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I D C
T E C H N O L O G Y
S P O T L I G H T
Modello di consumo “as-a-service” per
l’innovazione dell’impresa digitale
Settembre 2016
Adattato da Market Analysis Perspective: Worldwide Software and Hardware Support and Deployment Services,
2015, di Rob Brothers e Elaina Stergiades, IDC n. 259185
Sponsorizzato da HPE
Questo numero di Technology Spotlight analizza il ruolo dei service provider dedicati alla gestione dei
data center e il contributo che possono offrire ai reparti IT per migliorarne la performance
complessiva e ottimizzare la distribuzione e il consumo di risorse dell'ambiente IT nel suo complesso,
rendendolo più vitale e funzionale al processo di innovazione digitale. In tal senso, viene preso in
esame Hewlett Packard Enterprise (HPE) e il suo ruolo nel contesto di un mercato strategicamente
importante come quello dei servizi di assistenza tecnica ai data center.
Introduzione
Oggi le imprese, e chi al loro interno riveste ruoli di responsabilità, devono affrontare una difficile
sfida: creare un nuovo modello di business che apra nuove opportunità commerciali, coordinando
l’uso di nuove tecnologie da un lato e l'innovazione organizzativa e operativa dall'altro. Questo
processo prende il nome di trasformazione digitale dell'impresa. È opinione di IDC che questo
processo potrà condurre l’azienda in due direzioni opposte: diventare esperta della trasformazione
digitale e prosperare in questo mercato o perdere questa sfida, non riuscendo ad acquisire
padronanza nelle discipline necessarie per il processo di trasformazione, e limitarsi a lottare per la
mera sopravvivenza.
Per riuscire a vincere una simile sfida, i reparti IT devono necessariamente incrementare il tempo che
dedicano al business vero e proprio. In realtà, il personale IT dedica circa l'80% del proprio tempo
alla gestione delle operazioni IT, una sorta di “sollevamento pesi indifferenziato”, esaurendo o quasi il
tempo da dedicare alle iniziative di innovazione che, a loro volta, consentano all'impresa di
differenziarsi rispetto ai competitor. Senza contare che nella maggior parte dei casi, i reparti IT
devono occuparsi delle operazioni IT a fronte di risorse sempre più esigue.
Se è vero che la gestione dei costi interni legati ai data center continua a rappresentare un serio
problema per molte imprese, i responsabili dei reparti tecnologici devono cercare di alzare lo sguardo
dai costi fino a prendere in considerazione modelli di consumo diversi per l'ambiente IT. I data center
devono poter garantire un provisioning impeccabile delle risorse insieme alla possibilità di
implementare capacità supplementari nel giro di pochi minuti e non di mesi, come nel caso dei
modelli dei data center tradizionali. La strategia tradizionale, che si basa su ingenti finanziamenti di
capitale e un provisioning di risorse in esubero per favorire la crescita, è un cammino tanto costoso
quanto poco flessibile. Inoltre, sono molte le aziende che intendono semplificare sia il deployment
che l'utilizzo dei workload applicativi, ottimizzando la flessibilità del proprio ambiente IT.
Il successo del cloud pubblico offre oggi una nuova alternativa ai reparti IT e all'azienda nel suo
complesso per raggiungere questi obiettivi. Creare un ambiente IT ibrido flessibile puntando su un
modello “IT-as-a-service”, non solo in versione cloud pubblico ma anche on-premise, offre all'IT
l'opportunità di consumare le risorse di cui ha effettivamente bisogno secondo criteri funzionali a
Bozza
stare al passo con l'innovazione del business e ad alimentarla. Un modello grazie al quale l'azienda
può pagare strada facendo, (ad es. pagamenti mensili) e questo significa considerare il valore nel
contesto di un ciclo ricorrente. In un panorama tecnologico in rapida evoluzione, da una prospettiva
finanziaria, un modello “as-a-service” consente alle aziende di ottimizzare la gestione dei flussi di
cassa e sfruttare la flessibilità che un simile modello può offrire.
Trend di mercato
La velocità dell'impresa digitale
La velocità è una caratteristica distintiva dell'economia digitale e le imprese devono essere in grado
di innovare ancora più velocemente di quanto facessero in passato per avere successo in uno
scenario così poco stabile e con ritmi frenetici come quelli attuale. Per perseguire un simile obiettivo,
oggi ai reparti IT viene chiesto di velocizzare l'implementazione di nuovi processi, app e servizi.
D'altra parte i responsabili tecnologici devono anche garantire prevedibilità, affidabilità ed eccellenza
operativa, riuscendo al contempo a soddisfare la domanda di innovazione. Affidarsi a un provider
esterno di servizi per data center per aumentare le capacità interne può aiutare l'IT a garantire la
regolare operatività del data center liberando risorse da poter dedicare all'innovazione.
Uso prevalente delle risorse IT per le attività di routine
I risultati di un sondaggio curato nel corso degli ultimi cinque anni mostrano come i reparti IT si
dedichino ancora oggi prevalentemente alle attività di routine a fronte di un tempo estremamente
