Le Aziende per la casa e l`Housing sociale
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Le Aziende per la casa e l`Housing sociale
CITTÀ Le Aziende per la casa e l’Housing sociale Prosegue con questo articolo la collaborazione con l’Associazione Aree Urbane Dismesse che propone la presentazione e l’analisi secondo i principi della Carta della Rigenerazione Urbana di alcuni significativi interventi di trasformazione e riqualificazione realizzati in importanti aree urbane italiane. In questo numero il ‘focus’ è sulle attività delle Aziende per la casa e quindi sul tema dell’Housing sociale. A partire dai contribuiti emersi nel corso di un convegno organizzato da Audis in occasione di Urbanpromo 2009, vengono presentate le esperienze di Milano, Reggio Emilia, Ferrara e, su scala europea, le attività delle Housing Association olandesi. Il tema della necessità di ‘rottamare’ una parte del patrimonio residenziale italiano costruito tra gli anni ’50 e ’70 è ormai ampiamente dibattuto in numerosi convegni e pubblicazioni. AUDIS ha lanciato la sua interpretazione di questo specifico aspetto della rigenerazione urbana nel 2006 con un convegno e una pubblicazione (La città da rottamare. Dal dismesso al dismettibile nella città del dopoguerra, Cicero editore) ed è tornata più volte sul tema attraverso seminari e una raccolta di casi studio. In occasione di Urbanpromo 2009 è stata analizzata con particolare attenzione la capacità di azione delle Aziende per la casa (ex Istituti Autonomi Case Popolari). Nonostante tutte le ben note difficoltà di gestione, le Aziende per la casa sono, secondo AUDIS, i soggetti che stanno dimostrando maggiore capacità di intervenire nei quartieri residenziali con progetti organici e di scala urbana, in diverse regioni italiane. La dimensione e la collocazione – prevalentemente 16 nel cuore dei sistemi metropolitani – delle abitazioni pubbliche gestite dalle Aziende per la casa, rende questo patrimonio assolutamente strategico nelle politiche di rigenerazione della città. La continua espulsione del ceto medio dal cuore delle aree metropolitane, infatti, può e deve essere contrastata attraverso una maggiore offerta di abitazioni di qualità a costi accessibili. Data la scarsità di territorio che caratterizza le città capoluogo, questo obiettivo può essere perseguito solo attraverso la rigenerazione del patrimonio residenziale esistente; le Aziende per la casa stanno rispondendo a questo obiettivo, partendo dalla riqualificazione del loro patrimonio con strumenti innovativi. Per dimostrare questa tesi il convegno ha presentato alcuni ‘casi studio’ italiani (Aler Milano, Acer Reggio Emilia e Acer Ferrara), ha sentito la voce di Federcasa, attraverso la partecipazione del suo Vice Presidente Vicario Emidio Ettore Isacchini, e della Consulta Nazionale per la Casa dell’ANCI, rappresentata dall’Assessore alla Casa del Comune di Venezia Mara Rumiz. Per aprire la riflessione alle esperienze europee è stata presentata l’esperienza delle Housing Corporation olandesi. Nel corso dell’incontro sono emerse diverse parole chiave che possono essere aggregate per gruppi relativi a: gli obiettivi della rigenerazione, gli elementi di analisi, i problemi che si incontrano, gli strumenti per agire e, infine, le azioni fondamentali per attuare la rigenerazione dei quartieri residenziali pubblici. Naturalmente si tratta di un primo lavoro di riorganizzazione di concetti che va sottoposto a discussione e verifica e che www.shutterstock.com/Denis Babenko di AUDIS - Associazione Aree Urbane Dismesse mix di proprietà pubblica e privata (strumenti); • progettazione complessa, manutenzione/conservazione/ demolizione, qualità dello spazio pubblico, presidio dei luoghi, servizi alla persona, servizi di quartiere, equilibrare la composizione sociale (giovani/anziani, pubblico/ privato, poveri/ricchi), passare dal puro assistenzialismo al sostegno sociale (azioni). Gli obiettivi estrapolati non possono essere considerati solo in relazione alla parte pubblica del patrimonio residenziale, ma devono essere posti alla base della rigenerazione delle nostre città nel loro insieme, per tornare a mettere in stretta relazione il tema della casa con quello dell’abitare. La casa, infatti, non può essere considerata un tema separato da quello dei servizi (alla persona e alla famiglia) e delle relazioni sociali (individuali e collettive) che una città può e deve saper offrire ai suoi cittadini di tutte le età e condizioni. Dall’analisi e dalla considerazione delle parole chiave individuate e dalla relazione tra esse, prenderanno il via gli incontri dedicati alla Città da Rottamare che AUDIS, in collaborazione con gli associati, promuoverà nei prossimi mesi. Contratto di Quartiere Stadera, Milano In alto una panoramica del capoluogo lombardo proponiamo qui in una prima versione: • fare città, rafforzare la comunità, rafforzare l’identità dei luoghi, rendere attraente e aperto il quartiere (obiettivi); • fattibilità economica, turnover degli abitanti, cambiamenti strutturali delle famiglie (analisi); • necessità di agire sul corpo vivo della città, tempi, mobilità residenziale delle persone, bonifiche da amianto, abusivismo, complessità delle realizzazioni, morosità, mercato immobiliare, prevalere della popolazione anziana (problemi); • innovazione gestionale (pubblica e privata), mediazione sociale, partecipazione, innovazione tecnologica, sinergia tra settori amministrativi e tra professionalità/competenze, partnership pubblico-privato, incentivi, gare e appalti, ALER MILANO L’Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale, è un ente pubblico di natura economica che ha lo scopo di soddisfare il fabbisogno di edilizia residenziale pubblica. Si tratta della più grande azienda immobiliare italiana, fra le più grandi d’Europa, con un patrimonio di circa 80.000 unità immobiliari e circa 130.000 residenti, distribuiti su Milano e su 159 Comuni della Provincia. Le aree chiave dell’operatività dell’azienda sono: gestione, rigenerazione, sviluppo. Le politiche e le modalità di gestione del patrimonio sono state ripensate per mantenerne in costante efficienza gli immobili. Dal primo ottobre 2009 Aler Milano ha preso in gestione i 30.000 alloggi del Comune di Milano. L’azione di rigenerazione urbana e sociale dei quartieri urbani e delle periferie è sempre attenta sia ai temi della compatibilità e sostenibilità dei materiali che alle dinamiche e alle tipologie degli abitanti. Casi esemplificativi: i Contratti di Quartiere, i Programmi di recupero urbano, Recupero sottotetti ad uso abitativo e iniziative di nuova costruzione e sostituzione del patrimonio, ecc.; tutte azioni che prevedono modalità di progettazione partecipata, accompagnamento, sostegno e gestione della mobilità e che sono finalizzate a creare il giusto mix sociale, recuperare spazi pubblici ad uso collettivo, insediare un adeguato sistema di servizi. Lo sviluppo si attua attraverso partnership su iniziative territoriali a diversa scala, dal singolo edificio a nuovi contesti insediativi, e accordi per la condivisione delle strategie di attuazione con tutti i soggetti coinvolti, pubblici, privati, e del privato sociale. 17 | n. 7 | GENNAIO - FEBBRAIO 2010 ALER Milano sviluppa programmi innovativi di Housing sociale, anche in relazione alle recenti innovazioni introdotte in materia dal Piano Casa (Legge Regionale Lombardia 16 luglio 2009, n. 13) per incrementare il patrimonio da destinare a quelle fasce della popolazione di Milano e Provincia che, pur non rientrando nella fascia meno abbiente della popolazione, accusano oggi un chiaro disagio abitativo. Casi esemplificativi di sviluppo • le torri di via Russoli a Milano: manutenzione straordinaria per la rimozione amianto e sopralzo per la realizzazione di 120 posti letto da destinare a