call for paper x il 24 giugno Milano_cutraro
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Trattamento del cibo di scarto e rifiuti alimentari per ottenere una biomassa (B.O.E.D.) da utilizzare come mangime per animali, concime/fertilizzante e CSScombustibile in impianti a biomasse solide o in alternativa a vari combustibili fossili. V. CUTRARO * * Ricercatore nel trattamento rifiuti – Viale Balena bianca, 32 in Contrada Bove Marino - 96017 Noto ( SR ), Italia Premessa Lo spreco alimentare è un paradosso del nostro tempo e riguarda tutti i passaggi che portano gli alimenti dal campo alla tavola e colpisce indistintamente tutti i paesi. In quelli più ricchi la parte preponderante degli sprechi alimentari avviene a livello domestico e si calcola uno spreco alimentare di circa 150 Kg /annuo pro-capite ed almeno il 60% di questo spreco potrebbe essere evitato. Gettando via questo cibo si spreca materia ed energia e questa ricerca vuole dimostrare che recuperare il cibo di scarto prodotto in ambito domestico vuol dire recuperare materia ed energia che è contenuta nel rifiuto alimentare ed utilizzabile in svariati settori. Attualmente la normativa in vigore sui rifiuti (D.lgs 152/2006 e vari decreti attuativi) permette di recuperare il rifiuto organico e trattarlo in impianti di compostaggio o in impianti di digestione anaerobica, ma quando non esistono impianti di questo tipo, il rifiuto organico va in discarica e proprio qui si riscontrano quei problemi che tutti conosciamo ( biogas, percolato, impatti ambientali di non facile soluzione, CO2, cattivi odori, ecc ). La ricerca vuole dimostrare che trattando l’organico “porta a porta” , rifiuti agro-alimentari , scarti di cibo, rifiuti da ristorazione ecc. si può ottenere una biomassa che può essere utilizzata nel settore mangimistico, come concime e/o fertilizzante o CSS-Combustibile. 1.INTRODUZIONE Da questa premessa nasce l’idea di progettare un impianto di recupero e trattamento di cibo di scarto proveniente da raccolta “porta a porta” da utenze domestiche, al fine di evitare che questo cibo possa andare in discarica o in alternativa in impianti di compostaggio o in digestione anaerobica. L’impianto tratterà solo cibo di scarto e dopo varie fasi di trattamento si otterrà una biomassa che potrà essere utilizzata come CSS-Combustibile o mangime per animali o come Concime/Fertilizzante o altri usi. Il processo di trattamento si basa fondamentalmente sulla fase di Essiccazione, fase che permette l’ottenimento di una Biomassa “B.O.E.D.” (Biomassa Organica Energetica Disponibile) con una Umidità < 5% e avente tutte le caratteristiche Chimiche, Nutrizionali e Microbiologiche che ne fanno un “Prodotto” da poter essere immesso sul mercato come “materia prima “ da destinare ai mangimifici o da utilizzare per alimentare la caldaia a vapore annessa all’impianto di essiccazione. La ricerca vuole dimostrare che la Biomassa prodotta dall’essiccazione del cibo di scarto, dopo opportuno trattamento, può essere utilizzata, tutta o in parte, o per alimentare la caldaia a vapore annessa all’impianto di essiccazione o per tutti gli usi previsti dalle normative attualmente in vigore .Il trattamento proposto in ricerca non utilizza fanghi di depurazione e nemmeno sfalci di vegetazione, ma solamente cibi di scarto selezionati provenienti da un ambito domestico e da raccolta “porta a porta” giornaliera. La ricerca ha dimostrato che la biomassa ottenuta dalla frazione organica dei rifiuti da cucina e ristorazione ( resti di carne, verdure, pesci, frutta, caffè, pasta, ecc. ) previo lavaggio, triturazione , centrifugazione, essiccazione, vagliatura ed eventuale igienizzazione, può essere utilizzata nella produzione di mangimi per animali e nel settore delle energie alternative pulite. Su questa biomassa si è determinato il profilo chimico e nutrizionale (umidità, proteine grezze, grassi grezzi, ceneri grezze, fibra grezze, NDF, ADF, ADL, amido e zuccheri) ed il profilo microbiologico (Salmonella spp, Listeria monocytogenes e Clostridi solfiti riduttori ) e dai risultati delle analisi chimiche si è potuto catalogare la B.O.E.D. come una “materia prima” a norma del Reg.