piano di gestione complessi gessosi (m. conca)
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piano di gestione complessi gessosi (m. conca)
UNIONE EUROPEA REGIONE SICILIANA Club Alpino Italiano Sicilia PIANO DI GESTIONE COMPLESSI GESSOSI (M. CONCA) SIC ITA050006 FASE II VALUTAZIONE DELLE ESIGENZE ECOLOGICHE DI HABITAT E SPECIE Palermo 18 Dicembre 2008 Il Responsabile del procedimento Dr. Giovanni Mento Il Presidente Dr. Mario Vaccarella PIANO DI GESTIONE COMPLESSI GESSOSI (M.Conca) GRUPPO DI LAVORO DR. GIANNI MENTO – responsabile del procedimento PROF. LORENZO GIANGUZZI – botanico (responsabile scientifico) PROF. MAURIZIO SARÀ – zoologo (responsabile scientifico) ARCH. LAURA COBELLO – aspetti socio-economici, paesaggio e beni culturali (responsabile scientifico) DR. VINCENZA MESSANA – geologa (responsabile scientifico), referente tecnico DR. FEDERICA LA MORELLA – esperta in Scienza della Comunicazione (responsabile scientifico) DR. AGOSTINO D’AMICO – botanico, aspetti cartografici (GiS) DR. ORAZIO CALDARELLA – botanico DR. GIANLUCA CHIAPPA – naturalista SIG. VINCENZO BIANCONE – referente tecnico DR. FABIO GRILLO – zoologo naturalista SIG. ENRICO BELLIA – tecnico faunistico DR. GIANDOMENICO NARDONE – esperto GIS DR. IVY DI SALVO – zoologa naturalista Collaboratori alla parte zoologica SIG. MATHIA COCO - entomologo DR. MASSIMILIANO DI VITTORIO – zoologo naturalista DR. GABRIELE MASTRILLI – naturalista e fotografo DR. ANDREA MILAZZO – zoologo naturalista Collaboratori alla redazione del Piano DR. CLAUDIA RUBINO - esperto GIS e pianificazione del paesaggio Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 1 PIANO DI GESTIONE COMPLESSI GESSOSI (M. CONCA) SIC ITA050006 FASE II VALUTAZIONE DELLE ESIGENZE ECOLOGICHE DI HABITAT E SPECIE INDICE A) DESCRIZIONE DELLE ESIGENZE ECOLOGICHE A.1 - SCHEDE DESCRITTIVE PER CIASCUNA SPECIE E HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO, DELLE ESIGENZE ECOLOGICHE E DEI FATTORI ABIOTICI E BIOTICI NECESSARI PER GARANTIRNE UNO STATO DI CONSERVAZIONE SODDISFACENTE A.1.1 Gli habitat dell’Allegato I A.1.2 Le specie degli Allegati II, IV e V A.1.3 Distribuzione delle specie di cui alla tab. 3.3 motivazione A, B, C, D del formulario standard Natura 2000 B) INDIVIDUAZIONE E DESCRIZIONE DI INDICATORI B.1.1 Indicatori per gli habitat e gli aspetti floristico-vegetazionali B.1.2 Indicatori per gli aspetti faunistici ed i rispettivi habitat B.1.2.1 Indicatori selezionati C) VALUTAZIONE DELL’INFLUENZA SUGLI INDICATORI C.1 - ANALISI DELLE PRESSIONI ANTROPICHE E NATURALI CHE INCIDONO SUL SITO NATURA 2000, SUDDIVISI PER SPECIE ED HABITAT DELLA DIR. 92/43/CEE C.1.1 Incendi C.1.2 Pascolo C.1.3 Attività venatoria e bracconaggio C.1.4 Turismo C.1.5 Erosione C.1.6 Agricoltura C.1.7 Cave C.1.8 Interventi di riforestazione C.1.9 Disturbo antropico C.1.10 Strade ed infrastrutture C.1.11 Inquinamento del corso d’acqua C.1.12 Scarsa consapevolezza delle comunità locali dei valori ambientali dell’area C.1.13 Mancanza o insufficienza di informazioni scientifiche C.1.14 Impatti nelle aree esterne al SIC C.2 - LE MINACCE SUGLI INDICATORI FAUNISTICI C.3 - INDIVIDUAZIONE DEI POTENZIALI FATTORI DI IMPATTO PRODOTTI DA INTERVENTI PROGRAMMATI NON FINALIZZATI A GARANTIRE LO STATO DI CONSERVAZIONE DEL SITO NATURA 2000 C.3.1 Programmazione dell’Ente Gestore della Riserva C.3.2 Programmazione altri enti D) PREDISPOSIZIONE DI UN PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE 2 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 3 FASE II VALUTAZIONE DELLE ESIGENZE ECOLOGICHE DI HABITAT E SPECIE A) DESCRIZIONE DELLE ESIGENZE ECOLOGICHE A.1 - SCHEDE DESCRITTIVE PER CIASCUNA SPECIE E HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO, DELLE ESIGENZE ECOLOGICHE E DEI FATTORI ABIOTICI E BIOTICI NECESSARI PER GARANTIRNE UNO STATO DI CONSERVAZIONE SODDISFACENTE A.1.1 Gli habitat in Allegato I Vengono di seguito riportate le schede descrittive degli habitat individuati nel sito, nelle quali vengono analizzate le esigenze ecologiche, lo status, nonché gli aspetti critici e gli obiettivi gestionali. In particolare, si tratta dei seguenti: - 1310 Vegetazione annua pioniera a Salicornia sp. pl. e altre specie delle zone fangose e sabbiose; - 1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-mediterranei (Sarcocornietea fruticosi). - 3290 Fiumi mediterranei a flusso intermittente; - 5331 Formazioni ad Euphorbia dendroides; - 5332 Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus; - 6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero-Brachypodietea); - 8214 Rupi calcaree dell’Italia meridionale (Dianthion rupicolae); - 8310 Grotte non ancora sfruttate a livello turistico; - 92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba; - 92D0 Foreste riparie a galleria termomediterranea (Nerio-Tamaricetea); - 9320 Foreste di Olea e Ceratonia; Vegetazione annua pioniera a Salicornia sp. pl. e altre specie delle zone fangose e sabbiose CODICE NATURA 2000 – 1310 TIPOLOGIA DI HABITAT – Di interesse comunitario. STATUS – E’ un habitat presente in modo sporadico e con piccole estensioni lungo il corso d’acqua del Fiume Gallo d’Oro. SPECIE VEGETALI CARATTERISTICHE – Salsola Soda, Suaeda maritima. ESIGENZE ECOLOGICHE – E’ costituito da una vegetazione terofitica, alofila e pioniera, pauciflora ad optimum primaverile, tipica di suoli fini, a diverso grado di salinità ed occasionalmente inondati, ricadenti nella fascia bioclimatica del termomediterraneo. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 4 CRITICITÀ – Costituiscono possibili elementi di criticità: – inquinamento delle acque; – erosione pedologica a causa delle piene; – inquinamento del suolo; – abbandono rifiuti ed inerti. INDICATORI PER IL MONITORAGGIO – Vanno segnalati i seguenti: – numero di patches; – superficie totale dell’habitat; – rapporto medio superficie/perimetro; – numero di specie vegetali/m2 (grado di copertura delle cenosi); – presenza di elementi floristici di rilevante interesse fitogeografico; OBIETTIVI DI GESTIONE – Per la gestione di questo habitat è indicato: – pianificazione e controllo del corretto smaltimento di prodotti chimici; – monitoraggio delle acque e del suolo; – controllo del corretto smaltimento di rifiuti ed inerti. Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-mediterranei (Sarcocornietea fruticosi) CODICE NATURA 2000 – 1420. TIPOLOGIA DI HABITAT – Di interesse comunitario. STATUS – L’habitat dominato da una vegetazione a Sarcocornia fruticosa ed Arthrocnemum glaucum è presente lungo l’alveo del Fiume Gallo d’Oro, a ridosso della vegetazione ripale a Tamarix africana. SPECIE VEGETALI CARATTERISTICHE – Sarcocornia fruticosa, Arthrocnemum glaucum. ESIGENZE ECOLOGICHE – L’habitat include aspetti di vegetazione basso-arbustive alofita, tipica di sponde melmose periodicamente sommerse da acque salse, più o meno stagnanti, nella fascia bioclimatica del termomediterraneo. CRITICITÀ – Costituiscono possibili elementi di criticità: – inquinamento delle acque; – erosione pedologica a causa delle piene; – inquinamento del suolo; – abbandono rifiuti ed inerti. INDICATORI PER IL MONITORAGGIO – Vanno segnalati i seguenti: – numero di patches; – superficie totale dell’habitat; Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 5 – rapporto medio superficie/perimetro; – numero di specie vegetali/m2 (grado di copertura delle cenosi); – presenza di elementi floristici di rilevante interesse fitogeografico; OBIETTIVI DI GESTIONE – Per la gestione di questo habitat è indicato: – pianificazione e controllo del corretto smaltimento di prodotti chimici; – monitoraggio delle acque e del suolo; – controllo del corretto smaltimento di rifiuti ed inerti. Fiumi mediterranei a flusso intermittente CODICE NATURA 2000 – 3290. TIPOLOGIA DI HABITAT – Di interesse comunitario. STATUS – L’habitat è rappresentato dal tratto fluviale del Fiume Gallo d’Oro presente all’interno del sito. ESIGENZE ECOLOGICHE – Sono qui inclusi anche aspetti di vegetazione in parte ascritti ad altri habitat, in particolare il 1310 (Vegetazione annua pioniera a Salicornia sp. pl. e altre specie delle zone fangose e sabbiose), il 1420 (Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termomediterranei – Sarcocornietea fruticosi), il 92A0 (Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba) ed il 92D0 (Foreste riparie a galleria termomediterranea – Nerio-Tamaricetea), oltre all’alveo fluviale, con flusso intermittente, la vegetazione delle sponde ad Arundo collina, ecc. CRITICITÀ – Costituiscono possibili elementi di criticità: – inquinamento delle acque; – erosione pedologica a causa delle piene; – inquinamento del suolo; – abbandono rifiuti ed inerti; – incendi lungo le sponde. INDICATORI PER IL MONITORAGGIO – Vanno segnalati i seguenti: – numero di patches; – superficie totale dell’habitat; – rapporto medio superficie/perimetro; – numero di specie vegetali/m2 (grado di copertura delle cenosi); – presenza di elementi floristici di rilevante interesse fitogeografico. OBIETTIVI DI GESTIONE – Per la gestione di questo habitat è indicato: – pianificazione e controllo del corretto smaltimento di prodotti chimici; Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 6 – monitoraggio delle acque e del suolo; – prevenzione degli incendi; – controllo del corretto smaltimento di rifiuti ed inerti. Formazioni ad Euphorbia dendroides CODICE NATURA 2000 – 5330 TIPOLOGIA DI HABITAT – Di interesse comunitario. STATUS – L’habitat è fisionomicamente caratterizzato dalla dominanza di macchia-gariga ad Euphorbia dendroides e talora di Artemisia arborescens. Si tratta di aspetti secondari di una formazione forestale a dominanza di Olivastro, talora frammista ad aspetti di prateria xerofila e di gariga a Thymus capitatus. Sotto l’aspetto fitosociologico sono riferiti all’associazione Oleo-Euphorbietum dendroidis. Va tenuto conto che trattandosi di aspetti di sostituzione, in tempi più o meno lunghi senza azioni di disturbo la cenosi tenderebbe – almeno in parte – ad evolvere verso aspetti della vegetazione potenziale ad Olea europea var. sylvestris. SPECIE VEGETALI CARATTERISTICHE – Euphorbia dendroides, Olea europea var. sylvestris, Artemisia arborescens. ESIGENZE ECOLOGICHE – Sono insediate in contesti rupestri e semirupestri esposti prevalentemente a sud, nell’ambito dei quali costituiscono aspetti di macchia più o meno chiusa dominata da entità arbustive. Ricadono essenzialmente all’interno della fascia bioclimatica del termomediterraneo tendente localmente al mesomediterraneo secco superiore. CRITICITÀ – Sono da considerare i seguenti aspetti: – incendi; – pascolo; – calpestio; – introduzione di specie alloctone. INDICATORI PER IL MONITORAGGIO – Vanno considerati i seguenti: – numero di patches; – superficie totale dell’habitat; – superficie media di ogni patch; – rapporto medio superficie/perimetro; – numero di specie vegetali/m2 (grado di copertura delle cenosi); – numero di specie vegetali/ettaro; – numero di individui di Euphorbia dendroides/ettaro; – struttura della vegetazione ad Euphorbia dendroides; Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 7 – numero di specie endemiche/ettaro; – numero di specie endemiche/totale specie; – numero di specie alloctone/ettaro; – numero di specie alloctone/totale specie; – altezza della vegetazione arbustiva. OBIETTIVI DI GESTIONE – E’ importante preservare l’integrità del sito e regolarne le azioni che possono determinare l’ulteriore degrado ed il depauperamento della biodiversità. Fra gli obiettivi si indicano i seguenti: – mantenimento delle superfici attualmente occupate; – mantenimento di moderati livelli di disturbo (pascolo); – cartografia della vegetazione e degli habitat; – monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate; – regolamentazione delle attività di pascolo; – prevenzione incendi ripetuti; – divulgazione didattico-scientifica sull’importanza di questo habitat, verso le popolazioni locali ed i fruitori esterni; – realizzazione di pannelli illustrativi, depliantes esplicativi e percorsi naturalistici. Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus CODICE NATURA 2000 – 5332. TIPOLOGIA DI HABITAT – Di interesse comunitario. STATUS – L’habitat si rileva lungo i versanti settentrionali dei rilievi presenti nel SIC (Monte Conca, Rocche di Tulio, e Cozzo Don Michele). Interessa altresì il basso versante di Monte Conca e del Rilievi in Contrada Mezzebi. La cenosi occupa rilevanti estensioni lungo i versanti, dove gioca un ruolo nella stabilizzazione delle pendici acclivi ed accidentate limitando l’azione delle acque superficiali. La vegetazione caratterizza aspetti secondari e pionieri legati ai processi recupero nell’ambito di serie basifile di boschi della classe Quercetea ilicis. In mezzo alle radure ed ai cespi di Ampelodesma, sono presenti formazioni terofitiche ascritte all’habitat 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue) con i quali in genere si compenetra. E’ da tenere in considerazione che l’ulteriore evoluzione della serie porterebbe all’insediamento di aspetti arbustivi dell’alleanza Pruno-Rubion ulmifolii. SPECIE VEGETALI CARATTERISTICHE Pimpinella anisoides. – Ampelodesmos mauritanicus, Eryngium bocconei, Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 8 ESIGENZE ECOLOGICHE – Tali aspetti di prateria tendono ad insediarsi in stazioni con suoli più o meno profondi e maturi, ricchi di componente limoso-argillosa, ricadenti nelle fasce del termo- e del mesomediterraneo. CRITICITÀ – Gli aspetti critici per la gestione sono rappresentati dalla conservazione dell’habitat, che è legato ad un certo equilibrio determinato dal mantenimento del pascolo. Infatti, l’attività pascoliva risulta necessaria poiché si tratta di cenosi erbacee secondarie. E’ pertanto indispensabile garantire livelli ottimali di pascolamento, evitando un sovraccarico di bestiame che causerebbe anche il costipamento del suolo, l’eutrofizzazione ed il depauperamento delle specie pabulari. L’abbandono del pascolo determinerebbe, invece, la ripresa delle dinamiche evolutive, a vantaggio delle comunità arbustive e secondarie. Essendo l’Ampelodesma una specie pirofita, viene favorita dagli incendi periodici (5-10 anni), anche se, di contro, il passaggio del fuoco lungo i versanti scoscesi causa una rilevante perdita di suolo. Notevoli danni causano anche gli interventi di riforestazione effettuati nel territorio, che portano all’ulteriore erosione pedologica e successivamente alla perdita di biodiversità dovuta a modificazioni ecologiche (ombreggiamento, acidificazione, ecc.). I principali elementi di criticità sono i seguenti: – sovrapascolamento/diminuzione del pascolo; – incendi ripetuti; – dissodamento; – recupero arbustivo; – interventi di riforestazione; – localizzati fenomeni di degradazione del suolo per compattazione dovuta al calpestio ed al sentieramento; – localizzati fenomeni di degradazione del suolo per erosione (idrica incanalata); – gradonamenti e scavi. INDICATORI PER IL MONITORAGGIO – Vanno considerati i seguenti: – numero di patches; – superficie totale dell’habitat; – superficie media di ogni patch; – rapporto medio superficie/perimetro; – numero di specie vegetali/m2 (grado di copertura delle cenosi); – numero di specie vegetali/ettaro; – numero di individui di Ampelodesmos mauritanicus/ettaro; Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 9 – struttura della vegetazione ad Ampelodesmos mauritanicus; – numero di specie endemiche/ettaro; – numero di specie endemiche/totale specie; – numero di specie alloctone/ettaro; – numero di specie alloctone/totale specie; – numero di specie pabulari/m2; – peso sostanza secca/m2; – altezza della vegetazione. OBIETTIVI DI GESTIONE – E’ importante preservare l’integrità del sito e regolarne tutte le azioni che possono determinare l’ulteriore degrado ed il depauperamento della biodiversità. – mantenimento delle superfici attualmente occupate; – mantenimento di moderati livelli di disturbo (pascolo); – cartografia della vegetazione e degli habitat; – monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate; – regolamentazione delle attività di pascolo; – prevenzione incendi ripetuti; – divulgazione didattico-scientifica sull’importanza di questo habitat, verso le popolazioni locali ed i fruitori esterni; – realizzazione di pannelli illustrativi, depliantes esplicativi e percorsi naturalistici. Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea CODICE NATURA 2000 – 6220*. TIPOLOGIA DI HABITAT – Di interesse prioritario. STATUS – L’habitat fa riferimento alla vegetazione erbacea annuale, in genere frammista in seno a diversi altri stadi dinamici. Infatti gli aspetti a terofite del 6220* si rilevano nella prateria ad Ampelodesmos mauritanicus (5332), in altre tipologie di vegetazione steppica della classe Lygeo-Stipetea (Hyparrhenietum hirto-pubescentis, Lygeo-Eryngietum dicotomi, Lygeo-Lavateretum agrigentinae, Asteretum sorrentinii), nella macchia-gariga ad Euphorbia dendroides (5331), ecc. SPECIE VEGETALI CARATTERISTICHE – Chaenorrhinum rubrifolium, Ononis breviflora, Sedum caeruleum, Sedum stellatum, Stipa capensis, Trisetaria aurea e Vulpia ligustica. ESIGENZE ECOLOGICHE – Le terofite posseggono una elevata capacità di insediamento sui suoli più o meno denudati, grazie all’abbondante produzione di semi, alle modeste esigenze ecolo- 10 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II giche e trofiche, al limitato sviluppo dell’apparato radicale, alla forte capacità di adattare lo sviluppo alle condizioni difficili che si determinano negli ambienti che colonizzano. Nell’area è legato alla presenza di affioramenti rocciosi, nel cui ambito la vegetazione erbacea terofitica della classe Stipo-Trachynietea distachyae (= Thero-brachypodietea) si pone prevalentemente in contatto con aspetti ad Ampelodesmos mauritanicus, nonchè con formazioni camefitiche della classe Cisto-Micromerietea. Si tratta di praterelli terofitici calcicoli, riferiti alle associazioni Thero-Sedetum caerulei Brullo 1975, Vulpio-Trisetarietum aureae Brullo 1975, Filagini-Chaenorrhinetum rubrifolii Brullo et al. 1989 e Ononido breviflorae-Stipetum capensis Brullo et. al. 2000. CRITICITÀ – In generale, per la conservazione di questo habitat è comunque necessario il pascolo, poiché si tratta di cenosi erbacee secondarie, favorite dall’utilizzo con il bestiame. Livelli ottimali di pascolamento favoriscono il mantenimento delle strutture, delle funzioni e dei processi biologici peculiari, mentre l’assenza determina una accelerazione delle dinamiche evolutive della vegetazione, a vantaggio delle comunità perenni (ampelodesmeto, iparrenieto, ecc. ), nonché delle cenosi arbustive e forestali. D’altra parte, l’eccessivo carico di bestiame causa la compattazione dei suoli e la loro eutrofizzazione. Gli incendi ripetuti causano la perdita di terreno e favoriscono specie adattate al fuoco (pirofite), mentre il periodico passaggio del fuoco (ogni 5-10 anni) tende a bloccare le dinamiche evolutive della vegetazione, favorendo il mantenimento di questo habitat. I principali elementi di criticità sono costituiti da: – sovrapascolamento/diminuzione del pascolo; – incendi ripetuti; – dissodamento; – recupero arbustivo; – interventi di riforestazione; – localizzati fenomeni di degradazione del suolo per compattazione dovuta al calpestio ed al sentieramento; – localizzati fenomeni di degradazione del suolo per erosione (idrica incanalata); – gradonamenti e scavi. INDICATORI PER IL MONITORAGGIO – Per monitorare lo stato di conservazione dell’habitat sono ritenuti efficaci i seguenti indicatori: – superficie totale dell’habitat; – numero di specie vegetali totali (ricchezza floristica); – numero di specie vegetali/m2 (grado di copertura delle cenosi); – numero di specie endemiche/totale specie; Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 11 – numero di specie pabulari/m2; – peso sostanza secca/m2; – basso valore di copertura di specie nitrofile. OBIETTIVI DI GESTIONE – Poiché si tratta di un habitat caratterizzato dalla dominanza di fitocenosi a carattere secondario, è in genere auspicabile che vengano mantenuti i processi e gli usi che ne hanno determinato la presenza. E’ pertanto essenziale che nel sito venga predisposto un piano di pascolamento compatibile, capace d’integrare l’esigenza produttiva con la conservazione della biodiversità. Una porzione significativa del territorio (ad esempio almeno il 10%), dovrebbe essere destinata all’evoluzione spontanea, verso termini più maturi delle diverse serie di vegetazione, al fine di recuperare gli aspetti forestali tipici del paesaggio, ormai depauperati se non distrutti in gran parte dell’interno siciliano. Nelle zone soggette a fenomeni di erosione occorre ridurre al minimo le azioni che li possano innescare, come per esempio l’apertura di nuove strade. Fra gli obiettivi di gestione vanno segnalati i seguenti: – conservare le superfici occupate dall’habitat; – garantire interventi periodici che consentano di conservare l’habitat, controllando le dinamiche di successione secondaria (sfalcio periodico, riduzione del pascolo in alcune fasi stagionali, incendio controllato, ecc.); – monitoraggio della vegetazione; – conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate; – monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate; – prevenzione incendi; – realizzazione di depliantes esplicativi e percorsi naturalistici. Rupi calcaree dell’Italia meridionale (Dianthion rupicolae) CODICE NATURA 2000 – 8214 TIPOLOGIA DI HABITAT – Di interesse comunitario. STATUS – L’habitat è dominato dalla presenza di biocenosi specializzate, legate alla litologia ed alla morfologia, tipico degli affioramenti gessosi, calcarei con ambienti rupestri. E’ un habitat relativamente integro, considerato che le rupi sono poco accessibili, almeno in parte. SPECIE VEGETALI CARATTERISTICHE – Diplotaxis crassifolia, Brassica villosa ssp. tinei, A- thamanta sicula, Sedum sediforme, Matthiola fruticulosa. 12 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II ESIGENZE ECOLOGICHE – Nel SIC la vegetazione casmofitica, dominata da specie che affondano gli apparati radicali all’interno della roccia, con copertura molto ridotta è inquadrata nella classe Asplenietea trichomanis (ordine Asplenietalia glandulosi; alleanza Dianthion rupicolae) e riferita all’associazione Brassico tinei-Diplotaxietum crassifoliae Brullo & Marcenò 1979 e viene diversificata dalla presenza di specie gipsicole. Nell’habitat è anche rappresentata la vegetazione comofila brio-pteridofitica ascritta all’associazione Polypodio serrulatiCheilanthetum pteridioidis Brullo, Minissale & Siracusa 2002 e la vegetazione a Capparis spinosa ssp. rupestris (Capparietum rupestris Bolòs e Molinier 1958), nonché quella del Sedo dasyphylli-Ceterachetum officinarum Hruska ex Brullo & Guarino 1998. CRITICITÀ – Fra gli aspetti critici per l’habitat si segnalano: – incendi; – apertura di cave; – localizzati fenomeni di erosione del suolo. INDICATORI PER IL MONITORAGGIO – Indicatori efficaci per monitorare lo stato di conservazione dell’habitat sono: – numero di patches; – superficie totale dell’habitat; – superficie media di ogni patch; – rapporto medio superficie/perimetro; – numero di specie vegetali totali (ricchezza floristica); – numero di specie vegetali/m2 (grado di copertura delle cenosi); – numero di specie vegetali/patch; – numero di specie endemiche/m2; – numero di specie endemiche/totale specie; – presenza di elementi floristici e vegetazionali di rilevanza biogeografica; – presenza di specie animali strettamente legate ad ambienti rupestri. OBIETTIVI DI GESTIONE – Regolamentare quelle azioni che possono innescare episodi di erosione del suolo e frane, come ad esempio il sovrapascolo. Grotte non ancora sfruttate a livello turistico CODICE NATURA 2000 – 8310 TIPOLOGIA DI HABITAT – Di interesse comunitario. STATUS – Il rilievo di Monte Conca è percorso da un sistema carsico sotterraneo cui si accede dall’inghiottitoio situato lungo il versante meridionale del rilievo e che termina nella risorgen- Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 13 za situata ai piedi della rupe settentrionale, quasi in prossimità del corso d’acqua. Il territorio presenta anche altre cavità più piccole, che nell’insieme costituiscono un habitat di grande importanza per la conservazione delle specie dell’Allegato II (e.g. pipistrelli, anfibi). SPECIE VEGETALI CARATTERISTICHE – E’ possibile la presenza di muschi e alghe, mentre le piante superiori sono praticamente assenti. ESIGENZE ECOLOGICHE – L’habitat ha un’estensione molto variabile, soprattutto perché la perimetrazione del sito comprende interi complessi di grotte, non tutte identificate, esplorate e censite. Le comunità animali cavernicole sono condizionate da diversi fattori e sono caratterizzate dall’assenza di produzione primaria, dalla riduzione dei ritmi circadiani e/o stagionali e da variazioni etologiche, morfologiche ed anatomiche. Poiché le specie sono adattate a nicchie ristrette, in grado di mantenere la propria biomassa anche in condizioni di flusso energetico fortemente ridotto, tutte le comunità animali presenti (Vertebrati e Invertebrati) svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento dei delicati equilibri ipogei. Pertanto il mantenimento della diversità faunistica presente svolge un ruolo vitale per la tutela dell’habitat. CRITICITÀ – Fra gli aspetti critici per l’habitat si segnalano: – inquinamento delle acque, legato ad esempio all’eccessivo uso di sostanze chimiche di uso agricolo (diserbanti, anticrittogamici, ecc.) nelle aree epigee sovrastanti; – eccessiva frequentazione (spesso dovuta a “valorizzazione” turistica). INDICATORI PER IL MONITORAGGIO – Un elemento di pregio è rappresentato dalla presenza in un buono stato di conservazione delle popolazioni di chirotteri, anfibi e crostacei. Un altro aspetto di qualità è relativo ad alcuni caratteri non biologici, come la persistenza dei processi carsici che hanno formato le cavità. Tenuto conto della fragilità di questi ecosistemi e dell’originalità dei singoli popolamenti, l’elemento guida più significativo è il mantenimento dei caratteri di biodiversità. I parametri fisici e chimico-fisici degli ambienti, che determinano condizioni adatte alla presenza delle comunità animali, costituiscono un ulteriore indicatore molto importante. OBIETTIVI DI GESTIONE – Per la gestione di questi siti è indicato: – evitare tipi di uso del suolo che possano inquinare le acque, nelle aree circostanti, collegate idrogeologicamente alle grotte. Dove non è possibile escludere l’uso agricolo, favorire l’agricoltura biologica e le colture permanenti; – favorire la continuità della copertura vegetale, ed evitare interventi che accelerino i deflussi superficiali e alterino la permeabilità dei suoli; Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 14 – mantenere la diversità ambientale e la ricchezza biotica, favorire i processi di rinaturazione in atto in aree epigee circostanti in cui da tempo sono cessate le attività agricole, curare il mantenimento degli equilibri idrogeologici e la protezione del suolo. Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba CODICE NATURA 2000 – 92A0 TIPOLOGIA DI HABITAT – Di interesse comunitario. STATUS – Formazione di boscaglia a Salix alba e/o Populus alba, presente sporadicamente lungo il ruscello che scende a valle della Fontana di Rose, nonché in pochi altri ambiti del Fiume Gallo d’Oro. SPECIE VEGETALI CARATTERISTICHE – Salix alba, Salix pedicellata, Populus alba. ESIGENZE ECOLOGICHE – L’habitat fa riferimento ad una vegetazione ripale tipica delle sponde di corsi d’acqua aperti di natura argillosa o marnosa, umide, nella fasce del termo- e del mesomediterraneo (subumido-umido). CRITICITÀ – Costituiscono possibili elementi di criticità: – inquinamento delle acque; – erosione pedologica a causa delle piene; – inquinamento del suolo; – abbandono rifiuti ed inerti; – incendi lungo le sponde. INDICATORI PER IL MONITORAGGIO – Vanno segnalati i seguenti: – numero di patches; – superficie totale dell’habitat; – rapporto medio superficie/perimetro; – numero di specie vegetali totali (ricchezza floristica); – numero di specie vegetali/m2 (grado di copertura delle cenosi); OBIETTIVI DI GESTIONE – Per la gestione di questo habitat è indicato: – pianificazione e controllo del corretto smaltimento di prodotti chimici; – monitoraggio delle acque e del suolo; – prevenzione degli incendi; – controllo del corretto smaltimento di rifiuti ed inerti. Foreste riparie a galleria termomediterranee (Nerio-Tamaricetea) Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 15 CODICE NATURA 2000 – 92D0 TIPOLOGIA DI HABITAT – Di interesse comunitario. STATUS – Formazione di boscaglia igrofila floristicamente povera, a dominanza di Tamarix africana, presente in maniera assai sporadica lungo gli impluvi. E’ stata rilevata in piccoli nuclei lungo alcuni impluvi del SIC ed in modo più esteso e strutturalmente più evoluto, lungo il corso del Fiume Gallo d’Oro. SPECIE VEGETALI CARATTERISTICHE – Tamarix africana. ESIGENZE ECOLOGICHE – La vegetazione è legata a sponde fluviali o ai torrenti di aree a clima mediterraneo xerico, caratterizzate da substrati ricchi in limo ed argilla. E’ riferita ad un aggruppamento a Tamarix africana (alleanza Tamaricion africanae; ordine Tamaricetalia africanae). CRITICITÀ – La vegetazione in oggetto è assai poco frequente lungo i ruscelli del territorio. Elementi di criticità vengono considerati: – incendi; – estrema frammentazione dell’habitat; – taglio; – erosione del suolo; – estrema rarefazione della specie tipica. INDICATORI PER IL MONITORAGGIO – Vanno segnalati i seguenti: – numero di patches; – superficie totale dell’habitat; – superficie media di ogni patch; – rapporto medio superficie/perimetro; – numero di specie vegetali totali (ricchezza floristica); – numero di specie vegetali/m2 (grado di copertura delle cenosi); – numero di specie endemiche/patch; – numero di specie endemiche/totale specie. OBIETTIVI DI GESTIONE – E’ bene regolamentare quelle azioni che possono innescare episodi di erosione del suolo e frane, come ad esempio l’apertura di cave, gli incendi ed il sovrapascolo. – prevenzione incendi; – conservare le superfici occupate dall’habitat; – garantire interventi periodici che consentano di conservare l’habitat, controllando le dinamiche di successione secondaria; 16 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II – monitoraggio della vegetazione e degli habitat; – monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate; – divulgazione didattico-scientifica sull’importanza di questo habitat, verso le popolazioni locali ed i fruitori esterni; – acquisizione dei diritti di taglio, nell’area occupata dall’habitat e nelle zone circostanti; – realizzazione di vivai in-situ per l’allevamento e la diffusione delle specie di interesse forestale di provenienza locale. Foreste di Olea e Ceratonia CODICE NATURA 2000 – 9320 TIPOLOGIA DI HABITAT – Di interesse comunitario. STATUS – L’habitat è rappresentato da esigui aspetti forestali a dominanza di Olivastro, i quali costituiscono la testa di serie delle aree subrupicole più aride dei vari rilievi del SIC di Monte Conca. In realtà a causa del taglio e degli incendi protrattisi sin da epoche remote, sono oggi presenti dei lembi ridottissimi di oleastreti, costituiti da poche piante abbarbicate nelle zone meno accessibili delle cengie in seno alle pareti rocciose. Gran parte dell’area potenziale è occupata dall’euforbieto (5331), che ne costituisce un aspetto secondario. SPECIE VEGETALI CARATTERISTICHE – Olea europea var. sylvestris, Phillyrea media, Pistacia lentiscus e Asparagus albus. ESIGENZE ECOLOGICHE – Si tratta di una vegetazione forestale a carattere edafo-climacico facente parte di una serie xerofila e pioniera, tipica delle creste rocciose aride. Tale vegetazione è depauperata ed in parte distrutta; è rappresentata da elementi alto-arbustivi ed arborei della classe Quercetea ilicis (allenza Oleo-Ceratonion; ordine Pistacio-Rhamnetalia) quali Olea europea var. sylvestris, Phillyrea media, Anagyris foetida e Pistacia lentiscus. Tali specie sono rarissime nel territorio, a causa delle attività antropiche succitate. CRITICITÀ – La vegetazione è quasi del tutto estinta. Elementi di criticità sono: – incendi; – taglio per legnatico (anche se oggi meno grave poiché l’attività è in disuso); – frammentazione dell’habitat; – erosione del suolo; – estrema rarefazione delle specie legnose e quindi di progenie. INDICATORI PER IL MONITORAGGIO – Vanno segnalati i seguenti: – numero di patches; Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 17 – superficie totale dell’habitat; – superficie media di ogni patch; – rapporto medio superficie/perimetro; – numero di specie vegetali totali (ricchezza floristica); – numero di specie vegetali/m2 (grado di copertura delle cenosi); – numero di specie endemiche/patch; – numero di specie endemiche/totale specie. OBIETTIVI DI GESTIONE – E’ bene regolamentare quelle azioni che possono innescare episodi di erosione del suolo e frane, come ad esempio l’apertura di cave, gli incendi ed il sovrapascolo. – prevenzione incendi; – conservare le superfici occupate dall’habitat; – garantire interventi periodici che consentano di conservare l’habitat, controllando le dinamiche di successione secondaria; – monitoraggio della vegetazione e degli habitat; – monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate; – divulgazione didattico-scientifica sull’importanza di questo habitat, verso le popolazioni locali ed i fruitori esterni; – acquisizione dei diritti di taglio, nell’area occupata dall’habitat e nelle zone circostanti; – realizzazione di vivai in-situ per l’allevamento e la diffusione delle specie di interesse forestale di provenienza locale. A.1.2 Le specie in Allegati II, IV e V Vengono riportate nel seguito le schede descrittive di ciascuna delle entità dell’allegato II, IV e V della Direttiva 92/43/CEE, rinvenute nel SIC e per le quali vengono descritte l’ecologia, la corologia, lo stato di conservazione e le proposte