Primavera, estate, autunno, inverno...e ancora primavera
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Primavera, estate, autunno, inverno...e ancora primavera
CINEMA AL CENTRO DI PSICOSINTESI DI MILANO FILM del 15/12/2014 Primavera, estate, autunno, inverno...e ancora primavera Regia e soggetto: Kim Ki-duk Anno: 2003 Musiche: Bark Ji-woong Durata: 103 min TRAMA Due monaci vivono in un eremo su un isoletta nel centro di un laghetto circondato dalle montagne. Ma nemmeno loro riescono a sfuggire all'attrazione della vita, ai desideri, alle sofferenze e alle passioni. Sotto lo sguardo vigile del monaco anziano, il monaco giovane perde l'innocenza, scopre l'amore quando una donna entra nel loro chiuso mondo, capisce cosa significhino gelosia e possessione. Come le stagioni continuano ad alternarsi, così l'eremo resta un rifugio per lo spirito… La religione come maschera - Intervista a Kim Ki-duk di Davide Cazzaro Prima di tutto non posso non chiederti di dirmi qualcosa riguardo alla location del film e in particolare allo splendido tempio… Il film è stato girato presso il lago di Jusan, un lago artificiale costruito nel 1721 e situato nel Parco nazionale di Juwangsan ad est della provincia di Gyeongsangbuk. Il lago ha degli alberi secolari cresciuti spontaneamente nell'acqua che, assieme alle montagne circostanti, creano un'atmosfera unica. Il tempio non esisteva, l'ho disegnato in collaborazione con il Korean Buddhist Art Center e, per oltre tre mesi, tecnici e carpentieri hanno lavorato per prepararlo e montarlo nel centro del lago. È stato costruito come fosse un vero tempio, non un semplice set. Non esistono monasteri fluttuanti, è stata una mia invenzione: oltre a trovarlo molto suggestivo, volevo che il tempio potesse cambiare direzione quotidianamente così da poter usare angolazioni molto diverse per le riprese. Le leggi in vigore per i Parchi nazionali in Corea del Sud sono molto restrittive e non permettono la costruzione di alcun elemento permanente. Tra il dispiacere generale dunque, siamo stati costretti a smontarlo alla fine delle riprese. Rispetto ai tuoi lavori precedenti, in Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e ancora Primavera sembra esserci una concezione diversa del tempo... I miei film precedenti erano focalizzati principalmente su eventi accaduti ai personaggi, ma in questo film, così come in Samaritan Girl [opera successiva di Kim, Ndr], ho deciso di parlare del tempo, di esseri umani immersi nel tempo e nel suo scorrere. In Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e ancora Primavera si può osservare l'imperturbabile scorrere del tempo scandito dalla ciclicità delle stagioni. Molte persone che conoscono i tuoi lavori precedenti sono rimasti sorpresi da Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e ancora Primavera, cosa puoi dire a proposito? E soprattutto, a tuo parere è possibile accostare questo film alla tua produzione precedente? So che il pubblico continuerà a paragonare ogni mio nuovo film ai lavori precedenti ma io spero sempre che la gente, invece che accostare le mie opere per dividerle in capolavori e fallimenti, si avvicini ad ogni film come se fosse la mia opera prima, con una sorta di non familiarità verso i miei lavori. Lungo la tua filmografia però si rincorrono, peraltro splendidamente, alcuni elementi poetici, narrativi e figurativi ben definiti… Questo è vero, tanto che purtroppo molte persone sono rimaste scioccate da alcuni miei film precedenti ed ora sono portate a pensare che realizzo solo opere scioccanti. Comunque posso dire che Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e ancora Primavera pone tutte la fasi della vita, dalla nascita alla morte, in relazione alle stagioni e nel far ciò presenta tutti i temi dei film precedenti in una forma più compatta. Gli altri lavori erano legati maggiormente ad un tema specifico ma questo film possiede un respiro molto più ampio. Anche dal punto di vista della regia, ad esempio, ho utilizzato frequentemente campi lunghi e lunghissimi, così da suggerire una dimensione filosofica. Le sensazioni che hai provato ieri, che stai provando ora e che proverai domani non sono molto diverse tra loro così le quattro stagioni si ripetono ciclicamente, ma se ti avvicini, se utilizzi i primi piani vedrai persone che provocano dolore e che la gente rende difficile l'esistenza altrui. Ad un'attenta