05-Maggio
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Magglo 1979 Anno XVIII n. 9 P X 7- ^ i<#»>«lfrlliiiTlrlil i<T " -Y Evangefizare BOLLETTINO MENSILE DELL'OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA DIRETTA DALLA CONGREGAZIONE RELIGIOSA DE "I DISCEPOLI" Direzione - Redazione - Amministraz.: Via dei Pianellari 7 - Tel. 6541409 - Cc.p. 33870007 ROMA Sommario Evangelizare Onora tuo padre e tua madre Pag. Pensiero mariano Benedetta Tu fra le donne . Alia sorgente Proposta di aggregazione . . . . Ricordo La pagina del magistero U Papa ha scritto una lettera ai Sacerdoti . Si fa per dire Religione, arte, cultura e vita Padre Tito Pasquali educatore dei discepolini Dolini » 13 Saulo » 17 » 19 La Madonna di Guadalupa . » 20 Pasqua di resurrezione mese di maggio » 29 Fior di pensiero e... La fede » 2} ... un'oncia di buon sangue . » 25 Echi dai nostri seminari Ofena » 26 Dalle case nostre » 2S La sveglia: La pagina dell'assistente . » 29 Gita degli ex-alunni a Roccadimezzo . » 50 Impressioni di raduno » M Non basta la protesta . . . . . . . . In copertina: RINGRAZIAMENTO (M. Barberis). Direttore Responsabile: Don ROMEO PANZONE Redattore Capo: Patuelli Egisto; Redattori: Chouquer Mario, D'Angela Francesco, lacobellis Salvatore, Molinaro Tommaso, Panetta Franco. Segretario di Amministrazione: Angela Masciotta. Autorizz. Trib. Roma N. 8504 del 20 febbraio 1962 - Sped, in Abb. postale Gruppo III - 70% Stampato dalla Tipolitografia IN.GRA.C. s.r.I. - Tel. (0776) 42065 • S. Elia I'iumerapido (FR) Fino a quando il comunismo e quello che e, e quello che non pud non essere, if dramma vero si combatte tra queste due teologie antitetiche: il cristianesimo per un verso e il comunismo per I'altro verso. I cristiani sono invitati a meditare e a scegliere. Giorgio La Pira EVANGELIZARE pauperibus misit me Ordinario . . L. 3.000 Sostenitore L 5.000 d'Amicizia L. 10.000 Una copia L. . 300 AbbonamenH e rinnovi LIRE 2.000 Agostinelli Francesco, Bonefro; Vautero Miranda, Feletto; Buoncristiani Giulio, Roma; Maccio Teofilo, Terracina; Macaluso Giovanni, Palermo; Cagnfno Francesco, Villabate; Stigliano Franco, Valsinni; Cefola Gennaro, Barile; Minotti Giuseppe, S. Croce di Magliano; Petrone Giacomo, Roma. LIRE 3.000 Ciccarelli Pierina, Sparanise; Beatrice Vincenzo, Sparanise; D'Annunzio Gilda, Pavia; Scuola Materna, Centobuchi; De Gregorio Don Rocco, Napoli; Bucci Ettore, Napoli; Mancini Salvatore, Roma; Pasquali Edvige, Casteldieri; Sinopoli Domenico, Roma; Bossone Nello, Pescara; Scuola Materna, Alanno; Nazzari Olcese Rina, Genova; Mimbelli Giovanna, Livorno; Ranchetti Cappelli Lisa, Milano; D'Amico Giuseppe, Pescara; Moscardelli Ernestina, L'Aquila; Mercurio Giuseppe, Miglionico; Giammaichella Aldo, Gorizia; Ancelle Parrocchiali Spirito Santo, Matera; Fagiolo S. E. Mons. Vincenzo, Chieti; Marini Giulia, Ofena; Abbate Francesco, Palermo; Caruso Mario, Palermo; Lo Presto Giovanni, Potenza; Rago Pasquale, Bari; Staino Salvatore, Sondrio; Bozza Costa Giuseppe, Genova; Di Giacomo Maria, Torino; Gallotta Giuseppe, Potenza; Mesolella Lucio, Sparanise; Maggio Rocco, Tricarico; Altieri Caterina, Colobraro; Bruno Nicola, S. Croce di Magliano; 1st. Educ. Assistenziale, Vallo della Lucania; Tini Emilio, Teramo; Pensini Fernando, Treviso; Leone Millo Franca, Tonco; Acciaccaferro Don Gaetano, Ofena; Condemi Lucia, Stilo; Vannoni Ivo, Massa Marittima. LIRE 4.000 Istituto « P. Semeria », Stilo. LIRE 5.000 Lovera Don Vittorio, Saluzzo; Ossorio Assunta, S. Giorgio a Cremano; Luccio Luigi, Napoli; Melena Ennio, Chieti; lanni Valerio, Cosenza; Siggia Rosario, Palermo; Tenaglia Mario, L'Aquila; Petricone Emilio, Roma; Antico Maria Antonietta, Loreto Aprutino; Paoletti Mario, Siena; Verna Diamante, Firenze; Elefante Giancanio, S. Miniato; Ceccaroni Benito, Roma; Pelletti Don Roberto, Ascoli Piceno; Nicastri Rosangela, Cerrisi; Grieco Don Michele, Matera; Famiglia Tommasini Amedeo, Rieti; Stanizzo Gatti Claudia, Roma; Istituto « Pietruccio Leone », Mondello; Ciambella Dario, Francia; Romaniello Vincenzo, Benevento; Laurora Sabino, Barletta; Bianchini Tiberio, Giulianova; Frasca Padre Ugolino, Pescara; Scarinci Antonio, Roma; Arcero Aldo, Roma; Isernia Salvatore, Roma. LIRE 8.000 De Luca Amalia, Roma. LIRE 10.000 Bissi Maria, S. Zaccheria; Scuola Materna, Raiano; Scuola Materna, S. Giorgio a Liri; Bartoletti Don Domenico, Sigillo; Bultrini Alfredo, L'Aquila; De Amicis Giuseppe, Roma; Innamorato Franco, Rionero in Vulture; Carriera Giuseppe, Pietracatella; Famiglia Rella Bruno, Chieri; De Nigris Teodoro, Napoli; D'Alcamo Luigi, Milano; Suore Miss. Sacro Costato, Roma; Scuola Materna, S. Pio Delle Camere. LIRE 20.000 Istituto « P. Minozzi », Castellammare del Golfo. LIRE 30.000 Istituto «Maria Immacolata», Catanzaro Lido; Olivieri Alberto, Roccaraso; Istituto « Lo Sasso », Palazzo S. Gervasio. ONORA TUO PADRE E TUA MADRE Una volta, scherzando, si diceva che bisognava chiudere in collegio i genitori al posto dei figli. Oggi i ragazzi in collegio non si mandano piu: si assistono in casa, anche quando la casa non hanno e non trovano; oppure, per conto dei minori, si benefica Puomo e la donna che, avendolo generato, poi se lo sono dimenticato e, nonostante, si trovano a ricavarne profitto, per grazia dello Stato; il quale, con programmazione di modernita e con intenzione di laicita, ha risolto il problema dell'assistenza