 Resp. Sens. 1 - H334 - 100000 HP13 100000 HP13 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Cromo totale 38,1 mg/kg UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Manganese 46,4 mg/kg (espresso come manganese biossido) UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 - 250000 HP6 225000 HP6 08/01/2016 08/01/16 Composti < 5,0 mg/kg inorganici del mercurio, escluso il solfuro di mercurio (cinabro) e quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 1 - H310 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 2500 HP6 2500 HP6 5000 HP6 100000 HP5 250000 HP14 08/01/2016 08/01/16 Skin Sens. 1 - H317 Carc. 2 - H351 STOT RE 1 - H372 - 100000 HP13 10000 HP7 10000 HP5 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Repr. 1A - H360Df STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP6 225000 HP6 3000 HP10 100000 HP5 250000 HP14 Nichel mg/kg 13,7 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Composti del < 5,0 mg/kg piombo, esclusi quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Pagina 3 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2743/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico 08/01/2016 08/01/16 Rame metallico mg/kg < 5,0 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Composti del tallio, mg/kg < 5,0 esclusi quelli espressamente indicati* UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Vanadio < 5,0 mg/kg UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 07/01/2016 12/01/16 Formaldeide* UM Valore mg/kg Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Chronic 2 - H411 - 2500 HP6 5000 HP6 100000 HP5 250000 HP14 429 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Skin Corr. 1B - H314 Skin Sens. 1 - H317 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 Carc. 1B - H350 - 50000 HP6 150000 HP6 10000 HP4 50000 HP8 100000 HP13 35000 HP6 10000 HP11 1000 HP7 4281,0 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 STOT RE 2 - H373 - 50000 HP6 150000 HP6 50000 HP8 35000 HP6 10000 HP11 100000 HP5 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 - 50000 HP6 150000 HP6 50000 HP8 < 10,0 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 - 250000 HP6 550000 HP6 225000 HP6 250000 HP14 < 10,0 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Aquatic Chronic 2 - H411 - 250000 HP6 150000 HP6 50000 HP8 250000 HP14 Incertezza estesa di misura EPA 8315A 1996 07/01/2016 12/01/16 Fenoli* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Fenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Metilfenolo 21,0 mg/kg (miscela di isomeri)* EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 2-clorofenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 2,4-diclorofenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Pagina 4 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2743/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico UM Valore mg/kg Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 < 10,0 Acute Tox. 4 - H302 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP6 200000 HP4 10000 HP7 250000 HP14 < 10,0 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Acute Tox. 2 - H330 STOT SE 3 - H335 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 50000 HP6 150000 HP6 200000 HP4 5000 HP6 200000 HP5 10000 HP7 250000 HP14 2,4,6-triclorofenolo * Incertezza estesa di misura EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Pentaclorofenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Pagina 5 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2743/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06 Sommatoria Sommatoria delle sostanze classificate Skin Corr. 1A (H314) ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4 Sommatoria delle sostanze classificate H318 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4 Sommatoria delle sostanze classificate H315 e H319 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4 Sommatoria delle sostanze classificate H304 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP5 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1 (Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2 (Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3 (Oral) H301 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4 (Oral) H302 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1 (Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2 (Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3 (Dermal) H311 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4 (Dermal) H312 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1 (Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2 (Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3 (Inhal.) H331 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg 10000 100000 200000 100000 1000 2500 4281 50000 250000 2500 25000 4281 150000 550000 1000 5000 4281 35000 Pagina 6 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2743/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06 Sommatoria Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4 (Inhal.) H332 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate H314 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP8 Sommatoria delle sostanze classificate H400 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 Sommatoria delle sostanze classificate H410 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 Sommatoria delle sostanze classificate H410 e H411 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg 225000 50000 250000 250000 250000 Pagina 7 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2743/15 * prova non accreditata da ACCREDIA GIUDIZIO Dall'analisi dei risultati ottenuti, sulla base delle informazioni relative al ciclo produttivo che ha generato il rifiuto, delle schede di sicurezza disponibili, esclusivamente per il campione e i parametri in esame, nell'ambito della valutazione della pericolosità dei rifiuti ai sensi della Decisione 2000/532/CE, così come modificata dalla Decisione 2015/955/UE, ed in riferimento ai limiti previsti da Regolamento UE 1357/2014 che sostituisce l'allegato III della direttiva 2008/98/CE, il campione in