FARMACIA FIDUCIA - Giugno 2014

Transcript

FARMACIA FIDUCIA - Giugno 2014
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AGFARM
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P e r i o d i c o b i m e s t r a l e a n n o X n° 5 4 g i u g n o 2 0 1 4
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La malattia di Alzheimer: la perdita d'identità
Fimosi: come si presenta e come curarla
La riabilitazione nella malattia di Parkinson
La vitamina C: vitamina per la salute
Cellulite: consigli del chirurgo estetico
Cibo & tumori
La dieta a zona
Medicina naturale
wellcare.it
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conseguenze visibili di un trauma
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possibile, ma si possono rendere
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Dalla ricerca Hynecos Research
Da Pool Pharma in farmacia.
Periodico bimestrale di salute & benessere
Direttore Editoriale
On. Dott. Luigi Zocchi
Direttore Responsabile
Giovanni Nello Franchi
Direzione Redazione
Federfarma Varese
Piazza Marsala, 4 - 21100 Varese
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Caporedattore
Luisa Nobili
Comitato di redazione
Rachele Aspesi
Gianluca Bonicalzi
Anna Carnelli
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Hanno collaborato a questo numero
Alberto Ciatti
Fabio Colombo
Giovanni Nello Franchi
Alfredo Goddi
Silvia Magnani
Laura Pendolino
Alberto Roggia
Segretaria di redazione
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Progetto grafico
Graffiti s.a.s.
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Art Director
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Anno X - n° 54 giugno 2014
Copia Omaggio
Tiratura 20.000 copie
Distribuzione in 215 farmacie di Varese
e provincia.
Graffiti Editore
ROC - Registro Operatori di
Comunicazione
n° 13729
Registrazione testata Tribunale
di Varese
n° 871 del 22/4/2005
Stampa - Roto3
Sono vietati la riproduzione e l’uso
anche parziale di testi, illustrazioni e foto.
Troverai il prossimo
numero di Farmacia Fiducia
ad agosto nella tua farmacia.
Spazio riservato al timbro della farmacia
Andiamo tutti
al funerale
del “buon senso”.
N
On. Dr. Luigi Zocchi
Presidente Federfarma
Varese
on passa giorno senza che si abbia notizia di un nuovo scandalo finanziario
o amministrativo o tributario.
Oggi è la preparazione dell’EXPO 2015 a tenere banco, ieri la sanità lom-
barda.
Un giorno è una banca, un altro una Regione.
Uomini che dirigono aziende ed uffici amministrativi pubblici, politici che hanno
incarichi molto importanti, ed anche ben retribuiti, vengono beccati con le mani nel
sacco.
Tangenti, regali incredibili, passaggi di denaro sospetti per favorire gli affari di imperturbabili “faccendieri” collegati più o meno direttamente agli ambienti politici,
amministrativi ed imprenditoriali.
Un tempo non molto lontano veniva lasciato intendere che tutto il malaffare nascesse,
si sviluppasse e si espandesse prevalentemente in alcune regioni ed in alcuni ambienti
della politica, arrivando addirittura a far coincidere uno slogan politico, Roma Ladrona, con una diffusa idea di circoscrizione del problema.
Oggi, assolutamente, tutto è cambiato.
Si fatica a trovare una zona geografica che sia esente dal malaffare, come pure un
ente, una grande impresa od un'amministrazione che possano dirsi veramente al di
fuori del problema.
Una cosa però mi incuriosisce.
Se, quasi sempre, dietro gli scandali finanziari si nascondono gare d’appalto per lavori
di interesse pubblico con i loro complicati meccanismi di gestione e di realizzazione,
perché, mi chiedo, non andare a fondo del problema rivedendo da zero tutte le norme
che regolano gli appalti e le gare pubbliche, semplificandole e rendendole effettivamente trasparenti?
Il mondo in cui operano le farmacie, quello dei farmaci e dei prodotti parafarmaceutici, non è esente dal problema. In linea di massima teorica i farmaci dovrebbero essere
distribuiti ai cittadini tramite le farmacie aperte al pubblico, farmacie che assicurano
orari di apertura sempre più estesi e, con il meccanismo dei turni di guardia notturni e festivi, permettono l’accesso al servizio in modo semplice e continuo. Invece,
sempre in più casi, farmaci ed altri importanti presidi vengono acquistati dalle Asl e
distribuiti con modalità varie, talvolta con la collaborazione delle farmacie, altre volte
tramite aziende che consegnano a domicilio, altre volte ancora nei propri uffici. L’aspetto che sembra interessare maggiormente gli addetti ai lavori, esclusi naturalmente
i farmacisti, è quello economico: quanto costa il prodotto, dove lo posso trovare a
meno prezzo?
Eccoci dunque entrati nel meccanismo “gara d’appalto”.
Farmaci, pannoloni, ossigeno e tanto altro si acquistano con le “gare” e si distribuiscono, spesso, con metodi alternativi a quello della vecchia filiera rappresentata dalle
farmacie.
Certo, di tanto in tanto, qualche problemino si verifica.
Ad esempio, negli ultimi tempi, nel periodo tra il 18 aprile (venerdì santo) e 2 maggio
ci sono state ben dieci giornate in cui i servizi dei medici di base e quelli degli uffici
sanitari pubblici sono stati ridotti, a causa dell’accumularsi di giorni festivi e prefestivi. Le lamentele dei cittadini sono state tante ed i loro sfoghi sono comprensibilissimi. Quello che sembra meno comprensibile è il fatto che le proteste si limitino
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3
La malattia di Alzheimer:
la perdita d'identità.
Terza parte.
Dott.ssa Luisa Nobili
Farmacista
L
a Malattia di Alzheimer è la causa più
frequente di demenza:
posta la diagnosi non c'è che
da proteggere, accudire ed
accompagnare il malato con
un impegno ed un coraggio spesso sottovalutati e non compresi dalla
società.
Il Morbo di Alzheimer
può essere considerato
come un doloroso esilio dalla propria identità: il danno neurologico
causato dall'accumulo di
sostanze proteiche a livello neuronale è solo il
punto di partenza, ma
è il contesto relazionale,
cioè l'ambiente, l'unico
aspetto in qualche modo
modificabile riducendo la
sofferenza e i deficit della
persona malata.
Così nuovi orientamenti
comportamentali e psicologici prevedono:
• il riconoscimento delle
molteplici identità della
persona con demenza,
spesso in contrasto con
la personalità conosciuta
ed amata in precedenza
• la diversa realtà in cui vive
il malato, recuperando le sue
competenze elementari come
la capacità di esprimersi, di
parlare, di decidere
• la ricerca faticosa e dolo-
F A R M A C I A
"...Non sapeva se aveva fame o sete, non
era affatto facile riuscire a mangiare e
bere nel solito modo..."
rosa di un'identità confusa
ed impoverita rimanendo in
contatto con le abilità che si
mantengono nel tempo quali
il tatto, la comprensione musicale, l'arte.
nei paesi di lingua austriaca."Il
vecchio re nel suo esilio" di Arno
Geiger.
Ho scelto di concludere la serie di questi articoli riportandone alcuni brani significativi
Un libro per comprendere.
Il racconto di un figlio e la
sua vita con il padre malato di
Alzheimer è il tema affrontato in un libro che nel 2012 ha
riscosso un enorme successo
con un breve commento.
Cosa ci spaventa.
...Ci spaventa soprattutto ciò
che non capiamo. Quindi la
mia situazione familiare para-
F I D U C I A
dossalmente migliorò quando
un numero sempre maggiore
di segnali indicò che mio padre non era afflitto da problemi di smemoratezza e di
motivazione, ma da qualcosa
di più. Il fatto che la
quotidianità gli ponesse
problemi insolubili non
si poteva spiegare con
la distrazione: impossibile illudersi ancora. La
mattina si vestiva a metà
in modo sbagliato, a mezzogiorno infilava la pizza
surgelata nel forno con
tutta la scatola e riponeva
nel frigorifero le calze.
Impiegai un po' di tempo
a capire tutta la portata
di quell'orrore, ma ad un
certo punto fui costretto a rendermi conto che
mio padre non si stava
lasciando andare, ma che
soffriva di demenza.
Non avevo mai immaginato che potesse succedere proprio a lui...
Commento: è il comportamento per noi inaccettabile
dell'altro che non riusciamo
a comprendere e che ci pone
interrogativi angoscianti: chi è
diventato colui che amavamo?
Gli mancava qualche rotella!
..Pioveva: lo feci notare a mio
padre. Lui guardò verso la
4
La malattia di Alzheimer: la perdita d'identità.
finestra e disse:"Ah,bei tempi
quando ero giovane! Quando
ero giovane fuori faceva sempre bello. Adesso è terribile...
terribile." Non aveva perso
del tutto la sensazione del
tempo, ma gli mancava qualche rotella! La cosa sconcertante era che gli era rimasta la
consapevolezza del calo delle
sue facoltà: ne parlava sempre più spesso, cosa che io
trovavo sorprendente, visto
che da tempo non riusciva a
rando: "Mah, se sapessi come
si fa... sai sono un povero
diavolo!"
Commento: esiste almeno inizialmente da parte del malato una
consapevolezza dolorosa.
A volte si stringono legami.
..Ora tra me e mio padre c'è
qualcosa che mi ha portato
ad aprirmi al mondo. E', per
così dire, il contrario dell'isolamento familiare che dicono
caratterizzi l'Alzheimer e cioè
ALZHEIMER E PITTURA
La vena artistica dipende dall'attività di numerose aree
cerebrali (in particolare del lobo fronto-temporale destro
colpito in modo significativo nell'Alzheimer).
Nelle figurazioni pittoriche dei malati i visi sono spesso distorti, il disegno è elementare e i colori usati sono molto
pochi, in preferenza il giallo ed il rosso.
Tuttavia gli artisti colpiti dalla malattia continuano una sorta di attività artistica.
Per esempio il pittore americano William Utermohlen, al
quale fu diagnosticata la malattia nel 1997, andò avanti
a dipingere rappresentando solo se stesso, consentendo
al suo medico di seguire, forse meglio di qualsiasi cartella clinica, la progressione della malattia, il decadimento
delle abilità tecniche, l'incapacità di rappresentare la prospettiva.
L'artista era consapevole, dolorosamente, che le sue capacità pittoriche si stavano modificando; tuttavia i quadri
dell'ultimo periodo rimangono molto potenti dal punto di
vista espressivo, sicuramente tristi, ma bellissimi.
E' infine da segnalare, sorprendentemente, come in taluni
casi il talento artistico emerga in pazienti che ne erano privi quando non erano affetti da demenza.
controllare le cose più comuni di ogni giorno. Non sapeva
se aveva fame o sete, non era
"affatto facile" riuscire a mangiare e bere nel solito modo.
Una volta davanti ad una fetta
di pane si lamentò di non
sapere che farne, gli risposi di
mangiarla e lui replicò sospi-
F A R M A C I A
che tronca ed annulla i rapporti. A volte, al contrario, si
stringono legami in precedenza insperati.
Commento: rimane aperta la speranza di ritrovarsi, anche se in
modo completamente nuovo, senza
avere necessariamente le risposte
rassicuranti che vorremmo.
F I D U C I A
Quali alimenti?
Alcuni alimenti come pesce e
frutta secca oleoginosa quali
nocciole, mandorle, noci ricchi
in acidi grassi polinsaturi omega-3 hanno la capacità di ridurre la concentrazione sanguigna della proteina beta-amiloide, il cui aumento è associato
all'Alzheimer.
La buona notizia proviene da
uno studio effettuato da ricercatori della Columbia University di New York su un migliaio
di cittadini ai quali è stato fatto compilare un questionario
sulle loro abitudini alimentari.
Un anno e mezzo dopo sono
stati sottoposti ad un prelievo
per misurare il livello di proteina beta-amiloide, facile da dosare con un esame del sangue.
Cosa si voleva appurare?
Si è cercato un legame tra alimentazione e dieci componenti nutritivi normalmente presenti nella alimentazione quali
acidi grassi polinsaturi omega
3 ed omega 6, vitamina E, vitamina C, folati, acidi grassi sa-
turi, vitamina B12, vitamina D,
betacarotene, acidi grassi monoinsaturi.
I ricercatori hanno concluso
che un alto consumo di omega 3 riduce i tassi di proteina beta-amiloide nel sangue,
gli altri alimenti inclusi nel test
non sembrano avere nessuna
influenza sul livello di proteina
beta-amiloide. Hanno quindi
proposto un menu ideale antinvecchiamento ricco in pesce,
frutta, carne di pollo.
La dieta mediterranea ancora una volta viene confermata come la più indicata per
mantenerci in forma ed aiutarci
nel prevenire le turbe cognitive leggere.
Ma, come dice il proverbio: "a
tavola non s'invecchia" anche
grazie alla buona compagnia
ed alla conversazione serena e
coinvolgente!
da sapere
Droga: la cocaina
modifica il cervello
e favorisce la
dipendenza.
Lo ha confermato Christian
Lauscher dell'Università di Ginevra che sulla rivista Nature
ha spiegato che l'assunzione
di cocaina altera due percorsi
neurali nel cervello dei topi.
