Collaudi e controlli
Transcript
Collaudi e controlli
R.Galetto A.Spalla - Lezioni di Topografia CAPITOLO VI LA TECNICA TOPOGRAFICA NEI COLLAUDI E CONTROLLI DI GRANDI STRUTTURE 1 Considerazioni preliminari. 1.1 Spostamenti assoluti e spostamenti relativi. Il problema del collaudo e del controllo delle grandi strutture viene sottoposto al topografo sotto l'aspetto della determinazione di spostamenti, deformazioni o inclinazioni della struttura. Spostamento, deformazione, inclinazione sono parole che fanno parte della terminologia corrente: riteniamo però che prima di accingersi ad impostare le operazioni di misura, il topografo debba tradurre queste espressioni in termini di spostamenti assoluti e di spostamenti relativi, siano essi verticali che orizzontali. Prima di definire che cosa intendiamo per spostamento assoluto e spostamento relativo di un punto e di mettere in relazione queste espressioni e quelle di uso più corrente di spostamento, deformazione e inclinazione, occorre introdurre il concetto di spostamento reale di un punto, dove per reale si intende effettivamente avvenuto. Spostamento reale Quando si sottopone la struttura ad un controllo o ad un collaudo, si vuole in pratica determinare il comportamento rispetto ad una certa zona di terreno che la circonda. Sia i punti della struttura sia i punti del terreno di questa parte di Terra che avvolge la struttura, hanno una certa posizione che potrebbe essere univocamente definita mediante un opportuno sistema di riferimento. Si dirà che un punto della struttura o del terreno che la circonda, subisce uno spostamento reale, quando, a causa di un certo stato di sollecitazione, il punto cambia di posizione rispetto all'insieme di tutti gli altri. Spostamento assoluto Si dirà che si determina lo spostamento assoluto di un punto A di una struttura, quando se ne determina il cambiamento di posizione riferendosi ad uno o più punti di essa che abbiano la caratteristica di non subire spostamenti reali della stessa natura e dello stesso ordine di Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 193 Lezioni di Topografia grandezza di quelli sui quali stiamo indagando riguardo la struttura in esame. I punti rispetto ai quali si determinano gli spostamenti assoluti e che hanno caratteristica suddetta, prendono il nome di caposaldi. Pertanto quando le operazioni di misura portano alla determinazione dello spostamento assoluto di un punto, ciò significa che esso ha subito uno spostamento reale. La richiesta della determinazione di spostamenti assoluti deve essere validamente motivata dal collaudatore o da chi è preposto al controllo della struttura, perché può essere fonte di gravi difficoltà per il topografo reperire il caposaldo o i caposaldi necessari. Quanto al numero dei caposaldi, esso deve essere sempre in numero maggiore a quello strettamente necessario; occorre infatti che delle opportune operazioni di misura, anche non necessarie ai fini del collaudo o del controllo, confermino l'ipotesi fatta in sede dell'organizzazione delle misure, e cioè che i punti rispetto ai quali si determinano gli spostamenti assoluti siano effettivamente dei caposaldi. Spostamento relativo Si dirà che si determina lo spostamento relativo di un punto A di una struttura, quando se ne determina il cambiamento di posizione rispetto ad uno o più punti che possono anch'essi subire un cambiamento di posizione rispetto alla totalità degli altri punti che costituiscono il mondo esterno alla struttura. Spostamento relativo è quindi sinonimo di differenza di spostamenti reali. La determinazione dello spostamento relativo di un punto A di una struttura, rispetto ad un punto B può infatti essere dovuto ad uno dei seguenti casi: • il punto A ha subito uno spostamento reale ed il punto B non si è mosso; • il punto B ha subito uno spostamento reale ed il punto A non si è mosso; • entrambi i punti hanno subito uno spostamento reale. La causa di questa indeterminazione risiede nel fatto che il punto B non è un caposaldo, e naturalmente questa indeterminazione rispetto a B dovrebbe essere data per scontata. Accade però a volte che, eseguite le misure, si cerchi di ricavare dai risultati delle informazioni che non è possibile avere. È bene perciò chiarire sempre, in fase di impostazione, i limiti di una operazione di misura intesa a determinare degli spostamenti relativi ed in particolare è opportuno ricordare che un punto che denunci uno spostamento relativo può anche non aver subito alcun spostamento reale. Possiamo ora prendere in esame il problema della corrispondenza tra terminologia corrente e quella ora introdotta, premettendo che essa non ha ovviamente nessun carattere di ufficialità, ma viene suggerita dalla personale esperienza, acquisita nel campo dei collaudi e controlli di grandi strutture. Possiamo dire nella maggior parte dei casi: • quando la richiesta riguarda la determinazione di spostamenti, si intende la misura di spostamenti assoluti; Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 194 Lezioni di Topografia • quando la richiesta riguarda la determinazione di