ai minori (e questo Pabusato termine burocratico) ignorando il ragazzo, che e nel bisogno, e privilegiando gli adulti. Siamo ritornati, qua e la, alio sfruttamento dei minori. II mondo corre cosi. Invece e smisuratamente cresciuta la domanda per rinchiudere gli anziani nelle case di riposo, in proporzione diretta con la diminuzione del rispetto e dell'amore che ogni figlio deve a chi lo ha generato. Onora il padre e la madre, ripete il quarto comandamento di Dio, che e il primo, tra i dieci comandamenti, a riferirsi ai nostri rapporti col prossimo. All'osservanza di esso e legata la promessa di vita lunga e di felicita: « Onora tuo padre e tua madre come ti ha ordinato Jahwe tuo Dio, e avrai lunga vita e sarai felice » (Dt 5, 16). II quarto comandamento regola i doveri reciproci tra genitori e figli, giovani e anziani, superiori e sudditi. Vediamo. Intanto 'onora' traduce il vocabolo ebraico che significa 'attribuire importanza, riconoscere I'importanza dovuta'. E va bene. E' stato detto che questo comando ai nostri giorni e dimenticato. In parte e vero e in parte no. I figli ben nati, per grazia di Dio, ci sono ancora e intrattengono con i genitori relazioni improntate a rispetto, gratitudine, amore, con teciproca felicita. Troppo divario — si dice — corre oggi tra le generazioni, che spiega, se non legittima, i conflitti nelle convivenze. Le diversita generazionali sono ovvie. C'erano ieri e ci sono oggi, con tutti i mutamenti e le mode e la mentalita che comportano. I giovani si atteggiano secondo 1 I'evoluzione dei tempi e si costruiscono a loro volta I'avvenire. Ma alia evoluzione non devono sacrificare ne i genitori, ne gli anziani, ne i superiori, ne alcuno che abbia una esperienza di vita maggiore della loro. « Voi dite sui vecchi — scriveva Papa Giovanni — le stesse cose che dicevamo noi da ragazzi. E' giusto ma un giorno altri ragazzi diranno lo stesso di voi ». Osserviamo, di passaggio, che ogni convivenza dev'essere ordinata. Tale ordine richiede regole e leggi e persone legittimate a pensarle, promulgarle, interpretarle, farle osservare, nei confronti delle quali si richiede lealta, cosi come se ne pretende il servizio per la comunita. Soltamo uomini invertebrati o ribelli hanno ritegno a manifestare tale lealta e, dandosi contegno di democratica imbecillita, si sottraggono a ogni atteggiamento che significhi onore importanza rispetto verso i seniores e verso quelli che sono chiamati antipaticamente superiori. II quarto comandamento ci ordina dunque, in genere, di onorare gli anziani. Prima dobbiamo provvedere loro i mezzi di vita. II regime pensionistico agevola oggi, provvidenzialmente, tale compito. Ma non e tanto questo che conta: e il modo col quale noi provvediamo e li rispettiamo come persone, con le idee e le abitudini che hanno. I giovani dovrebbero trattare i vecchi come essi vorrebbero essere trattati a quella eta dai propri figli. Ne nascerebbe il comportamento giusto e liguardoso. Uno dei regali piu belli per l'anziano e il tempo che gli si dedica, superando la miserabile mentalita di ghetto: cercare l'anziano, conversare con l'anziano, ammirare l'anziano per quello che ha realizzato e per il modo con cui ha saputo vivere e beneficare, in una parola amare l'anziano. II comportamento procedente dall'amoie dettera i modi della relazione. Ovviamente, a monte di questo discorso, c'e l'eredita lasciata dall'anziano, cioe il modo con cui egli ha generato, allevato, educato i figli per la vita, il rapporto che ha saputo stabilire con loro piccoli, giovani, adulti. E sarebbe interessante parlarne. Ma ci porterebbe lontano. Dunque, finiamo qui. La vita e continuita. I giovani cominciano da dove sono arrivati gli anziani. Sono i padri che hanno generato i figli, e non viceversa. Chi onora il padre e la madre Dio lo benedice. D. Romeo Panzone d.D. Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. (Siracide) 2 L'immagine e della Vergine Sai.tissima, Madre della Divina Provvidenza, che si venera in Roma, nella chiesa di San Carlo ai Catinari retta dai Padri Barnabiti. P. Semeria l'assegno come protettrice alia nostra Opera, insegnandoci ad invocarla Madre degli Orfani. 3 BENEDETTA TU FRA LE DONNE Madre dei Discepo/i Madre degli orfani prega per noi E' la risposta spontanea, per grazia dello Spirito (Lc. 1,41), alia prima intuizione della grandezza unica di Maria. Quale donna piu ricolma di doni di Maria? Chi Immacolata, chi Madre di Dio come Lei? Lo riconosce Ella stessa « Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente » (L.c 1,49 ). Queste parole di Elisabetta aprono la serie interminabile di lodi innalzate a Maria nei secoli, dalle parole semplici della popolana evangelica (Lc. 11,27 ), alia visione della Donna coronata di sole nell'Apocalisse (12,1 ), alia proclamazione della Divina Maternita nel Concilio di Efeso, alle miriadi di santuari sparsi su tutta la terra, alle lodi a Maria nella letteratura e nell'arte, al ricordo costante di Lei nella Liturgia, nella preghiera nostra individuale. Oh, si, diciamoLe con il B. Bartolo Longo: « Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo! ». T.M. Maggio rosato, mese profumato, recita il detto popolare: la natura si riveste come per un giorno di festa. II mese piu bello e dedicato alia Madonna « ideale d'ogni bellezza, fiore d'ogni virtu ». La nostra anima si infervora e si adorna con le opere della devozione mariana, compiute con allegrezza e alacrita. 