sussidi alle fonti fossili

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sussidi alle fonti fossili
SUSSIDI ALLE FONTI FOSSILI
A cura di Federica Coggiola, tirocinante presso Fondazione Telios
Torino, febbraio 2016
Perché questo report ?
E’ proprio la drammatica crisi climatica che stiamo vivendo a comunicarci che dobbiamo cambiare rotta.
Ognuno può avere opinioni diverse a riguardo ma quando è la natura a metterci in guardia, allora li è
evidente, non possiamo negarlo! Ciascun danno fatto all’ambiente è un danno fatto all’umanità stessa e
perciò ci si ritorce contro, come afferma Papa Francesco nella sua enciclica sui cambiamenti climatici.1 Le
emissioni di gas-serra, in particolare la CO2, dovute alla combustione delle fonti fossili, sono la causa
principale dell’effetto serra che provoca il riscaldamento globale. Per questo motivo sono argomenti come
quello sui sussidi alle fonti fossili su cui bisogna dibattere, senza fermarsi a delle mere cifre.
Questo report ha come obiettivo quello di studiare i finanziamenti delle fonti fossili a livello globale,
europeo ma soprattutto italiano. Prendendo spunto da un articolo di Naomi Oreskes , professoressa di
storia della scienza e affiliated professor di scienze della terra e planetarie alla Harvard University,
pubblicato su “Le Scienze” nel mese di gennaio 2016, abbiamo cercato di fare luce sulla ripartizione dei
sussidi diretti e indiretti. Naomi Oreskes scrive che secondo il Fondo monetario internazionale nel 2015 la
spesa per i sussidi ai combustibili fossili sarà di 5300 miliardi di dollari ed è proprio da questa affermazione
che nasce il nostro desiderio di individuare nello specifico la ripartizione di questa enorme somma di
denaro.
REPORT del FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE
TIPOLOGIE DI SUSSIDI
La nostra analisi dei sussidi alle fonti fossili è partita dal Report datato 2015 del Fondo Monetario
internazionale “How large are global energy subsidies?” 2 ( “Quanto sono grandi le sovvenzioni globali
all’energia”?), che è stata la nostra fonte primaria.
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http://speciali.espresso.repubblica.it/pdf/laudato_si.pdf
http://www.imf.org/external/pubs/ft/wp/2015/wp15105.pdf
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Il primo punto chiave è la definizione di sussidio.
I sussidi al lordo delle imposte di consumo nascono quando il prezzo pagato dal consumatore (azienda o
abitazione) è inferiore al costo di fornitura dell’energia.
I sussidi al netto delle imposte di consumo nascono quando il prezzo pagato dal consumatore è inferiore al
costo di fornitura dell’energia più una tassa che riflette il danno ambientale e una tassa aggiunta sul
consumo. Solitamente questi ultimi sono più diffusi.
I sussidi inoltre si dividono tra quelli ai consumatori e quelli ai produttori. I sussidi ai consumatori nascono
quando il prezzo pagato dai consumatori è inferiore al prezzo di riferimento.
I sussidi ai produttori esistono invece quando essi ricevono supporti diretti o indiretti che aumentano la
profittabilità. Questo supporto può avere molte forme, tra cui ricevere un prezzo per gli output, ovvero
l’energia prodotta, superiore al costo di fornitura, oppure pagare un prezzo per gli input, cioè per i fattori
produttivi, inferiore al costo di fornitura o ricevere un trattamento preferenziale per quanto riguarda le
tasse.
FONTI DEI DATI
I dati per stimare i sussidi globali all’energia sono presi da numerose fonti, tra cui i dati sul consumo di
energia da International Energy Agency (IEA) e da Energy Information Administration (EIA), sulla
produzione di energia da IEA, i prezzi del carburante e dell’elettricità da IEA e dal Fondo Monetario
Internazionale (FMI), le stime sui sussidi ai produttori da Organisation for Economic Co-operation and
Development (OECD) , le stime dei sussidi all’elettricità da FMI e World Bank e le stime dei sussidi ai
combustibili fossili da IEA, le stime macroeconomiche e le previsioni da World Economic Outlook (WEO), le
stime sulla tassazione dell'energia correttiva dal FMI, il database dell’Iva del FMI, le previsioni dei prezzi del
petrolio, carbone e gas naturali dal FMI e i dati sul prezzo internazionale del carburante da IEA.
