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Genesi 19. Sodoma
1A ANNUALE D’ARTE CITTÀ DEL SALE. SPAZI APERTI ALLE CULTURE
Ministero dei Beni Culturali
Comune di Margherita di Savoia
Assessorato alla Cultura
Provincia di Foggia
FEDERICO COZZUCOLI
Genesi 19. Sodoma
a cura di Silvia Russo
testo Stefano Elena
1-31 Agosto 2006
Torre delle Saline - Sala Francesco Russo
Margherita di Savoia (FG)
Regione Puglia
Assessorato al Turismo
Patrocinio Assessorato al Mediterraneo,
alla Pace e attività culturali
Se…
Sulla composizione “Genesi 19. Sodoma” di Federico Cozzucoli e i suoi rimandi
di Stefano Elena
Se
l’inflazionato motto “Per non dimenticare” bastasse a motivare (o addirittura a titolare) il collage di
momenti e maniere, l’installazione sapientemente combinata, che Cozzucoli chiama “Genesi 19. Sodoma”,
esisterebbe sicuramente poco altro da aggiungere.
Se
da valutare, ad esempio, ci fosse soltanto la scultura in sale replicante quella sag oma dalle braccia
tese arrendevolmente al cielo e geometrizzata dal dolore della morte o, peggio, dalla morte di un dolore
che non potrà tornare, presente nel “Guernica” (1937) di Picasso, potrebbe – chi guarda – limitarsi a non
dimenticare le atrocità di un fatto e di un’opera storica (scrive Argan: “ …Guernica, che può dirsi l’unico
quadro storico del nostro secolo, è tale non perché rappresenta un fatto storico, ma perché è un fatto
storico”). Potrebbe ricordare che l’antico paese basco di Guernica fu dev astato dai bombardamenti tedeschi
filo-franchisti che hanno seminato terrore e distruzione tra i civili del luogo. Che i neri, i bianchi e i grigi
usati da Picasso furono la scelta più consona alla trattazione di una morte urlante allontanata
maggiormente dalla vita proprio attraverso l’assenza di colore. Che realismo e simbolismo costruiscono
proporzionatamente un’opera decisa a coinvolgere direttamente chi guarda, a renderlo protagonista di un
supplizio dalle dimensioni immense tipiche della pittura d’aff resco all’interno delle quali l’uomo può abitare
e vedere meglio. Che il misfatto rappresentato non si limitava a documentare, ma consegnava ad un eterno
tempo presente il suono delle bombe, le grida della gente e le pose sofferte rase al suolo, attualizza ndo
una ferocia umana, prima che politica.
Se
da considerare, invece, esistesse soltanto la riproduzione su carta oro -iconico di un fermo immagine
del “Salò o le 120 giornate di Sodoma” (1975) di Pier Paolo Pasolini, tornerebbero alla mente i gironi
“MANIE”, “MERDA” e “SANGUE” intorno ai quali ruota e si sviluppa la storia del film ispirato al testo di
Sade. Un film, ricorderete, che narra le vicende sporche ed estreme di quattro fascisti (un duca, un
monsignore, un’eccellenza e un presidente) che al fine di soddisfare i propri piaceri sequestrano giovani di
entrambi i sessi per usufruirne liberamente tra le mura di una villa, durante la repubblica di Salò.
Scatofagia e torture occupano lo schermo per tutta la durata della narrazione, descrivendo come l’uom o di
potere possa grazie a quel potere raggiungere le profondità più oscure e inconfessabili della sopraffazione,
di un comandare il corpo altrui divenuto attrezzo e mezzo per l’appagamento di desideri oltre. Religione e
politica partecipano parimenti alla gestione di questo inferno carnale che oltrepassa ogni limite concepibile,
abbandonandosi ad una prepotenza questa volta colorata, contrariamente a quella di Picasso. Qui le
sevizie e le libertà sono chiare come la pelle e scure come le feci. Il male ha l e cromie del dolore acceso
messo in scena da figure che possono perdere sangue rosso, essere ferite dall’oppressione vigente che
comanda e vuole illimitatamente. Similmente al lavoro di Picasso, però, esiste la volontà di rendere
contemporaneo il sopruso violento dell’uomo contro l’uomo, l’abuso della parte dominante nei riguardi di
quella sottomessa.
Se
da contemplare, infine, risultasse soltanto la trasformazione in sale di una figura umana, allora
emergerebbe l’esclusivo rimando alla moglie di Lot, colp evole d’aver guardato indietro nonostante l’ordine
ricevuto di non farlo (“Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Zoar, quand'ecco il Signore fece
piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse qu este
città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò
indietro e divenne una statua di sale ”).
Cozzucoli allestisce un percorso in due atti fisici (e tre mentali) capace di sunteggiare capit oli (im)portanti
del vissuto umano. Potere e dittatura riemergono coerentemente da allegorie e scheletri di arti miste
responsabili di messaggi autorevoli passati alla storia perché divenuti tale. Cozzucoli mischia forme e
linguaggi, pittura e cinema, immagini e realtà, per conciliare fra loro metodo e messaggio.
