- Fumagalli srl

Transcript

- Fumagalli srl
I L M A N UA L E D E L L’ U T E N T E
ETÀ EVOLUTIVA:
L’APPROCCIO RIABILITATIVO
E LA QUOTIDIANITÀ
SECONDA EDIZIONE
1
WE
TAKE
CARE
2
ETÀ EVOLUTIVA:
L’APPROCCIO RIABILITATIVO
E LA QUOTIDIANITÀ
Indice
Introduzione
p. 5
Riabilitazione e quotidianità
p. 7
Abilità e conquiste
p. 11
1 - Ausili per la postura seduta
p. 13
1.1 Postura seduta stabile
p. 14
1.2 Indicazioni pratiche
p. 15
2 - Ausili per la verticalizzazione
p. 19
3 - Ausili per il training alla deambulazione
p. 23
APPROFONDIMENTO: Le posizioni non adeguate o patologiche p. 25
a - Posizione a W o posizione tra i talloni
p. 25
b - Schema estensorio
p. 25
c - Schema flessorio
p. 27
d - Circolo vizioso
p. 28
e - Retrazioni tipiche muscolo tendinee
p. 29
f - Deformità osteo articolari tipiche
p. 29
g - Sublussazione dell’anca
p. 30
h - Criteri da osservare per garantire il migliore
supporto possibile
p. 31
Conclusione
p. 33
I prodotti Fumagalli
p. 34
3
4
Introduzione
La riabilitazione è un processo di soluzione dei problemi e di educazione nel
corso del quale si porta una persona a raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, con la minor restrizione
possibile delle sue scelte operative. Il processo riabilitativo coinvolge anche la
famiglia del soggetto e quanti a lui sono vicini.
In altre parole “Riabilitare” significa guidare la persona in un percorso
che restituisca “abilità”, aumentando la capacità di interagire con l’ambiente che la circonda. Significa in poche parole sviluppare autonomia,
autostima e relazioni sociali.
L’ausilio e’ uno strumento indispensabile in questo processo.
Scegliere l’ausilio giusto al momento giusto è importante perché consente di
esprimere al meglio le capacità di quella persona in quel momento, quindi l’autonomia relativa alle sue possibilità.
La possibilità di interazione con l’ambiente fisico e sociale è fondamentale per
l’equilibrio e per il benessere psichico della persona.
Nell’età evolutiva ciò ha un valore ancora maggiore: favorisce la possibilità di
sviluppo motorio, cognitivo e emotivo-affettivo del bambino.
Il bambino impara muovendosi, reagendo, osservando, ascoltando e vivendo la
relazione con il mondo esterno. Attraverso il movimento e il contatto con il corpo
o con l’oggetto il bambino vive, comunica e conosce.
!
La carenza di stimoli danneggia l’evoluzione e la maturazione del cervello.
La necessità, dunque, di stimolare precocemente il bambino per non
perdere importanti tappe dello sviluppo psichico e motorio è una consapevolezza da tenere sempre a mente!
L’ausilio ricopre un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo psicomotorio del bambino disabile. L’ausilio per il bambino disabile deve essere
considerato un importante mezzo per conoscere sé e gli oggetti, acquisire autonomia, esplorare lo spazio, interiorizzare il tempo e relazionarsi
con le persone circostanti. Il processo di valutazione e scelta degli ausili
sta diventando sempre di più un elemento fondamentale nella presa in
carico della persona con disabilità. Costituisce un momento di estrema
importanza nella costruzione del progetto riabilitativo.
5
Gli ausili talvolta sono visti solo come oggetti standard da usare
quotidianamente più che come supporti alla riabilitazione durante la vita
quotidiana.
Per esempio capita che un sistema posturale venga utilizzato con la stessa
funzione che ha un normale seggiolone per bambini, e cioè un mezzo che
tenga il bambino seduto. Allo stesso modo può capitare che un passeggino
posturale venga sfruttato come un passeggino semplice, e cioè come mezzo per
trasportare il bambino da un luogo ad un altro.
Niente di sbagliato in tutto questo. Ma non basta. L’ausilio può non venire usato
sfruttando al massimo le sue potenzialità riabilitative perché spesso non si è a
conoscenza di queste potenzialità o non se ne comprende l’importanza. A volte
l’ausilio viene scambiato per un oggetto standard che però non può fornire lo
stesso supporto e che quindi non può facilitare una certa attività del bambino.
Il sistema posturale non è solo una specie di sedia. Esso è il punto di partenza per
proporre al bambino moltissime attività terapeutiche e quotidiane (dal colorare
al mangiare, dal giocare con le costruzioni al fare i compiti di scuola, etc.).
Gli ausili in età evolutiva offrono innumerevoli possibilità e vantaggi.
Sfruttiamoli al massimo e nel migliore dei modi. Dobbiamo fare ciò
per ricercare il miglioramento della situazione del bambino;
in altre parole, per il suo benessere, la qualità della vita.
Pliko
6
Mitico
Oibo’
Dory
RIABILITAZIONE
E QUOTIDIANITÀ
Le esigenze di un bambino che cresce, e modifica le sue
capacità, cambiano velocemente, talvolta in modo improvviso
e inaspettato. Allo stesso modo possono cambiare le richieste
ed i vincoli del contesto: occorre quindi un monitoraggio
mirato e la capacità di scegliere prodotti che possano, per
quanto possibile, rispondere a questi cambiamenti.
Un ausilio deve essere il più possibile dinamico, adattabile
nelle sue componenti, perché il bambino è in continua
crescita, non solo a livello corporeo, ma anche in relazione
alle sue conquiste motorie sempre in evoluzione.
Durante tutto l’arco dello sviluppo psicomotorio di un
bambino disabile molti sono gli ausili di cui il terapista ed il
bambino hanno bisogno per mantenere le posture adeguate,
per svolgere certe funzioni o per aumentare il livello di autonomia.
Gli ausili però non sono medicine correlabili a un sintomo. Infatti una stessa
patologia può dare luogo a disabilità diverse in persone diverse, per non parlare
della frequente presenza di più disabilità sovrapposte; la stessa disabilità può
inoltre dare luogo a diverse situazioni di svantaggio a seconda dei diversi contesti
di vita della persona. Infine, persone con uguale patologia possono svolgere lo
stesso compito con strumenti del tutto diversi, così come il medesimo strumento
può servire per svolgere funzioni differenti.