esame risulta classificabile come rifiuto speciale non pericoloso. I dati di concentrazione sono espressi in mg/kg di campione tal quale. Per quanto concerne le concentrazioni dei metalli analizzati nel campione i dati sono stati confrontati con i rispettivi limiti del composto più pericoloso pertinente. La classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi è stata effettuata ai sensi della Legge 27/02/2009 n°13, Art. 6-quater: "La classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi ai fini dell'assegnazione della caratteristica di pericolo HP7, «cancerogeno», si effettua conformemente a quanto indicato per gli idrocarburi totali nella Tabella A2 dell'Allegato A al decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 4 dicembre 2008". La determinazione della formaldeide è stata effettuata utilizzando acqua ultrapura come soluzione estraente. Per quanto concerne l'assegnazione della caratteristica di pericolo HP14 si è fatto riferimento alla nota del CNC dei Chimici Prot. 393/15/cnc/fta del 25 giugno 2015 che ribadisce l'opportunità di mantenere tale assegnazione secondo le modalità dell'accordo ADR per la classe 9 - M6 e M7, essendo la previsione transitoria vigente nell'ordinamento italiano che determina tale caratteristica di pericolo non apparentemente in contrasto con il quadro normativo europeo. L'utilizzo dei criteri ADR è stato indicato anche nella Legge 6 agosto 2015, n. 125 nelle more dell'adozione, da parte della Commissione europea, di specifici criteri per l'attribuzione ai rifiuti della caratteristica di pericolo HP 14 "ecotossico". Per quanto concerne la classificazione delle singole sostanze è stata esclusivamente considerata la classificazione armonizzata proposta dalla tabella 3.1 dell'allegato VI al Regolamento CLP 1272/2008 nella versione aggiornata all'ATP06. Il rifiuto in esame non è soggetto alla normativa ADR definita nel Decreto Legislativo 27 gennaio 2010 n°55 così come modificato dal DM 16 gennaio 2015. Il Direttore Tecnico del Laboratorio dr. Davide Tiraboschi Firmato digitalmente da Tiraboschi Davide CN: Tiraboschi Davide O: ArubaPEC S.p.A. OU: Certification AuthorityC T: Chimico Junior Pagina 8 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2744/15 Torino 25/01/2016 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) Numero campione: 2744 Data ricevimento: 29/12/15 Categoria Merceologica: Rifiuti analisi sul tal quale Data inizio prove: 07/01/16 Data termine prove: 12/01/16 Prodotto dichiarato: Rifiuto Descrizione Campione: Denominato: "Fogli di scarto di carta impregnata Kraft" Etichetta Campione: Processo Produttivo: Codice CER: 16 03 05* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose (Assegnato/Ipotizzato) Restituzione Campione: 1Kg No Imballaggio: Busta di plastica sigillata Procedura di campionamento: Campione consegnato dal Cliente Data di Campionamento: 29/12/15 Quantità Campione: Il presente rapporto di prova riguarda esclusivamente il campione sottoposto a prova ed esso non può essere riprodotto parzialmente, se non previa approvazione scritta da parte di questo Laboratorio. Il laboratorio è in grado di fornire i valori relativi all'incertezza di misura delle singole prove e criteri con cui sono stati calcolati. Il calcolo dell'incertezza di misura estesa è stato eseguito utilizzando un fattore di copertura K pari a 2,26, per un livello di confidenza del 95% sulla base di n°9 gradi di libertà. Per "<" si intende che il risultato analitico è inferiore al limite di rilevabilità del metodo in oggetto. Pagina 1 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2744/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico 07/01/2016 07/01/16 Residuo a 105°C* % UNI EN 14346:2007 91,40 07/01/2016 07/01/16 Solidi totali fissi - % Residuo a 550°C* CNR IRSA 2 Q 64 Vol 2 1984 4,45 11/01/2016 11/01/16 Potere calorifico KJ/Kg superiore* UNI CEN/TS 16023:2014 18190 11/01/2016 11/01/16 Potere calorifico KJ/Kg inferiore* UNI CEN/TS 16023:2014 16900 12/01/2016 12/01/16 Carbonio* % UNI EN 15407:2011 55,0 12/01/2016 12/01/16 Idrogeno* % UNI EN 15407:2011 6,2 12/01/2016 12/01/16 Azoto* % UNI EN 15407:2011 2,9 08/01/2016 12/01/16 Cloro* 0,01 % EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007 08/01/2016 12/01/16 Fluoro* < 0,01 % EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007 08/01/2016 12/01/16 Zolfo* 0,05 % EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007 08/01/2016 08/01/16 Composti di < 5,0 mg/kg antimonio esclusi tetraossido (Sb2O4), pentaossido (Sb2O5), trisolfuro (Sb2S3), pentasolfuro (Sb2S5), e quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Arsenico UM mg/kg Valore Incertezza estesa di misura < 5,0 Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 - 250000 HP6 225000 HP6 250000 HP14 50000 HP6 Acute Tox. 3 - H301 35000 HP6 Acute Tox. 3 - H331 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP14 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Pagina 2 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2744/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico 08/01/2016 08/01/16 Cadmio composti, mg/kg < 5,0 esclusi il solfoseleniuro (xCdS.yCdSe), i solfuri misti di cadmio e zinco (xCdS.yZnS), i solfuri misti di cadmio e mercurio (xCdS.yHgS) e quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Cobalto UM mg/kg Valore Incertezza estesa di misura < 5,0 Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP6 550000 HP6 225000 HP6 250000 HP14 Skin Sens. 1 - H317 Resp. Sens. 1 - H334 - 100000 HP13 100000 HP13 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Cromo totale 35,3 mg/kg UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Manganese 50,5 mg/kg (espresso come manganese biossido) UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 - 250000 HP6 225000 HP6 08/01/2016 08/01/16 Composti < 5,0 mg/kg inorganici del mercurio, escluso il solfuro di mercurio (cinabro) e quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 1 - H310 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 2500 HP6 2500 HP6 5000 HP6 100000 HP5 250000 HP14 08/01/2016 08/01/16 Skin Sens. 1 - H317 Carc. 2 - H351 STOT