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Pubblicato il 02 Maggio 2011
Intervista al soprano Kassandra Dimopoulou
La cosa più importante è la serenità
Servizio di Lanfranco Visconti
Ho incontrato recentemente la giovane soprano ellenica Kassandra Dimopoulou al teatro Cilea
di Reggio Calabria, dopo le recite di Cavalleria rusticana di Mascagni (dove ha interpretato in
maniera eccelsa il ruolo di Lola). Artista già nota ai tanti appassionati del melodramma per aver
brillantemente ricoperto il ruolo della Contessa di Ceprano nel Rigoletto trasmesso in diretta
mondovisione da Mantova sugli schermi televisivi agli inizi di Settembre del 2010. Baciata da madre
natura da un fisico da modella che ne esalta l'avvenenza scenica, anche se ancora non è entrata nel
giro dello star sistem, Kassandra Dimopoulou va conquistando a pieno diritto fama di soprano tra le
meglio dotate, tra le più preparate della nuova generazione, essendo soprattutto una cultrice del
canto e dell'arte musicale nelle sue più svariate forme. Già questo basterebbe a stabilire il rango
della cantante, la duttilità della voce, la predisposizione a risolvere senza difficoltà stili tanto diversi.
Oltre che dotata di timbro carnoso e di tecnica già sicura, si rivela un'attrice e una musicista completa. Una vera gioia,
dunque, per chi l'ascolta.
Cosa le ha fatto capire che "da grande" sarebbe diventata una cantante lirica?
Niente. Non me lo aspettavo. Nemmeno lo sospettavo. Nella mia famiglia tutti hanno il regalo di una bella voce. Mio padre
cantava sempre in un coro di musica classica e in genere, tutti cantavano, ma senza mai pensare al canto lirico. Da piccola,
non sapevo niente della lirica, siccome a Thessaloniki, la mia città di nascita, non c'era ancora un teatro lirico (e purtroppo
non c'é a tuttoggi). Per me la lirica era solo la voce di una certa Maria Callas, ma non sapevo nulla di questo mondo. In verità,
io studiavo già musica classica in conservatorio da quando avevo 7 anni e suonavo il violoncello. Ero molto dedicata al
violoncello e non ho mai pensato ad altra cosa. Amavo, come tutti i greci, pure il teatro, ma nemmeno per quello avevo tempo
libero, la musica prendeva tutta la mia energia. Il canto é apparso nella mia vita molto più tardi, dopo che ho lasciato la
Grecia e sono andata in Germania per continuare gli studi di violoncello, all'Accademia di Detmold. Li, ho incontrato il mio
primo amore, che e' stato un cantante. Un giorno, mi ha fatto sentire l'opera I Pagliacci di Leoncavallo. Mi ricordo che mi
spiegava la storia mentre ascoltavo il cd (cantavano Luciano Pavarotti e Daniela Dessi). Sono rimasta senza fiato. Ho subito
capito che la lirica sarebbe stato il mio destino. Non so spiegarlo, ma in pochi momenti, mia vita è cambiata per sempre.
Sentivo che se non cantavo, non potevo vivere più. Avevo trovato il teatro e la musica classica, insieme in un’unica arte! Da
quel giorno, la lirica é sempre stata il mio vero e unico amore, con tutto quello che un amore comporta! Gioia, forza, sogni,
sacrifici, pazienza, lavoro, passione, confronti...la vita.
Kassandra Dimopoulou nel ruolo di Carmen
(fototeca gli Amici della Musica.net)
Chi sono stati i suoi più importanti insegnanti
di canto e di arte scenica?
Gli insegnanti più importanti son quelle persone
che ti fanno capire, non solo come uno canta
o suona, ma come uno pensa, di se stesso e
sulla propria vita. Allora, delle persone che
conosco personalmente, il mio ultimo
insegnante di canto, il tenore argentino Raul
Gimenez, mi ha aiutato più degli altri. Lui era
allievo di Alfredo Kraus e mi ha fatto conoscere
la vecchia scuola di canto, molto importante,
quella dei grandi tenori. Certo io non son tenore,
ma per cantare bene vale lo stesso per tutti!
