Chiesa di Fiumazzo e memoria della X MAS, un

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Chiesa di Fiumazzo e memoria della X MAS, un
Chiesa di Fiumazzo e memoria della X MAS, un commento
dell'ANPI di Alfonsine
Mercoledì 9 Marzo 2016
L'ANPI di Alfonsine interviene sulla questione sollevata da un noto quotidiano locale relativamente alla chiesa di S.Antonio
Abate in via Fiumazzo, utilizzata nel 1945 come base infermieristica dagli uomini della X MAS che temporaneamente vi
seppellirono nel cortile antistante alcuni dei loro caduti. L'ANPI alfonsinese, come si legge in una nota stampa, "desidera
esprimere la propria posizione di netta contrarietà all'idea di un recupero a fini memoriali di quel sito, ricordando all'ing. Turchi
e all'estensore dell'articolo alcune fondamentali considerazioni".
La segreteria di Alfonsine dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia afferma"Nessuno vuole negare il diritto alla pietas
cimiteriale per i caduti di quel conflitto, quand'anche considerati 'dalla parte sbagliata dei valori di questa Repubblica'. Il
problema reale è che, a differenza dei veri cimiteri militari di alleati, tedeschi o italiani che sorgono in zona, quel sito non
ospita più salme dall'estate del 1945.
I resti dei marò che combatterono sul Senio agli ordini dei nazisti, furono dapprima traslati nel cimitero di Alfonsine, poi ritirati
dalle rispettive famiglie, senza problemi. Il cortiletto antistante la chiesina di Fiumazzo perciò non è paragonabile ad un
cimitero militare, in quanto non contiene più resti mortali.
È stato invece per anni meta di pellegrinaggi nostalgici ad opera di associazioni di estrema destra, che hanno asportato come
reliquia anche un'anta del portone d'ingresso, su cui campeggiava la scritta “Foss' anche la mia purché l'Italia viva” motto del
Battaglione Lupo.
Sono in molti ad Alfonsine a ricordare quelle manifestazioni neofasciste, che seguivano regolarmente le convention di AN a
Mirabello e che, col pretesto di deporre un fiore sulla tomba dei camerati (sepolture rimosse dal 1945 !) esibivano labari,
gagliardetti e camicie nere, che sarebbero stati anche allora da sanzionare ai sensi della Legge 205/93, artt. 2 e 4.
Il confine tra rispetto cimiteriale e culto del fascismo è definito dalla realtà dei fatti: quello non è più luogo di sepolture e
non vorremmo che diventasse teatro di raduni nostalgici, di cui nessuno ad Alfonsine avverte il bisogno.
L'insofferenza della stessa proprietà privata su cui si trova l'oratorio è figlia purtroppo di quelle manifestazioni".
Proprio in questo giorni l'ANPI di Alfonsine aveva diffuso una intervista al suo presidente Claudio Fabbri a commento della
notizia che l'Associazione culturale Lhg si sta preparando a girare un film intitolato “Lupi sul Senio” per ricordare la X Mas, che
operò tra Alfonsine e Fusignano negli ultimi mesi di guerra nel 1945. Riportiamo di seguito tale intervista.
Cosa sta facendo l’ANPI di Alfonsine in proposito?
“Per pura curiosità – afferma Claudio Fabbri – presidente della Sezione ANPI di Alfonsine – “mi affaccio sul web a cercare di
conoscere meglio le idee, gli autori e gli obiettivi che stanno dietro a quel progetto, poiché ogni giorno siamo invasi da
rappresentazioni di controstoria virale, che rischiano di confondere anziché informare i più giovani naviganti della rete.”
Cosa ha scoperto sul web?
“Dietro ad una facciata istituzionale che si dichiara apartitica ed apolitica” – prosegue Fabbri – “ LHG che sta per Living
History Group, si dice impegnata solamente ad organizzare rievocazioni storiche in armi, produzioni audiovisive di rilevanza
storica, convegni, conferenze e seminari – di cui però non si trova alcuna traccia, dopo un unico promo di film sulla guerra
civile realizzato nel 2015 – mentre simboli, riferimenti ideali e nominali illuminano sempre più chiaramente un contesto
nostalgico filofascista, impegnato in capziose rappresentazioni che alla lunga finiscono per sovvertire studi e valori.”