4 PROPOSTA DI AGGREGAZIONE Noi dell'Opera abbiamo affidato all'efficacia della preghiera e alia solidale collaborazione dei sacerdoti, delle suore, degli amici, dei conoscenti, dei lettori, degli ex-alunni, degli alunni dei nostri istituti e dei soci una iniziativa di aggregazione. Abbiamo detto di avere affidato alia preghiera il nostro proposito: vogliamo seguire Padorabile Volonta di Dio, dal quale proviene ogni tealizzazione. DI che si tratta? Molto semplicemente: I'Opera ha bisogno rer le proprie istituzioni di personale che, preparato e animato cristianamente, assuma anche la consapevolezza di concorrere col proprio lavoro a realizzare dei fini di bene. In tutte le condizioni di vita ci possono essere persone disponibili, che aspettano soltanto il tempo e il modo per entrare a collaborare ad una attivita permanente di aiuto al prossimo. Pensiamo a quelle donne, vedove e no, che sono senza ceppo familiare; alle persone adulte desiderose di dedicarsi a opere di bene; alle giovani senza appoggio, senza sicurezza e senza mezzi per affrontare la vita: gente seria, di buoni costumi, di pratica e di sentimenti religiosi. Per esse, seguendo la nostra proposta, si trattera, ovviamente, di lasciare il paese, la casa, la famiglia, per venire a risiedere, a vivere e a lavorare nelle Case di quella famiglia ideale che e I'Opera, vincolandosi almeno per un numero minimo di anni. Vogliamo cioe radunare da ogni regione e aggregare alia nostra Opera. Le istruiremo per il lavoro da svolgere nelle nostre istituzioni (servizi generali di cucina, di guardaroba, di rigoverno della casa, infermeria, cura della Cappella, segreteria, insegnamento, ecc.) e, con lavoro retribuito, le immetteremo a far parte integrante delPorganico nei vari istituti, con dipendenza diretta dalla Sede Centrale. Ne risultera un gruppo laico, non religioso, con regolamento conforme alia natura giuridica dell'Opera. 5 Chiediamo ai sacerdoti, alle suore, agli amici, ai conoscenti, ai lettori, ai soci, agli ex-alunni e agli alunni dei nostri istituti di segnalarci persone disposte ad aderire. Le persone interessate e consenzienti alia proposta, indirizzino a « OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA, VIA DEI PIANELLARI, N. 7 - 00186 ROMA » una lettera del seguente tenore: La sottoscritta... [nome, cognome, generality complete, indirizzo) e interessata all'aggregaxione neU'Opera. Rimane in attesa di conoscere dettagliatamente le condizioni di appartenenza, prima di decidere I'adesione definitiva inviando la domanda per essere iscritta. La presente lettera non cos tit ui see impegno alcuno. D. Romeo Panzone d.D. MARZO GENTILE Marzo, mi fosti odioso, or mi sei caro, Ch'hai riportato della mamma mia L'immagin viva, in questo giorno chiaro Sorgente quasi a mezzo di tua via. Or tu hai ben posto al primo error riparo, Mese fatale: Primavera pia Ecco e in arrivo, e il cielo non avaro Gorgheggi e roselline gia c'invia. Ma tu gia ci hai prodotto col tuo amore, Nell'orticello un'unica violetta, D'Alberto e Lidia mia secondo fiore: ELENA cara, fiorellin di donna, Sbocciato appena, Tu la Reginetta Sarai di Casa, come la tua Nonna. Nonuo Emilio 6 II 26 maggio 1979 ricorre il X anniversario della morte di Andrea Massimi, le cui spoglie riposano ad Amatrice nella tomba fatta erigere dalla consorte Sig.ra Gualda. Ecco come scrive dell'Amico Padre Minozzi, che lo ebbe collaboratore durante la guerra 1915-18: « ...finalmente il 6 febbraio 1917 il Ministero rispondeva accordandomi il soldato Massimi Andrea della 9a Compagnia di Sanita. Una vera provvidenza. D'allora il bravo Massimi tenne 1'Ufficio con una fedelta e una laboriosita superiore a ogni elogio. Non soltanto egli sbrigava l'ordinaria corrispondenza che aumentava quasi a ora a oia, ma ordinava in modo perfetto, con le sue specifiche attitudini bibliotecarie, il magazzino deposito strapieno di libri, d'oggetti di cancelleria, di materiali varii, (strumenti musicali, bocce, indumenti di lana, football...) e, secondo le informazioni che via via raccoglieva dai singoli Direttori, faceva casse, balle, pacchi e spediva, su ordine mio, alle diverse « Case ». Esatto, infaticabile, sereno anche quando io rientravo talvolta trafelato e nervoso e I'investivo di domande e d'incarichi, sottoponendolo ad un lavoro improbo che gli rubava spesso intere le notti come a me e piu di me, silenzioso e dolce compiva il suo dovere senza fiatare: arrivava a tutto, incantevole figlio ». P. Giovanni Minozzi, Ricordi di guerra. Vol. I, Amatrice, Tip. Orfanotrofio Maschile, 1956. 