Devo dire che i soprani di solito cantano con
una facilità naturale, senza pensare tanto alla
tecnica, perciò é difficile trovare una brava
insegnante di tecnica. Il Maestro Gimenez mi ha
fatto capire, ascoltare e riconoscere il giusto.
Poi uno é solo, a studiare, a sentire, ma
bisogna sapere la strada giusta per avere la
serenità dentro se stesso. Questa é la cosa più
importante, la serenità. Non solo per noi cantanti, ma anche per tutta la gente. Un bravo insegnante, per me, é quello che ti fa
capire, ti lascia libero e tu ti senti forte e sicuro, senza lui sempre vicino, ma dentro di te. Questo é il dono. Non credo agli
insegnanti che fanno allievi-schiavi, ma se uno ha bisogno di questo, lo capisco e lo rispetto. Comunque, io sono anche
musicista e tante cose nello studio le risolvo da sola, senza aiuto. Per me é molto più importante studiare un ruolo con un
bravo maestro-pianista. A parte il Maestro Gimenez devo dire che ogni collega con cui lavoro, mi fa capire delle cose nuove e
tante cose si imparano sulla scena, facendo questo mestiere. L'arte scenica é un altro mondo, ho dovuto studiare teatro e
danza per quasi 2 anni, perché volevo essere forte anche scenicamente. Spero di essere riuscita. Il mio maestro di teatrodanza, mi ha aiutato tantissimo. Era allievo di Marcel Marceau e ha lavorato tanti anni nella sua compagnia a Parigi. Più tardi,
ha fatto teatro-danza e alla fine é tornato in Svizzera ed ha aperto una scuola privata a Berna, dove sono andata a studiare
pure io. Ho imparato tante cose; il mio fisico è cambiato tanto lavorando così intensivamente per 2 anni sul corpo e devo dire
che mi ha aiutato; non solo per il mio lavoro, ma anche per la mia vita. Noi musicisti-cantanti spesso dimentichiamo il corpo,
ma é quello il nostro mezzo più importante per il nostro lavoro e per questo bisogna conoscerlo e trattarlo bene. A parte lo
studio, i grandi artisti del teatro-danza-film mi hanno insegnato tanto, già solo guardando il loro lavoro. Ho avuto la fortuna di
lavorare con alcuni grandi. Quest'arte non finisce mai. Ho già fatto un pezzo di teatro-musica ed il mese prossimo farò la mia
prima regia, con l'opera di Pergolesi La serva padrona, dove canto il ruolo di Serpina. Per me questa é una cosa molto
importante e rende il mio lavoro nella lirica molto più facile, in quanto capisco meglio un regista ed il regista può comunicare
direttamente con me, senza cercare un linguaggio nuovo.
In quale anno ha ufficialmente debuttato, con quale titolo e in quale teatro?
Il mio primo ruolo importante - anzi, importantissimo! - é stato la Cleopatra, nell'opera Giulio Cesare di G.F. Handel. Era pure
il mio debutto in Grecia, a Thessaloniki Concert Hall (2008). E' stato un gran successo. Per quel ruolo ho avuto tante buone
critiche in Grecia ma anche all'estero (per esempio nel giornale "Opera Now") ed ho vinto un premio importante in Grecia,
conferitomi dall'associazione dei critici, come "migliore nuovo artista" (per l'anno 2008). Senza essere una grande esperta di
musica barocca, sono riuscita di convincere la critica e dopo di che, ho cominciato la mia carriera.
Cleopatra nel "Giulio Cesare" di Haendel
(fototeca gli Amici della Musica.net)
Quanti ruoli operistici (compresi quelli che riguardano i compositori
contemporanei) ha attualmente in repertorio e quali in preparazione?
