La parallasse attraversata dall`uomo Man Crosses the

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La parallasse attraversata dall`uomo Man Crosses the
News
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La Parallasse.
Un'idea di architettura che
legge i fenomeni naturali in
modo dinamico
The Parallax.
An idea of architecture that
reads natural phenomena in a
dynamic manner
Architettura, Edilizia e
Ambiente.
Il 150° anniversario di
Cementos Rezola
Architecture, Building and the
Environment.
Cementos Rezola’s 150th
anniversary
Marocco: Qualità record.
Ciments du Maroc,
primo gruppo cementiero a
ricevere il Premio
Nazionale della Qualità
Morocco: Record Quality.
Ciments du Maroc, the first
cement producer to receive the
National Prize for Quality
Emporium Tower.
Il più prestigioso complesso
residenziale e
commerciale di Bangkok
Emporium Tower.
Bangkok’s Ultimate
Residential and
Commercial Complex
Ambiente e cemento:
l’esperienza di
Ciments Calcia.
Il primo bilancio
ambientale del settore
cemento in Francia
Environment and Cement: the
Ciments Calcia Experience.
The first environmental report
from the French cement industry
La parallasse attraversata dall’uomo
Man Crosses the Parallax
Steven Holl
È
tornato ad esporre a
Milano lo scorso marzo,
presso quella stessa
Galleria Aam che aveva
ospitato la sua prima mostra a
livello internazionale vent’anni
fa. Ma quello che allora era
solo un giovane e
promettente architetto è ora
uno dei più grandi e affermati
progettisti del nuovo
millennio. Il suo ritorno
in Italia è stato fortemente
voluto da Italcementi
nell’ambito di una serie di
manifestazioni culturali che
sotto il nome di “Incontri
Millennium” intendono
avvicinare il grande pubblico
ai più illustri maestri
dell’architettura
contemporanea.
Dopo una riflessione iniziale
dedicata alla lezione lasciataci
in eredità da Alvar Aalto,
“Incontri Millennium”
ha via via percorso i mondi
progettuali e la poetica di
Richard Meier, Enric Miralles,
Dominique Perrault, Santiago
Calatrava e Steven Holl.
(All’interno del sito di Italcementi
Group www.italcementigroup.com
è possibile trovare una rassegna
fotografica relativa all’ultimo evento).
L’inaugurazione della mostra
è stata accompagnata da
un’affollatissima lecture alla
Seconda Facoltà di
Architettura del Politecnico di
Milano, dove sono intervenuti
il rettore del Politecnico
Adriano De Maio, il preside
della Facoltà Antonio
Monestiroli, l’architetto Franco
Raggi per l’Ordine degli
Architetti Milanesi e l’ingegner
Fortunato Zaffaroni, direttore
commerciale di Italcementi.
Nel corso dell’incontro
milanese, che ha visto la folta
partecipazione di studenti,
professori universitari,
architetti e imprenditori,
Steven Holl, americano
ma di famiglia norvegese, ha
percorso i venticinque anni di
lavoro della sua architettura,
cominciata da posizioni assai
vicine a quelle della scuola
londinese di Zaha Hadid e di
Rem Koolhaas cui si sono poi
sovrapposte le influenze
dell’architetta lituana Astra
Zarina che fu sua insegnante a
Roma alla fine degli anni ’60.
Oggi Steven Holl, professore
alla Columbia University
e titolare di uno dei più
importanti studi professionali
di New York, è tra coloro
che con più precisa chiarezza
intellettuale e tensione
poetica costruiscono un
cammino innovativo per
l’architettura contemporanea.
Le radici del contesto, della
terra, della realtà naturale,
delle configurazioni e dei limiti
contingenti di ogni suo
progetto, trovano una via
poetica e matematica verso
un’opera che apre nuovi
spazi. E forse un nuovo
orizzonte. Il ruolo di Steven
Holl in questo momento
è proprio quello di dare
possibilità e forme nuove
all’apparire e al formarsi
della natura profonda
dell’architettura. Lo sguardo
è al futuro: ai mille materiali
delle sue possibilità, alla sua
possibile luce, ma il corpo
architettonico è ancorato al
suolo della realtà dello spazio,
della gravità, della luce,
dell’economia, della misura,
dei materiali e dei loro
fenomeni. È in questo gioco
tra realtà e desiderio che i
molti edifici di Steven Holl
hanno trovato il loro posto
e la loro conformazione:
in un’idea di architettura
legata allo spazio e al
movimento della nostra
percezione sensoriale in esso.
Un’idea di architettura che
legge i fenomeni naturali in
modo dinamico, affidando
all’esperienza della parallasse
la percezione soggettiva di
spazio e luce. Come egli
stesso ha enunciato nel suo
recente libro Parallax, la
parallasse, ovvero il
cambiamento della
disposizione delle superfici
che definiscono lo spazio
come risultato del
cambiamento della posizione
dell’osservatore, si trasforma
quando gli assi del movimento
lasciano la posizione
orizzontale. L’idea storica della
prospettiva come volumetrie
conchiuse, basate su uno
spazio orizzontale si apre così
alla dimensione verticale,
l’esperienza architettonica
viene liberata dalla sua
situazione storicamente
racchiusa e gli slittamenti
verticali e obliqui diventano
la chiave di nuove percezioni
spaziali.
Le opere di Steven Holl sono
come pietre, materie
architettoniche che aprono
un discorso innovativo:
dal Museo di Arte
Contemporanea Kiasma
di Helsinki alla Cappella di
Sant’Ignazio a Seattle. Dalle
case costruite negli Stati Uniti
– la Texas Stretto House
di Dallas e la Y House di
Schohary County nello stato
di New York – ai complessi
residenziali di Fukuoka e
Makuhari in Giappone.
Dall’Istituto di Scienza di
Cranbrook nel Michigan e il
Museo d’Arte Bellevue a
Seattle agli Uffici D.E. Shaw a
New York e gli Uffici
Sarphatistraat ad Amsterdam.
Lo stesso si può dire anche per
gli edifici attualmente in
costruzione, dal Residence
2001 per il MIT di Boston
all’ampliamento del Museo
d’Arte Nelson-Atkins di
Kansas City; dalla Facoltà di
Architettura e Architettura del
Paesaggio di Minneapolis al
Teatro Zachary Scott di Austin
in Texas, all’Università di Arte e
Storia dell’Arte dell’Iowa, e ai
progetti per le nuove città,
come la serie di progetti di
“Edge of a City” per gli spazi
urbani di Manhattan, Phoenix,
Cleveland, Rochester e Dallas.