Occorre partire dall’analisi dei bisogni del bambino disabile e della sua famiglia
prima di decidere che tipo di ausilio utilizzare. Gran parte dei bambini presi in
carico sono affetti da lesioni del sistema nervoso centrale e presentano disordini
non solamente in ambito motorio ma anche cognitivo e affettivo/relazionale. I loro
bisogni sono quindi molteplici e direttamente influenzati dalla forma clinica della
malattia, dalla gravità della situazione, dal contesto domestico e sociale.
Prima di affrontare il problema della scelta dell’ausilio dobbiamo porci
quindi alcune domande: cosa serve veramente al bambino? E ai
genitori? Quali sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere con l’ausilio?
Le risposte a queste domande ci permettono di collocare i bisogni fondamentali
emergenti in alcune grosse categorie, tra cui:
q
q
q
q
q
q
Facilitare gli spostamenti
Accrescere l’autonomia
Socializzare, comunicare
Mantenere posture adeguate e confortevoli
Prevenire dolore e deformità
Facilitare la cura e l’igiene personale
7
Il progetto riabilitativo deve essere dunque continuo,
globale e individualizzato.
L’approccio riabilitativo ad un bambino non può
essere riproposto indifferentemente per un altro
bambino. La sfida del riabilitatore è quella di
individuare e comprendere i bisogni del singolo
bambino e della sua famiglia, e poi cercare il
modo di adattare la riabilitazione tenendo conto
delle limitazioni e delle possibilità di quel bambino.
In questo contesto, l’ausilio si inserisce come un
importantissimo mezzo che permette di esaltare
tutte le capacità residue del bambino disabile.
Quando si parla di bambini, è fondamentale che si
trovi il modo di rendere la terapia tanto funzionale
quanto divertente.
Per questo motivo dobbiamo proporre attività
sempre sotto forma di gioco.
Quando parliamo di terapia funzionale, intendiamo
una terapia che tenga in considerazione le attività
della vita quotidiana del bambino; una terapia, in
pratica, attraverso attività giocose volte a migliorare una funzione (mangiare, vestirsi, andare al
bagno…), piuttosto che attività fini a se stesse.
Dobbiamo sempre ricordarci che le abilità del bambino sono più importanti delle
disabilità. Dobbiamo quindi potenziare al massimo le abilità per ridurre le disabilità.
Perciò nel valutare il bambino ci si deve sempre chiedere:
q
q
q
8
cosa è in grado di fare
cosa non è in grado di fare
cosa potrebbe essere in grado di fare se aiutato.
Quello che un bambino è, e quello che un bambino fa, dipende in parte anche dalle
persone e dall’ambiente che lo circondano. Per chiarire questo concetto, basti fare
questo esempio:
Un bambino sudamericano in carrozzina vorrebbe e avrebbe
le capacità cognitive per frequentare la scuola elementare,
ma per entrare in classe dovrebbe superare una scalinata e
Esempio
non c’è la possibilità di superarla con ascensori o pedane.
Questa barriera architettonica crea un limite e un ostacolo alle
capacità potenziali del bambino.
Esempio
Esempio
Un altro esempio: un bambino africano, in fase di valutazione,
non riesce ad utilizzare il coltello e la forchetta con le mani, ma
riesce ad alimentarsi autonomamente con una mano. Bisogna
domandarsi se, rispetto al contesto sociale in cui egli vive, questo
può essere o meno considerato un problema. Infatti se tutte le
persone che lo circondano generalmente mangiano utilizzando
solo le mani, allora non sarà necessario insegnare al bambino
come utilizzare le posate.
Stephen William Hawking (Oxford, 8 gennaio 1942) è un
fisico, matematico, cosmologo e astrofisico britannico, fra i più
importanti e conosciuti del mondo.
Il fisico, condannato all’immobilità poiché affetto da una
malattia muscolare, si trova da decenni su una sieda a rotelle
motorizzata, ed è ormai quasi completamente paralizzato. Dal
1985 non può parlare a causa del peggiorare della malattia,
che lo ha costretto a comunicare con un sistema tecnologico
specifico, composto da un sensore a infrarossi collegato agli
occhiali che traduce i movimenti (minimi) della guancia destra in
parole emesse da un sintetizzatore vocale. Ciò, non solo mette
in luce l’importanza degli ausili per la comunicazione, ma anche
che questi movimenti sono resi possibili anche dalla postura
adeguata che viene fornita dall’ausilio su cui è posturato.
Alex Zanardi, pilota di Formula 1, nel 2001 fu vittima di un
grave incidente automobilistico in gara. Perse immediatamente
entrambe le gambe e in pochi minuti quasi tre quarti di tutto
il suo sangue. La soluzione per salvargli la vita fu quella
drastica di amputazione di entrambe le gambe. Appena dopo
l’incidente Zanardi decise che le protesi in commercio non lo
soddisfacevano e disegnò da solo un paio di nuove gambe
artificiali, con l’obiettivo di tornare a gareggiare. Zanardi
è diventato un campione delle Paraolimpiadi, vincendo
diverse medaglie. Ancora una volta, grazie anche agli ausili
sapientemente fornitigli.
E’ dunque utile valutare le abilità e le difficoltà del bambino in relazione alla sua
casa, alla sua famiglia, al paese dove vive, al vicinato.
Le difficoltà non sono solo del bambino disabile, ma anche di insegnanti, educatori,
famiglia, assistenti: anche la proposta dell’ausilio quindi riguarda, più o
meno direttamente, tutti i protagonisti della situazione.
9
Nel percorso riabilitativo dell’età evolutiva che, come abbiamo detto può durare
anni, ci sono degli appuntamenti importanti che devono essere rispettati altrimenti
si perde per sempre una opportunità; in questi appuntamenti l’ausilio non viene in
aiuto alla persona disabile solo per poter svolgere una funzione, ma può diventare
un vero e proprio aiuto nella prevenzione di problemi e complicanze secondari
(per esempio, le piaghe da decubito in bambini con lesione del midollo spinale,
scoliosi in bambini con debole muscolatura della schiena o con una gamba più
corta dell’altra…).
Porto qualche esempio:
Un sistema posturale corretto in uso ad un bambino disabile, assegnato fin
dall’infanzia, potrà prevenire malformazioni, retrazioni, complicanze respiratorie
e circolatorie nell’età dell’adolescenza. Se questo ausilio non viene assegnato al
paziente da bambino, quando sarà un adolescente non si troverà nessun ortopedico
disposto a correggere malformazioni e retrazioni, soprattutto in patologie pesanti e
complesse, così il bambino andrà incontro ad una prognosi negativa.
!