esiguo da dedicare ai progetti innovativi in collaborazione con le diverse divisioni aziendali (LOB). Le
aziende che scelgono di puntare su tecnologie e servizi innovativi forniti da partner e vendor esterni
intendono ridurre il carico delle attività quotidiane di routine, aumentando parallelamente il tempo da
riservare all'innovazione nei prossimi anni (Figura 1).
Figura 1
Installazioni/Aggiorname
nti software, patch e
gestione delle
configurazioni 20,7%
•
Progetti di
innovazione e
nuovi progetti
14,5%
Monitoraggio,
risoluzione dei
problemi e
risanamento
15,9%
Riunioni interne
e con i vendor
13,8%
•
Richieste di nuovi
servizi e gestione
delle approvazioni
,
15,1%
•
Provisioning
storage, server,
e/o rete 20,0%
Oggi il personale IT ha poco
tempo da dedicare
all'innovazione
I clienti chiedono alle soluzioni
per la gestione dell'infrastruttura
IT di favorire l'efficienza del
personale IT
• Monitoraggio e
provisioning sono le 2
principali aree di
miglioramento
Tra gli ulteriori suggerimenti per
le soluzioni di gestione
dell'infrastruttura, gli strumenti di
semplificazione/consolidamento
• Riduzione del numero di
vendor
Fonte: IDC
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È importante esaminare attentamente le risorse interne di un'azienda – risorse umane, processi e
risorse tecnologiche – per capire a che punto si trova l’azienda nel percorso di trasformazione verso un
modello di impresa digitale. Per garantire la transizione da una fase a quella successiva di questo
percorso, è imprescindibile che tutte le divisioni e i rispettivi quadri dirigenziali siano sulla stessa
lunghezza d'onda quando si parla di stato attuale così come di quello da raggiungere. La scelta di
impiegare risorse esterne consente all'IT di alleggerirsi dal carico di lavoro per poter lavorare fianco a
fianco con i responsabili delle diverse divisioni a progetti di trasformazione digitale.
I costi della gestione dei data center
Oggi le aziende fanno fatica a sostenere i costi legati all'aggiornamento e alla manutenzione delle risorse
hardware, con vincoli di budget sempre più rigidi sulle modalità di allocazione delle risorse finanziarie.
Inoltre, i vendor spingono continuamente le aziende a investire le risorse finanziarie negli aggiornamenti
hardware a discapito dei progetti legati all'attività aziendale; da parte sua l'IT è strettamente legato a un
ciclo di spesa di capitale (cap-ex) e ciò significa che eventuali integrazioni all'infrastruttura richiedono dai
tre ai sei mesi. A causa di questa lunga attesa, alcuni responsabili di divisione scavalcano l'IT per
affidarsi a tecnologie basate sul cloud pubblico (IT fuori controllo).
Quelli di capitale sono investimenti di lungo respiro, il che significa che è necessario pagare tutto subito e
ammortizzare l'investimento in un arco temporale di 3-5 anni, a seconda dell'investimento. In alcuni casi
questo può rivelarsi il modello più efficace per certe imprese, soprattutto per quelle che adottano una
policy in materia di standardizzazione che preveda chiari intervalli per il rinnovamento delle risorse. In
realtà, la maggior parte delle imprese non adotta simili policy, né segue best practice in relazione al ciclo
di rinnovamento. Con l'avvento di tecnologie innovative, rimandare i cicli di rinnovamento può
comportare un calo del sistema sia a livello di prestazioni che di conformità. Di fronte a questo scenario
le aziende cercheranno di procrastinare l'uso di risorse di capitale (ca-pex) per l'aggiornamento
hardware, esponendosi al rischio. Gestire le risorse IT in questo modo potrebbe non essere l'uso ideale
delle risorse finanziarie destinate all'IT. Un modo per alleggerire le pressioni economiche potrebbe
essere quello di passare da un modello cap-ex a un modello di investimenti operativi (opex), che
consenta di effettuare gli investimenti IT strategici in base alle reali necessità.
Verso un modello IT “As-a-Service” per data center flessibili
Nel corso degli ultimi anni IDC ha osservato uno straordinario incremento della diffusione dei modelli
di consumo “as-a-service”, tra cui il cloud pubblico. Uno dei vantaggi più evidenti agli occhi dell'utente
è il fatto di presentarsi come una soluzione completa “chiavi in mano”: il cliente può accedervi senza
dover acquistare, gestire o capire le risorse che la supportano. Tutto il peso ricade in capo al service
provider, il che ne fa una soluzione molto più semplice e immediata per il cliente.
Grazie alla “semplicità” tecnologica di questi servizi, molte divisioni, che non possono contare su
risorse IT proprie, hanno comunque la possibilità di sfruttare direttamente la capacità. Questi servizi
offrono al cliente risorse da gestire in piena autonomia per l'amministrazione e il provisioning di
servizi. Nel panorama dei servizi cloud IT, la gamma di servizi self-service varia enormemente.
Questa tipologia di contratto consente alle aziende di avere un budget di spesa prevedibile e regolare,
con un canone fisso per la durata del contratto di assistenza; inoltre, ha il vantaggio di lasciare al vendor
l'onere di garantire il funzionamento delle risorse come da previsioni, assicurandosi che:

