Leggi le prime pagine

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Leggi le prime pagine
Raymond Queneau nasce a Le Havre nel 1903, arrivato
a Parigi aderisce al surrealismo, diventa amico di Henry
Miller ed è fin da giovanissimo uno dei massimi animatori
della vita culturale francese, fondando riviste e lanciando
movimenti letterari come l’OuLiPo, al quale aderiscono
tra gli altri Georges Perec e il nostro Italo Calvino. Tra i
suoi libri più celebri: Suburbio e fuga (1944), Esercizi di
stile (1947), Zazie nel metrò (1959) e I fiori blu (1965).
Membro dell’Académie Goncourt, pittore, matematico,
autore di testi per canzoni e balletti, si è spento a Parigi
nel 1976.
Beaubourg
Il Centre Pompidou, luogo d’incontro di giovani artisti e
performer, musicisti e skater, presta il nome alla collana di
Edizioni Clichy che dà voce allo spirito della cultura pop, in
tutte le sue espressioni: dalla musica al cinema alla danza,
alla narrativa postmoderna che sappia venire incontro ai
lettori più diversi. Un percorso aperto, curioso, che si apre
a ogni tipo di espressione, compresa la graphic novel, e che
esplora senza snobismi quello che si muove intorno a noi.
« Connaissez-vous Paris? »
de Raymond Queneau
© 2011 Éditions Gallimard - Paris
Per l’edizione italiana:
© 2013 Edizioni Clichy - Firenze
Edizioni Clichy
Via Pietrapiana, 32
50121 - Firenze
www.edizioniclichy.it
Isbn: 978-88-6799-099-3
Raymond Queneau
Conosci Parigi?
Tutto quello che devi
assolutamente sapere
Selezione dei testi, avvertenza e note
di Odile Cortinovis, da un’idea di Emmanuël Souchier
Postfazione di Emmanuël Souchier
Traduzione di Antonella Conti
Edizioni Clichy
Indice
Connaissez-Vous Paris? 7
Conosci Parigi? 19
Postfazione.
Connaissez-Vous Paris?
Un istante di felicità... 183
Indice dei Nomi,
dei Luoghi, degli Oggetti 194
Connaissez-vous Paris?1
C’è stata un’epoca della mia vita - mai conclusasi del tutto - in cui, per risolvere problemi economici difficili, mi capitava di cercare delle «idee»
che potessero aiutarmi, per dirla con un’espressione insieme desueta e grossolana, a «mettere un po’
di burro negli spinaci»,2 in altre parole: che fossero «redditizie». Un giornale-dépliant di pronostici
statistici sulle corse ippiche è uno di quei progetti
che ho portato più avanti, mentre altri, infruttuosi
ronzini, rimanevano al palo. Un bel giorno, tutt’a
un tratto, paf! mi è venuta l’idea «giusta». A voler
essere sinceri, era ora. Da tre anni andavo cinque
volte la settimana da uno psicoanalista per farmi
1 Questo testo è apparso sulla rivista Service nel luglio 1955 a firma «di
Raymond Queneau, dell’Académie Goncourt». Rivista tecnica dedicata ai
trasporti, Service pubblicava delle «Cronache» culturali che ospitarono testi
di Blaise Cendrars, Oscar Wilde, Raymond Queneau...
2 «Mettre du beurre dans [s]es épinards» significa migliorare il proprio
benessere, le proprie condizioni economiche, in genere attraverso piccole
entrate aggiuntive o impreviste [N.d.T.].
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Raymond Queneau
liberare da un’infelice tendenza a mal gestire i miei
interessi. Ma non divaghiamo... In verità, non pensavo che fosse poi una così buona idea. Tuttavia, a
quell’idea, ho fatto fare i cento metri piani fino alla
redazione dell’Intransigeant, dove, con mia grande
soddisfazione e sorpresa, si (nella persona di Delange che più tardi avrebbe diretto Comœdia)3 decise
di accettare la mia «idea», con molti complimenti
e, ancor meglio, con una remunerazione abbastanza sostanziosa per l’epoca.
Per ritornare all’idea in questione, si trattava
semplicemente - ma la semplicità è la pietra di
paragone delle buone idee - di porre ogni giorno
ai lettori dell’Intransigeant tre domande su Parigi.