IEA3: L'Agenzia internazionale dell'energia è un'organizzazione internazionale intergovernativa. Lo scopo
dell'agenzia è quello di facilitare il coordinamento delle politiche energetiche dei paesi membri.
EIA4: E’ un’agenzia statistica statunitense che si occupa di raccogliere e analizzare le informazioni che
riguardano l’energia.
FMI5: E’ un’organizzazione composta dai governi nazionali di 188 paesi e insieme al gruppo della Banca
Mondiale fa parte delle organizzazioni internazionali.
OECD6: Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in italiano OCSE, è un’organizzazione
internazionale per gli studi economici dei paesi membri , paesi sviluppati aventi un’economia di mercato.
WEO7: E’ un’indagine condotta e pubblicata dal FMI. Essa è pubblicata ogni due anni e contiene previsioni
macroeconomiche per il futuro.
3
https://it.wikipedia.org/wiki/Agenzia_internazionale_dell%27energia
https://en.wikipedia.org/wiki/Energy_Information_Administration
5
https://en.wikipedia.org/wiki/International_Monetary_Fund
6
https://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_per_la_cooperazione_e_lo_sviluppo_economico
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https://en.wikipedia.org/wiki/World_Economic_Outlook
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UNA FOTOGRAFIA GLOBALE
Le stime dei sussidi al lordo e al netto delle tasse dal 2011 al 2013 vengono espressi sia in dollari sia come
una percentuale del PIL globale.
I sussidi al lordo delle tasse erano 0,7 % del PIL globale nel 2011 e nel 2013, e si prevede che scendano a 0.4
% del PIL globale nel 2015. E’ invece impressionante l’aumento dei sussidi al netto delle tasse, che sono
otto volte la quantità dei sussidi al lordo delle tasse nel 2011 e sedici volte nel 2015. Infatti, nonostante il
calo dei prezzi internazionali dell’energia, i sussidi al netto delle tasse sono rimasti alti, il 5,8 % del PIL
globale (4200 miliardi) nel 2011, il 6.5 % (4900 miliardi ) nel 2013 e addirittura 6.5% (5300 miliardi) nel
2015. La ragione principale è l’aumento del consumo dell’energia, in particolare per il carbone. Un’altra
scioccante scoperta è che la stima dei sussidi al netto delle tasse per il 2011 è molto più alta rispetto alle
stime che erano state fatte precedentemente.
LA DIVISIONE PER PRODOTTI ENERGETICI E COMPONENTI
La figura 5 (vedi grafico) mostra la divisione per prodotto energetico dei sussidi al lordo e al netto delle
tasse nel 2011, nel 2013 e nel 2015. La figura 6 si focalizza sul 2013 e sui cinque componenti dei sussidi al
netto delle tasse.
Il GDP (gross domestic product ) corrisponde al nostro PIL (prodotto interno lordo)
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Nel 2013, per i sussidi al lordo delle imposte, i sussidi al petrolio sono i più numerosi (0.34% del PIL globale),
seguiti dall’elettricità (0.23%) e dai gas naturali (0.16%), i sussidi al carbone sono inferiori (0.01%). Si
prevede che tutti i sussidi al lordo delle tasse diminuiranno nel 2015, i sussidi per il petrolio scenderanno al
0.17 % del PIL globale, secondo le previsioni del FMI.
Più interessante è la suddivisione per quanto riguarda i sussidi al netto delle imposte, dove si vede che il
carbone la fa da padrone, con un sussidio che da solo rappresenta il 3% del PIL globale nel 2011 e si
prevede che cresca fino al 3.9% nel 2015. Il carbone è tra l’altro il prodotto più inquinante, oltre a essere
produttivo di gas-serra (CO2) al pari degli altri combustibili fossili, e ancora nessun paese ha imposto delle
tasse significative sull’uso di questo!