deformazioni della struttura si intende la misura di spostamenti relativi e generalmente le misure dello spostamento di alcuni punti della struttura rispetto ad uno o più punti della struttura stessa; • quando la richiesta riguarda la determinazione di inclinazione si intende la misura di eventuali rotazioni in un piano verticale intorno ad un asse orizzontale non determinato; queste rotazioni vengono messe in evidenza misurando lo spostamento relativo, orizzontale o verticale, tra due punti della struttura, posti approssimativamente su uno stesso piano orizzontale o su una stessa linea verticale. La misura di inclinazioni rientra pertanto nel problema della determinazione di spostamenti relativi. Ed è del resto significativo che il committente, anche quando dice che desidera conoscere le inclinazioni di una struttura, non chiede che il risultato gli venga dato sotto forma di una quantità angolare, ma come misura dello spostamento della verticale o come variazione altimetrica, di due punti appartenenti alla struttura. In seguito a queste considerazioni i metodi topografici usati per il collaudo ed il controllo delle grandi strutture, che saranno in seguito prese in considerazione, verranno divisi in due categorie: • strumenti e metodologie atti alla determinazione di spostamenti verticali, • strumenti e metodologie atti alla determinazione di spostamenti orizzontali. Tali spostamenti saranno assoluti o relativi a seconda che i punti rispetto ai quali verranno determinati, saranno o no caposaldi. 1.2 Il metodo di misura variometrico e quello per differenza di posizione. Nei problemi del collaudo e del controllo delle grandi strutture il topografo si trova a dover risolvere un problema di misura in cui non è necessario determinare la posizione assoluta della struttura, ma semplicemente la variazione di forma o di posizione rispetto ad una posizione iniziale. Questa considerazione ha la conseguenza che, non appena sia possibile, il topografo, il quale nelle operazioni di collaudo ha appunto il compito di misurare gli spostamenti di quei punti della struttura che permettono di determinarne lo stato di deformazione, l'inclinazione o il cambiamento di posizione, deve ricorrere a sistemi di misura basati sul metodo variometrico. I problemi di collaudo e di controllo richiedono infatti che le misure siano eseguite con grande precisione; tali precisioni sono praticamente raggiungibili solo se il campo della misura è limitato, come appunto avviene se si imposta il problema sul criterio della misura diretta dello spostamento dei punti sotto controllo, e non come determinazione degli spostamenti come differenza di due operazioni di misura che ne determinano la posizione. Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 195 Lezioni di Topografia A M Distingueremo pertanto i metodi per la determinazione degli spostamenti in due categorie: metodi variometrici e metodi per differenza di posizione. Per chiarire la differenza tra i due metodi prendiamo in considerazione il seguente esempio: si voglia determinare lo spostamento verticale assoluto del punto A della struttura M sotto l'effetto del carico Q. Supponiamo che, in prossimità della struttura M, si disponga di una piattaforma sulla quale appoggiare un livello e che tale base d'appoggio non subisca variazioni di quota, sia cioè un caposaldo. Supponiamo inoltre, che l'operazione di caricamento della struttura avvenga in tempo molto breve, in modo cioè che durante tale intervallo di tempo l'assetto dell'asse di collimazione del livello non cambi. Per la determinazione dello spostamento del punto A si potrà allora operare come segue: • si dispone il livello in stazione sulla piattaforma e si pone una stadia in A; si esegue quindi la lettura alla stadia; • si procede al caricamento della struttura e si esegue la nuova lettura alla stadia; • la differenza delle due letture ci fornisce lo spostamento verticale del punto A. Se viceversa la piattaforma è lontana dal manufatto occorrerà eseguire una vera e propria livellazione tra un punto B della piattaforma ed il punto A e ricavare lo spostamento verticale del punto A come differenza della sua quota rispetto a B prima e dopo l'applicazione del carico Q. Il primo metodo di misura è un metodo variometrico, il secondo è un metodo per differenza di posizione. Dall'esempio fatto traiamo le seguenti conclusioni: • nel metodo variometrico non è necessario fissare un sistema di riferimento nel quale determinare la posizione del punto controllato (nell'esempio fatto il punto B) essendo il riferimento costituito dalla posizione originaria, non nota, del punto da controllare; • nel metodo variometrico si misura direttamente lo spostamento verticale di A, mentre con il secondo metodo esso viene determinato come differenza tra i due dislivelli; • nel metodo variometrico sono tollerabili errori di tipo sistematico, purché restino costanti; ad esempio nel primo caso un errore di srettifica del livello non ha alcuna influenza negativa sulla determinazione dello spostamento del punto A; Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 196 Lezioni di Topografia • nell'esempio fatto si ottiene una maggiore precisione con il primo metodo di misura che con il secondo, ed in genere questo avviene quasi sempre quando si impostano le misure su metodi variometrici anziché su metodi per differenza di posizione. 