s. gimignano e dintorni - gruppo camosci seregno

Transcript

s. gimignano e dintorni - gruppo camosci seregno
S. GIMIGNANO E DINTORNI
23..25 aprile 2016
La Toscana è passata attraverso più di 2000 anni di storia: è stata abitata
dal misterioso popolo degli Etruschi (da cui "Etruria", trasformata in
"Tuscia" e poi in "Toscana"), e dalla grande civiltà romana, ha visto
nascere il Rinascimento ed alcuni dei più celebri artisti, letterati e
scienziati del passato. La Toscana per questo conserva un patrimonio
storico-artistico e letterario unico al mondo.
Oltre a queste testimonianze millenarie la Toscana evidenzia una ricca
varietà di paesaggi, che vanno dalle aree boschive, alla macchia
mediterranea sino al paesaggio delle colline volterrane costituito da
calanchi, balze e poggi dal dolce declivio e con rilievi montuosi come le Alpi
Apuane e la dorsale Appenninica.
Ci sono talmente tante cose interessanti da fare e vedere in Toscana che
talvolta è difficile scegliere da dove iniziare. Certamente Firenze, Siena
e Pisa sono tra le mete principali, ma la lista delle "città d'arte" toscane è
molto più lunga e comprende anche Arezzo, Cortona, Volterra, San
Gimignano e Lucca, solo per citarne alcune.
In questi 3 giorni avremo come guida MADDALENA ZUDDAS (ve la ricordate a
Siena nel 2014 ??) ci accompagnerà, oltre che per visite artistico-storiche, anche
per l’escursione sulla “Via Francigena” che abbiamo programmato. E’ la
coordinatrice dell’A.I.G.A.E. (Associazione Italiana Guide Ambientali
Escursionistiche) per la provincia di Siena.
Le escursioni a piedi condotte da Maddalena Zuddas non sono delle faticose
“camminate” per valli e colline. Durante il percorso la guida si sofferma ad
illustrare gli aspetti storici e naturalistici degli ambienti visitati, con particolare
attenzione alla flora, alla fauna ed alla micologia (è qualificata “Micologo” ed
iscritta all’albo professionale dell’ASL di Cesena) e dei luoghi attraversati.
Tutti possono partecipare agevolmente alle escursioni, essendo in realtà delle
“passeggiate” finalizzate a far conoscere ed apprezzare il territorio. Sono pertanto adatte anche alle scolaresche ed
alle persone meno giovani.
Sabato 23 Aprile
Arrivo a Volterra e incontro alle ore 14.00 con la guida per la visita del borgo.
Volterra, gioiello d’arte etrusca, romana,
medievale e rinascimentale, domina da un
colle tutta la valle del Cecina, fino al mare.
A Volterra la storia ha lasciato il suo segno
con continuità dal periodo etrusco fino
all’ottocento, con testimonianze artistiche e
monumentali di grandissimo rilievo, che
possono essere ammirate semplicemente
passeggiando per le vie del centro storico.
Accanto a queste un paesaggio incontaminato, una qualità della vita ancora a dimensione
umana e un artigianato artistico unico al
mondo: l’alabastro. Una città da vivere
intensamente, da scoprire a poco a poco,
con le sue atmosfere, i suoi contrasti, il
pulsare di una civiltà e di una cultura che la rendono “unica” e irripetibile.
È oggi una città dal caratteristico aspetto medievale, dove è ancora possibile gustare l’atmosfera di un’antica
Repubblica dell’età Comunale, grazie al relativo isolamento che ha limitato lo sviluppo industriale e commerciale,
impedendo quello scempio edilizio che spesso accompagna lo sviluppo economico.
La città si sviluppa intorno all’antica chiesa di Santa Maria (attuale Cattedrale) e al contiguo pratus episcopatus, oggi
Piazza dei Priori, mentre al di fuori del castrum o castellum, sorgono, dopo l’anno mille il borgo di Santa Maria,
attuale via Ricciarelli, perpendicolare alle mura del castello, e il borgo dell’Abate, attuale via dei Sarti, parallelo alle
stesse mura. La Piazza dei Priori è una delle più antiche piazze medievali di grandi qualità formali, nonostante la
presenza di alcuni edifici alterati o ricostruiti in epoca recente come Palazzo Incontri sul lato nord-ovest della piazza,
e del palazzo del Monte Pio sul lato sud-est.
L’odierno circuito medievale delle mura racchiudeva, fino a pochi anni orsono, quasi tutta la città che non ha avuto nei
secoli una forte espansione urbanistica rimanendo, pertanto, quasi uguale a se stessa con i suoi quattro borghi
medievali, raccordati alla città da strade in salita. Sono i borghi di S.Alessandro, sulla via delle Saline guardante la
Val di Cecina, di S.Lazzero, sulla via per Firenze e Siena, di S. Stefano e di S. Giusto, il più lontano dalla città, in
prossimità delle Balze e dominato dalla possente mole della chiesa dedicata al patrono S.Giusto.
