san gimignano

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san gimignano
Comune di San Gimignano
Provincia di Siena
Regione Toscana
SAN GIMIGNANO
San Gimignano è un comune toscano situato in provincia di
Siena.
Per la caratteristica architettura medioevale del suo centro
storico è stato dichiarato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità.
Il sito di San Gimignano, nonostante alcuni ripristini ottonovecenteschi, è per lo più intatto nell'aspetto due-trecentesco
ed è uno dei migliori esempi in Europa di organizzazione urbana
dell'età comunale.
Storia
Le origini
San Gimignano sorse su un sito abitato sicuramente dagli
etruschi, almeno dal III secolo a.C., come testimoniano i
numerosi ritrovamenti archeologici (soprattutto tombe) nel
territorio circostante. Il colle era stato scelto sicuramente per questioni strategiche, essendo dominante 324 m s.l.m.)
dell'alta Val d'Elsa.
La prima menzione risale al 929.
Nel Medioevo la città si trovava su una delle direttrici della via Francigena, che Sigerico, arcivescovo di Canterbury,
percorse tra il 990 e il 994 e che per lui rappresentò la XIX tappa (Mansio) del suo itinerario di ritorno da Roma verso
l'Inghilterra. Sigerico la nominò Sce Gemiane, segnalando il borgo anche come punto di intersezione con la strada fra
Pisa e Siena.
Secondo la tradizione il nome derivò dal santo vescovo di Modena, che avrebbe difeso il villaggio dall'occupazione di
Attila.
La prima cinta muraria risale al 998 e comprendeva il poggio di Montestaffoli, dove già esisteva una rocca sede di
mercato di proprietà del vescovo di Volterra, e il poggio della Torre con il castello vescovile.
Il Duecento
Verso il 1150, nonostante l'apertura di un nuovo tracciato della Francigena, San Gimignano
continuò ad essere un centro emergente, con una politica di espansione territoriale e una
significativa crescita delle attività commerciale.
Fu in questo periodo che si formarono due "borghi" al di fuori delle mura: quello di San
Matteo, verso Pisa, e quello di San Giovanni, verso Siena, entrambi lungo una nuova "via
maestra", che vennero inglobati nelle mura con il nuovo tracciato completato nel 1214.
Nel 1199, nel pieno del suo splendore economico, il paese guadagnò la propria
indipendenza comunale rispetto ai vescovi di Volterra.
Non mancarono le lotte intestine tra guelfi e ghibellini (rispettivamente capeggiati dagli
irriducibili Ardinghelli e Salvucci), ma al XII secolo, sotto i ghibellini, risale il periodo di
maggior splendore economico, che si basava sul commercio dei pregiati prodotti agricoli
locali, tra i quali il più ricercato era lo zafferano, venduto in Italia (Pisa, Lucca, Genova) ed
all'estero (Francia e Paesi Bassi, fino anche alla Siria e all'Egitto).
Inoltre, al pari di altri centri toscani, si diffuse la speculazione finanziaria e l'usura.
La solida economia permise la creazione di un ceto aristocratico urbano, che espresse la
propria supremazia politica e sociale nella costruzione delle torri: nel Trecento si arrivò a contare 72 torri (oggi ne
rimangono 14).
Gli ingenti capitali accumulati vennero investiti nel corso del Duecento in importanti opere pubbliche, che diedero alla
cittadina l'articolazione degli spazi urbani visibile ancora oggi.
Nel 1251 le mura inglobarono Montestaffoli, ma pochi anni dopo, nel 1255, la città venne presa dai guelfi di Firenze
che ordinarono la distruzione delle mura.
Riacquistata l'indipendenza nel 1261 e tornata la supremazia ghibellina dopo la battaglia di Montaperti, i
sangimignanesi ricostruirono le mura comprendendo anche il poggio della Torre.
Da allora la conformazione cittadina venne suddivisa in quattro contrade, ciascuna corrispondente ad una porta
principale: quella di Piazza, di Castello, di San Matteo e di San Giovanni.
Gli ordini religiosi, appoggiati dal comune, si insediarono in città a apartire dalla metà del Duecento: i francescani fuori
porta San Giovanni (1247), gli agostiniani alla porta San Matteo (1280), i domenicani a Montestaffoli (1335) e le
benedettine di San Girolamo presso la Porta San Jacopo (1337).
Dall'8 maggio del 1300 il Comune ebbe l'onore di ospitare Dante Alighieri come ambasciatore della Lega Guelfa in
Toscana.
Il declino, l'epoca medicea e contemporanea
Il Trecento fu un secolo di crisi che non risparmiò San Gimignano: travagliata dalle lotte interne, essa fu
pesantemente colpita dalla peste nera e dalla carestia del 1348, che decimò la popolazione.
Nel 1351 la città stremata si consegnò spontaneamente a Firenze, rinunciando alla propria autonomia ed a un ruolo
politico nello scacchiere toscano. Risale a quell'anno la Rocca di Montestaffoli, mentre nel 1358 vennero rinforzate le
mura.