(UE) n°68/2013 e quindi utilizzabile nel settore della produzione di mangimi. A questo punto si è pensato di realizzare un impianto industriale che possa trattare scarti di cibo proveniente dalla raccolta differenziata “porta a porta” mediante un trattamento prevalentemente meccanico composto da varie fasi, al fine di produrre una “biomassa stabile” da utilizzare nella produzione di mangimi, pellet per stufe e nel campo delle energie alternative pulite. L’idea di produrre questa B.O.E.D. è nata a seguito della ricerca presentata a “Sardinia Symposium 2013” per la produzione di “materia prima” come da Regolamento (UE) n°68/2013 ottenuta dalla frazione organica dei rifiuti da cucina e ristorazione ( resti di carne, verdure, pesci, frutta, caffè, pasta, ecc. ) che previo trattamento di lavaggio, triturazione , centrifugazione, essiccazione, vagliatura ed eventuale igienizzazione, viene utilizzata nella produzione di mangimi per animali. Partendo da questa “materia prima” con P.C.I. di circa 6000 kcal/kg, si è pensato ad una utilizzazione nel settore energetico e quindi si è pellettizzata la B.O.E.D. eseguendo prove di combustione in stufe a pellet. Le prime prove di combustione hanno dimostrato la reale possibilità di questo riutilizzo e da questi positivi riscontri ci si è chiesto del perché non provare ad utilizzarla anche nel settore delle energie alternative pulite. Attualmente la ricerca sta approfondendo la progettazione e la realizzazione di impianti di trattamento di varie dimensioni, anche di 60 tonn./giorno , per la produzione della B.O.E.D.. Si è progettato e realizzato un “impianto di sperimentazione e di ricerca” di 1500 Kg./giorno ( D.lgs. 152/2006, art.211), attualmente presente presso la Facoltà Veterinaria di Messina, che utilizzerà “waste food” proveniente da raccolta “porta a porta” e rifiuti agro-alimentari da mercati e supermercati ,che produrrà biomassa a bassi costi energetici ed in tempi di produzione accettabili ( max 2 ore ). Si stanno eseguendo alcune modifiche agli impianti da 30-60 tonn./giorno per farli funzionare con una caldaia che utilizzerà parte della biomassa ottenuta dal trattamento. 2.METODO DI RICERCA 2.1 Sistema di Lavaggio I rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata “porta a porta” e gli altri rifiuti organici, vengono avviati ad un sistema di lavaggio temporizzato e selezionati da personale qualificato, che tramite vaglio a cestello toglie quei rifiuti non adatti alla produzione della biomassa, che per distrazione sono finiti nel contenitore utilizzato dal cittadino per la raccolta dei cibi di scarto (carta, plastica, sostanze tossiche, vetro, ecc.). La fase di lavaggio è di estrema importanza, ciò per evitare che qualsiasi sostanza nociva possa essere presente nella biomassa, dato l’utilizzo nella produzione di mangimi per animali. L’acqua di lavaggio verrà avviata ad un impianto di depurazione o sversata in fogna, evidentemente dopo le opportune analisi fisico-chimiche. 2.2 Triturazione Il sistema di triturazione consiste nel triturare i “waste food” con H2O in modo da ottenere un prodotto semiliquido/pastoso adatto ad essere avviato alla fase di centrifugazione, tramite coclea, in una centrifuga bifase. 