Sempre nella zona di S.Lazzero si può vedere l’antica stazione ferroviaria, inaugurata nel 1912, che collegava
attraverso ardite ponteggiature la città a Saline di Volterra.
Le balze di Volterra sono situate nei pressi
dell'omonima cittadina, sul versante sud-occidentale
del colle volterrano, tra la Val di Cecina e la Valle
dell'Era.
I connotati tipici di questo geotopo sono determinati
dalle peculiarità geomorfologiche di quest'area, che
è interessata da numerose frane e da diffuse forme
di erosione tipiche dei terreni argillosi. Questo
fenomeno viene progressivamente incrementato
dalla permeabilità delle sabbie che determinano una
rapida infiltrazione delle acque meteoriche fino al
livello delle argille creando situazioni morfologiche
spettacolari, ovvero le pareti verticali generate dai
crolli che danno luogo alla tipica morfologia a balze,
con calanchi sottostanti.
Domenica 24 Aprile
VIA FRANCIGENA. In epoca post-carolingia,
molti pellegrini che valicavano le Alpi superando il
Colle del Moncenisio, provenivano soprattutto
dalla terra dei Franchi. Ecco spiegata l'origine del
nome della strada Francigena che, gradualmente,
si inserì in quel sistema viario (spesso costituito
da semplici percorsi) che disegnava la mappa dei
principali luoghi di spiritualità del tempo.
Citata già nell'876 (quando venne nominata per
la prima volta in un antico documento – un atto
relativo ad un affitto – ad oggi conservato
nell'Abbazia di S. Salvatore del Monte Amiata),
molti documenti storici d'archivio attestano
l'esistenza della Via Francigena facendo
riferimento a diversi tratti di strada battuti da
pellegrini.
Infatti, questo tracciato religioso, venne abbozzato con l'entrata dei Longobardi in Italia alla fine del settimo secolo.
Questo popolo iniziò a percorrere abitualmente l'antica Via Romana Parma-Lucca, la via Aemilia Scauri, che venne
chiamata la via del Monte Bardone (il Mons Langobardorum) e che si configurò come l'arteria che diede origine alla
futura Via Francigena.
Investita dallo sviluppo e dal diffuso benessere che caratterizzò l'Europa sulla fine dell'anno 1000, la Via iniziò ad
essere percorsa oltre che da re ed eserciti (alla conquista del Sacro Sepolcro), da mercanti e pellegrini ed iniziò ad
apparire come un percorso di fede e di crescita personale e spirituale, di una "ricerca della Perduta Patria Celeste".
Dagli anni '70, questa Via della Fede, è stata riscoperta e rivalorizzata anche se è sicuramente meno battuta del
celebre Cammino di Santiago. Tuttavia l'interesse che suscita è crescente ed è più che mai vibrante. Essa è simbolo
dell'identità culturale europea nelle sue diversità e nella sua unitarietà.
I motivi che spingono a mettersi in cammino sono molteplici e personali. La devozione ed il ricercare una nuova
dimensione del proprio credo è senza dubbio un motore importante, ma la religiosità non è l'unica ragione che porta
ad abbandonare (almeno momentaneamente agi e comodità) e sfidare se stessi ed i propri limiti.
Percorrere la Via Francigena è un'esperienza di crescita spirituale unica ad altissima valenza culturale: camminando
si riscopre il piacere della lentezza, delle cose semplici, ma autentiche del contatto con la natura e con le persone.
Allo stesso tempo, si possono ammirare gioielli artistici ed "immergersi" in un patrimonio culturale ed ospitale
ineguagliabile.
Accompagnati dalla ns. guida Maddalena, tenteremo di riscoprire questa sensazione.
La partenza avviene dalla piccola frazione di Strove per passare dal borgo di Badia a Isola e quindi alla frazione di
Monteriggioni chiuso nella sua cinta muraria rotonda e imponente (sono circa 7 Km. che percorreremo in circa
2,0h.).
BORGO DI MONTERIGGIONI
Situato all’estremità settentrionale del proprio territorio
comunale, Monteriggioni occupa la sommità di una
dolce collina dalle pendici coltivate a vigne e olivi.
Il castello venne fondato nel secondo decennio del
Duecento dalla Repubblica di Siena, con il principale
scopo di creare un avamposto difensivo contro la
rivale Firenze. Per secoli l’insediamento svolse in
pieno la funzione per cui era stato creato, respingendo
di volta in volta una miriade di assedi e attacchi. La
sua funzione militare venne meno a partire dalla metà
del Cinquecento, quando l’intero Stato Senese, di cui il
nostro borgo faceva parte, venne annesso a quello
fiorentino.