7 La pagina del magisfero IL PAPA SCRIVE UNA LETTERA AI SACERDOTI Nella lettera che il Papa Giovanni Paolo II ha scritto a tutti i Sacerdoti della Chiesa in occasione del Giovedi Santo 1979, rifacendosi, oltre che ai documenti scritti, al commie amore a Cristo e alia Ghiesa, ha effuso la sua paternita, la sua dottrina, la sua stessa anima sacerdotale, per cercare le vie della unione spirituale e della collaborazione. Tutta la vita e il ministero sacerdotale — scrive — servono all'approfondimento e al rafforzamento del legame con i Vescovi e del vincolo di fratellanza con gli altri Sacerdoti. Accenneremo ad alcuni punti. II sacerdozio gerarchico e ministerialc, al quale alcuni sono deputati mediante il sacramento dell'Ordine, e l'espressione delle forze interiori per mezzo delle quali si sviluppa la missione di tutto il Popolo di Die, il quale partecipa della funzione di Cristo sacerdote, profeta e re. Esso infatti e in relazione col sacerdozio comune di tutti i battezzati; se ne differenzia pero per grado e per essenza. II sacerdozio gerarchico e ministeriale infatti non deriva dalla comunita, e un dono di Cristo per la comunita. Si dice appunto gerarchico in quanto ha la potesta di formare e di reggere il popolo; e nelPeseguire cio diventa ministerialc, cioe svolge un ufficio, un servizio, operando la salvezza tra il popolo in nome di Cristo. II Sacerdote deve essere di vita integra e disponibile incessantemente per gli altri, senza cedimento di fronte alle difficolta e ai sacrifici; egli infatti e pastore, a somiglianza di Gesu. Se ogni battezzato deve adoperarsi per la salvezza degli altri, tanto piu sollecito ne deve essere il Sacerdote. Se manca in lui la sollecitudine per la salvezza del prossimo, la sua vita e il suo operare non hanno senso, non hanno ragion d'essere: il buon pastore da la vita per le sue pecorelle. Cristo chiama alcuni e li abilita ad essere ministri del suo stesso sacrificio sacramentale, i'Eucaristia. II sacerdozio richiede una particolare integrita di vita e di servizio, ed appunto una tale integrita si addice sommamente alia nostra identita sacerdotale. Nella sollecitudine per la salvezza del prossimo il Sacerdote ritrova il pieno significato della propria vita, la sua perfezione, la sua santita. <S La sollecitudine per la salvezza, per la verita, l'amore, la santita del Popolo di Dio si esplica in varie maniere e secondo i tempi; ma in tutte queste differenziazioni il Sacerdote deve essere sempre il portatore della grazia di Dio. L'aggiornamento dei metodi pastorali e dei modi della sua presenza devono essere una risposta originale al Vangelo di sempre: la risposta della santita e dello zelo. II Sacramento dell'Ordine imprime nell'anima un segno indelebile, il carattere, che sempre contraddistingue il Sacerdote. La personality sacerdotale e per gli altri un chiaro e limpido segno, una indicazione; e gli uomini del nostro tempo vogliono vederlo, vogliono sperimentarlo, anche quando sembra che desiderino il Sacerdote come loro in tutto. Agli uomini contemporanei il Sacerdote, nell'attivita pastorale, deve tenersi sempre vicino da sacerdote, servendoli in prospettiva della salvezza eterna. L'aggiornamento e una risposta originale al Vangelo, una risposta necessaria ai tempi: e la risposta della santita e dello zelo. Non vi e altra regola al di fuori di questa per aggiornarci, nella nostra vita e nella nostra attivita sacerdotale, ai nostri tempi e all'attualita del mondo. Indubbiamente, non possono essere considerati come adeguato aggiornamento i vari tentativi e progetti di laicizzazione della vita sacerdotale. In definitiva, risultera sempre necessario agli uomini soltanto il Sacerdote ch'e consapevole del senso pieno del suo sacerdozio: il Sacerdote che crede profondamente, che professa con coraggio la sua fede, che prega con fervore, che insegna con profonda convinzione, che serve, che attua nella sua vita il programma delle Beatitudini, che sa amare disinteressatamente, che e vicino a tutti e, in particolare, ai piu bisognosi. Forse negli ultimi anni — almeno in certi ambienti — si e discusso troppo sul sacerdozio, sull'identita del sacerdote, sul valore della sua presenza nel mondo contemporaneo ecc, ed al contrario si e prega to troppo poco. E' la preghiera che indica lo stile essenziale del sacerdozio; senza di essa questo stile si deforma. I Sacerdoti, ricevendo il sacramento dell'Ordine, abbracciano il celibato, che e dono dello Spirito. II celibato ha un grande significato sociale, consentendogli d'essere 1'uomo per gli altri. II cuore del Sacerdote, per essere pienamente disponibile al servizio degli altri, per essere sollecito e per potersi donare a tutti, deve essere libero. II celibato e appunto segno di una liberta, che e per il servizio. Esso non e semplicemente una istituzione imposta per legge; il Sacerdote vi si impegna con piena coscienza e liberta; quindi il celibato diventa obbligante sia in virtu della legge, sia in virtu della responsabilita personale. Mantenere la parola e insieme dovere e verifica della maturita interiore del Sacerdote, espressione della sua dignita personale. In tale materia egli avra tentazioni al pari di altri uomini; ma la l ) preghiera fervente, l'umilta, la sincerita verso la propria coscienza e verso tenderanno vittorioso. Per ogni uomo la vita e una prova. quindi anche Sacerdote, che deve dare esempio di fedelta, per aiutare i fedeli nella matrimoniale. La Chiesa latina e decisa a mantenere la caratteristica celibataria per Sacerdoti. Dio lo per il fedelta i suoi II celibato e un dono dello Spirito, e una rinuncia liberamente abbracciata per il regno dei cieli. II celibato ha anche un grande significato sociale, rendendo libero il Sacerdote per il servizio al Popolo di Dio. II Papa, avviandosi alia fine, esorta i Sacerdoti a convertirsi quotidianamente: a ritornare alia grazia della vocazione; a rendere conto a Dio del proprio servizio, cielle negligenze, dei peccati, del modo umano di pensare di amare di volere; a chiedere perdono e forza nel sacramento della Riconciliazione; a ricominciare sempre da capo; a pregare sempre. E alia preghiera il Sacerdote unisca l'impegno per la propria formazione interiore, pastorale, culturale. Dovendo testimoniare Cristo nella societa in cui vive, egli deve essere impegnato a farsi testimone qualificato. La societa ha bisogno di Sacerdoti autentici. A conclusione della lettera, che si legge con commozione e con frutto, Giovanni Paolo II affida ogni Sacerdote alia Madonna, indicando nel sacerdozio ministeriale la dimensione stupenda e penetrante della vicinanza alia Madre di Cristo. Don Aster Non e, infatti, cedendo alle suggestioni di una facile laicizzazione, che si esprima o nell'abbandono dell'abito ecclesiastico, o nell'assimilazione di abitudini mondane, o nell'assunzione di un mestiere profano, non e cost che si avvicina efficacemente l'uomo d'oggi [...]