visione, Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e ancora Primavera ha molti momenti cruenti e metafore molto forti sulla vita umana. Sembra che con Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e ancora Primavera tu abbia iniziato a spostare la tua attenzione verso la religione, ipotesi che troverebbe conferma anche in Samaritan Girl… No, non penso che i miei due film più recenti parlino di religione. Il pubblico può anche intenderli come film religiosi, ma in verità ho usato la religione come una sorta di "maschera"; negli ultimi tempi vedo sempre più la religione come una maschera dei popoli, io voglio parlare della natura umana, dei pensieri dell'uomo, la cosa più importante è comprendersi a vicenda piuttosto che comprendere la religione. La comprensione umana non deve passare per la religione. Ho avuto la fortuna di presentare Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e ancora Primavera in paesi molto diversi fra loro. Prima di vederlo il pubblico si aspettava un film sul buddismo ma negli incontri dopo le proiezioni, la gente non pensava di aver visto un film sul buddismo e nemmeno riguardante la religione. Ho apprezzato molto queste opinioni perché significa che sono riuscito a parlare della natura umana. Devo dire che, pur avendo ricevuto un'educazione cristiana, mi sto allontanando da qualunque credo religioso… penso che la religione debba in qualche modo confortare la gente ma, al contrario, oggi la sta tradendo e ancor peggio sta tentando di controllarla. In un'intervista con Chung Sung-ill hai detto che nei tuoi film hai sempre cercato di inserire elementi religiosi, in grado di offrire un ritorno a madre natura e all'innocenza... In quell'intervista mi dicevo d'accordo con Chung Sung-ill sul fatto che la musica religiosa nel finale di Bad Guy fosse un tentativo di fondere redenzione e peccato. Con Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e ancora Primavera e con Samaritan Girl ho utilizzato la religione in un modo molto diverso... No, la risposta che ho dato allora a Chung non può essere applicata ai miei film più recenti. Alcuni critici sudcoreani hanno ravvisato una sorta di snobismo in Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e ancora Primavera e sostengono che il film non aggiunge nulla di nuovo rispetto ad altre opere sudcoreane sull'argomento. Cosa potresti replicare a tali osservazioni? È proprio in questo che a mio parere molti critici, anche sudcoreani, hanno sbagliato. Hanno continuato a pensare che fosse un film religioso anche dopo averlo visto. Francamente, ci sono così tanti film sul buddismo nella nostra storia del cinema che non ho mai sentito il bisogno di farne uno nuovo. Lo ripeto, questo film non parla di buddismo, o più ampiamente di religione, parla della vita prendendo in prestito alcuni elementi della religione buddista. Ecco perché è così diverso rispetto agli altri! Come sai mi capita spesso di essere frainteso dai miei connazionali, e questo succede perché i miei film sono poco concilianti e molto diversi rispetto al resto della produzione sudcoreana contemporanea. In Europa o negli Stati Uniti invece, i miei lavori sono molto più apprezzati, e a mio parere ciò dipende dal fatto che il pubblico e la critica straniera non hanno pregiudizi verso di me e la mia filmografia. Quando ho incontrato il pubblico straniero non mi è sembrato che l'apprezzamento verso Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e ancora Primavera fosse riconducibile ad un esotismo più o meno marcato. Anzi, penso che le persone che non vivono in Corea del Sud e più in generale in Oriente possano avere un'ottica più distaccata e critica rispetto al film e alle sue tematiche. C'è una ragione specifica per cui, oltre a firmare sceneggiatura, regia e montaggio, hai deciso, per la prima volta, di interpretare una parte? No, non bisogna attribuire alcuna rilevanza particolare al fatto che abbia interpretato personalmente una parte. L'ho fatto semplicemente perché il capitolo invernale copre solo venti minuti e un attore avrebbe dovuto radersi i capelli, cosa abbastanza complessa per un'interprete che deve lavorare tutto l'anno. Speravo di poter avere Ahn Sung-ki [uno dei più famosi e prolifici attori sudcoreani, Ndr] ma era impegnato. Così ho deciso di farlo io, è stata un'impresa molto faticosa anche perché, per conferire maggior realismo alla mia interpretazione, ho deciso di non utilizzare controfigure.