Tali modifiche, indotte dalla
droga, facilitano le recidive nelle persone dipendenti. Recenti
ricerche hanno dimostrato che
le droghe che danno assuefazione "dirottano" tali circuiti
neurali, rafforzando quelle segnalazioni che stimolano l'individuo dipendente a cadere
nuovamente vittima dell'assunzione di stupefacenti. L'indagine svizzera ha fornito nuove
prove a sostegno di questa
teoria attraverso l'identificazione chiara di alterazioni innescate dalla cocaina in specifici
percorsi neurali nella corteccia
prefrontale o nell'ippocampo ventrale che colpiscono il
'nucleus accumbens'. La manipolazione di questi percorsi
alterati dalla cocaina è in grado
di ripristinare i comportamenti
normali e ostacolare le crisi di
astinenza. Un farmaco che punti ad entrambi i percorsi coinvolti potrebbe aiutare a ridurre
le recidive.
5
Fimosi: come si presenta e come curarla.
Prof. Alberto Roggia
specialista in Urologia,
Chirurgia Pediatrica e
Chirurgia Plastica
www.profroggia.it
P
er rispondere adeguatamente a tali interrogativi, occorrono
alcune premesse generali:
il prepuzio è rappresentato dalla pelle che ricopre il
pene ed il glande, e che,
per consentire anzitutto un
corretta toilette - che è peraltro assolutamente necessaria
per evitare infezioni acute e
croniche al pene- deve poter essere totalmente retratto
consentendo la messa a nudo
del glande. Ovviamente lo
scorrimento del prepuzio sul
glande è di rilevante importanza per una corretta attività sessuale, senza “fastidi”
o addirittura dolori durante
l'erezione o la penetrazione.
Alla nascita si osserva frequentemente una esuberanza
di pelle prepuziale esterna
che nasconde il glande e pure
il meato uretrale esterno
da cui esce il getto della
“pipì”: nessuna preoccupazione perchè
generalmente tutto
si sistema spontaneamente nel modo migliore con una attenta e comune toilette che va attuata
tutti i giorni secondo i consigli del medico pediatra o neonatologo: occorre tuttavia
sorvegliare che non ci siano
F A R M A C I A
Cosa fare se la fimosi è riscontrata
nel bambino o in età adulta. E' meglio la
circoncisione classica-tradizionale oppure
la chirurgia plastica-estetica di allargamento
del prepuzio troppo ristretto? Quale tecnica
chirurgica consente i migliori risultati sia funzionali
che estetici? E' sempre necessario l'intervento
chirurgico oppure ci sono altre cure possibili?
Creme e pomate? Che fare se è troppo
corto il frenulo prepuziale?
tenaci aderenze
(chiamate sinechie) tra la faccia interna del
prepuzio (chiamata foglietto interno) e la superficie
del glande che impediscono lo scoprimento del glande
stesso quando con
delicatezza si cerca
di ritirare indietro il
prepuzio: in tal caso
non è possibile la normale toilette del pene,
le pomate o creme
non possono dare risultati positivi. Se si
lasciano queste ade-
renze si formano rapidamente vari depositi di smegma
di colore bianco-giallastro
che favoriscono le infezione a carico del glande, del
prepuzio e talora anche del
meato uretrale esterno. In
F I D U C I A
pratica occorre, già poco dopo la nascita, effettuare tutti
i giorni la corretta toilette del
pene, interpellando il medico
pediatra o neonatologo nel
caso ci fossero difficoltà a
“scoprire il glande”. In caso
di queste tenaci aderenze o
sinechie occorre la precoce
liberazione (o lisi) delle stesse effettuabile ambulatoriamente dal pediatra o
dallo specialista chirurgo pediatra o urologopediatra con una manovra decisamente “dolce
e rapidissima”: il tutto è
infatti realizzato in due
minuti con pomata anestetica e pertanto senza
alcun dolore da parte del
piccolo paziente.
Se invece non è possibile lo scorrimento del
prepuzio non a causa
delle sinechie sopra citate, ma bensì in quanto è veramente stretto
il prepuzio per cui è
impossibile scoprire il
glande, si parla di fimosi, che spesse volte è
associata alla presenza
di un frenulo troppo
corto.
Occorre distinguere
nettamente la fimosi
che si può riscontrare
nel neonato o in età pediatrica, dalla fimosi che compare
in età giovanile e adulta, sia
perchè la cause di insorgenza sono diverse sia perchè
altrettanto diverse sono di
conseguenza le terapie chirurgiche.
6
Fimosi: come si presenta e come curarla.
1
Fimosi in età pediatrica:
è dovuta ad un restringimento congenito, dalla nascita, del prepuzio nella parte
che ricopre il glande per cui
non è possibile scoprire il
glande, se non con manovre
forzate e pertanto dolorose,
che comunque non risolverebbero la fimosi. In tali casi
le pomate non possono certamente guarire e risolvere il
problema; sono inoltre da
evitare tutte le manovre
manuali che cerchino di allargare la pelle prepuziale
perchè, oltre ad essere dolorose (terrorizzando il piccolo
paziente!) non portano a nessun risultato, ma anzi possono peggiorare la situazione in
quanto un forzato tentativo di
retrazione del prepuzio comporterebbe la facile formazione di piccolissimi taglietti
sulla cute che poi guariscono
con altrettante cicatrici sempre di minima entità, ma che
comportano una ulteriore
perdita di elasticità del prepuzio con la conseguenza di un
peggioramento della fimosi.
2
Fimosi in età giovanile:
è la fimosi riscontrata dal
ragazzo di 15-18 anni, ma anche a 20-30 anni in occasione
della erezione spontanea o di
attività sessuale. In tali casi si
tratta di una fimosi congenita
che era già presente dalla nascita, ma di lieve entità (per
cui il prepuzio era retrattile
sia pure con una certa difficoltà ma che comunque permetteva un normale toilette),
mentre ora in fase di erezione
la fimosi si manifesta in modo
quanto mai evidente e disturba nettamente l'erezione
stessa oltre che il rapporto
sessuale, provocando anche
fastidi o dolori localizzati al
pene ed al glande.
Fimosi in età adulta o
senile: generalmente non
si tratta di fimosi già presente
3
F A R M A C I A
in età giovanile ma insorge
solo successivamente ed è
dovuta ad infezioni croniche
del prepuzio, o ad una scarsa toilette per lunghi periodi
di tempo. Il diabete è una
patologia che può favorire la
insorgenza di fimosi o aggravare una fimosi già presente
che tende inevitabilmente a
peggiorare sempre più, per
cui il paziente si trova nella
impossibilità di effettuare una
corretta toilette del pene e del
glande. Talora la grave fimosi
può pure ostacolare una normale minzione.
Talora invece, anche in pazienti non affetti da diabete,
insorge un'infezione grave e
cronica del prepuzio chiamata Lichen sclero-atrofico
che si manifesta con un prepuzio biancastro, di elevato
spessore, che presenta numerose piccole lesioni ragadiformi come piccoli taglietti che
facilmente sanguinano
qualora si cercasse
di scoprire con
forza il glande: tale lichen
sclero-atrofico
non può certamente guarire
con l'applicazione
di creme, ma richiede terapie chirurgiche
tempestive perchè
potrebbe ulteriormente svilupparsi
andando ad interessare anche il meato uretrale
esterno e quindi penetrare
nell'uretra causando restringimenti (chiamati stenosi) a
carico dell'uretra quanto mai
gravi e che richiedono talora
vari interventi chirurgici di
uretrotomia ed uretroplastica
(www.profroggia.it).
Da ricordare inoltre che tutte
le fimosi riscontrabili nella
persona adulta ed anziana,
possono a lungo andare, a
causa soprattutto della impossibilità di corretta igiene e
F I D U C I A
toilette, favorire l'insorgenza
di tumori maligni al glande ed
al prepuzio stesso.
Quali interventi chirurgici urologici o di chirurgia
plastica-estetica per risolvere la fimosi?
Quando la fimosi non è risolvibile con la lisi manuale delle
sinechie, occorre prendere in
considerazione la terapia chirurgica: in tali casi il pediatra
e lo specialista urologo o il
chirurgo-pediatra valuteranno il momento opportuno
per l'intervento essendo talora differibile anche verso
i 2-4-6 anni; altre volte, se
la fimosi è strettissima ed
associata pure ad infezioni
urinarie, occorre effettuare
l'intervento molto più precocemente ed anche nei primi
mesi di vita.
Nel paziente giovane o adulto,
lo specialista urologo o chirurgo plastico o andrologo
consiglierà la terapia
chirurgia indicando
al paziente quale
tecnica operatoria
è indicata in quello
specifico caso.
In tutti i casi occorre ricordare che
l'intervento chirurgico,
realizzato con strumenti molto fini
e delicati (meglio
ancora se l'operatore utilizza sistemi di
ingrandimento come le
lenti telescopiche), richiede
notevole minuziosità di esecuzione, delicatezza e precisione
al fine di consentire non solo
un risultato funzionale valido (rappresentato dalla liberazione del glande dall'anello di
prepuzio troppo stretto e poco elastico), ma pure estetico
(cicatrici ridotte al minimo
e poco visibili). In caso di interventi di plastica prepuziale
Continua a pagina 30
da sapere
Il cancro al pancreas
diventerà il
secondo più letale.
La morte per cancro al pancreas potrebbe diventare, entro il
2030, la seconda causa di morte per cancro negli Stati Uniti,
scalzando quella per cancro alla
mammella e per cancro al colon. A dirlo, un
nuovo
studio
della Pancreatic
Cancer Action
Network. Attualmente, in cima
alla classifica dei
cancri più letali
troviamo quello
ai polmoni, seguito da quello
al colon-retto e dal tumore alla
mammella. Quello al pancreas è
la quarta causa di morte per cancro. Le previsioni, tuttavia, parlano di cancro al polmone che si
manterrà al primo posto, ma di
uno al pancreas che arriverà fino
al secondo posto entro il 2030.
Le ragioni di questo cambiamento sono soprattutto il raggiungimento di un'età di sopravvivenza
che è aumentata ed è attualmente oltre i 65 anni, un'età per cui
si è a più grande rischio tumore
in generale. Inoltre, sebbene lo
screening ha portato a miglioramenti nell'individuazione di
alcuni tipi di cancro, come quello
colon-rettale, questo non succede per quanto riguarda il cancro
al pancreas e al fegato. Il tumore
al pancreas ha un tasso di sopravvivenza molto basso: il 94
per cento dei pazienti che riceve
questa diagnosi muore nell'arco
di 5 anni.
7
La riabilitazione nella malattia
di Parkinson: utilità ed indicazioni.
a cura della Casa di Cura Privata
Le Terrazze
Dott.ssa Laura Pendolino
Specialista in Medicina Fisica
e Riabilitazione
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
L
a malattia di Parkinson
è una malattia neurodegenerativa in progressivo aumento nella popolazione generale (incidenza di
5-14 individui su 100.000 nel
mondo, 1 su 4000 abitanti con
picchi di 1 su 1000 abitanti
dopo i 50 anni in Italia) con
un prevedibile impatto socio-economico importante
anche nel nostro Paese.
Un’attenzione particolare
è stata rivolta negli ultimi
anni all’utilità della Riabilitazione, quale cura della
Malattia di Parkinson, al
fine di rallentarne l’inevitabile progressione e soprattutto consentire al paziente
di mantenere una soddisfacente autonomia globale non dovendo ricorrere
a continui aggiustamenti
della terapia farmacologica
(aumento progressivo dei
dosaggi dei farmaci con le
inevitabili conseguenze degli effetti collaterali legati a
tali scelte).
La domanda che quindi sorge
spontanea in questi pazienti
potrebbe essere: "...Ma la riabilitazione neuromotoria è
davvero utile? ...Può migliorare i sintomi motori e, se
sì, per quanto tempo? ...Dove è possibile effettuarla in
modo corretto per poterne
trarre i massimi benefici
possibili?
F A R M A C I A
L'esercizio fisico è efficace per migliorare
la marcia, l’equilibrio, il freezing e le
prestazioni motorie dei pazienti affetti
da questa patologia, purtroppo,
in progressivo aumento.
Nell’ultimo decennio un considerevole numero di articoli
scientifici ha messo in evidenza come l’esercizio fisico sia
efficace nel migliorare la marcia, l’equilibrio, il freezing e le
prestazioni motorie in generale nei pazienti affetti da Malat-
Sulla scia di recenti osservazioni scientifiche circa un verosimile ruolo neuroprotettivo
dell’esercizio fisico intensivo
nei pazienti affetti da tale patologia, da alcuni anni la Clinica
Le Terrazze offre la possibilità
di effettuare un Percorso Ri-
tie neurodegenerative come il
Parkinson. Ma non solo, l’esercizio fisico a sua volta è in
grado di intervenire nel contrastare i sintomi non motori
associati (quali depressione,
apatia, decadimento cognitivo,
stipsi, insonnia ed affaticabilità) e nel ridurre le comorbilità
secondarie ad uno stile di vita
sedentario (osteoporosi, patologie cardiovascolari, dolore).
abilitativo intensivo in regime
di ricovero, sotto il controllo
di specialisti preparati ed attivi nella riabilitazione di tali
malattie.