2.3 Centrifugazione La centrifuga permetterà di togliere circa il 60-70% di umidità al rifiuto trattato e lo renderà idoneo per essere avviato alla fase di essiccazione. La centrifuga lavorerà in continuo e non verranno utilizzati polielettroliti o altri additivi che comprometterebbero i risultati finali per cui la ricerca è nata. La fase liquida che uscirà dalla centrifuga verrà inviata in testa alla fase di triturazione. 2.4 Essicazione La fase di essiccazione è la fase più importante per tutto il sistema di ricerca e solo dopo un grande studio di ricerca, sperimentazione e progettazione si è riusciti a brevettare un ”DRYER” che ha permesso l’ottenimento di una biomassa stabile nel tempo, denominata B.O.E.D. “Biomassa Organica Energetica Disponibile”. L’essiccazione avviene all’interno di un “DREYER” riscaldato con delle “serpentine” dove scorre olio adiatermico a 180°C e questa temperatura fa si che all’interno del “DREYER” si possa avere vapore a circa 130°C che permetterà di ottenere l’essiccazione dei rifiuti organici e quindi una biomassa polverulenta facilmente trasportabile e stabile nel tempo. 2.5 Twist-screen Questa fase permette di triturare la biomassa e dal quadro sinottico annesso al twist screen, si programmeranno le dimensione granulometriche della B.O.E.D. e questa si invierà, tramite coclea, alla fase di insaccamento in dei Ton-bag. 2.6 Igienizzazione Dal punto di vista della nutrizione animale l’utilizzo della biomassa è fattibile se si riesce a separare la parte di “waste food” di origine animale, latte e derivati, pesci e derivati, carni e derivati, da tutto ciò che è 100% vegetale e quindi differenziare ciò che possiamo dare a cani e gatti, da quello che possiamo dare ai rimanenti animali. L’igienizzazione viene effettuata sulla biomassa finale con umidita di circa 5-7 % sottoponendola a processo di sterilizzazione in autoclave per sanificarla e formulare apposite linee di prodotti per i cani e gatti o per altri animali. Le analisi standard che si sono fatte sulla biomassa da utilizzare nella produzione di mangimi, servono per un giusto collocamento per quella categoria di animali da individuare. Oggi in alimentazione animale si formulano mangimi per categoria, per tipologia di produzione, per momento fisiologico, per fase produttiva per destinazione finale di prodotto, ecc. ecc. e sarà pertanto necessario su lotti importanti di “waste food” avere certezze nella produzione di biomassa che può essere impiegata in mangimificio insieme alle altre materie prime, ovviamente anche tenuto conto del Reg.(CE) n°178 e sulla sicurezza alimentare. 3. PROCESSO DI TRATTAMENTO DEI “WASTE FOOD” 3.1 SCHEMA GENERALE DEL PROCESSO DI TRATTAMENTO Il processo per ottenere biomassa dai “waste food” viene riportato su questo schema in cui vengono evidenziate tutte le fasi più importanti di trattamento. 3.2 FLUOGRAMMA DEL PROCESSO DI ESSICCAZZIONE (caldaia a vapore) Il fluogramma di processo di essicazione sotto riportato è stato progettato e realizzato per una potenzialità di trattamento di 5 tonnellate/giorno di “ waste food ” utilizzando una caldaia a vapore che genera calore di circa 180°C tramite “serpentine”, dove scorre olio diatermico e all’interno del “DRYER si genera vapore di circa 130°C. La caldaia può essere alimentata a biomassa solida o in alternativa a gasolio o a corrente elettrica. 