02-boll. febbraio 2009 - Parrocchie del Vicariato di Cittadella
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02-boll. febbraio 2009 - Parrocchie del Vicariato di Cittadella
PARROCCHIA DEL DUOMO SOMMARIO PARROCCHIA DEL DUOMO Lettera di don Remigio Brusadin pag. 1 DUOMO Il Presepe del Duomo di G.B. B. » 3 « Cittadella Vita » » 4 Messaggio dei Vescovi per la Giornata per la Vita 2009 » 5 PATRONATO PIO X Uscita di Alta Squadriglia di Iena » 6 » 7 Thinking Day 2009 di Anna Ziero « Ci piacciamo così! » » 8 « Io. . . secondo me, secondo gli altri » – « Appassionarsi dell’altro » » 9 « Alla scoperta del bene comune » » 10 Tempo propizio. . . in attesa del nuovo Patronato – Incontri per fidanzati » 11 ASSOCIAZIONI Cristina: « Ho scelto Lui, gli ho detto di sì. . . » di Cristina Tonelotto » 12 » 13 « Sono appena tornata dal Rwanda » di Lucia Bressan LETTURE DOMENICALI Domenica 01 febbraio » 14 Domenica 15 febbraio » 16 Domenica 08 febbraio » 15 Domenica 22 febbraio » 17 ARTE E STORIA L’inverno nel passato di M. B. » 18 » 19 Tempo di scherzi e di baldoria di M. B. PARROCCHIA DEL POZZETTO Lettera di don Gilberto Ferrara Prima Comunione - 8 dicembre 2008 Battesimi Flash di Natale » » » » PARROCCHIA DI S. MARIA Lettera di don Domenico Frison Come rosa blu – Consigli per vivere una vita vera Recita di Natale della Scuola dell’Infanzia » 24 » 25 » 26 PARROCCHIA DI S. DONATO Lettera di don Luciano Vanzan Giornata per la vita – Un grazie riconoscente – Gita Generosità e solidarietà – Dati anagrafici – Busta di Natale » 27 » 28 » 29 PARROCCHIA DI CA’ ONORAI Lettera di don Matteo Ragazzo Vita in Comunità » 30 » 31 ANAGRAFE PARROCCHIALE ORARI PARROCCHIALI Controcopertina: Gioele 2,12 20 21 22 23 » 32 » 33 Il Bollettino consta di 10 numeri mensili per anno. Il costo di ogni numero è di 1 euro. Al fine di agevolare la distribuzione del Bollettino, si propone di effettuare l’abbonamento annuo di 10 euro, o sostenitore di 15 euro. Anno XLI - n. 2 - febbraio 2009 Periodico mensile - Direttore responsabile: Giovanni Tonelotto - Iscr. Stampa Trib. Padova n. 1151 del 29/07/89 Bertoncello Artigrafiche - Cittadella (Padova) Dopo 13 anni di “lettere” è giunto il momento di una pausa, nel senso di non dire parole “mie”, bensì di riportare qualche parola “sapienziale” (tolta, cioè, dai libri dei Proverbi, della Sapienza, del Siracide). Non segnalo i versetti per non appesantire il testo, ma ciascuno ha la possibilità di trovarli con un po’ di “ricerca”. Li numero per facilitare un possibile dialogo. B UON ASCOLTO ! « 1. Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento e il tuo cuore custodisca i miei precetti. 12. Bontà e fedeltà non ti abbandonino; legale intorno al tuo collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore. 13. La strada dei giusti è come la luce dell’alba, che aumenta lo splendore fino al meriggio. 14. Con ogni cura vigila sul cuore perché da esso sgorga la vita. 15. Va’ dalla formica, o pigro, guarda le sue abitudini e diventa saggio. 16. Sei cose odia il Signore, anzi sette gli sono in abominio: occhi alteri, lingua bugiarda, mani che versano sangue innocente, cuore che trama iniqui progetti, piedi che corrono rapidi verso il male, falso testimone che diffonde menzogne e chi provoca litigi tra fratelli. 17. Non rimproverare il beffardo per non farti odiare; rimprovera il saggio ed egli ti amerà. 18. Chi chiude un occhio causa dolore, chi riprende a viso aperto procura pace. 19. Un anello d’oro al naso d’un porco, tale è la donna bella ma priva di senno. 10. Chi accaparra il grano è maledetto dal popolo, la benedizione è invocata sul capo di chi lo vende. 11. Poco con il timore di Dio è meglio di un gran tesoro con l’inquietudine. 12. Prima della rovina viene l’orgoglio e prima della caduta lo spirito altero. 13. Un amico vuol bene sempre, è nato per essere un fratello nella sventura. 1 DUOMO DUOMO 14. Chi fa la carità al povero fa un prestito al Signore che gli ripagherà la buona azione. 15. Non associarti a chi ha sempre aperte le labbra. 16. Chi disprezza la sapienza e la disciplina è infelice. 17. Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. 18. Chi ama il pericolo in esso si perderà. 19. Non aspettare a convertirti al Signore e non rimandare di giorno in giorno. 20. Non confidare in ricchezze ingiuste, perché non ti gioveranno nel giorno della sventura. 21. Sii pronto nell’ascoltare, lento nel proferire una risposta. 22. Se vedi una persona saggia, va’ presto da lei; il tuo piede logori i gradini della sua porta. 23. Ama con tutta la forza chi ti ha creato e non trascurare i suoi ministri. 24. Non evitare coloro che piangono. 25. Non indugiare a visitare un malato, perché per questo sarai amato. 26. Non lodare un uomo per la sua bellezza e non detestare un uomo per il suo aspetto. 27. Non ti vantare per le vesti che indossi. 28. Prima della fine non chiamare nessuno beato; un uomo si conosce veramente alla fine. 29. Il lutto per un morto, sette giorni; per uno stolto ed empio tutti i giorni della sua vita. 30. Una brava moglie è la gioia del marito. 31. Quando si agita un vaglio, restano i rifiuti; così quando un uomo riflette, gli appaiono i suoi difetti. 32. Tra gli insensati bada al tempo, tra i saggi fermati a lungo. 33. Il male si riverserà su chi lo fa, egli non saprà neppure da dove venga. 34. Un colpo di frusta produce lividure, ma un colpo di lingua rompe le ossa. 35. Non presentarti a mani vuote davanti al Signore. 36. In ogni offerta mostra lieto il tuo volto, consacra con gioia la decima ». Il Presepe del Duomo Il solito gruppo di superap- lastrema capanna che evidenzia l’epassionati che annualmente povertà in cui è nato il allestisce il presepe del nostro Duomo, ha lavorato per più di un mese, ogni sera, per approntare un nuovo scenario dell’ambiente natalizio. È stato occupato l’ampio spazio che delimita l’abside della vecchia parrocchiale (attuale Cappella della Concetta) e il lavoro che ne è scaturito è risultato davvero molo suggestivo. Vi si notano le colline che fanno da cerchia all’ambientazione “palestinese” con tutto un susseguirsi di strutture abitative con una distribuzione parecchio realizzata ma molto convincente. Ai piedi della struttura collinare che fa da sfondo è stata realizzato un passaggio pedonale (piccola stradina) che apre ai visitatori la visione completa della scena natalizia. In primissimo piano invece “Bambino Gesù”. Le luci, i suoni e il movimento meccanico di alcuni ambienti, sono molto apprezzati dai numerosissimi visitatori, a cominciare dai bimbi, che percorrono entusiasti la stradina interna e sono attirati dalle statuine sistemate nei vari settori. Mi sento di rivolgere un grazie di cuore a tutti gli operatori che hanno dimostrato in questa opera molto creatività e squisito senso artistico. Gli artisti sono: SERGIO e ALESSANDRO PIEROBON, SERGIO BISINELLA, REMO BRUGIOLO, VALTER SGARBOSSA, LUIGINO LINGUANOTTO, ALBERTO BERNARDI e GIULIANA SIMONETTO. G.B. B. « Gloria in cielo, p a c e i n t e r ra ! » Con affetto vostro don Remigio 2 3 DUOMO « C I T TA D E L L A V I TA » È nata nel nostro territorio una nuova Associazione di Volontariato chiamata “Cittadella Vita” ed è un Centro Aiuto alla Vita (CAV) che è un’organizzazione a livello nazionale con sedi in tutta Italia. Ciò che si propone l’Associazione è di sostenere le donne che si trovano a vivere una maternità difficile. Lo scopo è creare promesse concrete perché ogni vita iniziata possa essere accolta. L’idea di fondare “Cittadella Vita” è nata da un gruppo di amiche volontarie che a conoscenza delle problematiche del territorio hanno deciso di dedicare un po’ del loro tempo alle mamme in attesa e ai loro bambini. Un’associazione importante e indispensabile che non esisteva a Cittadella e le mamme del cittadellese si rivolgevano ai CAV dei paesi limitrofi. L’aiuto alle mamme in difficoltà si esplicherà tramite l’apertura di uno sportello presso la nostra sede di Santa Croce Bigolina in via Tre case n° 15 “Condominio Cesare Battisti” nei giorni di martedì mattino e giovedì pomeriggio in cui sarà fornito supporto umano e psicologico oltre ad un sostegno per alleggerire la situazione economica attraverso la fornitura di pannolini, corredini, carrozzine etc. Per comunicare con le volontarie del “Centro Aiuto”, nell’orario di apertura dello 4 sportello ci sarà a disposizione un numero telefonico. Di questa iniziativa verranno date altre informazioni, per le mamme che possono averne bisogno e per coloro che desiderano collaborare a sostegno di questa associazione, con locandine e pieghevoli che saranno a disposizione negli studi pediatrici, nelle scuole e nelle parrocchie ed altri ambienti pubblici. Inoltre saranno organizzate conferenze, tavole rotonde ed altro per poter far conoscere le finalità di questa Associazione e poter far sapere alle mamme in situazioni di disagio: « non siete più sole ». DUOMO Per avere supporti organizzativi e logistici nell’affrontare