Queste opere, come pietre in
una costruzione, formano un
corpo architettonico che porta
avanti la tradizione
dell’architettura
contemporanea da Wright a Le
Corbusier.
Steven Holl (nato a Bremerton, Stato
di Washington, nel 1947) ha aperto
Steven Holl Architects a New York
nel 1976. Si è laureato con lode alla
University of Washington a Seattle.
Ha studiato architettura a Roma nel
1970, e ha fatto dei corsi post-laurea alla
Architectural Association di Londra nel
1976. Nel 1989 il Museo di Arte Moderna
di New York ha presentato
il lavoro di Holl in una speciale mostra,
comprando diversi disegni per la propria
collezione permanente. Nel 1991,
il lavoro di Holl è stato presentato
in una personale al Walker Art Center
di Minneapolis, nella serie intitolata
“Architettura Domani” curata da Mildred
Friedman. Questa mostra si è poi spostata
alla Henry Art Gallery di Seattle e nel
1992–93 è stata in esposizione in tutta
Europa. Nel 1992 Holl ha ricevuto il
National AIA Interiors Award per gli Uffici
di D.E. Shaw & Co. a New York, e nel
1993 il National AIA Honor Award for
Excellence in Design per la Texas Stretto
House di Dallas. Nello stesso anno, Steven
Holl Architects ha vinto il primo premio,
tra 516 partecipanti, per il concorso per
il nuovo Museo di Arte Contemporanea
di Helsinki. L’edificio è stato aperto al
pubblico nel maggio 1998. Tra le sue
onorificenze: i progetti per il Knut
Hamsun Museum di Hamarøy in Norvegia
e il Museo della Città a Cassino in Italia,
che hanno vinto nel 1996 i Progressive
Architecture Awards for Excellence in
Design. La Cappella di Sant’Ignazio a
Seattle ha vinto nel 1998 il National AIA
Award for Design Excellence e il Museo
Kiasma di Helsinki ha vinto lo stesso
premio nel 1999.
Tra i riconoscimenti più recenti ci sono
il Progressive Architecture Awards per
il Museo Nelson-Atkins di Kansas City
e la Simmons Hall del MIT
di Boston nel 2000. Il Museo d’Arte
Bellevue, a Seattle, è stato aperto
al pubblico nel gennaio 2001,
ed ha ricevuto il Seattle Award per
l’Architettura.
L
ast March he returned to
exhibit his work at the
Galleria Aam in Milan,
Italy, the same gallery that
hosted his first international
show 20 years ago. But the
man who was then nothing
more than another young and
promising architect is now
recognized as one of the
greatest and most highly
regarded building creators of
the new millennium. His
return to Italy was strongly
promoted by Italcementi
which through a series of
cultural exhibitions called
“Incontri Millenium”
(Millennium Meetings),
intends to familiarize the
general public with the most
illustrious masters of
contemporary architecture.
After an initial review of the
mastery and instruction left to
us by Alvar Aalto, the
Millennium Meetings series
has painstakingly displayed
the design universes and
poetics of such great
architects as Richard Meier,
Enric Miralles, Dominique
Perrault, Santiago Calatrava
and Steven Holl.
(A collection of photographs
from the latest Millennium
Meeting can be found
on the Italcementi Group website,
www.italcementigroup.com).
The inauguration of the
Millennium Meetings show
was coupled with a wellattended lecture in the
Second Faculty of
Architecture at the Politecnico
School of Milan. Speakers
included the Politecnico
School Rector, Adriano De
Maio; the Dean of Faculty,
Antonio Monestiroli; Franco
Raggi under the auspices
of the Order of Milanese
Architects; and Fortunato
Zaffaroni, sales manager
of Italcementi.
The student body, university
professors, architects and
businessmen actively
participated in the Milan
meeting as Steven Holl, an
American of Norwegian
descent, presented an
overview of his 25-year career
in architecture. His initial
positions were remarkably
similar to those of the London
school championed by Zaha
Hadid and Rem Koolhaas.
These perspectives were later
superseded by the influence
of Lithuanian architect Astra
Zarina, who was Holl’s
teacher in Rome toward the
end of the 1960s.
Today Steven Holl is a
professor at Columbia
University and owner of one
of the most prominent design
studios in New York. He is
considered a key figure
among the group of modern
architects who, using a
precise intellectual clarity and
poetic tension, are currently
constructing a new and
innovative path for
contemporary architecture.
The roots of context, earth,
natural reality, and of the
configurations and limits
contingent to each of his
projects, find a poetic and
mathematical route toward
an architectural work that
opens up new spaces and
new horizons. Currently
Steven Holl’s role is to bestow
possibility and new form
upon appearance and the
definition of the very nature
of architecture. His gaze is
directed toward the future
and its possibilities for
thousands of materials and its
potential sources of light. Yet
we must acknowledge that
the architectural body is
anchored firmly in the reality
of space, gravity, light,
economy, dimensions,
materials and their relevant
phenomena. And it is within
this interplay between reality
and desire that many of
Steven Holl’s buildings have
found their place and
structure in a notion of
architecture intimately
connected to space and to
the movement of our
sensorial perception within it.
Il Residence
Universitario
del MIT: la strada
piegata, (primo
schema) porosità
orizzontale.
Undergraduate
Residence, MIT:
folded street;
(first scheme)
horizontal
porosity.
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It is an idea of architecture
that reads natural
phenomena in a dynamic
manner, entrusting the
subjective perception of space
and light to the experience
of the parallax. Just as Holl
himself illustrated in his
recent book, Parallax, the
parallax – the change in the
arrangement of surfaces that
define space as a result of the
change in the position of a
viewer – is transformed when
movement axes leave the
horizontal dimension. The
historical idea of perspective
as enclosed volumetrics based
on horizontal space gives way
today to the vertical
dimension. Architectural
experience has been taken
out of its historical closure.
Vertical and oblique slippages
are key to new spatial
perceptions.