1.3 Classificazione dei casi trattati. In questa nota vengono prese in considerazione le operazioni topografiche che vengono più comunemente usate nei collaudi e controlli delle grandi strutture, considerandone l'applicazione più corrente. Nella trattazione verrà dato più spazio a quegli argomenti che trattano strumenti e metodologie che vengono usati da studi professionali o ditte che eseguono lavori topografici in genere; degli strumenti e dei metodi che, pur avendo importanza nei problemi di collaudo e di controllo, non rientrano tra quelli abitualmente impiegati dal topografo, faremo solo breve cenno. Bisogna tenere presente del resto che alcuni problemi, come ad esempio il problema delle dighe, richiederebbe già di per sé, una trattazione molto più lunga e complessa. Diamo qui di seguito l'elenco delle operazioni topografiche che verranno prese in considerazione, suddivise nei due differenti tipi di problemi: a) determinazione di spostamenti verticali: • livellazione geometrica; • livellazione trigonometrica; • livellazione idrostatica; • clinometro. b) determinazione di spostamenti orizzontali: • triangolazione; • collimatore; • distanziometri elettroottici. 2 Determinazione di spostamenti verticali. 2.1 Impiego della livellazione geometrica. 2.1.1 Metodologia classica L'impiego più frequente della livellazione geometrica lo si ha per i collaudi dei ponti, quando per l'impraticabilità dello spazio sottostante il ponte (corsi d'acqua, strade che non possono essere chiuse al traffico, ecc.), non è possibile l'impiego dei flessimetri. Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 197 Lezioni di Topografia Vista Pianta battute di livellazione punti controllati caposaldi figura 3 - schema di livellazione geometrica per il collaudo di un ponte a travate Consideriamo il ponte a travata della figura 3; il collaudatore può richiedere che le misure gli permettano di conoscere le deformazioni della travi e cioè la freccia sotto carico; oppure può richiedere che si determini anche l'abbassamento delle spalle dell'appoggio delle travi. Consideriamo questo secondo caso, che, anche se non molto frequente, ci permette di richiamare l'attenzione su alcuni accorgimenti che devono essere tenuti presenti al fine di non incorrere in errori di interpretazione delle misure. Le operazioni si svolgono generalmente attraverso i seguenti passi. a) Si effettua un sopralluogo con il collaudatore durante il quale si stabilisce il numero e la posizione dei punti in esame per la ricostruzione della deformata delle travi. Si deve fare attenzione essenzialmente a due cose: • che i punti siano accessibili, cioè ci si possa appoggiare la stadia, anche nella situazione più gravosa di carico, ossia quando sul ponte vengono immessi i camion o i compressori; • in secondo luogo bisogna accertarsi che la materializzazione dei punti in esame avvenga con chiodi di opportuna fattura (consigliabili degli spezzoni prismatici a testa sferica di ottone) i quali devono essere ancorati nella struttura portante, e quindi se, come generalmente accade, il ponte è già stato asfaltato, occorre far predisporre dei pozzetti fino a raggiungere la struttura in cemento armato. La dimensione dei pozzetti deve essere sufficiente a permettere l'appoggio delle stadie sui chiodi. Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 198 Lezioni di Topografia figura 4 - Ancoraggio del chiodo alla struttura Per la determinazione dell'abbassamento delle spalle i chiodi vanno fissati all'esterno delle travi; infatti l'abbassamento del bordo della trave che appoggia sulla spalla potrebbe essere dovuto allo schiacciamento dei cuscinetti d'appoggio e non ad un reale cedimento delle spalle. Inoltre dovranno essere predisposti dei caposaldi in numero minimo di due, in modo da consentire un loro reciproco controllo; si avrà cura di ubicarli non solo in una zona non immediatamente prospiciente il ponte, ma anche lontani dalla zona in cui potrebbero trovarsi a manovrare i veicoli impiegati per il controllo del ponte. b) Le operazioni di collaudo richiedono che vengano eseguiti come minimo tre cicli di misure: uno iniziale a vuoto, uno a carico ed uno finale a vuoto per accertare il ritorno della struttura alla forma originale. Le precauzioni da adottare sono le seguenti (oltre naturalmente a tutte quelle solite inerenti all'operazione di livellazione di precisione). • occorre eseguire con la massima cura soprattutto la prima misura, ossia quella iniziale a vuoto (a ponte scarico), ripetendo tre volte le letture anziché le solite due; infatti se i risultati che si ottengono nella situazione di ponte carico destano qualche preoccupazione occorre essere in grado di garantire nel modo più assoluto la bontà delle misure; ma mentre le misure in condizioni di carico sono sempre ripetibili, la misura