L’assegnazione di un sistema posturale deve essere fatto prima che si instauri
la deformità!
Ancora oggi invece troviamo pazienti in cerca di soluzioni quando ormai le malformazioni si sono instaurate e stabilizzate e in questi casi si può solo lavorare per
ridurre il peggioramento.
Una corretta riabilitazione si ottiene quando il terapista, dopo aver valutato tono
muscolare, range articolare, forza, e livello di sviluppo psicomotorio, prima ancora
di mettersi a rilasciare, massaggiare, e applicare manovre riabilitative, si interessa
dove e in che postura il bambino viene mantenuto durante tutta la giornata.
A poco serve che il terapista lavori sul bambino una o due ore al giorno,
magari anche insegnando ai familiari, se poi dopo le restanti 20 – 22 ore
del giorno il bambino rimane in posture non funzionali e/o non stimolanti il suo sviluppo psicomotorio!
10
ABILITA’
E CONQUISTE
Mesi 0
Mesi 1
posizione
fetale
solleva il
mento
Mesi 3
Mesi 5
Mesi 7
tocca e
siede e afferra
sta
non afferra
oggetti
seduto
Mesi 9
Mesi 10
Mesi 13
Mesi 15
si
alza
si
arrampica
sta
in piedi
va a
carponi
Crescendo, il bambino acquisisce delle abilità motorie sempre più complesse. Dallo
stare sdraiato a pancia in su o in giù, comincia a rotolare da una posizione all’altra.
Poi passerà a spostarsi strisciando e a mettersi seduto per terra. In seguito inizierà
a gattonare a quattro zampe, fino a che non troverà il modo opportuno per alzarsi in piedi e, una volta trovato l’equilibrio sufficiente,
proverà a camminare.
Queste abilità possono essere acquisite se vengono sviluppate
delle capacità specifiche.
q Per esempio, il bambino non riuscirà a rotolare o strisciare se prima non ha imparato a controllare
il capo e non ha imparato a muovere le gambe e le
braccia in modo separato e coordinato.
q Non riuscirà a stare seduto da solo senza appoggio dietro alla schiena se non ha prima imparato a
controllare anche il tronco.
q Non riuscirà ad alzarsi in piedi se non sa come
mettersi in ginocchio e poi appoggiarsi con le mani
ad un supporto.
q Non riuscirà a camminare se non sa come coordinare le due gambe durante i passi.
In caso di disabilità, queste “tappe” possono subire un ritardo di acquisizione e richiedono un percorso riabilitativo che prenda in considerazione anche gli ausili che
possano aiutare il bambino a raggiungere lo stesso traguardo.
E’ utile tentare di suddividere gli ausili in diverse categorie, in base alle funzioni
che svolgono:
1. Ausili per la postura seduta
2. Ausili per la verticalizzazione
3. Ausili per la mobilità e il training alla deambulazione
11
12
1.
AUSILI PER
LA POSTURA SEDUTA
Per affrontare il tema “Ausili per la postura seduta“ bisogna parlare di “postura
seduta” e di “sistemi posturali”. Ciò essenzialmente per due ragioni:
• I bambini con disabilità motoria trascorrono la maggior parte se non la totalità della loro giornata in postura seduta; essa rappresenta spesso l’unica
posizione in cui riescono a svolgere attività di tipo funzionale (spostarsi,
nutrirsi, manipolare, giocare, disegnare ecc.).
• La postura seduta mantenuta a lungo, senza gli aggiustamenti posturali
tipici delle persone normali, può essere disagevole, scomoda, generare dolore e provocare danni secondari importanti (piaghe da decubito, retrazioni
muscolo-tendinee ecc.)
“Individuare e mettere a punto sistemi posturali individualizzati che garantiscano il massimo confort, la massima stabilità e la massima funzionalità
costituisce un momento fondamentale del processo riabilitativo”
Eugenio Occhi
Intendiamo per “sistema di postura“ tutto quello che serve per sostenere e
contenere una persona in posizione seduta. Sostanzialmente stiamo parlando
di un insieme di elementi che controllano la posizione del tronco, bacino, capo, arti
superiori e inferiori.
I componenti principali di un sistema di postura sono:
•
•
•
•
•
•
•
Schienale
Seduta
Poggiatesta
Braccioli
Pedane appoggiapiedi
Elementi di contenimento laterali per il tronco, bacino, arti inferiori
Cintura pelvica, pettorina, bretellaggio.
13
1.1 - Una postura seduta stabile
In questa situazione il baricentro cade
all’interno della base d’appoggio e i
bambini rimangono seduti in equilibrio.
Può succedere che la rigidità dei muscoli posteriori della coscia sia notevole, ed essi
non si lascino allungare completamente. Ciò porta ad una mancata verticalizzazione del bacino, una volta che il bambino è in posizione seduta a ginocchio esteso
(posizione “long-sitting”). Infatti è come se questi muscoli, che si inseriscono sul
bacino, lo trascinassero in avanti come se fossero degli elastici tesi.
Questa mancata verticalizzazione del bacino tende a far perdere l’equilibrio della
posizione seduta.
Per compensare, e ritrovare dunque un equilibrio, il bambino spontaneamente assume una postura in cifosi (aumenta la curva della schiena a livello dorsale), piega
collo e testa in avanti e tende a portare in avanti anche spalle e braccia.
Inoltre per attenuare la tensione percepita dietro le ginocchia, il bambino spesso le
piega, trovandosi in questa posizione.
Muscoli
ischiocrurali
Possiamo definire dunque il bacino un “punto chiave”: modificando la posizione
del bacino, si scatena una serie di modifiche di compenso.
E’ per questo motivo che la prima cosa da osservare nella valutazione
della postura seduta del bambino è proprio la posizione del bacino.
14
ATTENZIONE !!!
La schiena del bambino può presentarsi
cifotica (curvata) in questo modo.
Mi domando: dove è il problema?
Se osservo attentamente, mi rendo conto che
il bacino è verticale e la linea delle spalle cade
anteriormente al bacino.
Da ciò deduco che probabilmente il problema
consiste nello scarso controllo del tronco.
Posso aver conferma di ciò eseguendo una semplice prova pratica: posiziono il
bambino seduto, con le ginocchia piegate (riducendo quindi la tensione dei muscoli
posteriori della coscia, gli ischiocrurali). Il bambino in questa posizione riesce a
verticalizzare il bacino quindi a raddrizzare il tronco?
Se la risposta è si, significa che il controllo del tronco è buono.