Steven Holl’s works are like
stones, architectural materials
that break open innovative
discussion as in the Kiasma
Museum of Contemporary
Art in Helsinki; the Chapel of
St. Ignatius in Seattle; the
houses constructed in the
United States – the Texas
Stretto House in Dallas and
the Y House in the Schohary
County, New York – ; the
Fukuoka and Makuhari
housings in Japan; the
Cranbrook Institute of
Science, Michigan; the
Bellevue Art Museum, Seattle;
the D.E. Shaw Offices in New
York and the Sarphatistraat
Offices in Amsterdam.
The same can be said of the
buildings currently under
construction. For example,
the Undergraduate Residence
2001, MIT, Boston; the
expansion of the
Nelson-Atkins Museum of Art
in Kansas City; the College of
Architecture and Landscape
Architecture in Minneapolis;
the Zachary Scott Theater in
Austin, Texas; and the
University of Iowa Art and Art
History Building.
Also included are his projects
for new cities, like the series
of projects entitled “Edge of a
City” for the urban spaces of
Manhattan, Phoenix,
Cleveland, Rochester, and
Dallas.
These architectural works, like
stones in a construction
project, come together to
form a body of architecture
that proudly and admirably
carries forward the tradition
of contemporary architecture
that spans from Wright to
Le Corbusier.
Steven Holl (b. Bremerton, Washington,
1947) established Steven Holl Architects
in New York in 1976. Holl is an honors
graduate of the University of
Washington in Seattle. He studied
architecture in Rome, Italy in 1970, and
did post-graduate work at the
Architectural Association in London in
1976. In 1989, the New York Museum
of Modern Art presented Holl’s work in
a special show, purchasing several
drawings for its permanent collection. In
In alto, dettaglio
dello studio
su spazio e
strutture planari
in acciaio.
A sinistra,
la Cappella
di Sant’Ignazio:
il piazzale
del “campo
di meditazione”.
Lo spazio interno
si irradia nello
spazio del campus.
Above. Enlarged
study of steel
planar space
and structure.
Left. Chapel
of St. Ignatius:
the “thinking field”
forecourt.
Radiance of the
inner space
projected into
campus space.
1991, Holl’s work was featured in a solo
exhibit at the Walker Art Center in
Minneapolis as part of the series entitled
“Architecture Tomorrow, ”whose
curator was Mildred Friedman.
This exhibit was moved to the Henry Art
Gallery in Seattle and in 1992-93 toured
throughout Europe. In 1992 Holl
received the National AIA Interiors
Award for the Offices of D.E. Shaw
& Co. in New York City and in 1993
the National AIA Honor Award for
Excellence in Design for Texas Stretto
House in Dallas. That same year, Steven
Holl Architects was awarded the winning
design among 516 entries in the
competition for the new Museum of
Contemporary Art, Helsinki. The project
opened to the public in May 1998.
Among his honors are the 1996
Progressive Architecture Awards for
Excellence in Design for the Knut
Hamsun Museum in Hamarøy, Norway,
and the Museum of the City in Cassino,
Italy. Holl’s Chapel of St. Ignatius in
Seattle was awarded the 1998 National
AIA Award for Design Excellence and the
Kiasma Museum in Helsinki won the
same award in 1999. The most recent
recognition for Steven Holl Architects’
work includes Progressive Architecture
Awards for the Nelson-Atkins Museum
in Kansas City and the Simmons Hall at
MIT University in Boston in 2000. The
Bellevue Art Museum in Seattle was
opened to the public in January 2001,
and received the Seattle Award for
Architecture.
Architettura, Edilizia e Ambiente
Architecture, Building and the Environment
C
ementos Rezola ha
concluso il programma
delle celebrazioni per
il proprio 150° Anniversario
con un convegno sul tema
“Architettura, Edilizia e
Ambiente” nella prestigiosa
cornice del nuovo Palazzo
dei Congressi Euskalduna
di Bilbao, in Spagna.
Quasi 500 partecipanti tra
architetti, prescrittori,
istituzioni, amministrazioni
locali e numerosi clienti hanno
preso parte alla cerimonia
conclusiva delle celebrazioni
per il 150° anniversario di
Cementos Rezola, filiale
d’Italcementi Group presente
nei Paesi Baschi e nel nord
della Spagna.
Il convegno, incentrato
sull’importanza del ruolo
dell’ambiente in architettura,
urbanistica e edilizia, ha messo
in rilievo la volontà e l’impegno
responsabile di Cementos
Rezola, e dell’intero gruppo
Financiera y Minera in Spagna,
per garantire la continuità delle
proprie attività industriali nel
costante rispetto e nella
migliore integrazione possibile
con l’ambiente circostante.
L’impegno della società è
testimoniato peraltro
dall’ottenimento della
certificazione ISO 14001 per
tutti gli impianti di FyM.
Il folto pubblico presente si è
dimostrato particolarmente
attento ai temi trattati dai
cinque illustri relatori e al
successivo dibattito animato
dal celebre giornalista della
SER, Iñaki Gabilondo.
Dopo la proiezione di un
filmato sul parallelismo tra la
prospettiva visionaria di Fritz
Lang in Metropolis (1926) e
un’illustrazione dell’assetto
urbano di questo fine secolo,
gli interventi si sono articolati
intorno ai seguenti temi:
• Il diritto alla città
e la morale cittadina
(riflessione proposta
dal filosofo Javier Sádaba)
• I materiali da costruzione
ed il loro costo
ambientale (Juan Carlos
López Agüí, direttore
dell’Istituto Spagnolo
del Cemento e delle
sue Applicazioni)
• Assetto territoriale
ed urbanistica (Javier
Unzurrunzaga, architetto
ed esperto di urbanistica)
• Urbanistica strategica,
estetica e ambiente
(Juan Miguel Otxotorena,
direttore della Scuola
di Architettura di Navarra)
• La responsabilità collettiva
di fronte ad un futuro
eco-compatibile (Manuel
Toharia, direttore del Museo
delle Scienze di Valenza).
Tutti gli interventi hanno
saputo combinare
sapientemente contributi di
grande vivacità intellettuale
con riflessioni di utilità pratica.
Dal punto di vista dei materiali
da costruzione, aspetto che
riguarda più direttamente
l’industria del cemento,
l’intervento di Juan Carlos
López Agüí ha proposto di
approfondire il concetto di
costo ambientale comparato
dei materiali nella valutazione
dei mercati pubblici
(infrastrutture, lavori pubblici).