RE 1 - H372 - 100000 HP13 10000 HP7 10000 HP5 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Repr. 1A - H360Df STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP6 225000 HP6 3000 HP10 100000 HP5 250000 HP14 Nichel mg/kg 10,5 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Composti del < 5,0 mg/kg piombo, esclusi quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Pagina 3 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2744/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico 08/01/2016 08/01/16 Rame metallico mg/kg < 5,0 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Composti del tallio, mg/kg < 5,0 esclusi quelli espressamente indicati* UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Vanadio < 5,0 mg/kg UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 07/01/2016 12/01/16 Formaldeide* UM Valore Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Chronic 2 - H411 - 2500 HP6 5000 HP6 100000 HP5 250000 HP14 1631 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Skin Corr. 1B - H314 Skin Sens. 1 - H317 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 Carc. 1B - H350 - 50000 HP6 150000 HP6 10000 HP4 50000 HP8 100000 HP13 35000 HP6 10000 HP11 1000 HP7 10262,0 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 STOT RE 2 - H373 - 50000 HP6 150000 HP6 50000 HP8 35000 HP6 10000 HP11 100000 HP5 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 - 50000 HP6 150000 HP6 50000 HP8 < 10,0 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 - 250000 HP6 550000 HP6 225000 HP6 250000 HP14 < 10,0 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Aquatic Chronic 2 - H411 - 250000 HP6 150000 HP6 50000 HP8 250000 HP14 mg/kg Incertezza estesa di misura EPA 8315A 1996 07/01/2016 12/01/16 Fenoli* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Fenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Metilfenolo 35,0 mg/kg (miscela di isomeri)* EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 2-clorofenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 2,4-diclorofenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Pagina 4 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2744/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico UM Valore mg/kg Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 < 10,0 Acute Tox. 4 - H302 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP6 200000 HP4 10000 HP7 250000 HP14 < 10,0 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Acute Tox. 2 - H330 STOT SE 3 - H335 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 50000 HP6 150000 HP6 200000 HP4 5000 HP6 200000 HP5 10000 HP7 250000 HP14 2,4,6-triclorofenolo * Incertezza estesa di misura EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Pentaclorofenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Pagina 5 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2744/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06 Sommatoria Sommatoria delle sostanze classificate Skin Corr. 1A (H314) ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4 Sommatoria delle sostanze classificate H318 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4 Sommatoria delle sostanze classificate H315 e H319 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4 Sommatoria delle sostanze classificate H304 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP5 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1 (Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2 (Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3 (Oral) H301 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4 (Oral) H302 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1 (Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2 (Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3 (Dermal) H311 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4 (Dermal) H312 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1 (Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2 (Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3 (Inhal.) H331 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg 10000 100000 200000 100000 1000 2500 11893 50000 250000 2500 25000 11893 150000 550000 1000 5000 11893 35000 Pagina 6 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2744/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06 Sommatoria Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4 (Inhal.) H332 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate H314 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP8 Sommatoria delle sostanze classificate H400 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 Sommatoria delle sostanze classificate H410 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 Sommatoria delle sostanze classificate H410 e H411 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg 225000 10262 50000 250000 250000 250000 Pagina 7 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2744/15 * prova non accreditata da ACCREDIA GIUDIZIO Dall'analisi dei risultati ottenuti, sulla base delle informazioni relative al ciclo produttivo che ha generato il rifiuto, delle schede di sicurezza disponibili, esclusivamente per il campione e i parametri in esame, nell'ambito della valutazione della pericolosità dei rifiuti ai sensi della Decisione 2000/532/CE, così come modificata dalla Decisione 2015/955/UE, ed in riferimento ai limiti previsti da Regolamento UE 1357/2014 che sostituisce l'allegato III della direttiva 2008/98/CE, il campione in esame risulta classificabile come rifiuto speciale pericoloso. Le caratteristiche di pericolo HP associate sono: HP 7 "Cancerogeno" per il superamento del limite relativo alla frase H350 HP 11 "Mutageno" per il superamento del limite relativo alla frase H341 I dati di concentrazione sono espressi in mg/kg di campione tal quale. Per quanto concerne le concentrazioni dei metalli analizzati nel campione i dati sono stati confrontati con i rispettivi limiti del composto più pericoloso pertinente. La classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi è stata effettuata ai sensi della Legge 27/02/2009 n°13, Art. 6-quater: "La classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi ai fini dell'assegnazione della caratteristica di pericolo HP7, «cancerogeno», si effettua conformemente a quanto indicato per gli idrocarburi totali nella Tabella A2 dell'Allegato A al decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 4 dicembre 2008". La determinazione della formaldeide è stata effettuata utilizzando acqua ultrapura come soluzione estraente. Per quanto concerne l'assegnazione della caratteristica di pericolo HP14 si è fatto riferimento alla nota del CNC dei Chimici Prot. 393/15/cnc/fta del 25 giugno 2015 che ribadisce l'opportunità di mantenere tale assegnazione secondo le modalità dell'accordo ADR per la classe 9 - M6 e M7, essendo la previsione transitoria vigente nell'ordinamento italiano che determina tale caratteristica di pericolo non apparentemente in contrasto con il quadro normativo europeo. L'utilizzo dei criteri ADR è stato indicato anche nella Legge 6 agosto 2015, n. 125 nelle more dell'adozione, da parte della Commissione europea, di specifici criteri per l'attribuzione ai rifiuti della caratteristica di pericolo HP 14 "ecotossico". Per quanto concerne la classificazione delle singole sostanze è stata esclusivamente considerata la classificazione armonizzata proposta dalla tabella 3.1 dell'allegato VI al Regolamento CLP 1272/2008 nella versione aggiornata all'ATP06. Il rifiuto in esame non è soggetto alla normativa ADR definita nel Decreto Legislativo 27 gennaio 2010 n°55 così come modificato dal DM 16 gennaio 2015. Il Direttore Tecnico del Laboratorio dr. Davide Tiraboschi Firmato digitalmente da Tiraboschi Davide CN: Tiraboschi Davide O: ArubaPEC S.p.A. OU: Certification AuthorityC T: Chimico Junior Pagina 8 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2745/15 Torino 25/01/2016 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) Numero campione: 2745 Data ricevimento: 29/12/15 Categoria Merceologica: Rifiuti analisi sul tal quale Data inizio prove: 07/01/16 Data termine prove: 12/01/16 Prodotto dichiarato: Rifiuto Descrizione Campione: Denominato: "Fogli di scarto di carta impregnata decorativa" Etichetta Campione: Processo Produttivo: Codice CER: 16 03 05* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose (Assegnato/Ipotizzato) Restituzione Campione: 1Kg No Imballaggio: Busta di plastica sigillata Procedura di campionamento: Campione consegnato dal Cliente Data di Campionamento: 29/12/15 Quantità Campione: Il presente rapporto di prova riguarda esclusivamente il campione sottoposto a prova ed esso non può essere riprodotto parzialmente, se non previa approvazione scritta da parte di questo Laboratorio. Il laboratorio è in grado di fornire i valori relativi all'incertezza di misura delle singole prove e criteri con cui sono stati calcolati. Il calcolo dell'incertezza di misura estesa è stato eseguito utilizzando un fattore di copertura K pari a 2,26, per un livello di confidenza del 95% sulla base di n°9 gradi di libertà. Per "<" si intende che il risultato analitico è inferiore al limite di rilevabilità del metodo in oggetto. Pagina 1 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2745/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico 07/01/2016 07/01/16 Residuo a 105°C* % UNI EN 14346:2007 92,40 07/01/2016 07/01/16 Solidi totali fissi - % Residuo a 550°C* CNR IRSA 2 Q 64 Vol 2 1984 11,75 11/01/2016 11/01/16 Potere calorifico KJ/Kg superiore* UNI CEN/TS 16023:2014 14880 11/01/2016 11/01/16 Potere calorifico KJ/Kg inferiore* UNI CEN/TS 16023:2014 13800 12/01/2016 12/01/16 Carbonio* % UNI EN 15407:2011 36,8 12/01/2016 12/01/16 Idrogeno* % UNI EN 15407:2011 5,1 12/01/2016 12/01/16 Azoto* % UNI EN 15407:2011 26,5 08/01/2016 12/01/16 Cloro* 0,03 % EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007 08/01/2016 12/01/16 Fluoro* < 0,01 % EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007 08/01/2016 12/01/16 Zolfo* 0,09 % EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007 08/01/2016 08/01/16 Composti di < 5,0 mg/kg antimonio esclusi tetraossido (Sb2O4), pentaossido (Sb2O5), trisolfuro (Sb2S3), pentasolfuro (Sb2S5), e quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Arsenico UM mg/kg Valore Incertezza estesa di misura < 5,0 Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 - 250000 HP6 225000 HP6 250000 HP14 50000 HP6 Acute Tox. 3 - H301 35000 HP6 Acute Tox. 3 - H331 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP14 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Pagina 2 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2745/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico 08/01/2016 08/01/16 Cadmio composti, mg/kg < 5,0 esclusi il solfoseleniuro (xCdS.yCdSe), i solfuri misti di cadmio e zinco (xCdS.yZnS), i solfuri misti di cadmio e mercurio (xCdS.yHgS) e quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Cobalto UM mg/kg Valore Incertezza estesa di misura < 5,0 Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP6 550000 HP6 225000 HP6 250000 HP14 Skin Sens. 1 - H317 Resp. Sens. 1 - H334 - 100000 HP13 100000 HP13 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Cromo totale < 5,0 mg/kg UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Manganese 5,2 mg/kg (espresso come manganese biossido) UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 - 250000 HP6 225000 HP6 08/01/2016 08/01/16 Composti < 5,0 mg/kg inorganici del mercurio, escluso il solfuro di mercurio (cinabro) e quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 1 - H310 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 2500 HP6 2500 HP6 5000 HP6 100000 HP5 250000 HP14 08/01/2016 08/01/16 Skin Sens. 1 - H317 Carc. 2 - H351 STOT RE 1 - H372 - 100000 HP13 10000 HP7 10000 HP5 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Repr. 1A - H360Df STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP6 225000 HP6 3000 HP10 100000 HP5 250000 HP14 Nichel mg/kg 7,1 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Composti del < 5,0 mg/kg piombo, esclusi quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Pagina 3 