Avrebbero trovato le risposte nella pagina degli
annunci economici - ma non ero io l’autore di
questo perfezionamento, che aveva lo scopo di far
leggere i suddetti annunci e che del resto fu introdotto solo dopo qualche tempo. Evidentemente,
queste domande su Parigi non dovevano essere né
banali né troppo stravaganti. Connaissez-vous Paris?
era il titolo che avevo dato alla rubrica, con l’approvazione della direzione. Ma domandare se l’avenue
3 Lo stesso René Delange mette fine alla rubrica di Queneau nel 1938. È
ancora lui che, nel giugno 1941, un anno dopo la chiusura dell’Intransigeant, lancia il settimanale Comœdia, considerato come la vetrina culturale del collaborazionismo a Parigi. Da notare che nel 1936 L’Intransigeant
passa nelle mani di uno dei gruppi più potenti della stampa dell’epoca, il
gruppo Prouvost, che crea la rivista Marie-Claire evocata da Queneau nel
romanzo Le Dimanche de la vie (cfr. la postfazione al presente volume).
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Conosci Parigi?
degli Champs-Élysées sbocca in place de l’Étoile,
o se la Tour Eiffel è alta più di 299 metri, sarebbe
stato di scarso interesse. D’altra parte, domandare
dove aveva abitato Henri Poincaré e in quale strada si trovava il ristorante del padre di Roland Petit
sarebbe stato, diciamo, esagerato. Tanto più che a
quell’epoca Roland Petit doveva avere una decina
d’anni. Ho quindi cominciato con degli argomenti
intermedi - come l’olmo di place Saint-Gervais o
l’impasse de la Croix-Jarry. Credevo di conoscere
Parigi piuttosto bene e invece, mentre ragionavo
su tutto questo, mi accorsi non soltanto che non
conoscevo Parigi, ma anche che poche persone potevano vantare questa conoscenza. Avevo cominciato, molto semplicemente, con il Rochegude - sostituito ai nostri giorni dall’Hillairet4 - e benché ci
fossero meno di trent’anni di distanza fra l’uno e
l’altro, Rochegude aveva visto un mucchio di cose
che ormai erano scomparse - così, piano piano,
senza rivoluzioni né bombardamenti. E anch’io, se
oggi rimettessi mano alla raccolta (immaginaria)
dei miei articoli, vedrei che tante cose di cui raccomandavo la visita o la vista sono svanite pure loro...
4 Il marchese de Rochegude pubblica la raccolta delle Promenades dans toutes les rues de Paris par arrondissement nel 1910. Ripresa nel 1923 da Maurice Dumoulin, l’opera viene ripubblicata sotto il titolo Guide pratique à
travers le vieux Paris (editore E. Champion). Nel 1935 è la volta di Jacques
Hillaret con il Dictionnaire historique des rues de Paris, che fa ancora testo
in materia (Éditions de Minuit). Queneau pensava invece a una Chronique
de Paris nella quale si proponeva in special modo di correggere gli errori
rilevati negli scritti dei colleghi durante i suoi vagabondaggi per la città.
L’opera non vide però mai la luce.
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Raymond Queneau
... La vecchia Parigi non c’ è più (cambia d’aspetto
una città più velocemente, ahimè!
del cuore dei mortali).5
Questi versi di Baudelaire, un contemporaneo
li ha commentati così:
La Parigi che amaste
non è la stessa che amiamo
senza fretta ci avviamo
verso quella che scorderemo
Topografie! itinerari!
vagabondaggi per la città!
ricordi di antichi orari!
com’ è difficile il ricordo...
Senza una pianta sotto gli occhi
non ci si comprenderà più
perché questo non è che un gioco
e l’oblio di un tempo che fu
(Se non fossimo noi stessi a citarci, almeno
qualche volta, chi mai potrebbe farlo?)6
5 Le vieux Paris n’est plus (la forme d’une ville/change plus vite, hélas! que le
cœur d’un mortel). I versi citati da Queneau sono tratti da Charles Baudelaire, Les Fleurs du mal, «Le Cygne» (trad. it. I fiori del male, «Il cigno», a
cura di Cosimo Ortesta, Firenze, Giunti, 1996, p. 169) [N.d.T.].
6 Queneau aveva una particolare predilezione per questo poema intitolato
«L’Amphion», inviato all’amico Jean Piel nel 1923. Lo inserisce poi nel
romanzo autobiografico Les Derniers Jours, pubblicato nel 1936. Il poema
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Conosci Parigi?