Il paziente che afferisce alla
Clinica, o su segnalazione del
medico curante o spontaneamente, viene valutato clinicamente e preso in carico da un
Team di specialisti del settore
che comprende fisiatra, neu-
F I D U C I A
rologo, logopediste, psicologhe, infermieri della riabilitazione, fisioterapisti, terapisti
occupazionali e assistenti sociali in grado di valutare accuratamente le problematiche
di ciascun individuo intervenendo nel Progetto Riabilitativo Individuale, ognuno
con la propria competenza, con l’obiettivo specifico di migliorare i disturbi
del paziente sfruttando il
potenziale residuo di ciascuno. (A questo proposito ha
da poco iniziato a collaborare
con il nostro reparto il Dott.
G. Veneziano, neurologo specialista nella cura delle malattie
Neurodegenerative quali il Parkinson).
La giornata tipo del paziente è scandita da attività in palestra con l’utilizzo di apparecchiature e
macchinari all’avanguardia
nel settore riabilitativo (gait
trainer, cicloergometro e
pedana stabilometrica, predisposti per la riabilitazione
neurologica), da attività di tipo occupazionale (in grado
di migliorare l’autonomia nelle attività della vita quotidiana), da sedute di valutazione
e rieducazione individuale
su temi specifici quali la deglutizione, il linguaggio ed i
disturbi della sfera emotiva
e comportamentale. All’interno del Reparto dedicato sono
8
La riabilitazione nella malattia di Parkinson: utilità ed indicazioni.
inoltre presenti, con cadenza
settimanale, altre figure professionali in grado di intrattenere il paziente con attività
quali la pittura (arteterapia)
in grado di stimolare il paziente all’espressione libera
di sé ed alla socializzazione.
L’intervento di una dietista
esperta viene proposto in
gruppo con frequenza quindicinale (o singolarmente nel
caso esistano delle problematiche nutrizionali specifiche) al
fine di incrementare le conoscenze per l’adozione di uno
stile di vita corretto anche dal
punto di vista alimentare allo
scopo di ridurre al minimo
il rischio di interferenze tra
farmaci e cibi assunti durante
i pasti principali.
L’équipe riabilitativa della nostra Clinica inoltre collabora
attivamente con le Associazioni dei malati presenti sul
territorio (A.S.P.I.), con le
quali condivide gli obietti-
F A R M A C I A
vi educazionali e preventivi,
strettamente legati alla riabilitazione stessa. Alcuni professionisti della nostra Clinica
partecipano infatti alle attività proposte dall’ASPI con
interventi ed aggiornamenti
ai quali tutti i pazienti sono
invitati a partecipare. Tra i
prossimi impegni ci sarà la
distribuzione, presso le associazioni territoriali, del libretto dal titolo “Alimentazione
e Malattia di Parkinson” la
cui stesura è stata curata dalla
Clinica stessa.
La risposta quindi all’evidenza dell’utilità dell’esercizio
fisico per i malati di Parkinson, alla Clinica Le Terrazze vuole essere oltremodo
completa e mirata, e i risultati
ottenuti in questi ultimi anni
ci stimolano positivamente
a proseguire nel proporre al
paziente dei Percorsi Riabilitativi intensivi sempre più
personalizzati e completi.
Per concludere, ai quesiti iniziali dei pazienti circa l’utilità
della Riabilitazione nella cura
della malattia di Parkinson
risponderei in questo modo:
è dimostrato che l’esercizio
fisico intensivo è utile nel
migliorare i sintomi legati alla
Malattia di Parkinson garantendo una miglior qualità di
vita e limitando, in alcuni casi, gli incrementi della terapia
farmacologica specifica. Tale
attività risulta tanto più efficace se svolta in un ambiente
attrezzato e con l’ausilio di
personale preparato, con frequenza annuale.
Una presa in carico globale,
qual è quella che si realizza
oggi alla Clinica Le Terrazze,
consente inoltre di valutare e
migliorare anche molte delle
problematiche non motorie
connesse all’evolvere della
malattia, problematiche che
spesso risultano per il paziente invalidanti quanto i disturbi motori stessi.
F I D U C I A
Accreditata con il Servizio Sanitario Regionale
La cura e la salute
del paziente:
la nostra missione.
▶ Specialità ambulatoriali
■ Cardiologia
■ Diagnostica vascolare
■ Diagnostica per immagini
(ecografia, radiologia,
risonanza magnetica, TAC)
■ Laboratorio Analisi
■ Medicina fisica e riabilitativa
■
■
■
■
■
■
■
Moc-dexa
Neurologia
Oculistica
Ortopedia
Otorinolaringoiatria
Pneumologia
Urologia
▶ Specialità ambulatoriali erogate solo in regime privato
■ Agopuntura
■ Neuropsichiatria infantile
■ Chirurgia generale
■ Endocrinologia
■ Ginecologia e ostetricia
■ Dermatologia
■ Dermatologia estetica ■ Ossigeno-ozonoterapia:
infiltrazione di miscela
ossigeno-ozono intra-articolare,
paravertebrale
▶ Servizi di degenza con 185 posti letto di riabilitazione
specialistica neuromotoria, cardiologica, respiratoria
Assicurazioni / Enti convenzionati:
FASI, FASI OPEN, FASCHIM, FASDAC, BLUE ASSISTANCE, SISTEMI
SANITARI, GRUPPO GENERALI, PREVIMEDICAL, JOINT RESEARCH
CENTRE-JRC, AIACE, MEDIC4ALL, BBWAY, FONDO SALUTE
Casa di Cura Privata le Terrazze S.r.l.
Direzione Sanitaria
Dott.ssa Angela Superchi
Cunardo, Varese · Via Ugo Foscolo 6/b
Tel. +39 0332 992111 · Fax +39 0332 990074
Ufficio prenotazioni con SSR +39 0332 992500
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9
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interno
La vitamina C: vitamina per la salute.
Dott.ssa Anna Carnelli
Farmacista
[email protected]
Diverse sono le funzioni dell’acido
ascorbico ovvero la vitamina C:
scopriamo insieme quali sono.
L
a carenza di vitamina
C (una sostanza chiamata nel linguaggio scientifico acido
ascorbico) porta ad una
malattia chiamata scorbuto, una delle malattie conosciute da più
tempo, dato che se
ne parla nell’Antico
Testamento e negli scritti di Plinio il
Vecchio; inoltre si
sa che per secoli
lo scorbuto è stata
la principale causa di morte tra gli
equipaggi delle navi
a lunga percorrenza. Nel Medioevo lo
scorbuto era diffuso
nel Nord Europa nei
mesi invernali quando era ridotto il consumo di ortaggi verdi.
Lo scorbuto è una patologia che si manifesta con
stanchezza, gonfiore e edemi
alle braccia e alle gambe, quindi con emorragie nel naso
e nella bocca. La vitamina
C che cura lo scorbuto, ha
una struttura chimica che è
stata scoperta solo agli inizi
del ‘900 e per molti anni si è
pensato che la sua funzione
fosse essenzialmente quella di
prevenire la carenza nell’organismo. In realtà a partire dagli
anni 70 se ne è studiata l’utilità
F A R M A C I A
in molti
processi e
organi del corpo umano.
Assorbimento e ruolo
nell’organismo.
La vitamina C presente negli alimenti viene assorbita dall’organismo a livello
F I D U C I A
dell’intestino tenue, principalmente nell’ileo,
e dopo l’ingestione passa rapidamente in circolo e si diffonde nei diversi tessuti. L’assenza di deposito nel corpo
umano giustifica la necessità
di un apporto quotidiano
sufficiente.
Diverse sono le funzioni
dell’acido ascorbico: la vitamina C è coinvolta nella
produzione del collagene
del tessuto connettivo
necessario per esempio
per la riparazione dei
tessuti lesi; inoltre la
vitamina C è coinvolta nella sintesi chimica della carnitina, un
aminoacido prodotto nel fegato e liberato in circolo nei
tessuti scheletrici e nel cuore
dove ha un ruolo importante
nella contrazione muscolare.
Nei diversi tessuti avvengono reazioni chimiche che rilasciano
radicali liberi, dannosi
alla salute delle cellule;
la vitamina C partecipa all’inattivazione dei
radicali liberi svolgendo un'azione antiossidante. La vitamina C
è importante anche per
l’inattivazione di composti
cancerogeni chiamati nitrosamine, sostanze che possono
essere presenti nell’organismo partendo dai nitrati e dai
nitriti presenti nei prodotti
alimentari.
La vitamina C partecipa al
metabolismo del ferro: il
ferro detto “non eme”, cioè
quello di origine vegetale, non
viene assorbito così come è
10
La vitamina C: vitamina per la salute.
dall’organismo, ma deve essere trasformato in “ferro eme”
e l’acido ascorbico rende possibile questa trasformazione.
Infine la vitamina C partecipa
alle reazioni immunologiche
antinfettive dell’organismo;
infatti è importante assumere
vitamina C per combattere il
virus del raffreddore.
Apporto consigliato.
A seconda delle fasce di età
l’apporto nutrizionale consigliato varia da 35 a 100 mg
al giorno.
il 20% degli adulti consuma
meno dei due terzi dell’apporto consigliato.
Ricerche scientifiche.
Diversi studi hanno analizzato il consumo alimentare
di vitamina C e il rischio
di sviluppare tumori: questi
studi dimostrano che bassi
apporti alimentari sono collegati ad un aumento del rischio di tumori, in particolare
allo stomaco, all’esofago, alla
cavità orale e alla mammella.
Le persone con il consumo
Consegniamo fiducia
tutti i giorni
per 365 giorni all’anno.
Fonti alimentari.
La vitamina C è molto diffusa in natura, è presente in quantità variabile nei vegetali e si trova anche nel fegato, nel latte, nel pesce
e nella carne, anche se in questi ultimi in bassa quantità. Le bacche
di rose di macchia e il ribes nero sono gli alimenti più ricchi, contenendone rispettivamente 3000 mg per 100 g e 220 mg per 100 g.
A seguire la vitamina C si trova nel kiwi, negli agrumi e nelle fragole. Ricchi di vitamina C sono anche gli ortaggi verdi come il cavolo
e il cavolfiore. Tenendo conto delle quantità consumate, le patate
rappresentano un apporto essenziale per alcune popolazioni come
quelle del Nord della Francia.
Il problema della vitamina C è
che è una vitamina labile, sensibile all’ossidazione e al calore, per
questo il contenuto negli alimenti
può diminuire drasticamente.
I lattanti necessitano di 35
mg/giorno, i bambini da 1 a
3 anni 35 mg al giorno, i bambini dai 4 ai 12 anni necessitano di 40-60 mg al giorno;
adolescenti e uomini adulti
ne hanno bisogno di 60-100
mg al giorno. Le donne in
gravidanza e allattamento ne
hanno bisogno 80-100 mg al
giorno.
Studi recenti dimostrano che
F A R M A C I A
più elevato hanno un rischio
circa due volte minore di sviluppare questi tipi di tumore.
E’ stato dimostrato un effetto
protettivo anche per l’assunzione di elevate quantità di
frutta ricca di vitamina C.
Altri studi hanno dimostrato che un basso consumo
alimentare è correlato ad un
aumento del rischio di cataratta e di problemi cardiovascolari. Infine la vitamina C
si è dimostrata importante
per avere una buona densità
ossea, per ridurre l’insorgenza di patologie dentali e per
la cicatrizzazione delle ferite.
Bibliografia:
J.Le Grusse, B. Watier, Le vitamine dati biochimici nutrizionali
e clinici
F I D U C I A
FIDUCIA vuol dire trovare sempre nella
tua farmacia i farmaci e le specialità che
cerchi.
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Sovrappeso e Obesità
problema attuale?
Molti degli italiani accusano questo problema.
La causa? Una scorretta alimentazione e uno stile di vita sedentario.
L
a nostra alimentazione è oggi ricca di carboidrati
complessi e questo può spiegare, in parte,
un’incidenza così importante di persone che soffrono
di queste problematiche.
La maggior parte degli zuccheri assunti con la dieta
derivano dai carboidrati complessi che sono alla base
della nostra alimentazione.
Le fonti principali sono soprattutto pane, pasta, riso e
patate.
Cibi contenenti carboidrati complessi
Molto ricchi
Pasta
Riso
Pizza
Pane, grissini
Corn flakes
Crackers
Mediamente ricchi
Patate
Mais
Piselli
Lenticchie
Fagioli
Barbabietole
Data la loro diffusa
presenza è difficile
regolarne la
quantità per ogni
singolo pasto e
nel totale della
giornata.
Inoltre l’effetto dei carboidrati complessi è influenzato
dall’Indice Glicemico che, per gli alimenti raffinati e ricchi
di amidi, è particolarmente elevato.
Oggi in farmacia puoi provare
medical-slim
con KiloCapto®
Un nuovo prodotto utile per il
controllo del peso, la prevenzione
e il trattamento del sovrappeso e
dell’obesità.
Kilocal Medical-Slim con KiloCapto® è indicato nelle
diete particolarmente ricche di carboidrati complessi
per ridurre l’assorbimento giornaliero degli zuccheri.
La compressa contiene 100 mg di KiloCapto®, un
complesso glicoproteico formato da proteine non
OGM di fagiolo, che promuove il dimagrimento grazie
all’azione locale di rallentamento dei meccanismi che
portano alla degradazione e poi all’assorbimento dei
carboidrati complessi, con conseguente riduzione
dell’apporto calorico.