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2745/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 08/01/2016 08/01/16 Rame metallico mg/kg 16,3 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 08/01/2016 08/01/16 Composti del tallio, mg/kg < 5,0 esclusi quelli espressamente indicati* UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Chronic 2 - H411 - 2500 HP6 5000 HP6 100000 HP5 250000 HP14 08/01/2016 08/01/16 Vanadio < 5,0 mg/kg UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 07/01/2016 12/01/16 6302 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Skin Corr. 1B - H314 Skin Sens. 1 - H317 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 Carc. 1B - H350 - 50000 HP6 150000 HP6 10000 HP4 50000 HP8 100000 HP13 35000 HP6 10000 HP11 1000 HP7 < 10,0 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 STOT RE 2 - H373 - 50000 HP6 150000 HP6 50000 HP8 35000 HP6 10000 HP11 100000 HP5 Metilfenolo < 10,0 mg/kg (miscela di isomeri)* EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 - 50000 HP6 150000 HP6 50000 HP8 < 10,0 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 - 250000 HP6 550000 HP6 225000 HP6 250000 HP14 < 10,0 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Aquatic Chronic 2 - H411 - 250000 HP6 150000 HP6 50000 HP8 250000 HP14 Formaldeide* UM Valore mg/kg Incertezza estesa di misura EPA 8315A 1996 07/01/2016 12/01/16 Fenoli* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Fenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 2-clorofenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 2,4-diclorofenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Pagina 4 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2745/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico UM Valore mg/kg Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 < 10,0 Acute Tox. 4 - H302 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP6 200000 HP4 10000 HP7 250000 HP14 < 10,0 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Acute Tox. 2 - H330 STOT SE 3 - H335 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 50000 HP6 150000 HP6 200000 HP4 5000 HP6 200000 HP5 10000 HP7 250000 HP14 2,4,6-triclorofenolo * Incertezza estesa di misura EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Pentaclorofenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Pagina 5 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2745/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06 Sommatoria Sommatoria delle sostanze classificate Skin Corr. 1A (H314) ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4 Sommatoria delle sostanze classificate H318 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4 Sommatoria delle sostanze classificate H315 e H319 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4 Sommatoria delle sostanze classificate H304 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP5 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1 (Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2 (Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3 (Oral) H301 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4 (Oral) H302 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1 (Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2 (Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3 (Dermal) H311 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4 (Dermal) H312 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1 (Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2 (Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3 (Inhal.) H331 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg 10000 100000 200000 100000 1000 2500 6302 50000 250000 2500 25000 6302 150000 550000 1000 5000 6302 35000 Pagina 6 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2745/15 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06 Sommatoria Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4 (Inhal.) H332 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate H314 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP8 Sommatoria delle sostanze classificate H400 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 Sommatoria delle sostanze classificate H410 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 Sommatoria delle sostanze classificate H410 e H411 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg 225000 50000 250000 250000 250000 Pagina 7 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 2745/15 * prova non accreditata da ACCREDIA GIUDIZIO Dall'analisi dei risultati ottenuti, sulla base delle informazioni relative al ciclo produttivo che ha generato il rifiuto, delle schede di sicurezza disponibili, esclusivamente per il campione e i parametri in esame, nell'ambito della valutazione della pericolosità dei rifiuti ai sensi della Decisione 2000/532/CE, così come modificata dalla Decisione 2015/955/UE, ed in riferimento ai limiti previsti da Regolamento UE 1357/2014 che sostituisce l'allegato III della direttiva 2008/98/CE, il campione in esame risulta classificabile come rifiuto speciale pericoloso. Le caratteristiche di pericolo HP associate sono: HP 7 "Cancerogeno" per il superamento del limite relativo alla frase H350 I dati di concentrazione sono espressi in mg/kg di campione tal quale. Per quanto concerne le concentrazioni dei metalli analizzati nel campione i dati sono stati confrontati con i rispettivi limiti del composto più pericoloso pertinente. La classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi è stata effettuata ai sensi della Legge 27/02/2009 n°13, Art. 6-quater: "La classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi ai fini dell'assegnazione della caratteristica di pericolo HP7, «cancerogeno», si effettua conformemente a quanto indicato per gli idrocarburi totali nella Tabella A2 dell'Allegato A al decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 4 dicembre 2008". La determinazione della formaldeide è stata effettuata utilizzando acqua ultrapura come soluzione estraente. Per quanto concerne l'assegnazione della caratteristica di pericolo HP14 si è fatto riferimento alla nota del CNC dei Chimici Prot. 393/15/cnc/fta del 25 giugno 