Basata sul concetto di “analisi
del ciclo di vita dei prodotti”
e sull’elaborazione di
“indicatori-chiave delle
performance”, la valutazione
quantitativa dei materiali con
riferimento all’“impatto
ambientale del loro ciclo
di vita”, sembra in grado
di imporsi con naturalezza nel
settore edilizio. Non sorprende
quindi constatare che il ciclo
del cemento gode di un reale
vantaggio competitivo
in materia.
■ ■ ■ ■ ■ ■
C
ementos Rezola
concluded its 150th
Anniversary
celebrations with a
conference on the theme
of “Architecture, Building
and the Environment,” held
91
Un’immagine della cerimonia conclusiva
delle celebrazioni per
il 150° anniversario di Cementos Rezola.
A picture of the closing ceremony
celebrating Cementos Rezola’s 150th
anniversary.
at the new, prestigious
Euskalduna Convention
Center in Bilbao, Spain.
Nearly 500 participants
including architects, specifiers,
administrative and institutional
representatives as well as
numerous clients were present
at the closing conference
celebrating Cementos Rezola’s
150th anniversary. Cementos
Rezola is the cement business
unit of the Italcementi Group,
operating in the Basque
country and the north of
Spain. The convention focused
on the role of the environment
in architecture, urban planning
and construction. It revealed
Cementos Rezola’s
commitment – shared by all
the Financiera y Minera
Group’s businesses in Spain –
to a responsible approach
regarding not only the
continuation of its business
activity, but also the best
possible integration into the
immediate environment. This
is further demonstrated by the
recent ISO 14001 certification
of all the FyM plants.
The gathering of professionals
was particularly attuned to the
themes developed by five
excellent lecturers and to the
ensuing debate moderated by
the prestigious SER journalist,
Iñaki Gabilondo.
Following a video presentation
comparing Fritz Lang’s
visionary futurology in
Metropolis (1926) to an
illustration of the urban
planning of this fin de siècle,
discussion centered around the
following main themes:
• The right to the city and
civil morality (considerations
proposed by the philosopher
Javier Sádaba)
• Construction materials
and their environmental
costs (by Juan Carlos
López Agüí, director
of the Spanish Institute
of Cement and its
Applications)
• Regional and urban
planning (by Javier
Unzurrunzaga, architect
and urban planning
92
consultant)
• Strategic, esthetic
and environmental urban
planning (by Juan Miguel
Otxotorena, director
of the Architecture School
of Navarra)
• Our collective
responsibility regarding
an environmentally viable
future (by Manuel
Toharia, director of the
Museum of Science
in Valencia).
Each presentation combined
brilliant intellectual
contributions with useful
food for thought.
From the standpoint
of construction materials,
an aspect that concerns the
cement industry most directly,
Juan Carlos López Agüí’s talk
proposed an in-depth
examination of the concepts
of the comparative
environmental cost of
construction materials in the
evaluation of public markets
(infrastructures, public works).
Based on an “analysis of the
product life cycle” and on
the elaboration of
“key performance
indicators,” the quantitative
evaluation of materials
with regard to the
“environmental impact
of their life cycle” becomes
a natural consideration
in construction.
Therefore, it comes as
no surprise to most people
that the cement industry
can gain a real competitive
advantage from this type
of life cycle analysis.
Emporium Tower: il più prestigioso complesso
residenziale e commerciale di Bangkok
Emporium Tower: Bangkok’s Ultimate Residential
and Commercial Complex
L’
Emporium Tower è un
edificio polifunzionale di
43 piani con una
superficie totale di oltre
250.000 mq, realizzato dalla
City Realty Co. Ltd. a un costo
complessivo di oltre 6,5
miliardi di Baht (circa 160
milioni di euro).
La Torre è situata vicino a un
parco pubblico nel centro di
Bangkok e si compone di una
base di sette piani, occupata
da spazi commerciali, una
sezione di 19 piani adibita
a uffici e 380 unità residenziali
di lusso, nei 17 piani alti,
servite da parcheggi coperti
per 2.000 posti auto.
Asia Cement (Italcementi
Group) ha fornito oltre
130.000 metri cubi di
calcestruzzo per la costruzione
di questo Emporium Tower,
iniziata nel 1993.
Ciascun elemento costitutivo
di questo complesso
multifunzionale si è rivelato
un vero e proprio successo
ed è diventato un modello di
riferimento nel proprio settore.
Il Centro Commerciale
Emporium, molto apprezzato
fin dalla sua inaugurazione nel
1997, è stato acclamato come
il centro commerciale più alla
moda e di maggior prestigio
della capitale tailandese. Meno
di due anni più tardi e in un
breve lasso di tempo dopo la
loro inaugurazione, gli Uffici
Emporium sono riusciti ad
attrarre l’attenzione di grandi
società nazionali e
internazionali che ne hanno
affittato tutti gli spazi. Le Suites
Emporium, d’altra parte, sono
ormai riconosciute come gli
appartamenti più eleganti e
meglio serviti di tutta Bangkok
grazie alle raffinate decorazioni
d’interni, le viste panoramiche,
la posizione strategica, la
cortesia del personale di
servizio e il facile accesso alle
amenità locali: tutte qualità
che nel loro insieme
contribuiscono a definire il
nuovo standard delle residenze
di lusso dell’intera città.
Emporium Office was able to
attract and rent its entire office
space to local and international
corporations shortly after its
opening. And the Emporium
Suites are now widely
considered to be Bangkok’s
finest serviced apartments
where tasteful interior
decorations, panoramic views,
strategic location, courteous
service, and easy access
to local amenities all combine
to set new standards
of luxurious executive living
for the entire city.
Veduta generale dell’Emporium Tower
nel complesso urbano.
Overall view of the Emporium Tower
in its urban setting.
■ ■ ■ ■ ■ ■
E
mporium Tower is a
43-story, multi-purpose
building with a total floor
space of over 250,000 sq. m.
It was developed by City Realty
Co. Ltd. at a total cost of over
6.5 billion Baht (about 160
million euros).
The Tower is located next to a
public park in central Bangkok
and consists of a 7-story
shopping podium, a 19-story
office area, 380 executive
serviced apartments on the
top 17 floors, and indoor
garages accommodating
approximately 2,000 vehicles.
Asia Cement (Italcementi
Group) supplied over 130,000
cubic meters of concrete
for the construction of this
Emporium Tower which
began in 1993.