L’aggiunta del simeticone limita i fastidiosi gonfiori
È un Dispositivo Medico
addominali. I carboidrati complessi non degradati
vengono espulsi con le feci.
Due compresse di Kilocal Medical-Slim
possono inibire l’assorbimento di carboidrati complessi.
Una conseguenza indiretta del blocco dell’assorbimento
degli zuccheri è la riduzione dei picchi postprandiali di
glicemia.
Kilocal Medical-Slim è utile nel favorire la riduzione
dell’assorbimento dei carboidrati complessi.
La diminuzione dell’assimilazione dei carboidrati, riducendo l’apporto calorico, determina una perdita di
peso. Un calo ponderale, migliora i disturbi associati
all’obesità e al diabete.
Kilocal Medical-Slim se associato ad una dieta ipocalorica, e ad una adeguata attività fisica, è un utile
coadiuvante per il controllo
del peso e la prevenzione
ed il trattamento dell’obesità. In caso di dubbio chiedere al medico o al farmacista notizie e consigli per
uno stile di vita sano.
0426 Leggere attentamente le avvertenze o le istruzioni per l’uso. Aut. Min. del 22/03/2013
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uando l’intestino si
“addormenta” e perde la
sua regolare puntualità
è possibile andare incontro ad
episodi di stitichezza che possono causare cattiva digestione,
senso di gonfiore con tensione
addominale e alitosi.
Secondo le recenti linee guida
il problema può essere affrontato con una dieta ricca di fibre
indispensabili per ritrovare e
mantenere la corretta motilità
intestinale.
Seguendo queste direttive è
stato formulato Dimalosio
Complex, un preparato a base di Psillio e Glucomannano, fibre naturali, arricchito con Lattulosio ed estratti vegetali, componenti attivi che agiscono in sinergia per “risvegliare” la corretta motilità intestinale senza irritare.
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l’intestino pigro, usato con regolarità svolge un’azione come
regolatore intestinale, favorisce
la crescita della flora batterica ed aiuta a combattere quel
fastidioso gonfiore addominale
facilitando una normale evacuazione.
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Servizio gratuito di ascolto e
orientamento Psicologico in Farmacia.
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VARESE
Scuola Lombarda di Psicoterapia
Federfarma vicina al cittadino.
Anche quest’anno, numerose farmacie della Provincia
di Varese offrono una consulenza psicologica totalmente
gratuita. L’iniziativa, resa possibile da Federfarma Varese
in partnership con i Servizi
Sociali della ASL e la Scuola Lombarda di Psicoterapia,
è giunta al quarto anno di
attività e dimostra una crescente capacità di intercettare
e di rispondere a un diffuso
quanto “sommerso” bisogno
di ascolto e di supporto psicologico.
Come si accede al servizio?
Per usufruire del servizio, è
sufficiente contattare una delle farmacie aderenti all’iniziativa e prenotare un colloquio,
che si svolgerà all’interno della
farmacia stessa, in un locale
idoneo e riservato.
L’obiettivo della consulenza
psicologica in farmacia è offrire alle persone ascolto, supporto e orientamento attra-
F A R M A C I A
Associazione Varesina
Titolari di Farmacia
verso un’accurata valutazione
del problema.
Laddove ve ne fosse la necessità, al termine della consulenza - che può svolgersi
nell’arco di cinque incontri - il
cliente potrà essere orientato
verso un percorso di cura/sostegno idonei presso le strutture territoriali competenti.
Tuttavia, una percentuale significativa delle persone trova nel servizio di orientamento psicologico in farmacia
una risoluzione del problema
o dimostra un grado di soddisfazione per le informazioni e il supporto ricevuto per
cui non sente il bisogno di
cercare ulteriore aiuto.
A chi si rivolge lo psicologo in farmacia?
Il servizio si rivolge a chiunque avverta il bisogno di ricevere supporto nell’affrontare
difficoltà emotive, esistenziali, relazionali o soffra di disturbi psicologici che interferiscono con il proprio benes-
F I D U C I A
Continua l'iniziativa “Psicologo
in farmacia” iniziata quattro anni fa
nella Provincia di Varese.
sere, purché maggiorenne.
Tra le problematiche frequentemente portate all’attenzione degli psicologi ci
sono i sintomi di tipo ansioso-depressivo e i disturbi
del comportamento alimentare, ma in molti si rivolgono
al servizio anche per essere
aiutati a gestire conflitti con
i familiari, per chiedere un
parere professionale che sia
di supporto alla genitorialità,
o per affrontare difficoltà di
tipo lavorativo ed economico o cambiamenti esistenziali
importanti. Analogamente, la
richiesta di una consulenza
può essere motivata da un
bisogno di assistenza nell’affrontare la sofferenza legata
a lutti o a eventi avversi quali
malattie, solitudine e invalidità o a sostenere il difficile
ruolo di chi si deve prendere
cura di famigliari gravemente
malati (caregiver).
Nel caso in cui, durante i colloqui in farmacia, si evidenziassero problemi importanti
i soggetti interessati verranno
indirizzati verso servizi pubblici specializzati.
In farmacia è possibile avere
fino a cinque colloqui gratuiti
per ogni persona.
Per informazioni e appuntamenti
contatta le farmacie aderenti della
provincia di Varese:
•AGESP 1 Servizi srl
Viale rimembranze - busto arsizio
•AGESP 3 Servizi srllargo giardino, 7 - Busto arsiziO
•AGESP 4 Servizi srl
Viale boccaccio - Busto arsizio
•as.far.m
Via jamoretti, 51 - induno olona
•comunale 2
Via valletta, 2 - saronno
• Farmacia Antoniotti Via Luvini, 2 - Cittiglio
• Farmacia Binda
Via Cavour, 2 - Brebbia
• Farmacia Cantù
Via Veneto, 12a - Cuvio
• Farmacia carraricorso matteotti - tradate
• Farmacia comunale Via battisti, 3 - castiglione olona
• Farmacia fornicorso italia, 17 - saronno
• Farmacia Lodoletti Via Cavour, 29 - Castronno
• Farmacia Magnoni
Via Conconi, 12 - Malnate
• Farmacia Mosca
Via V. Veneto, 35 - Samarate
• Farmacia pallone
Via da cardano - cardano al campo
• Farmacia Pallone
Via Stazione, 22 - cimbro-vergiate
• Farmacia Pomip.zza, IV novembre - albizzate
• Farmacia Pomi
Via Saffi, 162 - varese
• Farmacia Puricelli
Via Statale, 233 - Cugliate Fabiasco
• FARMACIA SAN MACARIO Via FERRINI, 42 - sAN macario di samarate
• Farmacia Zocchi
Via Malcotti, 22 - Lavena Ponte Tresa
•nuova s.a.s.
Via piave, 53 - lonate ceppino
13
Medicina naturale e problemi legati
alla stagione calda.
Parte prima.
Dott. Gianluca Bonicalzi
Farmacista
[email protected]
Il numero sempre crescente di persone che chiedono informazioni sulla Medicina Naturale e, in particolare,
quali patologie essa sia in grado di curare, è dimostrazione di quanto alto sia il grado d’interesse per questo
tipo di approccio terapeutico che è spesso in grado di intervenire sull’organismo per arginare l’aggravarsi
di una malattia o, addirittura, di prevenirla, in soggetti già predisposti costituzionalmente. In questo articolo
verranno dati consigli per affrontare alcuni problemi che insorgono durante la stagione calda.
Punture di zanzare.
Le zanzare costituiscono le
più sgradevoli presenze nelle
nostre serate e notti estive...
con il corollario di sintomi
fin troppo noti che derivano
dalle loro punture! Valida è la
prevenzione con una terapia
a base di ledum palustre
che va iniziata 3-4 settimane
prima dell’eventuale esposizione alle punture di insetti e va proseguita per tutto
il periodo estivo. Il ledum
palustre è un arbusto che
cresce nelle zone umide di
Europa, Asia ed America. E’
particolarmente indicato per
la prevenzione delle punture da imenotteri perché la
sua assunzione rende l’odore del sudore sgradevole agli
insetti. Come prevenzione
alle punture si consiglia la
diluizione
F A R M A C I A
medio-alta (30 CH) in monodose settimanali oppure 3
granuli alla 5 CH 2 volte al
giorno (mattino e sera) per
tutto il periodo estivo. In
caso di avvenuta puntura il
rimedio più utilizzato è APIS
(in caso di edema rosato a
rapida insorgenza con sensazione di prurito e bruciore
migliorato da applicazioni
fredde). In caso di comparsa
di ponfi induriti, bluastri e
freddi con dolori brucianti e
trafittivi il rimedio più indicato è tarentula cubensis. In
ogni caso si può aggiungere
un’applicazione locale di una
pomata a base di Calendula.
E’ importante sottolineare
che queste indicazioni non
possono essere considerate
sufficienti in caso di presenza di vera e propria allergia
al veleno degli imenotteri.
In questo caso, in attesa
F I D U C I A
di un doveroso intervento
medico, si consiglia l’utilizzo
di histaminum (“un antistaminico naturale”) 15 CH,
3 granuli ogni 20-30 minuti.
Herpes simplex.
La sintomatologia sostenuta dall’Herpes simplex è più
comunemente conosciuta
come quella fastidiosa “febbre” che compare prevalentemente intorno alla bocca
spesso (ma non sempre!) in
concomitanza all’esposizione
solare. L'Herpes simplex è un
genere di virus appartenente alla famiglia herpesviridae
ed è causa di due forme di
Herpes: HSV I e HSV II. La
prima forma, notevolmente
diffusa, è responsabile della
comparsa di vescicole febbrili caratteristiche, le quali
di norma interessano la cute
facciale (labbra, narici). Questo tipo di eritema è detto
anche herpes simplex labiale.
Inizialmente, l'herpes labiale
si manifesta con un leggero
pizzicore e un senso di calore su un punto arrossato del
labbro. Nel giro di poche
ore, alcune vescicole ripiene di liquido limpido,
spesso dolorose, cominciano a svilupparsi
nella stessa zona del
punto iniziale. Tanto
più tempestivamente
si agisce, tanto più si
14
Medicina naturale e problemi legati alla stagione calda.
ottengono rapidi risultati. Per
questo motivo è molto utile, alla prima insorgenza del
gonfiore labiale, caratteristico
della vera e propria “febbre”,
ricorrere alla somministrazione di rhus toxicodendron
alla 5-7 CH sotto forma di
3 granuli che possono essere
assunti anche ogni ora, fino
alla remissione della sintomatologia. In caso di eruzioni
vescicolose a contenuto opalescente giallastro che possono evolvere in spesse croste
giallastre per la presenza di
pus è più indicato mezereum. A questi rimedi omeopatici si possono aggiungere
rimedi gemmoterapici (Ribes
nigrum, Rosmarinus officinalis ed Ulmus campestris)
od oligoterapici (manganesecobalto, zolfo) che grazie alla
loro azione antinfiammatoria, dermoprotettiva e desensibilizzante facilitano ed accelerano la fase di guarigione.
Gastroenteriti.
Sono tra i sintomi che più
comunemente insorgono in
estate. Ciò può dipendere da
eccessi alimentari (gelati, bibite ghiacciate) o dall’esposizione a condizioni climatiche
diverse da quelle abituali (es.
mare, montagna, climi tropicali ...). La diarrea come il vomito (talvolta in associazione)
insorgono spesso in maniera
improvvisa e possono provocare nel soggetto uno stato
di profonda astenia, che può
perdurare anche per qualche
giorno. In questi casi si può
ricorrere alla somministrazione di antimonium crudum
se la sintomatologia insorge
dopo un abuso di cibo; di arsenicum album quando, in
seguito ad eccessi alimentari,
oltre a diarrea e vomito compaiono forti bruciori gastrici,
e di nux vomica quando in
seguito ad abuso soprattutto
di alcool e fumo, compare
F A R M A C I A
Gonfiore degli arti inferiori e crampi muscolari.
Come è noto il calore provoca una vasodilatazione particolarmente evidente agli arti
inferiori e questo comporta il
manifestarsi di fastidiosi gonfiori alle gambe ed alle caviglie,
soprattutto dopo una faticosa giornata lavorativa. Di grande ausilio è l’impostazione di
una terapia preventiva a base di oligo-minerali da iniziare
all’insorgenza dei primi caldi.
Particolarmente indicati sono il
Magnesio ed il Potassio (spesso
vengono proposti in associazione) che possono essere assunti sotto forma di gocce - 20
gocce una volta al giorno - o di
fiale - 1 fiala al giorno.
Rimedi omeopatici.
All’insorgenza del gonfiore (o
meglio ancora prima dell’insorgenza dello stesso) può essere
molto utile la somministrazione
di aesculus ippocastano e di
hamamelis da soli o in associazione. Entrambi agiscono sul
sistema circolatorio favorendo
il ritorno venoso e la microcircolazione. In commercio esistono diversi preparati a base di
questi rimedi da poter assumere sia sotto forma di gocce
che di fiale. In caso di crampi
muscolari con muscoli particolarmente dolenti e spastici si
consiglia la somministrazione di
cuprum metallicum eventualmente in associazione ad arnica montana che, oltre ad avere
una particolare azione sui traumi contusivi, agisce anche sulle
contratture muscolari di vario
genere. La dose consigliata è di
5 granuli tre volte al giorno alla
diluizione 5-7 CH.
diarrea con gonfiore addominale accompagnata talvolta da vere e proprie coliche
addominali. Per tutti questi
rimedi la diluizione consigliata è alla 5-7 CH con somministrazioni multiple durante
la giornata.