Siccome ho cominciato il mio studio come mezzosoprano, ho ancora nel repertorio
diversi ruoli anche per mezzosoprano, ma questo mi piace molto. Più il tempo
passa, più chiaro e ben definito diventa il mio repertorio, che é la cosa più importante
e difficile per un cantante. Per me deve stare bene al 100% un ruolo, non solo
vocalmente, ma anche e soprattutto scenicamente e psicologicamente. E alla fine,
rimangono pochi ruoli che uno può fare veramente bene. Di ruoli importanti ne ho
cantato alcuni, come Cleopatra (Giulio Cesare), Carmen (Carmen ), Rosina (Il
Barb iere), Donna Elvira (Don Giovanni ), Eurydice (Orfee aux enfers), Poppea
(Incoronazione di Poppea ), Nedda (Pagliacci ) e l'anno prossimo debutterò in
Desdemona (Otello) negli Stati Uniti. In repertorio ho tanti ruoli, non solo d'opera, ma
anche di musica sacra e sinfonica. Ho cantato tanta musica contemporanea pure,
facendo alcune prime mondiali in Germania e Luxemburgo. Studio molto e grazie
allo studio nel mio repertorio sono entrati ruoli che non immaginavo mai. Questo é
sorprendente a volte. In genere però ho un buon istinto per i ruoli che incontro. Ne
sto ora studiando alcuni molto interessanti, come Alice (Falstaff ), La Contessa (Le
Nozze), Leonora (Il Trovatore ), Elsa (Lohengrin ), Charlotte (Werther ), Melissande
(Peleas e Melissande), ma sempre ritorno a studiare i ruoli che ho già fatto. Non si
finisce mai!
Lei, oltre che di presenza scenica coinvolgente e magnetica, è dotata di una
voce caratterizzata da una grande estensione e duttilità; che tipo di soprano si definisce?
Soprano...Greco? Hahaha...Scherzo, ma solo con buona intenzione! Scusatemi, ma questa é sempre la domanda più difficile
per un cantante. Lascerò che siano la gente e la critica a dire che tipo di soprano sono. Io sono una cantante, anzi una
musicista che canta. La voce poi, é una cosa viva, che cambia, non é mai la stessa. La musica pure, ogni musica fa uscire
diverse possibilità e diversi colori di una voce. Mai la voce può essere la stessa, cantando diversi ruoli e musica. Comunque,
sono un soprano lirico pieno, tendente al repertorio più drammatico a volte, ma il mio repertorio é comunque ancora e forse
sarà sempre, tra i ruoli di mezzosoprano e soprano, poiché le mie corde vocali hanno una fisiologia molto particolare. Ho
tanta facilità con le colorature e questo mi aiuta a muovermi tra repertori diversi. Non potrebbe essere altro che così, io sono
così, allora pure la mia voce segue o il mio istinto.
Ci sono stati incontri artistici che hanno inciso positivamente sulla sua carriera?
Certo, ma pochi in verità. Sarebbe bello se ve ne fossero di più in futuro. Il nostro mestiere non é facile. Poi, per un soprano, é
quasi impossibile trovare un posto nella lirica, deve essere molto brava, molto forte, molto fortunata. Io ho lavorato tantissimo
per riuscire a cantare, ad emergere, ma ora é il momento più importante per me. Fin'ora c'era lo studio ed ho dovuto stare da
molto giovane all'estero per tantissimi anni, studiare molto, senza tanti soldi, senza i migliori insegnanti o l'ambiente
adatto. Ho dovuto cercare ed insistere tanto, troppo, per trovare un'inizio. Ora spero per il meglio e di essere più fortunata. Già
ora qualcosa si sta muovendo per il meglio e grazie a Dio; tra le difficoltà ho capito tante cose importanti sulla vita e ho
capito che, soprattutto, amo davvero il mio lavoro. Se non l' amassi così, avrei già smesso di farlo dopo tutto quello che ho
vissuto. Per me ora é solo una gioia cantare, stare sulla scena, provare, mettermi in gioco. E credo e spero che questa mia
energia si trasmetta pure agli altri.
