La storia del volo a Pisa, a cura di Paolo Farina

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La storia del volo a Pisa, a cura di Paolo Farina
CENTO ANNI DI VOLO A PISA: SINTESI STORICA
A cura di Paolo Farina (Presidente del Centro Culturale Aeronautico Ugo Antoni)
La febbre del volo contagiò Pisa già nel diciannovesimo secolo. Risalgono infatti al giugno del 1839 i primi
tentativi di ascensioni aerostatiche a Pisa da parte del bolognese Antonio Comaschi che, per gentile
concessione del Gran Duca di Toscana Leopoldo II, poté allestire il suo pallone presso l’antica chiesa di San
Zeno e sperimentarlo in Piazza dei Miracoli.
Ma fu con l’avvento del “più pesante dell’aria”, l’aeroplano, che Pisa iniziò la sua lunga e gloriosa storia
legata al volo. Protagonisti principali di questa epoca pionieristica furono i fratelli pisani Ugo e Guido
Antoni, autori di studi e costruzioni aeronautiche di indiscusso valore tecnico e fondatori nel giugno del
1911 dell’attuale aeroporto di Pisa San Giusto. In loro memoria SAT ha dedicato lo scorso mese una nuova
sala passeggeri dell’aeroporto “Galilei”.
In quell’anno Pisa ospitò anche le prime esibizioni e manifestazioni aviatorie che si aprirono il 22 gennaio
del 1911 con il primo storico sorvolo della Torre pendente da parte dell’aviatore Mario Cobianchi e
culminarono in giugno con il passaggio del prestigioso raid Parigi-Pisa-Roma, organizzato per festeggiare i
primi cinquant’anni dell’unità d’Italia. Non essendo ancora disponibile il campo di volo di San Giusto, i
velivoli convenuti dovettero operare dal Prato degli Escoli (l’attuale Ippodromo) nell’allora Tenuta Reale di
S.Rossore, gentilmente concesso dal Re Vittorio Emanuele III fin dai primi esperimenti di volo degli Antoni.
Nell’ottobre del 1912 Pisa fu già teatro di un record di volo: il raid Pisa-Bastia ad opera del pilota Nino
Cagliani su monoplano Antoni, che si concluse felicemente con l’attraversamento dei 160 chilometri di
mare che separano la nostra città dalla Corsica in un’ora e 43 minuti, volando alla velocità media di 90
chilometri orari e ad una quota di circa 1.400 metri. Si trattò di un’eccezionale impresa per l’epoca, il
primato mondiale di traversata marittima, poiché il precedente record della traversata della Manica, il
pilota francese Blériot l’aveva conquistato volando a pochi metri sull’acqua e fracassando il suo aereo
nell’atterraggio sulla costa inglese.
Nel 1915, con la partecipazione dell’Italia alla 1a Guerra Mondiale, il campo di San Giusto venne
gradualmente “militarizzato”, divenendo sede di una importante Scuola militare di Pilotaggio e di Tiro
aereo. Non solo ma il crescente fabbisogno di piloti da impiegare al fronte, portò l’anno dopo
all’allestimento di una seconda scuola pilotaggio presso il campo di volo ausiliario realizzato a Coltano, nelle
vicinanze dello storico Centro Radio inaugurato da Guglielmo Marconi. Fu di quel periodo il primo
esperimento di “posta aerea” sulla rotta Torino-Pisa-Roma, compiuto il 25 maggio 1917.
Nel 1918 entrò in funzione presso la vicina cittadina di Pontedera un Aeroscalo militare per dirigibili,
destinato ad attività di pattugliamento costiero e di cantiere per il montaggio di nuovi esemplari di
produzione. Tale installazione avrebbe funzionato per quasi un decennio, fino all’epoca della dismissione
della specialità dirigibili dalla Regia Aeronautica nella seconda metà degli anni ’20.
Terminata la 1a Guerra Mondiale, l’aeroporto di San Giusto venne intitolato il 23 giugno 1921 alla memoria
del sergente pilota Arturo Dell’Oro, caduto in combattimento e decorato di Medaglia d’Oro al Valor
Militare.