. A che servirebbe un sacerdote cosi « assimilato » al mondo da diventarne parte mimetizzata e non piu fermento trasformatore? (Giovanni Paolo II, a un gruppo di giovani sacerdoti dell'Arcbidiocesi di Bologna il 20.4.1979). 10 Dunque {non e il modo migliore per aprire un discorso, ma pub avere la sua efficacia) dunque le cose stanno cost. Dietro la profetica fluente barba, sotto il severo scuro barracano, si nascondeva un boia assetato di sangue. La lunga scorpacciata di esecuzioni non lo soddisfa ancora, se h vero, come e vero, che ha chiesto la collaborazione dei jedain, perche rapiscano lo scia e glie lo portino, per poterlo fucilare e processare. E' uno spettacolo che fa pena e ribrezzo vedere I'odio personale assurto a sistema di governo. In altre occasioni, di fronte a una carneficina del genere, tutte le nazioni sarebbero insorte per lo meno a condannare tale sistema. Questa volta nessuno fiata. Che sia per le commesse di petrolio che sono in corso? Se fosse effettivamente cost, ci sarebbe da vergognarsi di appartenere al genere umanol Si fa per dire. Fra le rivendicazioni delle assistenti di volo (hostess, in italiano), per cui per tanti giorni non si e volato e tanti miliardi di danno sono stati fatti al patrimonio nazionale, c'era anche questa: i turni di lavoro sono troppo lunghi. Mi e venuta un'idea balzana, che perb servirebbe a risolvere il problema e, un poco alia volta, a diminuire le occasioni di protesta. L'idea e questa: Quando scade il tempo di lavoro, stabilito dal sindacato, anche se I'apparecchio e in volo, il comandante pub mandare a casa I'hostess aprendole il portellone, saluntandola, spingendola fuori, e tanti saluti a casa. Si fa per dire. La compattezza nell'organizzazione sindacale e finita. Sempre piu spesso, i diversi comitati di lotta, i diversi gruppi autonomi, a dispetto dell'organizzazione sindacale, fanno esattamente il contrario delle direttive emanate da quest'ultima. 11 / lavoratori sono stanchi, vanno sempre meno alle riunioni, stracciano le tessere, non credono pit) alle altisonanti parole e alle lusinghiere e utopistiche promesse. Indice di questo stato di cose e la sensibile diminuzione di iscritti verificutasi in Piemonte, in Lombardia {a Milano, a Varese) e via dicendo. Altro segno e I'affannosa ricerca di una via nuova, da parte di una cent rale sindacale, per ridare credibility al proprio operato. Dall'Osservatore della Domenica n. 92. « La Piazza San Pietro ormai e diventata un luogo dove la Chiesa si manifesto visibilmente, come il giorno di Pentecoste. Avete seguito per televisione la Messa del giorno di Pasqua? Sembrava davvero un mare di fede e di amore, sembrava di vedere quello che descrive il libro degli Atti quando racconta che a Gerusalemme c'erano « Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Cappadocia, della Mesopotamia, della G hide a, del Ponto, dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, stranieri di Roma, Ebrei e Proseliti, Crete si e Arabi ». Tutta questa gente era a Gerusalemme e ciascuno riusci a capire il discorso di Pietro, il primo Papa, nella propria lingua. Non vi sembra che qualcosa di simile stia accadendo in quest! giorni a Roma? ». Leggano questa nota quel sociologhi che tentano di gettare discredito su una cost evidente manifestazione di fede, attribuendola a semplice e umanissima curiosita o, peggio, a fanatismo. PAT T II 29 aprile 1979, lasciando nel pianto desolato la Moglie Costanza, i figli Walter e Manlio, e venuto a mancare in Fermo il Maestro ALIGHIERO TULLI appassionato e benemerito collaboratore, negli anni '30, dell'opera lo ricorda affettuosamente, elevando al Cielo la doverosa e grata preghiera di suffragio. 12 PADRE TITO PASQUALI EDUCATORE DEI DISCEPOLINI A cinque anni dalla morte (29 aprile 1974) riproponiamo la figura di P. Tito Pasquali, con devozione filiale, in quello che ci sembra il tratto piii originale e significativo della sua personality: la luce e la forza del suo magistero educative « La tua tenace bonta, salda piu che le rocce native — gli aveva scritto P. Giovanni Minozzi —, ti renda fermissima pietra per l'Opera che ti prende qual /iglio ». Bonta e forza saranno componenti sempre riscontrabili armoniosamente nel suo comportamento di educatore, procedenti da ricchezza e fermezza d'animo, da effusa paternita spirituale, da forte disciplina interiore avvivata dalla preghiera, da ferme e sperimentate convinzioni. Ad educare i Discepolini per l'Opera di recente fondazione P. Tito aveva cominciato, per la fiducia dei Fondatori, ad Amatrice. « Questa istituzione provvidenziale — notava in una lettera del 30.12.1923 indirizzata a