le risorse siano regolarmente aggiornate con il firmware e le patch più recenti.

I sistemi funzionino regolarmente come da previsione.
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
Le risorse IT siano protette e conformi alle specifiche interne ed esterne (ad es. governative), pur
rimanendo sotto il controllo fisico del cliente (all'interno del data center).

La soluzione sia conforme al contratto sul livello di servizio (SLA) sui tempi di operatività in
relazione alle linee guida del contratto.

Le risorse siano aggiornate o rinnovate tempestivamente per rispondere prontamente alle
esigenze aziendali.
I modelli di consumo “as-a-service” rappresentano un'ottima alternativa ai modelli cap-ex. Le nuove
offerte possono integrare in un'unica soluzione diversi servizi dedicati a un determinato dispositivo e
si applicano a un'ampia gamma di risorse di data center, tra cui server, storage, rete, infrastrutture
convergenti e basate sul cloud.
Fino ad oggi “as a service” è stato sempre usato come sinonimo di cloud pubblico…. E se un modello
di consumo “as-a-service” basato sul cloud potesse essere applicato a un data center on-premise? E
se l'IT potesse alleggerire il carico di lavoro e ricevere indicazioni per l'innovazione dell'ambiente IT
affidandosi a service provider esterni?
Raccomandazioni
I vantaggi del modello “as-a-service” per data center on-premise
Oggi i manager IT si rivolgono ai data center service provider in cerca di aiuto sia per migliorare la
performance complessiva del data center sia per ottimizzare la strategia di consumo delle risorse IT a
livello aziendale. IDC ritiene che un modello “on-premise as a service” (ossia che fornisce capacità in
loco on-demand unitamente a un servizio di assistenza dinamico) rappresenti un'ottima soluzione per
vincere una simile sfida. Un simile modello, infatti, conferisce al data center la semplicità e la
flessibilità del cloud, semplificando radicalmente il suo funzionamento, e questo pone l'IT nelle
condizioni ideali per ripensare il proprio ruolo e rispondere alle sfide dell'impresa digitale. Tra gli altri
vantaggi, questo modello consente all'IT di:

usare sapientemente le risorse finanziarie, passando da un modello di spesa di capitale (cap-ex)
a uno di costi variabili (op-ex).

Sfruttare risorse (capacità) che supportano il modello IT “as a service”, pagandole gradualmente
e di pari passo con la crescita.