Cinetosi.
Come è noto l’estate spesso si
associa a viaggi che per alcuni
F I D U C I A
(soprattutto bambini) possono diventare un tormento in
quanto il muoversi in auto,
nave, aereo può significare
l’insorgenza di nausea, vertigini, senso di svenimento che
minano il piacere della vacanza! I sintomi della cinetosi
sono relativamente comuni
ed identificabili e possono
esprimersi con un forte senso di vertigine, sudorazione
ed un senso generale di disagio. Inoltre possono aggiungersi al disagio fenomeni
come nausea e conseguentemente vomito. Tali sinto-
mi possono sopraggiungere
all’improvviso ed aumentare
successivamente di intensità.
In questo caso è utile ricorrere alla somministrazione di
cocculus 5 CH granuli (3
granuli anche ogni 15 minuti durante la crisi o ogni
ora come prevenzione prima
della partenza) o tabacum
5 CH se la sintomatologia è
migliorata quando il paziente,
nonostante i sudori freddi
che possono attanagliarlo, si
espone all'aria fresca. Infine,
se la sintomatologia gastrica
è preponderante si può utilizzare ipeca 5 CH.
da sapere
Realizzato un
pacemaker wireless
impiantato in un
coniglio.
Un gruppo di scienziati della Stanford University della
California ha costruito un pacemaker delle dimensioni di
un chicco di riso alimentato in
maniera wireless che è stato
correttamente impiantato in un
coniglio. Se i risultati, finora di
successo, saranno confermati,
potrebbe presto essere sviluppata una nuova generazione di
impianti medici più piccoli e
sicuri che potrebbe arrivare sul
mercato nei prossimi 5-10 anni.
La ricerca è stata pubblicata
sulla rivista Proceedings of the
National Academy of Sciences.
Gli scienziati hanno costruito
un dispositivo per trasmettere
elettricità a distanza a un piccola bobina ricevente montata su
un pacemaker di due millimetri
immerso in un cuore umano simulato e in un
cervello simulato. Questi test
hanno mostrato
che era possibile far funzionare questo impianto con una
energia cento
volte inferiore
a quella di alcuni altri modelli
basati sulla bobina di Tesla. In
un successivo test, il team ha
impiantato il pacemaker in un
coniglio e lo ha usato per controllare con successo il battito
del suo cuore senza bruciare in
nessun modo la pelle.
15
Evoluzione della specie:
nasce l’UltraFast Doppler.
Dott. Alfredo Goddi
Specialista in Radiologia
Centro Medico SME
Diagnostica per immagini
L’analisi Doppler del flusso di sangue.
L’esame Doppler è unanimemente considerato l’indagine primaria per studiare il
flusso di sangue nei vasi allo
scopo di rilevare ostruzioni
o occlusioni che possono
creare rischi per la salute del
Paziente.
Dal punto di vista tecnico
l’analisi Doppler del flusso di sangue rappresenta uno dei problemi più
complessi nello sviluppo
delle apparecchiature a
ultrasuoni. Per ottenere informazioni quantitative accurate e
riproducibili, il
numero di impulsi di ultrasuoni necessari
è molto elevato
e la gestione del fascio di
ultrasuoni è particolarmente
elaborata. A causa di questa
complessità gli apparecchi
Doppler soffrono di limitazioni tecniche che incidono
sulle modalità di utilizzo.
L’analisi Doppler convenzionale viene di solito eseguita
utilizzando due modalità:
• la modalità color Doppler
per visualizzare il flusso e
individuare eventuali aree di
alterazione della flussimetria.
• la modalità ad onda pulsata (PW) per effettuare mi-
F A R M A C I A
F I D U C I A
Combina color Doppler e analisi spettrale
Doppler in un’unica nuova modalità.
surazioni quantitative della
velocità dei globuli rossi in
corrispondenza della zona
di interesse identificata dal
color Doppler. Va segnalato
che le apparecchiature ecocolor Doppler convenzionali
generano un limitato numero
di immagini/secondo (tipicamente da 3 a 15 con la modalità Color Doppler) e devono
trovare un compromesso tra
dimensioni dell'immagine
e numero di immagini/
secondo visualizzate. La
modalità PW presenta
una importante limitazione: consente la
raccolta di informazioni quantitative esclusivamente in un uni-
co piccolo volume campione
per volta.
Per ovviare a queste limitazioni che allungano il tempo
d’esame era stata introdotta
la modalità triplex (ecografia
- color Doppler - PW in
contemporanea) che non ha
avuto particolare successo in
quanto penalizza sia il numero di immagini/secondo
visualizzate sia la qualità dello
spettro Doppler. In questo
scenario, non ulteriormente
migliorabile con le tecnologie
convenzionali, si è inserito di
recente l’UltraFast Imaging,
in grado di superare tali limitazioni e aprire nuove prospettive di analisi Doppler,
sia in termini di prestazioni
sia nelle modalità di lavoro
dell’Operatore.
UltraFast Imaging.
L’UltraFast Imaging è una
nuova tecnica di imaging
ecografico che genera un
numero di immagini al
secondo centinaia di volte superiore alle apparecchiature convenzionali. E’
frutto di geniali intuizioni
di un gruppo di ingegneri e
della svolta tecnologica basata sull’avvento di processori
con architettura cosiddetta
“multicore” e di schede grafiche, sviluppate per l’industria dei videogames, che
16
Evoluzione della specie: nasce l’UltraFast Doppler.
processano migliaia di canali
in contemporanea.
Lo stesso tipo di sequenze ultraveloci utilizzabili per
l’ecografia B-mode possono
essere applicate anche nelle
indagini Doppler. Migliaia di
onde piane con diversa inclinazione vengono inviate
nei tessuti e gli echi retrodiffusi sono coerentemente
dell'esame e ridurre il tempo
d’esecuzione.
UltraFast Doppler.
L’UltraFast Doppler fornisce
immagini del flusso arterioso con risoluzione temporale mai raggiunta prima dalle
apparecchiature a ultrasuoni
ed è indipendente dalle dimensione dell’area in esame.
Flussi complessi e
veloci possono essere
visualizzati in modo
più dettagliato.
Nello studio di piccoli
vasi o delle vene l’UltraFast Doppler può essere sintonizzato per aumentare la risoluzione
spaziale e la sensibilità
verso i flusso lenti.
Grazie all'architettura
UltraFast, l’utilizzo del
Doppler viene impostato in modo completa-
Come viene utilizzato l’UltraFast Doppler?
Dal punto di vista pratico
l’Operatore attiva la visualizzazione del flusso endovasale
con la modalità color Doppler; l’apparecchiatura memorizza un videoclip della durata
di 2-6 secondi. L’Operatore
può poi rivedere il clip, individuare le immagini che meglio
raffigurano le alterazioni del
flusso e eseguire analisi dello spettro Doppler in diversi
punti contemporaneamente,
permettendo per la prima
volta nella storia del Doppler un confronto di spettri
da diversi volumi campione
nello stesso ciclo cardiaco. La
revisione retrospettiva dei dati acquisiti è particolarmente
utile innanzitutto perché può
essere eseguita in qualunque
momento, anche dopo l’esame, e in secondo luogo
perché possono essere aggiunti molti
strumenti automatici
per aiutare il medico nella diagnosi.
L’UltraFast imaging
apre nuove prospet•Nelle tre sequenze sopra riportate si osservano i movimenti dei globuli
tive per le applicaziorossi all'interno dei vasi così come visualizzati con l'UltraFast Doppler.
ni Doppler effettuan•Nella figura in alto un'immagine della carotide con più spettri visti
do una quantificaziocontemporaneamente da un'unica acquisizione con UltraFast Doppler.
ne accurata sull’intera
sommati per ricostruire le mente diverso. Le informa- area in esame. Può ridurre la
immagini ecografiche. Suc- zioni quantitative relative allo durata dell’esame in quanto
cessivamente può essere ese- spettro Doppler vengono ac- tutti i dati necessari per la
guita l’elaborazione Doppler quisite in contemporanea con diagnosi vengono acquisiti
come sulle immagini con- quelle qualitative offerte dal in pochi secondi. In futuro
color Doppler per ognuno l’UltraFast Doppler potrebvenzionali.
Ciò indica che le immagini dei pixel dei vaso esaminato. bero essere utilizzato per
Doppler vengono acquisite L’UltraFast Doppler com- ricavare nuove informazioda 10 a 15 volte più veloce- bina perciò color Doppler ni, quali lo shear stress delle
mente rispetto all’approccio e analisi spettrale Doppler pareti arteriose e l'analisi dei
flussi vorticosi.
convenzionale. L’aumento in un’unica nuova modalità.
della velocità di acquisizione,
che genera da 100 a 200 imInformazioni
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da sapere
Contro la rinite
allergica arriva
l'immunoterapia
sublinguale.
Primavera, tempo di fastidiose allergie a pollini e piante.
Per chi ne soffre c'è una nuova
opzione terapeutica: la Food
and Drug Administration (Fda),
l'ente americano che regola farmaci e cibi, ha infatti approvato,
per la prima volta, tre prodotti
sublinguali, cioè da assumere
mettendoli sotto la lingua, per
trattare la rinite allergica, con
o senza congiuntivite, causata da alcuni pollini da prato e
ambrosia. A soffrire di rinite
allergica nel mondo sono oltre
500 milioni di persone, il disturbo può essere sia stagionale che durare tutto l'anno. Per
trattare e migliorare i sintomi ci
sono antistaminici, spray nasali
e gocce per gli occhi. ''Tuttavia
gli spray nasali vanno usati per
un tempo limitato senza il controllo medico - precisa Narayan
Nair, medico dell'Fda - Usati a
lungo possono peggiorare la
congestione delle vie nasali''.
Se i sintomi non migliorano con
questi farmaci, allora la strada
può essere l'immunoterapia allergenica, tramite cui si somministrano delle piccole quantità
di allergene. In questo modo si
riduce la sensibilità all'allergene
inalato. I trattamenti sublinguali
approvati sono una forma di immunoterapia. Vanno iniziati 3-4
mesi prima della stagione delle
allergie, ma bisogna stare attenti
a possibili effetti collaterali, in
particolare a rigonfiamenti nella
zona in cui viene somministrato
il farmaco. Per questo la prima
somministrazione va fatta sotto
lo sguardo del medico, dopo di
che può avvenire a casa propria.
17
L’eiaculazione precoce, un problema
diffuso della sessualità maschile.
Dott.ssa Renata Radici
Psicologa e Psicoterapeuta
Specializzata in Psicoterapia
dell'Adolescente e dell'Adulto
[email protected]
L’
Non esiste una causa unica e chiara che
spieghi questo disturbo. È stato messo in
luce, sia dalla medicina sia dalla psicologia,
il ruolo di diversi fattori che possono
contribuire a generare questo fenomeno.
Eiaculazione Precoce è un disturbo che
riguarda la sessualità
maschile, purtroppo tra i più
comuni: i dati più recenti
riferiti ai Paesi europei (con
cui l’Italia è in linea) ci dicono che ne soffre il 20 - 25%
degli uomini tra i 18 e i 70
anni. Si parla di Eiaculazione
Precoce (E.P.) quando in
modo ricorrente e persistente durante il rapporto sessuale l’eiaculazione
avviene prima, durante o
subito dopo la penetrazione
del pene in vagina. L’uomo
che soffre di questo disturbo non riesce a controllare
l’eiaculazione, che vorrebbe
posticipare. L’E.P. ha generalmente un impatto importante
sulla donna, ostacolandola nel
raggiungimento dell’orgasmo durante la penetrazione.
Occorre naturalmente tenere conto
dell’età: in un adolescente che sperimenta i suoi primi rapporti sessuali,
il fatto di avere qualche difficoltà
nel controllare l’eiaculazione fa parte di un’evoluzione fisiologica. In
un percorso evolutivo, la sessualità
è un ambito in cui si cresce e un
controllo maggiore è frutto di una
graduale conquista. Occorre inoltre
fare una distinzione tra l’E.P. cosiddetta “primaria” e quella definita “secondaria”. Nel primo caso, il problema
è presente fin dai primi rapporti sessuali
e si prolunga nel corso della vita, senza
F A R M A C I A
F I D U C I A
che il soggetto abbia mai avuto esperienze
soddisfacenti. Nel secondo caso, il problema compare dopo un periodo in cui,
al contrario, i rapporti avevano una durata
maggiore e comportavano soddisfazione.
Nel caso dell’E.P. secondaria, non sempre
la persona riesce a identificare un cambiamento o un evento che possa rendere
ragione del suo insorgere.
Chiaramente il vissuto può variare molto
in base alla durata del problema e al momento in cui si è presentato. Al di là delle dovute distinzioni, comunque, l’uomo
che soffre di E.P. prova spesso un senso
di imbarazzo, di frustrazione e di inadeguatezza, disagio che può essere acuito
o meno dalla reazione della compagna
(insoddisfatta, triste, arrabbiata, o al contrario comunque accogliente e fiduciosa
in lui). Di fatto, comunque, in un’epoca in
cui è riconosciuta la massima importanza
al godimento di entrambi i soggetti coinvolti nel rapporto sessuale, per l’uomo è
spesso fonte di frustrazione, e talvolta di
sensi di colpa, il fatto di non vedere la propria compagna pienamente soddisfatta.