per un’adeguata conservazione. Aster sorrentinii (Tod.) Lojac. (Fam.: COMPOSITAE) SINONIMI – Galatella sorrentinii (Tod.) NOME VOLGARE – Astro di Sorrentino. DESCRIZIONE – Pianta perenne suffruticosa, alta 8-40 cm, con fusto e foglie verde glauco e consistenza più o meno carnosa. Fusti ramificati alla base, con scapi eretti ramosi oppure semplici e monocefali. Foglie lineari-lanceolate o subspatolate di 4-6 x 25-50 (max 90 18 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II mm), carenate e minutamente dentate e cigliate sul bordo. Capolini solitari all’apice dei rami (diam. 1-1,5 cm); peduncoli con brattee talora superanti il capolino; squame ellittiche a margine a margine scurioso, ciliato-squarroso, le interne con apice acuto scuro, fiori del raggio con viola-pallidi con ligule generalmente bilobe, lunghe il doppio dell’involucro; fiori centrali gialli; acheni costati con pappo giallastro. BIOLOGIA – Camefita suffruticosa a fioritura estivo-autunnale (giugno-novembre). Si riproduce per seme. ECOLOGIA – Camefita alofila di habitat calanchivi a maggiore pendenza, all’interno dei quali riveste un ruolo primario di tipo edafofilo in quanto si localizza in ambienti soggetti ad intense erosioni superficiali; è distribuita dalla fascia basso collinare fino a quella montana (300- 900 m s.l.m.) in contesti bioclimatici compresi tra il termomediterraneo ed il mesomediterraneo. Dal punto di vista fitosociologico, è considerata caratteristica dell’associazione Asteretum sorrentinii (1985) (all. Moricandio-Lygeion sparti; ord. LygeoStipetalia; cl. Lygeo-Stipetea). AREALE – E’ un’endemica siciliana a baricentro centro-occidentale, con distribuzione circoscritta ai calanchi meno xerici posti a margine dei rilievi della serie gessoso-solfifera o anche agli affioramenti di natura calcarea. DISTRIBUZIONE REGIONALE – Sutera, Milena, S. Sfefano di Quisquina, Castellana Sicula, Bosco di Rifesi, Bivona, diverse località dell’Agrigentino (Pietranera, Cava-Bivona, Moloinazzo), Burgio, Maccalube di Aragona, S. Biagio Platani, Busambra in contrada Valanche, Palazzo Adriano. STAZIONI ACCERTATE ALL’INTERNO DELLA RISERVA – Si rinviene esclusivamente lungo i calanchi di Contrada Zubbio. STATO DI CONSERVAZIONE – Il popolamento, essendo situato all’interno di tali ambienti, non risulta particolarmente esposto a pericoli immediati di grande rilievo. FATTORI DI RISCHIO – Incendi, pascolo e rimboschimento. MISURE DI PROTEZIONE ESISTENTI – Il popolamento ricade all’interno del perimetro della Riserva e del SIC, dove usufruisce delle misure di tutela vigenti. MISURE DI PROTEZIONE PROPOSTE – Difesa del territorio contro gli incendi, pascolo controllato e mantenimento delle caratteristiche generali dell’habitat, con particolare riferimento all’interdizione delle attività di rimboschimento. Dianthus rupicola Biv. subsp. rupicola SINONIMI - D. bisignani Ten. (Fam.: CARYOPHYLLACEAE) Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 19 NOME VOLGARE – Garofano rupicolo. DESCRIZIONE – Pianta perenne suffruticosa, alta 2-5 dm, completamente glabra. Fusto legnoso alla base, contorto, molto ramificato, formante cespugli più o meno densi, attaccati alle pareti delle rupi. Foglie di 2-3 x 40-50 mm, di colore verde glauco, carnosette, coriacee, saldate alla base, lineari, acute, raccolte in ciuffetti apicali sui rami sterili, piuttosto distanziate sui rametti fioriferi. Fiori numerosi, portati in densi mazzetti; calice di 4 x 22 mm, quasi cilindrico, munito all’apice di denti di 5 mm, ricoperto per un terzo di 12-16 squame verdi; petali di colore rosso-lillacino, irregolarmente denticolati. Il frutto è una capsula deiscente alla sommità. BIOLOGIA – Camefita suffruticosa a fioritura primaverile-estiva (maggio-settembre). Si riproduce per seme. ECOLOGIA – Casmofita termofila ed eliofila di habitat rupestri calcarei e gipsicoli, dalla fascia costiera fino all’area collinare (10-750 m s.l.m.). Dal punto di vista fitosociologico, è considerata caratteristica dell’alleanza Dianthion rupicolae (Asplenietea trichomanis), rappresentata nel SIC dalle formazioni del Brassico tinei-Diplotaxietum crassifoliae. AREALE – E’ un’endemica con distribuzione circoscritta alla Campania (Penisola Sorrentina, Capri, Ventotene), Sicilia e isole circumsiciliane. DISTRIBUZIONE REGIONALE – Monti di Trapani, M. Erice, Zingaro a Portella San Giovanni, M. Inici, Castellammare, Montagna Longa, M. Pellegrino, M. di Palermo, Caltabellotta, Termini, Cefalù, S. Agata Militello, Rocche del Crasto, Capo Tindari, M. Scuderi, Rometta, Militello Val di Noto, Avola, Isole Egadi, Eolie, Lampedusa, ecc. STAZIONI ACCERTATE ALL’INTERNO DELLA RISERVA – Rara, sulle pareti rocciose del versante settentrionale di Mon Conca e localmente anche altrove (Rocche di Tulio). STATO DI CONSERVAZIONE – Il popolamento, essendo situato all’interno di ambienti rupestri, non risulta particolarmente esposto a pericoli immediati di grande rilievo. FATTORI DI RISCHIO – Incendi. MISURE DI PROTEZIONE ESISTENTI – Il popolamento ricade all’interno del perimetro della Riserva e del SIC, dove usufruisce delle misure di tutela vigenti. MISURE DI PROTEZIONE PROPOSTE – Difesa del territorio contro gli incendi. A.1.3 Distribuzione delle specie di cui alla tab. 3.3 motivazione A, B, C, D del formulario standard Natura 2000 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 20 Per le entità riportate nella Tab. 3.3 del Schede Natura 2000, vengono si seguito illustrate delle note sintetiche inerenti la forma biologica, la distribuzione e l’ecologia, utili anche per il perfezionamento di strategie di conservazione in situ. Aceras anthropophorum (L.) R. BR. (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa, tipica delle praterie mesofile e delle formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus. Ha una distribuzione StenoMediterraneo-Atlantica. E’ presente in tutto il territorio nazionale e comune anche in Sicilia. Nell’area del SIC è poco frequente. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Anacamptis pyramidalis (L.) L.C. Rich. (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa, tipica delle praterie (iparrenieti, ampelodesmeti ecc.). E’ appartenente all’elemento Mediterraneo (euri), e nota per l’intero territorio nazionale e regionale, così come nell’area del SIC. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Arthrocnemum glaucum (Delile) Ung.-Sternb. (Fam. Chenopodiaceae) – Camefita succulenta a distribuzione mediterraneo-macaronesica, tipica di ambienti salsi sia litorali, sia dell’inteno. In Sicilia risulta distribuita nell’intero perimetro costiero, con penetrazioni lungo i corsi d’acqua della serie gessoso-solfifera. Nel SIC si rinviene lungo le sponde melmose del Fiume Gallo d’Oro. Atriplex halimus L. (Fam. Chenopodiaceae) – Fanerofita cespitosa, tipica di substrati subsalsi sabbiosi e calanchivi. Il suo ampio areale interessa la regione Sudafricana, le coste atlantiche e quelle mediterranee. In Sicilia è alquanto diffusa, soprattutto nelle zone costiere, nonchè nelle aree calanchive della serie gessoso-solfifera. Nel SIC si rinviene presso le formazioni argilloso-calanchive di Contrada Zubbio. Atriplex latifolia Wahlenb. (Fam. Chenopodiaceae) – Terofita scaposa a distribuzione circumboreale, tipica di ambienti fangosi alo-nitrofili. In Sicilia è alquanto comune. Nel SIC si rinviene a ridosso delle sponde melmose del Fiume Gallo d’Oro. Barlia robertiana (Loisel) Greuter [=Himantoglossum robertianum (Loisel.) Delforge, Fam. Orchidaceae] – Geofita bulbosa appartenente all’elemento Mediterraneo-Atlantico. In Sicilia è piuttosto comune, così come nell’area del SIC, soprattutto negli incolti e nelle praterie ad Ampelodesmos mauritanicus. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 21 Biscutella maritima Ten. (Fam. Cruciferae) – Terofita scaposa esclusiva del territorio italiano. In Sicilia questa specie è piuttosto comune e conosciuta per diverse località del territorio regionale (Palermo, Ustica, Ficuzza, Castelbuono, Agrigento, Porto Empedocle, Marsala, Castellammare, Linosa, Ragusa, Catania ecc.). Essa figura inoltre nell’Inventario delle specie “a rischio” nella flora vascolare nativa della Sicilia (RAIMONDO, GIANGUZZI & ILARDI, 1996), come “non minacciata (NT)”. Brassica villosa Biv. subsp. tinei Raimondo et Mazzola (Fam. Cruciferae) – Camefita suffruticosa, tipica di habitat rupestri calcarei (50-650 m s.l.m.), endemica della parte centrale della Sicilia. E’ ritenuta caratteristica dell’alleanza Dianthion rupicolae (ass. Scabioso-Centauretum ucriae). La distribuzione regionale interessa la zona della serie gessoso-solfifera. Essa figura nell’Inventario delle specie “a rischio” nella flora vascolare nativa della Sicilia (RAIMONDO, GIANGUZZI & ILARDI, 1996) e nelle Liste rosse regionali delle Piante d’Italia (CONTI, MANZI & PEDROTTI, 1997), come “a minor rischio (LR)”. Catananche lutea L. (Fam. Compositae) – Terofita scaposa a distribuzione sud-mediterranea, tipica di incolti aridi argillosi. E’ presente in tutto il territorio regionale, anche se poco frequente, così come nel SIC. Centaurea solstitialis L. subsp. schouwii (DC.) Gugler (Fam. Compositae) – Emicriptofita bienne tipica di ambienti incolti aridi. E’ un’endemica nota per Calabria, Sardegna e Sicilia. Nel territorio regionale è segnalata per svariate località (Acquasanta, Nebrodi, M. S. Pietro, Lorito, Ficuzza, Castelbuono, M. Cofano), così come nell’area del SIC. Chaenorrhinum rupestre (Fam. Schrophulariaceae) – Rara terofita scaposa appartenente all’elemento Euri-Mediterraneo. Nel territorio nazionale è riportata per alcune località della parte centrale della penisola, in Sardegna e Sicilia, dove è nota anche per alcuni affioramenti gessosi dell’interno siciliano. Nell’area del SIC si rinviene nei praterelli effimeri localizzati negli affioramenti di natura gessosa. La specie figura nell’Inventario delle specie “a rischio” nella flora vascolare nativa della Sicilia (RAIMONDO, GIANGUZZI & ILARDI, 1996), come “rara (R)” e nelle Liste rosse regionali delle Piante d’Italia (CONTI, MANZI & PEDROTTI, 1997), nella categoria “a minor rischio (LR)”. Colchicum bivonae Guss. (Fam. Liliaceae) – Geofita bulbosa tipica di praterie montane xerofile ed ampelodesmeti. L’entità è esclusiva di Corfù, Dalmazia, Italia meridionale, Sardegna e Sicilia. Nel territorio regionale la specie è nota per i colli argilloso-calcarei dell’area insulare: Sicani (più o meno comune in tutto il territorio), Ficuzza, falde della Busambra, Monti di Palermo, Trapanese (M. Cofano), Madonie a Castelbuono, Caltanissetta, Nebrodi (Cutò, Floresta, S. Agata, ecc), Catania, 22 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Augusta. C. bivonae figura nell’Inventario delle specie “a rischio” nella flora vascolare nativa della Sicilia (RAIMONDO, GIANGUZZI & ILARDI, 1996), come “non minacciata (NT)”. Crepis vesicaria L. subsp. hyemalis (Biv.) Babc. (Fam. Compositae) – Emicripofita bienne, tipica di ambienti incolti e lungo le vie. E’ endemica della Sicilia, dove si rinviene in tutto il territorio sopratutto lungo la fascia costiera. Nel SIC è poco frequente; diversi individui sono stati osservati lungo la carrareccia nei pressi dell’inghiottitoio di Monte Conca. Crocus longiflorus Raf. (Fam. Iridaceae) – Geofita bulbosa, tipica di praterie e garighe, il cui areale interessa il meridione d’Italia, la Sicilia, le Isole Maltesi e la Dalmazia. Nell’area regionale l’entità è più o meno comune in tutto il territorio insulare, ivi compresa l’area del SIC. Eryngium bocconei Lam. (Fam. Umbelliferae) – Emicriptofita scaposa, tipica nelle praterie ad Ampelodesmos mauritanicus. E’ endemica della Sicilia dove è nota per la parte settentrionale e centrale del territorio (manca sugli Iblei). Nel SIC si riscontra soprattutto lungo il versante settentrionale di Monte Conca nonchè all’interno degli altri ampelodesmeti.. Erysimum metlesicsii Polatschek (Fam. Cruciferae) – Emicriptofita bienne, tipica delle rupi (calcari, gessi e marne). E’ endemica della Sicilia, nota nei territori fra Agrigento, Caltanissetta, Caccamo e Palermo (Scala del Mezzagno, M. Grifone, Termini); nell’area del SIC è assai rara. L’entità figura nell’Inventario delle specie “a rischio” nella flora vascolare nativa della Sicilia (RAIMONDO, GIANGUZZI & ILARDI, 1996), come “rara (R)” e nelle Liste rosse regionali delle Piante d’Italia (CONTI, MANZI & PEDROTTI, 1997), nella categoria “a minor rischio (LR)”. Euphorbia dendroides L. (Fam. Euphorbiaceae) – Arbusto (nanofanerofita) tipico degli ambienti rocciosi e subrupicoli (è specie caratteristica dell’Oleo-Ceratonion siliquae). La sua distribuzione interessa il bacino del Mediterraneo e la regione Macaronesica. Nel territorio nazionale la specie è presente nell’Italia peninsulare, Sardegna e Sicilia. Nel SIC è comune in tutto il territorio, soprattutto sugli affioramenti rocciosi. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Gypsophila arrostii (Fam. Caryophyllaceae) – Camefita suffruticosa tipica delle garighe (su affioramenti gessosi). La sua distribuzione interessa la porzione orientale del bacino del Mediterraneo, mentre, nel territorio nazionale è presente in Basilicata, Calabria, nel barese ed in Sicilia. Nel territorio regionale è presente negli affioramenti gessosi della parte sud-occidentale e centrale e sui Peloritani; nell’area del SIC è frequente. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 23 Iris pseudopumila Tineo (Fam. Iridaceae) – Geofita bulbosa, tipica di praterie ad Ampelodesma, nonchè endemica di Puglia e Sicilia. Nel territorio regionale è nota per M. Pellegrino, Monti di Palermo (M. Cuccio, Caputo), Carini, Busambra, Caccamo, Sicani, Madonie al Pizzo delle Case e altrove, Messinese a S. Marco d'Alunzio, Siracusano a Cava Grande (Fiume Cassibile). Nell’area del SIC è rara. La specie figura, come “non minacciata (NT)”, nell’Inventario delle specie “a rischio” nella flora vascolare nativa della Sicilia (RAIMONDO, GIANGUZZI & ILARDI, 1996). Knautia calycina (C. Presl.) Guss. (Fam. Dipsacaceae) – Emicriptofita bienne, tipica per lo più, degli Ampelodesmeti. E’ endemica della Penisola (appennino centrale e meridionale) e Sicilia. Nel territorio regionale l’entità è nota per: Madonie (Fosse di S. Gandolfo, M. Scalone, Carbonara), Sciara di Militello, Scalonazzo e sui Sicani (M. Cammarata). Nell’area del SIC è rara. La specie figura, come “rara (R)”, nell’Inventario delle specie “a rischio” nella flora vascolare nativa della Sicilia (RAIMONDO, GIANGUZZI & ILARDI, 1996) e nelle Liste rosse regionali delle Piante d’Italia (CONTI, MANZI & PEDROTTI, 1997), nella categoria “a minor rischio (LR)”. Lathyrus odoratus L. (Fam. Leguminosae) – Terofita scaposa, tipica degli incolti aridi argillosi (prati perenni ed arbusteti). E’ endemica di Basilicata, Calabria e Sicilia. Nell’area del SIC è poco frequente. Lavatera agrigentina Tineo (Fam. Malvaceae) – Nanofanerofita tipica dei calanchi argillosi, endemica calabro-sicula. Nel territorio regionale l’entità è nota per la Sicilia centrale e meridionale a Maccalubi di Aragona, Sciacca, S. Catalso, Racalmuto, Mussomeli, Enna, Caltanissetta, Villarosa, Delia, Pietraperzia, S. Carlo, Castelteltermini, S. Caterina Villarmosa al Fiume Vaccarizzo, Licata a Torre S. Nicola, Mazara del Vallo, Porto Empedocle, Catania (?), Sicani, presso la Rocca di Entella ed in altre aree. Nell’area del SIC è poco frequente. L. agrigentina figura, come “rara (R)”, nell’Inventario delle specie “a rischio” nella flora vascolare nativa della Sicilia (RAIMONDO, GIANGUZZI & ILARDI, 1996) e, come “a minor rischio (LR)”, nelle Liste rosse regionali delle Piante d’Italia (CONTI, MANZI & PEDROTTI, 1997). Matthiola fruticulosa (L.) Maire (Fam. Cruciferae) – Camefita suffruticosa, tipica di ambienti rocciosi, il cui areale interessa la penisola italiana, la Sicilia e la Dalmazia. Nel territorio regionale l’entità è nota per diverse località (Madonie a M. Scalone, Villapriolo, Villafrati, Sicani, Alia, Caltanissetta, Sagana, Montelepre, Trapani, Vallelunga, Villaura, Enna, Vallone Vaccarizzo presso S. Caterina Villarmosa , Palermo a S. Martino, M. Occhio, Grazia ecc.). Nell’area del SIC è poco frequente. Micromeria fruticulosa (Bertol.) Grande (Fam. Labiatae) – Camefita suffruticosa tipica dei substrati rocciosi. E’ endemica di Sicilia (comprese Eolie, Egadi, Pantelleria e Lampedusa) e di alcune loca- 24 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II lità della penisola italiana (penisola Sorrentina, Capri e Otranto). In Sicilia la specie è nota per la porzione occidentale e meridionale del territorio, nonché per le isole circumsiciliane (Eolie, Egadi, Pantelleria e Lampedusa). Nell’area del SIC è piuttosto comune in tutto il territorio. Ononis oligophylla Ten. (Fam. Leguminosae) – Terofita scaposa, tipica dei pascoli mesofili. E’ endemica del territorio nazionale, dove è nota per la penisola, Sardegna e Sicilia. Nel territorio regionale la specie è segnalata per alcune località del palermitano, le Madonie ed i Nebrodi. Sui Sicani la specie è nota per le pendici di Cozzo Catera, Pian del Leone e Valle Grande. Nell’area del SIC è poco comune. Ophrys apifera Hudson (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa perlo più tipica delle praterie ad Ampelodesma. Appartenente all’elemento Euri-Mediterraneo, è nota per tutto il territorio nazionale. In Sicilia è nota per il palermitano e per il messinese, mentre nell’area in oggetto è più o meno comune in tutto il territorio. Nell’area del SIC è poco frequente. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Ophrys bertolonii Mor. (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa tipica delle praterie (ampelodesmeti, praterie mesofile ecc.). La sua distribuzione interessa la parte centrale del bacino del Mediterraneo, nel territorio nazionale è nota per la penisola e Sicilia dove è presente in tutto il territorio; nell’area del SIC è frequente. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Ophrys bombyliflora Link (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa tipica delle praterie (ampelodesmeti, praterie mesofile ecc.). La sua distribuzione interessa la parte occidentale del bacino del Mediterraneo. Nel territorio nazionale è nota per la penisola, Sardegna e Sicilia; nell’area del SIC è poco frequente. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Ophrys speculum Link (=O. vernixia Brot. subsp. vernixia; Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa tipica delle praterie (ampelodesmeti, praterie mesofile, praterie aride montane ecc.). La sua distribuzione interessa il bacino del Mediterraneo (Steno-Mediterraneo). Nell’area del SIC è poco frequente. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Ophrys fusca Link subsp. fusca (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa tipica delle praterie ad areale gravitante nel bacino del Mediterraneo. In Italia è nota per la penisola, Sardegna e Sicilia, dove è più o meno comune in tutto il territorio; nell’area del SIC è frequente. E’ inclusa fra le specie pro- Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 25 tette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Ophrys lutea Cav. subsp. lutea (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa tipica delle praterie (ampelodesmeti, praterie mesofile ecc.). Il suo areale comprende il bacino del Mediterraneo, presente altresì in Italia, Sardegna e Sicilia, dove è più o meno comune in tutto il territorio, ivi compresa l’area del SIC. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Ophrys lutea Cav. ssp. minor (Tod.) O. & E. Danesh (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa, tipica di ambienti di prateria (ampelodesmeti, praterie mesofile ecc.). La sua distribuzione interessa il settore centro-orientale del bacino del Mediterraneo. Risulta presente anche nella Penisola Italia, in Sardegna oltre che in Sicilia dove è frequente su tutto il territorio, ivi compresa l’area del SIC. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Ophrys speculum Link (=O. vernixia Brot. subsp. vernixia; Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa tipica delle praterie (ampelodesmeti, praterie mesofile, praterie aride montane ecc.). La sua distribuzione interessa il bacino del Mediterraneo (Steno-Mediterraneo). Nell’area del SIC è poco frequente. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Ophrys passionis Sennen var. garganica (E. Nelson) O. Danesh & E. Danesh (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa per lo più tipica delle praterie Ampelodesma e degli ambienti di gariga. La sua di- stribuzione interessa il Mediterraneo occidentale (Francia Spagna ed Italia), mentre, in Sicilia il suo areale interessa principalmente il settore centro-orientale. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Ophrys tenthredinifera Willd. (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa per lo più tipica delle praterie ad Ampelodesma. Il suo areale comprende il bacino del Mediterraneo (Steno-Mediterraneo), mentre, nell’ambito del territorio nazionale è nota per la penisola, Sicilia e Sardegna. Nell’area del SIC è frequente. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Orchis collina Banks & Solander ex A. Russell (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa per lo più tipica delle praterie ad Ampelodesma. Il suo areale comprende il bacino del Mediterraneo (Steno- 26 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Mediterraneo), mentre, nell’ambito del territorio nazionale è nota per la parte meridionale della penisola, Sicilia e Sardegna. Nell’area del SIC è poco frequente. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Orchis italica Poiret (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa tipica delle praterie (ampelodesmeti, praterie mesofile ecc.). Il suo areale comprende il bacino del Mediterraneo (Steno-Mediterraneo), mentre, nell’ambito del territorio nazionale è nota per la penisola e Sicilia. Nell’area del SIC è poco frequente. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Orchis lactea Poiret (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa tipica delle praterie, per lo più montane (prati mesofili e xerici). Il suo areale comprende il bacino del Mediterraneo (Steno-Mediterraneo), mentre, nell’ambito del territorio nazionale è nota per la penisola (Toscana, Campania e Basilicata), Sardegna e Sicilia (Madonie, Nebrodi, Ficuzza, Sicani, Enna, M. Gallo alla Portella di Spartivento, ecc.). Nell’area del SIC la specie è più o meno comune in tutto il territorio. Orchis laxiflora Lam. (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa tipica delle praterie mesofile. Il suo areale comprende il bacino del Mediterraneo (Euri-Mediterraneo) ed è nota per l’intero territorio nazionale. In Sicilia l’entità è segnalata per diverse località (Renda al Pezzente, Pizzuta, Montaspro all'abbeveratura, Ficuzza, Naso, paludi della Piana di Milazzo, S. Ciro presso Palermo). Nell’area del SIC la specie è rara. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Orchis longicornu Poiret (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa tipica delle praterie (ampelodesmeti, praterie mesofile ecc.). Il suo areale comprende la parte occidentale del bacino del Mediterraneo (Steno-Mediterraneo), mentre, nell’ambito del territorio nazionale è nota per Calabria, Sicilia e Sardegna. Nell’area del SIC la specie è rara. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Orchis papilionacea L. var. grandiflora Boissier (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa tipica delle praterie (ampelodesmeti, praterie mesofile ecc.). Il suo areale interessa il bacino del Mediterraneo, mentre, nell’ambito del territorio nazionale è nota per Sicilia e Sardegna. Nell’area del SIC la specie è comune. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Orchis provincialis Balb. (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa tipica delle praterie, per lo più montane (prati mesofili e xerici). Il suo areale comprende il bacino del Mediterraneo (Steno- Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 27 Mediterraneo), ivi compreso il territorio nazionale. Nell’area del SIC la specie è poco comune. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Pimpinella anisoides Briganti (Fam. Umbelliferae) – Emicriptofita scaposa tipica delle praterie a dominanza di Ampelodesma. E’ endemica di Sicilia e della parte meridionale della penisola italiana (Circeo, salernitano, Basilicata, Calabria). In Sicilia è nota per la parte centro-meridionale e occidentale del territorio e per i Peloritani. Nell’area del SIC la specie è poco comune. L’entità figura, come “non minacciata (NT)”, nell’Inventario delle specie “a rischio” nella flora vascolare nativa della Sicilia (RAIMONDO, GIANGUZZI & ILARDI, 1996). Scabiosa dichotoma Ucria [=Scabiosa parviflora Desf.; Fam. Dipsacaceae] – Terofita scaposa, tipica di incolti argillosi, il cui areale interessa la parte sud-occidentale del bacino del Mediterraneo. Nel territorio nazionale l’entità è nota solo per la Sicilia (Alimena, Misilmeri, Caltanissetta, Mussomeli, Enna, Delia, Vicari, Regalmuto, Agrigento, Maccalubi, Campofranco, Siculiana e Catania, ecc.). Nel SIC è rara, sui calanchi della parte occidentale del comprensorio. Sedum gypsicola Boiss. & Reut. (Fam. Crassulaceae) – Camefita succulenta, tipica di substrati gessosi ed ambienti rupestri e subrupestri. E’ specie a distribuzione mediterranea (vedi flora spagnola). In Sicilia è segnalata per alcune località (Milena, Casteltermini, Realmonte, Sutera), ricadenti all’interno dei terreni in cui affiora la serie gessoso-solfifera (GIARDINA et al., 2007). Nell’area del SIC si rinviene con relativa frequenza lungo le pareti rocciose dei diversi rilievi presenti, nonché su clasti di grandi dimenzioni. Serapias vomeracea (Burm. fil.) Briq. (Fam. Orchidaceae) – Geofita bulbosa tipica delle praterie (ampelodesmeti, praterie mesofile, praterie aride montane ecc.). La sua distribuzione interessa il bacino del Mediterraneo (Euri-Mediterraneo) ed è nota per tutto il territorio nazionale ed in Sicilia, dove è più o meno comune in tutto il territorio. Nell’area del SIC è frequente. E’ inclusa fra le specie protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate). Tragopogon porrifolius L. subsp. cupani (Guss.) Pign. (Fam. Compositae) – Emicriptofita scaposa, tipica delle praterie ad Ampelodesma. E’ endemica della penisola italiana e Sicilia, dove è segnalata per varie località (Palermitano a Boccadifalco, S. Martino Foresta di Carini, M. Grifone, Mondello, Sagana, Pizzuta, Amorosa, Ficuzza, Alcamo, Mazara, Marsala, Sciacca, Agrigento, Butera, Caltanissetta, Castrogiovanni, Nebrodi, ecc.), oltre che nell’area del SIC, dove è piuttosto comune. 28 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II L’entità figura, come “non minacciata (NT)”, nell’Inventario delle specie “a rischio” nella flora vascolare nativa della Sicilia (RAIMONDO, GIANGUZZI & ILARDI, 1996). A.1.4 Le specie animali degli allegati II, IV e V della Direttiva 92/43/CEE, dell’allegato I della Direttiva 79/409/CEE e di cui alla tab. 3.3 motivazione A e B del formulario standard Natura 2000 COLEOPTERA Nome latino: Meliboeus (Meliboeoides) amethystinus destefanii (Sparacio, 1984) Presenza in Sicilia e nel SIC. Sottospecie endemica della Sicilia. Habitat. Formazioni erbose naturali e seminaturali. Biologia e riproduzione. Larve xilofaghe ed adulti fitofagi. Fattori di minaccia generali e nel SIC: dissodamento, lavorazioni meccaniche e spietramento delle formazioni erbose che ospitano le piante nutrici degli adulti (composite, ecc). Incendi della gariga e degli arboreti, rimozione degli alberi morti (mandorli, olivi, specie riparali, ecc) Grado di minaccia nel SIC: medio Nome latino: Ochthebius gereckei (Jäch, 1993) Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie endemica della Sicilia. Segnalata come specie bioindicatrice dell’habitat acquatico. Habitat. Margini di corsi d'acqua corrente su substrati salini. Presente dai 150 ai 650 m s.l.m. Biologia e riproduzione. Coleottero acquatico erbivoro e raschiatore della vegetazione acquatica che si instaura sui sassi del corso d’acqua. Fattori di minaccia generali e nel SIC: inquinamento delle acque, cave di sassi e sabbia ed alterazioni del regime e del corso del fiume. Grado di minaccia nel SIC: elevato DIPTERA Nome latino: Prosimulium (Helodon) albense (Rivosecchi, 1961) Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie endemica italiana. Segnalata come specie bioindicatrice dell’habitat acquatico. Habitat. Le larve abitano acque correnti, mentre l’adulto si sposta in cerca di mammiferi sui quali nutrirsi. Biologia e riproduzione. Larva filtratrice, adulto ematofago soprattutto a carico di mammiferi domestici e selvatici. Fattori di minaccia generali e nel SIC: inquinamento delle acque, cave di sassi e sabbia ed alterazioni del regime e del corso del fiume. Grado di minaccia nel SIC: medio LEPIDOPTERA Nome latino: Cupido minimus trinacriae (Verity, 1919) Presenza in Sicilia e nel SIC. Sottospecie endemica siciliana, diffusa prevalentemente nella parte settentrionale della Sicilia e nel siracusano. All’interno del SIC è localizzata e rara. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 29 Habitat. Garighe su suoli calcarei. Il bruco si rinviene su Anthyllis vulneraria dove si nutre di fiori, gemme e semi e su Astragalus penduliflorus. Gli adulti frequentano prati xerici mediterranei e montani. Biologia e riproduzione. Specie fitofaga. Il periodo di volo si estende per tutto il mese di aprile e maggio. Monovoltina. Segnalata come specie bioindicatrice. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Dissodamento e spietramento delle aree xeriche, in cui vive. Incendi. Eccesso di pascolo ed erosione del soprassuolo. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome latino: Melitaea aetherie (Hübner, 1826) Presenza in Sicilia e nel SIC. Presente in Sicilia su tutto il territorio, nel SIC risulta diffusa e frequente. Habitat. Ambienti aperti e garighe, prati termofili mediterranei e montano-inferiori. Biologia e riproduzione. Specie fitofaga. Il bruco si nutre del genere Centaurea e di Cynara cardunculus. Il periodo di volo si estende per tutto il mese di maggio e giugno. Monovoltina. Segnalata come specie bioindicatrice dell’habitat. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Dissodamento e spietramento delle aree in cui vive. Rimboschimenti e incendi. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome latino: Hipparchia blachieri (Fruhstorfer, 1908) Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie endemica siciliana, ampiamente distribuita sull’isola. Nel SIC risulta ampiamente diffusa e frequente. Habitat. Radure di boschi mesofili montani, ambienti aperti e garighe. Biologia e riproduzione. Specie fitofaga. Il bruco si nutre di Poa annua. La farfalla predilige fiori di Asteraceae e di Eryngium campestre. Il periodo di volo si protrae da maggio ad ottobre. Segnalata come specie bioindicatrice dell’habitat. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Dissodamento e spietramento delle aree in cui vive. Incendi. Grado di minaccia nel SIC: medio ODONATA Nome latino: Cordulegaster trinacriae (Waterston, 1976) Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie endemica italiana. Distribuita in Sicilia prevalentemente nella parte settentrionale. Localizzata e molto rara nel fiume del SIC, nei tratti di acque più pulite e con corrente più rapida e con le sponde più vegetate. Habitat. Acque lotiche. Le larve vivono in corsi d’acqua puliti a fondo roccioso e margini fangosi, con corrente rapida, sponde rocciose e ombreggiate da vegetazione. Gli adulti frequentano gli stessi ambienti. Biologia e riproduzione. Predatrice, si nutre di altri insetti che cattura al volo. Si rinviene tra la fine di giugno e la metà di agosto. Lo sviluppo larvale è lento: richiede tre o quattro anni. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Appare minacciata a causa delle precise necessità ecologiche e della ristrettezza dell’areale. Le specie congeneri hanno sofferto per l’inquinamento dei corsi d’acqua e per l’eliminazione della vegetazione ripariale d’alto fusto. Grado di minaccia nel SIC: elevato ORTHOPTERA Nome latino: Bolivarius (Uromenus) bonneti painoi (Ramme 1927) 30 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Presenza in Sicilia e nel SIC. Sottospecie endemica della Sicilia, distribuita prevalentemente nella parte occidentale dell’isola. Nel SIC è localizzata nelle aree di vegetazione erbacea con infiorescenze (ombrellifere). Habitat. Macchie basse e garighe. Biologia e riproduzione. Citato come fitofago e predatore. Il periodo riproduttivo è limitato alla prima parte del mese di giugno. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Incendi e dissodamenti delle garighe, eccesso di pascolo, Grado di minaccia nel SIC: medio ANFIBI Nome italiano: Discoglosso dipinto Nome latino: Discoglossus pictus Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie endemica della Sicilia, Algeria, Marocco, Tunisia. In Sicilia la sua diffusione è ampia, ma le popolazioni sono piuttosto localizzate. Nel SIC la sua presenza è stata rilevata in prossimità delle zone umide lacustri e nelle pozze temporanee utilizzate per l’irrigazione dei campi. Habitat. E’ una specie molto legata agli ambienti acquatici, soprattutto nel periodo riproduttivo, con predilezione per quelli di piccole dimensioni; abita frequentemente i manufatti (abbeveratoi, vasche per l’irrigazione etc.). Durante la notte esce dall’acqua per alimentarsi. Ha una notevole capacità di adattamento alle acque con una notevole concentrazione di elettroliti, anche di cloruro di sodio (fino a 8 g/l), che tollera particolarmente bene a differenza di altri Anfibi. Biologia e riproduzione. Si nutre essenzialmente di invertebrati. Non possiede un vero e proprio periodo di latenza; è attivo tutto l’anno purché la temperatura dell’aria superi i 7-8 °C. Si accoppia generalmente da febbraio sino a settembre e ottobre. I maschi emettono canti di richiamo sia sopra che sotto il pelo dell’acqua. L’accoppiamento è lombare e dura pochi minuti. La femmina rilascia, per ogni deposizione, da 300 a 1000 piccole uova, che schiudono dopo un periodo di 2-6 giorni. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Essendo una specie con popolazioni ridotte e frammentate è a rischio di estinzione. Il suo declino è determinato dalla progressiva scomparsa degli habitat acquatici, dall’interramento di pozze e stagni, dal prosciugamento di canali o di tratti di fiume per prelievi idrici. All’interno dell’area del SIC la specie trova pochi habitat idonei alla deposizione delle uova e per la propria sopravvivenza, molti dei quali manufatti di origine antropica come abbeveratoi per le greggi o vasche artificiali per l’irrigazione dei campi. Le zone naturali maggiormente idonee alla specie (corso del Fiume Gallo d’Oro ed affluenti) risentono inoltre di un grave inquinamento delle acque e dell’alveo del fiume, essenzialmente di tipo organico, originato dagli scarichi urbani delle cittadine a monte del SIC. Grado di minaccia nel SIC: elevato RETTILI Nome italiano: Biacco Nome latino: Hierophis viridiflavus Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie diffusa su tutto il territorio siciliano e anche sulle piccole isole. Nel SIC è abbastanza comune rinvenirne degli esemplari. Habitat. E’ una specie per lo più terricola, che ricerca la luce ed è attiva quindi soprattutto nelle ore diurne; molto diffusa dal livello del mare a 1800 m di altitudine, con massima distribuzione tra 250-800 m s.l.m.. E’ frequente nelle foreste sempreverdi mediterranee, nella macchia, nella gariga e nelle foreste caducifoglie di pianura e collina. Predilige le radure o i mar- Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 31 gini di boschi assolati, in prossimità di coltivi, muretti a secco e anche di centri abitati e ruderi. Biologia e riproduzione. Presenta un periodo di attività legato alla stagione calda: è quindi più facile rinvenirne esemplari tra marzo ed ottobre, mentre durante le stagioni più fredde è solito nascondersi in rifugi costituiti da spaccature del terreno, tra radici di alberi ed anche grotte. E’ una specie che caccia a vista uccidendo le sue prede per costrizione. Gli individui giovani si cibano di piccoli sauri (Podarcis sp.) e di insetti (grilli, cavallette, bruchi), mentre gli adulti si cibano soprattutto di piccoli mammiferi (roditori), grossi sauri (specialmente Lacerta bilineata), altri serpenti e più spesso uccelli (soprattutto nidiacei). E’ predato soprattutto da uccelli rapaci, come il biancone, e carnivori (volpi, mustelidi). Gli individui si accoppiano intorno ai 3-4 anni d’età, dopo combattimenti rituali dei maschi, tra aprile e giugno, mese quest’ultimo in cui vengono deposte le prime uova; i nuovi nati vengono alla luce tra la fine d’agosto e settembre. Fattori di minaccia generali e nel SIC. La specie è il serpente più comune in Sicilia, insieme alla Natrice. E’ più raro in aree agricole e antropizzate a causa della scomparsa dei suoi habitat tipici e dove è vittima frequente delle automobili. Va rilevata anche la frequenza nell’uccisione di esemplari da parte degli agricoltori o di persone che la considerano erroneamente una specie nociva o pericolosa per l’uomo o per gli animali domestici. Nel SIC la specie non risente di particolari minacce grazie alla difficoltà d’accesso nelle aree più interne del sito. Può risentire dell’elevata viabilità solo nelle zone di confine del SIC, che coincidono con la strada che collega Milena alla statale Palermo-Agrigento. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Ramarro Nome latino: Lacerta bilineata Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie presente su tutto il territorio siciliano. Nel SIC è facilmente osservabile lungo l’alveo del Fiume Gallo d’Oro, nelle aree coltivate e nelle garighe, dovunque siano presenti cespugli, macchie e vegetazione arbustiva. Habitat. E’ una specie diffusa dal livello del mare fino ad oltre i 1500 m di altitudine con picchi di densità per la Sicilia tra i 500 e i 1220 m s.l.m.. Si rinviene specialmente nelle fasce ecotonali esposte a sud ed est, in aree con densi cespugli, incolti e anche vicino a corsi d’acqua, radure, margini di aree boscate, terreni coltivati a frutteti ed in prossimità di casolari o centri abitati. Biologia e riproduzione. Si ciba per la maggior parte d’insetti, ma anche di crostacei terrestri e ragni, piccoli sauri, d’uova d’uccelli, occasionalmente bacche e frutti. E’ una specie predata da uccelli rapaci, mustelidi e serpenti. E’ attiva quasi tutto l’anno ad eccezione dei mesi più freddi (dicembre e gennaio) e nelle giornate o nelle ore più torride durante l’estate. Il periodo riproduttivo inizia verso marzo, e coincide con la comparsa della tipica colorazione azzurra della gola dei maschi, e si protrae fino a giugno, quando la femmina depone da 5 a 50 uova. Fattori di minaccia e nel SIC. Questa specie ha subito un progressivo declino dovuto soprattutto all’uso di pesticidi nell’agricoltura. In Sicilia è abbastanza comune, soprattutto in aree collinari e pedemontane; è meno diffusa nelle regioni costiere, dove le popolazioni risentono molto degli incendi che ne possono condurre alla locale scomparsa. Nel SIC la specie non risente di grandi minacce. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Lucertola campestre Nome latino: Podarcis sicula Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie ubiquitaria su tutta l’isola, probabilmente il lacertide in assoluto più diffuso e con maggiore capacità di propagazione e di adattamento ad ambienti anche molto diversi tra loro. E’ molto comune nel SIC. 32 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Habitat. E’ una specie che occupa quasi tutti gli habitat a disposizione, dagli spazi antropici (case, edifici vari), ai terreni coltivati, agli incolti, ai pascoli ed è presente in tutti gli ambienti mediterranei (macchia, gariga, bosco, zone costiere, fluviali e lacustri), con preferenza dei terreni pietrosi o sabbiosi a forte insolazione. Biologia e riproduzione. Ha una dieta costituita prevalentemente da artropodi. I giovani sono predati da rapaci diurni, mammiferi carnivori e serpenti. La specie è attiva già a febbraiomarzo fino ad ottobre-novembre e si riproduce anche due volte all’anno, con la deposizione di 2-5 uova. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Principale fattore di minaccia, in situazioni particolari e locali è l’uso massiccio di pesticidi in parcelle coltivate e l’uccisione di individui alle volte elevata su alcuni tratti di strada asfaltata da parte degli autoveicoli sul. Nel SIC non risente di elevate minacce. Grado di minaccia nel SIC: nullo Nome italiano: Lucertola di Wagler Nome latino: Podarcis wagleriana Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie endemica siciliana, assente solo sui Peloritani, è presente anche su alcune isole circumsiciliane (Favignana e Levanzo, Isole dello Stagnone di Marsala). La specie sembra essere essente solo nella zona dei Peloritani per cause storico-geologiche. Nel SIC è meno comune della campestre ma facilmente rinvenibile negli ambienti più vegetati e meno pietrosi e aridi. Habitat. E’ una specie che colonizza gli ambienti di macchia e di gariga, dove è più frequente nelle aree aperte e maggiormente assolate. E’ poco comune nelle zone attivamente coltivate, nei pascoli e nelle zone pietrose o nei muretti a secco dove tende a predominare la lucertola campestre. Di solito è comune a quote prossime al livello del mare (200-600 m ), ma si spinge occasionalmente anche sopra i 1000 m. Biologia e riproduzione. Similmente alla lucertola campestre ha una dieta costituita prevalentemente da artropodi, in particolare, ragni ed insetti. Tra i suoi predatori vi sono alcuni serpenti (in particolare il Biacco) e rapaci diurni. Gli individui adulti presentano almeno due periodi di attività all’anno, uno da marzo a giugno, durante il quale avviene anche la riproduzione, ed un periodo da settembre a ottobre. L’attività rallenta durante i mesi più caldi e torridi dell’estate. Fattori di minaccia generali e nel SIC. In Sicilia uno dei principali fattori di minaccia negli ultimi tempi è lo sviluppo edilizio e la conseguente distruzione degli ambienti costieri insulari. Il declino di questa specie è accompagnato spesso dall’aumento della diffusione della lucertola campestre, che nelle isole circumsiciliane (specialmente Marettimo) ha causato l’estinzione o mette a rischio le popolazioni locali della specie. Nel SIC non risente di particolari minacce. Grado di minaccia nel SIC: nullo Nome italiano: Saettone occhirossi Nome latino: Zamenis lineatus Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie endemica della Sicilia e dell’Italia meridionale, è presente sull’isola in modo non continuo. Nel SIC è abbastanza raro ed è stato rinvenuto soprattutto in zone coltivate. Habitat. Frequenta località assolate come muretti a secco, prati, radure, rovine e zone alluvionali. E’ presente anche in coltivi come agrumeti ed uliveti. Si rinviene dal livello del mare sino non oltre gli 1000 m in Sicilia Biologia e riproduzione. Non esistono informazioni sulla sua biologia riproduttiva, ma è probabilmente attivo come altre specie del suo genere tra marzo e novembre. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 33 Fattori di minaccia generali e nel SIC. Principali minacce per la specie sono l’uccisione diretta degli individui, gli incendi e la diminuzione della copertura arborea e arbustiva, gli investimenti da parte delle automobili. Nel SIC gli incendi diminuiscono il suo habitat con tutti i fattori che concorrono alla diminuzione delle siepi e della vegetazione di tutti i margini, fossi, vallette, ecc. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome italiano: Biscia dal collare siciliana Nome latino: Natrix natrix sicula Presenza in Sicilia e nel SIC. Sottospecie endemica siciliana a diffusione continua su quasi tutto il territorio regionale con picchi tra 300-1000 m s.l.m.. Nel SIC non è molto comune, ma è facile incontrarne esemplari in prossimità degli ambienti umidi (fiume, pozze, laghetti, ecc). Habitat. Molto legata agli ambienti acquatici, naturali e umidi. Si rinviene facilmente all’interno di vasche per l’irrigazione artificiali, sia in ambienti coltivati che non; all’interno di macchie ed aree boscate si ritrova nelle zone umide e nascoste. Le femmine frequentano anche ambienti aridi dove termoregolano meglio la temperatura corporea durante il periodo riproduttivo. Biologia e riproduzione. La dieta è rappresentata soprattutto da Anfibi anuri (adulti e girini) e lucertole. E’ predata da rapaci diurni e notturni e mammiferi (Riccio, Mustelidi). E’ un animale dall’indole molto mansueta, tanto chè non tenta mai di mordere: se minacciata, si finge morta (tanatosi) e secerne dalla cloaca un liquido nauseabondo. L'accoppiamento avviene tra Marzo e Maggio, e porta alla deposizione di un numero di uova, proporzionale alla taglia della femmina. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Le principali minacce, anche nel SIC, sono legate a: bassa densità delle popolazioni di anfibi (principali sue prede), elevato tasso d’inquinamento del Fiume Gallo d’Oro, competizione con altre specie con simile nicchia trofica, uccisione da parte dell’uomo nelle zone coltivate e delle automobili nelle zone più vicine alle strade. Grado di minaccia nel SIC: medio UCCELLI Nome italiano: Martin pescatore Nome latino: Alcedo atthis Presenza in Sicilia e nel SIC. Questa specie è presente in Sicilia come migratrice, svernante e probabilmente in alcune zone è anche sedentaria. In passato sono state registrate alcune nidificazioni in varie zone nell’isola. Tendenzialmente in Sicilia usa come luoghi di svernamento le coste soprattutto in porti e zone umide. Nel SIC è presente come migratore lungo le rive del Fiume Gallo d’Oro e più giù lungo il Platani. Habitat. Specie indicante la buona qualità delle acque, vive in zone umide come ambienti fluviali e zone palustri ricchi di canneti e vegetazione ripariale. Nidifica in ambienti umidi di acqua dolce con la presenza di acque anche basse ma pescose, accompagnate da scarpate sabbiose o argillose. Biologia e riproduzione. Si nutre di pesci che pesca in zone d’acqua pulita, anche se riesce a sopportare le acque eutrofizzate. Il nido consiste in una galleria con alla fine una camera per la cova, scavata nelle parete sabbiosa o argillosa in ambienti anche lontani dall’acqua. Mediamente depone 4-7 uova in uno o due, più raramente tre, eventi riproduttivi. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Essendo una specie che si nutre quasi esclusivamente di pesce è legato fortemente all’acqua e di conseguenza alla sua qualità. La sua presenza lungo il Fiume Gallo d’Oro, nonostante la scarsa qualità delle acque, è giustificata solo dal fatto che è una specie che può sopportare le acque eutrofizzate per i brevi periodi di sosta durante la migrazione. Il peggioramento delle condizioni del fiume potrebbe rompere quell’equilibrio, 34 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II già precario, che consente a questa specie di sostare in queste zone. In alternativa, il miglioramento della qualità delle acque potrebbe consentire l’insediamento per periodi più lunghi e probabilmente la nidificazione. Grado di minaccia nel SIC: alto Nome italiano: Alzavola Nome latino: Anas crecca Presenza in Sicilia e nel SIC. Questa specie è presente in Sicilia come migratrice, svernante. Tendenzialmente in Sicilia usa come luoghi di svernamento le zone umide. Nel SIC è presente come raro svernante nelle rive del Fiume Gallo d’Oro. Habitat. Vive preferibilmente in zone umide d’acqua dolce, naturali o artificiali con fondali poco profondi ricchi di vegetazione riparia, erbacea, cespugliosa e arborea. Sverna in zone interne con acque basse ricche di canali circondati da arbusteti ed alberi. Biologia e riproduzione. Si nutre di vegetazione, invertebrati e piccoli pesci. In marzo costruisce il nido presso l’acqua dove depone da 8 a 11 uova per un solo evento riproduttivo. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Durante il periodo riproduttivo è sensibile alle variazioni brusche del livello delle acque. L’habitat di migrazione e svernamento, come quello del Gallo d’Oro, è minacciato dalle trasformazioni dell’habitat delle sponde, dall’impoverimento della portata e dall’inquinamento. Specie soggetta a prelievo venatorio ed a bracconaggio. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome italiano: Airone cenerino Nome latino: Ardea cinerea Presenza in Sicilia e nel SIC. Questa specie è presente in Sicilia tutto l’anno, sia durante l’epoca delle migrazioni che in inverno, con popolazioni svernanti diffuse in tutte le zone umide ed il laghi e corsi d’acqua interni e poi come nidificante. Soprattutto nel periodo invernale è facile avvistare gruppi di animali di questa specie sostare lungo corsi d’acqua o bacini sia naturali che artificiali. Nel SIC è presente durante le migrazioni e con qualche individuo svernante lungo le rive del Fiume Gallo d’Oro. Habitat. Durante la migrazione e lo svernamento frequenta zone umide d’acqua dolce o salmastra, laghi, bacini artificiali, fiumi, fossati e corsi d’acqua. Biologia e riproduzione. Si ciba prevalentemente di pesci o anfibi che cattura con il forte becco. Nel periodo riproduttivo nidifica in boschi d’alto fusto, ripari, paludi e incolti umidi. Localmente anche in zone umide con canneti, filari alberati e isolotti lacustri. Verso fine febbraio comincia la deposizione delle uova, con le coppie che spesso nidificano all’interno di colonie miste con altri ardeidi. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Distruzione e trasformazione dell’habitat, inquinamento delle acque e bracconaggio. Potenziale fattore di mortalità locale, da non sottovalutare, sono anche le collisioni con cavi elettrici. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Corriere piccolo Nome latino: Charadrius dubius Presenza in Sicilia e nel SIC. Questa specie è presente in Sicilia come migratrice, sporadicamente svernante. Tendenzialmente in Sicilia usa come luoghi di svernamento le zone umide. Nel SIC è presente come raro svernante nidificante lungo le rive del Fiume Gallo d’Oro. Habitat. Nidifica sulle rive ghiaiose e sabbiose dei fiumi, in depressioni ghiaiose, zone industriali e sulle sponde dei bacini idrici. Si trova negli habitat di acqua dolce e salmastra, oltre che nelle aree umide. Biologia e riproduzione. si nutre di insetti, ragni, invertebrati. Preferisce andare alla ricerca di cibo sulle piane di marea, nelle pozze d'acqua poco profonde, ma anche sul suolo nudo. Nidi- Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 35 fica di solito in piccoli gruppi coloniali, ma anche con singole coppie deponendo mediamente 3-4 uova in uno, a volte due, eventi riproduttivi. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Durante il periodo riproduttivo è sensibile alle variazioni brusche del livello delle acque. L’habitat di migrazione e svernamento, come quello del Gallo d’Oro, è minacciato dalle trasformazioni dell’habitat delle sponde, dall’impoverimento della portata, dall’inquinamento. Anche la cementificazione degli alvei o la troppa presenza umana (mezzi fuoristrada, balneazione), soprattutto nelle zone di riproduzione incidono negativamente nella conservazione di questo limicolo. Specie soggetta a bracconaggio. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome italiano: Cuculo Nome latino: Cuculus canorus Presenza in Sicilia e nel SIC. Questa specie è presente in Sicilia come migratrice e nidificante estivo. Scarsi i dati sulla nidificazione e la distribuzione in Sicilia. Nel SIC la specie è presente nelle zone di macchia che seguono le sponde del fiume e in tutte le zone di macchia ed arboreto. Habitat. Il cuculo frequenta praticamente tutti gli ambienti. Infatti, essendo una specie parassita, per la nidificazione segue le specie da parassitare nei loro ambienti. Biologia e riproduzione. Si alimenta di numerose specie di insetti, molti bruchi pelosi scartati da altri uccelli (processionarie), nonché ragni, molluschi, vermi e qualche vegetale. La femmina, durante il periodo che va da aprile a maggio, depone un uovo per volta nei nidi delle specie (per lo più passeriformi) parassitate. Da questo nascerà un pulcino che istintivamente butterà fuori dal nido qualsiasi altro pulcino o uova per essere allevato dai genitori adottivi. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Distruzione e trasformazione dell’habitat di riproduzione delle specie parassitate, come siepi, margini, mosaici vegetazionali e colturali, uso massiccio di pesticidi, uccisioni illegali. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Tarabusino Nome latino: Ixobrychus minutus Presenza in Sicilia e nel SIC. Il tarabusino è un migratore abbastanza frequente ed un nidificante scarso e localizzato, limitato ai fitti canneti delle aree umide della Sicilia sud-orientale. Giunge in Sicilia in marzo e lascia l’isola alla fine dell’estate. Nel SIC la specie è periodicamente presente nel canneto lungo le sponde del Fiume Gallo d’Oro. Habitat. Frequenta soprattutto zone umide con acqua dolce ferma o corrente, naturali o artificiali, anche di ridotta estensione con vegetazione ripariale diversificata. Biologia e riproduzione. Il nido del Tarabusino è ben celato nel folto del canneto. Una covata normale è composta da 5 -7 uova. La schiusa è asincrona, per cui l’ultimo nato è molto più piccolo e debole dei fratelli e spesso soccombe. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Distruzione e trasformazione dell’habitat di riproduzione e alimentazione. Altro grande rischio sono le variazioni di livello dell’acqua: la diminuzione può lasciare il canneto accessibile ai predatori terrestri, mentre in alcuni casi l’innalzamento improvviso delle acque può distruggere il nido. L’abitudine frequente di bruciare i canneti è una minaccia in parecchie aree umide della Sicilia. Il degrado dell’ambiente umido può portare all’abbandono delle aree. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome italiano: Piro piro culbianco Nome latino: Tringa ochropus Presenza in Sicilia e nel SIC. Svernante e migratore regolare in Sicilia. Nel SIC la specie è presente con alcuni esemplari svernanti lungo il Fiume Gallo d’Oro e lungo il Platani. 36 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Habitat. Frequenta soprattutto zone umide con acqua dolce preferibilmente interne, fiumi cave canali e torbiere. Biologia e riproduzione. Uccello limicolo trova il cibo (insetti ed invertebrati) tra il fango delle pozze o dei fiumi che frequenta. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Distruzione e trasformazione degli ambienti di sosta e alimentazione. Cementificazione degli alvei fluviali, disturbo antropico e uccisioni illegali. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome italiano: Rondone Nome latino: Apus apus Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice e nidificante, si rinviene facilmente in tutti i centri abitati e in tutte le aree naturali, in modo pressoché omogeneo su tutto il territorio regionale, comprese le piccole isole. Comune la presenza di individui nidificanti all’interno del SIC. Habitat. Al di fuori dei centri abitati, gli habitat preferiti sono gli ambienti rocciosi o con elevata fratturazione della roccia, sia in zone costiere che dell’entroterra. Biologia e riproduzione. Forma coppie monogame all’interno di colonie anche numerose, talvolta miste ad altri Apodidi. Si nutre essenzialmente di artropodi che cattura in volo come Emitteri, Imenotteri, Ditteri, Coleotteri, Aracnidi. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Le principali minacce provengono dalla ristrutturazione degli antichi edifici, utilizzati nei centri urbani per la nidificazione, attraverso l’eliminazione di tutti i fori e le cavità di tetti o pareti. Una certa quota di giovani ai primi voli è soggetta a predazione da parte di animali domestici. Notevole, ma mai analizzato, può essere l’impatto di microinquinanti urbani che riducono le sue prede. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Coturnice di Sicilia Nome latino: Alectoris graeca whitakeri Presenza in Sicilia e nel SIC. Sottospecie endemica siciliana, residente, è presente su tutto il territorio, ad eccezione delle vaste aree pianeggianti delle province di Trapani, Catania e Ragusa. La popolazione è notevolmente in declino a causa di diversi fattori di minaccia, ed attualmente si aggira intorno al migliaio di coppie. Nel SIC è presente con circa 5-6 coppie, localizzate nelle zone meno accessibili e alle altezze più elevate. Habitat. Gli habitat prediletti sono caratterizzati da un mosaico di ambienti aperti, zone rocciose, distese erbacee, garighe, campi coltivati, prati e zone di macchia mediterranea; si può anche rinvenire ai margini di zone boscate. Biologia e riproduzione. Specie granivora, basa la sua alimentazione prevalentemente sulle essenze erbacee spontanee presenti nel proprio habitat, di cui mangia i semi ma anche foglie, fiori, frutti, bulbi ed infiorescenze. Durante il periodo estivo può anche nutrirsi di Artropodi. Fa una sola covata annuale in primavera inoltrata, realizzando un nido in una buca tra le rocce e sotto la vegetazione. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Principale causa di declino delle popolazioni sono la caccia ed il bracconaggio, ai quali va aggiunta una ridotta estensione, rispetto al passato, delle aree agricole a conduzione tradizionale e l’aumento dell’uso di diserbanti, anticrittogamici ed insetticidi che ne riduce sempre più l’habitat. Grado di minaccia nel SIC: alto Nome italiano: Calandro Nome latino: Anthus campestris Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice nidificante, presente in modo localizzato nella parte interna della Sicilia occidentale e sui monti delle Madonie, Nebrodi e Peloritani. Rileva- Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 37 ta la sua presenza all’interno del SIC con alcuni individui nidificanti nelle zone di gariga più elevate. Habitat. Predilige ambienti aridi ed assolati, aperti e rocciosi, con vegetazione scarsa e cespuglieti. Si rinviene quindi in macchie degradate, garighe, pascoli ed incolti; rilevato anche nei primi stadi delle successioni post incendio. Biologia e riproduzione. Si nutre sul terreno essenzialmente di invertebrati (Ortotteri, Coleotteri, Aracnidi, Molluschi) ma può anche predare piccoli vertebrati (Rettili) o nutrirsi di semi. Forma coppie che nidificano sul terreno tra metà aprile e luglio. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Frammentazione e trasformazione dell’habitat di riproduzione e foraggiamento in seguito a bonifiche agricole, costruzione di edifici, strade; abbandono di pascoli e conseguente sviluppo di vegetazione arborea; uso di pesticidi, caccia. Grado di minaccia nel SIC: alto Nome italiano: Pispola Nome latino: Anthus pratensis Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice svernante e localmente nidificante in Sicilia. È uno svernante regolare nel SIC. Habitat. Predilige habitat aperti come pascoli e terreni arati, aridi ed assolati, con vegetazione scarsa. Si rinviene quindi in macchie degradate, garighe, pascoli ed incolti. Biologia e riproduzione. Si nutre sul terreno essenzialmente di invertebrati (Ortotteri, Coleotteri, Aracnidi). Forma coppie monogame che nidificano sul terreno. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Frammentazione e trasformazione dell’habitat di riproduzione e foraggiamento in seguito a bonifiche agricole, uso di pesticidi, caccia. La presenza di questa specie è notevolmente minacciata dalle nuove colture cerealicole, che riducono la quantità di maggese e di cibo a disposizione degli individui, anche per l’uso di macchinari che limitano al minimo la perdita di sementi ed il massiccio utilizzo di prodotti chimici. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome italiano: Ballerina bianca Nome latino: Motacilla alba Presenza in Sicilia e nel SIC. Migratrice e svernante, molto numerosa, parzialmente sedentaria. In Sicilia è localizzata in alcune aree centrali, orientali e meridionali tranne che nella parte occidentale dell’isola da cui è completamente assente. All’interno del SIC è frequente in tutte le zone aperte come arati e steppe e vicino all’acqua. Habitat. Questa specie predilige, come ambiente di nidificazione, alvei di torrenti. Mentre gli ambienti frequentati dalla ballerina bianca nel periodo di svernamento sono per lo più campi arati e zone aperte come pascoli e praterie. Biologia e riproduzione. Specie per lo più insettivora che predilige zone umide sia nel periodo riproduttivo che nel periodo di svernamento. Si riproduce nel periodo primaverile facendo il nido tra l’erba alta sul terreno. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Questa specie soffre della cementificazione degli alvei e dell’inquinamento delle acque. All’interno del SIC sverna senza nessun particolare problema in quanto è soprattutto avvantaggiata dall’abbondante presenza di aree aperte. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome latino: Pettirosso Nome italiano: Erithacus rubecula Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie sedentaria e nidificante oltre i 400 m di altitudine lungo la fascia settentrionale montuosa dell’isola (dai Peloritani ai monti della provincia di Palermo) e nei monti del Ragusano; sono inoltre presenti popolazioni migratrici del centro Europa an- 38 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II che ad altitudini minori di 400 m. Nel SIC è presente con un’abbondante popolazione svernante. Habitat. Nelle fasce montane è molto legato all’ambiente di sottobosco (sia di conifere che latifoglie), mentre durante il movimento migratorio è facile rinvenire individui in coltivi, frutteti, macchia mediterranea ed ambienti antropizzati. Biologia e riproduzione. Il pettirosso si nutre soprattutto di insetti e delle loro larve, lombrichi, semi e piccoli molluschi, ma completa la sua dieta con una grande quantità di frutta e bacche, more e altri frutti di bosco. Si riproduce tra fine aprile o ai primi di maggio, costruendo un nido costruito dalla sola femmina e collocato in un cespuglio o in una fossetta sul terreno, sempre bene occultato. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Principali minacce provengono dalla distruzione del sottobosco e dei siti riproduttivi, oltre che dalla cattura illegale degli individui con reti. In particolare, all’interno del SIC la specie non soffre di problematiche rilevanti. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Occhione Nome latino: Burhinus oedicnemus Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie gregaria migratrice nidificante estiva, in Sicilia è presente con oltre 200 coppie rappresentanti oltre il 15 % del totale italiano. Nel SIC è stata rilevata la presenza di alcuni individui durante la migrazione primaverile ed in primavera inoltrata che può corrispondere alla nidificazione di alcune coppie. Habitat. La specie frequenta gli ambienti aperti e aridi, di solito pianeggianti, con vegetazione bassa e rada, generalmente non lontana dai corpi idrici. Predilige substrati incoerenti (campi arati) o zone con cespuglieti sparsi (garighe, incolti, pascoli); è rinvenibile anche vicino a zone di forte attività antropiche come aeroporti e spiagge. Biologia e riproduzione. Specie elusiva e poco confidente, possiede un regime alimentare che si basa su invertebrati e piccoli vertebrati terrestri. In inverno è gregario nelle aree in cui sverna, ma forma coppie monogame con un legame tra i partner, mantenuto probabilmente per più stagioni. In Sicilia le coppie sono spesso isolate in piccoli nuclei e depongono le uova in un anfratto del terreno, tra metà aprile e luglio. Fattori di minaccia. Distruzione, trasformazione e frammentazione dell’habitat riproduttivo e di foraggiamento. Uso di pesticidi e di mezzi meccanici in agricoltura. Disturbo antropico di vario genere (mezzi fuoristrada, escursionismo, etc), oltre al prelievo di uova e pulli e pressione venatoria. All’interno del SIC l’alta probabilità di incendi, e l’abbandono delle coltivazioni mettono in pericolo la nidificazione regolare ed abbondante di questa specie. L’uso di macchine agricole nei siti di nidificazione, che spesso coincidono con terreni arati, incolti, coltivazioni di orticole ecc., espone ad un elevato rischio di distruzione delle uova. Grado di minaccia nel SIC: alto Nome italiano: Biancone Nome latino: Circaetus gallicus Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice in Sicilia, probabilmente svernante e sedentaria nidificante nella Piana di Gela, in lieve aumento ed espansione in Sicilia, è presente nel SIC con alcuni individui di passo durante le fasi migratorie, osservata irregolarmente anche d’inverno. Habitat. Preferisce alternanza di zone boscate, per nidificare, intervallate da superfici nude, rocciose o sabbiose a copertura erbacea o arbustiva, da utilizzare per il foraggiamento. Predilige i boschi sempreverdi di leccio, sughera, pinete con macchia mediterranea a cui associa zone di caccia aperte (garighe, praterie, incolti etc). Biologia e riproduzione. E’ una specie specializzata nella predazione di serpenti (Colubridi). Forma coppie che costruiscono il nido su alberi, rioccupandolo in successive stagioni. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 39 Fattori di minaccia. Trasformazione e distruzione dell’habitat di riproduzione e foraggiamento. Riforestazione di pascoli ed incolti, diminuzione delle prede preferenziali, bracconaggio. La sosta dei bianconi nel SIC è occasionale e temporanea, poiché per lo più questi rapaci sorvolano l’area protetta, quindi l’unico reale problema è l’uccisione illegale. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Piccione selvatico Nome latino: Columba livia Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie sedentaria distribuita su quasi tutto il territorio siciliano e molto comune anche all’interno del SIC. Difficilmente distinguibile dal piccione torraiolo (C. livia domesticus), con il quale si incrocia determinando un progressivo inquinamento genetico della specie. Habitat. Vive formando grossi stormi in habitat aperti come pascoli e terreni agricoli, mentre è legato ad habitat rocciosi interni durante il periodo riproduttivo (falesie, scogliere, dirupi, calanchi etc.). Più raramente presente anche in ambiente boschivo. Biologia e riproduzione. Specie granivora si nutre di semi che rinviene nei terreni, specialmente quelli arati. Si riproduce formando coppie monogame che costruiscono un nido presso zone rocciose e fratture. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Le principali minacce vengono dalla pressione venatoria e dall’inquinamento genetico causato dagli incroci con la varietà domestica; dalla collisione con cavi aerei. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Corvo imperiale Nome latino: Corvus corax Presenza in Sicilia e nel SIC. Diffuso nelle aree interne dell’isola, frequenta raramente le zone costiere e le aree pianeggianti. Una coppia include il SIC nel suo territorio di alimentazione e nidifica in zone limitrofe. Habitat. Predilige i mosaici vegetazionali e le zone di macchia mediterranea, minore la frequenza in prati e terreni arati o arboreti. Si può osservare in gruppi piccoli o a coppie su pareti a strapiombo o più raramente in cima ad alberi. Biologia e riproduzione. La dieta di questa specie è onnivora e spazia dalle granaglie alle carogne, dai rifiuti ai piccoli mammiferi o uccelli. Nei mesi estivi preda anche pesci lungo le spiagge, in primavera scaccia gli adulti dai nidi e ne divora le uova ed i nidiacei. Sono noti anche fenomeni di cannibalismo. Gli adulti formano coppie stabili, che si riproducono da febbraio a maggio. Fattori di minaccia. Le minacce principali provengono dal disturbo antropico nelle zone di nidificazione, dal bracconaggio e dall’avvelenamento. Nel SIC la nidificazione è relativamente tranquilla, ma gli individui che cacciano possono andare incontro a rischi di bracconaggio e d’inedia causata dall’impoverimento dell’habitat agricolo tradizionale. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Balestruccio Nome latino: Delichon urbicum Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice molto comune in tutta la regione tranne nelle piccole isole, specialmente all’interno dei centri abitati dove è solito nidificare sotto i cornicioni dei tetti. Nel SIC è stata rilevata la presenza di diversi individui nidificanti sulle pareti rocciose. Habitat. Fuori dagli ambienti urbani, questa specie predilige gli ambienti coltivati ed aperti per il foraggiamento, mentre frequenta zone rocciose per la nidificazione. 40 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Biologia e riproduzione. La dieta della specie si basa su invertebrati alati ed aracnidi. Il periodo riproduttivo ha inizio nel mese di aprile e si protrae fino a settembre, all’interno di colonie spesso molto numerose. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Specie molto vulnerabile agli insetticidi e ai diversi prodotti chimici usati nell'agricoltura moderna, è notevolmente minacciata anche dalla trasformazione del paesaggio tradizionale e dalla distruzione di macchie, siepi e fossati, che rappresentano le zone di caccia preferite. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Grillaio Nome latino: Falco naumanni Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice, in Sicilia presente sia di tappa che nidificante, si segnala nella parte centro-meridionale dell’isola con una delle più abbondanti popolazioni nidificanti d’Europa (circa 400-500 cp). Nel SIC sono presenti un paio di piccole colonie con circa 3-5 coppie nidificanti. Habitat. Molto legato alle aree cerealicole pianeggianti (aree di foraggiamento) preferibilmente calde e secche, dove sono presenti zone rupestri ed alberi sparsi. Nidifica su rupi e pareti ma anche in costruzioni abbandonate in mezzo alla campagna e spesso anche all’interno di centri abitati (Spagna, Basilicata). Biologia e riproduzione. La sua alimentazione si basa essenzialmente sul consumo di invertebrati (Ortotteri, Coleotteri etc.) che rinviene in grandissime quantità nelle aree di foraggiamento, ma non disdegna anche la predazione di piccoli roditori (Microtus savii, Mus domesticus, Apodemus sylvaticus) e rettili (Podarcis sp., C. ocellatus). Importantissimi per la nidificazione sono gli antichi manufatti agricoli abbandonanti, che le coppie sono solite colonizzare realizzando i nidi sotto le tegole o tra le spaccature dell’edificio. In assenza di queste costruzioni vengono preferiti gli anfratti rocciosi delle pareti. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Vandalismo, prelievo di pulcini e uova e disturbo antropico nei siti di nidificazione sono fattori di minaccia diretta degli individui; cui va aggiunta la perdita di habitat dovuta al cambiamento dell’uso del suolo e delle tecniche agricole (insediamento di colture irrigue, fertilizzanti e prodotti chimici) che riducono la presenza delle prede. Nel SIC non sono note le cause della diminuzione della popolazione. Queste potrebbero essere legate alla riduzione delle estensioni ad agricoltura tradizionale, in favore dei vigneti e coltivazioni orticole, con conseguente diminuzione delle risorse trofiche all’esterno del SIC. Grado di minaccia nel SIC: elevato Nome italiano: Falco pellegrino Nome latino: Falco peregrinus Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie sedentaria, in Sicilia è il rapace più abbondante dopo gheppio e poiana, presente con circa 150 coppie, comprese le piccole isole, che rappresentano circa il 20% delle popolazioni italiane. Nel SIC è presente una coppia nidificante e i pellegrini si osservano spesso in voli di caccia e perlustrazione. Habitat. Ultimamente ha colonizzato anche zone urbane, dove nidifica in antiche costruzioni, campanili o ponti, ma il suo habitat d’elezione sono le aree rupestri o rocciose a strapiombo dove poter nidificare, specialmente se queste sono situate lungo le zone di passo migratorio. In dispersione e svernamento frequenta anche pianure coltivate, zone umide, alvei fluviali, discariche spesso attirato da grosse concentrazioni di storni e piccioni selvatici. Biologia e riproduzione. Specie ornitofaga, si nutre di altri uccelli che cattura in volo dopo rapidissimi inseguimenti aerei; durante l’inverno può comunque ampliare la sua nicchia trofica con roditori e rettili. Forma coppie isolate con nido su roccia. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Bracconaggio, prelievo illecito di uova e pulli, collisione con cavi aerei e pale eoliche. Nel SIC il sito di nidificazione andrebbe tutelato dal di- Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 41 sturbo antropico. I rischi maggiori sono comunque al di fuori dell’area protetta e sono rappresentati soprattutto da abbattimento e da riduzione delle popolazioni di prede per trasformazioni agricole. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome italiano: Lanario Nome latino: Falco biarmicus Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie sedentaria presente nell’isola con una popolazione superiore al 60% della popolazione italiana, intorno alle 100 coppie. Nel SIC è stimata la presenza di almeno una coppia nidificante. Habitat. Similmente al Falco pellegrino, il Lanario nidifica in ambienti collinari steppici con pareti rocciose calcaree, sabbiose, di tufo o gesso, anche di limitata estensione, in zone aperte, aride, incolte o parzialmente coltivate. Biologia e riproduzione. Presenta una dieta più ampia del pellegrino, nutrendosi sia di uccelli che di altre prede. Vive in coppie isolate, che realizzano un nido in zone impervie e difficilmente raggiungibili, in anfratti e terrazzini, utilizzando talvolta anche nidi di altri uccelli. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Bracconaggio, prelievo illecito di uova e pulli; trasformazioni ambientali, uso di pesticidi, disturbo antropico sulle pareti di nidificazione. Nel SIC il sito di nidificazione andrebbe tutelato dal disturbo antropico. I rischi maggiori sono comunque al di fuori dell’area protetta e sono rappresentati soprattutto da abbattimento e da riduzione delle popolazioni di prede per trasformazioni agricole. Grado di minaccia nel SIC: elevato Nome italiano: Cavaliere d’Italia Nome latino: Himantopus himantopus Presenza in Sicilia e nel SIC. Svernante e nidificante lungo le zone costiere della Sicilia meridionale ed orientale. Nel SIC è presente durante le migrazioni ed alcune osservazioni primaverili tardive potrebbero riferirsi a tentativi di nidificazione. Habitat. Predilige le aree umide salmastre lungo le coste e acque dolci interne, in prossimità di fiumi, zone lacustri ma anche abbeveratoi e vasche artificiali per l’irrigazione dei campi. Biologia e riproduzione. Si nutre essenzialmente di invertebrati acquatici. Gregario, nidifica in piccole colonie monospecifiche o con altri Caradriformi, su terreno asciutto ma sempre in vicinanza all’acqua, talvolta su vegetazione acquatica galleggiante. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Distruzione e frammentazione degli habitat di foraggiamento e riproduzione, predazione di uova da parte di animali domestici (cani e gatti randagi) e selvatici, variazioni improvvise del livello delle acque, contaminazioni da pesticidi, disturbo antropico. Nel SIC la cattiva qualità delle acque e la conseguente povertà dell’artropodofauna, insieme al disturbo sono di ostacolo ad una sua regolare colonizzazione. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome italiano: Aquila del Bonelli Nome latino: Hieraaetus fasciatus Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie sedentaria e nidificante in Sicilia, dove è presente con almeno 15 coppie, che rappresentano oltre l’85% del totale italiano. Individui in caccia e perlustrazione si osservano regolarmente nel SIC e nei dintorni, dove è confermata la presenza di almeno una coppia nidificante. Habitat. Nidifica su pareti rocciose montane dominanti pianure o altopiani, con boschetti sparsi, garighe, canaloni, zone di macchia, pascoli ed incolti, corsi d’acqua. Biologia e riproduzione. Forma coppie con elevata fedeltà al sito di nidificazione, solitamente su roccia. Si nutre di vertebrati di medie e grandi dimensioni, ma preda anche rettili. 42 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Fattori di minaccia generali e nel SIC. Come tutti i grandi rapaci è soggetto a svariate minacce dirette: bracconaggio, disturbo antropico durante la fase riproduttiva (presenza di rocciatori sulle pareti, trekking), prelievo illegale di individui giovani ed uova dai nidi. Molto sensibile anche alle trasformazioni dell’habitat agricolo tradizionale, con conseguente riduzione delle prede (coniglio) ed aumento del disturbo e del rumore causato dal transito e dalle lavorazioni meccaniche. Altro fattore di mortalità potenziale, soprattutto per i giovani appena involati ed inesperti, è la collisione con cavi elettrici aerei e con le torri eoliche. Nel SIC gode di una relativa tranquillità e protezione e non sembra sia particolarmente minacciata anche grazie alla continua sorveglianza dei siti principali. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome italiano: Usignolo Nome latino: Luscinia megarhynchos Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice nidificante, presente in modo omogeneo su quasi tutto il territorio regionale, eccetto le piccole isole e nelle aree centro-orientali pianeggianti, dal livello del mare fino ai 1200m di altitudine. Nel SIC è presente con alcuni individui nidificanti nelle zone più cespugliose e ricche di arbusti, soprattutto lungo gli argini del Fiume Gallo d’Oro. Habitat. Predilige l’ambiente boschivo ricco di vegetazione da sottobosco ma anche la macchia mediterranea, ma sempre con condizioni caratteristiche di temperatura ed umidità elevate (scarpate, fondovalli etc). Biologia e riproduzione. Si nutre di invertebrati, che preda sul terreno o tra la vegetazione bassa e arbustiva. Occasionalmente si alza in volo per catturare qualche insetto. Realizza un nido sul terreno con materiali vegetali, spesso in prossimità dell’acqua. Fattori di minaccia generali e nel SIC. La maggiore minaccia per l’Usignolo è la diminuzione e distruzione degli ambienti di nidificazione, soprattutto in relazione all’aumentare delle coltivazioni intensive. La presenza di ovini e altri animali da pascolo degrada a gariga la macchia alta che è necessaria alla nidificazione di questa specie. Altro aspetto poco conosciuto dell’usignolo e che è un migratore notturno. Questa sua caratteristica lo espone maggiormente all’impatto con le torri eoliche praticamente invisibili nelle ore notturne. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome italiano: Calandra Nome latino: Melanocorypha calandra Presenza in Sicilia e nel SIC. E’ diffusa nelle parti meridionali, centrali e sud-orientali dell’isola, mentre risulta abbastanza scarsa o assente nelle rimanenti aree della regione. Nel SIC è presente una piccola popolazione nidificante. Habitat. Nidifica in ambienti caldi e secchi, in zone aperte caratterizzate da vegetazione erbacea bassa o pietraie; frequenta zone di gariga, o incolti con vegetazione diradata, pascoli o terreni coltivati a cereali e frumento, spesso sotto i 500 metri di altezza. Biologia e riproduzione. Nidifica in avvallamenti del terreno formando coppie monogame stabili. Si ciba di insetti di grosse dimensioni (Ortotteri) durante la stagione riproduttiva (marzo-maggio in Sicilia), ma ripiega anche su materiale vegetale (semi e germogli) che raccoglie sul terreno, durante le altre stagioni. Fattori di minaccia generali e nel SIC. E’ una specie minacciata dalle trasformazioni ambientali prodotte dalle moderne tecniche meccaniche agricole, dalla modificazione dei sistemi di agricoltura tradizionale in irrigua e dalle bonifiche. È soggetta anche a cattura con reti, caccia. Nel SIC vanno adeguatamente protette le poche aree rimaste che mantengono la qualità dell’habitat necessario alla sua nidificazione. Grado di minaccia nel SIC: elevato Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 43 Nome italiano: Gruccione Nome latino: Merops apiaster Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice e nidificante estiva. La sua presenza in Sicilia, che ha ricolonizzato alla fine degli anni ‘80, è in forte aumento, con l’occupazione di sempre nuovi siti che spaziano dalle zone orientali a quelle occidentali dell’isola. Nel SIC è rilevata la presenza di diverse coppie nidificanti per un totale di almeno 50 individui. Habitat. Il suo habitat preferenziale è caratterizzato dalla presenza di corsi d’acqua e fiumare, i cui alvei argillosi e sabbiosi vengono usati per nidificare, e da aree di foraggiamento molto ampie, che spaziano dai coltivi alberati ai campi cerealicoli ma anche agli incolti. Si adatta molto bene a tutte le situazioni, soprattutto negli ambienti cerealicoli, in cui ritrova piccole pareti o sponde con substrati sabbiosi o morbidi dove può scavare il nido. Biologia e riproduzione. Si nutre esclusivamente di insetti (per lo più Imenotteri) che cattura in volo. Si riproduce all’interno di colonie numerose, scavando piccole buche nelle pareti degli alvei che riutilizza nel tempo. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Molto sensibile alla presenza umana, specialmente in vicinanza del nido, in passato gravemente minacciato anche da fenomeni di bracconaggio. Potrebbe risentire delle trasformazioni delle pratiche agricole che con l’utilizzo di pesticidi può ridurre la quantità e la tipologia delle sue prede preferenziali. Altre minacce sono: la cementificazione delle sponde fluviali e le forti piogge durante le fasi di cova delle uova. Nel SIC e nei dintorni non risente di particolari minacce. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Falco di Palude Nome latino: Circus aeruginosus Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice svernante, soprattutto presso zone costiere della provincia di Trapani e della costa sud-orientale della regione; sono segnalate possibili nidificazioni presso la foce del Simeto. Comune la presenza di individui di passo durante le fasi migratorie, all’interno del SIC. Habitat. Specie molto legata agli ambienti acquatici, sia dolci che salmastri, di zone costiere ed interne; predilige aree con vegetazione acquatica fitta, specialmente fragmiteti. Biologia e riproduzione. Forma coppie isolate, che nidificano sul terreno, in prossimità delle acque o in cespugli. Preda sia specie acquatiche che vertebrati terrestri, nidiacei e uova di altre specie. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Principali minacce provengono dalla frammentazione e dalla distruzione degli habitat di migrazione e svernamento, cui va aggiunto il bracconaggio o l’intossicazione per ingestione di prede avvelenate. L’unico fattore di rischio per questa specie migratrice può essere il bracconaggio. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Nibbio bruno Nome latino: Milvus migrans Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice, svernante e nidificante presente nel SIC con alcuni individui di passo durante il periodo migratorio. Habitat. Quasi ubiquitario, frequenta aree collinari e di pianura, con boschi misti di latifoglie, di conifere costiere, foreste a sempreverdi mediterranei, coltivi, prati pascoli e campagne alberate. Non disdegna anche le zone umide quali laghi e bacini di fiumi, e si può alimentare presso discariche di rifiuti in prossimità dei centri urbani. In Sicilia risultano colonizzati anche ambienti aridi e steppici. Biologia e riproduzione. Durante il periodo riproduttivo privilegia aree di pianura o vallate montane, vicino a corsi o bacini d'acqua che garantiscono la possibilità di estendere la propria 44 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II dieta con i pesci. Predilige prede medio-piccole, costituite da soggetti debilitati o carcasse. Nidifica sempre all’interno di aree forestali, sia in pianura che lungo versanti, dal livello del mare a circa 1000 m di altitudine. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Tra le principali cause di declino troviamo le sue abitudini alimentari necrofaghe, che lo rendono vulnerabile ai veleni e alle contaminazioni da accumulo di pesticidi. Tra le altre cause di diminuzione vanno ricordate la persecuzione diretta e la morte per impatto contro i cavi dell'alta tensione o contro impianti eolici. Inoltre i moderni cambiamenti nelle pratiche di allevamento, con l'abbandono delle pratiche selvatiche a favore degli allevamenti intensivi, può avere avuto una ripercussione in seguito alla diminuzione della pratica di abbandonare le carcasse nell'ambiente. Essendo di transito nel SIC, l’unica reale minaccia è l’uccisione da parte di bracconieri. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Falco pecchiaiolo Nome latino: Pernis apivorus Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice in Sicilia presente con numerosi individui durante le fasi migratorie; anche nel SIC è stata rilevata la sua presenza come specie di passo, soprattutto in primavera, quando transitano singoli o piccoli stormi. Habitat. Predilige zone in cui si ha un’alternanza di aree boscate anche di scarsa estensione, di latifoglie e conifere pure e miste, e di praterie che utilizza rispettivamente come aree di nidificazione e foraggiamento. Biologia e riproduzione. Si nutre quasi esclusivamente di insetti, anche se non disdegna altre prede di piccole dimensioni (uccelli, mammiferi, rettili). In particolare si nutre di larve e adulti di insetti sociali (Imenotteri). Nidifica sugli alberi in boschi d'alto fusto maturi, a 10-20 m d'altezza, e spesso riutilizza nidi di altre specie, anche se è in grado di costruirselo da solo. Fattori di minaccia. Molto grave è la minaccia derivante dal bracconaggio sullo Stretto di Messina, durante le fasi migratorie, dove in anni passati venivano abbattuti centinaia di esemplari; solo ultimamente questa pratica è stata quasi del tutto sconfitta grazie all’azione di antibracconaggio portata avanti da associazioni ambientaliste e Corpo Forestale. Rilevante anche la diminuzione degli ambienti idonei alla nidificazione e alla caccia. Nel SIC non risente di particolari minacce, essendo solo di transito. Grado di minaccia nel SIC: nullo Nome italiano: Culbianco Nome latino: Oenanthe oenanthe Presenza in Sicilia e nel SIC. Migratore frequente e regolare e nidificante estivo localizzato nelle zone centrali dell’isola tra i 100 e 2000 m di altitudine. Poco frequente anche all’interno del SIC, dove alcuni individui sono presenti di passo durante la migrazione. Habitat. Frequenta ambienti steppici, aperti e rocciosi, pascoli, solitamente in zone di montagna. Biologia e riproduzione. Si nutre di vermi, insetti, frutti e bacche. Costruisce il nido a terra foderando con erbe, peli e piume cavità delle rocce o del terreno. Depone, in media, 5-6 uova che cova per circa due settimane. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Degrado dell’habitat e diminuzione, a causa dell’abbandono dell’attività pastorizia, dei pascoli e delle aree aperte in genere, che vengono riconquistate dal bosco. Grado di minaccia nel SIC: nullo Nome italiano: Quaglia Nome latino: Coturnix coturnix Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 45 Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice presente in modo non uniforme sul territorio siciliano, con presenze localizzate perlopiù nella zona centro-occidentale dell’isola e nelle zone montuose del ragusano. Nel SIC è presente con alcuni individui di passo. Habitat. Gli habitat preferenziali sono quelli aperti di macchia e gariga e campi cerealicoli. Durante la stagione riproduttiva sono preferite le distese coltivate a grano. Biologia e riproduzione. Questa specie si nutre essenzialmente di granaglie, ma in primavera ed estate la dieta è integrata con insetti ed altri invertebrati. La stagione riproduttiva va da maggio a metà agosto e viene preannunciata dai canti d'amore dei maschi. Il nido viene predisposto in una piccola cavità del terreno rivestita di erba e nascosta tra la vegetazione bassa. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Come per la coturnice, i principali fattori di minaccia sono rappresentati dalla caccia intensiva e dalle modificazioni delle tecniche agricole e dell’uso di fertilizzanti, che ne riducono le aree di foraggiamento; l’utilizzo di automezzi per la mietitura in taluni casi può anche determinare la distruzione delle nidiate. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome latino: Tordo bottaccio Nome italiano: Turdus philomelos Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie svernante presente in Sicilia a partire da ottobre con picchi di arrivo in dicembre. Alcuni individui svernano nel SIC nelle poche aree erborate, ma frequenta anche zone scoscese con Euphorbia ed altri cespugli. Habitat. Predilige ambienti boschivi ricchi di sottobosco e arboreti (uliveti e agrumeti). Al contrario è molto raro nei boschi di impianto forestale a conifere e eucalipto poiché poveri di sottobosco. Biologia e riproduzione. Si ciba principalmente di insetti e loro larve, molluschi, ragni, lombrichi e frutta. A fine marzo comincia l’attività riproduttiva di questa specie. Il nido, predisposto dalla femmina tra i cespugli, sugli alberi o più di rado a terra, ha forma di mezza coppa. Le covate possono essere da due a tre all’anno. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Principali minacce provengono dalla distruzione della copertura arborea che diminuisce i siti riproduttivi e di svernamento, e soprattutto a causa dell’abbandono delle coltivazioni arboree (mandorleti, uliveti) e degli incendi. All’interno del SIC la specie è soggetta a una pressione venatoria spesso pesante e bracconaggio. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome italiano: Rondine montana Nome latino: Ptyonoprogne rupestris Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie rara in Sicilia, localizzata in alcune aree delle Madonie, Caronie, Peloritani e Monti Sicani, in espansione negli ultimi anni. Nel SIC è stata rilevata la presenza di pochi individui nidificanti. Habitat. Questa specie ha il suo habitat d’elezione in ambienti rupestri soleggiati, sia costieri che interni, all’interno di valloni o in vicinanza di corsi d’acqua o bacini lacustri. Recentemente nidificante anche in alcuni centri urbani. Biologia e riproduzione. Forma colonie poco numerose con coppie isolate o in piccoli gruppi. La sua biologia è poco nota e studiata. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Diminuzione di prede per inquinamento ambientale ed utilizzo di pesticidi in agricoltura, disturbo antropico ed alterazione delle pareti di nidificazione. Nel SIC non è particolarmente minacciata. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Rondine Nome latino: Hirundo rustica 46 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice nidificante estiva abbastanza comune su quasi tutta la regione, escluse le piccole isole. Nel SIC è un migratore comune, con contingenti anche numerosi, nidifica nelle campagne circostanti l’area protetta. Habitat. E’ comune sia in ambienti urbani che rurali; in quest’ultimi preferisce aree con sistemi tradizionali di conduzione agricola e di allevamento, ricchi di entomofauna. Biologia e riproduzione. Si nutre di piccoli invertebrati (Ditteri, Emitteri, Coleotteri, Imenotteri) che cattura in volo; può anche catturare formiche e assumere materiale vegetale. Si riproduce all’interno di colonie, formando un nido a forma di coppa che costruisce con materiali vegetali di vario tipo e che colloca su pareti verticali sia di origine artificiale che su roccia. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Le minacce principali provengono dall’alterazione dell’habitat di riproduzione e di foraggiamento in seguito al cambiamento delle tecniche di conduzione agricola e zootecnica; altri impatti provengono dalla ristrutturazione dei vecchi edifici usati per la nidificazione nelle zone agricole, dall’uso di pesticidi che riducono l’abbondanza delle prede e dalla cattura degli individui attraverso l’uso di trappole o reti. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome italiano: Fringuello Nome latino: Fringilla coelebs Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie abbondante, presente in Sicilia con popolazioni svernanti e sedentarie. Nel SIC è presente con una piccola popolazione svernante. Habitat. Occupa per lo più boschi di latifoglie di conifere, sia naturali che artificiali ed arboreti, parchi urbani e suburbani dal livello del mare sino a 1800 metri di altitudine. Lo si può osservare durante l’alimentazione anche in zone aperte, in campi coltivati e maggesi, ed anche nelle gariga, dove si raggruppa in stormi anche numerosi. Biologia e riproduzione. Prevalentemente granivoro si riproduce nel periodo primaverile con un nido a coppa molto vicino ai tronchi degli alberi o spesso in macchie di edera molto fitte. Si riproduce anche 2-3 volte in una stessa stagione. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Non frequenta le aree ad agricoltura intensiva, le monoculture, preferendo i mosaici con presenza di ricco strato arboreo. Mortalità possono essere causate dall’uso di granaglie avvelenate. In genere nel SIC la specie non presenta particolari minacce. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Tortora Nome latino: Streptopelia turtur Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice e nidificante estiva, presente nel territorio siciliano in modo uniforme dal livello del mare fino a circa 1000 m di altitudine all’interno degli habitat d’elezione. Nel SIC questa specie è presente con alcune coppie nidificanti. Habitat. Ambienti preferiti dalla tortora sono tutte le formazioni arboree e boschive, comprese le zone rade e degradate o i frutteti. Biologia e riproduzione. E’ una specie granivora, ma che si ciba anche di piccoli molluschi. E’ una specie monogama con stagione riproduttiva compresa tra metà maggio e giugnoluglio. Il nido è allestito sia dal maschio che dalla femmina sugli alberi o su alti e folti cespugli utilizzando stecchi, ramoscelli e radici intrecciati. I piccoli sono alimentati da entrambi i genitori col secreto prodotto dal gozzo. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Le principali minacce per questa specie provengono dalla pressione venatoria, spesso anticipata illegalmente in modo da intercettare la popolazione ancora presente prima della migrazione autunnale, e dalla competizione con la tortora dal collare, recentemente immigrata nella zona. Grado di minaccia nel SIC: medio Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 47 Nome italiano: Ballerina gialla Nome latino: Motacilla cinerea Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie sedentaria molto diffusa, addirittura ha colonizzato numerosi centri urbani di molti paesi e città ove è in netto incremento. È presente in modo omogeneo su quasi tutto il territorio regionale. Nel SIC presente con alcuni individui svernanti, soprattutto nelle zone agricole aperte dove siano presenti fossati e canneti, o zone acquitrinose. Habitat. Generalmente è legata ai corsi d’acqua dolce e torrenti poco profondi nelle regioni montuose e collinose, ma anche in pianura presso gli stagni di smaltimento dei rifiuti e terreni coltivati, specialmente d'inverno. Biologia e riproduzione. Nidifica in cavità lungo le rive dei torrenti o muretti a secco, dove depone 4-6 uova. Si nutre di invertebrati e larve che vivono in acqua o di altri che preda sul terreno. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Questa specie soffre per la cementificazione degli alvei e l’inquinamento delle acque. All’interno del SIC sverna senza nessun particolare problema. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Sterpazzolina Nome latino: Sylvia cantillans Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice e nidificante in Sicilia, molto comune fino a 1800 m di quota, assente solo nelle piccole isole eccetto le Eolie. Nel SIC è abbastanza comune come nidificante estivo, soprattutto nelle zone cespugliate ai margini dei campi, nelle macchie e garighe più fitte. Habitat. Predilige ambienti arbustivi e di macchia ed è possibile rinvenirla anche nelle zone marginali di aree cerealicole e coltivi. Biologia e riproduzione. Insettivoro che cambia regime alimentare in autunno, cibandosi prevalentemente di bacche e frutta. Nidifica nei cespugli più fitti dove costruisce un nido a coppa, relativamente profondo e voluminoso composto da erbe secche, frammiste ad infiorescenze cotonose e ragnatele. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Principali fattori di minaccia per la Sterpazzolina sono la distruzione di zone arbustive, filari e siepi, le coltivazioni intensive prive di zone marginali, l’uso indiscriminato di pesticidi che determina sia un drastico impoverimento della disponibilità trofica che un accumulo di sostanze nocive nella catena alimentare con probabili conseguenze sulla riproduzione. Questa specie è abbastanza abbondante all’interno del SIC grazie alla presenza di zone di gariga, lungo i pendii non coltivati, e di macchia alta, lungo le rive del Fiume Gallo d’Oro, che assicurano alla specie un ambiente idoneo per la riproduzione ed il foraggiamento. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Sterpazzola di Sardegna Nome latino: Sylvia conspicillata Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice nidificante presente in modo non uniforme sul territorio siciliano e sulle isole Egadi. Nel SIC è abbastanza frequente nelle garighe ed ai bordi dei seminativi. Habitat. Vive generalmente in ambienti aridi e assolati costituiti da cespuglieti bassi e radi. Si può rinvenire anche negli ambienti a vegetazione alofila, nei salicornieti, negli arbusteti che crescono ai margini delle lagune e degli stagni costieri, in aree degradate e steppiche. Biologia e riproduzione. Insettivoro che cambia regime alimentare in autunno, cibandosi prevalentemente di bacche e frutta. Nidifica nei cespugli più fitti dove costruisce un nido a cop- 48 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II pa, relativamente profondo e voluminoso composto da erbe secche, frammiste ad infiorescenze cotonose e ragnatele. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Principali fattori di minaccia per la sterpazzola di Sardegna sono le coltivazioni intensive prive di zone marginali, l’assenza di filari e siepi, l’uso indiscriminato di pesticidi che determina sia un drastico impoverimento della disponibilità trofica che un accumulo di sostanze nocive nella catena alimentare con probabili conseguenze sulla riproduzione. La disponibilità di habitat idonei è alta nel SIC e la specie non è particolarmente minacciata. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Barbagianni Nome latino: Tyto alba Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie ubiquitaria, in Sicilia occupa quasi tutti gli ambienti ed è presente anche nelle piccole isole. Nel SIC insiste il territorio di almeno un paio di coppie nidificanti. Habitat. Predilige gli ambienti aperti quali campi sia coltivati che incolti, che utilizza come aree di foraggiamento, mentre utilizza antichi manufatti abbandonati (stalle, capannoni, fattorie) per la costruzione del nido; in assenza di idonei edifici nidifica nelle cavità delle rocce o delle pareti. Biologia e riproduzione. Si nutre prevalentemente di piccoli mammiferi (arvicole, topi, ratti, crocidure, etc.) ma non disdegna uccelli, rettili ed anfibi, oltre che grossi invertebrati. Fattori di minaccia generali e nel SIC. I maggiori rischi per questa specie sono l’intossicazione per ingestione di prede avvelenate da rodenticidi, fenomeni di bracconaggio e distruzione o ristrutturazione degli edifici rurali abbandonati utilizzati per la nidificazione. Questi rapaci notturni sono anche perseguitati e uccisi in quanto ritenuti portatori di sventura o uccisi dai cacciatori quando sostano nelle prime ore dell’alba appollaiati su pali lungo le strade. Il barbagianni è anche soggetto a mortalità da impatto con autoveicoli lungo le strade asfaltate, come può avvenire lungo le strade esterne del SIC. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome italiano: Assiolo Nome latino: Otus scops Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie nidificante e migratrice, in Sicilia è molto comune, però è localizzato nelle aree di bosco artificiale che rappresentano una piccola percentuale territoriale del Sic. Habitat. Habitat prediletti sono gli arboreti misti di ulivi, carrubi, frutteti, ma anche vigneti e campi aperti che utilizza come aree di foraggiamento. E’ rinvenibile anche in aree urbane quali parchi e giardini. Biologia e riproduzione. Si nutre essenzialmente di insetti ed invertebrati ma non disdegna anche piccoli mammiferi. Nidifica nelle cavità degli alberi o in piccoli anfratti delle rocce. Fattori di minaccia generale e nel SIC. Le minacce sono molteplici: distruzione, trasformazione e frammentazione degli habitat rurali, taglio indiscriminato dei filari alberati e dei grandi alberi; diminuzione dei prati-pascoli, diminuzione della disponibilità di cavità-nido, uso di pesticidi, impatto con cavi aerei, vetrate e veicoli in transito, bracconaggio, predazione da animali domestici. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome latino: Codirosso spazzacamino Nome italiano: Phoenicurus ochruros Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 49 Presenza in Sicilia e nel SIC. Sedentario, abbastanza localizzato, diventa più comune in inverno grazie all’aggiunta di popolazioni migratorie che passano la cattiva stagione nell’isola. Nel SIC questa specie è uno svernante abbondante. Habitat. Ambienti preferiti sono gli ambienti rocciosi e radure boschive da 300 a 1800 metri di quota. Biologia e riproduzione. E’ una specie che si nutre prevalentemente di invertebrati. Durante l'autunno e l'inverno consuma anche bacche e piccoli frutti. Nelle zone costiere, dove frequenta le spiagge, si nutre anche di piccoli crostacei. È un animale monogamo. Il nido è costruito nella cavità fra le rocce e nelle abitazioni umane. La femmina deposita da 4 a 6 uova bianche. L'incubazione dura circa 13 giorni, è la femmina che cova. I due genitori nutrono i pulcini nel nido. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Le minacce per questa specie sono diverse, tra cui l’utilizzo di pesticidi nelle colture agricole, la cementificazione dei muretti a secco, la rimozione di pietraie ed il dissodamento di aree di gariga. Grado di minaccia nel SIC: nullo Nome italiano: Upupa Nome latino: Upupa epops Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice e nidificante, presente sul territorio siciliano in modo quasi omogeneo, con popolazioni parzialmente sedentarie in alcune aree localizzate della Sicilia orientale e meridionale. Nel SIC è stata rilevata la presenza di individui di passo e la nidificazione in ambienti esterni dell’area protetta. Habitat. E’ una specie tipica di ambienti caldi ed asciutti che durante la stagione riproduttiva frequenta un’ampia varietà di ambienti, caratterizzati da elevata complessità strutturale. Si rinviene infatti all’interno di aree coltivate (frutteti, uliveti, vigneti), ma anche in zone boschive aperte, con garighe o superfici aperte di tipo steppico o con vegetazione erbacea bassa. Biologia e riproduzione. Preda soprattutto insetti terricoli (coleotteri, ortotteri, lepidotteri, molluschi, anellidi), ma si può anche nutrire di piccoli vertebrati, uova di uccelli e materiale vegetale. Forma coppie isolate che nidificano all’interno di cavità di vario genere, sia naturali (tronchi, anfratti rocciosi) che artificiali (pareti, muretti a secco). Fattori di minaccia generali e nel SIC. Le principali fonti di minaccia per questa specie provengono dall’alterazione o dalla distruzione degli habitat di nidificazione, dalla meccanizzazione agricola, dall’uso di pesticidi che riducono le prede preferenziali e dalla scomparsa di cavità adatte per la nidificazione. La migrazione all’interno del SIC non è particolamente minacciata Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Ghiandaia marina Nome latino: Coracias garrulus Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice divenuta rara e localizzata in tutta la Sicilia a poche aree centro-meridionali dell’isola (provincia di Agrigento, piana di Gela, Monti Sicani). Nel SIC la sua presenza è molto rara durante i passi e come nidificante estiva in un territorio più vasto di quello dell’area protetta. Habitat. Frequenta, durante la riproduzione, ambienti molto vari, caratterizzati comunque dalla disponibilità di siti dove nidificare come anfratti, alberi, muri, ruderi. Si rinviene sempre in ambienti caratterizzati da clima secco e caldo, nelle vicinanze di aree cerealicole e frutteti. Biologia e riproduzione. Si riproduce formando coppie singole o colonie, comunque ad elevata fedeltà al sito. In Sicilia utilizza molto spesso pareti sabbiose, ponti e ruderi. La deposizione avviene tra la fine di maggio ed i primi di giugno e porta alla nascita mediamente di 4 pulli. La sua dieta si basa esclusivamente su Coleotteri ed Ortotteri che cattura in volo, anche se non disdegna Aracnidi, piccoli Vertebrati e frutta. 50 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Fattori di minaccia. Le popolazioni europee sono in forte rarefazione e la specie è divenuta molto rara in Sicilia per fattori che agiscono sia su scala locale che continentale. E’ una specie minacciata soprattutto dalla scomparsa dei siti di riproduzione, dalle modificazioni dei sistemi di conduzione agricola (uso di pesticidi e fitofarmaci), dalle trasformazioni delle aree cerealicole aride in coltivazioni irrigue, dalle ristrutturazioni degli edifici, dalle uccisioni illegali e dal prelievo di pulli. In genere non sopporta la presenza umana negli immediati dintorni del sito di nidificazione. Grado di minaccia: alto Nome italiano: Passera scopaiola Nome latino: Prunella modularis Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice e svernante, molto elusiva e di difficile ricognizione. Rara, svernante nel SIC lungo le sponde del Fiume Gallo d’Oro. Habitat. Specie nidificante in zone ricche di alberi e cespugli in zone montuose, caratterizzate da clima umido e caldo. Durante lo svernamento si rinviene in ambienti diversi, sia di collina che pianura, naturali ed antropizzati, ma sempre caratterizzati da una buona copertura arborea e cespugliosa. In Sicilia si può rinvenire anche in agrumeti e mandorleti, zone di macchia e boschi di sclerofille pure o miste a latifoglie. Biologia e riproduzione. Si riproduce in primavera, costruendo un nido a coppa su rami d’albero, ma anche in anfratti, tra le radici o in vecchi nidi di altre specie (Turdidi). In estate si nutre principalmente d’invertebrati, soprattutto di piccoli coleotteri e delle loro larve, mentre durante la primavera mangia anche semi e granaglie. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Minacce generali provengono dalla distruzione e dalla frammentazione dell’habitat riproduttivo in seguito all’aumento dei boschi, taglio di macchia e siepi; elemento di disturbo sono anche i pesticidi che riducono la componente alimentare preferenziale. la frequentazione temporanea nel SIC di questo piccolo uccello non lo espone a particolari minacce. Grado di minaccia nel SIC: nullo MAMMIFERI Nome italiano: Topo selvatico Nome latino: Apodemus sylvaticus dichrurus Presenza in Sicilia e nel SIC. Presente in Sicilia dal livello del mare fino a circa 1800 m s.l.m., è identificabile come una sottospecie endemica di Sicilia e Sardegna. Presente nel SIC soprattutto nelle aree di gariga. Habitat. E’ presente maggiormente in habitat boschivi e di macchia mediterranea, anche se può occupare un’ampia varietà di ambienti sia collinari che pianeggianti, selvatici ed antropici (gariga, pascoli, coltivi, arboreti e frutteti). Tende ad evitare ambienti secchi e rocciosi Biologia e riproduzione. Ha un’attività continua durante tutto l’anno, eccetto in ambienti molto freddi dove riduce la sua attività alla stagione primaverile ed estiva. E’ maturo sessualmente già dopo 2 mesi di vita e vive in natura fino a 14-18 mesi. Si nutre di moltissime varietà di vegetali (ghiande, pigne, bacche, more, corbezzoli, radici, germogli, nocciole, castagne ecc.). Fattori di minaccia generali e nel SIC. Non è soggettoa minacce dirette, ad eccetto dell’utilizzo di pesticidi o sostanze nocive in agricoltura. È una specie-chiave poiché è una preda basilare della dieta di diversi uccelli e mammiferi carnivori, e la sua abbondanza garantisce la presenza di Rapaci notturni. Grado di minaccia nel SIC: nullo Nome italiano: Toporagno di Sicilia Nome latino: Crocidura sicula Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 51 Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie endemica presente in Sicilia, ad Ustica, nelle Isole Egadi e a Gozo, estinta a Malta. All’interno del SIC è presente soprattutto negli ambienti di gariga, pascoli steppici ed in tutte le aree con vegetazione erbacea densa. Non frequenta i rimboschimenti senza sottobosco. Habitat. E’ una specie, di solito, presente nell’habitat con popolazioni poco dense, raggruppate in piccoli nuclei, nelle aree più idonee. Molto legata al suolo dove occupa anfratti e cavità, con particolare predilezione di aree a fitta vegetazione erbaceo-arbustiva, quindi terreni incolti e pascoli, garighe e macchia mediterranea; è rinvenuta anche presso i margini dei campi cerealicoli e arboreti. E’ inoltre presente in ambienti aperti di leccete, sugherete e faggete, fino a circa 1800 m s.l.m. Biologia e riproduzione. E’ attiva soprattutto durante le ore notturne. Spesso utilizza come rifugi le gallerie di altri piccoli mammiferi, o da essa stessa scavate, gli anfratti rocciosi e i cespugli folti. Si riproduce in ogni periodo dell’anno, non cade in letargo e si nutre frequentemente predando artropodi (in particolare insetti), piccoli vertebrati morti come lucertole, ma soprattutto lombrichi e ragni. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Il toporagno di Sicilia è minacciato dalla scomparsa di habitat naturali e soprattutto da tutte le alterazioni degli ambienti agricoli in cui vive: per l’utilizzo di pesticidi (con conseguente riduzione o alterazione delle risorse trofiche), per il dissodamento delle aree steppiche e di gariga e soprattutto per gli incendi periodici che li colpiscono (ad es. bruciatura delle stoppie). All’interno dell’area del SIC sembra relativamente rara grazie anche alle caratteristiche geologiche dei suoli e non dovrebbe risentire di un’elevata incidenza delle attività antropiche di tipo agricolo o pastorale. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Istrice Nome latino: Hystrix cristata Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie presente su tutto il territorio siciliano tranne nelle piccole isole. All’interno del SIC la sua presenza è molto comune e la popolazione di importante dimensione. Habitat. Specie ad alta capacità di distribuzione, frequenta pianure e colline ma anche pendici di monti in parte incolti e in parte coltivati; si rinviene nella macchia mediterranea, in zone cespugliose miste a sassaie, boschi e vallate più o meno soleggiate. Penetra anche in ambienti boscosi, specialmente le quercete termofile ed i loro margini. Biologia e riproduzione. Animale prevalentemente notturno ed elusivo. Si nutre di sostanze vegetali: tuberi, granturco, frutta, radici, cortecce e tronchi d'alberi. E’ sessualmente maturo dopo i 9-10 mesi e raggiunge anche i 15 anni di età; la stagione degli accoppiamenti si svolge tra aprile e maggio, con la nascita di 1-2 piccoli dopo una gestazione di un paio di mesi. Scava una tana nel terreno argilloso o sabbioso dove passa la maggior parte delle giornate. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Caccia e bracconaggio sono le minacce maggiori, cui seguono la distruzione degli ambienti naturali ed il disturbo antropico nei siti di riproduzione. In alcune zone viene perseguitato per i danni che può arrecare soprattutto alle colture ortive. Spesso nell’attraversamento delle strade è oggetto di investimento da parte di autovetture. All’interno del SIC è stata rilevata una buona presenza della specie in quasi tutti gli habitat studiati; ciononostante è possibile risenta di alcune delle minacce generali, soprattutto la caccia illegale. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome italiano: Riccio europeo occidentale Nome latino: Erinaceus europaeus consolei Presenza in Sicilia e nel SIC. Ricerche genetiche hanno evidenziato la presenza di un tipo mitocondriale distinto dal resto delle popolazioni italiane ed europee, che sebbene non sufficien- 52 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II temente indagato, permetterebbe di considerare valida e di interesse la sottospecie endemica siciliana. Distribuito in tutta l’isola con densità differenti a seconda degli ambienti. Nel SIC è presente seppur non sia stato possibile valutare le reali dimensioni della popolazione, in quanto necessita di metodi di ricerca specifici e protratti nel tempo. Habitat. Frequenta tutti gli ambienti coltivati e le zone boscate ricche di vegetazione erbacea e arbustiva bassa, ma è diffuso anche in prati e campi aperti con zone riparate come siepi e cespugli. Biologia e riproduzione. Facile da incontrare durante i suoi attraversamenti stradali, più difficile in natura per via delle sue abitudini notturne. E’ solito ripararsi dai predatori avvolgendosi a palla ed ergendo le spine. E’ un animale che si ciba di molluschi, insetti, anellidi ma anche di piccoli uccelli, rettili ed anfibi. E’ a sua volta preda di molte specie quali volpi, martore, rapaci diurni e notturni. In Sicilia è attivo quasi tutto l’anno; si riproduce alla fine dell’inverno mettendo alla luce 4-5 piccoli, già autonomi dopo meno di un mese. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Seppur non considerata una specie con particolari problemi di conservazione, localmente può notevolmente risentire della alterazione o distruzione dei suoi habitat d’elezione in seguito a trasformazioni agricole e a possibili casi di avvelenamento da pesticidi ed inquinanti del suolo. Risulta inoltre tra gli animali più investiti dalle automobili in Europa. Nel SIC si ritrova investito nelle strade esterne ed è minacciato dagli incendi e dalle occasionali interazioni con l’uomo. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Arvicola del Savi Nome latino: Microtus savii Presenza in Sicilia e nel SIC. E’ presente in Sicilia nella sua forma sottospecifica endemica M. savii nebrodensis, come evidenziato da recenti studi genetici, che addirittura potrebbero far propendere per l’istituzione di una nuova specie caratteristica della Sicilia. E’ il roditore più abbondante negli ambienti steppico-cerealicoli siciliani, ma non all’interno del sito, dove è molto localizzato per la natura geologica dei substrati. Habitat. Questa specie vive negli ambienti aperti, come praterie, incolti e zone coltivate. Nelle colture foraggere, in quelle ortive e nei frutteti trova spesso le condizioni adatte per moltiplicarsi, raggiungendo densità molto elevate. In questi contesti ambientali costruisce una fitta rete di gallerie intorno alle quali è possibile osservare delle aree più o meno ampie in cui la vegetazione erbacea è stata sfruttata dalle frequenti escursioni degli animali. Questa specie è dunque favorita in tutti quei contesti colturali in cui è presente una copertura erbacea permanente durante il corso dell’anno. Non è infrequente rinvenirla anche all’interno di boschi, sempre in prossimità di zone aperte o radure. Biologia e riproduzione. Si nutre essenzialmente di radici, tuberi, semi e piccoli frutti. Predilige i terreni coltivati a carciofi, da cui il suo nome dialettale siciliano di “surci cardunaru”. Specie perlopiù notturna, ma attiva anche di giorno. Si ritiene che la stagione degli accoppiamenti vada da marzo a novembre, ma specialmente tra la primavera e l’estate; i piccoli vengono partoriti in un nido imbottito con erba, muschio e radici. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Tra le principali minaccie per la specie evidenziamo la persecuzione diretta da parte degli agricoltori (avvelenamento con rodenticidi), l’uso di pesticidi e diserbanti, che riducono la quantità e la qualità dei suoi alimenti preferiti, e le lavorazioni agricole del suolo in profondità. All’interno del SIC è più abbondante nelle zone a gariga e macchia, dove la pressione antropica è minore. Può essere importante la conservazione di aree d’elezione rappresentate dalle radure e dagli incolti tra i campi coltivati. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Coniglio selvatico Nome latino: Oryctolagus cuniculus Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 53 Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie un tempo molto abbondante su tutto il territorio siciliano, oggi in declino su vaste porzioni del territorio, è descritta la sottospecie huxleyi. E’ presente anche nelle piccole isole. Nel SIC la sua presenza è abbondante. Habitat. Il Coniglio selvatico è una specie originariamente tipica della macchia mediterranea, ma per la sua elevata capacità di adattamento ha colonizzato gli ambienti più vari. E’ infatti presente nelle zone di pianura e di collina, ma è rinvenibile anche in montagna fino a 8001.000 m s.l.m. Vive inoltre nelle dune e pinete litoranee, nei terrapieni lungo le linee ferroviarie ed anche in zone impervie e rocciose. Per la necessità di scavare rifugi sotterranei preferisce i terreni asciutti e ben drenati, sabbiosi ed argillosi, ricchi di bassi cespugli, macchia, gariga, ecc. Biologia e riproduzione. Specie molto prolifica, si riproduce durante tutto l’anno mettendo alla luce da 5 a 12 piccoli che raggiungono la maturità sessuale già a 8-10 mesi. Si nutre essenzialmente di erbe, piantine di orti e coltivi, radici. Fattori di minaccia generali e nel SIC. La principale minaccia proviene dall’alterazione genetica della varietà selvatica con l’incrocio con individui d’allevamento o domestici. Un altro importante fattore è la notevole pressione venatoria subita dalle popolazioni selvatiche e dalle periodiche epidemie di mixomatosi ed epatite emorragica. Nel SIC la popolazione di coniglio selvatico è abbondante e pressoché uniforme su quasi tutto il territorio e in diversi habitat, anche se può risentire localmente della caccia di frodo nelle aree non sottoposte a controllo. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Lepre appenninica Nome latino: Lepus corsicanus Presenza in Sicilia e nel SIC. E’ una specie presente solo nel meridione d’Italia ed in Sicilia, dove è comunque presente con popolazioni molto ridotte e a rischio in tutto l’areale. Nel SIC è stata rilevata la presenza della specie, seppur non sembra molto comune. Habitat. E’ una specie molto legata agli ambienti boschivi e di macchia alta, comunque sempre con radure e spazi erbosi, dove può svolgere le proprie attività di foraggiamento. Presente anche nelle aree alto-collinari a pascoli e seminativi. Biologia e riproduzione. Può vivere anche 10 anni. Compie comunemente 1-2 parti l’anno, spesso di un solo piccolo. È un erbivoro abbastanza frugale che si adatta a mangiare qualunque tipo di cibo vegetale, germogli, radici, tuberi, cortecce, frutti, ecc. Predilige comunque vegetali freschi e succosi come le crucifere e le erbe aromatiche. Fattori di minaccia generali e nel SIC. E’ una specie soggetta a numerose minacce, soprattutto malattie quali mixomitosi, strongilosi, coccidiosi, parassitosi da zecche, oftalmosi. E’ inoltre soggetta ad elevato prelievo naturale da parte di molti predatori naturali (volpi, mustelidi, gatti selvatici, rapaci diurni e notturni) e da parte dell’uomo (caccia e bracconaggio). Da rilevare inoltre il possibile inquinamento genetico dovuto a ripopolamenti con individui alloctoni. All’interno del SIC non dovrebbe risentire di elevate minacce, grazie anche all’impossibilità di attività venatoria e della bassa attività antropica di tipo agricolo. Le cause della sua rarità potrebbero essere legate all’habitat impervio del SIC non proprio ottimale all’ecologia della specie ed all’eccessiva pressione venatoria. Grado di minaccia nel SIC: medio Nome italiano: Serotino comune Nome latino: Eptesicus serotinus Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie residente, presente nel territorio siciliano con poche segnalazioni storiche. Nel SIC è stato rintracciato presso i siti di rifugio. Al momento non si dispone di dati numerici. 54 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Habitat. Questo chirottero di grossa taglia è specializzato principalmente nella caccia in ambienti aperti, tra cui prati, cespuglietti, margini di bosco e coltivi. Può inoltre alimentarsi presso laghi e fiumi e, in piccoli gruppi ed assieme ad altre specie, nelle aree urbane, particolarmente intorno ai lampioni. Biologia e riproduzione. Preda spesso coleotteri, oltre che falene ed altre specie di insetti. Le prede vengono catturate a varie altezze, da poco sopra la chioma degli alberi fino al suolo, ma più spesso ad un’altezza di 3-4 m. Volatore relativamente lento, copre però ampie distanze: 10 km o più in una notte. Si rifugia in cavità arboree e bat box; nel periodo di attività, individui isolati si ritrovano anche in siti ipogei. Le colonie riproduttive includono solo femmine, mentre i maschi sono solitari o formano piccoli gruppi. Sverna in grotta o in ipogei artificiali. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Principale causa del declino delle popolazioni sono la bassa disponibilità di siti di rifugio dovuta alla ridotta estensione dei siti boschivi, l’aumento delle aree destinate alle coltivazioni intensive, a danno delle zone di vegetazione spontanea, e l’uso di diserbanti, anticrittogamici ed insetticidi che riducono le popolazioni di insetti preda. Grado di minaccia nel SIC: medio. Nome italiano: Pipistrello di Savi Nome latino: Hypsugo savii Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie comune e sedentaria presente su tutto il territorio siciliano. Nel SIC è stata rinvenuta frequentemente durante la caccia in diverse aree di foraggiamento. Habitat. Frequenta diversi ambienti come zone costiere, pianure, aree rocciose, fino al limite della vegetazione. Questa specie, pur alimentandosi in una varietà di habitat, è spesso legata agli habitat urbani e alle aree umide. Tende ad evitare le piantagioni di conifere. È una specie prevalentemente sinantropica, s’insedia frequentemente in abitazioni ma utilizza come rifugio anche cavità d’albero o fessure delle rocce. Biologia e riproduzione. Le colonie riproduttive possono comprendere dozzine di femmine. I parti, di solito gemellari, avvengono tra giugno e luglio. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Meno sensibile di altri pipistrelli alle alterazioni ambientali, potenziale minaccia sono i conflitti con l’uomo nei casi in cui si rifugia presso le abitazioni. Grado di minaccia nel SIC: basso. Nome italiano: Miniottero Nome latino: Miniopterus schreibersii Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie migratrice, anche se potenzialmente sedentaria, risulta presente in tutto il territorio siciliano. Nel SIC trova idonei siti di rifugio nelle cavità e tra gli anfratti rocciosi. Habitat. Chirottero spiccatamente troglofilo, occupa ipogei naturali o artificiali; predilige aree di bassa e media quota. Risulta spesso legato ai corsi d’acqua, sia perché vi caccia sia perché usa la vegetazione riparia come traccia da seguire negli spostamenti. Caccia inoltre in aree forestali con bassa copertura e coltivi arborei quali oliveti e castagneti da frutto. Le prede sono rappresentate soprattutto da lepidotteri. Biologia e riproduzione. È l’unica specie europea in cui la fecondazione è immediata, anziché ritardata, ma lo sviluppo embrionale viene sospeso per tutto il periodo di ibernazione per poi riprendere solo in primavera. È specie gregaria e forma colonie spesso di migliaia di individui, monospecifiche o miste (insieme a Rinolofidi ed altri Vespertilionidi). Tipicamente le colonie riproduttive sono formate da individui di entrambi i sessi. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 55 Fattori di minaccia generali e nel SIC. La presenza di questa specie è minacciata dall’alterazione degli habitat naturali e soprattutto dall’inquinamento e dalla distruzione degli ambienti acquatici e ripariali. Grado di minaccia nel SIC: alto. Nome italiano: Pipistrello albolimbato Nome latino: Pipistrellus kuhlii Presenza in Sicilia e nel SIC. Si tratta di un chirottero frequente ed abbondante su tutto il territorio siciliano. Nel SIC è stato rinvenuto un elevato numero di volte, spesso in volo di foraggiamento. Habitat. Specie termofila, generalista nella scelta degli habitat di alimentazione, frequentemente è stato osservato in caccia presso i lampioni stradali, anche in gruppo. Rappresenta la specie dominante anche negli ambienti urbani. Biologia e riproduzione. Emerge presto dai rifugi, non di rado prima del tramonto, ed è spesso responsabile di voli diurni, soprattutto in primavera. Può formare colonie riproduttive anche molto numerose, con centinaia di individui. Sverna in fessure delle rocce, interstizi di muri o raramente in grotta. Parti frequentemente gemellari in giugno e luglio. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Meno sensibile alle alterazioni ambientali. Si rifugia spesso in costruzioni antropiche ed è la specie più spesso coinvolta in situazioni di conflitto con l’uomo in quanto indesiderata ospite degli spazi dietro le grondaie e i cassonetti degli avvolgibili. Altra potenziale minaccia è l’utilizzo di diserbanti ed insetticidi che influenza negativamente le popolazioni di insetti preda. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Pipistrello nano Nome latino: Pipistrellus pipistrellus Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie comune, probabilmente diffusa su tutto il territorio regionale. Nel SIC è stata contattata durante il foraggiamento. Habitat. Specie spiccatamente generalista, frequenta una grande varietà di ambienti, inclusi quelli urbani. Più frequente alle alte quote, ove sembra favorita dalla minor ricorrenza di P. kuhlii. Assai flessibile anche nella scelta dei rifugi, P. pipistrellus occupa grondaie o fessure nei muri di edifici abbandonati, ma talora anche cavità d’albero o bat box. Biologia e riproduzione. Emerge presto dai rifugi e cattura le prede in volo. Recentemente distinto dalla specie gemella P. pygmaeus, alla quale è molto simile dal punto di vista morfologico ma ben discriminabile sul piano genetico e mediante l’analisi bioacustica. Forma colonie riproduttive costituite da un elevato numero di femmine. I parti avvengono tra giugno e luglio. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Meno sensibile alle alterazioni ambientali. Potenziale minaccia è l’uso di diserbanti e insetticidi. La sua forte tendenza alla sinantropia e la frequentazione di edifici espongono questa specie a situazioni di conflitto con l’uomo. Grado di minaccia nel SIC: basso Nome italiano: Molosso del Cestoni Nome latino: Tadarida teniotis Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie probabilmente presente in tutto il territorio regionale. Nel SIC è stata rinvenuta durante il foraggiamento. Habitat. Si alimenta in una varietà di habitat come fiumi, laghi, aree agricole, boschive (caccia sopra alla volta forestale), cespuglietti ed abitati, anche nelle grandi città. I rifugi sono costituiti da fratture e anfratti nella roccia e nelle falesie o siti ipogei naturali. Biologia e riproduzione. Molti aspetti dell’ecologia di Tadarida teniotis sono tuttora poco noti. Frequentemente si osserva in attività anche nel cuore dell’inverno. I parti si verificano in giugno. 56 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Fattori di minaccia generali e nel SIC. Potenziale minaccia è la minore disponibilità di insetti preda, dovuta all’utilizzo di diserbanti e insetticidi. Svantaggiato da tutte le pratiche di agricoltura intensiva Grado di minaccia nel SIC: medio. Nome latino: Rhinolophus hipposideros Presenza in Sicilia e nel SIC. Specie sedentaria, in passato segnalata per tutto il territorio siciliano, in particolare in aree carsiche prossime alla costa. Nel SIC è stata rintracciata una piccola popolazione nei pressi dei siti di rifugio e durante gli spostamenti dai siti di rifugio agli habitat di alimentazione. Habitat. Gli ambienti elettivi di alimentazione di questa specie sono rappresentati dai boschi di latifoglie e dalle aree umide ricche in vegetazione riparia. Nelle pause dalla caccia la specie utilizza posatoi notturni occasionali, come ad es. ponti che attraversano corsi d’acqua. Le prede includono ditteri, lepidotteri e neurotteri. I siti d’ibernazione comprendono sia ipogei naturali, come le grotte carsiche, sia strutture artificiali come miniere, tunnel, cisterne e cantine. Biologia e riproduzione. Nel corso dello svernamento, spesso si osservano individui isolati o in piccoli gruppi, più raramente colonie numerose. Nel periodo riproduttivo questi chirotteri formano colonie i cui individui sono posti a stretto contatto reciproco, per favorire la termoregolazione. I parti si verificano in giugno e luglio; tipicamente viene partorito un solo piccolo. Fattori di minaccia generali e nel SIC. Questa specie è minacciata dall’alterazione e distruzione degli ambienti umidi ricchi in vegetazione riparia e dalla scomparsa di elementi di connessione, quali siepi e filari di alberi, tra gli ambienti di rifugio e quelli di foraggiamento; incidono negativamente anche la bassa disponibilità di insetti-preda nelle aree di alimentazione, dovuta alla trasformazione del paesaggio in monocolture intensive e all’uso di diserbanti e insetticidi; tutte cause che al pari di altri chirotteri si riscontrano nelle aree esterne al SIC. Grado di minaccia nel SIC: medio Di seguito è riportata una tabella sintetica di tutte le minacce e criticità, in potenza od in atto, individuate nelle schede delle singole specie, con le principali conseguenze. Il gruppo di specie sensibili riportate in tabella ed in questo paragrafo è stato sottoposto ad un’analisi critica in modo da evidenziare un insieme di indicatori ecologici (cfr § B.1) su cui focalizzare ulteriormente le principali minacce, individuare le strategie di intervento per la tutela e concentrare le azioni concrete di gestione. Tipologia di minaccia Classe Specie interessata Abbandono dei pascoli U Anthus campestris Abbandono dei pascoli U Anthus pratensis Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici A Discoglossus pictus I Cordulegaster trinacriae I Ochthebius gereckei I Prosimulium (Helodon) albense Conseguenze della minaccia/criticità Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici M Miniopterus schreibersii M Rhinolophus hipposideros R Natrix natrix sicula U Alcedo atthis U Anas crecca U Ardea cinerea U Charadrius dubius U Himantopus himantopus U Ixobrychus minutus U Merops apiaster U Motacilla alba U Motacilla cinerea U Tringa ochropus U Circus aeruginosus M Crocidura sicula U Anthus campestris U Anthus pratensis U Burhinus oedicnemus U Circaetus gallicus U Coracias garrulus U Cuculus canorus U Delichon urbicum U Erithacus rubecula U Falco biarmicus U Falco naumanni U Hieraaetus fasciatus U Hirundo rustica U Luscinia megarhyncos U Melanocorypha calandra U Otus scops Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat 57 58 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Caccia e bracconaggio U Ptyonoprogne rupestris U Sylvia cantillans U Sylvia conspicillata U Upupa epops I Melitaea aetherie U Circaetus gallicus M Hystrix cristata Caccia e bracconaggio M Lepus corsicanus Caccia e bracconaggio M Oryctolagus cuniculus Caccia e bracconaggio U Alectoris graeca whitakeri Caccia e bracconaggio U Anas crecca Caccia e bracconaggio U Anthus campestris Caccia e bracconaggio U Anthus pratensis Caccia e bracconaggio U Ardea cinerea Caccia e bracconaggio U Charadrius dubius Caccia e bracconaggio U Circaetus gallicus Caccia e bracconaggio U Circus aeruginosus Caccia e bracconaggio U Columba livia Caccia e bracconaggio U Coturnix coturnix Caccia e bracconaggio U Cuculus canorus Caccia e bracconaggio U Erithacus rubecula Caccia e bracconaggio U Falco biarmicus Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Sottrazione di suolo, perdita di habitat Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di po- Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 59 polazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Perdita permanente di habitat Caccia e bracconaggio U Falco peregrinus Caccia e bracconaggio U Hieraaetus fasciatus Caccia e bracconaggio U Melanocorypha calandra Caccia e bracconaggio U Milvus migrans Caccia e bracconaggio U Streptopelia turtur Caccia e bracconaggio U Turdus philomelos Cambiamento tecniche e colture agricole I Bolivarius bonneti painoi Cambiamento tecniche e colture agricole Cambiamento tecniche e colture agricole I Cupido minimus trinacriae I Hipparchia blachieri Cambiamento tecniche e colture agricole Cambiamento tecniche e colture agricole I I Meliboeus amethystinus destefanii Melitaea aetherie Perdita permanente di habitat Perdita permanente di habitat Cambiamento tecniche e colture agricole M Epseticus serotinus Perdita permanente di habitat Cambiamento tecniche e colture agricole M Rhinolophus hipposideros Perdita permanente di habitat Cambiamento tecniche e colture agricole Cambiamento tecniche e colture agricole U Alectoris graeca whitakeri U Anthus campestris Perdita permanente di habitat Perdita permanente di habitat Cambiamento tecniche e colture agricole U Anthus pratensis Perdita permanente di habitat Cambiamento tecniche e colture agricole U Burhinus oedicnemus Perdita permanente di habitat Cambiamento tecniche e colture agricole U Coracias garrulus Perdita permanente di habitat Cambiamento tecniche e colture agricole U Coturnix coturnix Perdita permanente di habitat Cambiamento tecniche e colture agricole U Falco naumanni Perdita permanente di habitat Cambiamento tecniche e colture agricole U Hieraaetus fasciatus Perdita permanente di habitat Perdita permanente di habitat Perdita permanente di habitat 60 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Cambiamento tecniche e colture agricole U Hirundo rustica Perdita permanente di habitat Cambiamento tecniche e colture agricole U Melanocorypha calandra Perdita permanente di habitat Collisione con cavi elettrici ed aerogeneratori U Ardea cinerea Collisione con cavi elettrici ed aerogeneratori U Columba livia Collisione con cavi elettrici ed aerogeneratori U Hieraaetus fasciatus Collisione con cavi elettrici ed aerogeneratori U Luscinia megarhyncos Competizione intraspecifica R Natrix natrix sicula Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione sconosciute Competizione intraspecifica U Streptopelia turtur sconosciute Diminuzione densità delle prede preferenziali R Natrix natrix sicula Diminuzione densità delle prede preferenziali U Circaetus gallicus Diminuzione densità delle prede preferenziali U Falco biarmicus Diminuzione densità delle prede preferenziali U Falco peregrinus Diminuzione densità delle prede preferenziali U Hieraaetus fasciatus Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, M Erinaceus europaeus consolei M Hypsugo savii M Microtus savii nebrodensis M Pipistrellus kuhlii M Pipistrellus pipistrellus R Hierophis viridiflavus R Natrix natrix sicula R Zamenis lineatus Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e di- Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Eccesso di pascolo ed erosione del soprassuolo U Burhinus oedicnemus U Charadrius dubius U Columba livia U Coracias garrulus U Corvus corax U Delichon urbicum U Falco biarmicus U Falco naumanni U Falco peregrinus U Hieraaetus fasciatus U Himantopus himantopus U Hirundo rustica U Merops apiaster U Otus scops U Tringa ochropus U Tyto alba I Bolivarius bonneti painoi Eccesso