studenti universitari • il nuovo quartiere di via Barzoni 11 a Milano: demolizione e ricostruzione del quartiere di “case minime” in complesso residenziale di differenti tipologie con raddoppio delle unità abitative (120 nuovi alloggi) • l’intervento di nuova edificazione a Garbagnate Milanese per 170 nuovi alloggi (comparto ALER 35.000 mc), nell’ambito del programma integrato che prevede la realizzazione complessiva di 140.000 mc di edifici per residenze, commercio e funzioni compatibili • l’intervento nelle aree a bando del Comune di Milano del 31/7/08 “Avviso pubblico per la concessione in diritto di superficie novantennale, per la realizzazione di interventi di edilizia residenziale, a canone di locazione sociale, moderato e convenzionato e/o in godimento d’uso, e con prezzo di cessione convenzionato”. ALER realizzerà circa 600 nuovi alloggi • i progetti di sviluppo nei quartieri ERP dei comuni della provincia (Vimodrone, Cinisello, Bollate, Sesto San Giovanni, ecc.) ai sensi della Legge Regionale A fianco, Ferrara Sotto, via Compagnoni, Reggio Emilia 18 Lombardia 16 luglio 2009 n. 13 • le acquisizioni e riconversioni attraverso la società ASSET, Aler Milano Iniziative e Sviluppo, per la realizzazione di Residenze per studenti universitari e locazione temporanea. Alcuni dati. Dal Bilancio Sociale di Mandato 2007 • Alloggi in progettazione per nuove costruzioni: 800 • Alloggi in progettazione per recupero edilizio: 2.475 • Alloggi in corso di realizzazione (nuove costruzioni): 769 • Alloggi in ristrutturazione (recupero edilizio): 2.475 • Alloggi ultimati (nuove costruzioni): 238 • Alloggi ultimati (recupero edilizio): 108 • Numero di interventi di ristrutturazione del patrimonio edilizio storico: 281 (Materiali tratti dalla relazione di Leonardo Cascitelli, ALER Milano) ACER REGGIO EMILIA Contrariamente a quanto scelto dalla Regione Lombardia, la Regione Emilia Romagna, attraverso la legge 24/2001 ha stabilito di trasferire la proprietà di tutto il patrimonio degli ex IACP in capo ai comuni e di affidare alle Agenzie per la Casa dell’Emilia Romagna (ACER) solo la gestione del patrimonio, da effettuarsi secondo le indicazione stabilite dai comuni. In questo quadro, la traduzione in numeri dell’impegno di ACER Reggio Emilia, al 31 dicembre 2008, evidenzia che gli alloggi gestiti nel comune e nella provincia sono 4.650; di questi 4.415 sono alloggi ERS, 141 sono alloggi a canone calmierato, 56 alloggi sono destinati agli studenti e 38 alloggi vengono gestiti tramite Fincasa, società www.shutterstock.com/Valeria73 ANNO II compartecipata di ACER e Comune di Reggio Emilia. Si riescono in questo modo a soddisfare le esigenze abitative di 3.850 nuclei familiari, composti per il 17,66% da cittadini extracomunitari. ACER Reggio Emilia ha condotto importanti progetti di riqualificazione che hanno interessato vaste aree del territorio reggiano. In particolare, ha portato a termine tre piani di riqualificazione del patrimonio nei quartieri Stranieri, Foscato e Mascagni. Nel quartiere Stranieri, prima della riqualificazione, erano presenti 324 alloggi pubblici e 27 alloggi privati, per un totale di 369 alloggi; dopo la riqualificazione, gli alloggi sono diventati 414 di cui 222 alloggi pubblici e 192 privati. Nel quartiere Foscato la riqualificazione ha portato alla costruzione di 178 nuovi alloggi e alla ristrutturazione di 38 alloggi esistenti (166 alloggi ERS e 50 alloggi a canone calmierato). Il quartiere Mascagni, infine, a seguito della riqualificazione è composto da 141 alloggi: 89 alloggi ERS, 10 a canone calmierato e 42 per studenti. Il caso del Quartiere Compagnoni Nel Quartiere costruito nell’immediato dopoguerra i nuovi palazzi vengono assegnati a 1.500 persone provenienti da realtà urbane caratterizzate da profondo disagio e degrado sociale, creando un processo di marginalizzazione degli abitanti e la ghettizzazione del nuovo sistema insediativo. Nel 