Mons. Pasquale Leone — non ha persone adatte alio scopo. Ed e necessario pregare Iddio, che le susciti piene di pieta soda e di vigoria tutta pura, tutta santa ». La sua presenza tra gli alunni era paterna, ma era austera; il suo comportamento severo; la sua autorita onnipresente e sovrastante con statura morale di tutto rilievo. Per gli alunni diveniva un modello, che esercitava un suo fascino hspro, ma non si faceva scostante, anzi era richiamo forte a nobilitarsi. Lo si sentiva individualmente vicino, energico e inflessibile, e pure suadente, burbero e delicato, attento alle esigenze particolari di ognuno, esemplare nel suo comportamento di uomo, di religioso, di sacerdote. Bastava la presenza, perche ottenesse tutto dai giovani e la vita delPistituto si svolgesse nell'ordine e nella disciplina. La presenza, anche se non si vedeva, la si sentiva dovunque, come una vicinanza autorevole e buona, come la voce austera del dovere, immutabile. La sua era austerita di spirito, non severita di modi. Egli non puniva mai e non premiava mai. Non concedeva, non si inteneriva per il riguardo di simpatia verso la sua persona o per il proposito di popolarita; niente imponeva, rispettosissimo della liberta. « Ne la carezza, ne la cavezza »: era una delle linee del suo comportamento. 13 Nelle esortazioni era drastico e tagliente: rovistava la psiche e investiva col suo giudizio inflessibile l'agire debole e vizioso, proponendo il comportamento proprio dell'uomo di carattere e deH'uomo di fede. Ma non si riferiva direttamente all'individuo. Aveva rispetto estremo per la persona. Sembrava avesse paura di 2vvilirla mettendola a confronto con un giudizio di rettitudine, paura di evidenziar ne l'umana debolezza col richiamo al virtuoso agire. Percio assumeva il tono esortativo, paterno assai non paternalistico, lasciando alia responsabilita dell'interessato il confronto di se con i doveri del proprio stato. La sua esortazione risultava quindi una proposta, una indicazione di virtu. La verifica della propria condotta e 1'adesione dovevano derivare dalla libera scelta individuale. Da qui il bisogno di parlare, di esortare, sembrandogli di assolvere in tal modo il dovere fondamentale cella formazione. Fiero fustigatore del vizio, era, nel colloquio privato, padre discreto e misericordioso, comprensivo della debolezza altrui. La misura del suo valore come formatore di coscienze e padre delle anime P. Tito la rivelo nella Casa di formazione di Ofena, dove fu destinato nel 1925, arrivandovi la sera del 16 dicembre. La mira era di preparare Discepolini veramente ottimi. « Meglio pochi e buoni — pensava dei Discepolini D. Minozzi —, meglio tre o quattro che dieci sui trampoli ». (Lettera del 10 novembre 1924). « La qualita e non la quantita deve essere sempre il tormento per noi » — gli aveva ribadito con lettera il 9 novembre 1925). I ventuno anni ivi trascorsi, come Direttore e come Maestro dei Novizi, sono gli anni piu espressivi della sua personality e i piu fecondi. Tra quelle mura fu collocato il germoglio della Famiglia dei Discepoli che sul nascere egli tiro su come oggi e, nel travaglio di un magistero formativo fatto di esempio e di parola. « Coraggio. L'aurora dell'Opera t'e affidata » — gli scriveva D. Minozzi. (Lettera del 18.12.1925). La sua persona si elevo, negli anni, a quella statura di educatore amabile, autorevole, efficace, che tutti portiamo scolpito nel cuore. In quella terra magra e forte, risultata dalla pietra livida accumulata torno torno sui colli, egli seppe scrivere pagine di leggenda, come un pioniere, tanto da diventare per noi simbolo di tenacia, di lavoro, di dedizione all'ideale, di attaccamento al dovere, di focrificio, di poverta evangelica, di vita nascosta con Cristo in Dio. La sua fu soprattutto scuola di esempio, impartita per amore. Egli obbediva, prima di ogni altro, agl'imperativi dell'ascesi, applicando a se quella durezza che piega la natura ribelle al comando della volonta per seguire la legge dello spirito. Prendeva a incitamento 1'esempio di S. Agostino, « rifatto santo appunto perche, abbandonata la rilasciatezza edonistica e pagana, ha abbracciato e se ne e cibato, la durezza verso se stesso, per essere uomo di Dio ». Nel cibo, nel vestito, nel lavoro, nel rispetto dell'orario era il primo e sorpassava di molto il segno che poneva agli altri, negandosi ogni agio. Andava e tornava a piedi da Ofena scavalcando il colle, col freddo, e col sole, col passo all'apparenza claudicante, con le mani appoggiate al bastone traverso le spalle. Sotto la sferza del sole abbassava la falda del cappello sulla fronte e infilava, 14 dentro il colletto, il fazzoletto colorato da contadino; oppure, imperversando il tempo cattivo, si avvolgeva nel mantello nero; e via. Ritornando, niente si concedeva a ristoro: senza neppure entrare in camera, si rimetteva subito agli atti della comunita. O era in testa nelle passeggiate estenuanti, per scaricare, diceva, le energie esuberanti di noi adolescenti; o era curvo alia raccolta delle olive; o stava alia trebbiatura dell'orzo e delle lenticchie, per ore e ore sotto il sole implacabile, che gli scoloriva la talare, ma non gli scioglieva a volonta. Soltanto negli anni quaranta un benefattore, Pasquale De Meis, per interposizione affettuosa dell'ex-alunno Emidio Pace, dono una cavalla, la indimenticabile Stellina, la quale ne condivise le penitenze e ne allievo la fatica dei viaggi. 