Quando scrivevo i testi per Connaissez-vous
Paris? non avevo evidentemente tutte queste nostalgie da rivangare. Mi preoccupavo molto semplicemente di non inserire inesattezze nel passato
o nel presente. Nel presente, tutto sommato, era
piuttosto facile. Bastava andare a vedere se le curiosità indicate da Rochegude esistevano ancora.
La maggior parte - e non dico ahimè! - era sparita, in particolare quell’illuminazione a olio che
ancora un’edizione di poco anteriore alla Prima
Guerra Mondiale indicava. Sono andato a ricercarla in quegli arrondissement il cui numero d’ordine supera la cifra X e che, all’epoca, facevano
ancora «eccentrico». Non sono sicuro che si possa
ancora trovare, da qualche parte nel dipartimento
della Senna, anche una singola lampada a olio,
ma è pur vero che la nostra avenue degli ChampsÉlysées a tutt’oggi, maggio 1955, è illuminata da
lampioni a gas! E non si ha nemmeno l’impressione che la massa dei parigini sia esasperata da un
simile ritardo...
Uno dei primi luoghi di Parigi dove, incitato
dal Rochegude, sono andato a trascinare la mia
curiosità inquisitoria, è l’impasse de la Croix-Jarry,
già nota. Parte da rue Watt, vicino alla fabbrica di
trova spazio nella raccolta Les Ziaux nel 1943. Nel 1949 viene riprodotto
nell’Almanach de Paris An 2000 (Le Cercle d’échanges artistiques internationaux), poi inserito nella raccolta Si tu t’imagines (1952). Queneau lo
commenta alla radio nel 1953 prima di citarlo nuovamente nella rivista
Service del luglio 1955. Trad. it. di Giacinto Spagnoletti. «L’Anfione», in
L’istante fatale, Parma, Guanda, 1963, p. 29
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Raymond Queneau
pastiglie Vichy, da qualche parte nel più profondo
del 13° arrondissement, oltre la gare d’Austerlitz e
place d’Italie. Di tutte le curiosità che ho segnalato allora, è una delle poche che siano rimaste
intatte. Ci sono tornato, all’inizio di quest’anno,
con Boris Vian, il quale ha ammesso senza difficoltà che, nel suo genere, non era male. All’epoca,
ci avevo mandato il pittore Élie Lascaux7 che, posatoci il suo cavalletto, ne aveva fatto venir fuori
tutta una fauna alquanto stupefacente di vagabondi e di clochard: anche lui ammise volentieri
che, nel suo genere, non era male.
La mia rubrica, lo dico in tutta modestia, ebbe
un certo successo. Durò più di due anni; al ritmo di tre domande al giorno, furono in tutto più
di duemila quelle che rivolsi al lettore benevolo
- senza mai ripetermi e commettendo un solo
errore grave: avevo dichiarato che il 1° arrondissement era sprovvisto di cinema; dimenticavo il
Vendôme. Il giorno stesso, un signore in bombetta si presentò al giornale per riscuotere il premio
che aveva immaginato dovesse essere attribuito
ai lettori che trovavano un errore. Rimase deluso
nell’apprendere che non c’era nessun premio.
I lettori, d’altronde, avevano una certa tenden7 Amico di Queneau e padrino di suo figlio Jean-Marie, Élie Lascaux,
cognato del celebre mercante d’arte Daniel-Henry Kahnweiler, dipinge nel
1937 un piccolo olio su tela intitolato La rue Croix-Jarry (22 x 27 cm. Riprodotto in «Raymond Queneau. Regards sur Paris», a cura di C. Rameil
ed E. Souchier, Cahiers Raymond Queneau, n° 6, 1987).
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Conosci Parigi?
za a collaborare, sia con le loro domande, che mi
indirizzavano su problemi interessanti, sia con le
risposte che mi davano. È così che, nella strada
che si direbbe la più ingrata da questo punto di
vista - parlo di rue Turbigo - mi fu segnalato un
edificio dall’apparenza molto banale, stile Haussmann, la cui facciata - a guardarla con occhio più
attento - era però decorata con un bassorilievo
alto tre piani raffigurante un angelo alato munito
di una «borsa», commemorativo di un sogno premonitore del proprietario dell’immobile, il quale
(proprietario) una notte aveva visto questo angelo
alato con la sua «borsa» in mano. L’indomani, il
proprietario vinse a una lotteria; con i soldi, fece
costruire l’edificio; e, in ricordo dell’angelo, chiese al suo architetto che fosse rappresentato sulla
facciata.