problematiche sociali difficili l’Associazione si è collegata con il CAV di Padova e collaborerà con Enti pubblici, privati ed altre associazioni in quanto lo scopo non è quello di sostituirsi alle strutture istituzionali già esistenti sul territorio, ma quello di collaborare ed integrare offrendo quello che è lo specifico del volontariato: la condivisione. Il nuovo centro di aiuto sarà operativo verso la fine di febbraio. Si ringraziano tutte le persone e gruppi associativi che hanno dato il loro contributo per rendere concreto questo progetto e facciamo affidamento nella loro collaborazione anche per il x futuro. MESSAGGIO DEI VESCOVI PER LA GIORNATA PER LA VITA 2009 « La forza della vita nella soffer enz a » L a vita è fatta per la serenità e la gioia. Purtroppo può accadere, e di fatto accade, che sia segnata dalla sofferenza. Ciò può avvenire per tante cause. Si può soffrire per una malattia che colpisce il corpo o l’anima; per il distacco dalle persone che si amano; per la difficoltà a vivere in pace e con gioia in relazione con gli altri e con se stessi. La sofferenza appartiene al mistero dell’uomo e resta in parte imperscrutabile: solo « per Cristo e in Cristo si illumina l’enigma del dolore e della morte » (GS 22). Se la sofferenza può essere alleviata, va senz’altro alleviata. In particolare, a chi è malato allo stadio terminale o è affetto da patologie particolarmente dolorose, vanno applicate con umanità e sapienza tutte le cure oggi possibili. Chi soffre, poi, non va mai lasciato solo. L’amicizia, la compagnia, l’affetto sincero e solidale possono fare molto per rendere più sopportabile una condizione di sofferenza. Il nostro appello si rivolge in particolare ai parenti e agli amici dei sofferenti, a quanti si dedicano al volontariato, a chi in passato è stato egli stesso sofferente e sa che cosa significhi avere accanto qualcuno che fa compagnia, incoraggia e dà fiducia. A soffrire, oggi, sono spesso molti anziani, dei quali i parenti più prossimi, per motivi di lavoro e di distanza o perché non possono assumere l’onere di un’assistenza continua, non sono in grado di prendersi adeguatamente cura. Accanto a loro, con competenza e dedizione, vi sono spesso persone giunte dall’estero. In molti casi il loro impegno è encomiabile e va oltre il semplice dovere professionale: a loro e a tutti quanti si spendono in questo servizio, vanno la nostra stima e il nostro apprezzamento. Talune donne, spesso provate da un’esistenza infelice, vedono in una gravidanza inattesa esiti di insopportabile sofferenza. Quando la risposta è l’aborto, viene generata ulteriore sofferenza, che non solo distrugge la creatura che custodiscono in seno, ma provoca anche in loro un trauma, destinato a lasciare una ferita perenne. In realtà, al dolore non si risponde con altro dolore: anche in questo caso esistono soluzioni positive e aperte alla vita, come dimostra la lunga, generosa e lodevole esperienza promossa dall’associazionismo cattolico. C’è, poi, chi vorrebbe rispondere a stati permanenti di sofferenza, reali o asseriti, reclamando forme più o meno esplicite di eutanasia. Vogliamo ribadire con serenità, ma anche con chiarezza, che si tratta di risposte false: la vita umana è un bene inviolabile e indisponibile, e non può mai essere legittimato e favorito l’abbandono delle cure, come pure ovviamente l’accanimento terapeutico, quando vengono meno ragionevoli prospettive di guarigione. La strada da percorrere è quella della ricerca, che ci spinge a moltiplicare gli sforzi per combattere e vincere le patologie – anche le più difficili – e a non abbandonare mai la speranza. La via della sofferenza si fa meno impervia se diventiamo consa- pevoli che è Cristo, il solo giusto, a portare la sofferenza con noi. È un cammino impegnativo, che si fa praticabile se è sorretto e illuminato dalla fede: ciascuno di noi, quando è nella prova, può dire con San Paolo « sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne » (Col 1,24). Quando il peso della vita ci appare intollerabile, viene in nostro soccorso la virtù della fortezza. È la virtù di chi non si abbandona allo sconforto: confida negli amici; dà alla propria vita un obiettivo e lo persegue con tenacia. È sorretta e consolidata da Gesù Cristo, sofferente sulla croce, a tu per tu con il mistero del dolore e della morte. Il suo trionfo il terzo giorno, nella risurrezione, ci dimostra che nessuna sofferenza, per quanto grave, può prevalere sulla forza dell’amore e della vita. x 5 PATRONATO PIO X Scout Cittadella 2 Uscita di Alta Squadriglia imparando così a leggere la «Gli Scout possono rendersi tro ad un telo e qui presentarsi cartina. veramente utili quando nevicome fosse un dj radiofonico. ca. . . esercitandosi a trovare la strada per mezzo di tracce o segnali lasciati sulla neve o, quando c’è nebbia, possono prestarsi a far da guida » (B.P. ). È cominciata così la giornata di sabato 27 Dicembre a Campo Croce. Un po’ di foschia, tanta neve. Ognuno con la cartina dei sentieri in mano, lo zaino in spalla, i grandi dei Reparti S. Giorgio e Bronwsea, i ragazzi dell’Alta Squadriglia si sono avviati per il sentiero innevato. Guardando i punti di riferimento sulla cartina, i segnali dei sentieri e l’andamento del terreno, tutti si sono resi conto delle caratteristiche del luogo 6 Dopo circa un’ora e mezza di sentiero siamo giunti a destinazione: la malga degli Alpini di Cittadella sul monte Oro. Qui siamo stati accolti dal confortevole tepore del camino. Dopo mangiato ci siamo cimentati nella costruzione di una truna, un tipico rifugio adatto a pernottare nella neve. La giornata è poi continuata tra giochi vari fino a un momento molto particolare: ad ognuno era stata chiesta la canzone preferita, che poi durante la serata è stata fatta ascoltare a tutti. Durante l’ascolto della canzone, chi l’aveva scelta doveva mettersi die- In poche parole ognuno è riuscito a dare un’idea di sé, dei propri dubbi e dei propri sogni senza filtri e senza la paura di essere giudicato. La mattinata successiva è stata dedicata alla sistemazione e alla pulizia della, poi dopo pranzo di nuovo zaini in spalla e il ritorno a Campo Croce dove le macchine ci aspettavano per il ritorno a casa. Due giorni veramente intenso ed importanti per creare un gruppo, quello dell’Alta Squadriglia, che diventerà sempre più trainante per il resto dei reparti. Buona Caccia. Iena PATRONATO PIO X T h i n k i n g D a y 20 0 9 forti che B.P. ha trasferito Il 22 febbraio è una data che così in parole e azioni e che col moad ognuno può ricordare o meno un evento, una persona, un momento della propria vita. . . per noi Scout è un giorno molto particolare: è infatti il “compleanno” del nostro fondatore Baden Powell e di sua moglie Olave, ricorrenza che ha preso il nome di Thinking Day, in italiano tradotto con Giornata del Pensiero. È una giornata in cui ci si ferma a pensare ancor di più al mondo che ci circonda e ai suoi problemi, nel tentativo di « lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato ». Ogni anno quindi i vari gruppi pensano a delle modalità più o meno giocose di riflessione per affrontare una tematica particolare (l’anno scorso quella dello spreco dell’acqua), per trasmettere ancor di più ai nostri ragazzi, alle loro famiglie e pure a noi stessi, quei valori vimento dello scautismo ha cercato di diffondere in tutto il mondo. Del resto la parola “scout” in italiano trova traduzione come “esploratore, cercatore”, colui che è in continuo cammino ma attento a ciò che lo circonda, disposto a “sporcarsi le mani” e a rendersi utile. In questo Thinking Day 2009 si è pensato di fare un’attività collettiva per i vari gruppi del cittadellese e vicini. Ecco perché al ritrovo nel parco di Galliera Veneta ci saranno ragazzi con fazzolettoni di vari colori al collo. . . Cittadella 2, Cittadella 3, Cittadella 4 e Galliera-Tombolo. La tematica di quest’anno è ben sentita ed ecco il perché di un’attività voluta con molti ragazzi e capi: “un albero tira l’altro” è un’iniziativa lanciata agli scout del padovano e alla loro famiglie in cui si chie- de di adottare un piccolo carpino bianco con l’intento di rendere un po’ più verde questa Terra che sta diventando sempre più buia a causa dello smog e dell’inquinamento. Se ogni famiglia a cui è stata lanciata questa sfida si prendesse in custodia un albero sarebbe un risultato a dir poco meraviglioso: nel padovano ci sono 5000 scout censiti, immaginate l’impatto che ciò avrebbe. E proprio per dare il migliore degli esempi, ecco che nell’attività di sabato 21 febbraio ogni gruppo pianterà un albero che lo rappresenti, nel parco che è stato dedicato proprio a Baden Powell. Intanto attendiamo di vivere quest’esperienza collettiva, con la speranza che questa iniziativa trovi terreno fertile nella nostra collettività. Anna Ziero « La Guida e lo Scout amano e rispettano la natura ». 