15 Mediante le istruzioni, martellava, metodico e regolare, l'anima di chi ascoltava, per disporla alle indicazioni della fede. La pieta la pieta la pieta inculcava, che e utile a tutto, ripeteva con S. Paolo. E' c'e tempo di giocare, tempo di mangiare, tempo di lavorare. Tempo di mangiare! Ce l'aveva con l'ingordigia, lui che era costretto a lesinare il soldo e il chicco, per la poverta con la quale a tutto doveva provvedere. E richiamava il biblico mulo « impinguatus, delatatus »; poi, trasferendo alquanto il discorso, aggrediva la riottosita a seguire gl'insegnamenti: « noluit intelligere ut bene ageret ». Era tutto lui nella Casa, come un patriarca, assaltato su tutti i Ironti dalle ristrettezze e dalle difficolta, ma piegato mai; la riempiva la Casa, rude e umano, tacito o parlante. Tirava a fatica il fiato, per quegli attacchi d'asma, che lo squassavano d'improvviso, e si rivelava forte come una quercia, che non crolla mai. Lo vedevamo, con una certa curiosita, nel bel mezzo della lettura, accendere un pezzo di quella che chiamavamo cartina di celluloide e ispirarne profondamente il fumo a sollievo, o vaporizzare, aspirando con la pompetta che aveva sempre con se ia medicina antiasmatica. La robustezza della volonta reggeva la fragile complessione fisica, risultata, alia prova del tempo e ai colpi della malattia, resistentissima. L'ordine, la disciplina, l'impegno, che egli voleva instaurati nella Casa, la durezza e la severita, come lui stesso dichiarava, derivavano « dall'amore di chi ha la responsabilita educativa, che non ammette e non deve ammettere la rilasciatezza, la permissivita, ignobile tradimento dei giovani ». Nell'esame retrospettivo della sua azione educativa, egli si attribuiva un peccato, che molte volte gli aveva sollevato contro gli spiriti, non gia dei ragazzi che lo rispettavano, lo ammiravano, lo amavano, presi dalla sua bonta disinteressata, energica e puntuale, ma dagli adulti, contrapposti a lui nel metodo, negl'interessi, nell'impegno di sacrificio: il peccato era che voleva « la pieta fine, gioconda, generosa, la pieta che fa l'uomo retto, l'uomo sincere, l'uomo personalmente legato ai suoi impegni ». La sincerita cercava negli alunni. La sincerita amera sempre e porra come condizione per aprirsi alia fiducia e per stabilire con gli altri un rapporto di collaborazione. Le manovre subdole e leziose, gli ammiccamenti, le riserve mentali, peggio ancora le false espressioni di chi ride e tradisce, la passivita di chi accetta tacendo e non esegue, lo immalinconivano e lo facevano ritrarre, mortificato, dentro il suo mondo, dove era perentorio I'evangelico si si, no no. Egli ha sempre eseguito, puntualmente eseguito, esattamente eseguito gli ordini ricevuti. Non ha mai sostituito il programma proprio al programma di chi aveva autorita e responsabilita di formularlo. II suo insegnamento e il suo carattere potevano piacere o dispiacere, conciliare il consenso o provocare il dissenso; ma tali erano, mai contraddetti dalla vita. Quando da lui si pretendeva giovialita o convenevoli, ma intanto la condotta era motivo di dispiacenza e di accoramento, con pena, ma con energia, affermava, come per giustificarsi: « lo non mi sdoppio ». E non ha mai deflettuco dalla linea di fedelta alle persone e alle istituzioni che serviva. 16 II germoglio della Famiglia spunto con la professione dei primi undid novizi della sua scuola, che si incrementarono via via. « Bisogna proprio abituar i nostri all'umilta schietta del lavoro materiale. Poche parole: molta preghiera, molto studio, molto lavoro. Ecco il programma dei cari Novizi, i primi che il Signore ci dona. E allegria sempre, festosissima! »: questa era la direttiva che P. Minozzi gli tracciava (Lettera del 14.11.1931). SAULO SAULO di Cilicia, fariseo e Romano, chiuso alio Spirito Santo, perseguisti Stefano e quelli che annunciavano il Giusto; ma Cristo ti parlo folgorante luce nella luce, sulla via di Damasco; in Tarso battezzato, strumento del Signore fosti ed alata parola ai popoli d'Oriente ed ai Romani Evangelo Cosi fosse nella vita di ognuno, dove troppo spesso tutto passa con un conforme scorrere dilavante sulla rena; e cosi fosse come accade negli uomini di spirito profondo; ce lo dimostrano uomini come Marco Aurelio, e non sembri un retrivo anacronismo, nel quale gia parlava una saggezza cristiana filtrata dalle dottrine stoiche, quella coscenza cristiana che irrefrenabilmente avanzava. lombardo liliana giovanna 17 I giovani ne assorbirono totalmente l'impegno e la speranza, ma lo tormentarono non di rado con la delusione. Sopravvenne il disagio della guerra e l'occupazione della casa da parte dei soldati tedeschi. Le fonti delle previsioni catastrofiche e delle preoccupazioni per lui si moltiplicarono. I Discepolini furono dispersi. Dopo il passaggio del fronte si dovette ricominciare con pochi elementi, malfidi e irrequieti per lo stato stesso delle Case all'indomani della guerra. II momento e commentato da una lettera del Fondatore e rappresentato in dimensione nazionale: « Che strazio per me questo spaventoso avvilimento dell'Italia nostra! Ricominciare bisogna da capo, solcare nel profondo per rieducare il paese, farlo degno della sua storia, delle sue speranze. Lavoro faticosissimo, di secoli. Possano diventarne operai infaticati i Discepoli nostri, arsi veramente