Every component of this
multi-purpose development
has turned out to be very
successful and has become
a benchmark in its business
sector. The Emporium
Shopping Center has been
highly acclaimed since it
opened in 1997 as Bangkok’s
trendiest and most successful
retail center.
Less than two years later, the
La cupola, simbolo
dell’impianto di
Ciments du Maroc
a Safi.
Marocco: Qualità record
Morocco: Record Quality
C
iments du Maroc è il
primo gruppo cementiero
marocchino ad avere
ottenuto il Premio Nazionale
della Qualità, nella categoria
Grandi Imprese, edizione 2000,
organizzato in associazione con
l’UMAQ (Unione Marocchina
per la Qualità) ed il Ministero
dell’Industria, del Commercio,
dell’Energia e delle Miniere.
Questo riconoscimento viene a
coronare i lunghi anni di lavoro
degli uomini della società e il
loro costante impegno nella
ricerca della qualità.
Ciments du Maroc, filiale
d’Italcementi Group svolge la
propria attività nel settore dei
materiali da costruzione
attraverso le cementerie di
Agadir, Safi e Marrakech
(cemento e clinker),
e la controllata Bétomar
con numerose centrali
di betonaggio e cave diffuse
su tutto il territorio nazionale.
Ciments du Maroc produce e
commercializza attualmente
circa 2.500.000 tonnellate di
cemento l’anno, di cui 410.000
tonnellate destinate
all’esportazione, e vanta una
capacità produttiva di
3.000.000 di tonnellate annue
di cemento. Grazie alla politica
globale di Italcementi Group,
Ciments du Maroc è divenuto il
secondo gruppo cementiero del
Marocco e ha avuto un peso
considerevole nei risultati
consolidati del Gruppo. Nel
2000, il fatturato di Ciments du
Maroc (con il consolidamento
di Bétomar) è salito a 1.696
milioni di dirham (175 milioni
di euro), ed il risultato netto
è ammontato a 304 milioni
di dirham (31 milioni di euro).
Storia della Qualità
Organizzazione Qualità (1992)
Innalzamento del sistema
qualità a un alto livello della
funzione tecnica. In ogni unità
produttiva è stata introdotta la
figura del responsabile qualità
che garantisce il controllo ed il
follow-up della qualità dei
prodotti.
PACT (1995)
Introduzione di piani d’azione
e di concertazione triennali,
i PACT, che definiscono per ogni
settore di attività le linee
d’azione prioritarie da realizzare
in un lasso di tempo di tre anni,
sulla base di una diagnostica
generale e di un’indagine sulle
esigenze della clientela.
Certificazione dei prodotti (1995)
da parte del Ministero del
Commercio e dell’Industria
(Marchio NM). La qualità dei
prodotti viene costantemente
e regolarmente controllata
dal servizio qualità dei singoli
impianti e da un organismo
indipendente di verifica che
sottopone le proprie conclusioni
semestrali allo SNIMA (Servizio
di Standardizzazione
dell’Industria Marocchina).
Qualità Totale:
Gruppi di progresso (1996)
Costituzione nell’ambito
delle singole unità produttive
dei cosiddetti gruppi per
il progresso con il compito
di evidenziare eventuali
disfunzioni e avviare
le conseguenti azioni
di miglioramento.
Certificazione Sistema
ISO 9002 (1997)
SAFI
AGADIR
MARRAKECH
Agosto 1998
Maggio 1999
Aprile 2001
Premio d’Incoraggiamento
del Premio Nazionale della Qualità
(1999)
Premio Nazionale della Qualità
(2000)
Ciments du Maroc ha fatto
della qualità un principio di
management definendo la
politica qualità ed i suoi
principali orientamenti e
fornendo tutti gli strumenti
umani e materiali necessari per
la sua messa in opera.
Questa politica globale ha
consentito a Ciments du Maroc
di migliorare le proprie
performance, soddisfare
e fidelizzare la propria clientela
e conquistare all’esportazione
mercati prima difficilmente
accessibili ai cementieri
marocchini.
■ ■ ■ ■ ■ ■
C
iments du Maroc is the
first Moroccan cement
producer to receive the
National Prize for Quality in the
Large Enterprises category for
the year 2000. The prize is
organized jointly by the UMAQ
( Moroccan Union for Quality)
and the Ministry of Industry,
Commerce, Energy and Mining.
This award recognizes many
years of hard work and
dedication by the employees
of the company as well as other
ongoing quality program
efforts. Ciments du Maroc, a
subsidiary of Italcementi Group,
operates in the construction
materials sector through the
cement plants in Agadir, Safi
and Marrakech (cement and
clinker), as well as several
concrete batching units and
quarries (Bétomar) throughout
the kingdom. Ciments du
Maroc produces and sells about
2,500,000 metric tons of
cement yearly, 410,000 of
which are exported to foreign
markets. The company boasts a
production capacity of
3,000,000 metric tons per year.
Italcementi Group’s global
policy has enabled Ciments du
Maroc to become Morocco’s
second-largest cement
company and to contribute
significantly to the Italcementi
Group’s consolidated results.
In 2000, Ciments du Maroc’s
net sales (including Bétomar)
grew to 1,696 million dirhams
(175 million euros), with a net
profit of 304 million dirhams
(31 million euros).
The History of Quality
Quality Organization (1992)
The quality system is raised
to a high level of the technical
functions. A quality manager
is assigned to each production
unit and is directly responsible
for the quality control and
follow-up.
The dome, the
symbol of Ciments
du Maroc’s Safi
plant.
PACT (1995)
Concerted three-year action
plans known as PACTs are
instituted. These plans define
the priority actions to be
conducted in all areas over
the subsequent three years,
based on a general evaluation
and an attentive inquiry into
customer satisfaction.
Product Certification (1995)
Product Certification is
administered by the Ministry
of Commerce and Industry
(the NM seal). Product quality
is constantly monitored by
each plant’s quality
department as well as by
an unaffiliated third-party
monitoring group that
submits its conclusions
semi-annually to the SNIMA
(Service of Standardization
of Moroccan Industry).
Total Quality: Progress Groups
(1996)
Progress Groups are
established within the plants
in order to deal with existing
problems and to recommend
improvement initiatives.