Nonostante il declino economico e politico, il XIV e XV secolo furono importanti dal punto di vista artistico, grazie alla
presenza in città di numerosi maestri, senesi o più spesso fiorentini, chiamati soprattutto dagli ordini religiosi ad
abbellire i propri possedimenti. Lavorarono a San Gimignano Memmo di Filippuccio, Lippo e Federico Memmi,
Taddeo di Bartolo, Benozzo Gozzoli, Domenico Ghirlandaio, Sebastiano Mainardi (nativo di San Gimignano), Piero
del Pollaiolo, ecc.
Il declino e la marginalità della città nei secoli successivi furono le condizioni che permisero la straordinaria
cristallizzazione del suo aspetto medievale.
Alla fine del XIX secolo si cominciò a riscoprire la particolarità e la bellezza della cittadina, che venne sottoposta
integralmente vincolo monumentale nel 1929.
Nel 1990 è stato dichiarato dall'UNESCO patrimonio culturale dell'Umanità.
Monumenti e luoghi di interesse
Urbanistica
Il borgo è quasi interamente contenuto nelle mura duecentesche. Gli assi
principali dell'insediamento sono due:
uno est-ovest, più antico (X secolo), che collegava il poggio della Torre, dove si
trovava un castello vescovile, e la collina di Montestaffoli, luogo di Mercato (oggi
occupato dalla rocca).
Uno nord-sud, più ampio, dalla Porta San Giovanni alla Porta San Matteo, sul
quale passava la via Francigena.
Nell'interezione delle due direttrici principali, nel punto altimetricamente più
elevato, si trovano le piazze cittadine: piazza del Duomo e piazza
della Cisterna. Piazza Pecori è un pittoresco slargo sul fianco della collegiata che
assomiglia più a un cortile interno privato.
Affacciate sulle piazze e sulle vie principali si trovano le torri e case-torri dell'antica
aristocrazia mercantile e finanziaria, architetture eccezionali per numero e per
stato di conservazione.
Oggi tutti gli edifici appaiono attaccati l'uno all'altro ma osservando attentamente si
può notare che in passato tra una casa e l'altra vi fosse uno spazio molto stretto
(ora riempito con mattoni).
Questi interstizi sono troppo stretti per permettere il passaggio di una persona
(sono infatti larghi quanto un mattone), e venivano chiamati vicoli del malvicini poiché si erano dovuti agli attriti sociali
tra compaesani e quando qualcuno non permetteva al futuro vicino di costruire l'abitazione a ridosso della propria si
creavano inevitabilmente questi interstizi.
Il vantaggio di costruire a ridosso di un edificio esistente sta nel fatto che è sufficiente costruire solo tre pareti esterne,
risparmiando così materiale e manodopera.Il centro cittadino si articola sulle direttrici principali di via San Giovanni,
via San Matteo, che convergono nelle due piazze attigue di piazza della Cisterna e piazza del Duomo.
La zona nord è attraversata da via Folgore da San Gimignano ed ha come punto focale piazza Sant'Agostino.
Le torri
San Gimignano è soprattutto famosa per le circa sedici torri medievali che ancora svettano sul suo panorama, che le
hanno valso il soprannome di Manhattan del medioevo.
Delle 72 tra torri e case-torri, esistenti nel periodo d'oro del Comune, ne restavano venticinque nel 1580 ed oggi ne
restano circa quattordici ufficiali, con altre scapitozzate intravedibili nel tessuto urbano.
La più antica è la Torre del Podestà, detta la Rognosa, che è alta 51 metri, mentre la più alta è la Torre Grossa, di 54
metri.
Un regolamento del 1255 vietò ai privati di erigere torri più alte della Rognosa, anche se le due famiglie più importanti,
Ardinghelli e Salvucci, non lo rispettarono.
Campanile della Collegiata
Torre dei Becci
Torre dei Cugnanesi
Torre del Diavolo
Torri degli Ardinghelli
Torre Rognosa
Torre Grossa
Torre Chigi
Torri dei Salvucci
Torre di palazzo Pellari
Casa-torre Pesciolini
Torre Pettini
Torre Ficherelli
Torre Campatelli
Il campanile della Collegiata e la Pesciolini (in quanto casa-torre) non sono considerate ufficiali.
Gli edifici civili
Palazzo comunale o Palazzo nuovo del Podestà: ospitava anticamente il podestà, attualmente ospita il museo civico e
la pinacoteca, contenente capolavori di artisti quali Pinturicchio, Benozzo Gozzoli, Filippino Lippi, Domenico di
Michelino, Pier Francesco Fiorentino, ecc.
Inoltre, sempre all'interno del Palazzo Comunale, è possibile visitare la sala di Dante con la Maestà di Lippo Memmi
ed accedere alla Torre Grossa, alta 54 m e risalente al 1311.
Palazzo vecchio del Podestà: usato anticamente per le funzioni civili prima della costruzione del nuovo palazzo,
venne in seguito trasformato in carcere e poi (nel Cinquecento) in teatro.
Palazzo Pratellesi: tra i più interessanti palazzi nobiliari della città, risale al Trecento e conserva all'interno un
pregevole affresco cinquecentesco di Vincenzo Tamagni.