Questo ha inevitabilmente implicazioni
dolorose per la coppia e purtroppo, non di
rado, l’uomo con E.P. finisce per trovarsi a
disagio nelle situazioni di intimità, dominate dall’ansia di non riuscire e di non essere all’altezza. Alcuni arrivano addirittura
ad evitare relazioni sentimentali, per via di
un crescente scoraggiamento.
Ma quali sono le cause dell’E.P.? Non esiste una causa unica e chiara che spieghi
questo disturbo. È stato messo in luce,
sia dalla medicina sia dalla psicologia, il
ruolo di diversi fattori che possono contribuire a generare questo fenomeno.
18
L’eiaculazione precoce, un problema diffuso della sessualità maschile.
Tra le cause organiche, si sono individuate alcune patologie come l’ipertiroidismo e
le infezioni della prostata e
delle vie urinarie. È inoltre
dimostrato che la serotonina,
una sostanza prodotta dal
nostro organismo e presente
nel nostro sistema nervoso,
coinvolta nella regolazione
dell’umore, contribuisce al
controllo dell’eiaculazione:
un maggiore livello di serotonina inibisce l’eiaculazione
ritardandola. Dal punto di
vista psicologico, nella storia dell’individuo, si è riconosciuta importanza a tutto ciò
che può averlo indotto, più o
meno consapevolmente, ad
affrettare la conclusione dei
rapporti sessuali, come ad
esempio durante l’adolescenza la paura di venire scoperti
dagli adulti. Vi sono d’altra
parte condizioni emotive più durature nel
tempo, che possono ostacolare
la capacità di
mantenere a lungo il pene
nel corpo della donna. Questa capacità presuppone che
l’uomo sia a proprio agio nel
vivere e godere delle proprie
emozioni e in particolare
dell’eccitazione prolungata,
oltre al fatto di avere una
fiducia profonda nella donna che lo accoglie, in modo
da potersi “abbandonare” e
vivere il rapporto con lei in
modo realmente spensierato.
Tutto questo può essere difficile se ci sono, anche a livello inconsapevole, sentimenti
di ostilità, paura o competizione con il femminile, ma
anche se la mente dell’uomo
è dominata dall’ansia di do-
F A R M A C I A
ver “dimostrare” la propria
potenza in termini prestazionali.
Non è facile, per la persona
che soffre di E.P., parlarne e
aprirsi con figure specialistiche professionalmente competenti (medici, psicologi,
sessuologi). Nonostante la
diffusione di questo disturbo, infatti, purtroppo sono
ancora molti gli uomini
che non formulano una
richiesta di aiuto ad una
figura competente.
Questo può essere dovuto alla delicatezza dell’argomento, ma forse anche
all’esaltazione del godimento
sessuale (proprio e del/della
partner) che nella nostra cultura è quasi una sorta di imperativo. Questo non fa che
aumentare l’imbarazzo
che un uomo
può
provare
nel prendere coscienza del
problema e chiedere
aiuto. Si teme il giudizio.
In realtà, chi trova il coraggio di fare questo passo ha
già fatto molto per iniziare
a dare un corso diverso alla
propria vita sessuale e sentimentale. A volte è la donna ad aiutare l’uomo in
questo. Per quanto riguarda
la cura dell’E.P., trattandosi
di un fenomeno complesso
esistono diversi approcci che
permettono di affrontarlo,
sia di tipo psicoterapico e
sessuologico, sia di tipo farmacologico. È comunque
fondamentale, prima di intraprendere una cura, una
valutazione approfondita
che prenda in considerazione il ruolo dei diversi fattori
coinvolti.
F I D U C I A
19
News in Campo Odontoiatrico
Nuovi orizzonti nella guarigione
dei tessuti.
Dott. Alberto Ciatti
Odontoiatra
Specialista in Chirurgia
Odontostomatologica
e-mail: [email protected]
N
Nuove tecniche per accelerare
il processo di cicatrizzazione
e rigenerazione tissutale,
riducendo l’infiammazione
ed il rischio di infezione.
egli ultimi anni si è
sentito molto parlare di fattori di crescita, cellule staminali, derivati del sangue ed altro per
poter favorire la guarigione
e quindi migliorare la situa-
no dei protocolli già attuabili
con studi dimostrati?
La risposta è sì, ed i campi d’applicazione sono molteplici: chirurgia orale, implantologia dentale, cicatrizzazione di ulcere di origine
della pelle, rigenerazione delle lesioni corneali.
Questo sistema chiamato
PRP (Platelet-Rich Plasma) o
meglio PRGF è stato ideato
e studiato dal Dr. Eduardo
Anitua di Vitoria (Spagna)
nica che ha visto e vede
coinvolti un'équipe di biologi, ingegneri, tecnici, clinici
magistralmente guidata dal
Dr. Anitua.
Vediamo nel dettaglio in cosa
consiste questa tecnica.
zione clinica dei pazienti ed i
decorsi post-operatori.
La ricerca clinica è impegnata
su moltissimi fronti con buoni risultati iniziali, ma cosa è
possibile fare oggi? Esisto-
vascolare, trattamento delle
lesioni dell’apparato locomotore (muscolari, tendinee, legamentose, articolari), trattamento delle ferite e ustioni
della pelle, ringiovanimento
presso il bti Biotechnology
Institute.
I primi studi risalgono a più
di 15 anni fa, grazie alle ricerche in laboratorio ed
alla sperimentazione cli-
Il protocollo prevede che tramite un piccolo prelievo del
sangue del paziente si estraggano dopo la centrifugazione
di questo le piastrine ed i
fattori di crescita già presenti
F A R M A C I A
F I D U C I A
20
Nuovi orizzonti nella guarigione dei tessuti.
nel sangue del paziente, ma
in questo modo potenziati e
concentrati, ed immediatamente vengano posizionati
Il Dr. Eduardo Anitua
ed il Dr. Alberto Ciatti
Il gruppo di specialisti al corso
di aggiornamento presso l’Istituto Eduardo Anitua di Vitoria
lo scorso maggio
nella zona da trattare.
Questo porta all’accelerazione del processo di cicatrizzazione e rigenerazione
tissutale, riducendo l’infiammazione e il rischio di infezione o di complicanze post
chirurgiche.
Le pubblicazioni scientifiche
che avvallano questo tipo di
protocollo sono più di 70 ed
inoltre il protocollo ha ottenuto le certificazioni sanitarie europee (marchio CE) ed
americane (FDA approval).
I principali studi svolti riguardano il campo dentale, essendo il Dr. Anitua un
medico dentista specializzato
in implantologia, ma negli
ultimi anni grazie alla collaborazione con centri di dermatologia, ortopedia ed oftalmologia sono stati eseguiti
diversi studi anche in questi
campi, validando l’utilizzo
del prgf in questi settori.
News in Campo
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Cellulite: consigli del chirurgo estetico.
Dott.ssa Silvia Magnani
Specialista in Chirurgia Plastica
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V
iene comunemente
chiamata da tutti “cellulite” ma in gergo
scientifico si definisce P.E.F.S.
Panniculopatia EdematoFibro-Sclerotica.
La cellulite è il cospicuo problema estetico e funzionale
F A R M A C I A
che colpisce il tessuto adiposo e cutaneo di addome,
gambe, talora anche le braccia di circa il 90 per cento
delle donne in età compresa
tra i 25 ed i 54 anni, tanto
da essere considerata nei
recenti sondaggi “sofferenza ossessionante” dal 30%
della popolazione femminile ma anche maschile per
quanto riguarda l'addome: le
gambe ed il profilo corporeo giocano infatti un ruolo
importantissimo sui fattori
di fascino e seduttività; la
magrezza e la figura atletica
sono associabili al successo.
Dunque l'eccesso di adipe in
queste aree del corpo rappresenta una delle più
frequenti motivazioni di richiesta ad
intervenire al
F I D U C I A
La cellulite si innesca per gradi
in molteplici tessuti corporei oltre
strettamente al tessuto adiposo,
coinvolgendo derma, connettivo,
sistema venoso, arterioso, linfatico.
chirurgo plastico che, ove vi
sia reale indicazione all'intervento, pratica in questi casi la
liposuzione e liposcultura
oppure l'addominoplastica
non infrequentemente combinata alla liposuzione della
parete addominale: questi
tipi di interventi devono essere eseguiti rigorosamente
solo dallo specialista chirurgo plastico, in regime di ricovero anche di un solo giorno
in clinica, sala operatoria,
massima asepsi ed igiene,
corretta valutazione preoperatoria, assistenza anestesiologica, attenta cura della fase
post-operatoria.
Non sempre però si arriva
all'intervento poiché i livelli di gravità ed il coinvolgimento di aree specifiche
sono ovviamente variabili
da caso a caso ed esistono,
come vedremo ora, indicazioni e cure
anche non
chirurgiche, piuttosto efficaci.
Per alcune persone, malgrado una dieta corretta, l'astinenza dal fumo e la pratica
di attività fisica, in particolari
regioni del corpo si formano
nel tempo o per costituzione
genetica irriducibili antiestetici accumuli adiposi localizzati od anche più estesi;
spesso nelle donne vi è una
stretta relazione con il profilo ormonale, l'aspetto della
fase post-gravidica, la ritenzione idrica.
E' bene spiegare ai pazienti che la cellulite è in realtà
una sofferenza che si innesca
per gradi in molteplici tessuti corporei oltre strettamente
al tessuto adiposo: derma,
connettivo, sistema venoso,
arterioso, linfatico; parliamo
dunque di un circolo vizioso
che occorre interrompere,
la cui partenza nasce da uno
squilibrio del microcircolo
venoso e da un accumulo di
liquidi che, a sua volta crea la
sofferenza del tessuto dermico sottocutaneo infiammato con
for ma-
22
Cellulite: consigli del chirurgo estetico.
zione reattiva di tenaci aderenze attorno alle cellule che
tesaurizzano grassi, gli adipociti. Questi ultimi aumentano in modo spropositato
il loro volume e si trovano
circondati da quei noduli fibrosclerotici caratterizzanti
l'aspetto superficiale “a buccia d'arancia” così sgradevole esteticamente, ma
soprattutto segno clinico di
squilibrio funzionale tra cu-
CELLULITE = P.E.F.S.
I QUATTRO STADI DI
PROGRESSIVA GRAVITA':
1. STADIO DI EDEMA
(gonfiore, ritenzione idrica
localizzata)
2. STADIO DI IPERTROFIA
DELLE FIBRE RETICOLARI
DERMICHE
3. FORMAZIONE DI MICRONODULI (iniziali accumuli adiposi già visibili)
4. FORMAZIONE DI MACRONODULI
(accumuli
adiposi molto visibili)
te, sottocute e comparto adiposo. Questi passaggi che vi
ho descritto sono sinteticamente traducibili in quattro
gradi di crescente gravità
(vedi riquadro) valutabili in
un'accurata visita specialistica che consideri, oltre
al quadro clinico, anche le
eventuali errate abitudini di
vita della paziente alla quale viene infine suggerito il
consiglio più adatto, sia per
i prodotti da impiegare che
per la terapia. Non sempre in primis è necessario
l'intervento di liposuzione e liposcultura; esistono
trattamenti
ambulatoriali
come l'intradermoterapia
(fino ad alcuni anni orsono
chiamata mesoterapia) e la
biorivitalizzazione, procedure vantaggiosissime atte a
migliorare e ridimensionare
la cellulite attraverso la delicata, indolore, sterile micro-
F A R M A C I A
multiiniezione di sostanze
attive sul microcircolo, sulla stimolazione enzimatica
del metabolismo dei grassi,
sull'elasticità cutanea, tutte
rigorosamente farmacologicamente testate.
Nei casi iniziali o meno
gravi o qualora non scelga
di sottoporsi all'intervento
chirurgico la paziente potrà comunque iniziare con
vantaggio a curarsi con l'u-
so costante domiciliare di
prodotti topici cioè ad applicazione locale, di ottimo
aiuto se impiegati con serietà e costanza, scelti con
l'indicazione del proprio
specialista chirurgo plastico estetico o dal proprio
farmacista di fiducia, figure
professionali esperte nella
scelta dei reali principi attivi presenti nella cospicua
offerta di mercato.
Alcuni esempi, senza ovviamente citare i nomi commerciali: hanno un ruolo
importantissimo le sostanze fitoterapiche drenanti
come ruscus, escina, centella asiatica, prunus, caffeina,
alga bruna, equiseto contenute in creme od anche
opercoli da assumere per
bocca, principi elasticizzanti come urea, tripropilene glicolcytrato, panthenolo, allantoina e molecole
“bruciagrassi” come levotiroxina, fosfatidilcolina ed
antiossidanti studiate dalla
farmacologia clinica per il
metabolismo cellulare.
Nel congedarmi da queste sintetiche considerazioni specialistiche sulla cellulite ribadisco
alle pazienti la necessità, sempre, di un'onesta analisi del
proprio stile di vita eventualmente modificabile in meglio
come dovere nei confronti di
sé stessi che, con un po' di disciplina, può trasformarsi nel
piacere di piacersi.