Il petrolio è il secondo prodotto maggiormente sussidiato con la previsione che i sussidi rimarranno l’1.8%
del PIL globale nel 2015 nonostante l’abbassamento del prezzo del petrolio. Esso è seguito dal gas naturale,
poiché il gas naturale è un carburante relativamente “pulito” dal punto di vista dell’inquinamento, il
sussidio è solo circa un terzo di quello per il petrolio. L’ultima è l’elettricità prodotta da combustione di
fonti fossili, per la quale si prevede che i sussidi siano solo lo 0.2 % del PIL globale nel 2015.
Tuttavia questo tipo di sussidi, trattati nel report del FMI, sono sussidi indiretti al consumo di energia, in
quanto gli utilizzatori finali di energia godono di prezzi più bassi e che non tengono conto di tutte le
esternalità negative collegate all’utilizzo delle fonti energetiche. Quindi la maggior parte dei sussidi nasce
dal fatto che i paesi impongono tasse sull’energia inferiori a livelli che riflettono pienamente il danno
ambientale.
Per questo, per quanto riguarda la composizione dei sussidi indiretti, ovvero le esternalità negative di cui i
prezzi non tengono conto, al netto delle imposte per tutti i prodotti energetici (figura 6), la componente più
grande è l’inquinamento dell’aria (46%), seguito dal riscaldamento globale (22.3%) e da altre esternalità
domestiche(12.9%).
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Dando uno sguardo più approfondito alla composizione dei sussidi, al netto delle tasse, ai singoli prodotti
(figura 6), per il carbone (il combustibile con i sussidi più alti) circa tre quarti dei sussidi al netto delle
imposte derivano dalla difficoltà di addebitare pienamente l’inquinamento dell’aria a livello locale e per un
quarto dall’ assenza di una tassa addizionale per il riscaldamento globale. Per il petrolio, le congestioni e gli
incidenti e i danni alle strade contribuiscono maggiormente (39%) ai sussidi al netto sebbene anche gli altri
componenti contribuiscono significativamente: sussidi al lordo (17%), riscaldamento globale (13%),
l’inquinamento dell’aria (18%) e la riduzione delle entrate per le tasse sul consumo (14%). Per i gas naturali,
il componente principale è il riscaldamento globale (53%), seguito dai sussidi al lordo delle imposte (26%) e
dalla riduzione delle tasse sul consumo(10%). Per l’elettricità, i sussidi al lordo delle tasse sono due terzi dei
sussidi al netto delle tasse.
Come si misurano le esternalità negative?
Alcuni costi dell’uso dei combustibili fossili sono
noti, come per esempio il costo dell’estrazione
oppure del trasporto. Altri costi invece sono
nascosti come i problemi di salute causati
dall’inquinamento dell’aria o la degradazione
ambientale dovuta al riscaldamento globale, la
pioggia acida o l’inquinamento dell’acqua.
Questi costi nascosti vengono calcolati
L'aumento della temperatura del nostro pianeta è oramai un dato di
attraverso indicatori che valutano le emissioni
fatto
di gas nocivi. Per quanto riguarda il
riscaldamento globale, tra i gas emessi con la combustione delle fonti fossili, il più significativo è l’anidride
carbonica (CO2), principale gas-serra, ma anche il metano e l’ossido di azoto. Gli scienziati predicono che se
il livello di anidride carbonica continuerà ad aumentare, il pianeta diventerà più caldo negli anni a venire, il
livello del mare si alzerà e lo scioglimento dei ghiacci polari potrebbe causare inondazioni delle coste.
