Presentazione Fassbinder

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Presentazione Fassbinder
Motus&Fassbinder
Quando l'amore è più freddo della morte
Dopo Pasolini, l’ultimo e disperato Pasolini di Petrolio e Salò, abbiamo deciso di dover continuare,
con la stessa urgenza, a ri-percorrere un passato che si fa sempre più recente, basta solo un
piccolo sguardo indietro, verso quel rimosso della storia che in Europa continua a venir
pacificamente edulcorato, ancor più dopo la caduta del Muro.
Si è inaugurata l’età dei crolli, per citare il bel libro di Marco Belpoliti, ed è dal caos di immondizie e
macerie che chiude L’Ospite, - un dopo bomba - che guardiamo ancora l’oggi.
In tutta l’opera di Fassbinder si percepiscono gli echi dei bombardamenti della seconda guerra
mondiale, che risuonano nelle macerie del muro di Berlino e si propagano con il fragore delle Torri
gemelle: il crollo che tutti abbiamo visto in tempo reale. Alla televisione. E questo fragore è al
centro di tutto il lavoro su Fassbinder. Un rumore indistinto da cui ogni tanto giunge il frammento di
qualche melodia, di qualche canzonetta suonata da un vecchio giradischi... e lascia intravedere
una coppia lontana che balla...
Partendo dal presupposto che Hitler non è così lontano, come lo spettro del nazismo e della
epurazione razziale... («Hitler è sopravissuto» veniva detto anche in Twin Rooms...), diamo avvio
ad un nuovo progetto che va a scavare dentro una serie di scomodi rimossi. Basta fare una
semplice ricerca in internet per accorgersi con orrore di quante migliaia di siti neo-nazisti esistono
al mondo, in cui è possibile acquistare on-line icone, bandiere, musiche ed ambigua oggettistica...
un mercato immenso che si incrocia con quello sado-maso e degli snuff-movies...
Inizialmente intendevamo lavorare ad una tematica di più lungo respiro sull’adolescenza,
gettandoci a capofitto nel contemporaneo, ci siamo poi resi conto di avere ancora bisogno di
tempo, di voler approfondire la nostra ricognizione fra le immagini e le parole di quegli autori che fra gli anni Sessanta e gli Ottanta - hanno determinato le nostre stesse scelte artistiche.
Abbiamo rinviamo al 2007 X (Ics), il progetto sull’adolescenza nelle periferie urbane italiane ed
europee, un progetto articolato che non si esaurirà solo nella messa in scena di uno spettacolo,
ma di più eventi, dalla performance all’installazione, dal teatro al cinema.
Con il progetto dedicato a Fassbinder torniamo in campo per continuare a confrontarci con autori
che hanno tanto a che fare con quello che sta succedendo qui ed ora, con i piccoli episodi di
fascismo quotidiano che tutti subiamo nella più assoluta noncuranza. Nel silenzio. Sottovetro.
Come animali da laboratorio.
Fassbinder, che ha sempre indagato le dinamiche servo-padrone ed i sottili meccanismi di
condizionamento, era dunque inevitabile, come ineluttabile era entrare nell’immaginario straziante
del suo universo filmico.
Riscrivere un autore, introdursi nel suo mondo, dialogare con il fantasma che, come Pasolini,
assume vesti e ruoli sempre diversi, (drammaturgo, attore, regista, cineasta...) è ancora
intraprendere un viaggio, un altro itinerario tortuoso e colmo di imprevisti, che esige tempo e non si
può esaurire in un unico spettacolo.
Entrando nello specifico di Fassbinder abbiamo “isolato” due anime nella sua opera, una più
“politica” e legata al tema del potere e dell’intolleranza, e l’altra più “melodrammatica” e ricercata,
che affonda le radici nell’immaginario del suo grande “maestro” di cinema, Douglas Sirk..
Di riflesso ne deriviamo due forme teatrali - una Aperta ed una Chiusa - dai diversi riferimenti
testuali, anche se sottilmente interconnesse.
Il progetto Aperto, che intitoliamo al suo avvio Piccoli Episodi di Fascismo Quotidiano, è sviluppato
per episodi/eventi unici, è liberamente ispirato all’anomalo testo teatrale-cinematografico Preparadise Sorry Now (1969) rimarrà continuamente in balia di trasformazioni ed adattamenti alle
contaminazioni sollecitate da luoghi e persone incontrati lungo il percorso nomade, che ci vedrà
coinvolti in una lunga serie di residenze.
Quello Chiuso, è invece legato alla messa in scena di Rumore Rosa [*] uno spettacolo
rigorosamente al femminile, che trae ispirazione da Le lacrime amare di Petra Von Kant ancora per
andare altrove, per spostarci oltre le parole del testo e giungere a una partitura sonora, fatta di
evocazioni acustiche anche di altre estreme figure femminili, dalla indifesa Marta sino alla
disperata Elvira di Un anno con tredici lune...
Lo spettacolo è interpretato da tre attrici Emanuela Villagrossi, Nicoletta Fabbri e Silvia Calderoni.
[*] Rumore rosa, è l’appellativo dato alle frequenze artificiali che i tecnici del suono utilizzano per evidenziare
la curva di equalizzazione ottimale in un ambiente destinato a ospitare una performance musicale. È così
detto in contrapposizione al rumore bianco. È rumore privo di periodicità e che contiene frequenze di tutto lo
spettro sonoro ma, diversamente dal rumore bianco, ad ampiezza maggiore alle basse frequenze e minore
alle frequenze alte, in modo da adattarsi alla sensibilità dell’orecchio umano, che è meno sensibile alle
frequenze inferiori.