N.B. Integrare molti liquidi,
praticare una valida e mirata
attività fisica (il nuoto è altamente armonizzante sul profilo corporeo) per completare un programma realmente
migliorativo!
Informazioni
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trattati avete modo di contattarmi al numero:
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da sapere
Alimentazione:
l'olio d'oliva
contro i danni da
inquinamento
atmosferico.
L'olio di oliva potrebbe contrastare alcuni effetti cardiovascolari avversi dell'esposizione
all'inquinamento atmosferico. A
dirlo, un nuovo studio presentato durante la 2014 American
Thoracic Society International
Conference. "L'esposizione al
particolato atmosferico può portare disfunzioni endoteliali in cui
l'endotelio, la parte interna dei
vasi sanguigni, non funziona normalmente", ha spiegato Haiyan
Tong, uno degli scienziati della
United States Environmental Protection Agency che ha condotto
la ricerca. "Si tratta di un fattore
di rischio cardiovascolare che
può portare ad aterosclerosi".
Lo studio ha coinvolto 42 adulti
in salute che hanno ricevuto 3
grammi al giorno di olio d'oliva,
oppure di olio di pesce o nessun
supplemento, per 4 settimane
prima di esporsi ad aria filtrata e,
il giorno successivo a un ambiente con particolato ultrafine. L'olio
di oliva mostrava di migliorare alcuni marcatori sanguigni associati
con vasocostrizione e fibrinolisi,
mentre l'olio di pesce non aveva
nessun effetto sulla funzione endoteliale e sulla fibrinolisi.
23
Cibo & tumori:
come prevenire e affrontare il cancro a tavola.
Dott.ssa Rachele Aspesi
Farmacista specialista in nutrizione
[email protected]
U
na corretta alimentazione è fondamentale per una buona
qualità di vita: la salute si
conquista e si conserva soprattutto a tavola, imparando,
fin da bambini, le regole del
mangiare sano. Questo vale
ancora di più nel momento
in cui l’organismo venga stravolto dalla presenza di un tumore e dalle conseguenti cure
necessarie: in questo caso, è
fondamentale offrire le migliori materie prime, gli adatti
introiti alimentari e un adeguato stile di vita. Alimentarsi
correttamente durante la chemioterapia aiuta a sopportare
al meglio gli effetti collaterali
correlati e, secondo i recenti
studi, a promuovere l’esito
positivo delle cure. Imparare
a nutrirsi in maniera corretta
permette, inoltre, di prevenire l’insorgenza di specifiche
neoplasie e di recidive, per un
futuro più sereno e duraturo
in salute.
Il legame cancro-cibo.
Il Fondo Mondiale per la
Ricerca sul Cancro (WCRF)
ha concluso da poco una
revisione di tutti gli studi
scientifici sul rapporto tra alimentazione e tumori, a cui
ha contribuito anche l’Istituto Nazionale Italiano dei
Tumori che ha gestito la se-
F A R M A C I A
zione riguardante le neoplasie
della mammella, dell’ovaio e
della cervice uterina. Il volume, disponibile anche su
www.dietandcancerreport.
org, è molto prudente nelle
conclusioni, che riassumono
in alcune raccomandazioni i
risultati più solidi della ricerca
scientifica. Da questi dati è
stato dimostrato che circa 1
tumore su 3 dipende o ha fattori scatenanti da ritrovare in
uno scorretto stile alimentare
quotidiano.
Fare attenzione in tavola.
Di tutti i fattori che si sono dimostrati associati a un
maggior rischio di sviluppare
un cancro, quello più solidamente dimostrato è il grasso
in eccesso: le persone con
un sovrappeso di II livello
(circa 15 kg in più rispetto
al peso forma) si ammalano
maggiormente di tumori della mammella, dell’endometrio, del rene, dell’esofago,
dell’intestino, del pancreas e
della cistifellea. Da questi dati, la prima raccomandazione
risulta indubbiamente quella
di mantenersi snelli per tutta
la vita e di evitare i cibi ad
alta densità calorica ricchi di
grassi e di zuccheri, che più di
ogni altri favoriscono l’obesità: carni rosse, grassi animali,
burro, fritture, zuccheri raffi-
F I D U C I A
Imparare a nutrirsi in maniera
corretta permette di prevenire
l’insorgenza di specifiche neoplasie
e di recidive, per un futuro più
sereno e duraturo in salute.
nati, bevande zuccherine. Dai dati recensiti,
spicca, inoltre,
come la vita
sedentaria
sia un’altra
causa importante
di obesità,
ma anche
di
cancro
indipendentemente dall’elevato sovrappeso;
gli studi epidemiologici, infatti, hanno
evidenziato come le
persone sedentarie si
ammalino maggiormente di cancro dell’intestino, della mammella,
dell’endometrio, del pancreas
e del polmone, senza necessariamente essere
in sovrappeso.
24
Cibo & tumori: come prevenire e affrontare il cancro a tavola.
Un’altra raccomandazione
ribadita più volte dagli studi
è quella di cercare di mangiare il più genuino possibile,
evitando le sostanze potenzialmente cancerogene ritrovabili nei cibi:
Alimentazione & chemioterapia.
Queste raccomandazioni alimentari diventano fondamentali mentre si effettuano cicli
di chemioterapia, durante i
quali l’organismo necessita
di un’alimentazione anti-infiammatoria, povera di zuccheri e grassi animali e ricca di vitamine e minerali.
Questo ha come obiettivo quello di proteggere
:
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il sistema immunitario
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pesticidi, metalli pesanti, agenti tossici derivati da cotture (tipiche della
carne alla griglia), sostanze
conservanti (nitriti e nitrati
tipici delle carni conservate e
degli insaccati). Un consiglio
che gli esperti del settore si
sentono di dare riguarda la
netta riduzione del consumo di alimenti infiammatori
e iperglicemizzanti, i quali
creano un ambiente favorevole per la crescita tumorale:
carni rosse, insaccati, latte
e derivati grassi, carboidrati
raffinati (cereali non integrali,
dolci, zucchero bianco). D’altro canto, viene consigliata
a gran voce un’alimentazione anti-infiammatoria ricca
di omega-3 (pesce azzurro,
frutta secca, oli vegetali), vitamine e minerali (frutta e
verdura di stagione) e fibra
(cereali integrali, legumi).
F A R M A C I A
I dati raccolti sono anche
frutto di un articolato percorso intrapreso presso il
reparto di Oncologia Medica dell’Ospedale di Saronno
dove una splendida équipe di
medici, psicologi e ricercatori
organizza annualmente corsi
per i propri pazienti malati
di cancro, durante i quali essi
possono affrontare a tutto
tondo il delicato periodo della vita che stanno vivendo:
corsi di educazione alimentare, trucco e acconciatura,
psicoterapia di gruppo, dermatologia diventano momenti di scambio, crescita e
guarigione fisica e dell’anima.
F I D U C I A
25
La dieta a zona:
i tuoi ormoni - il tuo destino.
Dott. Fabio Colombo
Dottore di Ricerca e Specialista
in Endocrinologia.
Endocrinologo, diabetologo, dietologo
per la Dieta a Zona e consulente
per la Chirurgia dell'Obesità presso
il Poliambulatorio Sanigest di Luino (VA)
N
egli ultimi quarant’anni sono stati
fatti grandi errori
nella dieta umana. Le persone sono diventate più grasse
e meno sane; anche se la
vita si è allungata molti degli
anni in più vengono vissuti
in condizioni di salute non
ottimali. La “dieta a Zona”
(dove per Zona si intende
lo stato metabolico in cui
l’organismo lavora al suo
massimo picco di efficienza)
fu ideata da Barry Sears, un
biochimico statunitense verso la metà degli anni ottanta;
essa non è solamente una
dieta, ma è soprattutto una
proposta nutrizionale che ha
come obiettivo il controllo
dell’infiammazione, la quale può essere indotta, oltre
che da altri fattori quali ferite
e microbi, anche da una alimentazione sbagliata; questa
infiammazione all’inizio è silente e non viene avvertita; se
non viene spenta, può successivamente provocare malattie croniche degenerative
tra le quali il diabete, le cardiopatie, i tumori ed il morbo
di Alzheimer. Se fossimo
disposti a tornare
allo stile di vita degli anni
venti (niente
oli vegetali,
pochi car-
F A R M A C I A
boidrati raffinati, niente televisione né Internet, poco
riscaldamento, molta attività
fisica, molte ore di sonno,
ecc,) allora dell’infiammazione silente e dei
suoi abituali compagni di viaggio
(obesità, diabete e
cardiopatie) forse
non rimarrebbero tracce; ben
pochi di noi,
ovviamente,
accetterebbero di
F I D U C I A
Seguire la “dieta a Zona” è facile,
i benefici sono rapidi e può
essere seguita anche dai bambini
(per prevenire il grave problema
dell’obesità infantile), dalle donne in
gravidanza e da quelle che allattano.
vivere a quel modo ai nostri
tempi. L’azione antiinfiammatoria della dieta si ottiene
attraverso il mantenimento entro una
zona ottimale dei
valori di specifici
ormoni (insulina, glucagone
ed eicosanoidi).
Questo equilibrio ormonale
permette di
raggiungere diversi
benefici:
• diminuire, come si è detto, i
livelli di infiammazione.
• conservare le prestazioni
fisiche e mentali ai massimi
livelli per tutta la giornata;
• perdere i chili di troppo
mantenendo alto il tono muscolare;
• eliminare gli “attacchi di
fame”;
• vivere più a lungo.
Ricordiamo che il fattore
che scatena l’ingrassamento
è l’elevarsi dei livelli di insulina nel sangue, determinato
dall’innalzamento della glicemia; un dimagramento si ha
soltanto quando nella cellula
adiposa avviene la lipolisi,
ossia quando una molecola
di trigliceridi si scinde nelle
quattro molecole elementari
che la costituiscono (una di
glicerolo e tre di acidi grassi)
e che possono così uscire
dall’adipocita ed andare là
dove verranno consumate.
L’equilibrio ormonale si raggiunge con un corretto bilanciamento tra consumo di
carboidrati (che stimolano la
secrezione di insulina), di
proteine (che favoriscono
il rilascio di glucagone) e
di grassi. E’ per questo
che nei tre pasti principali e negli spuntini
il 40% delle calorie deve provenire dai carboidra-
26
La dieta a zona: i tuoi ormoni - il tuo destino.
ti, il 30% dalle proteine ed il
30% dai grassi.
Un aspetto fondamentale
della “dieta a Zona” è l’indice glicemico dei cibi, che,
in parole semplici, esprime
la velocità con la quale aumentano i livelli di glucosio
nel sangue dopo assunzione di 50 g di un nutriente
rispetto ad un carboidrato
di riferimento; questo indice,
insieme alla quantità del cibo
ingerito, determina il carico
glicemico, il quale è responsabile dell’innalzamento più o
meno marcato della glicemia.
Per questo motivo è importante saper scegliere bene i
carboidrati in base alla loro qualità, preferendo quelli a basso indice glicemico,
ma tenere conto anche della
quantità. Si deve quindi mangiare molta verdura (tranne
patate, barbabietole, carote
cotte e zucca) ed una buona
quantità di frutta (eccetto banane, fichi, cachi, mango, papaia), preferendo queste fonti
di carboidrati a quelli ad alto
indice glicemico (pane, pasta,
riso, dolci).
Dal punto di vista pratico
è opportuno fare tre pasti
ed almeno due spuntini, non
fare trascorrere più di cinque
ore senza mangiare (anche se
non si ha fame, in quanto è
importante mantenere il più
possibile costante il livello
degli zuccheri nel sangue),
consumare anche proteine e
grassi (come condimento è
consigliabile utilizzare l’olio
extravergine di oliva) ogni
volta che si assumono carboidrati e bere almeno due
litri di acqua al giorno.
Oltre a queste regole alimentari la “dieta a Zona” propone uno stile di vita che
comprende l’assunzione regolare di omega 3, di polifenoli (presenti soprattutto
nella frutta e nella verdura
colorata), l’attività fisica e la
F A R M A C I A
riduzione dello stress.
Seguire la “dieta a Zona” è
facile, i benefici sono rapidi
e può essere seguita anche
dai bambini (per prevenire
il grave problema dell’obesità infantile), dalle donne in
gravidanza e da quelle che
allattano. Oltretutto possiamo cominciarla gradualmente apportando qualche modifica al nostro comportamento alimentare di settimana in
settimana. Per iniziare sono
sufficienti due occhi, una ma-
dopo quattro o cinque ci sentiremo più energici; dopo due
settimane i vestiti saranno
meno stretti e ci sentiremo
meno stressati e dopo un
mese avremo un miglioramento degli esami ematochimici (soprattutto dei livelli di
insulinemia a digiuno e del
rapporto tra la trigliceridemia e la colesterolemia HDL,
parametri che esprimono il
grado di infiammazione del
nostro corpo).
Ogni volta che ci alimentiamo
Il dott. Sears ed il Dott. Colombo
no ed un orologio.
Per associare gli alimenti
all’interno di un pasto possiamo infatti usare il metodo
“a occhio” o “della mano”,
che pur essendo semplice ha
comunque delle regole e che
è molto pratico soprattutto
quando mangiamo fuori casa
(al ristorante, al self-service,
in pizzeria, al bar, in viaggio,
in spiaggia, ecc.).