7 PATRONATO PIO X Campo invernale IIIa media « Ci piacciamo così! » C orporeità: questo il tema chi, bocca, orecchie ci servono del campo invernale dei 14enper accarezzare, colpire, correni di quest'anno. Un argomento che li tocca da vicino e li coinvolge, visto il periodo di cambiamenti che questi ragazzi stanno vivendo. Sono stati tre giorni intensi, ricchi di esperienze e relazioni. È stato bello vedere i nostri ragazzi alla riscoperta del proprio corpo, per capire quante funzioni possa avere ogni sua singola parte: mani, piedi, oc- 8 re, accogliere. . . ma soprattutto per COMUNICARE, è questo che hanno scoperto i ragazzi. È stato poi divertente trasformare il rifugio Coston in una beauty farm, con tanto di chirurgo, personal trainer e estetiste: in questa occasione i ragazzi hanno dato sfogo alla loro creatività e alle loro esigenze. Il vero stupore, però, è stato suscitato dall'accorgersi che tutte quelle “maschere” erano inutili: il nostro corpo è un dono di Dio e Lui ci ama così come siamo, per questo non dobbiamo mai vergognarci di essere noi stessi! Una bella scoperta, che i ragazzi hanno fatto grazie alla loro voglia di mettersi in gioco e di partecipare, formando un gruppo unito e collaborativo, che speriamo si consolidi e continui a crescere durante quest'anno di A.C.R. Il più grande GRAZIE va a loro, e a tutte le persone che hanno permesso che il campo invernale si rivelasse un vero x successo! PATRONATO PIO X Campo invernale Ia superiore « Io. . . secondo me, secondo gli altri » mancare le palle di neve, i pula voglia di continuare con lo V enerdì 2 gennaio al Coston pazzi (fatti o distrutti. . . ), le distesso clima del campo anche passaggio di testimone dai giovani che hanno festeggiato insieme l’ultimo dell’anno ai ragazzi del ’94 arrivati per il campo. Lo ammettiamo alla partenza le aspettative erano quanto meno incerte e i dubbi tanti, ma già dal primo momento insieme abbiamo capito che le cose sarebbero andate meglio del previsto. In questi due giorni abbiamo camminato insieme alla ricerca di qualche informazione in più su noi stessi e su chi ci sta attorno, abbiamo provato a compilare una Carta d’Identità che raccontasse qualcosa di noi e ci siamo anche improvvisati ritrattisti per cercare di capire come ci vediamo e come gli altri ci vedono. E ci siamo scoperti tutti diversi, ma al tempo stesso tutti simili nell’essere fatti ad immagine e somiglianza di Dio. Ma sarebbero state solo belle parole se non avessimo veramente vissuto e condiviso dei bei momenti tutti insieme: le chiacchiere e i giochi nei momenti di pausa, i pranzi e le cene in compagnia ( . . .che strazio lavare i piatti!!!); perché in fondo la cosa più importante è stare bene con chi ti è vicino, divertirsi in gruppo, fare qualche passo in più insieme. E il clima che si è respirato è stato proprio quello di chi ha voglia di camminare insieme, di mettersi in gioco, di scoprire, di scoprirsi. E non sarebbe stato un vero campo scuola invernale senza la. . . neve! Allora non potevano scese con gommone, sacchi, slittino, padella nelle più improbabili combinazioni! La neve però abbiamo dovuto lasciarla al Coston, ma speriamo di esserci portati casa una bella esperienza in più che ci dia nel gruppo del venerdì sera. Allora ci auguriamo di passare un bell’anno tutti insieme, anche aspettando il campo estivo (che è già in cantiere!!!) x Campo invernale IIa superiore «APPASSIONARSI DELL’ALTRO» prattutto la celebrazione della A nche quest'anno i giovanislavanda dei piedi, ci hanno fatsimi sono stati accolti dalla splendida cornice innevata del rifugio Coston, per passare alcuni giorni diversi dalla routine quotidiana. I ragazzi sono stati entusiasti dell'esperienza, che ha offerto molti momenti di divertimento tra la neve, ma anche tante occasioni di riflessione e preghiera. Tema del campo è stato il “prendersi a cuore”, che, sviluppato a partire dalle parole e dall’esempio di don Milani, ha condotto animatori e ragazzi verso un'esperienza di condivisione nel raccontare il proprio vissuto, capendo che « l'amore si può donare solo se lo si è ricevuto ». Compagni fondamentali del campo sono stati anche i genitori dei ragazzi, che, collaborando con gli educatori per preparare l'attività centrale del campo, sono stati un esempio eccellente di cosa significhi “prendersi cura di qualcuno” con amore, anche nei piccoli gesti quotidiani. I momenti di preghiera, so- to poi capire che amore e cura possono essere ricondotti ad un'unica fonte: Gesù, che per primo si è fatto servo per amore delle sue creature, donando Se stesso sempre con gioia ed x umiltà. 9 PATRONATO PIO X Campo invernale III-IV-Va superiore « Alla scoperta del bene comune » le concreto di vita quotidiana quella carica necessaria per P artenza: 28 Dicembre - ore basata sugli insegnamenti del farci dire: « Sì, anche noi ce la 8.30 in piazzale Villarina. Tutti pronti con i bagagli carichi di entusiasmo ed energia per poter vivere a pieno un’esperienza incredibile! Durante il viaggio verso il rifugio Coston si respirava già aria di neve e di amicizia, eravamo tutti immersi in un continuo contagio di fremiti e scalpitii per quello che ci stava aspettando. È stato un campo di tre giorni, un’avventura breve ma appassionante durante la quale l’intento è stato quello di suscitare nei nostri cuori la passione per i fratelli, l’I CARE cristiano che ci faccia uscire da noi stessi per portarci a vivere uno “slancio generoso” verso l’altro. Non è stata una proposta orientata al tempo del campo, ma la presentazione di uno sti- 10 Vangelo. . . una ginnastica del cuore! Un tema “alto”, un sogno, forse. . . ma perché non lanciarlo?! In un campo ogni minuto può essere significativo perché vivi tutto a stretto contatto, diventi un’unica famiglia ma ci sono stati dei momenti forti che ognuno di noi ha vissuto con maggiore partecipazione. Nel pomeriggio del primo giorno abbiamo avuto il piacere di conoscere Marzia, un’importante manager che, dopo anni di vita dissoluta, ha scoperto il piacere di donarsi gratuitamente agli altri. La sua testimonianza, di una donna così decisa e determinata ma allo stesso tempo così dolce e materna ci ha pervaso l’anima, dandoci possiamo fare ». Un’altra esperienza che ci ha segnato è stata la celebrazione dell’ultima sera divisa in tre azioni: – accogliere, quale gesto più significativo di un abbraccio; – “bruciare” il male-dire nei confronti degli altri; – invocare lo Spirito Santo affinché con la sua luce illumini, dia forza e coraggio per seguire la strada del Signore. Perché questo intenso momento possa continuare nella vita di tutti i giorni occorre crederci, lasciarsi trasportare dall’amore, iniziando dalla famiglia e da chi ci è più vicino. Il nostro campo è terminato ma il nostro cammino prosegue x con una forza nuova. . . PATRONATO PIO X Tempo propizio. . . in attesa del nuovo Patronato Sarà perché stiamo aspet- Propizio nelle varie iniziatitando con trepidazione la realizzazione del nuovo Patronato ma stiamo veramente respirando ogni giorno di più aria di nuovo (anche se questo “tempaccio” non ci aiuta certo a credere che i tempi previsti per la consegna della nuova struttura saranno rispettati), ma certamente stiamo vivendo in parrocchia un momento davvero magico e assai “propizio”. ve parrocchiali sempre più numerose ed apprezzate. Propizio perché in molti/e si rendono disponibili a dare una mano in tutti gli ambiti parrocchiali; a tal proposito rinnoviamo un fraterno invito a tutte quelle persone “di buona volontà” che in qualsiasi modo desiderano collaborare alle necessità indispensabili per il buon funzionamento del nostro Patronato e per il bene comune. Propizio perché, nonostante la momentanea “ristrettezza degli spazi”, ci ha permesso di essenzializzare e ben sfruttare tempi e luoghi, con sinceri momenti di fraternità e di condivisione, riuscendo a realizzare belle e numerose iniziative. Propizio perché ci permette di “mettere a punto” e “oliare” tutti gli “ingranaggi” organizzativi e gestionali che ci metteranno nelle condizioni di iniziare sin da subito con il piede giusto questa nuova avventura con l’apertura del nuovo Patronato. S.B. 11 ASSOCIAZIONI ASSOCIAZIONI CRISTINA: « Ho scelto Lui, gli ho detto di sì. . . » « Sono appena tornata dal Rwanda. . . » Ora è a Pechino, in una casa-famiglia della Comunità Papa Giovanni « La riconoscenza di questa gente laboriosa è grande! » Cristina Tonelotto Lucia Bressan COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIIII È stata una bellissima lotta, durata 4 anni, fatta di fatiche e sorprese, nella quale riconoscevo che il Signore mi aveva molto coccolata, ma che mi proponeva anche di sceglierLo come principale tesoro e senso della mia vita. Voleva dire abbandonarmi al mistero, in tutti i sensi, mistero nella relazione, mistero nella quotidianità, mistero nel futuro. . . tanti i dubbi e le paure, ma Lui con la sua Parola insisteva e mi mostrava che in Lui c’è la gioia vera e che Lui è fedele per sempre. . . con il suo amore riempiva il mio cuore di quella tenerezza che solo Lui sa dare e mi trasformava con la sua grazia facendomi sempre più desiderare di stare con Lui. Così ho scelto Lui, gli ho detto di sì. . . e il giorno 8 dicembre ho emesso voto triennale di verginità, povertà e obbedienza secondo la vocazione della Comunità Papa Giovanni XXIII di cui faccio parte. Accompagnata da parenti, amici e fratelli di comunità ho consacrato al Signore la mia vita, l’ho messa nelle Sue mani perché Lui possa fare quelle meraviglie che solo il suo Amore sa creare. Conquistata da Lui ho capito quelle parole che Don Oreste sempre ripeteva: le cose belle prima si fanno e poi si pensano! Sento che questo è quello che ho vissuto e sto vivendo adesso a poche ore dalla partenza. Sento infatti che il Signore mi chiama ad annunciare questo Suo Amore a quanti ancora non lo conoscono e, nella mia disponibilità per la missione la Comunità mi ha chiesto di partire per la Cina, dove a Pechino, già da alcuni anni c’è la presenza di una casa famiglia. Paese nuovo, cultura nuova. . 