2001 hanno inizio i lavori per il riassetto urbanistico e sociale dell’intero quartiere. ACER Reggio Emilia si è occupata dell’attività di progettazione e della successiva gestione degli alloggi di proprietà del Comune di Reggio Emilia. Dall’analisi complessiva dello stato di conservazione degli alloggi, è valutata più utile - al fine di un risanamento strutturale e sociale - la demolizione integrale dei palazzi. Il necessario trasferimento di interi nuclei familiari per permettere le demolizioni e le successive ricostruzioni, ha consentito l’attuazione di politiche atte a favorire il mix sociale. Attraverso innovative tecniche e tecnologie, si sono così realizzati fabbricati con elevati standard qualitativi che permettono una sensibile riduzione dei costi di gestione garantendo, al contempo, elevato comfort abitativo. L’impianto complessivo del progetto ricalca lo schema territoriale esistente – allineamento dei fabbricati – per non snaturare completamente l’elemento caratterizzante del precedente insediamento. Dal 2004 al 2008 ACER ha gestito il trasferimento di circa 200 famiglie che, in attesa della ricostruzione, sono state dislocate in altri alloggi opportunamente predisposti alle loro necessità. Lo studio del progetto si è posto le seguenti finalità: riassetto urbanistico e sociale dell’intero quartiere, miglioramento delle condizioni di salubrità e sicurezza, implementazione dei servizi, delle aree di verde pubblico e delle infrastrutture a servizio del territorio, riassetto della viabilità di quartiere e dei sistemi infrastrutturali, riconfigurazione delle tipologie residenziali esistenti e riduzione dei consumi energetici. L’analisi della storia del quartiere fa emergere chiaramente quanto lo spazio possa condizionare la vita delle persone - sia in termini positivi che negativi - non solo a livello del singolo nucleo familiare ma anche a livello urbano, con la relazione tra un quartiere ed il resto della città. In modo particolare è emerso come sia fondamentale il corretto mix sociale tra i residenti affinché non si creino a priori le condizioni che possono favorire fenomeni di marginalizzazione. E’ per questo che ACER sta definendo un nuovo regolamento per l’assegnazione degli alloggi, strumento efficace per garantire il giusto equilibrio sociale. (Materiali tratti dalla relazione di Marco Corradi, Presidente ACER Reggio Emilia, e Alessandro Viglioli, Dirigente Area tecnica) ACER FERRARA L’Azienda che gestisce il patrimonio di abitazioni pubbliche dei Comuni della provincia di Ferrara, ha avviato diversi interventi di riqualificazione di fabbricati e di interi quartieri nell’ambito del patrimonio in gestione. Dalla metà degli anni ottanta ad oggi sono circa un migliaio gli alloggi ristrutturati o realizzati nell’ambito di operazioni di demolizione e ricostruzione, (ACER Ferrara gestisce circa seimilacinquecento alloggi), oltre ad importanti contenitori di servizio ed urbanizzazioni. Tra queste certamente una delle più significative e controverse è stata la riqualificazione di un quartiere totalmente costituito da alloggi sociali, il Barco, caratterizzato da diffusi fenomeni di obsolescenza dei fabbricati e degrado 19 ANNO II | n. 7 | GENNAIO - FEBBRAIO 2010 Progetto di riqualificazione urbana Transvaal (fase 1) presso l'Aia, Olanda dell’ambiente urbano, derivante soprattutto dalla presenza di aree non utilizzate, inadeguatezza delle tipologie abitative e carenza dei servizi. Barco seconda fase: un nuovo modello di case popolari. L’intervento, progettato nel 1996 da Alfredo Lambertucci e Carlo Melograni, è tuttora in corso; la strategia adottata è quella della sostituzione edilizia e della “densificazione”: il numero totale degli alloggi passerà, infatti, da circa 200 a 360 unità. L’attuazione è avvenuta per stralci successivi: il primo, partito nel 1996, si è concluso nel 2005 ed ha portato alla realizzazione di 170 nuovi