La verità della violenza passa attraverso gli anni e il dire, tracciando un cammino che esplora
esaustivamente il tema avvalendosi di tre punti cardine, tutti portati a ricordarci che quello che su ccede a
loro, ai “raffigurati”, succede a noi.
Perché il tempo, lui, davvero non dimentica.
L’accaduto è documentato da precedenti storici competenti e qualificati, oltre i quali non serve andare.
La citazione sostituisce, quindi, qualsiasi aggiornamento d i cui la memoria possa necessitare, facendo
della rivisitazione criterio espressivo e procedimento d’arte.
I due “attimi” che dal passato della nostra storia Federico Cozzucoli sceglie di riproporre e rileggere,
attestano l’assennata fermezza d’uso del linguaggio, la ponderata attenzione rivolta e dedicata
rispettosamente a trascorsi che non smettono di scorrere. Al male subito dagli anni che sono stati e che
continuano a tornare, alle perturbazioni sterminate e sterminanti che i corpi potenti scaraventano addosso
a chi sta sotto secondo turni epocali che sempre presenziano allo strazio, alla strage, al massacro, alla
rovina, all’eccidio e a tutti gli altri sinonimi che sappiano venirvi in mente.
O “soltanto” al dolore in genere, quello che i sinonimi li c ontiene tutti.
Una dimensione visiva, quella ideata da Cozzucoli, che riesce a richiamare la tirannia per eccellenza senza
aggiunte gratuite o sottotitoli di troppo. Che parla servendosi del parlato messo agli atti, di un prima
irrimediabile senza vie di fuga che non ha più voce, a forza di gridare.
Un prima muto, definitivamente lacerato, che insegna l’autentico ed efficace silenzio a tutti quei giorni in
corso che stanno ascoltando.
Senza più ricorrere a sentenze di colpevolezza per aver guardato indie tro, in direzione dell’annientamento
o di ricordi spazzati via.
Senza più contorni monocromi con le bocche tenute spalancate da insidie giganti e implosioni che non
implorano.
Senza altre reclusioni colorate distribuite tra efferatezze epidermiche ed organiche che uccidono la vita
prima del corpo.
Con la certezza che non occorra dire di più.
Se
l’inflazionato motto “Per non dimenticare” bastasse a ricordare, esisterebbe sicuramente poco altro da
aggiungere …
Federico Cozzucoli vive e lavora tra Roma e il borgo mediovale di Civitella San Paolo (Rm). Ha studiato
arte sacra presso la Pontificia Università Gregoriana conseguendo il diploma di operatore per i beni
culturali della Chiesa (2001). Ha inoltre conseguito il Baccellerato in Teologia presso la Pontificia
Università Lateranense in Roma (1999).
Principali mostre / Principal exibition
a
2006
Genesi 19. Sodoma, a cura di Silvia Russo, testo di Stefano Elena, 1 Annuale d’Arte Città
del Sale. Spazi Aperti alle Culture – Margherita di Savoia (FG).
2005
Genesi 3. La caduta, testo critico di Francesca Foti, Galleria Arturarte - Nepi Settevene
(VT);
Opera Postuma, a cura di Stefano Elena, Angelo, Mai! Ex Chiesa San Romano – Roma;
Performance Video / Performance Work, testo critico di Erica Olmetto, May mask /
Arcivernice – Cagliari.
2004
Interiorità, 9 Via della Vetrina Contemporanea – Roma.
2003
2002
Simonia, testo critico di Erica Olmetto, Argillateatri - Roma
cozzuFUcoli, a cura di Elena Marelli, video installazione a cura di Paolo Assenza, Portico
della Basilica di San Clemente - Roma
Gloria, Classico Village - Roma
Video
2006
Carp. Più oro non si può, regia dell’artista.
2004
Simonia, regia dell’artista.
2003
www.cozzufucoli.it, opera video su internet in rete per la durata di un solo anno.
2002
cozzuFUcoli, regia Marco Firamonti;
Gloria, regia Paolo Assenza e Marco Firamonti.
Federico Cozzucoli lives and works between Rome and the medieval village Civitella San Paolo (Rm). He
studied Holy Art at the Papal Gregorian University tooking a degree in operator in Cultural Heritage of the
Church (2001). He also took a degree in Theology at the Papal Lateran University in Rome (1999).
If…
Federico Cozzucoli’s creation Genesis 19 and its recalls
by Stefano Elena
If
the much used motto “To not Forget” would be sufficient to motivate (or actually title) the collage
moments and manners, the highly well arranged composition that Cozzucoli titles “Genesis 19. Somoda”,
there would be little left to say.