ISO 9002 System Certification (1997)
SAFI
AGADIR
MARRAKECH
August 1998
May 1999
April 2001
Encouragement Prize in the
National Quality Awards (1999)
National Prize for Quality (2000)
The key points of the
Italcementi Group quality
program have become a
fundamental part of the
company’s management
strategy, and by the same
token management has
provided for the human and
material resources necessary
for its development.
This global policy has allowed
Ciments du Maroc – all while
improving its performance –
to fully satisfy and gain the
loyalty of its customers, and
to conquer export markets
that until now proved difficult
for Moroccan cement
manufacturers to penetrate.
93
Come coniugare ambiente e cemento:
l’esperienza di Ciments Calcia
Mixing Environment and Cement:
the Ciments Calcia Experience
94
“I
talcementi Group è da
sempre impegnato ad
aumentare il valore del
proprio gruppo, delle proprie
aziende, dei propri prodotti e
dei propri servizi, nonché la
capacità operativa del proprio
personale operando nel pieno
rispetto degli standard
ecologici e ambientali. Con la
convinzione quindi che la
tutela dell’ambiente sia un
impegno per le maggiori
società ed una componente
fondamentale nella gestione
d’impresa”. Queste parole
sono tratte da Vision il
documento che raccoglie le
linee guida, la visione comune
e gli obiettivi di Italcementi
Group. La Vision rappresenta
l’ambizione del gruppo per il
futuro. La dimensione
mondiale di Italcementi Group
e le sue attività intimamente
connesse al territorio
comportano anche un preciso
impegno verso il rispetto
dell’ambiente.
Italcementi Group intende
seguire una politica produttiva
che permetta un rapporto
ideale con l’ambiente durante
tutto l’arco delle diverse
fasi di produzione e
commercializzazione dei suoi
prodotti.
L’atteggiamento dell’azienda
non si limita infatti all’adozione
di norme particolarmente
restrittive sull’inquinamento,
ma esplora strade nuove per
raggiungere un equilibrio tra
sfruttamento delle risorse e
impoverimento del pianeta.
In tal senso, va segnalata
l’adesione al “World Business
Council for Sustainable
Development” (WBCSD),
organismo al quale aderiscono
150 gruppi internazionali
che condividono gli stessi
principi in merito allo
“sviluppo sostenibile” che mira
al soddisfacimento dei bisogni
presenti salvaguardando le
esigenze delle future
generazioni e che si basa su
presupposti sociali, economici
e di tutela ambientale.
Con altri dieci gruppi
cementieri internazionali,
Italcementi Group partecipa,
con il supporto del WBCSD ad
un programma specifico per
l’industria del cemento.
La produzione del cemento
e l’ambiente
La produzione del cemento
è una delle necessità vitali di
qualsiasi Paese industrializzato,
allo stesso modo in cui nessun
Paese può fare a meno della
produzione siderurgica, della
raffinazione del petrolio, della
produzione della carta,
dell’industria chimica e di
numerose altre attività
industriali di base, attività che
l’immaginario collettivo
considera con sospetto,
basandosi spesso unicamente
su una percezione epidermica
di rischio ambientale. È pur
vero che tale comune
percezione è l’eredità di tempi
passati, quando le esigenze di
industrializzazione e di
raggiungimento di soglie
minime di benessere sociale
ponevano in secondo piano le
problematiche ambientali
connesse con certe necessarie
attività produttive. Da una
quindicina d’anni, tuttavia,
l’Europa occidentale ha
cambiato radicalmente visione,
istituendo norme legislative
precise e severe a salvaguardia
dell’ambiente, che ha assunto
un ruolo primario in tutte le
attività industriali. Le grandi
aziende che operano a livello
nazionale e internazionale
hanno ormai permeato ogni
loro attività di una
consapevolezza ambientale più
o meno marcata, resa
necessaria dalla mutata
sensibilità e dalla diversa scala
di valori che le popolazioni
hanno adottato da qualche
anno a questa parte,
in conseguenza del livello
di benessere individuale
raggiunto.
Italcementi Group non
fa eccezione, anzi si pone
all’avanguardia nel drappello
di aziende europee
maggiormente motivate per
la salvaguardia dell’ambiente,
pur operando, come si è detto,
in un settore industriale
potenzialmente critico.
Le testimonianze concrete
della cultura ambientale
di Italcementi Group sono
numerose e il bilancio
ambientale di Ciments Calcia
è una di queste.
Il Bilancio Ambientale di
Ciments Calcia
Ciments Calcia, filiale francese
di Italcementi Group, ha
pubblicato il suo primo bilancio
ambientale (il primo in Francia
per quanto riguarda l’industria
del cemento) e lo scorso
13 dicembre 2000 ha invitato
l’associazione di tutela
dell’ambiente
“Amici della Terra” affinché
ne desse una valutazione critica
alla presenza di 150 delegati tra
cui politici, industriali,
rappresentanti di associazioni
e di amministrazioni locali.
Questa iniziativa, che ha
rappresentato una vera
Copertina
del bilancio
ambientale
di Ciments Calcia.
Front cover of the
Ciments Calcia’s
environmental
report.
e propria “prima” nel settore
dell’industria cementiera,
intendeva chiarire le scelte
aziendali riguardanti le
informazioni riportate in questo
tipo di bilancio e ha inoltre
costituito per Ciments Calcia un
ulteriore passo avanti nella sua
politica di tutela dell’ambiente e
di trasparenza sulle proprie
attività industriali.
Ciments Calcia ha rivolto
il proprio invito agli
“Amici della Terra” in ragione
del lavoro svolto da questa
associazione per l’elaborazione
di un modello di report
ambientale destinato alle
aziende: l’obiettivo era quello di
evitare che i bilanci ambientali
assomigliassero a una sorta di
opuscoli pubblicitari dal
contenuto lacunoso.
Questo lavoro degli “Amici
della Terra” è stato compiuto in
collaborazione con vari
interlocutori, tra i quali Ciments
Calcia, e si basa sull’analisi di
120 bilanci ambientali di varie
aziende provenienti da quattro
Paesi: Francia, Italia, Belgio,
Regno Unito.
Perché un Bilancio
Ambientale?
L’industria del cemento è solita
evocare l’immagine di una
nuvola di polvere bianca
sprigionata da grossi impianti
industriali o da cave che
deturpano il paesaggio.