Se la risposta è no e quindi il tronco continua a rimanere piegato in avanti, significa
che il bambino non ha maturato completamente il controllo del tronco stesso.
1.2 - Indicazioni pratiche
Al fine di trovare delle soluzioni ottimali nella scelta e nell’utilizzo di un ausilio per la
postura seduta (come MITICO o PLIKO), è quindi fondamentale considerare alcuni
aspetti fondamentali:
- Stabilità del bacino
L’aspetto più importante da considerare in ciascun sistema di postura e la sua capacità di provvedere alla stabilità del bacino (stabilità in tutti i piani del movimento
del bacino).
Basculamento
pelvico posteriore
Rotazione pelvica
Obliquità pelvica
Allineamento
15
Dove possibile, la posizione ottimale del bacino è quella verticale e simmetrica. Questa posizione permette alla colonna vertebrale di mantenere le sue curve fisiologiche.
Questo dà un’ottima base per l’allineamento del tronco e del capo, e quindi per i
movimenti funzionali degli arti superiori. Quando il corpo del bambino è ben supportato, egli può dare il massimo in termini di capacità e attività da svolgere con gli
arti superiori. Può quindi giocare, mangiare e bere, ecc.
Questa posizione, oltre che avere effetti positivi sulla capacità motoria del bambino,
porta vantaggi sia dal punto di vista relazionale/emotivo sia dal punto di vista della
salute generale, aumentando le opportunità del bambino di relazionarsi con il mondo esterno e migliorando la funzione della respirazione e della digestione.
Quindi se il bambino non riesce a verticalizzare spontaneamente il bacino (il bacino
è verticalizzato quando è in posizione perpendicolare rispetto al piano d’appoggio)
o se non riesce a mantenerlo verticalizzato dopo che è stato ben posizionato, sarà
utile pensare di inserire una cintura pelvica che riesca a fissare il bacino in posizione
stabile e che la mantenga tale.
Cintura pelvica a 45°
Divaricatore anatomico
a presa pelvica
- Allineamento del tronco e del capo
Il sistema di seduta posturale deve provvedere ad un adeguato supporto del tronco
e del capo, qualora fosse necessario poiché ciò contribuisce alla stabilità del bacino
e facilità di conseguenza la funzione degli arti superiori, nonché l’interazione sociale
e la concentrazione. Se il bambino non ha acquisito il controllo del tronco (per debolezza muscolare o per ritardo dello sviluppo motorio), si penserà all’utilizzo di un
contenimento a livello toracico tramite delle cinture o delle pettorine.
Pettorina con bretelle
16
Pettorina con cintura a 45°
In presenza di un tronco
molto debole, con forte rischio di scoliosi, è utile la
presenza di supporti laterali
contenitivi a livello toracico,
che facilitino il bambino a
mantenere la schiena dritta.
Scoliosi
Supporti toracali
Se il bambino non ha acquisito il controllo del capo, si dovrà dotare il sistema
posturale di un poggiatesta. Esso può essere di diverso tipo e forma, in base alle
specifiche esigenze del bambino.
Appoggiatesta
conformabile
Appoggiatesta
regolabile
Wing-side
Appoggiatesta
anatomico
- Gambe e piedi
Il sistema posturale deve essere provvisto di un appropriato supporto per le gambe e
i piedi poiché questi elementi giocano un ruolo fondamentale nel mantenimento della
stabilità del bacino e quindi nell’allineamento del tronco e della testa.
Per esempio, se le gambe e i piedi stessero “penzoloni”, senza appoggio, prima o poi
a causa della forza di gravità, trascinerebbero verso il basso il bacino e il resto del
corpo del bambino. Da qui, l’importanza dell’utilizzo di poggiapiedi e poggia gambe.
Essi possono essere di diversa forma e tipo, in base ai bisogni specifici del bambino.
Pedana
“Style”
Pedana
separata
Pedana
intera
RICORDARSI che…
il comfort del bambino è fondamentale per far sì che venga mantenuta
un’adeguata postura che riduca i movimenti involontari e gli schemi
patologici, che faciliti i movimenti difficoltosi, diminuisca il rischio di problematiche secondarie.
17
18
2.
AUSILI PER
LA VERTICALIZZAZIONE
A 12 mesi un bambino normalmente comincia ad alzarsi in piedi autonomamente.
Un bambino con disabilità raggiunge invece questa tappa motoria anche molti mesi
dopo rispetto alla norma. Le cause di questo ritardo possono essere diverse, per
esempio la scarsa forza sugli arti inferiori, che non riescono a sostenere il peso del
corpo, oppure la mancanza di equilibrio o di coordinazione…
La verticalizzazione è un passaggio indispensabile per il raggiungimento
della tappa motoria successiva: il cammino. Se un bambino non riesce ad
alzarsi in piedi autonomamente, sarà difficile che possa camminare da solo.
In ogni caso però si ricordi che la proposta del raggiungimento e mantenimento della posizione eretta è fondamentale. Essa infatti ha notevoli benefici sulla
salute fisica del bambino (per non parlare dei benefici psicologici):
q
Migliora il controllo del capo, nel caso fosse deficitario
q
Rinforza i muscoli degli arti inferiori
q
Allunga i muscoli degli arti inferiori che sono eventualmente accorciati
q
Mantiene in allineamento corretto le diverse parti del corpo
q Facilita la funzione vitale della respirazione, poiché in posizione eretta i polmoni riescono a espandere maggiormente e ricevere dunque più aria
q
Facilita la funzione vitale della circolazione
q
Facilita la funzione vitale della digestione, poiché il cibo tende spontaneamente a fluire verso il basso.
q
Permette lo sviluppo dello scheletro, poiché l’osso si rinforza grazie al carico
q
Favorisce l’interazione con l’ambiente e i pari, poiché pone allo stesso livello il livello dello sguardo
Vengono quindi utilizzati ausili chiamati stabilizzatori per la statica (standing), in
quanto permettono di mantenere la postura eretta a bambini che non hanno le
competenze per farlo in maniera autonoma.
Molto spesso questi dispositivi vengono usati sia come passaggio preliminare alla
stazione eretta autonoma e al cammino, sia come strumento preventivo di danni
secondari e terziari (retrazioni muscolo-tendinee e lussazione dell’anca, per esem-
19
pio) in bambini che impiegheranno molti anni prima di imparare a camminare oppure bambini che probabilmente non cammineranno in maniera autonoma.
Esistono stabilizzatori per la statica in
postura, prona, supina ed eretta.
Posizionato sulla statica prona,
il bambino appoggia con la parte
anteriore del corpo e può essere
inclinato in avanti di solito sino a 45°.