12 parto nella fiducia che se Lui mi chiama là, sarà al mio fianco. . . nuove esperienze e sfide, ma doni che mi faranno crescere nella mia relazione con Lui, fonte e pienezza della mia vita, e nel mio donarmi nell’amore. In questo momento una profonda gratitudine nasce dal mio cuore, se son qui è perché tutto e tutti nel mio cammino hanno contribuito a questo, vi chiedo di accompagnarmi nella preghiera perché possa essere fedele alla chiamata ricevuta. A presto. . . 8 dicembre ‘08: Cristina Tonelotto emette i voti di castità, povertà, obbedienza. Ai primi di gennaio è partita per la missione. C ari amici di Cittadella, voi mi conoscete per le testimonianze che ho portato il 14 novembre al Pozzetto nel corso della serata sul Congo e il 23 dicembre durante il Concerto di Natale in Duomo. Sono rientrata da qualche giorno, dopo una breve ma intensa permanenza in Rwanda, piccolo stato dell’Africa centrale con circa 8 milioni di abitanti. In Rwanda – precisamente a Ruhengeri – ho incontrato, parlato e visitato molte persone in tutti gli ambiti sociali. In particolare ho operato all’interno del Progetto sanitario per il recupero dei malati abbandonati sieropositivi, che coinvolge molte persone e si svolge su ampio raggio: dal recupero del malato quasi terminale all’intervento a favore dei bambini orfani e abbandonati che trovano il calore di una famiglia nel centro d’accoglienza, alla formazione di 120 animatori socio-sanitari che arrivano a coinvolgere migliaia di persone nei numerosi villaggi. Ed ancora, alla costruzione di piccole case per coloro che vivono con la plastica, e al recupero delle ragazze abbandonate sulla strada. In merito al Progetto: “Laboratorio per la fabbricazione delle scarpe”, volto a dare autonomia e dignità a una decina famiglie, tutto sta procedendo per il meglio e l’iniziativa consente tra l’altro a diversi bambini di frequentare la Scuola e di alimentarsi sufficientemente evitando la malnutrizione. Solo nel periodo natalizio il laboratorio ha confezionato 20 paia di scarpe e 8 paia di sandali, partendo dal recupero delle vecchie borse. Ciò ha permesso di ricavare e 84,00 netti. Sembra una cifra irrisoria per noi, ma per loro è molto! La riconoscenza di questa gente laboriosa Una proposta diversa nei confronti dei benefattori di Una Proposta diversa che non conoscono è grande e sono stata incaricata di esprimervelo con grande calore. Un ultimo rilievo di grande importanza: grazie alla Caritas diocesana locale, nostra interlocutrice sul posto, tutte le attività messe in atto sono seguite e affiancate dai membri della Caritas stessi. 14 novembre ’08: Lucia Bressan (a destra) durante la serata sul Congo tenutasi al Pozzetto, al suo fianco Don Albino Bizzotto. Un paio di sandali realizzati nel laboratorio a Ruhengeri in Rwanda. 13 LETTURE DOMENICALI LETTURE DOMENICALI Domenica 1 febbraio Domenica 8 febbraio (4a Domenica del Tempo Ordinario - Ciclo B) Dal libro del Deuteronomio (Dt 18,15-20) Mosè parlò al popolo dicendo: « Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto. Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: “Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia”. Il Signore mi rispose: “Quello che hanno detto, va bene. Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire” ». Salmo 94 Ascoltate oggi la voce del Signore. Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo la roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia. Entrate: prostràti, adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti. È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce. Se ascoltaste oggi la sua voce! « Non indurite il cuore come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere ». 14 Dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi (1Cor 7,32-35) Fratelli, io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni. Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,21-28) In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: « Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio! ». E Gesù gli ordinò severamente: « Taci! Esci da lui! ». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: « Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono! ». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. (5a Domenica del Tempo Ordinario - Ciclo B) G Dal libro di Giobbe (Gb 7,1-4.6-7) iobbe parlò e disse: « L’uomo non compie forse un duro servizio sulla terra e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario? Come lo schiavo sospira l’ombra e come il mercenario aspetta il suo salario, così a me sono toccati mesi d’illusione e notti di affanno mi sono state assegnate. Se mi corico dico: “Quando mi alzerò?”. La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all’alba. I miei giorni scorrono più veloci d’una spola, svaniscono senza un filo di speranza. Ricòrdati che un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene ». Salmo 146 Risanaci, Signore, Dio della vita. È bello cantare inni al nostro Dio, è dolce innalzare la lode. Il Signore ricostruisce Gerusalemme, raduna i dispersi d’Israele. Risana i cuori affranti e fascia le loro ferite. Egli conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome. Grande è il Signore nostro, grande nella sua potenza; la sua sapienza non si può calcolare. Il Signore sostiene i poveri, ma abbassa fino a terra i malvagi. ziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo. Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io. Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,29-39) In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: « Tutti ti cercano! ». Dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi (1Cor 9,16-19.22-23) Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia ini15 LETTURE DOMENICALI Domenica 15 febbraio (6a Domenica del Tempo Ordinario - Ciclo B) I Dal libro del Levitico (Lv 13,1-2.45-46) l Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse: « Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli. Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro! Impuro!”. Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento ». Salmo 31 Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia. Beato l’uomo a cui è tolta la colpa e coperto il peccato. Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto e nel cui spirito non è inganno. Ti ho fatto conoscere il mio peccato, non ho coperto la mia colpa. Ho detto: « Confesserò al Signore le mie [iniquità » e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti! Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! Dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi (1Cor 10,31-11,1) Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza. 16 Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo. Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,40-45) In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: « Se vuoi, puoi purificarmi! ». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: « Lo voglio, sii purificato! ». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: « Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro ». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. LETTURE DOMENICALI Domenica 22 febbraio (7a Domenica del Tempo Ordinario - Ciclo B) Dal libro del profeta Isaia (Is 4,18-19.21-22.24-25) Così dice il Signore: « Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi. Invece tu non mi hai invocato, o Giacobbe; anzi ti sei stancato di me, o Israele. Tu mi hai dato molestia con i peccati, mi hai stancato con le tue iniquità. Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso, e non ricordo più i tuoi peccati ». Salmo 40 Rinnovaci, Signore, col tuo perdono. Beato l’uomo che ha cura del debole: nel giorno della sventura il Signore lo libera. Il Signore veglierà su di lui, lo farà vivere beato sulla terra, non lo abbandonerà in preda ai nemici. Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore; tu lo assisti quando giace ammalato. Io ho detto: « Pietà di me, Signore, guariscimi: contro di te ho peccato ». Per la mia integrità tu mi sostieni e mi fai stare alla tua presenza per sempre. Sia benedetto il Signore, Dio d’Israele, da sempre e per sempre. Amen, amen. Dalla seconda lettera di san Paolo ai Corinzi (2Cor 1,18-22) Fratelli, Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è "sì" e "no". Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu "sì" e "no", ma in lui vi fu il "sì". Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono "sì". Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro "Amen" per la sua gloria. È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori. Dal vangelo secondo Marco (Mc 2,1-12) Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: « Figlio, ti sono perdonati i peccati ». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: « Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo? ». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: « Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua ». Quello si alzò e subito prese la sua barella e sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: « Non abbiamo mai visto nulla di simile! ». 17 ARTE E STORIA L’inverno nel passat o Così lo descrive il Poeta: « E dove i bovi con il loro calore l’inverno vien tremando vien tremando alla tua porta, sai tu dirmi che ti porta? / Un fastel d’aridi ciocchi, un fringuello indirizzito e poi neve, neve a fiocchi e i ghiaccioli grossi un dito ». Quand’ero piccolo le stagioni si alternavano regolarmente: si passava dai tre mesi invernali con freddo intenso ad altri tre di caldo soffocante, separati da due periodi in cui si godeva una temperatura ideale: la primavera e l’autunno. Qui parlo dell’inverno che a quei tempi significava sofferenze e malanni per la povera gente. Le abitazioni rurali erano fatiscenti; avevano stanze con soffitti a travi ed assi sconnesse, pavimenti in terra battuta, porte rabbercate alla meglio, ma lì si doveva vivere. L’unico ambiente riscaldato era la stalla 18 corporeo e l’umido fiato rendevano accettabile il luogo e la famiglia lì si riuniva, di sera, per il “filò” e nelle giornate di neve, pioggia e vento per ripararsi e stare al calduccio. Quando nevicava, e questo accadeva spesso, la precipitazione era abbondante e la coltre nevosa talvolta raggiungeva o anche superava i 30-40 cm, perciò era faticoso aprirsi un passaggio sulle strade per andare a scuola. In quel tempo i bimbi calzavano le “galosce” che ben presto si riempivano di neve, le calze si bagnavano e i piedi gelavano. Con la mente rivedo il bianco candore della campagna che riflettendo i raggi solari abbagliava la vista di chi, passata la bufera, transitava per quelle zone. Ricordo pure le gesta degli animali selvatici e le impronte degli uccelli im- presse in quelle bianche radure. Dai tetti scendevano i ghiaccioli che talora misuravano un metro di lunghezza e avevano lo spessore di alcuni centimetri. Sulle distese prative si formavano lastre di ghiaccio e tutti i ragazzi del luogo vi andavano a scivolare con le “sgalmare” broccate. Talvolta qualche spericolato cadeva a terra sbattendo la testa, ma prontamente si rialzava dimostrando coraggio e spavalderia. Pur essendo una stagione grama per l’infierire del freddo i ragazzi erano felici di cimentarsi sul ghiaccio. Nel pomeriggio, dopo l’impegno scolastico, posavano sulla coltre bianca le trappole per pigliare qualche uccellino affamato. La luce del giorno era breve, ma tutti riuscivano a divertirsi e a stare insieme per costruire presepi, magari all’aperto, e raccogliere fastelli di rami secchi per far la “pira” (piroea-poroea) nel giorno dell’Epifania in modo da scacciare i malanni della lunga invernata. In quel tempo i bimbi erano spesso linfatici e venivano colpiti dai geloni (buanse) alle dita delle mani, ai piedi e alle orecchie. Durante l’invernata il contadino aveva sempre qualcosa da fare: se non poteva andare nei campi restava nella stalla a riparare gli attrezzi di lavoro, impagliare qualche sedia rovinata e costruire con i giunchi dei cesti utili per la casa. M. B. ARTE E STORIA Tempo di scherzi e di baldoria « Semel in anno licet insanidai gruppi mascherati, l’assorri mascherati da far sfilare per re » questo il detto latino riferidante suono proveniente dalle le vie di Cento e di Viareggio. to soprattutto al periodo festaiolo che si vive durante il Carnevale. Già nei secoli passati si è vissuto questo tempo di mangiate e generose bevute, memori di quanto avveniva in Roma per celebrare il dio Bacco, durante le feste in suo onore, il popolo sfrenato si dava a orge e ad intemperanze di ogni genere prima di partire, a marzo, per le conquiste territoriali nelle terre dell’Est (Illiria, Pannonia e altre zone lontane). Anche da noi quel periodo rappresenta giornate di baldoria, mangiate e scherzi. Il termine Carnevale vuol proprio dire “abbuffarsi”, poi partirà la Quaresima con digiuni, sacrifici, preghiere in preparazione alla festa più grande della Cristianità: la Pasqua. La gente organizza sfilate mascherate e scherzi vari per tenersi in allegria con i vari amici. Prima dell’ultima guerra compagnie festaiole, abbastanza camuffate, passavano di casa in casa, nelle zone rurali, a recitare qualche scenetta comica e a carpire la benevolenza dei proprietari che offrivano loro un bicchiere di vino, dei crostoli e qualche moneta sonante. Tutto serviva per far festa insieme e mettere dietro le spalle le difficoltà del viver quotidiano. Sono note le sfilate mascherate nelle località rese celebri per i festeggiamenti che lì si svolgono ogni anno e che richiamano molti turisti dall’Italia e dall’Estero. Durante l’intera annata i laboratori artigiani preparano in gran segreto i car- Più che altro si tratta di allestimenti simbolici riferiti a personaggi politici non troppo graditi o a fatti capitati durante l’anno che hanno colpito l‘interesse pubblico. Certi carri sono molto elaborati e perciò li definirei artistici e meritevoli di premio. Il Carnevale di Venezia fa sfoggio delle ricche vestimenta nobiliari del ‘700 e con quello sfarzo si fa un richiamo alla grandezza storica della Serenissima, ma soprattutto un invito ai numerosissimi ospiti e alla loro curiosità. A Bassano del Grappa i gruppi mascherati presenti nell’ultima domenica di Carnevale erano molto invitanti e ricordo che nel passato alcune persone s’indebitavano per acquistare o noleggiare i costumi da indossare durante i veglioni notturni o per partecipare alle sfilate lungo le vie cittadine. L’usanza di far festa è presente in tutti i paesi veneti siano essi grandi o piccoli. A Cittadella si festeggia l’ultimo giorno del periodo: il martedì grasso con la grande sfilata dei carri mascherati che, verso le ore 15, parte dal Piazzale della Stazione, percorre il Viale, entra in Borgo Padova, poi svolta verso la Riva dell’Ospedale ed entra da Porta Treviso, tra una folla immensa di persone che commentano il curioso spettacolo. Si calcola che la presenza popolare si aggiri sulle 5000 persone. Ovunque si trovano banchetti ripieni di coriandoli, stelle filanti, palloncini colorati e tanta varietà di dolciumi. Si ode il baccano fatto bancarelle e il continuo cicaleccio della gente che osserva e commenta la bellezza dei carri. Sul far della sera avviene la premiazione delle maschere e gruppi più significativi. Quando arriva il buio si brucia la cosiddetta “Vecia” quasi a scongiurare i fastidiosi malanni dell’invernata. Percorrendo le carreggiate che portano fuori dalle mura si sente un buon profumo; infatti le donne di casa preparano i dolciumi carnevaleschi. Impastano la farina con lievito, uova, grappa, poi col mattarello distendono la sfoglia e alla fine tranciano i cosiddetti “galani” da mettere a cuocere in una padella piena d’olio bollente. Verso sera tutta la famiglia consuma la crostolada accompagnata da buon vino. A mezzanotte, nel passato, veniva suonata la campana grande per indicare la fine dei bagordi e l’inizio del tempo penitenziale della Quaresima. M. B. 19 PARROCCHIA TR ASG R EDISCO , DU NQU E SONO L’assenza di qualcosa da conquistare, per cui battersi e impegnarsi, la perdita di interesse, che è il sentirsi dentro le cose, l’avvertirsi estranei a tutto e senza prospettive sono gli indizi più evidenti di questo comportamento: la vita non è intesa come un progetto sotteso da una storia, che ha una sua coerenza lungo l’asse del tempo ma piuttosto come una concessione veloce di istanti, in cui sfuggono le cose veramente importanti. Le apprensioni degli adulti circoscrivono la proposta delle esperienze da far vivere ai più giovani. Nell’ansia di rendere tutto più facile si sono rimosse tutte quelle situazioni che provocano sofferenza e disagio. Si dà tutto e non si lascia conquistare nulla; si danno cose e non tempo, si chiudono prospettive e non si aprono orizzonti. Il rapporto con la realtà diventa sempre più virtuale e il rischio e la ricerca sono calcolati, entrano nel gioco