POGGIBONSI
Poggibonsi (Podium Bonitii: Poggiobonizio) "bilico della
provincia Toscana", come la definiva Giovanni Villani nella
sua Cronaca del 1300, situata nell' Alta Valdelsa alla
confluenza delle principali vie di comunicazione che
attraversano la Toscana, all' apparenza può sembrare
solamente una città moderna ed invece offre opere d' arte
ed antichi monumenti di grande valore ed interesse.
Le sue origini sono antichissime, la tradizione la vuole
fondata dai soldati in ritirata di Catilina, sconfitto da Petreio
nella battaglia di Piteccio presso Pistoia nel 62 a.c., tracce
certe sono costituite da ritrovamenti Tardo Romani,
Longobardi e Carolingi sulla collina di Poggiobonizio. Nell'
Altomedioevo la presenza dell' Abbazia di San Michele
Arcangelo a Poggio Marturi portò alla crescita, con funzioni di centro commerciale, del borgo di Marturi,
corrispondente all' attuale area del centro storico intorno alla Collegiata. Il borgo ebbe subito un certo rilievo
economico e politico, tanto che nella Pieve di S. Maria Assunta la contessa Matilde di Canossa nel 1078 e nel 1103
tenne le adunanze dei propri vassalli durante le quali emanò numerosi editti.
Un forte impulso al suo sviluppo fu favorito dall' essere situato lungo il tracciato di "fondovalle" della Via Francigena,
che a partire dal XII secolo acquistò maggiore importanza rispetto a quello "collinare", come testimoniano i resoconti
di viaggio dell' Abate islandese Nikolas del 1151 e del Re di Francia Filippo Augusto di ritorno dalla Terza Crociata nel
1191.
Lunedi 25 aprile
S. GIMIGNANO. La fondazione di San
Gimignano si perde nella notte dei tempi. La
leggenda racconta che nel 63 avanti Cristo
i due fratelli Muzio e Silvio, giovani patrizi
fuggiti da Roma perché complici di Catilina,
si rifugiarono in Valdelsa e vi costruirono
due castelli: quello di Mucchio e quello di
Silvia, futura San Gimignano.
Il primo documento storico che attesta il
nome della Città è datato 30 agosto 929
quando Ugo di Provenza dona al vescovo di
Volterra il monte chiamato della Torre
"prope Sancto Geminiano adiacente". È'
probabile che il nome San Gimignano derivi
proprio dal nome del vescovo di Modena.
Dalla costellazione di villaggi rurali di piccole
proporzioni del periodo etrusco e poi di
quello romano, gravitanti nell'orbita della più
importante Volterra, si passò, verso la fine
dell'Alto Medioevo, coincidente col X secolo,
alla formazione del nucleo più antico dell'attuale centro storico. Nel 998 San Gimignano era ancora un villaggio a
cavallo della via Francigena, politicamente feudo del vescovo di Volterra, il quale risiedeva in un castello ubicato sul
Poggio della Torre. Lo sviluppo di San Gimignano avvenne soprattutto nei primi tre secoli dopo il Mille, quando si
trovò in una situazione geografica strategica. La via Francigena, inizialmente aperta dai Longobardi, divenne, nell'Alto
Medioevo, l'itinerario dei pellegrini che, soprattutto dalla Francia, si dirigevano a Roma e, proprio a San Gimignano, si
innestava la deviazione verso il porto di Pisa. La città, delimitata dalla prima cerchia di mura e sorta a cavallo della
variante collinare della via Francigena, diventò uno dei principali luoghi di transito e di sosta per tutti i viandanti.
Da qualunque luogo si arrivi, San Gimignano svetta sulla collina, alta 334 metri, con le sue numerose torri. Ancor
oggi se ne contano tredici. Si dice che nel Trecento ve ne fossero settantadue, almeno una per ogni famiglia
benestante, che potevano così mostrare, attraverso la costruzione di una torre, il proprio potere economico (molte
sono ancora visibili nel corpo dei palazzi benché "scamozzate").
CURIOSITA’ VARIE:
San Gimignano è una cittadina agricola famosa per la produzione vitivinicola della Vernaccia e la coltivazione dello
zafferano. La Vernaccia di San Gimignano è uno dei vini bianchi più pregiati, viene prodotto in una ristretta zona
della Toscana tra Siena, Pisa e Firenze coincidente con il territorio comunale di San Gimignano. Esso è conosciuto ed
apprezzato in tutto il mondo ed è stato il primo vino italiano a ricevere il marchio di Denominazione di Origine
Controllata (DOC) nel 1966.
E PER CHIUDERE IN BELLEZZA LA VACANZA,
LAUTO PRANZO DELLA CUCINA TOSCANA
“DA PODE” IN LOCALITA’ SOVESTRO
E BRINDISI CON VIN SANTO E CANTUCCINI !!!!