Se vogliamo essere più precisi utilizzeremo invece il
metodo “dei blocchi”, che
utilizza come unità di misura
il blocco, che è composto da
9 g di carboidrati, 7 g di proteine e 3 g di grassi. Le calorie
non sono il modo migliore
per utilizzare il cibo: infatti
carboidrati e proteine hanno
lo stesso potere calorico ma
inducono una risposta ormonale opposta. Dopo due
o tre giorni di corretta alimentazione si ridurrà la sensazione di fame e migliorerà
la capacità di concentrazione;
F I D U C I A
influenziamo i nostri ormoni fino al pasto (o spuntino)
successivo. Se e quando trasgrediremo provocheremo un
danno quindi solo per circa
cinque ore; dovremo però ricominciare a mangiare “pro
Zona” dal pasto o dallo spuntino successivo e non correggere un pasto sbagliato con
un altro sbagliato. Se dopo
quattro - sei ore dal pasto ci
sentiremo mentalmente lucidi
e non avremo appetito significa che il rapporto proteine/
carboidrati nell’ultimo pasto
era ideale per la nostra individualità biochimica. Naturalmente più errori faremo più
lontano resterà l’obiettivo da
raggiungere, ma non sarà il
caso di farci prendere dallo
sconforto: basterà ricominciare. Con l’aggiunta della soia e
del tofu quali ulteriori fonti
proteiche questa strategia alimentare può essere utilizzata
anche dai vegetariani.
L’accusa più importante che
viene mossa alla “dieta a Zona” riguarda la sua presunta
iperproteicità. In realtà tale
eccesso è solo apparente,
poiché la Zona si limita a
ritoccare la quota dei carboidrati; abbassando tale quota
si verifica un conseguente rialzo percentuale degli altri
componenti (proteine e grassi) senza che ciò comporti un
reale aumento dei quantitativi
assoluti. Le diete ad elevato
contenuto proteico, a differenza della Zona, generano
uno stato metabolico anormale noto come chetosi, che
causa una perdita di importanti elettroliti come il potassio e ciò può creare problemi
cardiaci; inoltre, provocano la
demolizione della massa muscolare per produrre i livelli
di glucosio necessari al funzionamento del cervello che
senza un adeguato apporto di
carboidrati non può lavorare
perfettamente.
Un’altra critica riguarda la
necessità del carico di carboidrati per gli atleti. La Zona promuove il metabolismo
prevalente dei grassi anziché
quello dei carboidrati, che
non sono il miglior carburante per gli sportivi anche
se devono essere in quantità
sufficienti per impedire la
formazione dei corpi chetonici. Negli atleti “in Zona”
le scorte sono più che sufficienti ad evitare questo problema. Per tutti i seguaci della “dieta mediterranea”,
infine, ricordiamo che l’unica differenza tra le due diete
è costituita dalla fonte privilegiata di carboidrati; nella
dieta mediterranea sono i
cereali con tutti i loro derivati (grandi stimolatori di
insulina e privi di polifenoli,
quindi infiammatori), nella
“dieta a Zona” la frutta e la
verdura (bassi stimolatori di
insulina e ricchi di polifenoli,
quindi anti-infiammatori).
27
Le paure dei bambini:
aiutiamoli a superarle.
Giovanni Nello Franchi
Giornalista
[email protected]
D
obbiamo dire che
la paura nell’uomo
è un’emozione naturale, ci serve come difesa
primaria e ci prepara psicologicamente ad affrontare
una situazione che percepiamo come pericolosa, consentendoci un atteggiamento di
prudenza verso un eventuale
rischio. La paura nel bambino dovrà quindi essere vista
come un momento di difficoltà da superare per crescere, rafforzando la stima in se
stessi. Le paure nel bambino
possono scaturire in qualsiasi
momento; ad esempio se il
bambino sente un atteggiamento di disinteresse nei propri confronti possono crearsi
una situazione di solitudine
ed un vuoto emotivo capaci
di sfociare successivamente
in una paura. Anche atteggiamenti educativi troppo permissivi oppure troppo rigidi
e punitivi possono portare ad
un comportamento insicuro,
disorientato, spaventato. Alcune paure sono innate, altre
possiamo considerarle legate
alla crescita ed altre ancora
scaturiscono dopo un evento
traumatico.
La paura del buio.
E’ frequente nei bambini,
può iniziare dalla visione di
scene particolarmente forti e
F A R M A C I A
Le paure dei bambini sono le più
diverse, ma alcune sono più frequenti,
in particolare parliamo della paura
del buio e del dottore. paurose in un film o da episodi traumatici nel vissuto quotidiano, come assistere ad un
incidente stradale. Nell’ambito familiare può essere una
separazione in famiglia. Questi elementi potenzialmente
traumatizzanti subiscono,
con le fantasie del bambino,
problema. Racconti spaventosi sono naturalmente da
evitare così come la minaccia
dell’“uomo nero”.
Nella sua camera sarà utile
lasciare la porta leggermente
aperta ed una piccola luce
accesa, raccontare una favola
o parlare con lui finchè non
un’elaborazione che spesso si
manifesta quando il piccolo
resta solo al buio nella sua
camera prima di dormire. Le
prime paure si possono presentare verso i due anni ed
evolversi poi nel tempo. Per
aiutare il bambino a risolvere
questa paura i genitori e gli
educatori si debbono sempre
mostrare sereni e sicuri al
fine di non trasmettere ansia.
Prenderlo in giro lo fa sentire
ancora più solo davanti al suo
si sia addormento. Quando
il bambino si mostra più disponibile parlate apertamente
delle paure più frequenti affrontandole una ad una e come in un gioco. Il bambino
spesso ha paura di quello che
può nascondersi nel buio e
non del buio in sè. Sarà utile
mettere il suo pupazzo preferito nella stanza dicendogli
che farà buona guardia, spiegargli che nella sua camera
non vi sono “mostri” e tutto
F I D U C I A
quanto c’è a luce accesa resta
anche al buio: nulla di più.
La paura del dottore.
Non di rado l’influenza del
genitore è il germoglio per
sviluppare la paura del dottore. Evitiamo di mostrare
ansia relativamente all’esito
della visita e naturalmente
bandiamo frasi come: “se
non fai il bravo ti porto dal
dottore” oppure “se non fai
il bravo il dottore ti fa la puntura”. Portate piccoli giochi
da casa in modo da rendere
più familiare lo studio medico e consentire al bimbo di
ambientarsi. Il pediatra con
un aspetto severo può essere
un motivo di timore: è necessario interagire per rendere
la visita piacevole. Ricordate
che alcune volte la motivazione dei timori del bambino va
ricercata altrove: ad esempio
se il giorno dell’appuntamento con il pediatra il bambino
assistesse ad un evento spiacevole, pauroso, doloroso
vissuto in modo fortemente
negativo, potrebbe associare
la sensazione spiacevole vissuta in quel giorno alla visita
del medico. Ricordatevi che
per fortuna le paure infantili
sono spesso passeggere ed
instabili e quindi, con la corretta attenzione, più facili da
risolvere di quelle degli adulti.
28
News dalle aziende News dalle aziende News dalle aziende
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Fimosi: come si presenta e come curarla.
Continua da pagina 3
Continua da pagina 7
a qualche sfogo colorito in
farmacia e che nessun mezzo
di comunicazione si interessi più di tanto al problema.
Le farmacie, in periodi come
questo, fanno i salti mortali
per procurare i medicinali che
tendono a scomparire sia dalla
farmacia che dagli scaffali dei
grossisti per il diverso sistema
distributivo scelto dalla ASL
e svolgono il servizio in condizioni difficili e con il rischio
di gravi sanzioni economiche
nelle quali possono incorrere
facilmente a causa di qualche
adempimento burocratico dimenticato o tralasciato. Tutto
questo, quando si parla con i
responsabili dei servizi amministrativi pubblici, è giustificato con la necessità di risparmiare, risparmiare su tutto,
anche quando costi reali e sociali ricadono su tutti i cittadini. Si alimenta un'informazione di parte, supportata da dati
scientifico - economici tutti
da discutere e da dimostrare.
Non ci si può molto difendere
da questo stato di cose perché
il coltello, anzi molti coltelli,
dalla parte del manico li possiedono i responsabili degli
enti pubblici e si può reagire
solo con la presa di posizione
energica dei cittadini che si
sentano danneggiati da questi
modi di procedere.
Altrimenti non ci si può sentire molto diversi dall’agnellino
della favola di Fedro:
“Superior stabat lupus, longeque
inferior Agnus...”
(Più in alto stava il lupo, più in
basso l’Agnello ecc.)
di allargamento sono utilizzate tecniche specifiche della
chirurgia plastica-estetica, che
richiedono particolare accuratezza e delicatezza di esecuzione, e pertanto esperienza
specifica nella chirurgia plastica da parte dell'operatore.
I risultati definitivi dipendono
comunque da molti fattori
ed ancor più dalle risposte del singolo organismo, per quanto riguarda
soprattutto la cicatrizzazione dei
tessuti.
A) circoncisione classica
o postectomia
totale: si asporta tutto l'anello di
prepuzio che stringe
troppo per cui alla fine
dell'intervento il glande rimarrà parzialmente
coperto o scoperto totalmente.
B) resezione del foglietto interno prepuziale o postectomia
parziale: si asporta
soprattutto la parte interna cioè il cosiddetto foglietto mucoso-interno
del prepuzio, lasciando quasi
completamente intatto il foglietto esterno cutaneo ancora
del tutto sano ed elastico. Pertanto alla fine dell'intervento il
glande potrà essere ricoperto
quasi totalmente.
C) chirurgia plastica-estetica di allargamento a “Zeta” del prepuzio: il chirurgo
plastico effettua l'allargamento dell'anello di prepuzio che
stringe, senza dover necessariamente asportare una porzione di prepuzio, e quindi
permettendo di lasciare co-
On. Dr. Luigi Zocchi
Presidente Federfarma
Varese
perto il glande. Per fare ciò lo
specialista chirurgo plastico
o l'urologo utilizza la tecnica della cosiddetta “plastica
a zeta singola o multipla”
che consente l'allargamento
dell'anello di prepuzio troppo
stretto mediante la metodica
dei piccoli lembi prepuziali
a forma triangolare ad
incastro tra loro che
costituiscono appunto la tecnica a “zeta”.
Per l'esecuzione di
tale accurata e
precisa tecnica
lo specialista
chirurgo-plastico si avvale di
lenti telescopiche
di ingrandimento
che consentono di
utilizzare strumentario estremamente
delicato costituito da
micro-pinze, al fine
di ottenere il migliore
risultato dal lato funzionale e pure estetico.
D) incisione dorsale del prepuzio sec.
Duhamel: consiste
nell'effettuare un'incisione con bisturi sulla faccia
dorsale del prepuzio in senso
longitudinale ed in corrispondenza dell'anello prepuziale
ristretto, e nella sua sutura in
senso opposto trasversale.
E frenulotomia e frenuloplastica di allungamento
F circoncisione totale o parziale associata a neurotomia
superselettiva a scopo desensibilizzante del glande secondo la tecnica proposta da
Tullji: viene utilizzata solo in
caso di eiaculazione precoce
che non rispondesse a nessuna terapia.
La Legge Bersani (n. 248 del 4 agosto 2006) CONSENTE la pubblicità delle professioni
sanitarie ed ausiliarie, delle case di cura private e degli ambulatori mono o polispecialistici
attraverso periodici d'informazione. Questo giornale è a disposizione dei professionisti
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1 MG.K Vis Buste
subito per tte
AD ELEVATA
BIODISPONIBILITÀ
POTASSIO CON
CREATINA
*
Idrosalino Energy
o
Compresse
Effervescenti
caso
Più attivi in zza,
di stanche za
spossatez
ed eccessiva.
sudorazione
* Promozione valida nelle Farmacie aderenti
fino ad esaurimento scorte.
UNA FONTE DI ENERGIA, UNA RISORSA PER L’ORGANISMO.
MG.K VIS COMPRESSE
EFFERVESCENTI
Buone da bere al gusto arancia.
MG.K VIS INSTANT
ENERGY
Energia immediata
a lunga durata,
formato
short tascabile
pronto da bere.
MG.K VIS FULL SPORT
Isotonico-energetico specifico
per chi pratica attività sportiva.
MG.K VIS
RICARICA PLUS
Ricostituente
tonico-energetico
in caso di debolezza
e inappetenza.
MG.K VIS PERFORMANCE
Compresse effervescenti
con Creatina,
più energia più sprint.
MG.K VIS COMPRESSE DEGLUTIBILI
Semplici da assumere con un sorso d’acqua.
Seguendo queste direttive è stato formulato Dimalosio Complex,
un preparato a base di
Psillio e Glucomannano, fibre naturali, arricchito con
Lattulosio ed estratti vegetali, componenti attivi che
agiscono in sinergia per “risvegliare” la corretta motilità intestinale senza irritare.
Dimalosio Complex sveglia l’intestino pigro, usato
con regolarità svolge
un’azione come regolatore intestinale, favorisce la
crescita della flora batterica ed aiuta a combattere quel fastidioso gonfiore
addominale facilitando una
normale evacuazione.
Dimalosio Complex lo
trovate in Farmacia, disponibile in confezione da 20
bustine al gradevole gusto
pesca.
Da ALKAMED In Farmacia