Partito Democratico – l`intervento del gruppo del

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Partito Democratico – l`intervento del gruppo del
Gruppo Consigliare
Voglio ringraziare il Presidente del Consiglio, il Sindaco, la giunta ed in particolare
l'Assessore alle Pari Opportunità Rolfini per avere portato in questo consesso il tema
della violenza contro le donne, di così rilevante importanza sociale, una delle tante
questioni che non hanno, per anni, trovato spazio e considerazione in questo luogo.
Ritengo infatti che a Cento si sia taciuto per troppo tempo su diversi drammi sociali,
siano essi la violenza sulle donne o le violazioni dei diritti umani, siano le morti sul
lavoro o le tragedie umanitarie, quasi fossimo estranei a ciò che avviene intorno a noi,
vicino e lontano.
Voglio anche ringraziare la nostra cortese ospite, Paola Castagnotto, sia per la sua
presenza e testimonianza questa sera, sia per l'impegno di cui ha dato e darà prova
quale Presidente del Centro Donna Giustizia.
Poco più di mezzo secolo fa, nella Repubblica Dominicana, dove da un trentennio
vigeva la sanguinosa dittatura di Rafael Trujillo, il 25 novembre del 1960, tre giovani
sorelle, oppositrici di quel regime, che non avevano commesso alcun reato e neppure
erano accusate di alcunchè, furono fermate lungo la strada da alcuni agenti dei servizi
segreti e trasportate in aperta campagna, dove vennero stuprate, torturate ed infine
barbaramente uccise.
Nel dicembre 1999 l'O.N.U ha dichiarato il 25 novembre, anniversario di questo triste
emblematico episodio, giornata mondiale contro la violenza alle donne, per rinnovare
lo sforzo per eliminarla in ogni sua forma. L’art 1 della Dichiarazione delle Nazioni
Unite sulla Eliminazione della Violenza contro le donne, del 1993, recita:
"Ai fini della presente Dichiarazione l'espressione "violenza contro le donne"
comprende ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che
possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale
o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione
arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata."
Quando si parla di violenza sulle donne si parla quindi non solo di quella più
aberrante, quella delle sevizie e dello stupro, ma anche di violenza psicologica e
intimidatoria, che trova spazio sia dentro che fuori le mura domestiche, nei luoghi di
lavoro, quasi sempre nel silenzio complice o nell'indifferenza di familiari, amici e
colleghi.
Esiste anche una forma di violenza su base economica: la mancanza di autonomia
finanziaria rende le donne deboli ed esposte a ricatti. Significativo è il dato sullo stato
di occupazione e di retribuzione femminile in Italia: meno della metà delle donne in
età da lavoro risulta avere un'occupazione (il 46% della popolazione femminile) e la
retribuzione risulta essere inferiore a quella maschile di più di un quinto (il 21%). Non
avere autonomia economica significa spesso essere forzate a convivere con un uomo
violento o padrone perché è il dispensatore della sopravvivenza materiale.
L'immagine femminile che emerge dai mass media del nostro paese è una specie di
spot di promozione della violenza e della prevaricazione verso le donne. Il messaggio
prevalente è quello che per vendere un qualsiasi prodotto, questo deve essere
pubblicizzato da una bellona seminuda, hanno mistificato perfino Babbo Natale, per
vendere un panettone ne hanno fatto indossare i panni ad una ragazza che
candidamente indossa cappello e giacca rossa e mette in mostra gambe e culo. Anche
questo è violenza contro le donne.
Come meravigliarci che dilaghi una cultura di violenza verso le donne, quando pseudo
governanti hanno comportamenti che legittimano la mercificazione delle donne,
quando diventa istituzionale il Bunga Bunga? Anche questo è violenza contro le donne.
I maschi vengono spesso educati a vedere le donne solo con gli occhi del piacere o,
peggio, del sesso; non si guarda la donna per quello che veramente è, cioè una
persona che può essere poco o molto intelligente, più o meno brava, più o meno
capace, ma comunque una persona, con la sua dignità di persona.
La prima conseguenza di tale cultura dilagante è la discriminazione, a volte anche
inconsapevole per quanto è radicata, che ancora è presente in ogni campo,
nonostante si sia promulgata un'apposita legge sulle pari opportunità che, come dice
la parlamentare Bonino, è una tutela stile WWF. Lo dimostrano i numeri delle donne
inserite nel mondo politico in Italia: le donne parlamentari sono il 17% a fronte del
Nord Europa che vanta medie che variano tra il 40 ed il 50% e ciò risulta ancora più
incredibile se si pensa che gli aventi diritto al voto sono in maggioranza le donne. Tale
squilibrio si può osservare anche in questo consiglio, dove le donne sono solo 3 su 16.
Ritengo che noi tutti dobbiamo impegnarci affinchè si affermi nella nostra società un
nuovo messaggio che è quello della condanna per ogni atto o gesto ostile verso altri,
in particolare verso chi è in uno stato di debolezza. Provo a menzionare alcuni
strumenti di cambiamento su cui si può e si deve lavorare:
• un impegno della scuola, di ogni ordine e grado, per un'educazione alla non
violenza;
• una formazione degli operatori dell'ordine pubblico, siano essi di polizia che dei
centri di accoglienza o servizi sociali;
• campagne di informazione e sensibilizzazione a tutti i livelli.
Anche le Amministrazioni Locali possono avere un ruolo nel processo di affermazione
di una cultura che stigmatizzi la violenza contro le donne, ne aumenti la protezione
sociale e ne promuova il ruolo di protagoniste nella società.
Credo che iniziative come quella che si è tenuta oggi alla Pandurera, in cui oltre 300
ragazzi hanno incontrato la prefetta di Ferrara e la nostra ospite Paola Castagnotto su
questo tema, siano un segno della volontà della nostra Amministrazione e come
gruppo consigliare del PD ci impegneremo affinchè si faccia sempre di più nella nostra
città, per eliminare ogni forma di violenza contro le donne.
Gruppo Partito Democratico