della finzione. Il sapere diventa sempre meno risultato dell’esperienza. Non avere attrezzato le giovani generazioni ad affrontare la società complessa, le ha rese psicologicamente fragili, incapaci di un forte sentire. In realtà l’esperienza della perdita, della sofferenza, della rinuncia, dell’attesa, del conflitto, in definitiva del limite, aiuta a selezionare la sovrabbondanza di valori ciò che ha senso e dargli peso; solo ciò che ha veramente importanza smuove dalle secche di una vita paludosa. Far cogliere le cose veramente importanti per smuovere dall’apatia diventa allora il primo impegno dell’educare oggi. Proporre esperienze autentiche di vita e incalzare con domande di senso può essere una strategia vincente. La trasgressione, come mancato rispetto di una norma, costituisce apparentemente un passo avanti rispetto all’apatia, in quanto esprime un moto dell’anima a qualcosa che non si condivide, a un limite imposto. Questo atteggiamento presuppone un pensiero, una convinzione su cui il soggetto scommette e per cui si batte, una coscienza morale, per quanto sbiadita, che percepisca cosa è bene e cosa è male. Non sempre la trasgressione è espressione di una contrapposizione. Se si prova, infatti a chiedere ragione di certi comportamenti “trasgressivi“, la risposta che spesso si riceve dai ragazzi è una non risposta o al massimo una lapidaria: « perché mi va », « che male c’è? » o « perché mi piace così ». Che poi il piacere sia indotto o omologazione alle mode dominanti è una sottigliezza faticosa da far cogliere. La trasgressione si prefigura come l’altra faccia di una stessa medaglia: una società che sovrabbonda di merci e di valori, che sembra prospettare ampia libertà ma che, ci rende elementi di serie: la ribellione è così apparente. Anche la trasgressione, non si nutre di un pensiero forte, che orienti un percorso di vita, ma sembra essere piuttosto una forma di linguaggio utile a comunicare, non tanto la contrapposizione, quanto la propria 20 DEL POZZETTO presenza, l’affermazione di sé, del proprio mondo, a porre domande su cui gli adulti frettolosamente e superficialmente glissano. Perciò spesso le forme di trasgressione diventano eclatanti: tanto più risuonano tanto più alta è la richiesta di attenzione. La necessità di essere ascoltati e “guardati“, di essere considerati interlocutori degni di fiducia trova provocatoriamente espressione in forme di separatezza, nella rottura di forme tradizionali di comunicazione con gli adulti e nel riconoscersi in riti che sembrano dare l’illusione del pieno affrancamento delle “paranoie dei grandi“, della piena disponibilità a godere della vita e ad introdursi a pieno titolo in essa. A rafforzare ciò concorre il consumismo che toglie il limite al desiderio, apre a tutto, fa sentire onnipotenti, soprattutto i più esposti psicologicamente, perché privi di strumenti critici. Non è allora difficile che, in società in cui mancano i riti di iniziazione alla società adulta, le prove di coraggio diventino prove al limite della legalità e dell’autodistruzione. Quale itinerario educativo è possibile ipotizzare per ricondurre fenomeni, quali l’apatia e la trasgressione, ad un protagonismo positivo delle giovani generazioni? È una domanda che mi pongo e che vi pongo. . . Accetto il confronto e dei suggerimenti. Don Gilberto Prima Comunione - 8 dicembre 2008 18 bambini hanno vissuto la Messa di Prima Comunione. Grazie alle catechiste che li hanno accompagnati nella loro preparazione. 21 PARROCCHIA B Ba at tt te es si im mi i DEL POZZETTO F FL LA AS SH H D DII N NA AT TA AL LE E A sinistra: BIZZOTTO ANGELA, di Umberto e Alexandrina SARTORE GAIA, di Sergio e Elena BIZZOTTO DAVIDE, di Nicola e Mariangela Sotto, da sinistra: PALLONE EMANUELE, di Roberto e Rita KIMANI SELENE, di David e Barbara TESSAROLO CHIARA, di Aldo e Patrizia SCAPIN LEONARDO, di Roberto e Rita TONELLOTTO GIULIO, di Luca e Manuela 22 23 PARROCCHIA P C OM E ROSA BLU U NA FAVOL A ... MODER NA ! « rima mi amavate, mi chiamavate con affetto “il nostro meraviglioso pugnetto di carne” ed ora che i medici vi hanno informato che nascerò con un’anomalia io sono improvvisamente diventato “quel pugnetto di carne che ci sta creando tanti problemi”. Spiegatemi perché non capisco una cosa: io che colpa ne ho? Ho forse chiesto io di avere un problema? Credete che per me sia facile accettare di nascere diverso da tutti gli altri? Pensate mai che io vi sento e vi capisco mentre parlate? Ero così felice quando sono entrato a far parte della vostra famiglia: mi sentivo amato e coccolato. Ti ricordi mamma quante volte ti accarezzavi la pancia sussurrando che ero il tuo tesoro? Non lo sono più ora? E tu papà ti ricordi di quando tornavi a casa dal lavoro e venivi subito a salutarmi appoggiando la tua guancia sul ventre della mamma dicendomi di crescere presto perché volevi giocare a pallone con me? Non vuoi più giocare a pallone ora? Avete pregato i medici di farmi morire, li avete supplicati di uccidermi, ma quando vi hanno informato che al sesto mese la gravidanza non si poteva più interrompere vi siete alterati, avete imprecato, avete urlato che avrebbero dovuto provare loro a gestire uno come me. Uno come me, capite? A quel punto non ero più nemmeno degno di essere chiamato “quel pugnetto di carne” ora ero diventato “uno come me”. Cari genitori io, ripeto io, sono un essere umano che è stato voluto e concepito da voi. Mi sono installato nella casetta temporanea che avete preparato per me gioiosamente, ascoltavo i rumori ovattati che filtravano attraverso il ventre della mamma, guardavo le luci con interesse, ascoltavo i suoni emessi dal televisore e la musica, soprattutto la ninna nanna che mi cantava la nonna. Ricordi nonna quando me la cantavi, ogni volta era diversa, era solo per me ed ora non canti più, la tua non è più una voce melodiosa ma è una voce cattiva che continua a ripetere: dovete sopprimerlo tanto non è ancora un essere umano, qualsiasi cosa dicano i medici non è un omicidio. Siete andati dal prete e gli avete chiesto un consiglio e quando lui vi ha detto di accettare la volontà di Dio ve ne siete andati sbattendo la porta: sono certo che avreste voluto picchiarlo. Ora siete seduti in cucina a parlare di me senza chiedervi che cosa ne penso io, ve lo siete mai chiesto? Avete mai considerato che cosa io vorrei? Vorrei vivere o morire? No, la cosa non vi interessa perché io posso portarvi solo problemi, guai e spese. Vi costerei troppo, hai detto e ridetto papà e poi a chi potremo lasciarlo se avessimo un impegno? Mi sono sentito un mostro: non voluto, non desiderato, non amato. State sperando che io muoia presto così vi toglierei l’incomoda decisione di trovare qualcuno disposto ad uccidermi, anche se questa decisione voi la prendereste a cuor leggero, senza pensare a me neppure per un istante. Io invece voglio vivere, voglio tentare di avere una vita serena, voglio avere amici, voglio amare ed essere amato: questa è la mia decisione e quindi non sarò certo io a facilitarvi il compito. Decidete voi se volete vivere con me o se invece preferite sopprimermi. Io non vi giudicherò ma forse c’è chi lo farà ed il Suo giudizio sarà inappellabile ». (MARIUCCIA PINELLI) C’è da riflettere tutti! don Domenico Frison 24 SANTA MARIA Jenny è una bambina. . . un’adorabile bambina. Se i capelli le cadono sugli occhi, li scosta. Ma la mano non va dritta alla fronte. Prima si curva come un fiore al primo schiudersi dei petali. Poi scosta i capelli dagli occhi. Jenny è diversa. Diversa? Sì, diversa da quasi tutte le altre. Ma chi ha detto che tutte le persone debbano essere uguali? Pensare, agire, apparire uguali? Per me, Jenny è come una rosa blu. Avete mai visto una rosa blu? Ci sono rose bianche, e rose rosa, e rose gialle, e un’infinità di rose rosse. Ma blu? Un giardiniere sarebbe felice di avere una rosa blu. La gente verrebbe di lontano per vederla. Sarebbe rara, diversa, bella. Anche Jenny è diversa. Ecco perché, in qualche modo, è come una rosa blu. Ci sono molte cose che Jenny non capisce. E ci sono molte cose di Jenny che gli altri non capiscono; che Jenny è come un gattino senza coda; che Jenny sente una musica diversa; che Jenny ha le ali corte; che Jenny dev’essere protetta. Jenny è come una rosa blu, delicata e bellissima. Ma le rose blu sono così rare che ne sappiamo poco, troppo poco. Sappiamo solo che hanno bisogno d’essere curate di più, di essere amate di più. (GERDA KLEIN) CO N S I G LI P E R V I V E R E U NA V I TA V E R A 11. Guardati intorno e non fare rumore; accendi il cervello, spegni il televisore. 12. Se pensi ed agisci nel bene di tutti, il seme che pianti darà buoni frutti. 13. Se invece del motore i piedi fai girare, in un mondo più pulito potrai respirare. 14. Pianta un albero anche in città, l’effetto serra vedrai sparirà. 15. Consuma di meno che non ti fa male, scende lo spreco, sale il morale. 16. Scegli prodotti con poco imballaggio, ricorda che il mondo l’hai avuto in omaggio. 