Nello stesso anno la società tedesca Dornier rilevò insieme ad alcuni imprenditori italiani il Cantiere
Gallinari di Marina di Pisa, dove era stata avviata una modesta produzione di idrovolanti su licenza, per
impiantarvi la produzione del suo modello “Wal” (balena). Fu l’avvio di un’importante attività di costruzioni
aeronautiche che, con il successivo ingresso del capitale FIAT, portò la neo costituita CMASA a estendere la
sua produzione ai velivoli “terrestri”, appoggiandosi sul vicino aeroporto di San Giusto per le operazioni di
collaudo in volo.
Nel 1923, con l’istituzione della Regia Aeronautica come forza armata indipendente da Esercito e Marina, il
campo di San Giusto venne utilizzato per i voli di ambientamento degli allievi della neo costituita Accademia
Aeronautica, ospite provvisoriamente dell’Accademia Navale di Livorno. L’anno dopo divenne sede del 62°
Gruppo di Osservazione Aerea.
Sempre nel 1924 la società Piaggio di Genova, già approdata a Pisa nel 1918 con l’acquisto dell’officina
aeronautica impiantata dai fratelli Antoni e nel 1921 con l’ingresso azionario nella società di gestione del
cantiere di Bocca d’Arno, rilevò nella vicina Pontedera l’officina in liquidazione della CMN (Costruzioni
Meccaniche Nazionali), avviandovi la produzione, dapprima di motori stellari e di eliche per aviazione, e
successivamente di velivoli a grande raggio del tipo P.108.
La crescente presenza industriale nella provincia pisana richiese nel contempo il potenziamento delle
scuole locali per la formazione di maestranze e tecnici specializzati. Nel 1926 venne infatti istituita a Pisa,
prima in Italia, una sezione di “costruzioni aeronautiche” presso il Regio Istituto Tecnico Industriale
“Leonardo da Vinci”, destinata alla formazione di un eccellente schiera di periti capotecnici. Nel 1937 fu la
volta della prestigiosa Scuola di Ingegneria pisana, fondata dall’illustre matematico Ulisse Dini, che istituì in
seno al corso di laurea in “ingegneria industriale” una sottosezione di Aeronautica. Diretta
dall’indimenticato prof.ing. Enrico Pistolesi, la nuova Scuola di Aeronautica pisana sarebbe divenuta un
centro di eccellenza nel campo della ricerca scientifica, con importanti studi sull’aerodinamica e la
meccanica del volo.
Altri record ed imprese videro protagonisti gli idrovolanti Wal costruiti a Marina di Pisa, prima fra tutte la
spedizione compiuta nel giugno del 1928 per portare soccorso con due velivoli (battezzatti “Marina I” e
“Marina II”) ai superstiti del dirigibile “Italia”, schiantosi sulla banchisa del Polo Nord. Viveri, medicinali e
indumenti furono lanciati con successo dai due idrovolanti pisani al col. Nobile ed ai suoi uomini, rifugiatisi
nella celebre “tenda rossa”.
La felice posizione geografica e climatica di Pisa fecero intanto del suo aeroporto lo scalo preferito per
aviatori italiani e stranieri impegnati in lunghi voli sportivi e commerciali. I primi velivoli della Imperial
Airways, progenitrice dell’attuale British Airways, vi atterrarono già nel marzo del 1927, agli albori del
collegamento “celere” Londra- Il Cairo. Tra i nomi illustri che vi fecero scalo, la celebre aviatrice
statunitense “Lady Lindy”, al secolo Amelia Earhart, nel 1930, e l’ancor più noto trasvolatore Charles A.
Lindbergh, diretto con la moglie Ann Morrow all’ “Egyptian Rally” del 1937.
Questo crescendo di affermazioni e conquiste in campo aeronautico non fu esente purtroppo da incidenti
di volo, alcuni dei quali ebbero per teatro i cieli pisani, coinvolgendo più volte personaggi celebri
dell’aviazione italiana. Il 19 marzo 1931 il trasvolatore ten.col. Umberto Maddalena si inabissò con il suo
S.64 bis dinanzi la spiaggia di Calambrone (Pisa) insieme ai suoi compagni d’equipaggio, il cap. Fausto
Cecconi e il ten. Giuseppe Damonte. L’8 novembre 1937 perse la vita un altro grande pilota, Giovanni De
Briganti, all’epoca collaudatore della CMASA, mentre provava sul campo di San Giusto il secondo prototipo
del caccia FIAT G.50.