Anche l’inquinamento dell’aria è prodotto dalla combustione delle fonti fossili: anidride carbonica, ossido di
azoto, ossido di zolfo, idrocarburi, il particolato (PM10, PM2.5). Inoltre, l’ossido di azoto e gli idrocarburi
possono unirsi per formare l’ozono troposferico, il principale componente dello smog. Per quanto riguarda
l’impatto a livello locale, si fa riferimento all’inquinamento dell’acqua e della terra.8
DIVISIONE PER AREE GEOGRAFICHE
La figura 7 mostra la divisione per aree geografiche dei sussidi all’energia nel 2013, sia in dollari che come
percentuale del PIL regionale. I numeri assoluti mostrano che la divisione sembra diversa a seconda di come
definiamo i sussidi. Focalizzandoci sui sussidi al lordo delle tasse, la regione MENAP (Medio Oriente, Nord
Africa, Afghanistan e Pakistan) dove i prezzi del petrolio sono spesso regolati, conta il 47% dei sussidi, l’Asia
emergente e in via di sviluppo il 18% e le economie avanzate solo il 4%. Ma con una definizione più ampia
di sussidi al netto delle imposte, l’Asia emergente e in via di sviluppo conta il più alto tasso di sussidi (circa
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http://www.ucsusa.org/clean_energy/our-energy-choices/coal-and-other-fossil-fuels/the-hidden-cost-of-fossil.html
5
metà) seguito dalle economie avanzate (circa un quarto), sottolineando che la riforma del prezzo
dell’energia è una questione importante per tutti i paesi. Ciononostante, quando sono espressi in relazione
al PIL regionale, i paesi avanzati (nei quali le tasse sull’energia sono spesso più alte e i tassi di emissioni
inquinanti sono relativamente bassi) hanno i sussidi al netto delle tasse più bassi.
Al contrario, i sussidi al netto delle tasse sono tra il 13-18 % del PIL regionale in MENAP, in CIS (Comunità
degli stati indipendenti: Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Moldova, Russia,
Tagikistan, Uzbekistan) e nell’Asia emergente e in via di sviluppo.
RAPPORTO dell’OECD
Leggendo la pubblicazione di ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia, lo Sviluppo
economico e sostenibile) “Sussidi alle fonti fossili: a chi e perché?” 9, troviamo un riferimento all’organismo
dell’OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development ) e al suo rapporto pubblicato
nell’ottobre 2011. Questo rapporto, intitolato “Inventory of Estimated Budgetary Support and Tax
Expenditures for Fossil Fuels “10, contiene una raccolta di oltre 250 misure di sostegno budgetario e di
9
http://www.enea.it/it/pubblicazioni/pdf-eai/gennaio-febbraio2012/a-sussidicombustibilifossili.pdf
http://www.oecd.org/site/tadffss/48805150.pdf
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agevolazione fiscale in vigore sia per quanto riguarda la produzione che per quanto riguarda il consumo. Le
varie tipologie di sussidi sono analizzate per i paesi che hanno un maggior peso economico a livello
mondiale ed europeo.
Analizziamo i seguenti paesi a livello mondiale:
STATI UNITI: per quando riguarda questo paese, facendo riferimento al periodo 2008-2010, i sussidi
maggiori sono a favore del gas naturale, poi del petrolio e infine del carbone. Per quanto riguarda i
beneficiari, essi sono principalmente i produttori di energia, seguono i consumatori e infine i servizi
generali di supporto.
GIAPPONE: facendo riferimento ai dati del 2008-2010, la stragrande maggioranza delle agevolazioni vanno
a sussidiare il petrolio mentre solo una piccola parte finanzia il gas naturale. I sussidi derivano
principalmente dai servizi generali di supporto, un’altra grande fetta è destinata ai produttori e infine
pochissimi sussidi ai consumatori.
AUSTRALIA: nel 2008-2010, la maggior parte dei sussidi sono destinati al petrolio e solo in quantità molto
limitata al carbone e al gas naturale. Questi sono destinati principalmente ai consumatori di energia e una
percentuale più ridotta ai produttori.
CANADA: sempre nel periodo che va dal 2008 al 2010, la maggior parte dei sussidi è destinata al petrolio e
solo una fetta più ridotta al gas naturale. Tutti i sussidi sono agevolazioni fiscali fatte ai consumatori mentre
non abbiamo cifre per quanto riguarda i produttori e i servizi generali di supporto.
Sempre con riferimento ai dati del 2008-2010 del report dell’OECD, analizziamo i seguenti paesi europei:
BELGIO: la maggior parte dei sussidi sono destinati al petrolio e solo una parte limitata al gas naturale. I
beneficiari sono solo esclusivamente i consumatori.
FRANCIA: anche qui la maggior parte delle agevolazioni riguardano il petrolio mentre una parte più ridotta
il gas naturale. Queste agevolazioni sono principalmente rivolte ai consumatori e solo una piccola fetta ai
produttori.