Ben presto, tutto il mio interesse si rivolse a
questo tipo di cose. Ne scoprii così quattro o cinque che nessuno a Parigi aveva mai notato - e che
d’altronde non sono mai state segnalate nemmeno dopo. Per le cose classiche, c’era abbastanza da
scoraggiarsi. Poche sedute alla Biblioteca nazionale furono sufficienti a farmi capire che la maggior
parte dei libri su Parigi si copiavano l’un l’altro,
che continuavano a perpetuarsi antichi errori per
quanto segnalati come tali da anni, che un minimo
di «metodo storico» era sufficiente a far sparire vani
fantasmi e stantie inesattezze. Li vedo d’altra parte
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Raymond Queneau
ricomparire con un’amara soddisfazione in alcune
rubriche amatoriali, proprio dei «veri» fantasmi!
Durante queste ricerche ho anche imparato che
niente è più delicato e difficile della storia contemporanea. Trovare, per esempio, l’ubicazione della
prima centrale telefonica non è così semplice come
si potrebbe credere. La maggior parte delle date
fornite dai miei colleghi redattori di cronache parigine si rivelarono pressoché tutte sbagliate a partire dal 1870.
Non bisogna credere tuttavia che non mi sia
interessato alle antichità di Parigi. Ho segnalato
tutto ciò che attiene al periodo gallo-romano, merovingio, e via di seguito fino agli hôtel del XVIII
secolo e... beh, dopo, mi sono fatto un po’ prendere la mano. L’architettura del XIX secolo mi ha
appassionato: ho scoperto le sfumature che contiene. Poi ho individuato gli edifici art nouveau,
le opere di Guimard, l’architetto della metropolitana, di cui è appena stato demolito uno dei lavori migliori, che valeva abbondantemente qualche
banale hôtel seicentesco.
Persino i terreni abbandonati finirono con l’affascinarmi, e cercai di decifrarne la storia. Niente
mi sembrava degno di nota come i ruderi delle
fortificazioni o i villini di qualche strada dimenticata del 13° arrondissement, quando un cambiamento di direzione e forse la stanchezza del pubblico misero fine a questa fonte di proventi.
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Conosci Parigi?
Avevo enumerato le linee di autobus più lunghe, le stazioni del metrò più profonde, le metamorfosi delle strade e delle fogne, le proprietà
dell’ultima funicolare... Avevo esaminato casa per
casa tutte le strade dei primi dieci arrondissement
e una buona parte degli altri dieci... Poi vennero
i fatti di Monaco e tutto il resto. Per diversi anni
non lasciai mai la Francia, e tuttavia, più tardi, mi
dicevo: com’è strano, mi sembra di aver fatto un
lungo... lunghissimo... viaggio.
Avevo visitato Parigi.
Raymond Queneau
dell’Académie Goncourt
Service, juillet 1955
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AVVERTENZA
SULLA PRESENTE EDIZIONE
La rubrica «Connaissez-vous Paris?», che presenta quotidianamente tre domande e risposte su Parigi, è pubblicata sull’Intransigeant dal 23 novembre
1936 al 26 ottobre 1938. Per la presente edizione,
sono state scelte circa un quarto di queste domande e
risposte. Il principale criterio di selezione riposa sulla
durevolezza delle informazioni fornite dall’autore;
molte particolarità della città sono in effetti scomparse a partire dagli anni Trenta.
Le domande e risposte di Queneau sono formulate secondo le esigenze di una produzione quotidiana
che non doveva rispondere a criteri di uniformità
stilistica, ma che cercava di stimolare la curiosità del
lettore, a volte indirizzandolo verso «false piste cronologiche». Non ci si stupirà dunque che, soprattutto
nell’uso dei tempi, si verifichino a volte difformità
più o meno evidenti.
1. Dove si trovava il cimitero della PlaineMonceau, in cui furono inumati Camille e Lucile Desmoulins, Danton, Lavoisier, Robespierre, Saint-Just ecc.?
Il terreno abbandonato che si trovava tra
il muro dei Fermiers-Généraux (boulevard de
Courcelles), il parc Monceau, rue Monceau e
rue du Rocher, fu trasformato in cimitero il
20 marzo 1794. È lì che furono inumati Camille e Lucile Desmoulins, Danton, Lavoisier,
Robespierre, Saint-Just ecc. Il cimitero fu adibito ad altro uso nel 1797.
2. Chi era il Père Lachaise?
Era il confessore di Luigi XIV. Aveva un
appartamento nella casa dei Gesuiti ubicata
sull’attuale sito del cimitero.