Palazzo Razzi
Casa Salvestrini
Palazzo Tortoli
Spezieria di Santa Fina, con materiale proveniente dalla Spezieria dello Spedale di Santa Fina, che riproduce l'antica
farmacia, con i contenitori di ceramica e vetro ed i medicamenti.
Loggia del Comune
Le chiese
Chiesa Collegiata: detta anche comunemente il Duomo, terminata nel 1148 è considerata uno dei più prestigiosi
esempi di romanico toscano.
Costruita su tre navate, le pareti sono interamente affrescate. Tra le opere pregevoli ad affresco: San Sebastiano di
Benozzo Gozzoli e le Storie di Santa Fina di Domenico Ghirlandaio nella Cappella di Santa Fina; tra quelli di scuola
senese: Vecchio e Nuovo Testamento di Bartolo di Fredi e della bottega dei Memmi e Giudizio Universale di Taddeo
di Bartolo.
Notevoli le sculture di Giuliano e Benedetto da Maiano e l' Annunciazione lignea di Jacopo della Quercia.
Chiesa di Sant'Agostino: anche questa chiesa contiene numerosi affreschi, in particolare la Cappella di Santo Bartolo
(Benedetto da Maiano), Storie della vita di sant'Agostino di (Benozzo Gozzoli), e altri resti di affreschi, tavole e tele di
autori diversi (Benozzo Gozzoli, Piero del Pollaiolo, Pier Francesco Fiorentino, Vincenzo Tamagni, Sebastiano
Mainardi).
Pieve di Santa Maria
Santuario di Maria Santissima Madre della Divina Provvidenza
Chiesa del Quercecchio ed ex-Oratorio di San Francesco, ospita il Museo ornitologico
Chiesa dell'ex Conservatorio di Santa Chiara
Chiesa della Madonna dei Lumi
Chiesa di San Bartolo
Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Jacopo al Tempio
Chiesa di San Lorenzo al Ponte
Chiesa di San Pietro
Chiesa di San Girolamo
Convento di Monte Oliveto
Loggia del Battistero (Oratorio di San Giovanni)
Spedale di Santa Fina
Le architetture militari
Mura di San Gimignano
Porta San Giovanni
Porta San Matteo
Porta San Jacopo
Porta delle Fonti
Bastione San Francesco
Rocca di Montestaffoli
Cultura
È il luogo natale del poeta medioevale Folgóre di San Gimignano
Musei
Museo Civico
Museo Diocesano
Spezeria di Santa Fina-Museo Etrusco e Galleria d'Arte Moderna
Museo ornitologico
Museo Peugeot: il primo al di fuori della Francia, dedicato alle vetture e alla storia del marchio, la Galerie Peugeot,
dove si può ammirare anche la Tipo 3, la prima auto che circolò sulle strade italiane nel lontano gennaio 1893.
Museo della tortura: Detto anche Museo criminale medioevale conserva e mostra tutte le tecniche e gli strumenti della
tortura medioevale, strumenti della pena di morte e documenti della Santa Inquisizione.
Teatri
Teatro dei Leggieri
Già nel '600 a San Gimignano erano attive due Accademie; quella degli Scolari e quella dei Comici Risvegliati.
Queste Accademie organizzavano opere, commedie, concerti, feste e ricevimenti.
Nel XVII Secolo le due Accademie si fusero dando vita all'Accademia degli Aristocratici che ottenne la costruzione di
un Teatro per la città.
Nel 1793 un gruppo di accademici decise di creare una Società del Teatro, denominandosi Società del Leggieri.
Il Teatro, ricavato all'interno dell'antico Palazzo del Podestà, si trova in piazza del Duomo nel cuore medievale di San
Gimignano.
Nel dopoguerra la Società dei Leggieri, impossibilitata a sostenere le spese di ripristino del teatro, danneggiato dagli
eventi bellici, si sciolse e vendette la struttura che restò nelle mani di privati fino al 1982, quando il Comune poté
rientrarne in possesso con la prospettiva di un completo recupero.
Pochi anni dopo, nel 1988 si è costituita l'Accademia dei Leggieri.
L'Accademia dei Leggieri, tuttora attiva, prende il nome dalla antica Società e svolge la sua attività artistica
prevalentemente all'interno del Teatro cittadino, ispirandosi agli scopi che animarono l'antica Società dei Leggieri.
Economia
La risorsa principale della città è il turismo, favorito anche dalla conveniente dislocazione a metà strada tra Firenze e
Siena.
Esso alimenta numerose attività collaterali di artigianato e di servizio.
San Gimignano è una cittadina agricola famosa per la produzione vitivinicola della Vernaccia e la coltivazione dello
zafferano.
La Vernaccia di San Gimignano è uno dei vini bianchi più pregiati, viene prodotto in una ristretta zona della Toscana
tra Siena, Pisa e Firenze coincidente con il territorio comunale di San Gimignano.
Esso è conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo ed è stato il primo vino italiano a ricevere il marchio di
Denominazione di Origine Controllata (DOC) nel 1966.
San Gimignano fa parte di:
Città dell'Olio
Città del Vino

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