AUTOVALUTAZIONE DELL`APPRENDIMENTO Se - Endo-fap

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AUTOVALUTAZIONE DELL`APPRENDIMENTO Se - Endo-fap
AUTOVALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO
Se valutare una situazione significa prenderne in esame ogni aspetto,
esprimendo poi un giudizio o un’opinione, il termine auto-valutare può essere
inteso come analizzare qualcosa che si è prodotto ed esternare un giudizio su
ciò. Nell’ambito dell’istruzione, il concetto di autovalutazione implica diverse
metodologie di apprendimento.
Secondo Boud, lo studio sull’autovalutazione può essere suddiviso in:
quantitativo, pragmaticamente qualitativo e concettuale.
Il primo, di origine americana, si fonda sul confronto fra la valutazione del
profitto fatta dagli studenti e quella elaborata dai docenti. In base ai risultati,
vengono poi calcolati quanti sono i giudizi che coincidono e si analizzano le
eventuali valutazioni discordanti.
Lo studio concettuale è fondato sull’analisi del profilo teoretico del proprio
lavoro. E’ stato basilare per l’insegnamento in ambito medico: qui
l’autovalutazione è considerata parte del processo in cui gli studenti sono
invitati a pensare, agire e vedersi come professionisti.
Lo studio pragmaticamente qualitativo, infine, muove dall’assioma di introdurre
la pratica di autovalutazione nell’istruzione. Secondo tale ricerca, gli studenti
devono avere un ruolo attivo nello sviluppo dei criteri da utilizzare nella
valutazione. Come rilevato da approfondimenti effettuati presso la McMaster
University in Canada, è però fondamentale distinguere tra valutazione dello
sviluppo personale e valutazione delle competenze professionali e tecniche.
Uno gli strumenti proposti da Boud è la formula di autovalutazione. Si tratta
di un documento nel quale viene indicato il proprio obiettivo finale e ciò che si
è raggiunto in un dato ambito, con il relativo giudizio. La formula deve inoltre
contenere una serie di informazioni che consentano ad esperti di analizzare le
attività d’apprendimento seguite.
Secondo Boud, l’autovalutazione determina una buona pratica di insegnamento
se:
• l’apprendimento degli studenti è al centro della valutazione
• esiste un obiettivo ben definito discusso con gli studenti
• l’idea che gli studenti hanno del processo viene analizzata prima di
introdurre l’autovalutazione
• gli studenti vengono coinvolti nel definire i criteri di valutazione
• gli studenti possono influenzare il processo di valutazione
• il modo di procedere viene elaborato in ogni fase del processo di
valutazione
• gli studenti valutano il loro apprendimento in relazione ad un settore
specifico della disciplina in questione
• gli studenti esprimono l’autovalutazione in termini qualitativi
• si usano giudizi specifici e ben fondati
• i risultati della valutazione sono usati per determinare certi tipi di
processi decisionali
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l’autovalutazione è una delle molte strategie complementari per
stimolare all’apprendimento e alla pianificazione autonomi
l’autovalutazione investe l’intero corso
gli insegnanti sono disposti a condividere il controllo con gli studenti
il feedback qualitativo degli altri studenti è una parte della valutazione
l’autovalutazione è parte di un processo creativo in cui gli studenti sono
attivi
l’autovalutazione viene introdotta gradualmente insieme a una migliorata
capacità negli studenti di apprendere in modo autonomo
sono prese in considerazione le differenze di sesso e di modo di lavorare
degli studenti
si presume che il processo possa guidare al miglioramento delle capacità
di autovalutazione
i dati della valutazione vengono raccolti per migliorare e monitorare
l’apprendimento degli studenti.
AUTOVALUTAZIONE DEGLI ADULTI
Il coinvolgimento e la partecipazione attiva degli allievi è basilare non solo in
ambito scolastico-universitario, ma anche nell’apprendimento degli adulti. Ed
proprio in tale settore che viene maggiormente adoperata la tecnica
dell’autovalutazione.
Ma l’istruzione delle persone più grandi esige il superamento di alcuni
preconcetti radicati fino a poco tempo fa: in primo luogo l’idea di
educazione/formazione nella logica della riproduzione/trasferimento delle
conoscenze. Negli studi più recenti è invece emersa la necessità di sottolineare
l’aspetto dinamico nell’istruzione degli adulti. Tale tipologia di allievi esige un
diverso approccio, data anche la varietà di situazioni che si possono incontrare
(esigenze formative per lavoro, tempo libero, compensazione scolastica etc) e
considerata anche la maturità dei soggetti (con caratteri e bagagli di
esperienze già formati).
Un quadro multiforme, difficilmente paragonabile modello scolastico
tradizionale o della formazione professionale iniziale.
Secondo Mezirow, “l’apprendimento adulto è prevalemente multidimensionale,
e include l’apprendimento finalizzato al controllo dell’ambiente, alla
comprensione del significato nella comunicazione con gli altri e alla
comprensione di sé stessi. Esso implica spesso anche la riflessione critica”.
Ecco dunque che la valutazione deve porsi in una prospettiva permanente di
cambiamento, che avviene non in modo lineare ma in una prospettiva di
continuità-discontinuità.