4. Analisi chimico-fisiche sulla Biomassa “B.O.E.D.” La biomassa ottenuta dal processo di trattamento è stata avviata al laboratorio chimico per la determinazione del profilo chimico nutrizionale e del profilo microbiologico al fine di ricercare tutti quei parametri che normalmente si determinano sulle “materie prime” che vengono utilizzate nei mangimifici . I parametri ricercati per il profilo chimico nutrizionale sono stati i seguenti: • Umidità • Proteine grezze • Grassi grezzi • Ceneri grezze • Fibra grezza • NDF • ADF • ADL • Amido • Zuccheri Il profilo microbiologico è importantissimo per la verifica del rischio microbiologico dei mangimi per animali destinati alla produzione alimentare ( EFSA “ European food safety authorty” ) i parametri ricercati sono stati i seguenti: • Salmonella spp • Listeria monocytogenes • Clostridium spp La Salmonella spp e la Listeria monocytogenes sono i principali pericoli di contaminazione microbica dei mangimi e quindi devono essere assolutamente assenti. Se dovesse essere necessario per il Clostridium spp ( solo se superiore a 10.000 UFG/g ) si può procedere ad una fase di igienizzazione, sottoponendola a processo di sterilizzazione in autoclave per sanificare la biomassa per circa 10 minuti al fine di procurare uno “shock termico” che impedirebbe definitivamente la proliferazione di queste spore antimicrobico-resistenti o geni antimicrobico-resistenti. La fase essiccazione a 180° con caldaia a vapore ha rilevato l’assenza di contaminanti microbici di qualsiasi tipo e la sterilizzazione in autoclave si renderà necessaria solo in casi eccezionali, che fino adesso durante tutte le fasi di sperimentazioni non si sono rilevate. Tabella 1. “Materia prima”: Profilo chimico nutrizionale e profilo microbiologico. PROVA Unità di misura Valore Metodo analitico Umidità Proteina grezza Grassi Ceneri Amido Cellulosa NDF ADF ADL Clostridi Clostridi solf.riduttori Listeria, salmonella % % % % % % % % % UFC/g 25g 25g 5.5 18.5 9.3 4.9 37.2 3.2 55.0 8.2 7.0 Reg.(CE) 152/2009 Reg.(CE) 152/2009 Reg.(CE) 152/2009 Reg.(CE) 152/2009 Reg.(CE) 152/2009 Reg.(CE) 152/2009 Reg.(CE) 152/2009 Reg.(CE) 152/2009 Reg.(CE) 152/2009 1500 Assente Assente ISO 7937 2004 UNI EN ISO 11290 UNI EN ISO 6479.2008 5. RISULTATI E DISCUSSIONE La metodica applicata e le analisi chimiche hanno confermato la possibilità di poter utilizzare “WASTE FOOD” nella produzione di mangimi, concime/fertilizzante e CSS-combustibile. Bisogna sottolineare che vi sono diversi tipi di mangimi (mangime complementare per vacche da latte, mangime complementare per bovini, pet food per cani e gatti, mangime complementare per ovini e suini, mangime per pesci da acquario, ecc.) ed ognuno ha la propria composizione e componenti analitici, quindi nella produzione di questa biomassa, bisogna sapere che per i mangimi destinati ai bovini e per quelli da vacche da latte è vietata la presenza di carne e di ossa di qualsiasi tipo, mentre per gli altri tipi di mangimi la normativa permette la presenza anche di carne e pesci ( pet food per cani e gatti, mangime per suini ed ovini, ecc.). L’alto Potere Calorifico Inferiore ( 5880 kcal/kg e 25,7 MJ/kg ) di questa Biomassa, maggiore di quello del Pellet (4500 kcal/kg ) e non lontano dal PCI del Coke che viene utilizzano nelle centrali termoelettriche (7000 kcal/kg ) induce ad una seria riflessione ed approfondimenti su questi valori energetici e bisogna considerare che la biomassa prodotta rientra tra gli “end of waste”(Decreto Ministeriale 6 luglio 2012) . Un altro aspetto da considerare è la drastica riduzione del volume del rifiuto organico ( circa 2/3 ) e la facilità di trasporto di questa Biomassa (Ton-bag o container) e se per necessità si volesse smaltire in discarica, i volumi sarebbero ridotti di 2/3 e sicuramente si accelererebbero tutti i processi biochimici legati alla trasformazione della sostanza organica, quindi si ridurrebbero anche i tempi per la produzione di biogas e di percolato, per non parlare dei cattivi odori che si hanno in una normale discarica per rifiuti solidi urbani. 