Esiste un modello di soprano da cui si sente ispirata?
Si, certo. A parte la "nostra" Callas, amo tanto Renata Scotto, Mirella Freni, Barbara Frittoli, Cecilia Bartoli (come musicista,
non tanto come tipo di voce), ma l'amore mio più forte é per Beniamino Gigli! Stranamente, ascolto di solito più dei tenori! Mi
piace tanto Caruso e tutti i grandi tenori Italiani. Perdonate la mia passione! Comunque tornando ai soprani, rimango
estasiata dalla Callas, Scotto e Freni, per la loro scuola di arte e di canto infinita!
C'è un personaggio del suo repertorio che le assomiglia caratterialmente?
In ogni personaggio che canto, trovo me stessa. Sempre. A volte capita che il personaggio sei proprio tu, in quel momento
della vita. Questo é difficile, non aiuta tanto a cantare, specialmente se sei e fai...Donna Elvira! (mi é capitato). Comunque ve
ne è uno che sento proprio vicino e che mi accompagna sempre: Carmen. Per la sua libertà, la sua determinazione e per il
suo amore dell'amore. Per me, é il ruolo più facile, scenicamente e vocalmente, ma di solito vedo Carmen finte, volgari,
senza l'essenza del personaggio, che dimostrano solo una sensualità superficiale e stupida, con un vestito sexy o un
movimento volgare. Secondo me, Carmen é un tipo di donna molto speciale e molto raro. Mi spiace che per alcuni non é un
personaggio molto piacevole e tanti dicono che é cattiva, ma io la vedo diversamente. A me fa bene cantare la sua musica e
a volte, per ritrovare la voce, canto una sua melodia. Mi manca tanto e spero di incontrarla e interpretarla spesso nella mia
vita.
La versatilità della sua voce le consente di spaziare facilmente dal repertorio del melodramma italiano e francese a
quello oratoriale-sinfonico, alle cantate di Handel, Caldara etc sino a quello liederistico e anche a quello dei
compositori contemporanei. Qual è il segreto della duttilità e versatilità della sua voce?
Interessante questa domanda! Forse é la mia mente che é ancora quella di un musicista, che mi rende flessibile. Forse la
voce segue i vostri pensieri. Allora, se la mente é flessibile, la voce segue. Se una musica mi inspira, comincio a cantarla.
Direi comunque, che, un giovane cantante ha il diritto di cantare, cercare e vedere quello che sta meglio per la sua voce; fa
pure parte dello studio. Con gli anni e l'esperienza poi, questa avventura si calma un po’. In ogni caso però, uno si trova
sempre una musica nell'altra. Il barocco nella classica, la classica nel romanticismo, verismo, etc. Uno é nell'altro. Per me,
un cantante che canta solo un epoca o uno stile, non é completo, nè come cantante, nè come persona. Uno poi deve sapere
e seguire la storia dei suoni, delle frasi.
Lei è greca ed allora qual è il compositore della sua terra che desidererebbe maggiormente eseguire in un concerto?
Io sono una greca che però ho vissuto la metà della sua vita all'estero e probabilmente nel prossimo futuro vivrò ancora fuori
dal mio Paese, purtroppo. Mi piacciono molto la musica e le opere di Samaras (che ha vissuto in Italia, nello stesso periodo
di Puccini) anche se ancora non ho avuto la fortuna di cantarle. Mi piace molto la musica di Hatzidakis, ma non é classica, é
più popolare. Direi che preferisco la musica antica e tradizionale greca e a volte mi emoziona tanto ascoltare questi suoni. Mi
mancano nuovi compositori! Spero di incontrare qualche nuovo talento in futuro.
Regie d'opera nel solco della tradizione o innovative e moderne. Qual è il suo parere?