Si tratta, indubbiamente,
di un’industria pesante con un
forte impatto ambientale. E, se
si vuole che questa industria
esista ancora fra vent’anni,
diventa indispensabile condurre
una politica ambientale di alta
qualità in grado di rispondere
ad una legittima
preoccupazione emergente,
in coerenza con le aspirazioni
degli operatori del settore
e in generale, dell’insieme
delle popolazioni che vivono
nei territori dove sorgono
gli impianti.
Eppure, oggi, nei fatti,
l’immagine spesso negativa
dell’industria del cemento fa
parte del passato. Negli ultimi
anni sono stati compiuti sforzi
considerevoli e la salvaguardia
dell’ambiente è diventata una
delle priorità manageriali
dell’azienda allo stesso livello
delle risorse umane, della
sicurezza e della qualità.
L’impegno ambientale di
Ciments Calcia comprende
diversi elementi:
modernizzazione delle
installazioni; predisposizione di
sistemi di gestione ambientale
e certificazione ISO 14001 per
ogni sito produttivo;
formazione del personale delle
cementerie sugli impatti della
produzione; creazione di
strumenti di comunicazione
e di concertazione con gli
abitanti dei territori limitrofi.
Il continuo miglioramento dei
processi produttivi, in effetti,
deve essere accompagnato da
un’azione informativa, oggetto
del bilancio ambientale.
Il bilancio si rivolge a tutte
le parti interessate dall’attività
di Ciments Calcia: pubblico
esterno (amministrazioni,
associazioni ambientaliste,
comunità locali, giornalisti)
ma possiede anche un valore
di bilancio pedagogico
per i team operanti all’interno
dell’azienda.
Stampato in 25.000 copie,
il rapporto ambientale vuole
essere uno strumento
d’informazione il più completo
possibile sull’attività centrale
della società, la produzione
di cemento.
Dal momento che Ciments
Calcia ha scelto di pubblicare
un bilancio nazionale, le
informazioni di carattere più
strettamente locale non sono
state trattate con la stessa
precisione dei dati nazionali. Gli
abitanti delle aree limitrofe agli
impianti ricevono, però,
comunque, regolari
informazioni sullo sfruttamento
delle cave e sul funzionamento
delle cementerie attraverso
l’utilizzo di vari strumenti di
comunicazione locale.
La società ha inoltre predisposto
per ogni sito la costituzione di
Commissioni di Concertazione
che si riuniscono due volte
all’anno e sono aperte a tutte
le parti interessate per
discutere su un ordine del
giorno stabilito di volta in volta
dagli stessi partecipanti.
Oltre a ciò vengono
regolarmente organizzate delle
giornate “porte aperte” per il
grande pubblico e con pari
regolarità vengono diffuse
pubblicazioni specifiche per
ogni sito che riportano
informazioni dettagliate sulle
loro performance ambientali.
Se pure le informazioni locali
non sono riportate in questo
bilancio nazionale, esso
tuttavia può essere ugualmente
di interesse per le comunità
locali che desiderano conoscere
la politica globale dell’azienda:
si accorgeranno infatti che non
esiste alcuna forma di
opportunismo legata a questo
o a quel sito in quanto Ciments
Calcia conduce una politica
coerente su scala nazionale.
La società considera
perfettamente legittima la
richiesta d’informazioni da
parte degli abitanti sulla sua
politica aziendale: la
conoscenza e lo scambio
reciproco d’informazioni sono
indispensabili per instaurare un
clima di fiducia tra l’industria e
gli abitanti del territorio in cui
opera. Ed è nel quadro di
questa costante ricerca di
interazione e cooperazione che
Ciments Calcia ha voluto
pubblicare questo bilancio
ambientale.
Il bilancio si struttura intorno a
cinque grandi capitoli che
riassumono i diversi impegni
dell’azienda:
• Gestione delle cave e
riduzione dei disturbi nocivi
dovuti al loro sfruttamento;
integrazione dei siti nel
paesaggio e pianificazione
della loro destinazione
futura al termine
del periodo di utilizzo;
• Modernizzazione degli
impianti e limitazione
dell’impatto industriale:
riduzione delle emissioni
atmosferiche (CO2, polveri,
SO2, NOx), contenimento
dell’inquinamento sonoro,
limitazione e trattamento
degli scarichi dell’acqua, ...;
• Economia delle risorse naturali
attraverso l’uso estensivo
di materie prime
e combustibili alternativi
(pneumatici ed oli
usati, farine animali, ...);
• Creazione di prodotti più
rispettosi dell’ambiente
e dell’habitat, riduzione
dei rumori legati ai trasporti,
contribuzione alla soluzione
dei problemi ambientali
dei clienti (ciclo di vita dei
materiali, alta qualità
ambientale del settore
costruzioni, qualità estetica
degli edifici in cemento,
trattamento dei rifiuti di
cantiere, ...);
• Gestione ambientale: sistema
di management ambientale
(SME), certificazione ISO
14001, formazione
del personale, interventi
di concertazione
e d’informazione,
partecipazione ai progetti
di sviluppo del territorio,
ecologia industriale.
Il bilancio ambientale di Ciments
Calcia è disponibile su semplice
richiesta nel suo sito Internet:
www.ciments-calcia.fr
■ ■ ■ ■ ■ ■
“T
he Italcementi Group
has always been
involved in increasing
the value of the Group, its
businesses, products and
services, as well as the
operational capacity of its
personnel while fully respecting
ecological and environmental
standards. The company
operates under the conviction
that protecting the
environment is a requirement
of large companies as well as a
fundamental component of
business management.” These
words are taken from Vision,
the document that contains
the guidelines, common vision
and objectives of the
Italcementi Group. Vision
reflects the group’s ambitions
for the future. The global
dimension of the Italcementi
Group and the activities that
are intimately connected to the
territory also carry a specific
commitment to respect the
environment.
Italcementi Group intends to
follow a productive policy that
allows for an ideal relationship
with the environment during
the various phases of
production and marketing
of the Group’s products.
The company’s attitude is not
limited to the adoption
of particularly restrictive norms
regarding pollution, but
explores new paths toward
striking a balance between
exploiting available resources
and depleting the planet.
To this effect, it is important
to note the company’s
participation in the “World
Business Council for
Sustainable Development”
(WBCSD), an organization that
comprises 150 international
groups sharing the same
principles regarding
“sustainable development.” It
aims to satisfy present needs
while preserving the demands
of future generations, and is
based on social, economic and
environmental protection
premises. Together with ten
other international cement
groups, Italcementi Group,
with the support of the
WBCSD, participates in a
specific program designed for
the cement industry.