per conoscere l'assetto originario della struttura è ovviamente irripetibile. • Un'altra precauzione da tenere presente è quella di lasciar passare un po' di tempo tra il caricamento della struttura e l'inizio delle operazioni di misura in modo che la struttura abbia il tempo di subire completamente la deformazione dovuta ai carichi; la stessa precauzione bisogna avere prima di eseguire l'ultima livellazione per controllare il ritorno della struttura. c) Lo schema della livellazione per la determinazione della deformazione della struttura ha di solito la forma di anello semplice; nel caso però che il ponte sia di larghezza ragguardevole ed il collaudatore voglia conoscerne le deformazioni anche in una o più sezioni trasversali, la livellazione assumerà forme più complesse. Quando è necessario ricorrere a metodi di compensazione rigorosi, i calcoli richiedono tempo e calma, quindi in sede di collaudo si provvederà ad accertarsi della bontà delle misure solo mediante l'esame degli errori di chiusura dei singoli anelli. Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 199 Lezioni di Topografia Per la determinazione dell'abbassamento delle spalle d'appoggio si potrà seguire lo schema di livellazione indicato alla figura 3, controllando che ad ogni livellazione la quota relativa dei due caposaldi rimanga costante, o che le sue variazioni siano di ordine di grandezza inferiore a quelle che si devono determinare per il controllo della struttura. 2.1.2 Uso di stadiette di vetro Nel caso che si debba tenere sotto controllo un edificio che richieda il ripetersi periodico di operazioni di livellazione, è consigliabile utilizzare stadiette in vetro, anziché normali stadie di invar da 3 m, che risultano spesso di impiego difficoltoso in ambienti chiusi. I punti da controllare vengono materializzati da apposite squadrette d'acciaio che vengono fissate alla struttura o mediante collanti o con zanche; a queste squadrette, vengono applicate stadiette, del tipo rappresentato in figura 5, che aderiscono ad esse mediante una testina magnetica o con altri metodi. figura 5 - una stadietta di vetro per livellazione di precisione Tali stadiette possono essere vantaggiosamente impiegate solo quando i punti da controllare si trovano tutti pressappoco alla medesima quota; il loro uso presenta molti vantaggi in quanto sono maneggevoli e non richiedono canneggiatori esperti (al limite può essere lo stesso operatore che sistema le stadiette e poi esegue le misure); inoltre è più facile materializzare i punti da controllare e può essere conseguite una maggior precisione 2.1.2 Precisione conseguibile nella determinazione degli spostamenti verticali La precisione che si può raggiungere nella determinazione del dislivello tra due punti mediante una singola battuta di livellazione dipende da molti fattori; comunque si può dire che oscilla da un errore medio di ± 0,05 mm per battute in ambiente chiuso e con stadiette in vetro del tipo a cui si è accennato, a ± 0,07 mm all'aperto con stadie invar di 3 m e per battute abbastanza lunghe. In base a questi dati è possibile valutare a priori la precisione con la quale si può determinare lo spostamento verticale di un punto inserito in una linea di livellazione. Il metodo che esponiamo qui di seguito porta ad una valutazione grossolana e prudenziale dell'errore quadratico medio con il quale si eseguono le misure; la reale precisione raggiunta potrà essere ricavata solo a posteriori applicando metodi di calcolo rigorosi. Prendiamo ad esempio la Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 200 Lezioni di Topografia livellazione della fig.3; supponiamo che il calcolo delle quote dei sei punti controllati sul ponte, parta dal punto 1, al quale viene data una quota arbitraria. Supponiamo inoltre che la ripartizione dell'errore di chiusura non modifichi sostanzialmente l'errore medio del dislivello misurato tra due punti; l'errore medio della quota di un generico punto sarà dato dall'errore medio di una battuta, moltiplicato per la radice quadrata del minimo numero di battute che lo separano dal punto di partenza; nel caso della figura 3, il punto più lontano da quello di partenza è il n.3; pertanto l'errore medio m q,3 , nella determinazione della sua quota vale: m q,3 = ± 0,07 mm √3 avendo assunto pari a + 0,07 mm l'errore quadratico medio di una singola battuta. Ricordiamo però che lo spostamento verticale lo si ottiene come differenza tra due quote determinate con due successive operazioni di livellazione; pertanto l'errore medio m s,3 nella determinazione dello spostamento verticale del punto più lontano vale: m s,3 = m s,3. √2 = ± 0,07 . √3 √2 mm = ± 0,17 mm In base a questo semplice calcolo è pertanto possibile farsi un'idea della precisione che si può ottenere. Sarà inoltre opportuno che anche nel consegnare gli elaborati di calcolo, non vengano forniti dei risultati di misura con delle cifre decimali che hanno scarso significato, o non ne hanno per niente. 