Sulla statica supina il bambino
appoggia con la parte posteriore
del corpo e può essere inclinato in
avanti fino a raggiungere la posizione
completamente verticale.
Sulla statica eretta il bambino è completamente eretto, in appoggio esclusivamente sugli arti inferiori.
Ciascun modello è in genere dotato di un tavolino per l’appoggio degli arti
superiori e di alcuni accessori posturali per facilitare il corretto posizionamento
dei segmenti corporei.
La scelta del modello non è casuale ma viene fatta in base alle caratteristiche
posturali del soggetto, alla gravità della patologia e agli obiettivi riabilitativi che
si vogliono ottenere:
q
La statica prona in genere viene utilizzata con soggetti che hanno un sufficiente controllo del capo e della parte superiore del tronco.
Il grado di inclinazione anteriore viene stabilito in base all’obiettivo
riabilitativo da raggiungere: poco inclinato se si vuole sfruttare maggiormente gli effetti del carico sugli arti inferiori (modellamento osseo, tenore calcico ecc.), l’interazione con l’ambiente, l’esplorazione
visiva e le attività manuali sul tavolino; molto inclinato (30°- 40°) se si
vuole facilitare e stimolare il lavoro attivo antigravitario della muscolatura estensoria del capo e del tronco.
20
q
Sulla statica supina vengono solitamente posizionati bambini
che non controllano il capo o che devono procedere al monitoraggio
graduale dei parametri neurovegetativi (es: pazienti post coma). Per
quanto riguarda l’entità dell’inclinazione anteriore del modello supino
valgono gli stessi criteri descritti per il modello da prono; attenzione
alle posizioni vicino alla verticale perché potrebbero determinare la
perdita di controllo della posizione del capo.
Vengono utilizzati molto presto: dai 12 mesi in poi, fino all’età adulta.
L’ausilio permette di mantenere la postura verticale allineata, modifica le lunghezze
dei muscoli che rimangono sempre accorciati in posizione seduta (es: muscoli ischio
crurali, sulla parte posteriore della coscia), distribuisce in modo simmetrico il carico
sugli arti inferiori e, se utilizzata in età precoce, può contribuire al modellamento
osseo del collo e della testa femorale e del cavità acetabolare.
Sullo standing il bambino può eseguire esercizi di inseguimento visivo, coordinazione occhio mano, attività di manipolazione, guardare la televisione, ascoltare
la musica, fare i compiti, giocare con gli altri bambini.
Gli stabilizzatori per la statica favoriscono quindi, in poche parole, il corretto
sviluppo fisico del bambino e l’interazione con l’ambiente circostante.
ESEMPI DI SESSIONI DI TRAINING ALLA VERTICALIZZAZIONE
Si posizionano prima i piedi negli appositi spazi.
La prima cosa da fare è fissare il bacino con la
cintura pelvica. In questo modo diamo stabilità
al corpo del bambino, per evitare che si scateni
l’ipertono muscolare. Infatti se questo dovesse
succedere, tutte le manovre successive volte al
posizionamento adeguato del bambino, saranno
rese difficoltose dai movimenti involontari del
bambino stesso.
In seguito, si provvederà a fissare le ginocchia
ed eventualmente dare stabilità al tronco,
se necessario (nel caso di scarso controllo
del tronco). Perché uno standing faccia il suo
dovere, cioè mantenere il bambino in posizione
eretta, è infatti necessaria la presenza di tre
punti di sostegno che sono, dal basso verso
l’alto: ginocchia, bacino, tronco.
Inoltre sono fondamentali altri due punti di
appoggio: l’appoggio al terreno tramite i piedi
e l’appoggio degli arti superiori grazie all’utilizzo
di un apposito tavolino. Quest’ultimo è utilissimo
per dare la possibilità al bambino di svolgere
attività funzionali o di gioco durante il tempo in
cui il bambino utilizza l’ausilio. Sopra il tavolino
si può infatti poggiare un gioco di costruzioni, o
un puzzle, o qualsiasi altro gioco di manualità;
oppure ancora è possibile far fare i compiti di
scuola piuttosto che far utilizzare il computer.
21
22
3.
AUSILI PER IL TRAINING ALLA DEAMBULAZIONE
A 12-18 mesi il bambino normalmente comincia ad alzarsi e camminare da solo.
Il bambino con disabilità comincia a camminare più tardi della norma, poiché fa
fatica a spostare il peso del proprio corpo da una gamba all’altra e non riesce a
mantenere facilmente l’equilibrio.
Spesso quando comincia a camminare, cammina troppo velocemente, con il rischio
di cadere in avanti a causa dello sbilanciamento e della velocità.
A volte invece cammina con le ginocchia piegate, a causa delle retrazioni muscolari
già instaurate (da qui l’importanza della prevenzione).
Oppure ancora il cammino è lento e faticoso; questo demotiva il bambino a provarci, e ciò spesso causa un aumento del peso del bambino stesso, che durante tutta
la giornata non si muove e preferisce stare fermo.
!
Il training del cammino deve essere proposto a tutti quei bambini, che hanno
acquisito una discreta capacità di controllo del capo e del tronco.
Esistono diversi ausili per il cammino (deambulatori, stampelle, tripodi, bastoni…),
e vanno scelti in base alle capacità e alle esigenze del bambino, in base alla patologia e alla gravità.
I deambulatori hanno la funzione di stabilizzare e supportare il corpo del bambino. Essi offrono l’appoggio e il sostegno necessari per camminare, ponendo il
bambino in posture facilitanti l’avanzamento e la capacità di esplorazione spaziale,
attitudine fondamentale per la sua maturazione e l’apprendimento.
Ci sono poi delle strategie ulteriori che una mano esperta sa attuare per facilitare
ancor di più lo spostamento e l’avanzamento del bambino col deambulatore, come
per esempio l’inclinazione anteriore del deambulatore stesso. In genere i bambini utilizzano questi dispositivi per spostamenti brevi in ambiente protetto (casa,
scuola, ospedale, istituto) e poco all’esterno. Per gli spostamenti lunghi accettano
più facilmente la carrozzina perché sono più veloci e si stancano meno. L’uso dei
deambulatori, per questi bambini, non deve però essere abbandonato; esso rappresenta comunque una valida alternativa di spostamento in situazioni di terapia
e di esercizio motorio. Infatti, anche se l’obiettivo finale non è quello di ottenere
un cammino autonomo, il training alla deambulazione può avere il vantaggio di
rinforzare la muscolatura, irrobustire lo scheletro, stimolare l’intelletto del bambino,
aiutarlo ad interagire con gli altri.