Con l’arrivo del 1938 iniziarono i lavori di potenziamento e ampliamento dell’aeroporto pisano, per far
fronte alle programmate necessità belliche. Trasferiti su altra sede il 62° Gruppo e la Scuola di Pilotaggio
che da tempo vi operavano, il 15 febbraio 1940, a pochi mesi dall’ingresso dell’Italia in guerra, vi venne
costituito il 46° Stormo Bombardamento Terrestre, equipaggiato con i celebri trimotori S.79 “Sparviero”.
L’anno dopo fu la volta della 274a Squadriglia Bombardamento a Grande Raggio, la prima ed unica
squadriglia montata sui nuovi quadrimotori P.108B, costruiti presso i vicini stabilimenti Piaggio di
Pontedera. Su uno di questi velivoli perse la vita il 7 agosto 1941 il cap. Bruno Mussolini,figlio dell’allora
capo del Governo, precipitato durante la fase di atterraggio in località S.Biagio a Pisa.
Dopo il ciclone della 2a Guerra Mondiale, nel corso della quale l’aeroporto di S.Giusto fu impiegato dalle
forze di occupazione tedesche e dal settembre 1944 da reparti dell’aviazione anglo-americana, l’importante
installazione pisana nel 1947 ritornò all’ Aeronautica Militare. Per la sua posizione strategica divenne culla
del trasporto aereo militare, accogliendo nel periodo 1949-1950 il ricostituito 46° Stormo Trasporti. Da
allora la storia aeronautica pisana sarà indissolubilmente legata a questa prestigiosa unità che, evolvendo
nel 1954 ad Aerobrigata in concomitanza con la consegna dei celebri velivoli C-119 – meglio noti come
“Vagoni Volanti” – e successivamente a Brigata Aerea, è oggi una delle eccellenze dell’Aeronautica Militare
Italiana. Il Tempio-Sacrario di Kindu, eretto in prossimità dell’ingresso della 46a Brigata Aerea, ci ricorda
costantemente il sacrificio dei suoi equipaggi durante le innumerevoli missioni di pace portate a termine in
ogni parte del mondo, a cominciare da quella condotta agli inizi degli anni ’60 sotto l’egida delle Nazioni
Unite nell’ex Congo Belga,in preda alla guerra civile. Quella cruenta campagna, durata 23 mesi, si concluse
con la perdita di ben 21 uomini , di cui tredici barbaramente trucidati nella cittadina congolese di Kindu l’11
novembre 1961. Proprio quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario di quei tragici fatti.
Lo sviluppo militare non ha impedito tuttavia all’aeroporto pisano di ospitare e sostenere le attività della
risorta aviazione commerciale italiana, così come quelle dell’aviazione sportiva. Ricostituito nel 1946 l’Aero
Club di Pisa, sulle ceneri della precedente RUNA (Reale Unione Navigazione Aerea), il 29 aprile 1948,con il
primo volo della compagnia Airone, venne inaugurato lo scalo aereo civile di Pisa. Tale struttura, ospitata
per diciotto anni dall’Aeronautica Militare durante i quali vennero realizzati i primi collegamenti nazionali
ed internazionali, il 5 giugno 1966 potè ufficialmente trasferirsi presso la nuova Aerostazione, realizzata a
nord delle piste di San Giusto.
Questo primo embrione darà vita all’attuale Aeroporto “Galileo Galilei”, divenuto uno delle più importanti
infrastrutture del sistema aeroportuale italiano.
A fianco di queste due significative realtà, la 46a Brigata Aerea e l’Aeroporto Galilei, Pisa è ancora oggi sede
di importanti scuole di formazione in campo aeronautico, che fanno capo al prestigioso Dipartimento di
Ingegneria Aerospaziale del locale ateneo.
www.centroaeronauticoantoni.it
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