alloggi e la quasi totalità dei servizi di quartiere previsti, (per il primo stralcio sono stati spesi 18 milioni di euro), il secondo stralcio, in corso di attuazione, coincide con il programma “Contratti di quartiere 2” e prevede la costruzione di altri 76 nuovi alloggi e di un’ulteriore quota di servizi (per il secondo stralcio sono stati stanziati poco più di 9 milioni di euro). Gli interventi del secondo e del terzo e conclusivo stralcio saranno realizzati utilizzando tecnologie evolute, un nuovo modello di costruzione delle case popolari che mira ad incrementare il risparmio energetico, il comfort abitativo e la sicurezza. (Materiali tratti dalla relazione di Marco Cenacchi, ACER Ferrara) LE HOUSING ASSOCIATION IN OLANDA, MODELLI REPLICABILI IN ITALIA La società olandese Fakton e la partner italiana Europrogetti & Finanza (ex Qiref srl) hanno illustrato, sempre nel corso del convegno organizzato da AUDIS, lo sviluppo delle Associazioni per l’Housing Sociale in Olanda, dove il 35% del totale delle abitazioni sono a canone moderato: la realtà europea maggiormente sviluppata in tal senso. 20 In Olanda queste Associazioni (nate con l’Housing Act del 1901, inizialmente supportate dal Governo) hanno investito 305mln di euro nel corso del 2007 con l’obiettivo di aumentare la qualità della vita ed il livello di sicurezza nelle aree di proprietà, con conseguente aumento/rivalutazione degli immobili presenti. Queste risorse non si limitano soltanto all’investimento, alla gestione ed alla manutenzione di tali strutture ma cercano di massimizzare il loro utilizzo. Per esempio gli edifici scolastici (o una quota parte di essi) restano vacanti per alcune ore ed in tali fasce orarie vengono utilizzati per delle attività giovanili piuttosto che ri-utilizzati nelle ore serali da organizzazioni o altro. Dopo un iniziale sostegno da parte del Governo, le Associazioni nel 1995 perdono in toto il finanziamento pubblico e riescono, ciò nonostante, a garantire la continuità e lo sviluppo futuro grazie ai canoni di affitto in essere, alla dismissione di alcuni immobili unitamente alle scelte di gestione economica-finanziaria prudente ed efficiente. I prestiti bancari erogati alle Associazioni sono garantiti da un Fondo non-profit costituito dalle stesse Associazioni e supportato dal Governo chiamato “Guarantee Fund for Social Housing” (WSW). Il successo del modello olandese è riassunto nei seguenti dati: • 1/3 delle abitazioni sono rappresentate da Social Housing (2.4mln di alloggi); • 155 case popolari ogni 1.000 abitanti (in Italia sono 16 case popolari ogni 1.000 abitanti!); • le Associazioni negli ultimi anni hanno venduto annualmente circa 16.000/17.000 abitazioni popolari (0.5% del totale) a prezzi di mercato o con un lieve sconto (5-10%), per poter avere risorse per nuovi sviluppi. (Materiali tratti dalla relazione di Lars Rompelberg, Fakton BV, e Uberto Visconti, Europrogetti & Finanza - ex Qiref srl) Cos’è AUDIS L’Associazione Aree Urbane Dismesse affronta le problematiche riguardanti la trasformazione di quelle parti di città che hanno interrotto il loro ciclo funzionale e che soffrono della frattura tra la struttura urbana e i suoi nuovi utilizzatori. Nel corso della sua attività, iniziata nel 1995, AUDIS ha saputo cogliere l’evoluzione del tema delle aree dismesse, stimolando il dibattito tra amministratori pubblici, operatori privati e tra tutti coloro che sono coinvolti nei processi di trasformazione urbana, ampliando continuamente il dibattito. La Carta della Rigenerazione Urbana approvata nel 2008 costituisce il punto di arrivo dell’associazione come promotrice di una cultura volta alla riprogettazione della città dall’interno. Gli associati AUDIS sono Comuni di grandi e medie città, amministrazioni provinciali e regionali, imprese e società private e pubblico-private, istituti di ricerca e associazioni, università. Per approfondire: www.audis.it