Questi ausili vanno assegnati il momento giusto nel percorso riabilitativo: un bambino non può aspettare un anno prima di ricevere un deambulatore di cui ha bisogno in un momento ben preciso della sua crescita e della sua riabilitazione. Se
questo passaggio non viene fatto al momento giusto il rischio è che si perda l’opportunità di un cammino funzionale per sempre.
23
PAGINA
GRAFICA
24
APPROFONDIMENTO:
LE POSIZIONI NON ADEGUATE
O PATOLOGICHE
A - Posizione a W o posizione tra i talloni
Le anche sono in flessione, adduzione e intrarotazione. Le
ginocchia sono flesse e i piedi in flessione plantare. Questi elementi, se mantenuti in modo prolungato nel tempo, rendono difficoltoso il raggiungimento della stazione
eretta. Ciò è vero per tutti i bambini, ed in particolare per
i bambini con disabilità che causano ipertono (aumento
abnorme del tono muscolare) ai muscoli. Infatti non
viene favorita la fisiologica crescita e posizionamento
del collo femorale. In altre parole, l’osso della coscia
matura in modo anomalo, e il rischio è che il bimbo
cresca con le cosce intraruotate, e di conseguenza le ginocchia che si toccano e i piedi sono rivolti verso l’interno.
acetabulo
testa del
femore
collo del
femore
femore
B - Schema estensorio
Il bambino che a causa dell’ipertono muscolare mantiene o assume spesso questo
schema patologico, in posizione seduta non
flette le anche a sufficienza. La testa rimane
estesa e il bacino tenderà a scivolare verso
il bordo del sedile.
25
In questo caso, sarà utile provare a
posizionare correttamente il bacino,
flettendo notevolmente le anche ed
eventualmente la testa.
Si possono flettere le anche diminuendo l’angolo della seduta (l’angolo che
si forma tra il sedile e lo schienale) e si
può flettere la testa grazie ad un avanzamento del poggiatesta.
Possiamo così “rompere” lo schema
patologico e facilitare il bambino nel
mantenimento della posizione seduta
corretta.
Se queste modifiche non dovessero
bastare, possiamo basculare la seduta.
Il basculamento, cioè la possibilità di inclinare il piano di seduta mantenendo
invariata la reclinazione dello schienale, permette di trovare anche la posizione
che dà maggior stabilità e comfort al bambino e di variarla a seconda delle diverse
attività della giornata: più inclinata per riposare, guardare la televisione o ascoltare
musica, meno inclinata per scrivere, lavorare al computer, mangiare…
!
26
Divaricatore
Da notare: il divaricatore non serve per fissare il bacino, ma per favorire l’abduzione
delle cosce.
C - Schema flessorio
Il bambino che a causa dell’ipertono muscolare mantiene o assume spesso questo
schema patologico, in posizione seduta flette troppo le anche, sbilanciandosi in avanti,
con il rischio di cadere. La testa e il collo
rimangono piegati e il bambino non riuscirà
ad esplorare l’ambiente circostante perché
lo sguardo rimane rivolto verso il basso.
In questo caso sarà utile aumentare leggermente l’angolo della seduta, reclinando lo schienale indietro.
Può inoltre essere utilizzato un tavolino con incavo, che inviti il bambino a
rimanere appoggiato con il busto allo schienale. Se non fosse sufficiente tale
accorgimento, si può sempre ricorrere alle cinture o pettorine toraciche.
Questo tavolo diventa di fondamentale importanza
nel momento in cui si vuole richiedere al bambino
di compiere un’attività (mangiare, disegnare, scrivere,
giocare, manipolare un oggetto…) poiché offre un
piano d’appoggio, offre contenimento e dà la possibilità di sfruttare tutte le potenzialità del bambino poiché si può inserire in un sistema posturale che
mantiene una adeguata posizione seduta.
27
RICORDARSI che…
La posizione seduta adeguata è il punto di partenza per lo svolgimento
di un’attività.
Fig. 1
Fig. 2
NOTA BENE
Gli elementi causati dagli schemi patologici se mantenuti per lungo tempo, portano a posture viziate che si fissano e che portano, a loro volta a
complicanze secondarie quali contratture, retrazioni, deformità.
D - Circolo vizioso
Spesso nei bambini con disabilità causate da danni al sistema nervoso centrale, si
riscontra l’ipertono.
L’ipertono genera contratture nei muscoli, le quali causano uno squilibrio muscolare, che porta il bambino ad assumere posture scorrette, asimmetriche. Mantenute
nel tempo, queste posture diventano causa di retrazioni muscolari, che fissano le
parti del corpo in modo anomalo (deformità ossee).
Questo è da tenere a mente sempre, in particolare quando il bambino si trova nella
fase di rapida crescita staturo-ponderale (tra i 7 e i 14 anni).
La deformità sarà più grave quanto più l’ipertono è forte e il bambino è lasso (perché le articolazioni si lasciano deviare più facilmente).
E’ un circolo vizioso che va spezzato il prima possibile. Possiamo intervenire notevolmente nella postura (vedere freccia rossa nel box seguente).
Come? Servendoci degli ausili.
Da qui l’importanza di cambiare spesso posizione e dunque, l’importanza dell’utilizzo dell’ausilio e della necessità di regolarlo a seconda delle necessità.
28
!
Cambiare posizione è importante anche per evitare il rischio di piaghe da decubito.
EVOLUZIONE DELLE DEFORMITÀ MUSCOLO SCHELETRICHE
IPERTONO - CONTRATTURA
SQUILIBRIO MUSCOLARE
(TRA MUCOLI IPERTONICI E ANTAGONISTI DEBOLI)
PROLUNGATO ATTEGGIAMENTO PATOLOGICO
(DA POSTURE VIZIATE)
RETRAZIONE PARTI MOLLI
(ACCELLERATA NELLA CRESCITA SOMATICA)
FISSAZIONE DELLA POSIZIONE PATOLOGICA
DEI SEGMENTI
DEFORMITA’ OSTEO-ARTICOLARI
(PEGGIORI IN PRESENZA DI IPERLASSITA’
LEGAMENTOSA)
E - Retrazioni tipiche muscolo tendinee
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Estensori del capo
Adduttori del braccio
Flessori del gomito
Pronatori dell’avambraccio
Flessori ulnari del carpo
Adduttori del pollice
Adduttori dell’anca
Flessori dell’anca
Flessori del ginocchio
Flessori plantari del piede
F - Deformità osteo articolari tipiche
•
•
•
•
Cifosi dorsale
Scoliosi dorso-lombari
Lussazione dell’anca
Piatto-valgismo del piede con
caduta mediale dell’astragalo
29
Se il tono è fluttuante (ipertono e ipotono, in momenti diversi) e dunque il bambino
è soggetto a continui, rapidi, involontari cambiamenti di posizione, il rischio di
retrazioni muscolari e deformità ossee è minore perché il bambino cambia posizione
spontaneamente. In questo caso il problema principale sarà l’opposto: al bambino
servirà una strategia per mantenere una posizione corretta, così da essere facilitato
ad utilizzare un segmento corporeo per compiere un’attività.