E poi?
“Nei magazzini di questi nuovi cineasti” – incalza il Presidente ANPI di Alfonsine – “ci si imbatte subito infatti nell'inno della X
Flottiglia MAS, si dichiara che l'opera parlerà delle “imprese del Battaglione Lupo” in Romagna e degli alti ideali di quanti
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combatterono insieme fino all'ultimo, per l'Onore della Patria tradita, concludendo che la storiografia alleata non ha prestato
finora la dovuta attenzione ai soldati della X Mas, dispiaciuta nell'ammettere “di essere usciti, in più occasioni sconfitti nei
numerosi scontri avvenuti durante i lunghi mesi di combattimenti, fino all'aprile 1945”.
Cosa intende dire, che le cose non andarono davvero così?
“Decisamente no” – risponde il Presidente dell’ANPI di Alfonsine, città Medaglia D’Argento della Resistenza – “Vale la pena
ricordare che in realtà gli uomini del Battaglione Lupo giunsero a Rossetta gli ultimissimi giorni del 1944; vissero alcuni mesi
rintanati come topi, in buche scavate tra gli argini fangosi del fiume Senio, con armi e mezzi inadeguati, e con il solo scopo di
scoraggiare inglesi e canadesi ad avvicinarsi all'argine sud.
A leggere le loro memorie di quei giorni, pubblicate nel 1973 dalle Edizioni del Senio di Roma, si colgono più che altro la
trepidazione per l'attacco imminente, i veleni di una propaganda fanatica che aveva corrotto alcune centinaia di adolescenti e
l'isterica ricerca della bella morte fra qualche graduato più maturo.
In concreto cosa fecero i Marò della X Mas ad Alfonsine?
“Rimasero fermi in quelle buche” – risponde Fabbri – “agli ordini dei camerati tedeschi, fino al 1° aprile 1945 che era il giorno
di Pasqua. Poi, quando fu chiaro che iniziava il grande attacco degli Alleati, i tedeschi presero il loro posto e li invitarono a
ripiegare tutti nel ferrarese, verso un più sicuro nord. Non si hanno notizie di imprese vittoriose (ma qualche canadese ubriaco
che di notte aveva superato le linee lo catturarono davvero), se non quella di custodire a lungo gli argini del fiume e la terra di
nessuno.
Quindi, in conclusione?
“Sul mantra dell'onore da difendere strenuamente” – conclude Fabbri – “ci spiegheranno poi se questo veniva alimentato
dall'appoggio dato al progetto nazista di razzismo politico europeo, dallo sterminio degli ebrei o dalla fucilazione dei giovani
ragazzi di leva che non intendevano più combattere per Mussolini. Ora, che settant'anni fa ragazzi cresciuti e sconvolti dalla
retorica fascista abbiano visto come possibile la scelta della Repubblica Sociale può essere spiegato in tanti modi; ma che
oggi, da quell'esperienza, se ne vogliano trarre dei modelli di eroismo, che non si interrogarono mai sui fini di quella guerra, si
chiama filofascismo.
Società
Commenti
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ricordo al difensore della resistenza ora e sempre, che in Spagna all'indomani della fine della guerra civile il regime di Franco
creò un mausoleo nazionale, la valle del los caidos, in cui si pregano i morti di entrambi i fronti. Con simili discorsi, non si
farà mai la pacificazione qui in Italia!10/03/2016 - Massimo
""""Nessuno vuole negare il diritto alla pietas cimiteriale per i caduti di quel conflitto""""...A QUANTA GENTE L'AVETE
VIETATA??10/03/2016 - wl'italia
""Nessuno vuole negare il diritto alla pietas cimiteriale per i caduti di quel conflitto""..ALLORA COMUNICATE LE
COORDINATE..DEI LUOGHI DOVE SONO SEPOLTE TUTTE LE PERSONE SCOMPARSE..DOPO IL 25
APRILE!10/03/2016 - alberto
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