Offrire alle divisioni un'esperienza di tipo cloud pubblico, pur mantenendo il controllo
dell'ambiente cloud che si trova fisicamente nel proprio data center.

Liberarsi delle attività manuali e di routine, affidandole a un fornitore di fiducia, senza rinunciare
al controllo del data center.

Ottimizzare le operazioni del data center e garantire la funzionalità dei sistemi.

Monitorare in remoto le operazioni, ottimizzando l'efficienza e riducendo al minimo i costi del
personale.
Scegliere un modello IT-as-a-service per sistemi on-premise sotto il proprio controllo offre un livello di
sicurezza superiore, il che ne fa una soluzione ideale per gli utenti aziendali che devono archiviare
e/o trattare dati sensibili. Ma questo modello offre anche altri vantaggi, tra cui un maggiore controllo
dell'ambiente IT, che può essere in questo modo adattato su misura a preferenze e gusti interni.
Senza rinunciare alle opzioni di scalabilità, il servizio offre quello che viene definito in gergo “cloud
bursting” (cloud ibrido), vale a dire quando dati non sensibili vengono assegnati a un cloud pubblico
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per liberare risorse locali in caso di picco significativo della domanda, fino a quando non sarà
possibile espandere il cloud privato.
I reparti IT possono usare il modello “a consumo/a crescita” per i propri utenti interni, che consente di
trasformare l'ambiente IT e i sistemi integrati in un centro di profitto nell'ambito dell’intera struttura
aziendale. Le imprese che primeggiano in tal senso nel loro settore possono, a loro volta, rivendere
risorse ad altre aziende del settore in cambio di un canone mensile.
Esame di Hewlett Packard Enterprise (HPE)
Se, da un lato, l'economia dell'informazione corre verso la nuova fase della rivoluzione industriale,
dall’altro le imprese stanno anch’esse accelerando. L’innovazione continua e lo straordinario
scompiglio stanno ridefinendo le strategie e rivoluzionando i settori industriali a livello globale.
Accelerare i tempi di commercializzazione (time-to-market) è un requisito competitivo fondamentale
ma, al tempo stesso, le aziende sono sollecitate a innovare sempre più rapidamente. HPE ritiene che
le aziende si trovino all'apice di un processo di trasformazione straordinario del modello di business,
basato sulla capacità di trasformare un'idea in un nuovo prodotto o servizio in tempi mai così rapidi.
HPE ha presentato Flexible Capacity, un servizio che offre un unico punto di riferimento di assistenza
per il data center per tutte le problematiche del sistema per aiutare le aziende a portare rapidamente
nuove idee sul mercato, riducendo al tempo stesso il livello di incertezza. Flexible Capacity offre i
seguenti vantaggi per i data center:

capacità di scalare rapidamente l'ambiente IT per non farsi sfuggire opportunità commerciali o
rispondere a specifici requisiti IT. La capacità di riserva viene installata nel data center, in
assenza di alcun esborso, il che consente l'immediato deployment delle risorse.

Esclusivamente investimenti op-ex. Elimina ingenti investimenti di capitale, nonché i costi
associati per rispondere ai picchi del workload o alla crescita futura, stralciando dal bilancio le
voci legate alle risorse inutilizzate.

Migliora l'integrità dei dati insieme ai tempi di risposta alle segnalazioni. Grazie alla vicinanza
fisica delle informazioni all'utente finale, aumenta esponenzialmente la velocità con cui è
possibile accedere alle informazioni, senza i costi esagerati delle linee dati.

Migliora la gestione delle patch e del firmware. Queste soluzioni consentono di abbattere il tempo
necessario per coordinare, implementare e verificare patch e aggiornamenti, fornendo al
contempo una metodologia comprovata per garantire che i sistemi siano costantemente
aggiornati.

Fornisce informazioni quantitative che possono esser condivise con il direttore finanziario e il
CEO in merito ai contratti SLA e ai KPI per i workload. I responsabili dei data center avranno la
possibilità di illustrare tempestivamente e in modo efficace ai vertici aziendali la performance di
un determinato workload e i relativi costi.