Ancora una volta, però, in questo ci vengono in aiuto gli ausili.
!
NOTA BENE
Il bambino seduto in modo asimmetrico, non corretto, aumenta il rischio di
scoliosi e asimmetria degli arti inferiori (che aumenta il rischio di lussazione
dell’anca)
G - Sublussazione dell’anca
Fattori favorenti:
•
•
•
•
•
30
Muscoli adduttori ipertonici accompagnati da abduttori deboli
Valgismo del collo femorale
Cavità acetabolare poco concava
Asimmetria arti inferiori
Carico ritardato
In presenza di determinati tipi di disabilità, alcuni muscoli del corpo del bambino
sono ipertonici.
Quando i muscoli adduttori sono ipertonici, “tirano” l’osso della coscia verso l’interno
(vedere direzione della freccia). I muscoli abduttori, che sono generalmente deboli,
non riescono ad opporre una forza necessaria per mantenere la testa del femore
all’interno della cavità acetabolare del bacino.
Questa è la causa di natura muscolare della sublussazione dell’anca.
Ci sono anche fattori predisponenti di natura ossea: la forma anatomica delle ossa
del bacino e del femore nei bambini con disabilità.
Spesso questi bambini non iniziano a camminare all’età di 1-2 anni, seguendo lo
sviluppo motorio normale. Spesso cominciano ad alzarsi in piedi o a camminare
più tardi. Normalmente il bambino nasce con delle caratteristiche ossee particolari:
la cavità acetabolare che contiene la testa del femore è poco concava e il collo
del femore (quella parte di osso che unisce la testa del femore alla parte lunga
dell’osso stesso) è poco obliquo. Quando il bambino comincia ad alzarsi e quindi
a caricare peso del proprio corpo sulla struttura ossea, essa si modifica: la cavità
si accentua e così anche l’obliquità del collo femorale. In questo modo la testa del
femore si “incastra” meglio all’interno della cavità acetabolare.
Quando il carico è ritardato a causa della disabilità, le ossa non si modificano e
aumenta il rischio di fuoriuscita completa o parziale della testa del femore dalla sua
sede anatomica.
Da qui l’importanza dell’ausilio per la posizione seduta e anche per la posizione
eretta.
bacino
cavità
acetabolare
muscoli
abduttori
testa del
femore
La freccia rossa indica la
direzione in cui i muscoli
adduttori “tirano” andando
a costituire una situazione
favorevole all’uscita
della testa femorale
dell’acetabolo.
collo del
femore
muscoli
adduttori
femore
H - Criteri da osservare per garantire il migliore supporto possibile
Larghezza del sedile:
Il sedile non deve essere troppo stretto,
altrimenti causerebbe lesioni da decubito a
livello delle anche, né troppo largo, altrimenti
non garantirebbe sufficiente stabilità al bacino.
Regola: il sedile deve essere largo “la larghezza
del bacino del bambino + 2 cm per parte”.
NOTA BENE
Il sedile ideale rimane comunque quello regolabile in larghezza, poiché
lo spessore dei vestiti invernali rispetto a quelli estivi fa la differenza.
Sarebbe quindi importante poter adattare la larghezza del sedile in base
all’abbigliamento del bambino: ridurre la larghezza quando fa caldo,
poiché i vestiti occupano poco spazio, allargarla quando fa freddo,
poiché i vestiti sono più ingombranti.
31
32
Profondità del sedile
Il sedile non deve essere troppo profondo altrimenti
il bacino non potrebbe rimanere ben appoggiato
allo schienale (e di conseguenza neanche il tronco);
inoltre il bordo del sedile sarebbe in contatto con la
pelle dietro il ginocchio, provocando dolore. Il sedile
non deve nemmeno essere troppo poco profondo,
altrimenti le cosce del bambino non sarebbero
supportate completamente, e si creerebbe così un
addensamento di pressione a livello delle cosce, che
aumenterebbe il rischio di piaghe da decubito. Regola:
il sedile deve essere profondo “lunghezza della coscia
(dalla schiena al ginocchio, posteriormente) – 2 cm”.
Altezza dello schienale
Lo schienale deve essere alto tanto quanto è necessario
per dare stabilità e sicurezza al bambino. Dipende
dunque dalla sua capacità di controllo del tronco.
Regola: se un bambino ha buon controllo del tronco, lo
schienale può arrivare sotto le spalle; uno schienale più
alto non è necessario e potrebbe addirittura essere di
ostacolo ai movimenti volontari del bambino. Si pensi
alla persona paraplegica (con le gambe paralizzate):
quasi sempre lo schienale della sua carrozzina è
piuttosto basso poiché non ne trarrebbe nessun
beneficio, avendo la possibilità di muoversi molto con
il tronco e le braccia…anzi, uno schienale più alto gli
impedirebbe di fare certi movimenti.
Se invece il controllo del tronco è deficitario, si
opterà per uno schienale alto fin sopra le spalle, per
dare sostegno e contenimento al bambino, che solo
così avrà la possibilità di svolgere altre attività, per
esempio, di manualità.
Lunghezza della pedana
Le pedane non devono essere troppo lunghe,
altrimenti il bambino non appoggerebbe i piedi, che
tenderebbero a rimanere sempre con le punte verso il
basso (a causa della forza di gravità e dell’eventuale
presenza di ipertono), con il rischio di provocare
retrazioni muscolari a livello del muscolo tricipite
surale; inoltre verrebbe a mancare la stabilità del
bacino. Le pedane non devono essere troppo corte
altrimenti si creerebbe un addensamento di pressione
a livello di bacino, aumentando il rischio di piaga da
decubito.
Regola: le pedane devono essere alte “la lunghezza
della gamba da tallone al punto dietro il ginocchio”.