La regia per me é buona o brutta. Non m'importa in quale epoca un regista mette la storia; basta che la regia sia ben fatta.
Basta che veda i personaggi, le relazioni tra di loro e una tecnica scenica che mi convince. Purtroppo, questo non succede
spesso, i registi talvolta lavorano assai superficialmente e cercano di convincere con scenografie, idee, costumi che per me
di solito non hanno nessun senso. Io adoro il teatro vero e semplice. Quello dei bambini, che fanno nascere un cavallo da un
pezzo di legno e una barca da una carta. La magia del teatro é quella della verità, non delle immagini faraoniche.
Girando per i teatri europei ed internazionali, ha trovato delle differenze in fatto di cultura, preparazione musicale e di
programmazione rispetto ai nostri teatri italiani?
Mi spiace tanto non conoscere ancora bene la realtà italiana. Mi piacerebbe conoscerla, anzi, mi piacerebbe viverla. Per me,
l'Italia é il paese dell'opera, la madre della lirica; come la Grecia é della filosofia. Posso parlare solo della Germania, Francia.
Certo che c'é tanta differenza in tutto, la gente é molto diversa li rispetto al Sud. Da quel poco che ho capito, Italia é più
'"tradizionale" nel gusto, agli italiani piacciono le regie più "normali" diciamo, invece i tedeschi spesso cercano le idee strane
sulla scena. Il repertorio é anche un po' diverso li, c'é tanto repertorio tedesco, logicamente, ma manca la vera scuola di
canto e l'ambiente tradizionale della lirica. In Italia direi che la tradizione é ancora viva e per un cantante é un esperienza
molto importante stare e cantare in Italia.
Quante volte sinora si è esibita in Italia?
Tante volte sono venuta nel vostro Paese ma per me ancora non è abbastanza! Vorrei venire e non ripartire mai. Adoro l'Italia,
sin da piccola, l'adoro anche senza la lirica, mi piacerebbe viverci! Non so spiegarlo.
Ho appena fatto il mio debutto italiano, a Reggio Calabria in recite di Cavalleria rusticana e mi è piaciuto tantissimo.
Anche nell' agosto/settembre del 2010 a Mantova, il Rigoletto in mondovisione è stata una bellissima e importante
esperienza. Questa volta mi sono esibita in un bel teatro ed é stato molto diverso. Anche se cantavo un ruolo piccolo (Lola) e
non di grande difficoltà per me, ho sentito una responsabilità enorme, che non sentivo fin'ora in altri teatri. Questo mi è
piaciuto tanto. Per gli italiani, un cantante lirico é una cosa importante e deve cantare bene. La gente conosce la musica, la
lingua, ha ascoltato magari tante generazioni di cantanti. Questo lo si sente e mi piace tanto perché fa alzare il livello del
nostro mestiere. Spero di ritornarci presto.
Quante ore della giornata dedica allo studio e alla preparazione di un nuovo ruolo?
Tante, a volte tutto il giorno. Studio tanto, non si finisce mai. Non so quante ore, non guardo mai l'orologio!
Ha un sogno artistico nel cassetto che vorrebbe si realizzasse?
Voglio prima di tutto, cantare, vivere del mio meraviglioso mestiere, che già per la mia generazione é molto difficile. Il mio
unico sogno é cantare, ma già é diventato realtà. Basta avere la buona salute. Vorrei cantare in Italia, nei teatri italiani, dove
hanno cantato i Miti del passato, sentire la storia, continuarla. Vorrei servire quest' arte, se posso. Vorrei dare gioia alla gente,
lavorare con artisti di buon livello, artisticamente e personalmente. Vorrei cantare bene e per molto tempo.
Prossimi impegni all'orizzonte?
E' un periodo di cambiamenti. Per ora, concerti e poi La Serva Padrona, con la mia regia. L'anno prossimo, debutto
Desdemona in America. Per il resto, ancora non si sa. Sto aspettando alcune notizie.