di pascolo ed erosione del soprassuolo I Cupido minimus trinacriae Eccesso di pascolo ed erosione del soprassuolo U Luscinia megarhyncos Incendi I Bolivarius bonneti painoi 61 minuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Mortalità individui e 62 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Incendi I Cupido minimus trinacriae Incendi I Hipparchia blachieri Incendi I Incendi I Meliboeus amethystinus destefanii Melitaea aetherie Incendi M Erinaceus europaeus consolei Incendi R Zamenis lineatus Incendi U Burhinus oedicnemus Incendi U Ixobrychus minutus Inquinamento genetico U Columba livia Predazione da parte di animali domestici U Himantopus himantopus Predazione da parte di animali domestici U Otus scops Riduzione dei boschi naturali M Epseticus serotinus perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Perdita caratteristiche genetiche Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione Elevata mortalità e diminuzione densità di popolazione perdita di habitat Riduzione dei boschi naturali U Otus scops perdita di habitat Ristrutturazione degli edifici rurali U Apus apus perdita di habitat Ristrutturazione degli edifici rurali U Coracias garrulus perdita di habitat Ristrutturazione degli edifici rurali U Delichon urbicum perdita di habitat Ristrutturazione degli edifici rurali U Hirundo rustica perdita di habitat Ristrutturazione degli edifici rurali U Tyto alba perdita di habitat Utilizzo di diserbanti e meccanizzazione Utilizzo di diserbanti e meccanizzazione Utilizzo di diserbanti e meccanizzazione Utilizzo di diserbanti e meccanizzazione Utilizzo di diserbanti e meccanizzazione Utilizzo di diserbanti e meccanizzazione Utilizzo di diserbanti e meccanizzazione Utilizzo di diserbanti e meccanizzazione Utilizzo di diserbanti e meccanizzazione Utilizzo di diserbanti e meccanizzazione M Epseticus serotinus M Miniopterus schreibersii M Pipistrellus kuhlii M Pipistrellus pipistrellus M Rhinolophus hipposideros M Tadarida teniotis U Alectoris graeca whitakeri U Burhinus oedicnemus U Coturnix coturnix U Falco naumanni Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Utilizzo di diserbanti e meccanizzazione Utilizzo di diserbanti e meccanizzazione Utilizzo di diserbanti e meccanizzazione U Fringilla coelebs U Ptyonoprogne rupestris U Upupa epops 63 Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Mortalità individui e perdita di habitat Tab 1 - Minacce e criticità, in potenza od in atto, individuate nelle schede delle singole specie con le principali conseguenze. Questi dati, incrociati con la conoscenza dei luoghi, lo status delle specie ed i dati di abbondanza ed ecologia delle specie, hanno permesso di sintetizzare la tabella precedente che riporta le principali criticità o minacce cui le specie sono sottoposte. Una sintesi di questa tabella è riportata di seguito. Tipologia di minaccia/ criticità Disturbo diretto (auto, persecuzione, avvelenamento, prelievo uova e pulli, distruzione dei nidi) Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat steppici Caccia e bracconaggio Alterazione, distruzione ed inquinamento habitat acquatici Cambiamento tecniche e colture agricole Utilizzo di diserbanti e meccanizzazione Incendi Diminuzione densità delle prede preferenziali Ristrutturazione degli edifici rurali Collisione con cavi elettrici ed aerogeneratori Eccesso di pascolo ed erosione del soprassuolo Abbandono dei pascoli Competizione intraspecifica Predazione da parte di animali domestici Riduzione dei boschi naturali Inquinamento genetico Numero di specie sottoposte alla minaccia 24 22 22 18 17 13 9 5 5 4 3 2 2 2 2 1 Tab. 2 – Sintesi delle minacce e criticità La sintesi delle minacce/criticità cui sono sottoposte le specie evidenzia come in genere tutte le attività umane creino diverse forme di impatto sulle specie animali del SIC. Come si vede dalla tabella seguente, le diverse criticità/minacce interessano più specie, a partire dall’Aquila del Bonelli soggetta a 6 minacce/criticità e che è indubbiamente la specie più sensibile presente nel SIC. A seguire l’Occhione, legato sia ad ambienti umidi che steppici e soggetto a bracconaggio e poi un folto gruppo soggetto a 3-4 tipologie. Le specie interessate a 3-6 minacce sono circa il 40% delle specie sensibili presenti e formano un sottogruppo di specie estremamente vulnerabili nel SIC. 64 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Specie Hieraaetus fasciatus Burhinus oedicnemus Anthus campestris Anthus pratensis Circaetus gallicus Columba livia Coracias garrulus Falco biarmicus Falco naumanni Hirundo rustica Natrix natrix sicula Otus scops Alectoris graeca whitakeri Ardea cinerea Bolivarius bonneti painoi Charadrius dubius Coturnix coturnix Cupido minimus trinacriae Delichon urbicum Epseticus serotinus Falco peregrinus Himantopus himantopus Luscinia megarhyncos Melanocorypha calandra Melitaea aetherie Rhinolophus hipposideros Anas crecca Circus aeruginosus Cuculus canorus Erinaceus europaeus consolei Erithacus rubecula Hipparchia blachieri Ixobrychus minutus Meliboeus amethystinus destefanii Merops apiaster Miniopterus schreibersii Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Ptyonoprogne rupestris Streptopelia turtur Tringa ochropus Tyto alba Upupa epops Zamenis lineatus Alcedo atthis Apus apus Cordulegaster trinacriae Corvus corax Numero di minacce cui è sottoposta 6 5 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Crocidura sicula Discoglossus pictus Fringilla coelebs Hierophis viridiflavus Hypsugo savii Hystrix cristata Lepus corsicanus Microtus savii nebrodensis Milvus migrans Motacilla alba Motacilla cinerea Ochthebius gereckei Oryctolagus cuniculus Prosimulium (Helodon) albense Sylvia cantillans Sylvia conspicillata Tadarida teniotis Turdus philomelos 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Tab. 3 - Numero di minacce che agiscono in atto o in potenza sulle specie animali sensibili del SIC. 65 66 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 67 B) INDIVIDUAZIONE E DESCRIZIONE DI INDICATORI La creazione di un set di indicatori permette di rappresentare in maniera chiara e semplice i dati che caratterizzano la qualità ambientale di un territorio. L’utilità degli indicatori è anche quella di consentire un confronto nel tempo e nello spazio tra i dati quali-quantitaviti che caratterizzano un territorio e le matrici ambientali. Nel corso del tempo si riesce, infatti, a valutare il loro andamento in funzione del mutamento delle condizioni che riguardano il contesto ambientale di riferimento (ad esempio, incremento della superficie degli habitat più sensibili o incremento percentuale delle specie animali protette e così via). Inoltre, la lettura degli indicatori è anche utile per fare dei confronti spaziali, laddove possibile, tra territori in cui ci siano similitudini in termini di stato di conservazione delle specie di fauna e flora di ciascun SIC. Gli indicatori, infine, svolgono l’importante ruolo di “quantificare” gli obiettivi di miglioramento fissati nelle strategie di azione del Piano di Gestione: misurare i dati utili a raggiungere i risultati prefissati, verificare l’efficacia delle azioni intraprese e la loro capacità di aver centrato l’obiettivo. La loro definizione è essenziale per la predisposizione di un sistema di monitoraggio che permetta di verificare periodicamente lo stato reale di conservazione del sito e le tendenze dinamiche in atto. Si potrà in tal modo accertare anche la validità delle misure gestionali adottate e l’idoneità degli interventi previsti per il conseguimento degli obiettivi di conservazione delle risorse naturali e di tutela della biodiversità. B.1.1 Indicatori per gli habitat e gli aspetti floristico-vegetazionali Per il monitoraggio dello stato di conservazione del sito viene proposta una serie di indicatori, attraverso l’osservazione statistica dei quali sarà possibile valutare, nel breve e nel medio periodo, le variazioni quali-quantitative degli habitat e delle specie considerati quali “emergenze biologiche”. In particolare si tratta dei seguenti: 1) Numero di patch; 2) Superficie media di ogni patch; 3) Superficie totale dell’habitat; 4) Numero di specie vegetali totali (ricchezza floristica); 5) Numero di specie vegetali/m2 (grado di copertura delle cenosi); 6) Numero di individui di specie vegetali/ettaro; 7) Struttura della vegetazione; 8) Altezza vegetazione; 9) Numero di specie endemiche/totale specie; 10) Numero di specie alloctone/ettaro; 11) Numero di specie alloctone/totale specie; 12) Numero di specie pabulari; 68 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 13) Basso valore di copertura di specie nitrofile; 14) Presenza di elementi floristici e vegetazionali di rilevanza biogeografica; 15) Presenza di specie animali strettamente legate ad ambienti rupestri e di grotta; 16) Persistenza dei processi carsici. Numero di patches - Indica il numero di poligoni o di tessere di paesaggio caratterizzati da un particolare tipo di habitat(deducibili dalla Carta degli Habitat), il cui dato fornisce, nel breve e nel medio periodo, un indice sul relativo stato di conservazione. L’indicatore è riferito a tutte le tipologie di habitat presenti nel sito. Esso può fornire altresì dati utili anche per il monitoraggio dei popolamenti delle specie vegetali “emergenti” rappresentati nel sito, al fine di pervenire ad una valutazione del rispettivo status. Superficie media di ogni patch - E’ un valore di carattere quantitativo che esprime il grado di copertura di ciascun poligono relativo ad un determinato habitat, che evidenzia il trend evolutivo di ogni singolo habitat, anche in risposta al verificarsi o meno di eventi di disturbo. L’indicatore è riferito a tutte le tipologie di habitat presenti nel sito. Superficie totale dell’habitat - E’ un valore utile a stabilire il grado di copertura di ogni singolo habitat e della sua evoluzione spaziale nel breve e nel medio periodo. Tale valore è funzione della frequenza di eventi di disturbo antropico e naturali, nonché della loro assenza. L'indicatore può essere riferito a tutte le tipologie di habitat presenti nel sito. Numero di specie vegetali totali (ricchezza floristica) - Rappresenta un dato qualitativo relativo alla ricchezza floristica dei singoli habitat, dipendente in stretta misura dal verificarsi o meno di eventi di disturbo nonché dalla loro relativa frequenza. L'indicatore può essere riferito a tutte le tipologie di habitat presenti nel sito. Numero di specie vegetali/m2 o dam2 (grado di copertura delle cenosi) - Fornisce un dato qualitativo sulle specie rappresentate nelle cenosi. E’ il caso di quelle meno estese (praterelli terofitici) o di quelle maggiormente frammentate e ridotte per cause antropiche, nel qual caso l’indicatore consente di valutare le ripercussioni degli eventi di disturbo su piccola scala. Esso può essere comunque utile anche per tutte le altre tipologie di habitat. Numero di specie vegetali/ettaro - Fornisce un dato di tipo qualitativo delle cenosi maggiormente estese (praterie o garighe), al fine di valutare nel tempo le ripercussioni degli eventi di disturbo su grande scala. Questo indicatore può essere ad esempio riferito alle seguenti tipo- Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 69 logie di habitat: 5331 (Formazioni ad Euphorbia dendroides); 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus); 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue – TheroBrachypodietea). Numero di individui/ettaro o unità di superficie - Fornisce dati utili per il monitoraggio dei popolamenti delle specie vegetali considerati “emergenti” rappresentati nel sito, al fine di pervenire ad una valutazione del rispettivo status. Struttura della vegetazione - L'indicatore tende a valutare il grado di maturità strutturale di alcuni habitat le cui cenosi sono a loro volta legate all’evoluzione seriale della vegetazione. In caso di presenza di stress antropici, come ad esempio l’incendio, esso consente di valutare i tempi di resilienza delle singole cenosi. In particolare, esso è riferito ai seguenti habitat: 5331 (Formazioni ad Euphorbia dendroides), 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus), 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue – Thero-Brachypodietea). L’indicatore in oggetto si ritiene valido anche per gli aspetti di prateria dominati da Hyparrhenia hyrta, Lygeum spartium ed Arundo collina. Esso può fornire altresì delle indicazioni utili anche per il monitoraggio dei popolamenti delle specie vegetali e la valutazione del rispettivo status. Altezza della vegetazione - Si tratta di un dato relativo alla fisionomia e struttura, sulla cui base è possibile valutare l’incidenza di eventuali fattori di disturbo. In particolare, l'indicatore è riferito alle tipologie di habitat di macchia-boscaglia ed alle tipologie seguenti: 5331 (Formazioni ad Euphorbia dendroides), 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus). Numero di specie endemiche/totale specie - Esprime l’incidenza delle entità endemiche rispetto al totale delle specie presenti in un determinato habitat, evidenziandone il pregio floristico. Questo indicatore è riferito alle seguenti tipologie di habitat: 5331 (Formazioni ad Euphorbia dendroides), 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus), 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue – Thero-Brachypodietea), 8214 (Rupi calcaree dell’Italia meridionale – Dianthion rupicolae), 92D0 (Foreste riparie a galleria termomediterranea – NerioTamaricetea), 9320 (Foreste di Olea e Ceratonia). Numero di specie endemiche/ettaro - Fornisce anch’esso un dato qualitativo sul valore floristico degli habitat maggiormente estesi nel sito, in funzione delle specie endemiche. 70 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II L’indicatore consente di monitorare lo status di conservazione di queste specie e di pianificare eventuali interventi di protezione. E’ riferito alle seguenti tipologie di habitat: 5331 (Formazioni ad Euphorbia dendroides), 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus), 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue – Thero-Brachypodietea). Numero di specie alloctone/ettaro - Si tratta di un valore qualitativo che evidenzia la qualità floristica dell'habitat in funzione delle specie alloctone. Esprime quindi una misura della tendenza alla banalizzazione ed all’impoverimento floristico delle formazioni originarie a favore di specie esotiche. Questo indicatore può essere riferito a tutti habitat, in particolare alle seguenti tipologie: 5331 (Formazioni ad Euphorbia dendroides), 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus). Numero di specie alloctone/totale specie - Fornisce un dato qualitativo che evidenzia l’incidenza delle specie alloctone sul totale delle entità presenti all’interno di un determinato habitat. Per quanto concerne gli habitat, vale quanto detto per la tipologia precedente. Numero di specie pabulari - Si tratta di un valore qualitativo sulle potenzialità pastorali di alcuni habitat a fisionomia erbacea presenti nel sito. Questo indicatore è riferito agli habitat 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus) e 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue – Thero-Brachypodietea). Basso valore di copertura di specie nitrofile - Si tratta di un valore qualitativo che si ricollega ad una prima valutazione sull’eccessivo carico di bestiame all’interno delle formazioni pascolive riferite agli habitat 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus) e 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue – Thero-Brachypodietea). Presenza di elementi floristici e vegetazionali di rilevanza biogeografica - Esprime un’indicazione sulla qualità di alcuni habitat in funzione delle specie e fitocenosi presenti. Riguarda tutte le tipologie, in particolare le formazioni rupicole dell’habitat 8214 (Rupi calcaree dell’Italia meridionale – Dianthion rupicolae). Presenza di specie animali strettamente legate ad ambienti rupestri e di grotta - Come nel caso precedente, l’indicatore tende a fornire una valutazione dell'habitat in funzione della pre- Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 71 senza di popolazioni animali. E' il caso degli ambienti rupicoli (principalmente avifauna) o di grotta (chirotteri). Persistenza dei processi carsici - Si tratta di un dato fondamentale per l’evoluzione e la conservazione degli ecosistemi ipogei del SIC (habitat 8310 - Grotte non ancora sfruttate a livello turistico), strettamente connessi al regime pluviometrico locale ed, in misura ancora maggiore, al mantenimento del sistema idrografico superficiale. Nelle tabelle seguenti vengono riportati i due prospetti relativi agli indicatori proposti per il monitoraggio, rispettivamente, degli habitat (Tab. 4) e delle specie (Tab. 5) di particolare interesse rappresentati nel sito in oggetto. CODICE HABITAT 1310 1420 3290 5331 5332 6220* 8214 8310 92A0 92D0 9320 1. 2. Num. Sup. patches media patch ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● 3. Sup. tot. Hab. 4. Num. Specie Veg. 5. Spec. unità sup. ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● 6. 7. 8. 9. Indiv. Str. Alt. Num. ettaro veget. veget. endem. ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● 10. Num. alloc. ettaro 11. Num. alloc. totali ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● 12. 13. Num. Specie specie nitrof. pabul. ● ● ● ● ● ● ● ● 14. Flora veget. rilev. 15. Anim. rupi grotte 16. Pers. proc. cars. ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● Tab. 4 - Prospetto degli indicatori proposti per il monitoraggio degli habitat. SPECIE VEGETALE Aster sorrentinii Dianthus rupicola Aceras anthropophorum Anacamptis pyramidalis Arthrocnemum glaucum Atriplex halimus Atriplex latifolia Barlia robertiana Biscutella maritima Brassica villosa subsp. tinei Catananche lutea Centaurea solstitialis subsp. schouwii Chaenorhinum rupestre Colchicum bivonae Crepis vesicaria subsp. hyemalis Crocus longiflorus Crossidium crassinerve 1. Numero di patches 6. Numero di individui per ettaro/ o unità di superficie 7. Struttura della vegetazione/habitat in cui si insedia ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● 72 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Eryngium bocconei Erysimum metlesicsii Euphorbia dendroides Gypsophila arrostii Iris pseudopumila Knautia calcina Lathyrus odoratus Lavatera agrigentina Matthiola fruticulosa subsp. fruticulosa Micromeria fruticulosa Ononis oligophylla Ophrys apifera Ophrys bertolonii Ophrys bombyliflora Ophrys speculum Ophrys fusca Ophrys lutea subsp. Lutea Ophrys lutea subsp. Minor Ophrys sphegodes Ophrys tenthredinifera Orchis collina Orchis italica Orchis lactea Orchis laxiflora Orchis longicornu Orchis papilionacea var. grandiflora Orchis papilionacea var. papilionacea Orchis provincialis Pimpinella anisoides Scabiosa dichotoma Sedum gypsicola Serapias vomeracea Tragopogon porrifolius subsp. cupanii ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● Tab. 5 - Prospetto degli indicatori proposti per il monitoraggio delle specie vegetali. B.1.2 Indicatori per gli aspetti faunistici ed i rispettivi habitat Tutte le specie presenti negli allegati II, IV e V della Direttiva Habitat, nell'Articolo 4 della Direttiva 79/409/CEE e le specie di cui alla tab. 3.3, motivazione A e B del formulario standard Natura 2000, sono da considerare emergenze faunistiche che, raggruppate in gruppi omogenei ecologicamente e faunisticamente (ad es. rapaci diurni, alaudidi, ecc.), forniscono utili e sintetiche indicazioni per quantificare gli effetti della frammentazione, delle minacce e dei fattori ed attività che influenzano lo stato di conservazione del sito. Il loro numero totale, le frequenze, i rapporti reciproci forniscono utili informazioni sul valore ambientale degli ecosistemi e sul grado dell'impatto delle attività umane. Per valutare le singole specie è stata messa a punto una metodologia, delineata in Giunti et al. (2008) e in Massa & Canale (2008), che si basa essenzialmente sull’attribuzione di punteggi variabili in base alle tipologie in cui ogni specie ricade; questi punteggi sono combinati Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 73 in modo da fornire un indice che permette di ordinare le specie secondo un ordine decrescente di importanza e priorità. Tale indice è attribuito ad ogni singola specie, in ogni singolo biotopo Corine, in base ai criteri ecologici desumibili dalle fonti bibliografiche relative alla Sicilia e dalle conoscenze dirette degli operatori esperti della fauna e della situazione ambientale ed ecologica del SIC; in breve, considerando il grado di minaccia e lo status di popolazione che la specie ha nel SIC. Le specie sono state pesate attribuendo un punteggio secondo quanto riportato nella tabella sottostante che riporta il caso di mammiferi, anfibi e rettili: LISTA ROSSA ITALIANA Categoria Valore DIR. 92/43/CEE (ALL. II) Categoria Valore SPECIE PRIORITARIA Categoria Valore CATEGORIA IUCN Categoria Valore ENDEMISMO SICULO Categoria Valore Assente 0 Assente 0 Assente 0 Assente 0 Assente 0 LR 1 Presente 1 Presente 1 LR 1 Presente 1 VU 2 VU 2 EN 3 EN 3 CR 4 CR 4 Tab. 6 - Criteri di ponderazione delle specie animali del SIC. Gli uccelli sono stati pesati alla stessa maniera, considerando l’allegato I della Direttiva 79/409/CEE ed aggiungendo lo status europeo (Birdlife, 2007) e la categoria SPEC (Tucker & Heath 1994). In questo modo per ognuna delle emergenze faunistiche è stato ottenuto un valore intrinseco che è stato poi moltiplicato per il grado di minaccia nel SIC. Il grado di minaccia, sulla scorta di quanto riportato nelle schede descrittive per ciascuna specie di interesse comunitario, viene sinteticamente valutato con la seguente scala decrescente: - Elevato = 3; - Medio = 2; - Basso = 1; - Assente = 0. Il risultato del prodotto precedente pesa le specie, sia in termini del loro valore assoluto di conservazione (valore intrinseco) che in termini di valore relativo all’area SIC. In termini ponderali una specie con alto valore intrinseco, inserita cioè in allegati di Direttive, in pericolo, che sia pure rara e con particolari minacce nel SIC, otterrà un punteggio maggiore di una specie di minor interesse conservazionistico e con uno status di popolazione e di minacce nel 74 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II SIC basso o nullo. Questo indice così ottenuto viene tarato sulla fenologia delle specie presenti, per una più corretta valutazione del reale peso ecologico che le specie presenti hanno nell’ambito dell’area protetta. I punteggi ottenuti sono divisi per il tempo di permanenza che una specie mostra nel SIC, secondo i criteri seguenti: - 1 per le specie stanziali, con tempo di permanenza di 12 mesi l’anno; - 2 per le specie nidificanti estive, con tempo di permanenza tra 6 e 12 mesi l’anno; - 3 per le specie svernanti o migratori regolari di singolo o doppio passo che sostano per 16 mesi l’anno; - 4 per le specie migratrici occasionali o accidentali, osservabili solo raramente nel SIC e per convenzione con un tempo di permanenza < ad 1 mese. Questa standardizzazione permette di valutare correttamente la differenza tra specie ad al- ta e media priorità di conservazione ma stanziali (quindi potenzialemte soggette ad un rischio e a minacce prolungate nel SIC) rispetto ad una specie a priorità alta ma accidentale. Le specie vengono così ordinate dalla più alla meno sensibile, in base ad un punteggio numerico che tiene conto di tutte le valutazioni precedenti. Tutte quelle che hanno un punteggio superiore o uguale alla media dei punteggi risultano selezionate come specie significative del SIC. Si tratta di veri e propri indicatori faunistici degli habitat del Sic, che vanno aggiunti a quelli già individuati in Tab. 4 e che da ora in poi chiameremo descrittori, per distinguerli dagli indicatori specifici degli aspetti faunistici.Su queste specie si sono concentrate le analisi successive relative alle strategie di conservazione e alle azioni da intraprendere. Pertanto, per la selezione è stato usato un criterio quantitativo di definizione di descrittori ecologici dello status del SIC. Questi descrittori, sottoposti agli opportuni monitoraggi tramite indicatori faunistici, potranno dare indicazioni quantitative sullo stato di conservazione del SIC e sulla valenza delle azioni intraprese. Lo stato di ogni specie sensibile è stato analizzato secondo la seguente tabella in modo da evidenziare: - la tendenza nel tempo (cambiamenti di abbondanza, densità o distribuzione nell’area, in base a conoscenze e studi specifici); - la valutazione dello stato di conservazione, causato dall’aumento o diminuzione delle minacce e di altre cause di detrimento sull’abbondanza (permanenza, riproduzione, ecc. in base ad una attenta e concreta valutazione dello status di popolazione nel SIC, derivata dai dati quali-quantitativi raccolti nel SIC e dall’opinione di esperti). Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Legenda Specie sensibile Tendenza nel tempo ☺ ☺ Migliora 75 Valutazione stato conservazione Situazione positiva Tendenza non evidente (stabile, oscillante) Criticità moderata o inferiore media o situazione incerta Peggiora Criticità elevata o superiore media o situazione negativa Non valutabile per assenza serie storiche Richiede ulteriori indagini La tabella successiva indica il valore per ogni specie sensibile (VIE, valore come indicatore ecologico del sito) presente nel SIC insieme ai giudizi sulla ‘tendenza nel tempo’ e sulla ‘criticità’ finalizzati alla valutazione dello stato di conservazione di partenza. In rosso ed in ordine di rango sono indicate le 18 specie che hanno un VIE ≥ alla media dei VIE, che in questo caso è uguale a 4,8 Classe U U U U I U U U U M U U M A I I M Specie Alectoris graeca whitakeri Falco biarmicus Hieraaetus fasciatus Melanocorypha calandra Cordulegaster trinacriae Coracias garrulus Burhinus oedicnemus Falco naumanni Tyto alba Rhinolophus hipposideros Otus scops Anthus campestris Lepus corsicanus Discoglossus pictus Bolivarius bonneti Melitaea aetherie Miniopterus schreibersii VIE 36,00 36,00 32,00 27,00 21,00 21,00 16,50 16,50 12,00 12 10,00 9,00 8,00 6,00 6,00 6,00 6,00 Tendenza Stato nel tempo conservazione Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 76 U R U U I M M U U U I I I I M M M R U U U U U U U U M M M M M U U U U M R R R R U U U Falco peregrinus Zamenis lineatus Columba livia Streptopelia turtur Ochthebius gereckei Crocidura sicula Oryctolagus cuniculus Alcedo atthis Milvus migrans Ixobrychus minutus Cupido minimus trinacriae Hipparchia blachieri Meliboeus amethystinus destefanii Prosimulium (Helodon) albense Epseticus serotinus Hystrix cristata Tadarida teniotis Natrix natrix sicula Anas crecca Corvus corax Delichon urbicum Hirundo rustica Upupa epops Charadrius dubius Himantopus himantopus Coturnix coturnix Erinaceus europaeus consolei Hypsugo savii Microtus savii nebrodensis Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Circaetus gallicus Circus aeruginosus Merops apiaster Ardea cinerea Apodemus sylvaticus dichrurus Hierophis viridiflavus Lacerta bilineata Podarcis sicula Podarcis wagleriana Anthus pratensis Apus apus Cuculus canorus 6,00 4,00 4,00 4,00 3,00 3,00 3,00 3,00 2,75 2,50 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 1,50 1,33 1,25 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 0,33 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 ☺ ☺ Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II U U U U U U U U U U U U U U Erithacus rubecula Fringilla coelebs Luscinia megarhyncos Motacilla alba Motacilla cinerea Oenanthe oenanthe Pernis apivorus Phoenicurus ochrurus Prunella modularis Ptyonoprogne rupestris Sylvia cantillans Sylvia conspicillata Tringa ochropus Turdus philomelos 77 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Tab. 7 – Valore intrinseco ecologico delle specie del Sic La procedura di selezione ha permesso di escludere 56 delle 74 specie iniziali sensibili e quindi di concentrare le analisi successive su un gruppo ‘critico’ di 18 specie significatove del SIC. La valutazione evidenzia la vulnerabilità del sistema ambientale, espressa dallo stato critico delle specie significative. Dalla tabella si evince immediatamente come manchino, in alcuni casi, dati di base e serie storiche che permettano di valutare correttamente la tendenza nel tempo o la criticità delle specie significative selezionate. Parecchie specie hanno tendenza e valutazione dello stato di conservazione critiche. Una sola – il Falco pellegrino – ha uno status favorevole. I giudizi di tendenza nel tempo e di criticità riportati per ogni specie significativa rappresentano la base di partenza – l’anno zero – da cui sarà possibile: a) individuare le azioni concrete, in funzione degli obiettivi e delle strategie di tutela; b) valutare, grazie ai monitoraggi, il miglioramento o peggioramento delle condizioni che concorrono a determinare lo stato ambientale del territorio; c) valutare l’alleggerimento o appesantimento delle pressioni antropiche che “gravano” sulle specie selvatiche e sugli habitat naturali; d) valutare la corretta esecuzione ed applicazione delle azioni di tutela proposte dal piano di gestione. B.1.2.1 Gli indicatori selezionati Ogni specie significativa possiede una capacità informativa specifica relativa alle caratteristiche ambientali del sito, in quanto il benessere di una specie o il suo status positivo sono 78 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II collegati con lo stato soddisfacente di conservazione dell’habitat e viceversa; ed è noto che la perdita di habitat è una delle cause maggiori di minaccia per le specie. Pertanto, le specie selezionate secondo la procedura precedente sono state rapportate agli habitat presenti nel SIC per ottenere un ulteriore strumento informativo sullo stato complessivo di conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali nel sito della rete Natura 2000. Natura 2000 DIR HAB_CB 22.1 3290 24.16 5331 32.22 32.47 34.36 53.1 Importanza dell’habitat e specie significativa (descrittore) Presenza e riproduzione di: Cordulegaster trinacriae Discoglossus pictus Terreni di caccia di: Miniopterus schreibersii Rhinolophus hipposideros Presenza e riproduzione di: Cordulegaster trinacriae Discoglossus pictus Terreni di caccia di: Miniopterus schreibersii Rhinolophus hipposideros Burhinus oedicnemus Coracias garrulus Hieraaetus fasciatus Terreni di caccia di: Falco biarmicus Falco peregrinus Hieraaetus fasciatus Presenza e riproduzione di: Alectoris graeca whitakeri Anthus campestris Terreni di caccia di: Falco biarmicus Falco naumanni Falco peregrinus Hieraaetus fasciatus Tyto alba Presenza e riproduzione di: Alectoris graeca whitakeri Anthus campestris Burhinus oedicnemus Lepus corsicanus Terreni di caccia di: Coracias garrulus Falco biarmicus Falco naumanni Falco peregrinus Hieraaetus fasciatus Tyto alba Presenza e riproduzione di: Cordulegaster trinacriae Discoglossus pictus Terreni di caccia di: Miniopterus schreibersii Rhinolophus hipposideros Terreni di caccia di: Principali esigenze ecologiche Presenza di corpi idrici temporanei o permanenti non inquinati, provvisti di vegetazione palustre e di adeguate dimensioni Presenza di corpi idrici temporanei o permanenti non inquinati, provvisti di vegetazione palustre e di adeguate dimensioni Continuità ed estensione delle aree. Assenza di spietramenti, cave, dissodamenti agricoli per trasformazioni irrigue e vigneto Aree tranquille e poco disturbate da esercizio venatorio e bracconaggio, transito autoveicoli. Bassa frequenza incendi. Carico di pascolo presente ma compreso tra 0,2-2 UBA.. Continuità ed estensione delle aree. Assenza di spietramenti, cave, dissodamenti agricoli per trasformazioni irrigue e vigneto Aree tranquille e poco disturbate da esercizio venatorio e bracconaggio, transito autoveicoli. Bassa frequenza incendi. Carico di pascolo presente ma compreso tra 0,2-2 UBA.. Continuità ed estensione delle aree. Assenza di spietramenti, cave, dissodamenti agricoli per trasformazioni irrigue e vigneto Assenza di spietramenti, cave, dissodamenti agricoli per trasformazioni irrigue e vigneto. Bassa frequenza incendi. Carico di pascolo presente ma compreso tra 0,2-2 UBA.. Continuità ed estensione delle aree Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 8214 62.14 82.3 83.11 Hieraaetus fasciatus Presenza e riproduzione di: Alectorisgraeca whitakeri Falco biarmicus Falco naumanni Falco peregrinus Hieraaetus fasciatus Miniopterus schreibersii Tyto alba Presenza e riproduzione di: Burhinus oedicnemus Coracias garrulus Lepus corsicanus Melanocorypha calandra Terreni di caccia di: Falco biarmicus Falco naumanni Falco peregrinus Hieraaetus fasciatus Tyto alba Terreni di caccia di: Falco peregrinus Tyto alba Presenza e riproduzione di: Otus scops 83.14 Terreni di caccia di: Falco peregrinus Tyto alba Presenza e riproduzione di: Otus scops 83.15 Terreni di caccia di: Falco peregrinus Tyto alba Presenza e riproduzione di: Otus scops 83.21 Terreni di caccia di: Falco peregrinus 79 Aree tranquille e poco disturbate da esercizio venatorio e bracconaggio, transito autoveicoli, escursionismo e arrampicate. Bassa frequenza incendi. Assenza di spietramenti, cave Carico turistico controllato e calendarizzato negli ipogei Lavorazioni meccaniche non a rittochino. Presenza di maggesi e rotazione colturale, assenza o basso carico di diserbanti, ormoni e presidii fitosanitari. Aree tranquille e poco disturbate da esercizio venatorio e bracconaggio. Assenza di incendi delle stoppie. Presenza e buona estensione lineare di margini e zone tampone tra i campi: incolti, filari, macchie ecc. Lavorazioni manuali. Assenza o basso carico di diserbanti, ormoni e presidii fitosanitari. Aree tranquille e poco disturbate da esercizio venatorio e bracconaggio. Assenza di incendi delle stoppie. Presenza e buona estensione lineare di margini e zone tampone tra i campi: incolti, filari, macchie ecc. Lavorazioni manuali. Assenza o basso carico di diserbanti, ormoni e presidii fitosanitari. Aree tranquille e poco disturbate da esercizio venatorio e bracconaggio. Assenza di incendi delle stoppie. Presenza e buona estensione lineare di margini e zone tampone tra i campi: incolti, filari, macchie ecc. Lavorazioni manuali. Assenza o basso carico di diserbanti, ormoni e presidii fitosanitari. Aree tranquille e poco disturbate da esercizio venatorio e bracconaggio. Assenza di incendi delle stoppie. Presenza e buona estensione lineare di margini e zone tampone tra i campi: incolti, filari, macchie ecc. Lavorazioni manuali. Assenza o basso carico di diserbanti, ormoni e presidii fitosanitari. Aree tranquille e poco disturbate da esercizio venatorio e bracconaggio. Presenza e buona estensione lineare di margini e zone tampone tra i campi: incolti, filari, macchie ecc. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 80 6220* 92ª0 34.622 34.633 34.634 34.5136 34.5 44.614 83.322 34.81 92D0 44.81 Presenza e riproduzione di: Alectoris graeca whitakeri Anthus campestris Burhinus oedicnemus Lepus corsicanus Terreni di caccia di: Falco biarmicus Falco naumanni Falco peregrinus Hieraaetus fasciatus Coracias garrulus Tyto alba Presenza e riproduzione di: Otus scops Presenza e riproduzione di: Otus scops Presenza e riproduzione di: Alectoris graeca whitakeri Anthus campestris Lepus corsicanus Melanocorypha calandra Terreni di caccia di: Falco biarmicus Falco naumanni Falco peregrinus Hieraaetus fasciatus Tyto alba Hieraaetus fasciatus 53.61 Terreni di caccia di: Coracias garrulus Hieraaetus fasciatus 82.3A Terreni di caccia di: Coracias garrulus Falco peregrinus Tyto alba Aree tranquille e poco disturbate da esercizio venatorio e bracconaggio, transito autoveicoli. Bassa frequenza incendi. Carico di pascolo presente ma compreso tra 0,2-2 UBA. Continuità ed estensione delle aree. Assenza di spietramenti, cave, dissodamenti agricoli per trasformazioni irrigue e vigneto Assenza di spietramenti, cave, dissodamenti agricoli per trasformazioni irrigue e vigneto. Bassa frequenza incendi. Carico di pascolo presente ma compreso tra 0,2-2 UBA.. Continuità ed estensione delle aree Bassa frequenza incendi. Presenza di piante mature Aree tranquille e poco disturbate da esercizio venatorio e bracconaggio, transito autoveicoli. Bassa frequenza incendi. Carico di pascolo presente ma compreso tra 0,2-2 UBA. Continuità ed estensione delle aree. Assenza di spietramenti, cave, dissodamenti agricoli per trasformazioni irrigue e vigneto Assenza di spietramenti, cave, dissodamenti agricoli per trasformazioni irrigue e vigneto. Bassa frequenza incendi. Carico di pascolo presente ma compreso tra 0,2-2 UBA.. Continuità ed estensione delle aree Assenza di spietramenti, cave, dissodamenti agricoli per trasformazioni irrigue e vigneto. Bassa frequenza incendi. Carico di pascolo presente ma compreso tra 0,2-2 UBA.. Continuità ed estensione delle aree Lavorazioni manuali. Assenza o basso carico di diserbanti, ormoni e presidii fitosanitari. Aree tranquille e poco disturbate da esercizio venatorio e bracconaggio. Presenza e buona estensione lineare di margini e zone tampone tra i campi: incolti, filari, macchie ecc. Tab. 8 - Relazione tra indicatori faunistici e habitat codificati nel SIC. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II SPECIE DA MONITORARE Discoglossus pictus Cordulegaster trinacriae Bolivarius bonneti Melitaea aetherie INDICATORI QUALI-QUANTITATIVI Densità adulti riproduttivi; Numero di pozze utilizzate; Connettività delle pozze, Densità delle piante ospiti, Densità degli adulti per unità di saggio, Permanenza delle specie nelle aree campione Densità delle piante ospiti, Densità degli adulti per unità di saggio, Permanenza delle specie nelle aree campione Tyto alba, Otus scops Densità di popolazione; Permanenza nelle aree campione. Home range, preferenza habitat Miniopterus schreibersii Rhinolophus hipposideros Densità di popolazione; Permanenza dei roost, Consistenza numerica delle colonie e dei roost Alectoris graeca whitakeri, Anthus campestris Melanocorypha calandra Coracias garrulus Burhinus oedicnemus Indici di frequenza di campionamento, Numero di nidi/territori per area campione, Conta ed inanellamento di individui migratori Hieraaetus fasciatus Falco biarmicus Falco peregrinus Falco naumanni Numero di coppie, Consistenza delle colonie, Permanenza dei siti di riproduzione, Successo riproduttivo Tab. 9 – Indicatori quali-quantitativi per le specie faunistiche significative (descrittori) . 81 82 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 83 C) VALUTAZIONE DELL’INFLUENZA SUGLI INDICATORI Nel capitolo vengono analizzate le principali cause di minaccia individuate nel territorio, in grado di influire negativamente sulle specie vegetali ed animali, sugli habitat e sull’integrità complessiva del biotopo. C.1 - ANALISI DELLE PRESSIONI ANTROPICHE E NATURALI CHE INCIDONO 2000, SUDDIVISE PER SPECIE ED HABITAT DELLA DIR. 92/43/CEE SUL SITO NATURA Sulla base delle indagini condotte nel territorio sono state individuate diverse cause di minaccia/criticità, riepilogate nel prospetto seguente. Per ciascuna di esse sono indicate l’emergenza naturalistica interessata, le conseguenze (così come indicato dalla Task Force Rete Ecologica del Dipartimento Territorio e Ambiente della Regione Siciliana con Prot. n. 40240 del 23/5/2008) e una valutazione del grado di impatto secondo 5 valori (molto alto, alto, medio, basso, molto basso). MINACCIA, CRITICITÀ EMERGENZA NATURALISTICA Incendi Tutti i vari habitat e le specie rare e minacciate riportate nella Scheda Natura 2000 Pascolo - Habitat: 3170* (Stagni temporanei mediterranei), 5331 (Formazioni ad Euphorbia dendroides); 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus), 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue) - Specie vegetali rare e minacciate riportate nella Scheda Natura 2000 Specie faunistiche rare e minacciate riportate nella Scheda Natura 2000 Attività venatoria e bracconaggio Turismo Erosione pedologica CONSEGUENZA DELLA MINACCIA - Habitat 8310 (Grotte non ancora sfruttate a livello turistico) - Specie rare e minacciate riportate nella Scheda Natura 2000 Habitat: 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus), 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue); 8214 (Rupi VALUTAZIONE DELL’IMPATTO INTERESSATA - degrado di habitat - perdita di biodiversità florofaunistica - riduzione di risorse trofiche per animali erbivori - erosione del suolo - degrado di habitat - perdita di biodiversità - erosione pedologica Molto alto - diminuizione dei popolamenti specifici - disturbo che condiziona l’alimentazione degli animali, il riposo e anche la nidificazione - disturbo che condiziona l’alimentazione degli animali, il riposo e anche la nidificazione Medio - alterazione delle serie evolutive della vegetazione - alterazione della naturalità degli agro-ecosistemi Alto Basso Basso 84 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II calcaree dell’Italia meridionale); 92D0 (Foreste riparie a galleria termo-mediterranea) - specie vegetali riportate nella Agricoltura Scheda Natura 2000 - 3170 (pozze temporanee mediterranee) Habitat (8214; 6220) e specie veCave e scavi getali riportate nella Scheda Natura 2000 - Habitat: 5332 (Formazioni ad Interventi di Ampelodesmos mauritanicus); riforestazione 6220* (Percorsi substeppici di con specie algraminacee e piante annue); loctone 92D0 (Foreste riparie a galleria termomediterranea); - Specie vegetali riportate nella Scheda Natura 2000 - Specie animali (mammiferi terDisturbo anricoli, uccelli rupicoli, ecc.) ritropico portate nella Scheda Natura 2000 Specie vegetali e habitat rari o miStrade ed innacciati riportati nella scheda Nafrastrutture tura 2000 Inquinamento Habitat: 1310 (Vegetazione annua pioniera a Salicornia sp. pl. e altre del corso specie delle zone fangose e sabd’acqua e delbiose); 1420 (Praterie e fruticeti le acque alofili mediterranei e termomediterranei); 3290 (Fiumi mediterranei a flusso intermittente); 92A0 (Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba); 92D0 (Foreste riparie a galleria termomediterranea – Nerio-Tamaricetea). Specie animali e vegetali rare e minacciate riportate nella Scheda Natura 2000 Scarsa consape- Specie vegetali e habitat rari o mivolezza dei va- nacciati riportati nella Scheda Nalori ambientali tura 2000 dell’area da parte delle comunità locali Specie vegetali e habitat rari o miMancanza o nacciati riportati nella Scheda Nainsufficienza tura 2000 di informazioni scientifiche Specie vegetali e habitat rari o miImpatti nelle aree esterne al nacciati riportati nella Scheda Natura 2000 SIC - degrado di habitat - perdita di biodiversità - degrado e perdita di habitat - perdita di biodiversità Basso Molto basso - alterazione delle serie evolutive della vegetazione - alterazione della naturalità degli agro-ecosistemi - degrado e perdita di habitat - perdita di biodiversità Alto - disturbo che condiziona l’alimentazione degli animali, il riposo e anche la nidificazione Basso - alterazione della naturalità degli agro-ecosistemi - degrado e perdita di habitat - degrado e perdita di habitat - perdita di biodiversità - riduzione di risorse trofiche per la fauna Medio - comportamenti ed interventi non compatibili con gli obiettivi di conservazione del sito - degrado e perdita di habitat - perdita di biodiversità Alto - comportamenti ed interventi non compatibili con gli obiettivi di conservazione del sito - degrado e perdita di habitat - perdita di biodiversità - comportamenti ed interventi non compatibili con gli obiettivi di conservazione del sito - degrado e perdita di habitat - perdita di biodiversità Medio Medio Molto alto Tab. 10 – Analisi delle minacce, delle rispettive emergenze naturalistiche interessate, delle conseguenze della criticità, nonché di una valutazione dell’impatto all’interno del SIC. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 85 Nei sottoparagrafi che seguono, per ognuna delle suddette cause di minaccia, vengono indicati i rapporti diretti ed i livelli di incidenza con le specie e gli habitat rappresentati nel sito. C.1.1 Incendi Il fenomeno degli incendi costituisce una questione ambientale fra le più serie e preoccupanti in tutta la Regione mediterranea. La loro frequenza ha subito un notevole incremento soprattutto negli ultimi decenni, con roghi talora incontrollati in aree con regimi climatici anche assai differenti, che causano la devastazione del patrimonio vegetale ed animale, oltre a notevoli danni alle stesse popolazioni locali. In Italia negli ultimi trent’anni si sono verificati quasi 300 mila incendi che hanno percorso oltre tre milioni di ettari di superficie, il 35% della quale boschiva. Il fenomeno presenta un andamento sempre crescente anche in Sicilia, dove la situazione è particolarmente grave con un’influenza determinante legata alle condizioni climatiche. Secchezza, ventosità e scarse precipitazioni costituiscono una miscela esplosiva che rende la vegetazione facile preda del fuoco. Il fenomeno è legato anche all’impatto umano ed ai pesanti interventi sul territorio; infatti, oltre il 90 % dei roghi non è casuale e di essi almeno l’80% è di natura dolosa. Le motivazioni addotte risultano alquanto varie: talora si ricollegano ad una tendenza verso un maggiore controllo del territorio, in altri casi sono causati anche dagli stessi proprietari per ricavarne pascoli o terreni edificabili, altri ancora sono appiccati contro l’imposizione di vincoli urbanistici e naturalistici, per vendetta, protesta o quant’altro. Nella Regione mediterranea gli incendi non possono essere considerati un fenomeno naturale ma un fattore di modificazione ambientale causato dall’uomo. Gli incendi determinano una serie di effetti devastanti sulle varie componenti biotiche ed abiotiche dell’ecosistema, con gravi conseguenze che possono essere temporanee o protrarsi per lungo tempo. Essi possono essere di tipo diretto (modificazioni determinate dall’aumento della temperatura) o indiretto (legati alle funzioni che l’area percorsa dal fuoco non è più in grado di compiere per un periodo più o meno prolungato). La vegetazione, costituita da materiale infiammabile (legnoso o erbaceo), è soggetta al rischio d’incendio. Il fuoco determina una combustione che si propaga senza controllo nello spazio e nel tempo, consumando alberi, arbusti, erbe, lettiera e humus. Si tratta di un fenomeno fisico-chimico che separa rapidamente le componenti delle sostanze vegetali, liberando energia sottoforma di calore. 86 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Dopo il verificarsi di un incendio ogni comunità vegetale presenta una certa capacità di ripristinarsi, tendendo così a ristabilire le condizioni ambientali precedenti l’azione ignica. Questa capacità, detta resilienza, dipende dalle stesse capacità delle singole specie che compongono la vegetazione; infatti, essa è legata alla diversa forma di crescita delle piante e alle rispettive strategie di riproduzione adottate in seguito all’incendio. Alcune specie vengono addirittura stimolate nei loro processi di riproduzione o di moltiplicazione vegetativa dal passaggio del fuoco; si tratta di entità in qualche modo adattate a subire lo stress da incendio, e pertanto definite con il termine di pirofite. Un altro gruppo – dette invece antrofite – beneficia degli incendi per gli effetti esercitati sul suolo (aumento di nutrienti, eliminazione di sostanze allelopatiche, ecc.). Molte specie annuali, ad esempio, hanno semi che germinano velocemente dopo il passaggio del fuoco, favorendole nella ricolonizzazione successiva delle superfici incendiate. Esse presentano una notevole diffusione nel primo anno post-incendio, svolgendo un ruolo pioniere; tuttavia, già dal secondo anno subiscono un brusco declino, in relazione all’aumento della copertura delle specie erbacee perennanti che successivamente le soffocano, sottraendo loro spazio. Sulla base delle strategie riproduttive legate al passaggio del fuoco, possiamo distinguere le pirofite in passive ed attive. Le pirofite passive sono dotate di particolari meccanismi di resistenza al fuoco, come una minore suscettibilità all’incendio per la presenza di elevate quantità di minerali nel legno (es. le Tamerici) o per il fatto di essere dotate di organi ipogei come bulbi e rizomi (es. Asphodelus microcarpus, Urginea maritima, diverse orchidee o alcune graminacee perennanti tipiche delle praterie). Le pirofite attive, invece, rispondono al fuoco attraverso una ripresa vegetativa, come nel caso di molte specie legnose mediterranee, quali ad es. l’Olivastro, il Fico, ecc.. In genere, infatti, dopo il passaggio del fuoco esse affidano la loro propagazione all’attività di gemme radicali ed epicormiche che producono vigorosi polloni radicali. Anche altre specie legnose reagiscono invece attraverso un’attiva germinazione stimolata dall’incendio, come nel caso dei cisti; al passaggio del fuoco, i semi di queste piante sopravvivono nel terreno allo stato quiescente e determinano delle attive variazioni demografiche nelle popolazioni vegetali che si insediano successivamente. Nell’ambito del dinamismo della vegetazione post-incendio, gli arbusteti svolgono un ruolo ecotonale di rilievo tendente, dal punto di vista evolutivo, verso il bosco. Agli arbusteti andrebbe pertanto riservata una più attenta azione di tutela, oltre ad una più adeguata utilizzazione selvicolturale. Un ruolo altresì importante è quello della macchia-gariga a dominanza di Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 87 bassi arbusti e camefite diffusa in aree impervie, frequentemente percorse dal fuoco, laddove la notevole erosione pedologica ha spesso portato alla stessa denudazione del substrato roccioso. E’ il caso della vegetazione ad Euphorbia dendroides, cui si alternano in ampi tratti di territorio aspetti a Thymus capitatus, ecc. L’Ampelodesma (localmente nota con il termine di “ddisa”), rappresenta una tipica “pirofita vegetativa” fra le meglio adattate agli incendi che, a cadenza quasi annuale, attraversano le pendici dei rilievi. Questa graminacea reagisce prontamente dopo le prime piogge attraverso l'emissione di numerosi ricacci, i quali consentono lo sfruttamento di queste praterie attraverso l’allevamento brado, soprattutto dal periodo autunnale ai primi mesi primaverili. Su questa specie faceva notevole affidamento la civiltà contadina del passato, con notevoli implicazioni culturali; basti ricordare come le stesse foglie della pianta erano utilizzate per attività artigianali (lavori di intreccio per la preparazione di cesti, cordami, stuoie, sacchi, legami nei campi, scope, ecc.) o per ottenerne il crine vegetale. Fra gli altri aspetti di prateria rappresentati nel territorio – ed anch’essi frequentemente sottoposti al passaggio del fuoco – ricordiamo l’iparrenieto, legato alle zone più aride, ed il ligeto, quest’ultimo legato alle superfici calanchive dell’interno siciliano, nel territorio presenti ai margini del SIC. Gli effetti degli incendi sono deleteri anche per il suolo (che resta nudo e maggiormente erodibile) e per la fauna selvatica. In genere gli organismi che vivono nel sottosuolo si salvano più facilmente, favoriti dall’effetto isolante del terreno, anche se tuttavia possono in parte soccombere a causa del fumo che si propaga attraverso le gallerie. I parassiti vegetali, che si propagano successivamente al passaggio del fuoco, vengono favoriti e danneggiano ulteriormente le piante già debilitate. Gli incendi limitano notevolmente la disponibilità di risorse trofiche per gli animali che si alimentano di specie erbacee ed arbustive ed inoltre modificano la struttura della vegetazione arbustiva o boschiva, privando gli animali anche delle stesse loro zone di rifugio. Il numero di animali che soccombe al passaggio del fuoco è in genere elevato, tranne che per i vertebrati omeotermi, in particolare uccelli e mammiferi. Gli adulti tendono ad allontanarsi dall’area sottoposta ad incendio e diverse ricerche dimostrano che la mortalità è in genere ridotta. Tuttavia, il fuoco può costituire un rilevante fattore limitante per le successive fasi riproduttive, almeno nella stagione successiva all’incendio. Considerato che la maggior parte degli incendi si verifica nella stagione estiva, essi coincidono con il periodo post-riproduttivo della maggior parte delle specie selvatiche, quando sono cioè presenti individui giovani. Essi sono particolarmente vulnerabili, per cui gli incendi 88 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II impattano potenzialmente in maniera rilevante sulla fauna che, oltre ad una minore disponibilità di risorse trofiche ed una minore efficienza riproduttiva, è sottoposta ad una maggiore predazione. I danni economici, ecologici e biologici sono pertanto assai gravi, per cui le azioni di prevenzione e spegnimento risultano gli unici strumenti in grado di limitarli. Nel territorio circostante la riserva gli incendi si verificano quasi annualmente. Nell’area di riserva tuttavia la sorveglianza è molto alta e ben organizata ed il danno è normalmente limitato e circoscritto. Le cause al 99% sono sempre di origine antropica e non sono facilmente eliminabili anche per ragioni ataviche e culturali. Certamente va fatta un’opera di sensibilizzazione sulla popolazione e gli enti locali in merito agli effetti devastanti del fuoco, ma il fattore fondamentale di controllo resta sempre una maggiore presenza sul territorio dello Stato, in atto assolutamente assente. Altro elemento negativo è l’incendio delle stoppie, in Sicilia prima tollerato e gestito tramite i regolamenti dei fuochi controllati in agricoltura, oggi vietato per gli effetti del D.M. 17/10/07 sui “Criteri minimi uniformi per le ZSC e le ZPS” e del D.D.G. 3220 del 28/12/07. E’ purtroppo molto frequente e presenta un impatto notevole sugli habitat incidendo anche negativamente sul suolo per gli effetti sul carico organico. Molto spesso poi, a causa delle temperature estive particolarmente elevate, sfugge al controllo dando origine a dei veri e propri disastri ambientali Fra gli habitat in ogni caso interessati da questo tipo di disturbo vanno citati i seguenti: 1420 (Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-mediterranei – Sarcocornietea fruticosi), 5331 (Formazioni ad Euphorbia dendroides), 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus), 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue – Thero-Brachypodietea), 8214 (Rupi calcaree dell’Italia meridionale – Dianthion rupicolae), 92A0 (Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba), 92D0 (Foreste riparie a galleria termomediterranea – NerioTamaricetea), 9320 (Foreste di Olea e Ceratonia). Per quanto riguarda le specie vegetali dell’allegato II, entrambe le entità rappresentate nel sito (Dianthus rupicola e Aster sorrentinii) sono direttamente soggette a questa minaccia. Una nota a parte va presentata per l’incendio controllato, una pratica oggi attuata normalmente in alcuni paesi anglosassoni. Nel nostro territorio una pratica assai consolidata, benché “di rapina” ed “abusiva”, è l’incendio delle praterie xerofile secondarie (6220* e 5332), attuata per favorire l’insediamento di queste formazioni – utilizzate attraverso il pascolo – a scapito delle comunità forestali primarie. Per il mantenimento infatti delle praterie xerofile - essen- Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 89 do formazioni secondarie a dominanza di specie erbacee - è necessario bloccare il dinamismo evolutivo che porta verso l’insediamento di aspetti di arbusteto-cespuglieto e di boscaglia. Si tratta di un equilibrio instabile, finora garantito anche dal periodico propagarsi del fuoco. Per favorire la conservazione delle praterie xerofile è perciò necessario limitare l’insediamento delle specie legnose. Nell’ottica di una “conservazione delle praterie steppiche”, potrebbe prevedersi il “mantenimento ecologico” delle condizioni che le hanno favorite, ossia il protrarsi della periodica azione del fuoco, evitando (?) nel contempo i danni sulla biodiversità floro-faunistica. Questo dovrebbe farsi attraverso: - la scelta dei periodi meno pericolosi per l’ambiente e meno dannosi per le specie della flora e della fauna (es. dopo le prime piogge autunnali e comunque dopo il 15 ottobre); - la suddivisione delle aree sperimentali di praterie, in sub-aree o parcelle in cui saltuariamente attuare l’“incendio controllato” (es. a rotazione quadriennale o quinquennale); - la creazione di fasce tagliafuoco a margine, mirate all’allontanamento della fauna ed alla riduzione del rischio; - la organizzazione della presenza di mezzi antincendio, ecc. ; - la preparazione preliminare nelle sub-aree o parcelle anche per ridurre la temperatura media e l’inevitabile danno al suolo ed alle forme di vita terricole; - l’attuazione dell’intervento a carico di un ente specializzato (es. Corpo Forestale della Regione insieme all’Azienda Foreste Demaniali, sulla base di protocolli d’intesa con il soggetto gestore del SIC. Restano però irrisolti ancora molti problemi come il danno alla fauna e all’entomofauna, ma il più grave è certamente la situazione sociale che, abbinata all’ignoranza, ha portato e porta ancora all’utilizzo del fuoco in maniera e in misura abnorme, tanto che in Sicilia è da tempo in atto una vera e propria campagna per affrontare questo aspetto, con pochi risultati, a dire il vero. Anche da un punto di vista normativo sono notevoli le difficoltà, vista la posizione in materia della Regione Siciliana ed il Piano Regionale per la difesa della vegetazione dagli incendi, elaborato ai sensi della l.r. 16/96 e della L. 353/2000. Non sussistono pertanto allo stato attuale gli elementi minimi per poter ipotizzare un intervento, anche in via esclusivamente sperimentale, che può essere sostituito da altre azioni, come lo sfalcio e il decespugliamento, anche se meno efficaci. 90 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II L’unica ipotesi di incendio controllato in Italia di cui si ha notizia è inserita in un progetto LIFE Natura riguardante due SIC in provincia di Prato per un sostegno agli arbusteti a minestrone. Si ignora comunque se l’intervento è stato effettivamente realizzato. C.1.2 Pascolo Il territorio del Sic non è attualmente interessato da attività di pascolo, per i controlli effettuati dall’Ente Gestore della Riserva su attività estranee a quelle pascolive. Pur tuttavia è presente nel territorio circostante e non può escludersi che, almeno in quella parte SIC esterna all’area protetta, possa nuovamente attivarsi. Se ne danno pertanto i principali elementi. Si tratta di un pascolo brado o semibrado che vi gravita generalmente tutto l’anno, anche se maggiormente nel periodo tardo-estivo ed autunnale/primaverile. Nel periodo primaverile gli animali preferiscono soprattutto le specie più pregiate di leguminose e graminacee, mentre con il protrarsi della stagione più calda rivolgono la loro attenzione anche alle specie meno appetibili. La macchia-gariga ad Euphorbia dendroides e l’ampelodesmeto vengono talora sfruttati meglio attraverso la pratica – spesso consolidata – dell’incendio, soprattutto in estate. L’ottica è quella di favorire ricacci autunnali per sfruttare questi magri pascoli, rendendoli anche più accessibili, liberandoli dagli stessi elementi legnosi. La pecora – anche se meno della capra – si adatta meglio al pascolamento delle specie erbacee rappresentate nel territorio. L’influenza sulla degradazione dei suoli è da ritenere sostanzialmente marginale, data anche il numero e la prevalenza degli ovini. Tuttavia, è da considerare invece l’effetto indotto, dovuto alla pratica degli incendi che determina il blocco, se non la regressione delle serie di vegetazione. Tra le probabili azioni di tutela del sistema suolo, nell’area in oggetto potrebbero assumere particolare interesse ed importanza quelle azioni tendenti al ripristino della vegetazione forestale originaria. La ricerca di nuove forme di gestione del territorio, basate sulle reali potenzialità delle risorse ambientali, potrebbe rivelarsi indispensabile per rivitalizzare alcune aree dell’interno siciliano alquanto denudato e depauperato del paesaggio forestale nativo. Fra gli habitat particolarmente interessati da questo tipo di disturbo vanno citati i seguenti: 1420 (Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-mediterranei – Sarcocornietea fruticosi), 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus), 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue – Thero-Brachypodietea), 8214 (Rupi calcaree dell’Italia meridionale – Dianthion rupicolae), 92A0 (Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba), 92D0 (Foreste Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 91 riparie a galleria termo-mediterranea – Nerio-Tamaricetea), 9320 (Foreste di Olea e Ceratonia). Per quanto riguarda le specie vegetali dell’allegato II (Dianthus rupicola e Aster sorrentinii), soltanto la seconda è sottoposta a questa minaccia. Per quanto concerne le specie animali dell’allegato II, risultano coinvolte diverse specie di rapaci (Falco naumanni, Falco biarnicus), l’Aquila del Bonelli ecc., che cacciano in questi habitat. C.1.3 Attività venatoria e bracconaggio L’attività venatoria è vietata dalla data di istituzione della Riserva e il severo controllo organizzato dall’Ente Gestore ha ridotto il bracconaggio a valori episodici. Cosa ben diversa è per la parte di SIC esterna all’area protetta, ove queste attività costituiscono una minaccia di notevole entità e uno dei fattori maggiormente limitanti per le comunità faunistiche, tra le quali vanno citate particolarmente: la Coturnice di Sicilia, ormai ridotta ad una popolazione minima, e l’Istrice. Le stesse attività possono indurre influenze negative significative, di tipo diretto ed indiretto, sia nei confronti degli uccelli appartenenti o meno alle specie cacciabili, sia nei confronti degli habitat naturali da cui dipende la loro sopravvivenza. All’impatto dovuto all’abbattimento degli individui, infatti, si aggiunge quello indiretto dovuto al disturbo, che condiziona le attività di alimentazione, riposo e (indirettamente), di nidificazione, con effetti negativi sulle possibilità di sopravvivenza individuale. Per la loro peculiarità vanno citati anche gli incendi finalizzati a rendere possibile il bracconaggio con i fari o a fare allontanare i conigli da un’area tutelata verso altra senza vincoli o senza sorveglianza. Fra gli habitat particolarmente interessati da questo tipo di disturbo vanno citati: 1420 (Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-mediterranei – Sarcocornietea fruticosi), 3290 (Fiumi mediterranei a flusso intermittente), 5331 (Formazioni ad Euphorbia dendroides), 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus), 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue – Thero-Brachypodietea), 8214 (Rupi calcaree dell’Italia meridionale – Dianthion rupicolae), 8310 (Grotte non ancora sfruttate a livello turistico), 92A0 (Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba), 92D0 (Foreste riparie a galleria termomediterranea – Nerio-Tamaricetea), 9320 (Foreste di Olea e Ceratonia). Per quanto riguarda le specie vegetali dell’allegato II (Dianthus rupicola e Aster sorrentinii), le entità rappresentate nel sito non sono soggette a questa minaccia. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 92 Per quanto concerne le specie animali dell’allegato II, risultano coinvolte l’istrice e diverse specie di anatidi migratori. Sensibile il rischio di abbattimento di rapaci protetti. C.1.4 Turismo Tra le potenziali cause di disturbo antropico va certamente citato il turismo che nel Sic è relativo alla fruizione dell’ambiente naturale, ma anche delle evidenze archeologiche e speleologiche presenti nell’area. I possibili impatti sono perciò da riferire alle attività di trekking, speleologia e archeologia. Trekking su sentieri. Nell’area sono presenti diversi sentieri naturalistici, alcuni dei quali bisognosi di manutenzione, oltre a mulattiere utilizzate dai pastori, piste e stradelle di servizio tra i fondi e le parcelle agricole del SIC. Il flusso turistico è stimato in 5-6.000 visitatori annui costituiti principalmente da scolaresche e famiglie guidate per lo più dal personale dell’area protetta Riserva. Il Regolamento della Riserva, che tra l’altro vieta la raccolta di vegetali, è abitualmente rispettato e ben accettato, per cui si può sostenere che allo stato attuale la pressione escursionistica sul Sic presenta un impatto assai ridotto, anche perché organizzato con cura dall’Ente Gestore dell’area protetta. Speleologia. La pratica speleologica è molto limitata, in quanto legata a visite più o meno sporadiche guidate dall’Ente Gestore. Tuttavia può comportare un potenziale impatto, im quanto è noto dalla letteratura e da esperienze in ipogei e strutture carsiche simili che il semplice afflusso di visitatori altera il microclima delle grotte (vapore acqueo, temperatura del corpo dei visitatori) con produzione di anidride carbonica. Inoltre l’ipogeo è sede di una colonia di Chirotteri che potrebbe essere indotta ad abbandonare il sito a causa del disturbo provocato dalla semplice presenza dei visitatori. L’unica misura da adottare, in accordo con l’Ente gestore, è la “sospensione totale” delle visite guidate e didattiche in alcuni periodi dell’anno, come meglio specificato nelle schede delle azioni. Nella grotta non sono presenti rifiuti né altre tracce dell’uomo, a parte i chiodi collocati per rendere possibile al personale dell’Ente Gestore l’ispezione delle zone profonde della cavità. Da sottolineare che la natura gessosa e verticale della grotta rende particolarmente specialistico l’accesso su corda, che viene pertanto riservato a pochissimi speleologi in possesso di un buon bagaglio tecnico. Nel complesso la presenza speleologica specialistica è non superiore a 50-60 speleo/anno, mentre quella turistica riguarda solo i 130 metri iniziali della grotta che si sviluppano esclusivamente in senso orizzontale. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 93 Archeologia. Nel sito ci sono tre aree di interesse archeologico, due delle quali sono state oggetto di pubblicazioni scientifiche ed una di esse è situata sulla cima del Monte Conca. Si tratta di una estensione molto ridotta e contenuta rispetto alla superficie del SIC. Il turismo culturale relativo è allo stato attuale molto esiguo e normalmente praticato da escursionisti attenti alle esigenze della natura. Anche le campagne di scavo effettuate dalle equipe di archeologi sono state molto rare e si può sostenere che nel complesso le attività di prospezione archeologica, per quanto conosciuto, non sono impattanti per la fauna e gli habitat del SIC in termini di: - estensioni delle aree prospettate e potenzialmente da saggiare; - afflusso e transito di mezzi e personale; - apparecchiature e strumentazioni coinvolte. Tuttavia, i periodi e la cronologia di eventuali scavi sulla cima del Monte Conca, per evitare che possano diventare causa di abbandono per i rapaci che nidificano nella parete sottostante al sito, andranno attentamente concordati e programmati nella stagione estiva-autunnale (giugno-ottobre). Per la vegetazione naturale, un effetto negativo può essere rappresentato dagli scavi, comunque circoscritti all’area area archeologica da studiare. Quanto agli aspetti biologici, nel complesso l’area del SIC non soffre di danneggiamenti legati al turismo. Per evitare comunque un eventuale impatto sulle specie e gli habitat, sarebbe in ogni caso sufficiente individuare e segnalare i sentieri obbligati, preservando le aree sensibili nei periodi critici. Fra gli habitat particolarmente interessati da questo tipo di disturbo vanno citati: 1310 (Vegetazione annua pioniera a Salicornia sp. pl. e altre specie delle zone fangose e sabbiose), 1420 (Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-mediterranei – Sarcocornietea fruticosi), 3290 (Fiumi mediterranei a flusso intermittente), 5331 (Formazioni ad Euphorbia dendroides), 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus), 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue – Thero-Brachypodietea), 8214 (Rupi calcaree dell’Italia meridionale – Dianthion rupicolae), 8310 (Grotte non ancora sfruttate a livello turistico), 92A0 (Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba), 92D0 (Foreste riparie a galleria termomediterranea – Nerio-Tamaricetea), 9320 (Foreste di Olea e Ceratonia). Per quanto riguarda le specie vegetali dell’allegato II (Dianthus rupicola e Aster sorrentinii), le entità rappresentate nel sito non sono soggette a questa minaccia. C.1.5 Erosione Localizzati fenomeni di degradazione del suolo per erosione (idrica incanalata) sono presenti soprattutto lungo i versanti più scoscesi e denudati, nonché lungo i tratti fluviali o di torrenti, in conseguenza delle piene e del ruscellamento. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 94 Fra gli habitat interessati da questo tipo di disturbo figurano i seguenti: 1310 (Vegetazione annua pioniera a Salicornia sp. pl. e altre specie delle zone fangose e sabbiose), 1420 (Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-mediterranei – Sarcocornietea fruticosi), 3290 (Fiumi mediterranei a flusso intermittente), 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue – Thero-Brachypodietea), 8214 (Rupi calcaree dell’Italia meridionale – Dianthion rupicolae), ecc. Per quanto riguarda le specie vegetali dell’allegato II (Dianthus rupicola e Aster sorrentinii), le entità rappresentate nel sito non sembrano soggette a questa minaccia. C.1.6 Agricoltura In alcune superfici localizzate nelle contrade S. Paolino, Zubbio e lungo il versante sudorientale di Cozzo Don Michele si sviluppa un’agricoltura a carattere estensivo, con l’impiego anche di macchine. Si tratta essenzialmente di orti familiari e piccoli vigneti, frutteti ed altri impianti arborei (ulivo, mandorlo). Le fattorie di media dimensione sono solo un paio e coltivano a seminativo. Le forme di agricoltura praticate non sono particolarmente impattanti anche se la pratica dell’incendio delle stoppie, le lavorazioni meccaniche e il passaggio dei mezzi meccanici non rispettano la vegetazione circostante e soprattutto le zone di margine (canneti, filari, roveti). Nell’ambito del disturbo dovuto alle attività agricole vanno menzionati i gravi effetti dovuti all’impiego di diserbanti, anticrittogamici e concimi chimici, attualmente forte ed esteso. Questi prodotti, infatti, sono utilizzati in agricoltura sempre più intensivamente e incidono negativamente anche a distanza, interferendo sulle stesse falde idriche e, conseguentemente, sui vari altri habitat presenti nel territorio. Nel complesso all’interno del Sic gli impatti di tipo agricolo devono considerarsi elevati. Le misure da adottare con il coinvolgimento dei proprietari sono il rispetto delle zone ecotonali e marginali, ovvero il loro ripristino, l’abbandono della pratica della bruciatura delle stopie e la riduzione dell’uso dei presidi chimici, che può essere ottenuta mediante pagamenti agro-ambientali previsti dal PSR-Sicilia 2007-2013. Altro potenziale fattore d’impatto è un eventuale cambiamento della destinazione colturale (vigneto, orticole irrigue, serre) che interessi gli habitat 6220* ricadenti nelle proprietà e nei fondi agricoli. Per quanto riguarda le specie vegetali dell’allegato II (Dianthus rupicola e Aster sorrentinii), le entità rappresentate nel sito non sono direttamente soggette a questa minaccia, anche se lo potrebbero essere di riflesso nel caso di inquinamento da diserbanti, ecc.. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 95 C.1.7 Cave Nel territorio non esistono attualmente vere e proprie cave ma il prelievo di materiali litici e sabbiosi, con particolare riferimento all’alveo del Gallo d’Oro, altera l’habitat di riproduzione di specie di anfibi (Discoglosso, Rospo verde) e Uccelli (Cavaliere d’Italia e altri limicoli). Per gli aspetti vegetazionali i disturbi potrebbero potenzialmente riguardare le seguenti categorie: 1310 (Vegetazione annua pioniera a Salicornia sp. pl. e altre specie delle zone fangose e sabbiose), 1420 (Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-mediterranei – Sarcocornietea fruticosi), 3290 (Fiumi mediterranei a flusso intermittente), 92D0 (Foreste riparie a galleria termomediterranea - Nerio-Tamaricetea). Per quanto riguarda le specie vegetali dell’allegato II (Dianthus rupicola e Aster sorrentinii), soltanto la prima delle due potrebbe essere soggetta a questa minaccia, in quanto tipica di habitat rupicolo. Nell’area di Riserva il prelievo di materiale litico, anche dal greto del Fiume Gallo d’Oro, è stato bloccato dall’Ente Gestore già dai primi anni di gestione e non si è più verificato, almeno all’interno dell’area protetta. C.1.8 Interventi di riforestazione con specie alloctone Nel territorio di Monte Conca sono presenti alcuni impianti di rimboschimento ad Eucalyptus ed a conifere (Pinus halepensis e Cupressus sp. pl.), realizzati su superfici precedentemente occupate da praterie e/o ex coltivi. Vari studi ecologici hanno dimostrato come gli impianti forestali con specie esotiche – e comunque non autoctone – rappresentino spesso un serio ostacolo al ripristino delle formazioni più tipiche delle serie di vegetazione di un dato territorio. Basti rilevare come nel sottobosco di questi rimboschimenti sia spesso possibile censire solo pochi elementi riconducibili alle associazioni autoctone, con coperture spesso irrilevanti. Infatti, l’ombreggiamento, l’acidificazione del suolo e la stessa produzione di essudati radicali da parte delle esotiche – contenenti sostanze allelopatiche nocive per gran parte della flora indigena – determinano un notevole disturbo ed un complessivo rallentamento nello sviluppo delle comunità native. Alla fine del loro ciclo vitale le piante esotiche – non essendo integrate negli equilibri ambientali dell’ecosistema – sono comunque destinate ad una graduale scomparsa, riportando alla luce un sottobosco nel cui ambito il processo dinamico risulta spesso essere bloccato. Sulla base delle più moderne vedute della Sinfitosociologia, sarebbe invece auspicabile promuovere un netto cambiamento di tendenza nella gestione selvicolturale, soprattutto per Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 96 gli interventi all'interno di aree protette, dove sarebbe quanto mai opportuno mirare all’integrità paesaggistica del territorio, al recupero della flora, delle fitocenosi e, di riflesso, della fauna autoctona. A tal proposito, infatti, andrebbe incentivata la propagazione di piante, di semi e di propaguli relativi a quelle essenze arbustive o arboree più pertinenti al recupero seriale (GIANGUZZI & LA MANTIA, 2004), anche attraverso nuove politiche gestionali tendenti a promuovere il potenziamento del settore vivaistico da finalizzare alla propagazione di germoplasma autoctono. In altre parole, andrebbero privilegiate le specie più tipiche e fisionomicamente dominanti delle tipologie fitocenotiche più congeniali alle dinamiche evolutive di ogni sito di intervento, anche in funzione delle varie serie di vegetazione. Fra gli habitat particolarmente interessati da questo tipo di disturbo – poiché potenziali aree di impianto – vanno citati soprattutto i seguenti: 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus), 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue – Thero-Brachypodietea). Per quanto riguarda le specie vegetali dell’allegato II, Aster sorrentinii è una specie soggetta a tale minaccia, poiché rara e tipica di aree calanchive, potenzialmente sottoposte ad interventi di “recupero” o “riqualificazione ambientale”. Non risultano coinvolte specie animali dell’allegato II. C.1.9 Disturbo antropico Con la definizione di “disturbo antropico” si indica un complesso di attività che possono avere effetti negativi sul paesaggio naturale, anche senza essere direttamente rivolti verso una specie o un habitat in particolare. Fra queste attività figurano, ad esempio, la ripulitura del terreno (sfalciatura), l’accesso di mezzi a motore in periodi di riproduzione di mammiferi terricoli e di uccelli rupicoli e quant’altro impatti con l’equilibrio ambientale di questi luoghi. Si tratta di un elemento determinante nella tutela di zone importanti sotto l’aspetto della conservazione, soprattutto per la fauna. Altri disturbi sono causati da attività agricole o forestali (tagliafuoco, diradamenti, apertura e ripultitura di strade e sentieri, ecc) e dal transito di mezzi e di persone sotto o in vicinanza delle pareti rocciose. Gli uccelli sono particolarmente sensibili, poiché anche minime presenze umane e i disturbi acustici causati dai mezzi meccanici o da attrezzi determinano l’abbandono dei nidi ed hanno una conseguenza negativa sul successo riproduttivo. Fra gli habitat particolarmente interessati da questo tipo di disturbo vanno citati i seguenti: 1310 (Vegetazione annua pioniera a Salicornia sp. pl. e altre specie delle zone fangose e sabbiose), 1420 (Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-mediterranei – Sarcocornietea fruticosi), 3290 (Fiumi mediterranei a flusso intermittente), 5331 (Formazioni ad Euphor- Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 97 bia dendroides), 5332 (Formazioni ad Ampelodesmos mauritanicus), 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue – Thero-Brachypodietea), 8214 (Rupi calcaree dell’Italia meridionale – Dianthion rupicolae), 8310 (Grotte non ancora sfruttate a livello turistico), 92A0 (Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba), 92D0 (Foreste riparie a galleria termomediterranea – Nerio-Tamaricetea), 9320 (Foreste di Olea e Ceratonia). Per quanto riguarda le specie vegetali dell’allegato II (Dianthus rupicola e Aster sorrentinii), le entità rappresentate nel sito non sembrano soggette a questa minaccia. C.1.10 Strade e infrastrutture Le infrastrutture presenti sono legate all’agricoltura ed attualmente il livello di urbanizzazione è molto basso e pertanto non si riscontrano impatti significativi. All’interno del SIC infatti sono presenti solo alcune case rurali abbandonate o abitate solo in alcuni periodi dell’anno. Limitate sono pure le strade, costituite in gran parte da tracciati di accesso ai fondi agricoli ed alla Riserva naturale. Dal punto di vista delle previsioni urbanistiche l’area è inserita all’interno della zona destinata a verde agricolo. Non sono previste dagli strumenti vigenti aree di nuova espansione edilizia o nuove infrastrutture viarie, le quali potrebbero evidentemente costituire, in futuro, un potenziale impatto sugli habitat e le specie. C.1.11 Inquinamento del corso d’acqua e delle acque Il Fiume Gallo d’Oro è affetto da un pesante inquinamento con riflessi sulle cenosi igroidrofitiche ivi insediate, nonchè la flora e la fauna. Si rilevano infatti nelle acque, più o meno periodicamente torbidità, schiume ed elevata coltre perifitica nelle stagioni di magra. Le cause sembrano doversi attribuire a immissioni nel corpo idrico, a monte del Sic, di reflui non trattati provenienti da centri abitati e singole fattorie, in particolare da depuratori non attivi (Racalmuto) o funzionanti in maniera episodica. Esiste anche una problematica legata addirittura a sversamento di acque di vegetazione da parte di frantoi oleari. A parte le anguille, l’ittiofauna del fiume è pressoché scomparsa ed anche la sparizione della popolazione di testuggine palustre va messa in relazione alla scarsa qualità ecologica delle acque. Il fiume è un centro nevralgico per la migrazione, lo svernamento e la nidificazione di parecchie specie di uccelli (anatidi, limicoli, passeriformi di palude ecc.). Fra gli habitat maggiormente interessati da questo tipo di disturbo vanno citati: 1310 (Vegetazione annua pioniera a Salicornia sp. pl. e altre specie delle zone fangose e sabbiose), Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 98 1420 (Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-mediterranei – Sarcocornietea fruticosi), 3290 (Fiumi mediterranei a flusso intermittente), 92A0 (Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba), 92D0 (Foreste riparie a galleria termomediterranea – Nerio-Tamaricetea). Per quanto riguarda le specie vegetali dell’allegato II (Dianthus rupicola e Aster sorrentinii), le entità rappresentate nel sito non sono soggette a questa minaccia, poiché tipiche di habitat non igrofili. Per gli interventi di ripristino va sottolineata la priorità relativa all’habitat 3290 (Fiumi mediterranei a flusso intermittente) con interventi su tutta l’area dell’alveo e pertanto da estendere ben al di fuori del breve tratto percorso dentro il Sic. Per una più efficace azione sarà importante coinvolgere, oltre gli enti sovraordinati come Provincia e Regione, le amministrazioni comunali di Milena, Racalmuto, Bompensiere e tutti gli altri comuni che insistono sul bacino imbrifero del Gallo d’Oro. L’intervento di ripristino dovrà essere poi seguito da un periodico e rigoroso monitoraggio. Altra possibile minaccia viene dall’inquinamento delle acque cavernicole legato all’uso incontrollato di fitofarmaci nel bacino che alimenta l’inghiottitoio di Monte Conca. Anche qui dovrà prevedersi il monitoraggio della qualità delle acque, che tra l’altro può avere un riflesso negativo immediato sulle colonie di chirotteri e l’intera fauna ipogea presenti nel sistema carsico ipogeo del Monte Conca. C.1.12 Scarsa consapevolezza delle comunità locali dei valori ambientali dell’area In genere l’istituzione di un’area protetta di elevato interesse naturalistico costituisce un elemento non sempre ben percepito e apprezzato dalle comunità locali. Si ritiene che la mancanza di una coscienza collettiva può costituire anch’essa una potenziale causa di minaccia, poiché la scarsa conoscenza dei valori e delle problematiche di tutela può indurre comportamenti ed interventi non sempre compatibili con gli obiettivi di conservazione. Bisogna ricordare che in una società della conoscenza, l’educazione e l’informazione dei cittadini e di altri soggetti interessati costituiscono un valido supporto per l’attuazione di progetti ambientali che possano coniugare lo sviluppo economico compatibile con la stessa valorizzazione delle risorse. I vari habitat presenti nel sito, nonché le specie vegetali ed animali, sono tutti potenzialmente minacciati da eventuali interventi poco consoni, effettuati anche inconsapevolmente. C.1.13 Mancanza o insufficienza di informazioni scientifiche Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 99 Le carenti informazioni scientifiche di cui si dispone su alcuni aspetti della biodiversità del sito limitano la possibilità di individuazione ed esecuzione di interventi mirati alla stessa conservazione ed alla valorizzazione ecologico-ambientale. Anche l’attuazione di progetti di sviluppo all’interno dei siti, talvolta, non può essere realizzata in assenza di conoscenze scientifiche e tecniche che permettano di valutare adeguatamente i riflessi successivi. Anche in questo caso, tutti gli habitat, le specie vegetali dell’allegato II (Dianthus rupicola e Aster sorrentinii) e quelle animali sono tutti potenzialmente minacciati da eventuali interventi di disturbo effettuati anche inconsapevolmente. C.1.14 Impatti nelle aree esterne al SIC Le ultime e più recenti tendenze della Biologia della Conservazione hanno reso evidente la necessità di una conservazione del patrimonio naturale su più vasta scala (NOSS, 2002), in quanto le azioni di tutela e pianificazione del territorio protetto, se basate su situazioni locali e ristrette, sono spesso fuorvianti o quantomeno poco incisive. È necessario, di conseguenza, considerare un contesto ambientale più vasto, esaminando dunque il paesaggio o le unità funzionali dell’ecosistema che circonda il sito da tutelare. È necessario, quindi, passare dal livello territoriale locale, che riguarda e si riferisce al contenuto naturalistico della singola area, ad un livello più esteso che consideri un contesto territoriale in cui l’area protetta è inserita. Questo nuovo approccio è peraltro codificato in tutte le azioni di pianificazione e tutela che cercano di sviluppare la rete ecologica ed i corridoi del sistema Natura 2000. Il contesto territoriale include unità sistemiche più ampie che sono interrelate tra loro e consente di prendere in considerazione gli aspetti temporali – ad esempio le variazioni dell’uso del suolo nel corso della storia recente – e la natura del paesaggio. In altri termini, non è possibile comprendere a pieno il funzionamento di un biotopo o di una comunità animale di una piccola area senza riferirsi al sistema territoriale in cui essa è inserita. Le ‘lezioni’ che derivano da questo approccio e che sono utili per inquadrare correttamente lo studio qui condotto sono essenzialmente: - l’integrità di ogni pezzo di territorio è intimamente dipendente dalla integrità del paesaggio che lo circonda; - molte specie richiedono spazi vitali e territori più vasti, spesso ricadenti fuori dai confini dell’area protetta; - la storia ecologica del territorio è altamente informativa perché permette di comprendere appieno quali habitat e specie sono diminuite in conseguenza dell’aumento delle attività antropiche. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 100 In realtà, da un punto di vista faunistico, i confini dell’area vanno individuati partendo dall’ottica delle specie animali di taglia maggiore e debbono includere tutto il loro homerange o territorio vitale. Più precisamente va individuata un’area che, a nostra conoscenza passata, include il territorio vitale soprattutto dell’Aquila del Bonelli, del Lanario ed in genere dei diversi Rapaci diurni e del Corvo imperiale. Nella piramide alimentare, infatti, queste specie rappresentano i predatori del livello più alto presenti nella zona del SIC e, a conferma di quanto detto prima, hanno un territorio più esteso di quello del sito in studio. In alcuni casi il SIC comprende l’habitat di nidificazione ma non quello di alimentazione di alcune specie (ad esempio aquila del Bonelli, corvo imperiale, poiana, ecc) o viceversa quello alimentare ma non quello di nidificazione (Pellegrino, Lanario, Grillaio ecc.). Queste considerazioni valgono anche per altri consumatori come i Chirotteri, che nidificano nel Sic e negli ipogei del Monte Conca ma si alimentano nell’agro-ecosistema agricolo. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 101 C.2 LE MINACCE SUGLI INDICATORI (DESCRITTORI) FAUNISTICI Nella tabella che segue viene presentata una sintesi delle varie minacce e criticità che riguardano gli indicatori faunistici del SIC. EMERGENZE NATURALISTICHE INTERESSATE Natura 2000 Biotopo Corine Indicatore (descrittore) faunistico dell’habitat Inquinamento acque 22.1 Cordulegaster trincriae Discoglossus pictus Miniopterus schreibersii Rhinolophus hipposideros Cordulegaster trinacriae Discoglossus pictus Miniopterus schreibersii Rhinolophus hipposideros Burhinus oedicnemus Coracias garrulus Hieraaetus fasciatus X X X X X X X X Falco biarmicus Falco peregrinus Hieraaetus fasciatus Alectoris graeca whitakeri Anthus campestris Falco biarmicus Falco naumanni Falco eregrinus Hieraaetus fasciatus Tyto alba X X X X X X X Alectoris graeca whitakeri Anthus campestris Burhinus oedicnemus Lepus corsicanus Coracias garrulus Falco biarmicus Falco naumanni Falco peregrinus Hieraaetus fasciatus Tyto alba Cordulegaster trinacriae Discoglossus pictus Miniopterus schreibersii Rhinolophus hipposideros Hieraaetus fasciatus Alectoris graeca whitakeri Falco biarmicus Falco naumanni Falco peregrinus Hieraaetus fasciatus Miniopterus schreibersii Tyto alba X X X X X X 3290 24.16 5331 32.22 32.47 34.36 53.1 8214 MINACCE PRINCIPALI 62.14 Incendio X X Disturbo antropico, caccia e bracconaggio Pascolo Agricoltura Strade ed infrastrutture Erosione del suolo X Turismo X 102 Natura 2000 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Biotopo Corine Indicatore faunistico dell’habitat Inquinamento acque Incendio Disturbo antropico, caccia e bracconaggio Pascolo Agricoltura Strade ed infrastrutture X X X Erosione del suolo 82.3 Burhinus oedicnemus Coracias garrulus Lepus corsicanus Melanocorypha calandra Falco biarmicus Falco naumanni Falco peregrinus Hieraaetus fasciatus Tyto alba X X 83.11 Falco peregrinus Tyto alba Otus scops X X X X 83.14 Falco peregrinus Tyto alba Otus scops X X X X 83.15 Falco peregrinus Tyto alba Otus scops X X X X 83.21 Falco peregrinus X X X X 6220* 34.622 34.633 34.634 34.513 6 34.5 Alectoris graeca whitakeri Anthus campestris Burhinus oedicnemus Lepus corsicanus Falco biarmicus Falco naumanni Falco peregrinus Hieraaetus fasciatus Coracias garrulus Tyto alba X X X X X 92A0 44.614 Otus scops X X X 83.322 Otus scops X 34.81 Alectoris graeca whitakeri Anthus campestris Lepus corsicanus Melanocorypha calandra Falco biarmicus Falco naumanni Falco peregrinus Hieraaetus fasciatus Tyto alba X X X X 44.81 Hieraaetus fasciatus X X X X 53.61 Coracias garrulus Hieraaetus fasciatus X X X X 82.3A Coracias garrulus Falco peregrinus Tyto alba X X X X 92D0 Turismo X X X Tab. 11 – Analisi delle minacce, delle rispettive emergenze naturalistiche interessate, delle conseguenze della critici tà e di una valutazione dell’impatto sugli indicatori faunistici del SIC. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 103 C.3 - INDIVIDUAZIONE DEI POTENZIALI FATTORI DI IMPATTO PRODOTTI DA INTERVENTI PROGRAMMATI NON FINALIZZATI A GARANTIRE LO STATO DI CONSERVAZIONE DEL SITO NATURA C.3.1 - Programmazione Ente Gestore della Riserva Gli interventi programmati, proposti dall’Ente gestore CAI, riguardano l’area della Riserva Naturale Integrale. Si tratta di interventi finalizzati alla valorizzazione, tutela e fruizione dell’area protetta, che hanno già avuto valutazione positiva da parte dell’ARTA. Afferiscono tutti alla Misura 1.11 del Complemento di Programmazione del POR Sicilia 2000-2006. Interventi in corso di realizzazione Ripristino del sentiero pedonale di Contrada Zubbio – L’intervento consiste nel recupero per la fruizione di un antico sentiero pedonale che da C.da Zubbio passa per il Monte Conca e raggiunge il Fiume Gallo d’Oro e quindi il tracciato della strada vicinale Fontana di RoseCampofranco. Interventi in corso di progettazione Ripristino di una porzione della Regia Trazzera n. 682 Sutera-Grotte - Si tratta del recupero per un uso pedonale di una porzione della Regia Trazzera n. 682 Sutera-Grotte, nel tratto che va da C.da Zubbio al c.d. Ponte Romano sul Fiume Gallo d’Oro. E’ prevista la ricostruzione della pavimentazione in pietra per una larghezza di m. 1.80 e di m. 3.00 con la sistemazione di alcune aree di belvedere lungo il tracciato e la realizzazione di canalizzazioni in pietra per il controllo delle acque meteoriche. Per la stabilizzazione del tratto che attraversa una zona di frana è prevista la collocazione di gabbionate. Rinaturazione della Sorgente Fontana di Rose - E’ previsto il recupero dei manufatti in pietra esistenti in prossimità della sorgente, il miglioramento del sistema di intercettazione e conduzione delle acque sorgive e la realizzazione di un piccolo abbeveratoio e la sistemazione del fondo in selciato. Acquisizione e rinaturazione delle aree della sorgente di C.da Mezzebbi con sistemazione sentiero - L’intervento prevede la scerbatura e la sistemazione del sentiero che porta alla sorgente di C.da Mezzebbi, la sistemazione in selciato dell’area della sorgente, la costruzione di un abbeveratoio e l’acquisizione dell’area. C.3.2 - Programmazione di altri enti e di privati Termovalorizzatore di Casteltermini. L’unico progetto programmato da enti pubblici di cui si ha conoscenza riguarda la prossima costruzione di un termovalorizzatore nel Comune di Casteltermini, a distanza di circa 1.800 metri dal Sito, secondo le previsioni del Piano di smaltimento dei rifiuti solidi urbani della Regione Sicilia. In condizioni non ottimali di funzionamento, l’opera può avere un’influenza negativa sul Sito perchè la Valle del Gallo d’Oro costituisce un naturale imbuto di aspirazione per le emissioni nella Piana di Casteltermini, in determinate condizioni di vento, con effetto deleterio su habitat e specie della Riserva, oltre che sugli esseri umani. E’ opportuno pertanto avviare un rigoroso e tempestivo monitoraggio immediatamente, in ogni caso acquisendo i principali parametri prima che la struttura, peraltro molto discussa, entri in funzione. Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 104 Impianto eolico di 120 MW della ditta Moncada. E’ attualmente in valutazione presso il Servizio 2 VAS-Via dell’ARTA. Il progetto, se realizzato, avrebbe un effetto negativo dirompente sull’avifauna perché trovasi in parte a ridosso delle zone di nidificazione dei rapaci. Inoltre, è posizionato sulle alture che circondano da Ovest e da Sud la valle del Gallo d’Oro e la riserva. Queste alture si trovano lungo la traiettoria obbligata degli aerei antincendio che intervengono spesso in periodo estivo-autunnale. La presenza delle enormi torri eoliche obbligherebbe gli aerei ad alzare la quota di volo di almeno 300 metri, risultandone così una conseguente imprecisione nei lanci, per la impossibilità dei velivoli di riportarsi rapidamente alla quota idonea ai lanci d’acqua di precisione. INTERVENTI EMERGENZA NATURALISTICA PROGRAMMATI INTERESSATA Ripristino del sentiero pedonale di Contrada Zubbio Ripristino di una porzione della Regia Trazzera n. 682 Sutera-Grotte Rinaturazione della Sorgente Fontana di Rose Acquisizione e rinaturazione delle aree della sorgente di C.da Mezzebbi con sistemazione sentiero Termovalorizzatore di Casteltermini 82.3 / 83.21 / 34.36 / 34.634 /32.47 / 34.5136 / 34.633 34.36 / 3247 / 34.5136 / 82.3 / 34.633 / 34.5 / 45.11 / 82.3A 83.15 / 24.16 / 44.81 PRINCIPALI CONSEGUENZE VALUTAZIONE DELL’IMPATTO - riduzione della superficie Molto basso dell’habitat - erosione del suolo - riduzione della superficie Molto basso dell’habitat - 32.47 / 34.5 / 34.36 / 44.614 / 83.11 _ Nullo 53.61 / 34.36 / 32.22 / 34.633 / 34.5 / 32.47 / 34.5 - riduzione della superfi- Molto basso cie dell’habitat Tutti gli habitat Tutte le specie - possibile inquinamento dell’aria e delle acque possibile inquinamento da metalli pesanti del suolo e delle specie vegetali disturbo con possibili effetti mortali per le possibili collisioni disturbo alla nidificazione dei rapaci intralcio agli abituali interventi estivi antincendio degli aerei Canadair - Zone di nidificazione del Lanario, del Gheppio e di molti rapaci Tutta l’avifauna in genere Tutti gli habitat e le specie - Potenzialmente elevato in condizioni di mal funzionamento Impatto diretto notevole sull’avifauna Impatto indiretto notevole su tutti gli habitat e le specie vegetali e animali Tab. 12 - Analisi degli interventi programmati, delle emergenze naturalistiche interessate, delle conseguenze di eventuali impatti e valutazione degli stessi Impianto eolico di 60 turbine per un totale di 120 MW – ditta Moncada . Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II 105 D) PREDISPOSIZIONE DI UN PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE Il Piano di Gestione, una volta approvato dalla Regione Siciliana, verrà sottoposto a revisione dopo il primo anno e successivamente ad una valutazione periodica. La valutazione dell’attuazione del Piano è un elemento importante per verificare l’efficacia delle azioni intraprese al fine di conseguire gli obiettivi generali di gestione. La valutazione avverrà sulla base di un piano-programma con periodicità biennale e sarà effettuata, così come la revisione, dall’Ente di gestione. La valutazione potrà avvenire attraverso la verifica dei seguenti elementi: - grado di conseguimento degli obiettivi generali di gestione; - grado di conseguimento degli obiettivi operativi di gestione; - efficacia delle strategie di gestione adottate; - stato di avanzamento e/o realizzazione degli interventi previsti; - sensibilizzazione della popolazione residente e dei visitatori alle esigenze di tutela del sito. Attraverso la verifica di questi elementi sarà possibile valutare il Piano e prevederne l’eventuale miglioramento e aggiornamento, che comprenderà: - la revisione degli obiettivi operativi; - la revisione delle strategie di gestione; - la revisione degli interventi di gestione. Più specificamente, la valutazione del Piano sarà effettuata attraverso il monitoraggio in base al grado di conseguimento degli obiettivi operativi fissati per il periodo considerato, per poter stimare: - i cambiamenti nello status degli habitat e delle specie di interesse comunitario; - la diminuzione dei fattori di minaccia, quantificabili in numero e tipo d’inosservanze riscontrate a divieti presenti nel regolamento (ad esempio numero di bracconieri riscontrati nell’area del SIC, numero di incendi, superficie percorsa dal fuoco, ecc). Il piano di monitoraggio è stato prospettato a vari livelli a partire da analisi che riguardano: a) l’intero SIC; b) gli habitat; c) la flora e la vegetazione; d) la fauna. Per la descrizione del piano si rimanda alla schede codificate come MR, nella fase 3 del PdG (Identificazione delle strategie di gestione) capitolo C (Interventi di gestione) e paragrafo C.2 (Schede delle azioni programmate). Il piano di monitoraggio faunistico è stato pensato per le specie selezionate, che costituiscono il profilo ecologico e faunistico del SIC e dei suoi habitat. Nella Tabella che segue sono 106 Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II indicati per ogni specie significativa o gruppo omogeneo di specie l’obiettivo di tutela prioritario, il metodo ed il relativo periodo indicativo di monitoraggio, insieme ai principali indicatori quali-quantitativi. Questi ultimi permetteranno di valutare l’andamento delle popolazioni e quindi di capire i cambiamenti nello status degli habitat e delle specie e l’eventuale diminuzione dei fattori di minaccia. Il piano di monitoraggio dovrà essere effettuato da operatori o Enti specializzati nel campo delle tecniche di censimento e valutazione di abbondanza della fauna invertebrata e vertebrata, in modo da garantire la precisa ed aggiornata applicazione di protocolli e metodi d’indagine e l’esatta elaborazione dei dati di campo per il calcolo e l’analisi statistica degli indicatori più idonei. INDICATORI QUALIPERIODO DI MONITORAGGIO QUANTITATIVI SPECIE DA MONITORARE OBIETTIVO METODO Discoglossus pictus Cordulegaster trinacriae Conservazione di Anfibi endemici e di fauna delle aree umide Censimento standardizzato di popolazione delle pozze e del fiume Bolivarius bonneti Melitaea aetherie Conservazione dell’entomofauna e dei suoi habitat steppici Campionamento Febbraiostandardizzato degli Settembre ambienti steppici ed aridi. Ricerca di stadi giovanili e inventario delle piante ospiti Tyto alba, Otus scops Conservazione di Rapaci notturni Miniopterus schreibersii Rhinolophus hipposideros Alectoris graeca whitakeri, Anthus campestris Melanocorypha calandra Coracias garrulus Burhinus oedicnemus Annuale Campionamento Annuale standardizzato degli ambienti con cassette artificiali. Ricerca di siti. radiotracking Conservazione Censimento stanAnnuale della Chirotterodardizzato di popofauna e degli lazione dei roost; habitat/siti di rifu- Censimento stangio dardizzato su percorsi campione Conservazione di Censimento stanAnnuale Avifauna steppica dardizzato della popolazione nidificante, Campionamento della popolazione migratoria Densità adulti riproduttivi; Numero di pozze utilizzate; Connettività delle pozze, Densità delle piante ospiti, Densità degli adulti per unità di saggio, Permanenza delle specie nelle aree campione Densità delle piante ospiti, Densità degli adulti per unità di saggio, Permanenza delle specie nelle aree campione Densità di popolazione; Permanenza nelle aree campione. Home range, preferenza habitat Densità di popolazione; Permanenza dei roost, Consistenza numerica delle colonie e dei roost Indici di frequenza di campionamento, Numero di nidi/territori per area campione, Conta ed inanellamento di individui migratori Club Alpino Italiano Sicilia – Piano di Gestione Complessi Gessosi (M.Conca) – Fase II Hieraaetus fasciatus Falco biarmicus Falco peregrinus Falco naumanni Conservazione di Avifauna rupicola di ambiente steppico Conteggio delle coppie e/o delle colonie nidificanti Annuale 107 Numero di coppie, Consistenza delle colonie, Permanenza dei siti di riproduzione, Successo riproduttivo Tab. 13 - Caratteristiche del piano di monitoraggio degli indicatori faunistici del SIC. Collateralmente al piano di monitoraggio, appare opportuno, dopo un’analisi delle conoscenze faunistiche, proporre programmi di ricerca di seguito evidenziati. Sistematica ed ecologia della fauna troglobia - Programma mirato all’approfondimento delle specie di Invertebrati e Chirotteri che vivono e frequentano l’ambiente carsico, ipogeo e non, del SIC. Riguardo i Chirotteri lo studio prevede anche l’analisi delle preferenze ambientali e l’apposizione di bat-box per aumentare i siti di rifugio. Uso e preferenze dell’habitat della fauna del SIC. - Ricerca standardizzata per la raccolta di dati per la migliore definizione dell’uso dell’habitat e la quantificazione degli home-ranges vitali delle specie indicatrici in rapporto all’area esterna al SIC. Altro obiettivo è quello di approfondire la conoscenza faunistica sulle specie rare o poco note nel Sito e soprattutto sulla fenologia e consistenza della migrazione dell’avifauna. PRIORITA’ DEL PIANO DI MONITORAGGIO Nel Paragrafo C.3.2 si è evidenziato che in vicinanza del Sito è prevedibile l’inizio in tempi brevi della costruzione di un termovalorizzatore. Il Piano di Monitoraggio prevede a sua volta interventi per la verifica della qualità dell’aria e delle acque del Fiume Gallo d’Oro. Per quest’ultimo è previsto anche un intervento attivo di recupero previo screening sulla situazione chimica, chimico-fisica e batteriologica e sulle fonti di inquinamento. E’ assolutamente necessario che queste operazioni vengano avviate immediatamente sia per l’importanza degli argomenti sia perché è indispensabile avere un quadro generale di riferimento prima che eventualmente entri in funzione il termovalorizzatore.