CONCLUSIONE
“Ciascun fattore può influire sulla vita della persona in modo positivo
(facilitatore) o negativo (barriera) a seconda di come è fatto:
vale il principio Good design enables; bad design disables
(Ciò che è ben progettato produce abilità; ciò che è mal progettato produce disabilità).” *
Se al bambino con disabilità viene offerto l’ausilio giusto, nel tempo giusto e un
ambiente dove possa utilizzarlo il processo di riabilitazione potrà avere successo. In
questo modo viene offerta al bambino la possibilità di sfruttare al massimo tutte le
sue abilità, di svolgere attività che altrimenti non riuscirebbe a svolgere, di vivere
e muoversi nell’ambiente di casa con maggiore facilità, di essere inserito nella
società. Viene offerta, in sostanza, al bambino, la possibilità di dare il meglio di sé.
“I limiti si fanno soglia. Il limite blocca, costerna,
paralizza; la soglia è un invito a varcarla, a oltrepassarla.
Nessun limite solo soglie: questo è il monito dell’Eroe.”
Gianluca Magi - Il Gioco dell’Eroe
* Citazione tratta da “Valutare, consigliare, prescrivere gli AUSILI - Tecnologie al servizio delle persone con
disabilità: guida per operatori della riabilitazione”, Renzo Andrich – Linea I QUADERNI della Fondazione
Don Gnocchi, Ed. IRCCS Fondazione Don Gnocchi – 2014
33
Puoi trovare i nostri prodotti sul sito
www.fumagalli.org
34
Mitico
E’ pensato per i bambini che
hanno bisogno di un sistema di
postura modulare, utilizzabile
sia in casa che all’esterno.
Grazie ai numerosi accessori,
assicura il mantenimento ed
il controllo di un’appropriata
postura
seduta
durante
l’arco di tutta la giornata,
lasciando libertà al bambino
di partecipare alla vita che si
svolge intorno a lui.
Pliko
E’ un passeggino chiudibile,
dotato dei necessari supporti
per il contenimento posturale
ma caratterizzato da un
sistema di chiusura che
consente il ripiegamento con
una semplice manovra, da
un peso molto ridotto e da
dimensioni contenute che gli
consentono di essere utilizzato
durante gli spostamenti brevi.
Shifu
Linea
di
stabilizzatori
per la postura eretta in
configurazione
prona,
supina,
o
prona-supina,
progettati in diverse misure
per adattarsi alle necessità di
bambini, ragazzi e adulti (con
movimentazione
elettrica).
La linea prevede anche
una serie di accessori per
la personalizzazione dello
stabilizzatore che permette
di seguire in modo preciso
il percorso riabilitativo della
persona.
X-Tend
E’ uno stabilizzatore per la
postura eretta, regolabile
in inclinazione da 0° a 50°
per consentire di aumentare
il carico sugli arti inferiori
in modo graduale. La sua
particolare struttura consente
una precisa stabilizzazione
del bacino grazie al sistema
che regola l’abduzione delle
anche per meglio “centrare”
le teste femorali all’interno
dell’acetabolo.
35
36
Remy
E’ un deambulatore pediatrico
destinato a bambini dai da
3 a 10 anni con difficoltà di
movimento, progettato per
l’apprendimento al cammino
prevalentemente in ambito
riabilitativo, ma ideale per
muoversi anche a casa o
a scuola grazie al design
particolarmente
giocoso
e colorato che invoglia il
bambino all’utilizzo come se
fosse su un normale gioco
cavalcabile.
Robin
Stabilizzatore
per
statica
eretta, funzionale e di utilizzo
immediato,
caratterizzato
da un’immagine elegante ed
essenziale che si armonizza
con una semplicità di utilizzo
e velocità nell’effettuare le
regolazioni. Permette un facile
accesso sia dalla posizione
seduta sia dalla posizione
eretta, con la pedana situata
a livello molto basso.
Oibo
Seduta in legno progettata per
i più piccoli, stabile, comoda,
caratterizzata da un aspetto
giocoso, adatta ai bambini da
2 a 7 anni.
Realizzata
in
materiali
naturali e totalmente atossici,
regolabile velocemente, con
una struttura che permette
di adattare la seduta al
bimbo per farlo sentire
sicuro e “abbracciato”, Oibò
è la soluzione ideale per
permettere anche ai bambini
con
bisogni
speciali
di
socializzare con i propri amici,
giocare insieme a loro e vivere
appieno ogni situazione, fin
dalla scuola materna.
Dory è un seduta destinata ai
bambini e ragazzi dai 4 ai 12
anni di età che hanno bisogno
di sostegni posturali durante le
attività ricreative o didattiche. È
una seduta estremamente stabile
e robusta, con un’imbottitura
morbida e colorata, piacevole al
tatto, che può essere abbinata
ad un banco ampio oppure ad un
tavolino, applicabile ai braccioli,
per favorire le attività del bimbo:
Dory è un vero e proprio sistema
attivo progettato per incoraggiare
il gioco o lo studio dei bambini con
bisogni speciali.
37
Siedo&Gioco
E’ un morbido sistema
multifunzione che permette
al bambino fin dai primi mesi
di vita di essere posizionato
nelle diverse posture -seduto,
prono, supino o di lato- nella
massima sicurezza e comfort.
Da quasi quarant’anni Fumagalli è presente sul
mercato nazionale e su quelli internazionali con
prodotti che, dedicati in origine ai bambini con
disabilità, sono diventati un must per tutte le
situazioni in cui è opportuno avere un contesto
morbido per le attività.
L’attenzione a bambini con “bisogni speciali”
ci ha imposto grande cura e competenza nella
progettazione delle forme, nella scelta dei colori,
nell’individuazione dei materiali più idonei a ogni
singolo oggetto, senza tralasciare l’esigenza di un
insieme armonico: modularità, differenti consistenze
delle imbottiture, rivestimenti di vario tipo per dare
risposte e sensazioni diverse.
38
Clicca e scopri i nostri siti
www.fumagalli.org
oltremorbido.fumagalli.org
Elisa Lupo, Fisioterapista
Elena Nuozzi, Illustratrice
39
40
Fumagalli srl
Piazza Puecher 2
22037 Ponte Lambro (CO)
Tel. (+39) 031 33 56 811
Fumagalli
Fax
(+39) srl
031 622 111
Piazza Puecher 2
www.fumagalli.org
22037 Ponte Lambro (CO)
Tel. (+39) 031 33 56 811
Secondo
Manuale
Postura
Fax (+39)
031 622
111Ottobre 2015
www.fumagalli.org