2015 che ribadisce l'opportunità di mantenere tale assegnazione secondo le modalità dell'accordo ADR per la classe 9 - M6 e M7, essendo la previsione transitoria vigente nell'ordinamento italiano che determina tale caratteristica di pericolo non apparentemente in contrasto con il quadro normativo europeo. L'utilizzo dei criteri ADR è stato indicato anche nella Legge 6 agosto 2015, n. 125 nelle more dell'adozione, da parte della Commissione europea, di specifici criteri per l'attribuzione ai rifiuti della caratteristica di pericolo HP 14 "ecotossico". Per quanto concerne la classificazione delle singole sostanze è stata esclusivamente considerata la classificazione armonizzata proposta dalla tabella 3.1 dell'allegato VI al Regolamento CLP 1272/2008 nella versione aggiornata all'ATP06. Il rifiuto in esame non è soggetto alla normativa ADR definita nel Decreto Legislativo 27 gennaio 2010 n°55 così come modificato dal DM 16 gennaio 2015. Il Direttore Tecnico del Laboratorio dr. Davide Tiraboschi Firmato digitalmente da Tiraboschi Davide CN: Tiraboschi Davide O: ArubaPEC S.p.A. OU: Certification AuthorityC T: Chimico Junior Pagina 8 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 37/16 Torino 25/01/2016 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) Numero campione: 37 Data ricevimento: 12/01/16 Data inizio prove: 13/01/16 Categoria Merceologica: Rifiuti analisi sul tal quale Prodotto dichiarato: Rifiuto Descrizione Campione: Denominato: "Residui di filtrazione del bagno di resina fenolica" Etichetta Campione: Processo Produttivo: Data termine prove: 19/01/16 Codice CER: 03 03 10 scarti di fibre e fanghi contenenti fibre, riempitivi e prodotti di rivestimento generati dai processi di separazione meccanica Quantità Campione: Restituzione Campione: 500 g No Imballaggio: Sacchetto in plastica sigillato Procedura di campionamento: Campione consegnato dal Cliente Data di Campionamento: 12/01/16 (Assegnato/Ipotizzato) Il presente rapporto di prova riguarda esclusivamente il campione sottoposto a prova ed esso non può essere riprodotto parzialmente, se non previa approvazione scritta da parte di questo Laboratorio. Il laboratorio è in grado di fornire i valori relativi all'incertezza di misura delle singole prove e criteri con cui sono stati calcolati. Il calcolo dell'incertezza di misura estesa è stato eseguito utilizzando un fattore di copertura K pari a 2,26, per un livello di confidenza del 95% sulla base di n°9 gradi di libertà. Per "<" si intende che il risultato analitico è inferiore al limite di rilevabilità del metodo in oggetto. Pagina 1 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 37/16 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico 13/01/2016 14/01/16 Residuo a 105°C* % UNI EN 14346:2007 31,51 14/01/2016 14/01/16 Solidi totali fissi - % Residuo a 550°C* CNR IRSA 2 Q 64 Vol 2 1984 3,44 15/01/2016 15/01/16 Potere calorifico KJ/Kg superiore* UNI CEN/TS 16023:2014 6520 15/01/2016 15/01/16 Potere calorifico KJ/Kg inferiore* UNI CEN/TS 16023:2014 4400 18/01/2016 19/01/16 Carbonio* % UNI EN 15407:2011 16,1 18/01/2016 19/01/16 Idrogeno* % UNI EN 15407:2011 9,6 18/01/2016 19/01/16 Azoto* % UNI EN 15407:2011 < 0,5 15/01/2016 18/01/16 Cloro* 0,02 % EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007 15/01/2016 18/01/16 Fluoro* < 0,01 % EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007 15/01/2016 18/01/16 Zolfo* 0,07 % EPA 5050 1994 + EPA 9056A 2007 15/01/2016 15/01/16 Composti di < 5,0 mg/kg antimonio esclusi tetraossido (Sb2O4), pentaossido (Sb2O5), trisolfuro (Sb2S3), pentasolfuro (Sb2S5), e quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 15/01/2016 15/01/16 Arsenico UM mg/kg Valore Incertezza estesa di misura < 5,0 Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 - 250000 HP6 225000 HP6 250000 HP14 50000 HP6 Acute Tox. 3 - H301 35000 HP6 Acute Tox. 3 - H331 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP14 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Pagina 2 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 37/16 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico 15/01/2016 15/01/16 Cadmio composti, mg/kg < 5,0 esclusi il solfoseleniuro (xCdS.yCdSe), i solfuri misti di cadmio e zinco (xCdS.yZnS), i solfuri misti di cadmio e mercurio (xCdS.yHgS) e quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 15/01/2016 15/01/16 Cobalto UM mg/kg Valore Incertezza estesa di misura < 5,0 Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP6 550000 HP6 225000 HP6 250000 HP14 Skin Sens. 1 - H317 Resp. Sens. 1 - H334 - 100000 HP13 100000 HP13 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 15/01/2016 15/01/16 Cromo totale 11,7 mg/kg UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 15/01/2016 15/01/16 Manganese 32,6 mg/kg (espresso come manganese biossido) UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 - 250000 HP6 225000 HP6 15/01/2016 15/01/16 Composti < 5,0 mg/kg inorganici del mercurio, escluso il solfuro di mercurio (cinabro) e quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 1 - H310 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 2500 HP6 2500 HP6 5000 HP6 100000 HP5 250000 HP14 15/01/2016 15/01/16 Skin Sens. 1 - H317 Carc. 2 - H351 STOT RE 1 - H372 - 100000 HP13 10000 HP7 10000 HP5 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H332 Repr. 1A - H360Df STOT RE 2 - H373 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP6 225000 HP6 3000 HP10 100000 HP5 250000 HP14 Nichel mg/kg 8,0 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 15/01/2016 15/01/16 Composti del < 5,0 mg/kg piombo, esclusi quelli espressamente indicati UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 Pagina 3 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 37/16 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico 15/01/2016 15/01/16 Rame metallico mg/kg < 5,0 UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 15/01/2016 15/01/16 Composti del tallio, mg/kg < 5,0 esclusi quelli espressamente indicati* UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 15/01/2016 15/01/16 Vanadio < 5,0 mg/kg UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2009 13/01/2016 13/01/16 Formaldeide* UM Valore mg/kg Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 Acute Tox. 2 - H300 Acute Tox. 2 - H330 STOT RE 2 - H373 Aquatic Chronic 2 - H411 - 2500 HP6 5000 HP6 100000 HP5 250000 HP14 918 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Skin Corr. 1B - H314 Skin Sens. 1 - H317 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 Carc. 1B - H350 - 50000 HP6 150000 HP6 10000 HP4 50000 HP8 100000 HP13 35000 HP6 10000 HP11 1000 HP7 1009,0 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Acute Tox. 3 - H331 Muta. 2 - H341 STOT RE 2 - H373 - 50000 HP6 150000 HP6 50000 HP8 35000 HP6 10000 HP11 100000 HP5 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 - 50000 HP6 150000 HP6 50000 HP8 < 10,0 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 4 - H312 Acute Tox. 4 - H332 Aquatic Chronic 2 - H411 - 250000 HP6 550000 HP6 225000 HP6 250000 HP14 < 10,0 Acute Tox. 4 - H302 Acute Tox. 3 - H311 Skin Corr. 1B - H314 Aquatic Chronic 2 - H411 - 250000 HP6 150000 HP6 50000 HP8 250000 HP14 Incertezza estesa di misura EPA 8315A 1996 13/01/2016 13/01/16 Fenoli* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Fenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Metilfenolo 67,0 mg/kg (miscela di isomeri)* EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 2-clorofenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 2,4-diclorofenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Pagina 4 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 37/16 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) ANALISI SUL TAL QUALE Data inizio Data fine Nome Prova e Metodo Analitico UM Valore mg/kg Classificazione Regolamento CE 1272/2008 (CLP) Limiti Regolamento (UE) 1357/2014 del 18 dicembre 2014 < 10,0 Acute Tox. 4 - H302 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 250000 HP6 200000 HP4 10000 HP7 250000 HP14 < 10,0 Acute Tox. 3 - H301 Acute Tox. 3 - H311 Eye Irrit. 2 - H319 - Skin Irrit. 2 - H315 Acute Tox. 2 - H330 STOT SE 3 - H335 Carc. 2 - H351 Aquatic Acute 1 - H400 - Aquatic Chronic 1 - H410 - 50000 HP6 150000 HP6 200000 HP4 5000 HP6 200000 HP5 10000 HP7 250000 HP14 Skin Sens. 1 - H317 Eye Dam. 1 - H318 STOT SE 3 - H335 Repr. 2 - H361f - 100000 HP13 100000 HP4 200000 HP5 30000 HP10 2,4,6-triclorofenolo * Incertezza estesa di misura EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Pentaclorofenolo* mg/kg EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 < 10,0 mg/kg 2,4-diterbutilfenolo * EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Bisfenolo A* mg/kg < 10,0 EPA 3546 2007 + EPA 8270D 2007 Pagina 5 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 37/16 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06 Sommatoria Sommatoria delle sostanze classificate Skin Corr. 1A (H314) ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4 Sommatoria delle sostanze classificate H318 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4 Sommatoria delle sostanze classificate H315 e H319 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP4 Sommatoria delle sostanze classificate H304 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP5 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1 (Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2 (Oral) H300 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3 (Oral) H301 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4 (Oral) H302 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1 (Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2 (Dermal) H310 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3 (Dermal) H311 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4 (Dermal) H312 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.1 (Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.2 (Inhal.) H330 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.3 (Inhal.) H331 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg 10000 100000 200000 100000 1000 2500 1009 50000 250000 2500 25000 1009 150000 550000 1000 5000 1009 35000 Pagina 6 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 37/16 Committente: ABET LAMINATI S.p.A. Viale industria 21 12042 Brà (CN) INDICE DI PERICOLOSITA' DI CUI AL PUNTO 3.4 DELL' ALLEGATO D PARTE QUARTA D.LGS 152/06 Sommatoria Sommatoria delle sostanze classificate Acute Tox.4 (Inhal.) H332 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP6 Sommatoria delle sostanze classificate H314 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP8 Sommatoria delle sostanze classificate H400 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 Sommatoria delle sostanze classificate H410 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 Sommatoria delle sostanze classificate H410 e H411 ai fini dell'attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 CONCENTRAZIONI RILEVATE mg/Kg CONCENTRAZIONI LIMITE mg/Kg 225000 50000 250000 250000 250000 Pagina 7 di 8 LAB N° 0267 R.C.B. s.r.l. - RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE Via Santhià, 94 - 10154 TORINO Tel.: 0112462569-2467444 - Fax: 0112467151 E-mail: [email protected] – Sito: www.rcbsrl.it Rapporto di Prova N. 37/16 * prova non accreditata da ACCREDIA GIUDIZIO Dall'analisi dei risultati ottenuti, sulla base delle informazioni relative al ciclo produttivo che ha generato il rifiuto, delle schede di sicurezza disponibili, esclusivamente per il campione e i parametri in esame, nell'ambito della valutazione della pericolosità dei rifiuti ai sensi della Decisione 2000/532/CE, così come modificata dalla Decisione 2015/955/UE, ed in riferimento ai limiti previsti da Regolamento UE 1357/2014 che sostituisce l'allegato III della direttiva 2008/98/CE, il campione in esame risulta classificabile come rifiuto speciale non pericoloso. I dati di concentrazione sono espressi in mg/kg di campione tal quale. Per quanto concerne le concentrazioni dei metalli analizzati nel campione i dati sono stati confrontati con i rispettivi limiti del composto più pericoloso pertinente. La classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi è stata