Elimina l'IT fuori controllo, riappropriandosi del controllo sui workload. In risposta alla diffusa
tendenza tra i responsabili delle divisioni di salvare ogni genere di informazioni nel cyberspazio,
questo servizio consente al reparto IT di agire e comportarsi non solo come fornitore di soluzioni
cloud ma anche di garantire l’amministrazione e la sicurezza delle risorse.

Soluzione pratica ed efficace per creare un ambiente virtuale qualora l'architettura del data center
sia ancora basata su compartimenti stagni (server unico per ciascun workload).
Queste soluzioni consentono ai reparti IT di liberarsi dalle attività di routine IT, quali l'aggiornamento
delle patch o l'installazione di sistemi e concentrarsi sulle iniziative che aiutino a far crescere
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l'impresa. I responsabili dei data center possono dormire sogni tranquilli, sicuri che i workload
saranno adeguatamente supportati grazie a questa infrastruttura integrata, liberando in questo modo
preziose risorse IT da dedicare ad altri progetti.
Funzionamento del servizio HPE Flexible Capacity
Figura 2
HPE Flexible Capacity - Cosa offre
Capacità flessibile, assistenza tecnica per le piattaforme IT ibride aziendali
– Si paga solo ciò che si consuma1
– I costi sono calcolati in funzione del consumo mensile
attraverso un sistema di misurazione avanzato
– Capacità infrastrutturale illimitata
– Assistenza per tutta l'azienda
– Scalabilità: capacità supplementare disponibile nel giro di
pochi minuti e non di mesi
– Soluzione per server, storage software-defined e tradizionale,
reti, sistemi convergenti e soluzioni software
Capacità
prevista
– Soluzione “hybrid-ready”, che supporta anche servizi Microsoft
Azure
Si paga solo
ciò che
si consuma
Capacità di
riserva in
loco
– Supporta HPE e multivendor
– Nessun investimento iniziale
Applicazione business
Elemento portante dei servizi HP Datacenter Care
1Si
richiede un impegno minimo in termini di hardware e software
1
Fonte: HPE
Come illustrato nella Figura 2, il servizio HPE Flexible Capacity è una soluzione scalabile che offre ai
clienti i vantaggi economici di un servizio di cloud pubblico insieme alla sicurezza e al controllo di una
infrastruttura IT on-premise. A seconda dei requisiti di consumo e gestione del cliente, questo
servizio può comprendere server HPE, sistemi convergenti e iperconvergenti, sistemi di storage, reti
e software, così come sistemi legacy multivendor, assicurando in questo modo un adeguato ritorno
sugli investimenti in corso, e servizi Microsoft Azure selezionati. HPE Flexible Capacity offre
l'opportunità di spalmare il pagamento nel tempo, in un'ottica di investimento op-ex rispetto a
investimenti di capitale.
I responsabili IT devono rispettare i contratti sui livelli di servizio (SLA) sia con clienti interni che
esterni. Fondamentale in questo senso è l'identificazione dei percorsi di assistenza e i principali
referenti: questo significa sapere a chi rivolgersi in caso di problemi e il modo migliore per interagire
con i service provider.
Tanto le aziende come i service provider hanno bisogno di soluzioni flessibili che contribuiscano a
ottimizzare i ricavi e accelerare il time-to-market. Secondo HPE, la strategia di investimenti operativi
scelta da Flexible Capacity armonizza i costi con il consumo mensile, in quanto la fattura a fine mese
rispecchia l'effettivo utilizzo delle risorse nel corso del mese. Questo approccio offre alle aziende la
possibilità di adeguare i costi in funzione dell'utilizzo dei clienti, senza ricorrere a spese di capitale.
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Flexible Capacity viene proposto con un servizio di assistenza HPE per data center e sistemi ibridi,
chiamato HPE Datacenter Care. Sapere a quale service provider rivolgersi in caso di bisogno è di
grande importanza, quando si ha a che fare con una pluralità di workload distribuiti su molteplici
sistemi. In caso di incidente, la causa del problema potrebbe essere letteralmente ovunque, nel
sistema di storage, nei server, in rete o nell'infrastruttura software. Non sapere dove si annida la
causa di un problema può aumentare drasticamente il tempo necessario per la sua risoluzione.