17. Recupera carta, vetro e lattine, meno discariche, più materie prime. 18. Non calpestare chi sembra perdente, un mondo di forti non serve a un bel niente. 19. Sorridi per strada a chi è pensieroso, di un mondo diverso sarai orgoglioso. 10. Non stare da solo ma cerca altra gente, per rendere la Terra un po’ più accogliente. 25 SAN DONATO PARROCCHIA DI SANTA MARIA Recit a di Nat ale L a sera del 19 dicembre i bambini e le insegnanti della Scuola dell’Infanzia e del Nido Integrato hanno augurato un Buon Natale a tutte le famiglie con la recita preparata durante l’Avvento e intitolata “Una capanna in prestito”. Lo spettacolo è iniziato con la “danza delle stelline” nella quale i bimbi della sezione dei piccolissimi si sono presi per mano a due a due per fare il girotondo. La recita è proseguita con alcuni canti corali e la drammatizzazione dei bambini della sezione dei grandi. Veniva raccontato che alcuni pastorelli avevano costruito una capanna per giocare ma, visto le difficoltà di Maria e Giuseppe con Gesù appena nato pensarono di cederla in prestito. Un angelo diede l’annuncio ai pastori che accorsero insieme ad alcune donne portando dei doni. Dall’Oriente giunsero anche i Re Magi per far visita al “Re di tutti i re”. Grazie alle luci, alle bolle di sapone, alle musiche e soprattutto alla bravura dei nostri piccoli attori lo spettacolo è stato entusiasmante e suggestivo. Finita la recita, don Domenico Frison ha distribuito un dono ad ogni bambino, alle insegnanti e alle collaboratrici della scuola. Poi le insegnanti hanno ringraziato tutte le persone che hanno contribuito alla buona riusci- 26 Scuola dell’Infanzia ta della serata: don Domenico, l’ “A.S.D.” per Santa Maria per averci ospitato, i genitori dei bambini grandi che hanno realizzato i costumi, i genitori che hanno preparato palco e addobbi e tutte le persone che permettono il buon funzionamento della scuola. I genitori, poi, hanno fatto una grande sorpresa alle insegnanti devolvendo una somma al progetto in Assam (India) della Fondazione Fratelli Dimenticati onlus che fa parte delle iniziative educative prposte ai bambini. Infine cioccolata calda per tutti! È stata una serata magica! Le insegnanti Fedeli carissimi, dopo la pausa natalizia riprendiamo il nostro incontro mensile attraverso questa pagina del Bollettino. Abbiamo accolto con gioia, nonostante tutto, il nuovo anno; ci siamo scambiati gli auguri confidando che le nostre speranze non diventino, col passare del tempo, delusioni. C’è proprio il bisogno, in tempi come questi, di trovare motivi di speranza. Che cosa ci riserverà l’anno nuovo che da poco abbiamo iniziato? C’è chi confida negli oroscopi e ad essi si affida per intuire il futuro che gli sta davanti. Noi, da cristiani, più semplicemente ci affidiamo a Dio. Il nostro “destino” è in parte nelle nostre mani, ma per il resto è nelle mani di Dio. E sono buone mani, perché son quelle di un Padre che ama infinitamente i suoi figli, e non li abbandona mai, specialmente nei loro giorni più difficili. Tuttavia, anche noi ci chiediamo: come sarà questo nuovo anno? È una domanda motivata e legittima; tanto più perché ci sono dei segni poco rassicuranti. Il nostro non è un tempo di pace, di tranquillità e di benessere per tutti. Basta che alziamo gli occhi per scorgere all’orizzonte guerre, violenze, terrorismo, fame, malattie e più vicino a noi discordie, ingiustizie, discriminazioni, sofferenze, povertà che affliggono ancora troppe persone. Non sono miserie che accadono per caso; molto dipende dagli uomini, in parte anche da noi. Da duemila anni « il Verbo si è fatto carne e ha piantato la sua tenda in mezzo a noi »: Dio fa parte della nostra carovana di pellegrini. Da duemila anni la croce di Cristo è fissa nello scorrere del tempo, segno di riconciliazione e di pace, sostegno della nostra speranza sulla terra. « Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo ». La sua presenza in mezzo a noi non cambia automaticamente la nostra vita, non modifica il corso della storia, ma ci permette di avere speranza anche quando gli avvenimenti ci possono recare spavento. Dio ci offre ancora del tempo perché ci impegniamo, secondo le nostre possibilità, a costruire attorno a noi un mondo di comprensione e di fraternità. Con la presenza di Dio accanto a noi è possibile costruire un mondo migliore: ecco la nostra speranza. Dio non si è addormentato, né distratto: è con noi, nella stessa barca. Rafforziamo la nostra fede nella presenza di Dio tra noi e comportiamoci di conseguenza. Sicuramente allora qualcosa cambierà; prima dentro di noi, poi anche attorno a noi. Questo è quanto il Signore si aspetta da noi: che diventiamo suoi collaboratori per costruire con lui un mondo in cui gli uomini si riconoscano e vivano come fratelli. Buon Anno e buon lavoro. don Luciano 27 PARROCCHIA G I O R N ATA P E R L A V I TA Un G R A ZIE riconoscente U N BA M B I N O M A I NATO Non ha tomba, non ha nome non ha croce né persone attorno che pregano in gruppo. Il suo ricordo in famiglia non ha volto, solo un sospiro uscito dal viso triste di una donna. La sua vita è lì in quel sospiro triste fra gli uomini, perché non ebbe tempo di entrare in una casa. Non lo vollero, fu respinto o ebbero paura. Solo tra gli angeli ora riposa là dove non è tempo né tramonto. Ma lui “è stato” e “sarà” sempre. Rivolgo a nome di tutta la Comunità un dovuto grazie a quelle persone che ogni mese con puntualità e disponibilità distribuiscono il Bollettino alle famiglie interessate, permettendo così di camminare insieme, tenendoci informati sulla vita della nostra parrocchia. Nel corso dell’anno quattro gruppi di gentili Signore si danno il turno settimanalmente e dopo i matrimoni per la pulizia della chiesa e per l’addobbo dell’altare. Il loro umile ma prezioso servizio, unito a quello che alcuni uomini svolgono in sacristia durante le Celebrazioni liturgiche, merita il grazie di tutta la Comunità. Giovanni Paolo (2a media) SAN DONATO Generosità e solidarietà Durante il periodo dell’Avvento e del Natale si sono rea- lizzate in parrocchia alcune iniziative che miravano alla raccolta di fondi non solo a favore del nuovo Centro parrocchiale ma anche per aiutare altri nostri fratelli bisognosi. Ecco quanto è stato raccolto nelle varie iniziative: 1.545 2.870 1.875 705 420 + 693 Euro Euro Euro Euro Euro kg dal banchetto alla porta della chiesa dal mercatino dell’Immacolata dal canto della Pastorella dalle cassettine dell’Epifania dalla raccolta di generi alimentari di generi alimentari Il totale ricavato (7.415 Euro) è stato così suddiviso: 1.125 4.745 1.125 420 + 693 Euro Euro Euro Euro kg per l’Avvento di fraternità per la Cappellina invernale per l’Infanzia missionaria per la Caritas vicariale di generi alimentari Grazie a tutti; il Signore ricompensi chi dona con gioia. Dat i anagrafici La Comunità accoglie con gioia i nuovi battezzati: Nizzardo Cesare (Centuriazione), Calderaro Mattia (Sansughe), Zurlo Asia (Beltramina), Sgarbossa Marco (Bellinghiera), Bevilacqua Giulia (Beltramina), Guidolin Kevin (Muri Bianchi), Carlotto Anna (Case Bianche), Pinton Elisabetta (Beltramina). La Comunità formula i migliori auguri ai nuovi Sposi: Caselli Nicola e Rebellato Laura, Cagnin Fabio e Zanin Michela, Leonardi Massimo e Rosso Catia, Tonietto Moreno e Berto Lisa, Girolimetto Marco e Campagnolo Romina, Nizzardo Luca e Castellan Stefania. Sabato 20 dicembre 2008: si è dovuto fare la gita in un giorno feriale per poter visitare l’antica abbazia agostiniana di Novacella (BZ), essendo chiusa ai turisti nei giorni festivi. Nel pomeriggio ci si è recati a Bressanone: visitati il Duomo, i mercatini di Natale e il Museo dei presepi è giunta la sera e si è tornati a casa, contenti della giornata trascorsa insieme, nonostante il grigiore del tempo autunnale. 28 La Comunità eleva preghiere di suffragio per i Defunti: Zaramella Severina, Baldinazzo Rosa, Calderaro Valentina, Linguanotto Oreste, Argolini Silvano, Giacomazzi Angelo, Castellan Osvaldo, Beghetto Dorinda, Menegazzo Sergio, Zurlo Amorino, Martini Speranza. B U S TA D I N AT A L E L’ ultima BUSTA parrocchiale (Natale 2008) ha visto da parte di tante Famiglie della Comunità una generosa risposta, nonostante il momento difficile che stiamo attraversando. Questo significa che vengono sentiti anche come propri gli impegni finanziari della Parrocchia, che per alcuni anni saranno un po’ gravosi. Dobbiamo terminare, infatti, il pagamento per la costruzione del nuovo Centro parrocchiale. Ecco il resoconto della Busta Natalizia: Buste distribuite: 439; Buste ritornate: 369 (84%). Sono stati raccolti 6.808 Euro (in media 18,45 Euro). In particolare: 70 famiglie (16%) non hanno dato nulla; 44 famiglie (10%) hanno dato 43,85 Euro; 123 famiglie (28%) hanno dato 17,55 Euro; 202 famiglie (46%) hanno dato 13,45 Euro. Grazie a tutte quelle Famiglie che con la loro generosità consentono di guardare avanti con fiducia; e il Signore ricompensi chi dona con gioia. Colgo l’occasione per ringraziare quelle persone che con disponibilità passano nelle varie Zone per consegnare e ritirare le buste. 