If
only we had to judge the salt sculpture that reproduces a figure with its arms tending towards the sky,
marked in a geometrical way with the pain of death or even worse, the death of a pain that cannot return.
This is found in Picasso’s “Guernica” (1937) when you look at it you know that cannot forget the brutalities
of an event and of a historical piece (Argan writes: “ Guernica which is the only historical painting in our
century, is so not because it represents a historical event, but because it is a hist orical event”). It could
remind us that Guernica’s ancient Basque country had been destroyed by the German’s bombings.
Picasso’s choice to use black, white and grey was the most appropriate to deal with the yelling death, death
that was withdrawn from his life through the absence of the colour.
Realism and symbolism proportionally fixed create an artistic piece that involves directly who is looking at
it, making him protagonist of an enormous torment which is typical of the fresco painting inside which man
can live and perceive better. The misdeed represented not only records the event but it also remains
eternal in time….with the noise of the bombs, the people screaming focusing first on the human fierceness
and then the political aspect.
If
instead to be discussed was only a reproduction, on gold -icon paper, of a film shot of “Salò o le 120
giornate di Sodoma” by Pier Paolo Pasolini (directed in 1975), we would recall the circles “ MANIE” (Fads),
“MERDA” (Shit) and “SANGUE” (Blood) on which the plot of the film is set. The film is about four fascists
and their dirty and extreme experiences (a duke, a Monsignor, an Excellency and a president) the four
kidnap young people of both sexes and keep them in a villa, to satisfy their sexual desires. This takes plac e
during the Republic of Salò.
The entire film is about tortures. It shows how men with a lot of power can abuse and take advantage of
other people and other people’s bodies for their own depraved desires.
Both religion and politic take part in this carna l hell, which goes way beyond the acceptable limits of
mankind, letting themselves go in an arrogance of colour differently from Picasso’s one.
The tortures and the freedom in abusing are clearly documented in black and white, white like the colour of
the skin and black like the colour of the feces. Pain is represented by figures that are bleeding. They have
being injured by the oppression ruling. Similar to Picasso’s work but here there is the aim to considers the
abuse of power by man over man as a curren t event.
If
finally we had to contemplate the transformation into salt of a human figure then we would remember
Lot’s wife, who had looked back while running away when she had been ordered not to do. (“ The sun was
rising and Lot had reached Zoar, when God from the sky sent sulphur and fire on Sodoma and Gomorra.
The two cities with all the valley, inhabitants and soil were destroyed. Lot’s wife looked back and became a
salt statue”).
Cozzucoli has arranged a sequence of two physical moments (and three mental) able to summarize
important chapters of the existence of mankind.
Power and dictatorship show up again through the device of allegory and a mixture of artistic styles that
have passed down important messages in history. Cozzucoli puts together shap es and languages, painting
and cinema, pictures and reality, which harmonise method and message.
The truth about violence is passed down by the time and saying, following a course that studies clearly the
theme using three main points. All of which remind us that what happens to the figure represented happens
also to us. Because time never forgets.
The event is recorded by previous and qualified historians.
The quotation substitutes any updating that memory might need, enabling the revision as and expressi on
criteria and art procedure.
The two moments from the past that Federico Cozzucoli chooses to represent show the wise use of the
language, the careful attention paid and devoted to the past events that appear again in the present. The
pain suffered in the past and that returns, the endless and exterminating difficulties that the powerful throw
on the weaker ones in different periods of time and are always where there is torment, massacre, killing
and what other comes to our mind.
Or simply pain in general with all hits synonyms.
A visual dimension created by Cozzucoli that recalls tyranny without needing to add more or useless
undertitles It speaks through the acts that have no way to evade and has no more voice or strength left to
scream.
A first silent moment completely torn that teaches the importance of the authentic silence, without passing
sentences of guiltiness for looking back in the direction of complete destruction or of swept away memories.
Without coated borders, with mouths kept wide ope n by the fear of enormous traps and internal explosions
that do not forgive.
Without any colour imprisonment passed around in a wicked epidermic and organic way that first kills life
and then the body.
Certain that it is not necessary to add more.
If
the much used motto To not Forget would be enough to remember, there would be little left to add.
Mecenati:
A.P.E. S.r.L.
Impresa Edile Cassetta Vincenzo
C.I.D.E.E. Elettra
Il Pirata
Cooperativa Costadriatica
Centrostrade
Salapia Village
Valerio General Costruzioni
Impresa Edile Pestillo Ruggiero
Ditta Acclavio Nunzio
Impresa Dalosio Costruzioni
Impresa Edile Pestillo Luciano
Impresa Edile F.lli Taranto
Impresa Ciuffreda
Canneto Beach 2
La Perla delle Saline
Foto: Susana Beatriz Soriano
Traduzione inglese: Claudia Cozzucoli, Marisa Radici
Un ringraziamento particolare a Marco Fieramonti per l’apporto tecnico
Tipografia New Grafica Margherita di Savoia (FG)