effettuata ai sensi della Legge 27/02/2009 n°13, Art. 6-quater: "La classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi ai fini dell'assegnazione della caratteristica di pericolo HP7, «cancerogeno», si effettua conformemente a quanto indicato per gli idrocarburi totali nella Tabella A2 dell'Allegato A al decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 4 dicembre 2008". La determinazione della formaldeide è stata effettuata utilizzando acqua ultrapura come soluzione estraente. Per quanto concerne l'assegnazione della caratteristica di pericolo HP14 si è fatto riferimento alla nota del CNC dei Chimici Prot. 393/15/cnc/fta del 25 giugno 2015 che ribadisce l'opportunità di mantenere tale assegnazione secondo le modalità dell'accordo ADR per la classe 9 - M6 e M7, essendo la previsione transitoria vigente nell'ordinamento italiano che determina tale caratteristica di pericolo non apparentemente in contrasto con il quadro normativo europeo. L'utilizzo dei criteri ADR è stato indicato anche nella Legge 6 agosto 2015, n. 125 nelle more dell'adozione, da parte della Commissione europea, di specifici criteri per l'attribuzione ai rifiuti della caratteristica di pericolo HP 14 "ecotossico". Per quanto concerne la classificazione delle singole sostanze è stata esclusivamente considerata la classificazione armonizzata proposta dalla tabella 3.1 dell'allegato VI al Regolamento CLP 1272/2008 nella versione aggiornata all'ATP06. Il rifiuto in esame non è soggetto alla normativa ADR definita nel Decreto Legislativo 27 gennaio 2010 n°55 così come modificato dal DM 16 gennaio 2015. Il Direttore Tecnico del Laboratorio dr. Davide Tiraboschi Firmato digitalmente da Tiraboschi Davide CN: Tiraboschi Davide O: ArubaPEC S.p.A. OU: Certification AuthorityC T: Chimico Junior Pagina 8 di 8 ECOPROGETTI ALLEGATO 3 ANALISI DELLE CENERI PRODOTTE ECOPROGETTI ALLEGATO 4 ORGANIGRAMMA DEL PERSONALE PER LA GESTIONE DEL COMBUSTORE RESPONSABILE IMPIANTO Derapalino L. Resp. Manutenzione Piumatti F. Rubinetti M. Fuochisti Alesso Bergamaschi Dellavalle Tunzi ECOPROGETTI ALLEGATO 5 TABELLE “A” E “B” Ecoprogetti TABELLA A Quantitativo annuo (t/a) RIFIUTI IN INGRESSO AL TRATTAMENTO C.E.R. TOTALI TRATTATI Trattato (2015) Trattabile 3.644 5.520 Pezzi di laminato rotto 030105 330 1.000 Pezzi di pannelli TEFOR rotti o fuori specifica 120105 0 150 Imballaggi in legno 150103 0 600 160306 698 3.500 Fogli di scarto di carta impregnata decorativa e Kraft 1) Capacità massima di stoccaggio (t) Tempo di permanenza 150101 48 450 Fondi da rotoli di carte nude 200101 0 400 Area di stoccaggio area di 220 m² all’aperto imballi su pallets (120 m³) prima della triturazione 150 massimo: 90 gg normale: 15 gg Anime in cartone Luogo / contenitore di stoccaggio 1 silo da 90 m³ dopo la triturazione area da 100 m² al coperto area da 90 m² al coperto Residui di filtrazione 030310 6 10 3 cassoni da 20 m³ Polverino di laminato 030105 2.562 3.900 50 3 postazioni al coperto 1 silo da 100 m³ 1) 160305* a partire dal 1/01/2016 TABELLA B RIFIUTI DERIVANTI DAL TRATTAMENTO Ceneri pesanti Ceneri leggere Quantitativo annuo (t/a) Prodotto (2015) Producibile Capacità massima di stoccaggio (t) 326 650 24 C.E.R. 100115 100117 83 150 18 Tempo di permanenza massimo: 90 gg (rispetta art. 183 (b b) del D.Lgs. 152/06) deposito temporaneo Luogo / contenitore di stoccaggio Area di stoccaggio BRA SERVIZI Srl 2 cassoni da 18 m³ vedi planimetria F0090516 25 m³ di big-bags da 0,5÷1 m³ Destinazione ROSSO Srl SERVIZI AMBIENTALI PIEMONTESI Srl ECOPROGETTI ALLEGATO 6 DIS. F0080516 (PLANIMETRIA STABILIMENTO) DIS. F0090516 (PLANIMETRIA AREA IMPIANTO) DIS. F0220406 (DISEGNO COMBUSTORE) IMMAGINE FOTOGRAFICA DELLO STABILIMENTO MOTORI MOTORI OPRIETA' CONFINI PR Rep. Collaudo MOTORI Rep. Imballaggio - Spedizione Velatrice Linea Morbidelli MOTORE MOTORE MID_REWOP MID_REWOP MID_REWOP MID_REWOP MID_REWOP MID_REWOP MID_REWOP MID_REWOP MID_REWOP POWER_DIM POWER_DIM MID_REWOP POWER_DIM POWER_DIM POWER_DIM MID_REWOP Magazzino Carta Kraft 3 POWER_DIM MID_REWOP PIANO SUPERIORE Infermeria segreteria MID_REWOP POWER_DIM infermeria dalla pressa al recuperatore c SUPP. SUPP. c Ø 10" Vasca Olio SUPP. c SUPP. asse effettivo posiz. Scambiatore allo SCAMBIATORE scamb. 30 SCARICO DRENAGGI POMPE z2 A z1 1z x T 52NG x A x Y x z2 P y B 2z y A z1 T z2 B P z1 x y x OR 4625 Ø6" Ø6" Ø8" Ø8" c SUPP. R=1 DN 125 z2 10" T P y GN63 c SUPP. A.S. B 6.1 R=1.5 A.S. OR 4625 R=1 DN 125 z1 R=1 30 c by-pass 6.1 SUPP. R=1 Impianto di Trattamento S.O.V. con Recupero Termorigenerativo -RTO- 22°30 Ø950 dal recuperatore 30 6.1 y1 y by-pass z1 x y z2 OR 4625 OR 4700 OR 4700 DN 150 DN 150 y x P A T DN 125 OR 4700 DN 150 T y z2 x z1 GN25 y x P A A.S. Magazzino Carta Kraft 3 A.F. A.F. SUPP. c 1 A.S. SUPP. c dallo scambiatore POZZO A.S. ALLA PRESSA A.S. 1 2 A.S. A.S. COMANDI 2 1 ARMADI ELETTRICI Fosso intubato Postaz. Pacchi Pressa 22 Impregnatrice VITS n°. 21 Fenolica Postaz. Pacchi Pressa 21 Magazzino Carta Kraft 2 FOS SO C OP ERT O Impregnatrice T23 Fenolica Copri-Scopri per Pedane Magazzino Carta Kraft 1 Rep. Carte Decorative Magazzino Carta Decorative 2 Taglio Finitura MILLTEX Parcheggio Cabina Elettrica "E" Magaz. Scorte Portineria Magazzino Carta Decorative 1 Officina Compound Officina Ditte Esterne Locale Caricabatterie Muletti Impregnatrice T22 Melaminica Impregnatrice VA3 Melaminica Ciller Reference point Pressa in Continuo: HYMMEN z1 z1 Cabina Elettrica "B" y x y x x x y y y z2 z2 z1 z2 z2 z2 z1 x z1 Impregnatrice T24 Melaminica Isola Ecologica Imp. Resine 50 m3 50 m3 50 m3 50 m3 50 m3 Archivio Cunicoli Scarico 30 m3 Cabina Metano Imp. Resine 30 m3 Cabina Elettrica "A" 30 m3 Caldaia GALLERI Caldaia NEOTERM Locale Compressori Laboratorio Chimico 50 m3 Magazzino (ex Catox) Centrale Termica n°. 3 Accumulatore Rudnick CAMINO CAMINO Termovalorizzatore GALLERI - GEM CONFINI PROPRIETA' Uffici Cabina Elettrica "C" Officina Ditte Esterne SILOS TETTOIA NAVIGLIO DI BRA NAVI GLIO DI BR A PIANO AMMEZZATO Linea Estrusore TEFOR Cabina El. "D" ST RA DA FA LC HE TT O METALLEIDO ABET LAMINATI Unlimited selection ABET LAMINATI Unlimited selection ³ ³ ABET - LAMINATI