6. CONCLUSIONI L’innovazione a questo tipo di approccio presuppone il recupero dell’organico dai rifiuti domestici “porta a porta” e dei rifiuti alimentari da grandi catene di distribuzione scaduti o in scadenza , alfine di evitare che vadano presso impianti di compostaggio o in digestione anaerobica. Non possiamo permetterci di sprecare materia ed energia proveniente dai rifiuti organici , ne tanto meno alimentare impianti che distruggono questa risorsa. Bisogna cambiare rotta e quindi cambiare il modo di vedere i rifiuti urbani, la ricerca proposta va in questa direzione e vuole essere un’alternativa agli impianti di compostaggio e di digestione anaerobica. Bisogna evitare assolutamente che l’organico /umido, vada sprecato e il recupero di materia ed energia da questi rifiuti deve essere prioritario ed indispensabile per sovvertire le vecchie tendenze e tecnologie fin adesso proposte. La ricerca ha dimostrato che dai “wast food” tramite un processo di trattamento di lavaggio, triturazione, centrifugazione, essiccazione ed eventuale igienizzazione, si può ottenere una “materia prima” a norma del Reg.(UE) n°68/2013 da poter essere utilizzata nella produzione di mangimi. Il mangime si produce nei mangimifici con le diverse “materie prime” catalogate nel Regolamento (UE) n°68/2013 e dal trattamento proposto in ricerca, otteniamo una Biomassa che ha tutte le caratteristiche chimico-nutrizionale e microbiologico richiesti dalle normative sui mangimi e quindi utilizzabile nella produzione di mangime per animali. Prove di combustione (CSS-Combustibile), dopo eventuale pellettizzazione, hanno dimostrata la reale possibilità di utilizzare la B.O.E.D. in impianti a biomasse solide, su caldaie a biomassa, su stufe a pellet e nel settore delle energie alternative pulite, in sostituzione ai combustibili fossili attualmente utilizzati. In ultima analisi si vuole ricordare quanto asserito dal Decreto Ministeriale 6 luglio 2012 che stabilisce le nuove modalità di incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili (CSS-combustibili), quale appunto è la biomassa prodotta con questo nuovo impianto di trattamento per “waste food” essendo tra l’altro un ”end of waste” così come riportato dal Decreto Ministeriale 6 luglio 2012. BIBLIOGRAFIA [1] Cutraro V. Trattamento dei “rifiuti da cucina e ristorazione” per l’ottenimento di “materia prima” come da Regolamento (UE) n°68/2013, da utilizzare nella produzione di mangimi per animali o per altri usi. 14th international waste management and landfill Symposium, Settembre 2013. [2] Cutraro V. “TrattamentoWaste food ” per l’ottenimento di una biomassa da utilizzare nella produzione di mangimi per animali e CSS-Combustibile” - Brazilian Association of ABES Sanitary and Environmental Engineering, Giugno 2014 [3] Cutraro V. “ Trattamento “waste food” per ottenere una biomassa (B.O.E.D.) da utilizzare nella produzione di mangimi, pellet per stufe e in alternativa a vari combustibili fossili.” Rimini ECOMONDO Novembre 2014 - Sessione poster. Regolamento (UE) n.68/2013 “catalogo delle materie prime per mangimi ”. Regolamento (CE) n. 1069/2009 “recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano”. Regolamento (CE) del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2002 n°178 “Stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l'Autorità Europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare” DECRETO LEGISLATIVO 3 aprile 2006, n. 152. Norme in materia ambientale. Decreto legislativo 3 dicembre 2010, n.205 "Disposizioni di 2008/98/CE relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive". attuazione della direttiva DECRETO LEGISLATIVO 29 aprile 2010, n. 75. “Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti”. Decreto Ministeriale 6 luglio 2012 “Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibile solidi secondari……” Senato della Repubblica (XVII Legislatura) del 18.06.2014 promozione di un “Patto globale per il cibo” per EXPO 2015. “I. Discussione di mozione sulla