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GERMANIA: in questo paese il combustibile maggiormente sussidiato è il carbone, in seguito il petrolio e
infine il gas naturale. Più della metà dei finanziamenti vanno ai consumatori, mentre la quota rimanente
viene divisa tra i produttori e i servizi generali di supporto, quest’ultima più ridotta.
UNGHERIA: la sovvenzione più sostanziosa è data al gas naturale mentre a seguire ci sono petrolio e
carbone. I principali beneficiari dei finanziamenti sono i consumatori mentre solo una percentuale ridotta è
destinata ai produttori
IRLANDA : in questo paese tutti contributi sono destinati ai produttori di energia.
PAESI BASSI: per quando riguarda i combustibili la maggior parte dei sussidi sono destinati al petrolio
mentre una percentuale inferiore al gas naturale. I beneficiari sono esclusivamente i consumatori di
energia.
NORVEGIA: anche in questo paese la maggior parte dei sussidi vanno al petrolio mentre solo una piccola
parte è destinata al gas naturale. Le sovvenzioni sono destinate principalmente ai consumatori e
successivamente ai servizi generali di supporto.
POLONIA: in questo paese il carbone raccoglie circa tre quarti dei finanziamenti, mentre un quarto sono
destinati al petrolio. I sussidiati in questo caso sono in primis i produttori, poi i consumatori e infine i servizi
di supporto generale.
SPAGNA: più della metà delle agevolazioni sono fatte a favore al petrolio mentre la restante parte al
carbone. Si sussidiano per quasi tre quarti i consumatori e la restate somma è divisa equamente tra
produttori e servizi generali di supporto.
SVEZIA: la maggiora parte dei sussidi, circa tre quarti, sono destinati al petrolio, poi in percentuale più
ridotta al carbone e infine al gas naturale. I beneficiari sono interamente i consumatori di energia.
TURCHIA: più della metà dei finanziamenti vanno al petrolio mentre la restante parte è destinata al
carbone. I consumatori ricevono poco più della metà dei sussidi e i produttori la rimanente quota.
REGNO UNITO: viene finanziato principalmente il gas naturale e a seguire il petrolio e il carbone,
quest’ultimo rappresenta una parte molto ridotta. I principali destinatari sono i consumatori mentre una
parte meno corposa è rappresentata dai produttori e dai servizi generali di supporto.
ITALIA: per quanto riguarda il nostro paese, il principale combustibile fossile a ricevere agevolazioni fiscali è
il petrolio seguito dal gas naturale, mentre i beneficiari sono principalmente i consumatori.
Tuttavia per quanto riguarda l’Italia abbiamo analizzato in modo più dettagliato le tipologie di sussidi.
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SITUAZIONE IN ITALIA
Secondo l’elenco pubblicato dall’OECD nel 2011, il panorama
italiano è il seguente:
SUSSIDI AI PRODUTTORI
•
Soglie esenti da royalty (i dati non sono disponibili)
Il regime delle royalties in Italia è esposto in una legge
che fu adottata nel novembre 1996 (Decreto legge
No.625) ma i tassi sono stati recentemente aumentati
per la produzione sulla terra ferma (gennaio 2009).
L’aumento delle entrate così raccolte servono per finanziare una riduzione dei prezzi del carburante
per quei consumatori che vivono in quelle aree in cui avvengono le estrazione di petrolio e gas.
Tuttavia, la cornice delle royalties rimane caratterizzata da tassi più bassi applicabili alla produzione
in alto mare. Questo atto del 1996 fornisce anche uno sgravio fiscale per le prime 20 000 tonnellate
di petrolio prodotto per anno sulla costa (50 000 tonnellate in caso di produzione in mare aperto).
Una previsione simile è applicata ai gas naturali per i primi 25 milioni di metri cubi. Questo tipo di
sussidio lo ritroviamo anche in un report di Legambiente11 che vedremo in seguito.
SUSSIDI AI CONSUMATORI
Come appare anche dal documento di Legambiente, le voci di riduzione o detrazione delle accise
che compaiono nel Bilancio dello Stato sono numerose. Questa tipologia di sussidi coinvolge
l’utilizzo dei combustibili fossili in vari settori, che vanno dal trasporto aereo, all’uso per il
riscaldamento e all’utilizzo come combustibili.