L’apprendimento-valutazione dell’adulto si colloca in una dimensione di
pensiero complessa, capace di fornire agli allievi la capacità di imparare ad
apprendere. Partendo da questa consapevolezza, occorre passare da una
pratica formativa tesa all’acquisizione di pure abilità strumentali ad attività di
sviluppo di competenze strategiche flessibili. La formazione degli adulti deve
quindi ispirarsi alla concezione di apprendimento per tutta la vita.
Ed è in tale prospettiva di apprendimento permanente (lifelong learning) che
diviene centrale la capacità degli individui di apprendere ad apprendere:
conseguentemente la valutazione deve favorire l’autodirezione degli allievi
nella valutazione. Da qui l’esigenza di superare una valutazione delle
competenze quale semplice replica delle conoscenze in modo statico. Essendo
mirata alla verifica del raggiungimenti degli obiettivi, essa deve invece
sollecitare i soggetti a riconoscere l’apprendimento nella prospettiva del
cambiamento continuo. Secondo Di Rienzo sono i significati in transazione che
dobbiamo ricercare più che le conoscenze prefissate dallo schema “obiettivirisultati”.
Sulla base del concetto di transazione come criterio per intendere la
valutazione, si giunge a capire che la valutazione “esiste” non per necessità ma
per riconoscimento reciproco. Solo in questo modo l’allievo impara non solo a
dare risposte isolate rispetto agli stimoli provenienti dall’esterno, ma interviene
sul processo stesso di apprendimento. La valutazione (e l’autovalutazione)
diviene un’indagine pratica, che applica capacità cognitive di autodirezione e si
esprime in modalità metodologiche fondate sul dialogo e lo scambio.
Basilare in ogni percorso educativo è la personalizzazione nell’approccio
con l’allievo, al fine di far raggiungere a ciascuno una propria forma di
eccellenza cognitiva, sviluppando a pieno le proprie potenzialità ed i propri
talenti e perseguendo obiettivi diversi per ognuno. “La necessità di individuare
metodi e strategie di insegnamento e di apprendimento, strumenti di studio e
di lavoro, modalità di valutazione per offrire proposte personalizzate e flessibili,
corrisponde alla valorizzazione della molteplicità di formae mentis che
caratterizzano ciascuno degli alunni “. (Martinelli M.).
Personalizzare
la
formazione
implica
l’auto-responsabilizzazione
e
l’autovalutazione dell’allievo. Infatti, la personalizzazione dell’apprendimento è
co- e auto-gestita dallo stesso studente, che diventa progressivamente “il
progettista dei propri percorsi formativi” (.Varisco).
Come evidenzia uno studio condotto dall’Isfol sull’apprendimento in età adulta
Isfol, la personalizzazione costituisce la chiave del successo: soprattutto in
quelle situazioni in cui è necessario favorire il rientro nel sistema formativo.
L’Isfol, in linea con quanto sostenuto da Malcolm Knowles (uno dei più noti
studiosi dell'apprendimento adulto), elenca le principali caratteristiche di un
intervento personalizzato:
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Centralità del soggetto all’interno di una organizzazione dell’offerta
formativa integrata ed in rete;
adozione della logica delle competenze piuttosto che delle conoscenze;
riconoscimento delle competenze in ingresso e dei crediti formativi;
l’autonomia del soggetto nel percorrere l’iter formativo;
l’articolazione in moduli dell’offerta formativa che devono essere
strutturati secondo obiettivi formativi;
il contratto formativo e il progetto professionale;
la formazione intesa come auto-formazione;
le figura di riferimento;
la dialettica individuo-gruppo;
lo stage in azienda.
Sono poi indicate 4 fasi elettive nei percorsi personalizzati:
1)
2)
3)
4)
Accoglienza;
Progettazione del piano formativo;
Stipula del patto formativo;
Realizzazione del piano formativo.
A queste dovrebbe aggiungersi una quinta fase trasversale dedicata al
monitoraggio e alla valutazione. Tra gli strumenti di personalizzazione vengono
individuati e descritti il Bilancio di competenze, il contratto formativo, le attività
di stage e tirocinio.
FONTI
- Lars Owe Dahlberg- Università di Linköping- Svezia, a cura di Anna Paola Tantucci “Autovalutazione
dell’apprendimento e dei processi d’apprendimento”- http://web.quipo.it/scuolastrumentodipace/autovalutazione.doc
-Aldo Riggio - Boud, D., Cohen, R., Sampson, J. “Peer learning and assessment. Assessment and Evaluation in Higher
Education)”, 1999.
-Mezirow J. “Apprendimento e trasformazione. Il significato dell’esperienza e il valore della riflessione
nell’apprendimento degli adulti, Milano, Raffaello Cortina”, 2003.
-Alberici, “Prospettive epistemologiche. Soggetti, apprendimento, competenze”
Demetrio D., Alberici A., Istituzioni di Educazione degli Adulti, Guerini e Associati, Milano, 2004
-“La personalizzazione degli apprendimento nell’educazione degli adulti: lo stato dell’arte” Dinallo, Guglielman,
Guspini Oman, Vettraino. Martinelli M., In gruppo si impara. Apprendimento cooperativo e personalizzazione dei
processi didattici, Torino, SEI, 2004.
-Varisco A.M., “Portfolio. Valutare gli apprendimenti e le competenze”, Roma, Carocci, 2004.
-“Apprendimento in età adulta. Modelli e strumenti”, Roma, ISFOL, 2004.