29 PARROCCHIA I L PAPA E G ESÙ BAM B I NO CA’ ONORAI Momenti di vita in Comunità S crivo questo articolo, perché il giorno di Natale ho visto una scena in televisione che mi ha lasciato a bocca aperta. Il Papa dopo la S. Messa di mezzanotte si è inginocchiato davanti al bambino Gesù appena deposto nella mangiatoia. Era collegato in mondovisione quindi tutti hanno visto com’era vestito il Santo Padre. Aveva un mantello con un’apertura alare di 7-8 metri, tutto in raso e damasco d’orato, una mitria con gemme e diamanti di tutte le grandezze incastonate, il pallio con spilloni in oro, casula rifinita con bordi in oro che richiamavano i disegni del mantello, càmice ricamato, anello d’oro, scarpe luccicanti in tinta con i paramenti. . . senza esagerare credo che difficilmente Alessandro Magno, Cesare Ottaviano Augusto, lo Zar Pietro il Grande, Napoleone o la regina d’Inghilterra siano riusciti a raggiungere uno sfarzo del genere! Il giorno di Natale, la scena era veramente imbarazzante: un vecchio Papa vestito da Dio, di fronte a Dio, vestito da bambino piccolo, povero e nudo. Io sono un prete e vi assicuro che amo la Chiesa come mia Madre, il Vescovo come mio padre e il Papa come se fosse mio nonno, ma se mio nonno fa qualcosa di strano ho il dovere di dirglielo. Che cosa sta succedendo nella Chiesa? Cosa stanno facendo a Roma? Perché il Papa si veste con il guardaroba di cinquanta, cento, duecento anni fa e per le celebrazioni in S. Pietro si fa costruire un trono alto 5 metri? Perché, mentre in tutto il mondo si parla inglese, la grande novità liturgica della Chiesa è la Messa in latino? Come mai, qualche mese fa i vescovi italiani si sono trovati per trattare il tema della Parola di Dio e come conclusione del Sinodo, hanno concesso anche alle donne il ministero del “Lettorato”, cioè, finalmente, anche loro possono leggere ufficialmente in chiesa!! Senza accorgersi che le donne leggono in chiesa da duemila anni, da quando esiste la Chiesa! Confesso il mio disagio guardando la gerarchia ecclesiastica “ferma” e “pesante”, mentre la realtà sociale e pastorale delle nostre parrocchie corre e cambia in continuazione. Sinceramente, quando vedo il Papa che va in Piazza S. Pietro con il “Camauro” rosso bordato di ermellino bianco, in testa, non so se ridere o piangere e mi chiedo come può, un Papa che sceglie di vestirsi così, darmi dei consigli o suggerirmi delle linee efficaci, per trattare i miei ragazzi, le mie famiglie, la mia comunità parrocchiale? Mah! Per fortuna Dio esiste, e la Chiesa è sua! Un Dio che si fa piccolo, povero e nudo, con un messaggio che supera tutto e tutti e ci dice che Lui è l’Emmanuele il Dio con noi. Ultimo con gli ultimi, sofferente con chi soffre, coraggioso di fronte alle difficoltà e alla morte. Non so che cosa abbia detto Gesù Bambino al Papa, quando l’ha visto arrivare vestito in quel modo, il giorno di Natale, sono sicuro che gli avrà suggerito parole illuminanti e utili per il suo ministero, quelle stesse parole che anch’io chiedo sempre a voi, al Papa e a Gesù Cristo. don Matteo 30 Martedì 6 gennaio nel giorno dell'Epifania i re magi sono arrivati a Ca' Onorai a cavallo. . . Battesimo del piccolo Pietro Didonè Anniversari di Matrimonio dell'anno 2008 31 ANAGRAFE PARROCCHIALE ORARI PARROCCHIALI La Comunità parrocchiale accoglie con gioia i nuovi fratelli nati alla Grazia con il S. Battesimo e si congratula con i loro genitori: SS. MESSE FESTIVE del Sabato ore 17.30 S. Francesco ore 18.30 Ca’ Onorai ore 19.00 Duomo, S. Donato, Pozzetto, S. Maria, Ospedale Bagliolid Mariasole, di Emanuele e Pavin Barbara - Bosco Giorgia, di Daniele e Zanon Monica Bukli Riccardo, di Florian e Bukli Rozalina - Scudiero Anna, di Oscar Marcello e Canil Monia Compostella Matteo Domenico Antonio, di Massimo e Zurlo Magda Lisa. Condoglianze ai familiari e preghiere di suffragio per i cari Defunti: Casale Matteo - Cerchiaro Lucia - Bertoncello Gina - De Altin Laura - Olivo Gemma. SS. MESSE FESTIVE (Domenica) BALLESTRIN ANGELO COLOMBANA NATALINA di anni 82 ved. Dolo REGINATO GAETANO 6-12-1932 21-11-2008 di anni 92 ore 07.00 ore 07.30 ore 08.00 ore 08.10 ore 08.30 ore 09.00 ore 09.30 ore 10.00 ore 10.30 ore 11.00 ore 11.45 ore 15.30 S. Francesco Pozzetto S. Donato, S. Maria Ospedale Duomo, S. Francesco Carmine Duomo, Pozzetto, Ca’ Onorai, Casa di Riposo in B.go Bassano S. Donato, S. Francesco, Casa di Riposo in B.go Padova, S. Maria Duomo Pozzetto, Ca’ Onorai Duomo S. Donato ore 18.00 Pozzetto, S. Maria (inv.) ore 18.30 Duomo, Ca’ Onorai ore 19.00 Ospedale, S. Maria (est.) SS. MESSE FERIALI ore 06.30 ore 08.00 ore 08.30 ore 09.00 ore 09.15 ore 17.30 ore 18.30 ore 19.30 S. Francesco Pozzetto, S. Francesco Duomo, S. Maria (Mart., Giov., Sabato) Carmine, Case di Riposo in B.go Bassano e B.go Padova Duomo (Lunedì) S. Francesco, Ospedale Duomo, Ca’ Onorai, S. Donato S. Maria (Lun., Merc., Ven.) SS. FUNZIONI ore 16.00 Duomo ore 17.30 S. Francesco ore 19.00 Carmine Battesimo comunitario: accordare la data con il Parroco. UFFICIO PARROCCHIALE DEL DUOMO Orario di Archivio (documenti) - dal lunedì al sabato: ore 9-11 Udienze - l’Arciprete riceve in canonica il lunedì e il sabato dalle 9 alle 10.30 SANDRI ONORINA ved. Alessi 26-12-1922 ZURLO AMORINO 18-1-1950 COPPO GIANCESARE 6-12-2008 25-5-1962 7-12-2008 1-12-2008 MARTINI SPERANZA VOLPATO MARIA ROSA in Baggio ved. Carpella 9-3-1933 10-12-2008 12-2-1940 DORINA BERNO BUSATTO 10-12-2008 15-5-1914 11-12-2008 TE LE FON I Parrocchie Ca’ Onorai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495965007 Duomo - ufficio e fax . . . . . . . . . . . . . 0495970237 Laghi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0499422250 S. Donato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495974492 S. Maria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495970099 Pozzetto - SS. Redentore . . . . . . . . . . . 0495970803 sito internet vicariale: www.parrocchiecittadellesi.it Chiese Carmine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . S. Francesco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . TONIATO MONICA 9-1-1969 11-12-2008 VALOTTO ERMINIA ved. Pierobon 17-2-1917 BRESSAN SANTE AMEDEO 12-12-2008 14-4-1927 LUIGI GNOATO Preside 13-12-2008 16-12-1922 CONTE MARIA 28-12-1912 24-12-2008 20-12-2008 SALVADORI EMILIA ved. Pizzo 25-2-1913 5-1-2009 0495970525 0495970280 Centri parrocchiali Bar Soleluna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0495974715 e-mail . . . . . . . . . . . . . . [email protected] Centro Anziani « S. Prosdocimo » 0499403490 Servizio di Solidarietà Centro « Bertollo » . . . . . . . . . . . . . . . 0495970357 Centro di spiritualità « De Foucauld P. Carlo » 0495975924 Centro S. Giuseppe . . . . . . . . . . . . . . . 0499400186 Centro socio-educativo « S. Antonio » 0495970448 Circolo Noi Ca’ Onorai . . . . . . . . . . . 0499440241 Patronato Pio X - direz. . . . . . . . . . . . 0495970466 Patronato Pio X - e-mail . . . . . [email protected] Patronato Pio X - segreteria . . . . . . . 0499408707 } PIOTTO GIOVANNI 25-5-1923 8-1-2009 TONIOLO GIOVANNA in Pavin 14-2-1953 CONTE CARLOS GERARDO 14-1-2009 20-6-1987 THIENE ALDA in Conte 18-1-2009 16-10-1928 19-1-2009 BIZZOTTO ANGELO 15-7-1930 SIMIONI ELIGIO 21-1-2009 9-2-1938 22-1-2009 Istituti Istituto Farina - Comunità . . . . . . . . 0499400788 Istituto Farina - Scuola . . . . . . . . . . . 0495970277 Scuole Materne « Maria Immacolata » - Ca’ Onorai . . « Pio X » - Borgo Bassano . . . . . . . . . « Pio X » - S. Maria . . . . . . . . . . . . . . « S.B. Boscardin » - Pozzetto . . . . . . . 0495965251 0495971273 0499401747 0495971030 Sacerdoti Brotto don Attilio . . . . . . . . . . . . . . . 0499401461 Brusadin don Remigio . . . . . . . . . . . . 0495970237 e-mail . . . . . . . . . . . . . . . [email protected] Cappellaro don Dino . . . . . . . . . . . . . 0499400480 e-mail . . . . . . . . . . . . . [email protected] Ferrara don Gilberto . . . . . . . . . . . . . 0495970803 cell. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3477708517 e-mail . . . . . . . . . . . [email protected] Frison don Domenico . . . . . . . . . . . . 0495970099 Gallocchio don Luca . . . . . . . . . . . . . 0495970466 e-mail . . . . . . . . . . [email protected] Isati don Silvano . . . . . . . . . . . . . . . . 0499422250 Martignon don Ernesto . . . . . . . . . . . 0495975924 Passarotto don Angelo . . . . . . . . . . . . 0495970237 Pescarolo don Giuseppe . . . . . . . . . . 0495970525 Ragazzo don Matteo . . . . . . . . . . . . . 0495965007 e-mail . . . . . . . . . . . . . . . . . [email protected] Rossin don Francesco (Osp. Civile) . . 0499424521 Tonin don Giuseppe . . . . . . . . . . . . . . 0495975296 Religiose Figlie di S. Anna (Suore indiane) . . . 0495971423 « Ritornate a me, c o n t u t t o i l c u o re » (Gioele 2,12)