Il ragazzo selvaggio François Truffaut

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Il ragazzo selvaggio François Truffaut
Il ragazzo selvaggio
François Truffaut
Jean Marc Gaspard Itard
Jean-Marc-Gaspard Itard nasce il 24 aprile 1774 ad
Oraison,
nel
dipartimento
delle
Basses-Alpes.
Interessante figura di studioso e di medico Itard, oltre
che per la vicenda di Victor, portata sullo schermo da
François Truffaut, viene oggi ricordato soprattutto per
gli studi della fisiologia e della patologia auricolare.
Nel 1821 pubblica il Traité des maladies de l’oreille et
de l’audition.
Negli anni successivi approfondisce lo studio dei
disturbi della parola e dell’udito, soprattutto sotto il
profilo terapeutico e rieducativo. Nel 1831 pubblica
ancora il Mémoire sur le mutisme produit par la lésion
des
fonctions
intellectuelles,
dove
cerca
di
approfondire l’interazione fra fenomeni fisicoorganici e
fenomeni psico-intellettuali.
In corrispondenza con la rivoluzione francese, con il periodo napoleonico, con la restaurazione si pone in
Europa il problema dei diseredati, dei carcerati, degli handicappati, e in generale degli emarginati. C’era di
mezzo quello che è stato chiamato il controllo dell’emarginazione: carceri, asili, istituti per l’infanzia
abbandonata, ospedali psichiatrici, ecc… s’inseriscono da un lato nella strategia di controllare quanti non
sono considerati “normali” e, dall’altro nel nuovo spirito di emancipazione in seguito alla fiducia
nell’intelligenza, nella ragione, nella scienza. Tre figure di scienziati, di educatori di notevole rilievo furono:
Jean Marc Gaspard Itard, (1774 – 1838); Edouard Seguin, (1812 – 1880), Monsieur l’Abbè Charles
de L’Epée, (1712 – 1789), per l’attenzione e lo studio rivolto rispettivamente a Victor, il “souvage”
dell’Aveyron, ai bambini idioti e ai sordomuti. Furono messe a punto relazioni sull’inserimento sociale, sulla
possibilità e sui metodi per fare acquisire conoscenze, linguaggi, comportamenti, nasceva una nuova
pedagogia, quella speciale, che tendeva ad una compresenza medica, scientifica, umanitaria. Il ragazzo
abbandonato, l’idiota, non sono malati ma diversi, si tratta di avvalersi di metodi, di strumenti e di
un’educazione adeguati, di inserirli nella società. Veniva proposta una gnoseologia sensista, si approfondiva
il rapporto tra esperienza, sensazione, formazione dei giudizi, dei ragionamenti e in genere del
comportamento.
Mancava forse una visione psicogenetica; si credeva che fosse sufficiente affidarsi all’esperienza, ai materiali,
ai metodi per aprire la mente e portarli ad agire in modo normale. Eppure Itard, Seguin, aprirono nuovi
orizzonti, specie quando misero a punto un nuovo materiale didattico: passarono dalle cose e dalle parole a
un materiale strutturato a incastro che permetteva di operare il grande trapasso dalle semplici osservazioni e
manipolazioni alla concettualizzazione, alle operazioni prima su materiali poi su immagini e infine su concetti.
La pedagogia speciale seguente, specie con la Montessori, usufruiranno di queste scoperte, educazione
sensoriale, educazione intellettuale, educazione sociale, morale, ecc, presupporranno un’impostazione
scientifica. L’intelligenza non è un fatto spirituale; è un comportamento e come tale può essere acquisito e
studiato. Si aprono i campi di indagine, di ricerca, di sperimentazione, della psicologia sperimentale, dei
quozienti di intelligenza.
Si fanno strada i concetti della normalità nella diversità, dei compensi, delle risorse biologiche e psicologiche,
li si aiuta a uscire dal labirinto psicologico, umano, sociale, con l’insegnamento e l’apprendimento di gesti, di
linguaggi, di simboli.
E, intanto, con l’Esquisse et vues preliminare d’un ouvrage sur l’education compareè, (1817) di Marc Antoine
, Jullieu de Paris, (1775 – 1848), prendevano l’avvio gli studi comparativi tra modelli, teorie, istituzioni,
sistemi educativi, pedagogici, scolastici.
Tutto il materiale a corredo di questa e delle rassegne passate è disponibile nella sezione Cineclub del sito internet www.giovaninsieme.it
Sul ragazzo selvaggio dell’Aveyron sono stati scritti diversi libri. Ecco in breve
la storia di questo adolescente cui fu assegnato il nome di Victor. Nel 1797, nella
regione di Lacune, nel dipartimento dell’ Aveyron, fu avvistato da alcuni
contadini un ragazzo nudo che correva verso una foresta chiamata La Bassine.
Una volta catturato e portato in paese, il ragazzo riuscì a fuggire. Fu ripreso e
scappò di nuovo; ciò succedeva ogni volta che al ragazzo si presentava
l’opportunità di fuggire. Finché l’otto gennaio del 1800, sceso a valle,
probabilmente spinto dalla fame, entrò nel villaggio di Saint-Sernin e
“attraversando quella soglia, entrò in una nuova vita e in nuova era
dell’educazione dell’uomo”.
Il suo educatore, Jean-Marc-Gaspard Itard scrisse un diario nel quale racconta gli
incredibili sforzi fatti per donare la parola a quello che veniva considerato prima
un animale, poi un ragazzo muto, poi un idiota e infine un disadattato.
In un brano viene illustrato il tentativo da parte di Itard di fare apprendere a
Victor il nome degli oggetti. La prova consisteva in questo: Itard mostrava un
oggetto a Victor e subito dopo la parola che designava tale oggetto (un libro e gli
mostrava la parola livre, un coltello e gli mostrava la parola couteau, ecc.).
Victor sembra capire: quando Itard gli mostra la parola livre, prende subito in
mano l’oggetto richiesto. Ma una volta ripetuto l’esperimento, Victor non si
muove, sta immobile, non prende nessun libro mentre si trova in uno studio che
invece è ricolmo di libri. Itard allora capisce, apre una credenza dove, tra un
mucchio di libri, c’è anche quello a cui aveva fatto corrispondere alla parola nel
primo esperimento e Victor, sicuro, afferra quel libro. Il problema è che Victor
discrimina troppo, ciò che aveva imparato riguardo agli oggetti era troppo
specifico: “Le parole non designano cose particolari, come Victor pensava;
designano classi o categorie”. Una volta localizzato l’errore, per Itard fu facile
capirne l’origine e porvi rimedio.
Ecco due brani tratti dal diario di Itard:
Come si può spiegare questa strana differenza? Se non mi
sbaglio, proviene dalla sua capacità di osservazione
insolitamente acuta […] Victor riusciva sempre a scoprire in
due oggetti identici, differenze tali da fargli credere che ci fosse
una diversità essenziale tra di essi […] Si trattava di fargli
vedere quali erano le qualità che cose apparentemente diverse
avevano in comune, qualità che assicuravano loro uno stesso
nome. In poche parole il problema era insegnargli a considerare
le cose non più riferendosi alle loro differenze, ma a seconda
delle loro analogie.
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Una mattina, dopo una forte nevicata mentre era a letto,
svegliandosi egli emise un pianto di gioia, uscì dal letto, corse
alla finestra, poi con impazienza fece qua e là da una parte
all’altra e alla fine scappò in giardino mezzo svestito. Là, diede
sfogo alla sua gioia con i pianti più laceranti, e corse
rotolandosi nella neve e, raccogliendone una manciata, la
divorò con un’incredibile avidità.
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