Un'integrazione utile a Datacenter Care può essere Operational Support Services (DC-OSS). DCOSS consiste in una suite di servizi affidati a un fornitore esterno, come si evince dalla Figura 3. DCOSS offre un sistema di monitoraggio (RIM) e servizi operativi (system administration) in remoto
dell'infrastruttura (dall'hardware al sistema operativo, compreso un hypervisor che supporta soluzioni
HPE e non-HPE). Il servizio di assistenza comprende la possibilità di poter contare su un team
dedicato in loco e un call center globale che si avvale dell’esperienza e della competenza di HPE
Centers of Expertise. Inoltre, HPE DC-OSS comprende un mix di servizi, sia proattivi che reattivi.
Figura 3
HPE Datacenter Care – Operational Support Services
Nata come estensione di Datacenter Care, Operational Support Services è una suite di servizi
demandati a un provider esterno. L'IT offre servizi di monitoraggio (RIM) e servizi operativi
(amministrazione di sistema) in remoto dell'infrastruttura (dall'hardware al sistema operativo, hypervisor
compresi, sia per prodotti HPE che per prodotti non-HPE).
Monitoraggio
Attività
operative
Servizi operativi e di monitoraggio in remoto
Relazione
Estensione di Datacenter Care
DC-OSS
Amministrazione IT
2
Fonte: HPE
Sfide
Le aziende stanno familiarizzando in misura crescente con il modello “as-a-service”, sia in versione
on-premise, che in versione di tipo cloud. Il servizio HPE Flexible Capacity rappresenta in tutto e per
tutto un modello “a consumo”, che tiene conto del fatto che la capacità di risorse varia nel corso del
tempo. Tra le sfide più difficili che HPE è chiamata ad affrontare, rientra senz'altro la necessità di
superare lo scetticismo diffuso tra i potenziali clienti che potrebbero percepire questo modello
flessibile come una sorta di leasing modificato. HPE deve educare il mercato, spiegando che si tratta
di un modello “a consumo” che offre il vantaggio concreto di poter acquistare capacità on-demand.
Nel contesto di un cloud privato dedicato, i clienti si aspettano di poter contare su una visibilità
granulare sui workload nell'ambito delle funzionalità di gestione, nonché di un vero portale selfservice per i servizi di provisioning di nuovi workload o per apportare modifiche entro i limiti previsti
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dal contratto. Un esempio in tal senso potrebbe essere rappresentato dal caso di un team di sviluppo
di un'applicazione che ha bisogno di un server di test per un mese. Invece di configurare e reperire la
nuova risorsa con un contratto ex novo, che richiede un nuovo ordine d'acquisto e una nuova linea di
servizio da aprire, la nuova risorsa viene configurata nel quadro di un contratto esistente (ad es.,
“XYZ acquista un servizio di configurazione di 10 unità, nel rispetto dei presenti parametri, nel corso
del trimestre”). I clienti dimostrano di apprezzare sinceramente questo modello “a consumo”.
Conclusione
Oggi i data center devono offrire flessibilità ed efficacia. Per farlo, molte aziende si stanno
attrezzando rivolgendosi alle infrastrutture virtualizzate, capaci di accelerare il processo di
provisioning, senza dover acquistare capacità superflue. Per supportare questi ambienti, i reparti IT,
che nel frattempo devono fare conto con budget sempre più esigui, si stanno rivolgendo a service
provider esterni per l’assistenza tecnica multivendor dei data center, basata su un rapporto di fiducia
diretto, così come per l'infrastruttura IT ibrida nel suo complesso. I service provider possono aiutare
le aziende a ottimizzare il processo di risoluzione dei problemi, pagare esclusivamente per le risorse
effettivamente usate e incrementare o ridurre la capacità (e i costi) secondo il bisogno. IDC ritiene
che, se riuscirà a vincere le sfide descritte nella nostra analisi, HPE avrà un'opportunità di successo
rilevante in un mercato così importante come quello dei servizi di assistenza per data center e per
ambienti IT ibridi.
I N F O R M A Z I O N I
S U
Q U E S T A
P U B B L I C A Z I O N E
La presente pubblicazione è opera di IDC Custom Solutions. L'opinione, l'analisi e i risultati dello studio qui presentati
sono tratti dall'attività di studio e dall'analisi approfondita, condotte e pubblicate in maniera indipendente da IDC, salvo nei casi
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C O P Y R I G H T
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L I M I T A Z I O N I
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