•
Esenzioni dalla tassa sul carburante per la navigazione (dati del 2010)
Questa disposizione esenta l’uso del carburante per la navigazione dall’accisa che è normalmente
riscossa sui prodotti petroliferi. Questo è applicato specificatamente per il trasposto di merci e
passeggeri lungo vie d’acqua nazionali e all’interno delle acque dell’UE. La misura comprende anche
l’uso del carbone nei settori della pesca.
•
Riduzione della tassa sul carburante per il trasporto ferroviario (dati per il 2010)
Il trasporto ferroviario in Italia beneficia di una riduzione del 70% dell’accisa che normalmente è
applicata alle vendite del diesel.
11
http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/stopsussidifossili2015_def_1.pdf
9
•
Agevolazioni fiscali per l’agricoltura (dati del 2010)
I settori dell’agricoltura, dell’orticultura, della silvicoltura e dell’acquacoltura in Italia beneficiano di
una riduzione dell’accisa per l’uso della benzina e del diesel. La riduzione rispetto al tasso di
riferimento vale 78% per il diesel e 52% per la benzina.
I dati dai bilanci dell’IEA per i settori dell’agricoltura e della selvicoltura indicano che l’uso del diesel
riduce quello della benzina, con quest’ultima che conta meno dell’1% dell’uso totale dell’energia.
Per questa ragione, allochiamo la misura interamente al diesel.
•
Sgravi fiscali per il trasposto pubblico (dati del 2010)
Questa misura fornisce al trasporto pubblico in Italia una riduzione del 60% dell’accisa
normalmente applicata alle vendite dei prodotti petroliferi. La riduzione viene anche applicata in
alcuni casi al trasferimento in nave quando il trasporto via terra non è disponibile. Il trasporto
ferroviario è tuttavia escluso.
•
Sgravi fiscali per le ambulanze (dati del 2010)
Questa previsione garantisce alle ambulanze che forniscono il primo soccorso o assistenza una
riduzione del 60% delle accise applicate alle vendite dei prodotti petroliferi.
•
Sgravi fiscali per certi consumatori di GPL (dati non disponibili)
L’uso del GPL in alcuni impianti industriali e autobus usati per il trasporto pubblico è soggetto a una
riduzione del 90% dell’accisa applicata alla vendita dei prodotti petroliferi.
•
Sgravi fiscali per aziende di autotrasporti ( dati del 2010)
Le aziende di autotrasporti che operano in Italia possono ottenere rimborsi parziali della somma
dell’accisa pagata per l’acquisto di combustibile. I rimborsi di solito corrispondono a una somma
fissa di carburante. In particolare nel report di Legambiente si ritrovano i seguenti punti: la prima
voce di sussidi riguarda diversi fondi e sconti al settore dell’autotrasporto, in questo pacchetto
rientrano anche fondi diretti al sostenimento del settore e sconti su pedaggi autostradali. La
seconda voce riguarda le esenzioni dall’accisa sul gasolio impiegato come carburante per
l’autotrasporto merci.
•
Sgravi fiscali per consumatori industriali di gas naturale (dati del 2010)
Grandi consumatori industriali di gas naturale possono beneficiare di una riduzione dell’accisa
solitamente imposta sulle vendite del gas naturale. Questa riduzione equivale al 60% ed è applicata
a quei consumatori i cui volumi di consumo eccedono 1,2 milioni di metri cubi all’anno.
10
•
Sgravi fiscali per i consumatori che vivono in aree svantaggiate (dati del 2010)
Questa fornitura dà beneficio ai consumatori di combustibili che vivono in aree povere e arretrate
dove il consumo dei gas naturali può creare condizioni di vita migliori. Gli sgravi sono forniti
attraverso una serie di riduzioni delle accise che si applicano normalmente alle vendite dei prodotti
petroliferi.
Tuttavia questo elenco contenente le misure di sostegno ai produttori e ai consumatori non fa alcun
riferimento al CIP6 del 1992 ed è per questo motivo che andremo ad analizzare questo provvedimento.
CIP 6/92
Che cos’è?