Cement Production
and the Environment
Cement production is one of
the vital necessities of any
industrialized country, just as
no country can do without iron
and steel production,
petroleum refining, the
production of paper, the
chemical industry and
numerous other basic industrial
activities. These activities are
regarded with suspicion by the
collective imagination, often
based on nothing more than
a skin-deep perception of the
environmental risks involved.
It is nonetheless true that this
common perception is the
inevitable inheritance of times
past, when the demands of
industrialization and reaching
minimum standards of social
well-being relegated to a
secondary level any
environmental problems linked
to certain required production
activities. Nevertheless, for the
past 15 years or so, Western
Europe has radically changed
its views, instituting precise
and strict legislative measures
to protect the environment,
now a major concern of most
industries. The big companies
that operate on a national and
international level have
henceforth infused each of
their activities with a fairly
marked degree of
environmental awareness.
This awareness was made
necessary by a change
in sensitivity and by a different
scale of values adopted
for some time now as a
consequence of the individual
level of well-being attained.
The Italcementi Group
is no exception to this general
movement; in fact it is at the
avant-garde edge of a host
of European companies that
are most motivated by
environmental protection,
though it operates, as noted
earlier, in an industrial sector
that is potentially critical.
The concrete testimonials
95
to Italcementi Group’s
environmental policy are
numerous, and Ciments
Calcia’s environmental report is
a good example of this.
96
Ciments Calcia’s
Environmental Report
In 2000, Ciments Calcia, a
French subsidiary of the
Italcementi Group, published
its first environmental report
(the first one from the French
cement industry). On this
occasion, last December 13th,
the company invited the
environmental protection
association, “Friends of the
Earth,” to undertake a critical
evaluation of its environmental
standing in the presence of
150 delegates including
politicians, industry leaders,
representatives of associations
and local administrations.
This operation was the very
first of its kind in the cement
industry and was intended to
help clarify the company’s
actions in light of the findings
of this inquiry. It was also a
further opportunity for
Ciments Calcia to pursue its
policy of environmental
protection and complete
transparency with regard to its
industrial activities.
Ciments Calcia invited “Friends
of the Earth” because of this
association’s contributions to
the development of a
corporate environmental
reporting model intended for
companies. The objective is to
avoid environmental reports
that resemble promotional
brochures with insubstantial
content.
“Friends of the Earth” is
working on this project in
association with various
partners, including Ciments
Calcia, and is based on an
analysis of 120 environmental
reports of companies from
four different countries:
France, Italy, Belgium and the
United Kingdom.
Why an Environmental
Report?
The cement industry usually
evokes a cloud of white
dust spewing from gigantic
industrial plants or from
quarries that disfigure the
landscape. Undoubtedly, we
are dealing with heavy industry
having a strong environmental
impact. In order for it to
persevere for a few more
decades, the company believes
that an excellent environmental
policy is essential.
It must respond to legitimate
emerging concerns and be in
line with the aspirations of
those who work in the sector
as well as those who live in the
areas in which the factories
stand.
And yet today, the all-too-often
negative image of the cement
industry is largely a thing of the
past. Considerable efforts have
been made over the last few
years and environmental
conservation has become a
corporate managerial priority,
on the same level as human
resources, safety and quality.
Ciments Calcia’s environmental
commitment is comprised of
various parts: modernization of
the plants; establishment of
environmental management
systems and ISO 14001
certification for each
production site; training of
plant personnel about
production impact; creation of
communications and
community relations tools.
The continuing improvement
of production methods must in
turn be linked to an
information process – the
reason for an environmental
report. This report addresses all
parties interested in the
activities of Ciments Calcia:
external public (administrations,
environmental protection
agencies, residents, journalists)
but also internal company
teams for whom it holds
pedagogical value. It aims to
provide the maximum amount
of information possible about
the company’s core-business,
the production of cement.
There were 25,000 copies of
the report printed.
Ciments Calcia chose to publish
a national report; local
information is therefore not
as precise as the national data.
However, local residents are
regularly informed about
mining of the quarries and
operation of the cement plants
through various channels
of local communication.
In particular, the company has
created Consensus
Commissions at every site,
which meet twice a year and
are open to all interested
parties, following an agenda
established by the participants.
Furthermore, special
“open house” days are
regularly organized for the
general public and specific
publications provide detailed
information on the
environmental performance of
each individual site. Although
local news is not taken into
account in this national report,
it is nevertheless of interest to
residents who wish to
understand the company’s
overall policy. They will come
to realize that there is no
opportunism connected with
any particular individual site:
Ciments Calcia follows
a consistent company policy
on a national scale.
The company considers local
residents’ requests for
information on its corporate
policy to be perfectly legitimate
and understandable.
Knowledge and the reciprocal
exchange of information are
indispensable for creating an
atmosphere of trust between
the industry and local residents.
It is within this quest for mutual
understanding and cooperation
that lies Ciments Calcia’s
commitment to publishing this
environmental report.
The report is structured around
five main chapters that
summarize the various
commitments undertaken by
the company:
• Management of the quarries
and reduction of damages
associated with their
exploitation; the integration
of the sites into the
landscape and planning for
their future development
after work on the site has
been completed;
• Modernization of the plants
and limitation of industrial
impact: reduction of
atmospheric emissions
(CO2, dust, SO2, NOx), noise
pollution control, as well
as reduction and treatment
of waste in water …;
• Conservation of natural
resources through extensive
use of raw materials and
alternative fuels (recycled
pneumatics and oils,
animal-based flours, …);
• Development of products
that prove more respectful
of the environment and the
natural habitat, reduction
of noise pollution connected
with transportation, help in
resolving clients’
environmental problems (life
cycle of various materials,
high environmental quality in
the building sector, aesthetic
quality of cement buildings,
waste treatment from
construction sites …);
• Environmental management:
environmental management
systems (SME), ISO 14001
certification, training of
personnel, consensus
and information processes,
involvement in land
development projects
and industrial ecology.
Ciments Calcia’s environmental report
is available by request on its web site:
www.ciments-calcia.fr
Veduta panoramica
dell’impianto
di Beaucaire.
Panoramic view
of the Beaucaire plant.