2.2 Impiego della livellazione trigonometrica. Sui viadotti delle autostrade vengono talvolta eseguiti dei controlli aventi lo scopo di accertare che non ci siano variazioni di quota tra i plinti di fondazione. I plinti di fondazione si trovano però molto spesso in posizione ravvicinata, ma a quote molto diverse e pertanto l'impiego della livellazione geometrica non risulta conveniente sia per ragioni economiche che di precisione, poiché si dovrebbero seguire itinerari lunghi e tortuosi per congiungere i punti interessati al controllo. figura 6 - schema del controllo delle variazioni di quota mediante livellazione trigonometrica E' preferibile ricorrere allora alla livellazione trigonometrica; infatti la piccola distanza tra i plinti fa sì che non intervengano gli errori dovuti alla rifrazione atmosferica, che sono quelli che più compromettono la precisione di questo metodo; le distanze tra il punto di stazione ed i punti da controllare potranno essere misurate con un distanziometro elettroottico (a sé stante o Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 201 Lezioni di Topografia integrato al teodolite). Ricordiamo inoltre che un piccolo errore nella misura della distanza ha influenza sulla determinazione dei dislivelli, ma non sulla loro variazione. Applicando questo metodo, se le distanze tra i punti sono dell'ordine di qualche decina di metri, si possono determinare le variazioni di dislivello tra i punti con una approssimazione di qualche decimo di millimetro. 2.3 Impiego della livellazione idrostatica di precisione. Qualora si debba tenere sotto controllo una struttura per un periodo di tempo molto lungo (da qualche anno sino a tutto il periodo di esistenza della struttura) può essere conveniente l'impiego della livellazione idrostatica. I vantaggi dell'impiego della livellazione idrostatica sono i seguenti: • • • • • • possibilità di far eseguire le misure da personale non necessariamente esperto in operazioni di misure di precisione; possibilità di far eseguire le misure in breve tempo (a paragone di quello richiesto dalla livellazione geometrica) e quindi di poter ripetere le operazioni di misura ad intervalli brevi di tempo; possibilità di collegare tra di loro punti che non sarebbe possibile collegare con i metodi di livellazione; possibilità di determinare quasi simultaneamente il dislivello tra più punti; possibilità di rendere automatiche e registrabili a distanza le misure; aumento della sensibilità delle misure. D'altra parte l'impiego della livellazione idrostatica ha lo svantaggio di richiedere la costruzione di un impianto fisso per il collegamento degli strumenti che vengono vincolati ai punti da controllare; ed inoltre anche il costo degli strumenti di misura, che devono consentire la lettura del livello del liquido in appositi bicchieri con la precisione del centesimo di millimetro, non è indifferente. Pertanto possiamo dire che l'impiego della livellazione idrostatica è consigliabile per il controllo di strutture di grande importanza, che necessitino di continui ed accurati controlli; in tal caso, sia per la natura della struttura sotto controllo, sia perché la ripetizione di livellazioni geometriche da parte di personale specializzato è pur sempre onerosa, risulta giustificata la spesa per l'impianto e per l'acquisto degli strumenti. Il metodo della livellazione idrostatica è stato applicato negli anni ‘70 per il controllo della statica di parte del Duomo di Milano; per tale impianto è stato anche realizzato un sistema automatico di lettura degli strumenti e di trasmissione dei dati a distanza. Una realizzazione di questo tipo risulta di grande utilità per il controllo degli assestamenti delle dighe, in cui la possibilità di avere un sistema centralizzato di controllo riveste particolare carattere di importanza. Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 202 Lezioni di Topografia 2.4 Clinometro I tipi di clinometro comunemente usati per il controllo ed il collaudo delle grandi strutture, sono costruiti sullo schema riportato in figura 7 in base al quale la rotazione di una struttura viene determinata in funzione dello spostamento verticale relativo di due suoi punti: ad un supporto munito di due (o tre) piedini è fissato a cerniera un braccio orizzontale sul quale è montata una livella torica di grande sensibilità; il braccio orizzontale è incernierato ad un estremo e può venire fatto ruotare nel piano verticale per mezzo di un dispositivo a vite micrometrica che è vincolato all'altro estremo; disponendo di un clinometro sulla struttura per mezzo di una apposita base di appoggio è possibile centrare la livella torica facendo ruotare il braccio orizzontale per mezzo della vite. Alla vite è collegato un tamburo graduato; la rotazione della vite può tradurre su tale tamburo o la quantità angolare della quale ruota il braccio orizzontale o lo spostamento verticale dell'estremo del braccio orizzontale vincolato alla vite. figura 7 - schema del clinometro Il clinometro viene usato nel seguente modo: • • • • si appoggia il clinometro sulla base d'appoggio e si centra la livella torica con la vite V; si esegue la lettura iniziale al tamburo; ad ogni ciclo successivo di misure si dispone nuovamente il clinometro sulla base di appoggio e si centra la livella torica; se la parte di struttura alla quale è vincolata la base di appoggio ha subito una rotazione, la posizione dell'estremità del braccio orizzontale sulla vite sarà diversa e al tamburo si farà una lettura differente da quella originaria; la differenza delle letture eseguite al tamburo può fornire l'angolo di rotazione del braccio orizzontale o la differenza degli spostamenti verticali s dei punti di appoggio, a seconda del tipo di graduazione incisa sul tamburo. Alcuni tipi di clinometro consentono la misura diretta degli spostamenti verticali relativi di due punti posti alla distanza di un metro con la precisione di 0,01 mm. Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 203 Lezioni di Topografia figura 7 bis - impiego del clinometro con base di prolunga per il controllo delle dighe Il clinometro viene generalmente impiegato per determinare le rotazioni di strutture particolarmente rigide; solo in questo caso infatti lo spostamento verticale relativo di due punti della struttura può essere interpretato come dovuto ad una rotazione di tutta la struttura e non ad un fatto locale, limitato cioè alla zona alla quale è ancorata la base di appoggio del clinometro. Esso trova largo impiego nel controllo delle dighe (vedi figura 7 bis), nel controllo dei plinti di fondazione, nel controllo di ciminiere o strutture simili; inoltre nei collaudi di strutture in cemento armato viene impiegato per la determinazione della rotazione di sezioni di travi o dell'estremità di mensole. 3 Determinazione degli spostamenti orizzontali. 3.1 Impiego della triangolazione. Premettiamo che daremo qui solo alcuni cenni sull'impiego della triangolazione per i collaudi delle grandi strutture, principalmente per due motivi: in primo luogo la trattazione del metodo dovrebbe vertere soprattutto sulle metodologie riguardanti le operazioni che concernono le triangolazioni di elevata precisione per cui si rimanda al capitolo V; inoltre i metodi di collaudo e di controllo sono oggi orientati verso metodologie che consentono di ottenere risultati in tempi brevi, in modo da essere ripetibili anche ad intervalli brevi di tempo, che consentano l'automatizzazione dei procedimenti di misura e che non necessitino di personale specializzato in operazioni topografiche così delicate e complesse quali sono quelle riguardanti le triangolazioni di alta precisione. Possiamo dire che in generale l'uso della triangolazione per la determinazione degli spostamenti orizzontali è applicato principalmente per il controllo delle dighe. Il metodo è basato sulla determinazione della posizione di un certo numero di vertici dei quali alcuni sono caposaldi al di fuori della struttura ed altri sono i punti che si vogliono tenere sotto controllo (punti sul coronamento della diga o sul paramento di valle). Ripetendo le operazioni di misura si determina lo spostamento dei punti controllati come variazione di posizione dei punti stessi. Il metodo rientra pertanto nei metodi di misura per differenza di posizione . Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 204 Lezioni di Topografia E' necessario che le operazioni di misura siano effettuate con la maggior precisione possibile, avendo cura di rendere costanti gli eventuali errori di tipo sistematico, e che già in fase di impostazione dei lavori si abbia la precauzione di realizzare degli schemi geometrici ottimali. pilastro di osservazione di riferimento base di triangolazione figura 8 - schemi di triangolazione a valle di una diga In generale lo schema di triangolazione a valle della diga è fatto in modo che i vertici della triangolazione si trovino in zone che non subiscano le sollecitazioni del carico idrostatico. La conformazione della rete deve prevedere una distribuzione dei vertici in modo che risulti composta da triangoli approssimativamente equilateri, che si inseriscano in uno schema a quadrilateri. Il dimensionamento della rete avverrà attraverso la misura di una o più basi; in genere le basi vengono misurate con precisione geodetica, o mediante i classici dispositivi a fili o nastri di invar, o mediante i distanziometri elettroottici di precisione Conviene sottolineare il fatto che una elevata precisione nella misura delle basi non sarebbe di per sé necessaria per la determinazione degli spostamenti, risulta infatti affetta dallo stesso errore relativo di quello commesso nella misura della base, e quindi un errore di qualche centimetro nella misura di quest'ultima non ha praticamente influenza sulla precisione nella determinazione degli spostamenti. La precisione nella misura delle basi ha invece la funzione di garantire la stabilità dei vertici. Qualora la stabilità dei vertici venga controllata con altri metodi (fili a piombo rovesci, telemisuratori ecc.) si può pertanto procedere alla misura delle basi con minor precisione. I calcoli della triangolazione vanno eseguiti con metodi di compensazione rigorosi in modo da poter ricavare ogni volta l'errore quadratico medio delle coordinate dei vertici. L'errore medio nella determinazione degli spostamenti risulta, nella maggior parte dei casi, di circa 1 mm. 3.2 Uso del collimatore Il principio del metodo, basato sull'uso del collimatore, consiste nella realizzazione di una linea di mira fissa ed invariabile mediante un collimatore ed un apposito segnale posto su due caposaldi alle estremità opposte della diga. Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 205 Lezioni di Topografia figura 9 - collimatore su diga a gravità e su diga ad arco (Fondelli,1991) Ai punti che devono essere tenuti sotto controllo vengono collegati dei segnali che hanno la caratteristica di poter subire delle piccole traslazioni orizzontali rispetto al supporto che li vincola alla struttura. All'inizio delle operazioni di controllo, i centri dei segnali vengono portati in corrispondenza della linea di mira fissa e se ne legge la posizione rispetto al supporto su una scaletta graduata al millimetro, con nonio al decimo di millimetro. Ripetendo l'operazione di allineamento dei segnali con la linea di mira in tempi successivi, si determinano gli spostamenti dei punti controllati come differenza di letture alle scalette graduate. Se il segnale è costruito in maniera opportuna è possibile determinare anche gli spostamenti verticali dei punti controllati. a) b) figura 10 - segnale e collimatore (Galetto,1971) Il metodo di misura degli spostamenti basato sull'uso del collimatore è pertanto un metodo variometrico che ha il vantaggio di fornire direttamente gli spostamenti cercati e che si basa su uno schema di misura estremamente semplice; tuttavia perché sia garantita la buona riuscita delle operazioni di controllo, occorre che siano verificate le ipotesi di partenza e cioè che la linea di mira fissa resti effettivamente invariata nel tempo. Questo implica che i pilastrini sui quali vengono fissati il collimatore ed il segnale di riferimento devono essere dei caposaldi; inoltre le misure di allineamento devono essere fatte seguendo una procedura ben determinata e bisogna accertarsi della stabilità dei pilastrini. L'uso del collimatore è generalmente adottato nel controllo delle dighe in terra o più in generale a gravità, in dighe cioè ad andamento prevalentemente rettilineo e nelle quali il carico idrostatico che grava sulla diga viene trasmesso all'imposta in quantità trascurabile; pertanto collimatore e segnale di riferimento possono essere ubicati in prossimità del coronamento senza pregiudizio per la loro stabilità. Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 206 Lezioni di Topografia mire di riferimento punto controllato collimatore figura 11 Il metodo del collimatore è però usato anche per il controllo delle dighe ad arco, quando la sezione di imposta della diga dà sufficienti garanzie di stabilità; per il controllo degli spostamenti di alcuni punti del coronamento di una diga ad arco, è necessario predisporre più di una linea di mira fissa di riferimento (vedi figura 11), secondo delle direzioni tangenti al coronamento. Quando una delle spalle d'appoggio non offre garanzie di stabilità, si può seguire, in via eccezionale, lo schema d'impianto che prevede l'installazione del collimatore e del segnale di riferimento da uno stesso estremo della diga; in questo modo si ha infatti un decadimento della precisione e pertanto si deve ricorrere ad esso solo in caso di estrema necessità. 3.3 Uso dei distanziometri elettroottici Oltre che per la misura delle basi di triangolazione nel controllo delle dighe, i distanziometri possono essere impiegati secondo schemi nuovi, che sfruttino cioè la loro possibilità di determinare degli spostamenti come variazione di distanze, secondo metodi variometrici. Sia nell'uno che nell'altro caso però, per rimanere nei limiti di errore indicati occorre apportare, alla misura eseguita, delle correzioni che sono funzioni delle condizioni atmosferiche; da un punto di vista rigoroso bisognerebbe conoscere il valore della temperatura e della pressione lungo tutto il percorso del raggio ottico. L'impossibilità di conoscere con esattezza questi dati fa sì che l'errore globale dal quale risulta affetta la misura, possa essere maggiore di quello prevedibile. Per raggiungere veramente delle elevate precisioni dobbiamo pertanto risolvere questi problemi: • eliminazione dell'influenza sulle misure dell'errore dovuto alla struttura interna dello strumento (per gli strumenti nei quali esso è superiore al millimetro); • eliminazione dell'errore dovuto alla non perfetta conoscenza delle condizioni atmosferiche (per entrambi i tipi di strumenti). Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 207 Lezioni di Topografia 3.3.1 Indicazioni di un metodo per l'eliminazione dell'errore dovuto alla precisione intrinseca dello strumento e applicazione del metodo per il controllo delle deformazioni di una diga con criterio variometrico. Per comprendere correttamente il principio del metodo conviene ricordare che, impiegando un distanziometro, la distanza da misurare equivale ad un certo numero intero di lunghezze d'onda, più una certa frazione di lunghezze d'onda; nei distanziometri elettronici la parte equivalente alla frazione di lunghezza d’onda viene ricavata convertendo in termini metrici la differenza tra due letture: una funzione del raggio riflesso da un riflettore interno. E' proprio questa operazione di confronto tra le due letture e la traduzione in equivalente metrico della loro differenza, la causa principale della parte costante dell'errore nella misura della distanza. B' B A C figura 12 Il metodo proposto da A.L. Allan per la misura di una certa base (circa 300 m) con elevata precisione mediante l'impiego del distanziometro Geodimetro, evita il confronto delle letture al riflettore interno ed esterno. Il metodo è il seguente: si voglia misurare la base AB, procedendo come segue: • si dispone il Geodimetro in C (vedi fig.12), un riflettore in A ed uno in B; • si esegue a lettura al riflettore posto in A; • • si collima al riflettore posto in B e lo si sposta sino a dare la stessa lettura che si è ottenuta collimando al riflettore posto in A; il riflettore posto in B passerà quindi nella posizione di B'; si ottiene la misura della distanza AB' mediante una relazione in cui le letture ai riflettori posti in A ed in B' entrano come differenza, e poiché esse sono state prese uguali si annullano e non devono essere convertite nei rispettivi equivalenti metrici. Se invece di spostare il riflettore posto in B, quest'ultimo ed il Geodimetro vengono fissati su due caposaldi, applicando il principio esposto si possono determinare gli spostamenti di un punto a cui venga collegato il riflettore A; il collegamento del riflettore al punto da controllare dovrà essere realizzato in modo da permettere delle piccole traslazioni, misurabili con precisione, lungo l'allineamento AC (ad esempio ruotando il riflettore su un dispositivo a slitta). Da confronti tra i risultati ottenuti mediante il metodo tradizionale della triangolazione con quelli ottenuti applicando il Geodimetro ed il metodo variometrico esposto, si è visto che i risultati sono stati coincidenti su tutti i punti controllati e la precisione dei due metodi uguale, pari a ± 1 mm; ma il tempo richiesto per le operazioni di misura e l'esecuzione dei calcoli è risultato con il metodo geodimetrico di quindici volte più breve. Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 208 Lezioni di Topografia 3.3.2 Indicazione di un metodo per l'eliminazione dell'errore dovuto alla non perfetta conoscenza delle condizioni atmosferiche. Supponiamo ora di disporre di uno strumento di elevata sensibilità, in cui l'errore dovuto al metodo di misura dello sfasamento sia contenuto nei limiti di un millimetro, e vediamo come si possono evitare, per la misura degli spostamenti di punti di grossi manufatti, gli errori dovuti alla non perfetta conoscenza delle condizioni atmosferiche. Esponiamo qui di seguito il principio su cui si basa un interessante metodo realizzato per la determinazione delle deformazioni di una diga. Supponiamo di dover controllare gli spostamenti di una serie di punti di una struttura e di disporre di due caposaldi uno dei quali ubicato in prossimità dei punti da controllare (vedi fig.13); supponiamo inoltre che le condizioni atmosferiche, pur potendo variare nel tempo, siano abbastanza omogenee nell'area in cui sono compresi i caposaldi e la struttura sotto controllo. figura 13 In tal caso si può fare l'ipotesi che le condizioni ambientali influenzino allo stesso modo la misura delle distanze tra il punto di stazione del distanziometro, posto su un caposaldo, ed i punti sotto controllo, e la misura della distanza tra il punto di stazione del distanziometro ed il secondo caposaldo (quello posto in prossimità dei punti da controllare). Ogni volta che viene effettuata la misura della distanza dei punti sotto controllo, si esegue anche la misura della distanza tra i due caposaldi; poiché in realtà tale distanza rimane invariata (non si trascurerà però di accertarsene con i soliti dispositivi), la differenza che può registrarsi in tempi successivi è da imputarsi al cambiamento delle condizioni atmosferiche. In funzione della variazione della misura di questa distanza, vengono corrette le misure delle distanze dei punti sotto controllo. In questo modo si evita di dover conoscere, sia al ciclo iniziale delle misure che ai successivi, la distanza tra il caposaldo su cui è posto il distanziometro ed i punti sotto controllo, con la stessa precisione con la quale devono essere determinati gli spostamenti. Infatti in ogni ciclo di misure le condizioni atmosferiche influenzano in modo diverso le distanze rilevate; ma queste ultime, mediante la ripetizione della misura della distanza al caposaldo di riferimento, verranno riportate al valore che si sarebbe determinato in condizioni atmosferiche uguali a quelle che si avevano quando è stato effettuato il primo ciclo di misure; e pertanto gli spostamenti dei punti vengono ricavati come differenze di distanze affette da un errore costante, in quanto misurate in un ambiente stabile nel tempo. Capitolo VI - La tecnica topografica nei collaudi e controlli di grandi strutture pagina 209