Il CIP6 è una delibera del Comitato interministeriale dei prezzi adottata il 29 aprile 1992 (pubblicata sulla
Gazzetta Ufficiale n. 109 del 12 maggio 1992) a seguito della legge n. 9 del 1991, con cui sono stabiliti prezzi
incentivati per l'energia elettrica prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili e "assimilate".12
La dizione "assimilate" fu aggiunta alla previsione originaria in sede di approvazione del provvedimento per
includere fonti di vario tipo, non previste espressamente dalla normativa europea in materia. Per impianti
alimentati da fonti assimilati si intendono quegli impianti che funzionano attraverso combustioni di fonti
fossili. Sono considerati impianti alimentati da fonti assimilate (fonti fossili)13:
- gli impianti in cogenerazione
- gli impianti che utilizzano calore di risulta, fumi di scarico e altre forme di energia recuperabile in processi
e impianti
- gli impianti che usano gli scarti di lavorazione e/o di processi industriali
- gli impianti che utilizzano fonti fossili prodotte solo da giacimenti minori isolati.
12
13
https://it.wikipedia.org/wiki/CIP6
http://www.educambiente.tv/Cip6.html
11
In conseguenza della delibera "CIP6", chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate ha
diritto a rivenderla al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) a un prezzo superiore a quello di mercato .I costi
di tale incentivo vengono finanziati mediante un sovrapprezzo del costo dell'energia elettrica, che viene
addebitato direttamente ai consumatori finali nel conteggio di tutte le bollette.
Si tratta quindi di un sussidio effettivo alle fonti fossili, mascherato sotto la dicitura “assimilate”!
I dati
Facendo riferimento alla relazione pubblicata a luglio 2015 dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas,
analizziamo in particolare i dati delle fonti assimilate. Ci sono tre componenti:
-la prima componente è data dalla differenza tra i costi sostenuti da GSE per il ritiro dell’energia elettrica
CIP6, secondo le modalità definite dal medesimo provvedimento, e i ricavi ottenuti da GSE per la rivendita
della medesima energia sul mercato. Nel 2014 il costo netto per 0,41 miliardi di euro è da attribuire alle
fonti assimilate (9 TWh). Tale costo è posto a carico della componente tariffaria A3 della bolletta.
-la seconda componente deriva dai prezzi di cessione dell’energia elettrica CIP6 che vengono aggiornati a
seguito di modifiche normative che comportino maggiori costi o costi aggiuntivi. Gli oneri
complessivamente riconosciuti fino al 2009 sono pari a 427 milioni di euro, invece nel 2015 vengono
riconosciuti gli oneri relativi alla produzione del 2013 stimabili di circa 45 milioni di euro
-la terza componente deriva dai costi derivati della risoluzione anticipata delle convenzioni CIP 6.
ALTRE FORME DI SUSSIDI
Dopo le forme di sussidio che troviamo nell’elenco dell’OECD, altre forme sono state prese in
considerazione dal citato report di Legambiente del 2015 intitolato “Stop sussidi alle fonti fossili”, che ha
individuato circa 14,7 miliardi di euro per anno di sussidi alle fonti fossili tra diretti e indiretti.
Per quanto riguarda quelli che il FMI definisce sussidi ai consumatori, abbiamo le seguenti voci:
•
sussidi al trasporto che sono già stati citati nel paragrafo precedente
•
sussidi attraverso il cosiddetto servizio di interrompibilità: è un servizio reso dagli utilizzatori finali
di energia elettrica all’operatore del sistema di trasmissione che serve per garantire la sicurezza e
evitare black-out. Questo servizio prevede la disponibilità da parte di alcune aziende che fanno
richiesta, a subire interruzioni nella fornitura di energia elettrica, in caso di necessità da parte del
gestore
•
esenzioni e riduzioni di cui abbiamo già parlato
Invece per quanto concerne i sussidi ai produttori, in Italia troviamo i seguenti strumenti di finanziamento:
•
CIP6 a cui abbiamo dedicato il paragrafo precedente
12
•
elusione nelle reti interne di utenza: un sussidio per le centrali da fonti fossili è stato evidenziato
nel 2013 dall’allora amministratore delegatori Enel, Fulvio Conti, che denunciò un’elusione di
tassazione da parte delle Reti Interne di Utenza di fabbriche, centrali, impianti siderurgici e
raffinerie che producono energia elettrica
•
sussidi per centrali da fonti fossili nelle isole minori: tra i sussidi ci sono anche gli extra costi per le
isole minori (la componente UC4). I proventi della componente UC4 vengono date alle imprese
elettriche presenti in 12 isole con l’obiettivo di copertura degli scostamenti tra costi e ricavi effettivi
relativi sia ai costi di distribuzione e misura che ai costi di produzione di energia elettrica nelle isole.