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Raymond Queneau
3. Cos’era in origine l’osservatorio del parc
Montsouris?
Era il Palais tunisien dell’Esposizione universale del 1867.
4. Come fu denominato inizialmente il boulevard Saint-Michel?
Boulevard Sébastopol Rive Gauche (boulevard Sébastopol Riva Sinistra). Conservò
questo nome dal 1856 al 1867.
5. Su quale edificio di Parigi si vedono ancora tracce di palle di cannone risalenti alla Rivoluzione francese?
C’è un edificio a Parigi dove si vedono ancora tracce di palle di cannone risalenti alla
Rivoluzione francese: è la chiesa di SaintRoch. Sui suoi gradini, Napoleone Bonaparte
fece disperdere a cannonate gli insorti realisti,
il 13 vendemmiaio anno IV.
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Conosci Parigi?
6. Quali sono le strade il cui nome è stato
modificato dal Consiglio municipale grazie a un
gioco di parole, quale, ad esempio, rue d’Enfer
trasformata in rue Denfert-Rochereau?
Secondo lo stesso sistema che trasformò
rue d’Enfer in rue Denfert-Rochereau, rue
Charpentier (6° arrondissement) è diventata
rue Pape-Carpentier, così come rue de la Fontaine (16° arrondissement) si modifica in rue
La Fontaine e chemin de la Croix (a Passy) in
rue Delacroix.
7. Da quale monumento hanno preso ispirazione i costruttori dell’edificio della Bourse?
I costruttori della Bourse hanno preso ispirazione dal Tempio di Vespasiano, a Roma.
Fu edificata dal 1808 al 1827. Le due ali sono
state aggiunte nel 1908.
8. Dove sono sepolti Corneille, Racine e Boileau?
Corneille, Racine e Boileau sono sepolti
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Raymond Queneau
rispettivamente nelle chiese di Saint-Roch,
Saint-Étienne-du-Mont e Saint-Germain-desPrés.
9. A parte la prova fatta sul pont Neuf, che
non ebbe seguito, qual è la strada di Parigi che
per prima fu dotata di marciapiedi?
È rue de l’Odéon nel 1781; poi rue Le Pelletier (1786), rue de Hanovre e rue Port-Mahon (1795).
10. Chi era Vaneau?
Vaneau è il nome di uno studente dell’École
Polytechnique ucciso il 29 luglio 1830 nell’attacco alla caserma Babylone, rue de Babylone.
11. In quale chiesa si possono vedere delle
acquasantiere ricavate da conchiglie offerte in
dono da Victor Hugo?
È nella chiesa di Saint-Paul-Saint-Louis
che si possono vedere delle acquasantiere ricavate da conchiglie offerte in dono da Victor
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Hugo in occasione del battesimo del suo primo figlio.
12. Esiste ancora a Parigi un cippo, eretto nel
1731, che indica il confine tra due signorie. Dietro quale celebre casa si trova?
Dietro la casa di Balzac, al 24 di rue Berton, si trova un cippo eretto nel 1731 che indica il confine tra le due signorie di Passy e di
Auteuil.
13. Quanti sono i nomi di battaglie incisi
sull’Arc de Triomphe dell’Étoile?
I nomi di battaglie incisi sull’Arc de Triomphe dell’Étoile sono centoventotto.
14. Che origine ha il nome del pont d’Arcole?
Il nome «d’Arcole» è stato attribuito al
pont d’Arcole non in ricordo del celebre episodio della campagna d’Italia, ma in onore di
un giovane ucciso su questo ponte il 28 luglio
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Raymond Queneau
1830, mentre vi innalzava la bandiera tricolore. Questo personaggio non si chiamava così,
ma nel lanciarsi all’assalto disse: «Se muoio,
ricordatevi che mi chiamo d’Arcole».
15. Cosa vogliono rappresentare le due fontane di place de la Concorde?
Le due fontane di place de la Concorde
rappresentano la navigazione fluviale e quella
marittima. (Furono realizzate a imitazione di
quelle di piazza San Pietro, a Roma, che però
non hanno questa velleità).
16. Quale piacevole ricordo dentistico è legato a place des États-Unis?
In place des États-Unis si trova la statua di
Horace Wells, un chirurgo americano che per
primo utilizzò il gas esilarante per l’anestesia
dentaria.
17. Da quale monumento proviene l’arcata
rinascimentale del parc Monceau?
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