A questi proventi va aggiunta un’altra cospicua somma destinata a isole non interconnesse e gestite
da Enel Produzione.
Questo sistema di sussidi, seppur nato per principi a suo tempo condivisibili, è diventato poi un
ostacolo all’innovazione e un modo per tenere in vita centrali vecchie e inquinanti.
•
sussidi e esenzioni per le imprese energivore: nelle bollette troviamo sussidi indiretti alle fonti
fossili e in questo caso si tratta di sconti applicati ai grandi consumatori di energia, invece di
premiare efficienza e risparmio. Un esempio è appunto il sussidio a favore delle cosiddette
“aziende energivore”, identificate dal Decreto del 5 aprile 2013, come quelle caratterizzate da un
consumo annuo superiore ai 2,4 GWh di energia elettrica e un indice di intensità energetica
superiore al 2%. In questo modo le aziende energivore non sono incentivate a ridurre il consumo di
energia.
•
sussidi alla trivellazione di cui abbiamo già parlato nel documento dell’OECD.
•
finanziamenti a progetti internazionali: l’Italia ha contribuito a finanziamenti pubblici internazionali
per la produzione di combustibili fossili, attraverso partecipazioni e acquisizioni in società
petrolifere e gasiere, attraverso le sue azioni nelle banche multilaterali e inoltre ha investito in
ricerche.
1
2
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4
5
6
7
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9
VOCI
Sussidi al trasporto
Centrali da fonti fossili (Cip6)
RIU impianti da fonti fossili
Centrali nelle isole minori
Imprese energivore
Servizio interrompibilità
Trivellazioni
Altre esenzioni e riduzioni
Finanziamenti internazionali
TOTALE
Milioni di euro
4693,9
907,6
2000
74
1160
639
2100
947,4
2129
14650,9
Fonte: Legambiente 2015
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Altri sussidi alle fonti fossili sono i seguenti:
•
sussidi per le strade e le autostrade: una forma di sussidio indiretto che riguarda il campo delle
infrastrutture. Il problema sta nel fatto che le priorità di spesa privilegiano le strade e le autostrade
piuttosto che la rete ferroviaria. (Concetto discutibile in quanto strade e autostrade possono essere
utilizzate da veicoli elettrici anziché endotermici –ndr)
•
sussidi a un nuovo impianto di carbone nel Sulcis in Sardegna: in attesa di essere attuato.
•
sussidi per il nuovo rigassificatore OLT di Livorno: il governo lo ha riconosciuto come infrastruttura
strategica e come tale ha il diritto a una garanzia sui ricavi: nuovo sussidio in attesa di essere
attuato
•
si è invece in attesa di capire se le risorse del sistema ETS (mercato delle emissioni) andranno in
impianti inquinanti oppure no.
CONCLUSIONE
In seguito alle nostre analisi, la fotografia globale si presenta ricca di contraddizioni. Da un lato è noto che
le fonti fossili sono dannose per l’ambiente in cui viviamo e per l’uomo, a causa rispettivamente
dell’emissione di CO2 e dell’inquinamento a livello locale. Dall’altra parte non si fa nulla (o poco) per
limitare l’utilizzo di queste fonti perché probabilmente se questi sussidi venissero tolti, ed i prezzi
dell’energia venissero aumentati fino a coprire tutte le esternalità, i consumi energetici calerebbero e
quindi ne soffrirebbero anche le compagnie energetiche e produttori di fonti fossili. Tuttavia le fonti fossili
non possono rappresentare il futuro, quindi va da sé che stiamo andando nella direzione sbagliata! E’
arrivata l’ora di spostare i finanziamenti da un’industria che genera profitti a danno dell’ambiente al
settore delle energie pulite e rinnovabili, calcolando correttamente il costo delle esternalità negative.. ma
questo è un altro capitolo.
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