dalla brama di aiutare il Maestro divino! Avanti con fede: in spe contra spem. Lora e scura: notte fonda. Ma l'alba tornera a illuminare fresca la nostra fatica » (Lettera del 20.9.1943). II luogo, l'ambiente umano nel quale aveva pregato e lavorato, sofferto e gioito, soprattutto creduto sperato amato, l'edificio stesso che egli aveva visto venir su, pietra su pietra, e la comunita giovanile che dentro conviveva, divennero realta incarnate nel suo cuore, rami sul tronco della sua vita. La predilezione gli illuminava il giudizio: « Calascio nel silenzio raccolto della montagna dalla testa iasa e dai piedi verdi di vigneti e di ulivi quasi a mostrare la mondezza del cuore e del cuore la speranza ardita con le ali preste a compiere la missione divina ». Riandando col ricordo alia fondazione del seminario, agl'inizi stentati, con trepida gioia esclama: « Oggi quella Casa e seminario. E voglia Iddio che non cambi il suo programma che fu gia di P. Semeria ». Don Tito nel seminario di Ofena s'e man mano approfondito alia scuola della croce. « Ho capito che la vita e croce da portare. Senza croce in cielo non si entra: cost scriveva. Nella sofferenza durante ventuno anni aveva affinato la sua anima, dando e ricevendo. Si era come radicato in quella terra, nei muri, tra quelle rocce, facendosi rude ed essenziale, selvatico, come amava dire lui stesso; e si sentiva padre delle generazioni dei Discepolini, che battevano in quella Casa, come l'onda contro la scogliera, e rimanevano o venivano risucchiati dal mondo; la casa di formazione di Ofena era nella mente e nella esperienza di tutti associata alia presenza di Don Tito, amara e forte, ma poi dolce ed efficace, se la si incontrava sul sentiero della sincerita e della corrispondenza alle indicazioni sue e alle premure. Ripenso a lui quando leggo: « Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente... Cresce lungo il cammino il suo vigore, finche compare davanti a Dio... » (Salms 83). D. Romeo Panzone, d.D. 18 NON BASTA LA PROTESTA « II lavoro non e una maledizione, e una benedizione di Dio che chiamo l'uomo a dominare la terra e a trasformarla, affinche con l'intelligenza e lo sforzo delPuomo prosegua l'opera creatrice e divina. Voglio dirvi, con tutta l'anima e con tutta la forza, che mi amareggia la scarsezza del lavoro, mi amareggiano le ideologic di odio e di violenza che non sono evangeliche e che tante ferite causano all'umanita contemporanea. Al cristiano non basta la denuncia delle ingiustizie, a lui si chiede che sia testimonio e promotore di giustizia; chi lavora ha diritti che deve difendere legalmente, ma ha anche doveri che deve compiere generosamente. Come cristiani siete chiamati ad essere promotori di giustizia e di vera liberta oltre che forgiatori di carita sociale. La tecnica contemporanea crea tutta una problematica nuova e a volte produce disoccupazione, ma apre anche grandi possibility che richiedono al lavoratore una sempre maggiore preparazione e un apporto sempre piu intenso delle sue capacita umane e di immaginazione creativa. Per questo il lavoro non deve essere una mera necessita, ma deve essere visto come un'autentica vocazione, una chiamata di Dio a costruire un mondo nuovo nel quale coabitino la giustizia e la fratellanza, anticipo del Regno di Dio, nel quale non vi saranno certo ne carenze, ne limitazioni. Il lavoro deve essere il mezzo affinche tutta la creazione sia sottomessa alia dignita dell'essere umano e figlio di Dio. II lavoro offre l'opportunita di impegnarsi con tutta la comunita senza risentimenti, senza amarezze, senza odi, ma con l'amore universale di Cristo che non esclude nessuno e tutti abbraccia ». Giovanni Paolo II 19 LA MADONNA Dl GUADALUPA // volo del Papa al Messico, riportato ampiamente dalla stampa e dalla TV, ha fatto conoscere ai piu ignari la Madonna di Guadalupa e l'indescrivibile devozione del popolo messicano, non pero la storia affascinante della prima origine del Santuario. Suppliamo con questo breve articolo. In uno dei miei voli tra la California e il Brasile, ebbi la possibility di recarmi pellegrino alia santa collina del Tepejac che e il cuore del Messico. Vi rimasi un'intera settimana, ospite dei Padri Gesuiti, ed ebbi il privilegio di contrarre amiciza con un gruppo di laureati cattolici che mi illustrarono scientificamente non solo la storia delle apparizioni, ma anche la inesplicabile consistenza della venerata Icone. Gia il solo fatto, mi dissero, che la Madonna abbia scelto questo punto della terra per porvi il Suo trono e un miracolo. La Regina del Cielo voile infatti prendere possesso del Nuovo Continente all'alha della sua sco pert a, ponendosi esattamente al centro delle due Am eric he, quando nessuno sapeva fin dove si estendessero. Lo stretto di Belle Isle, all'estremo nord del Canada e la punta ultima della Patagonia nell'Antarlide sono equidistanti dalla Madonna di Guadalupa. Ne meno prodigiosa fu la scelta che la Madonna fece del portavoce tra Lei e l'Arcivescovo di Citta del Messico: un indigene analfabeta e poverissimo, Juan Diego. L'Arcivescovo era con lui diffidente e sbrigativo al massimo, mentre la SIGNORA, come Juan Diego la chiamava, insisteva di tornare a dirgli il Suo messaggio fino al giorno che il Prelato disse all'indiano: « Non venire piu, se non quando la SIGNORA mi dara un segno visihile che provi la verita di quanto mi dici ». La Madonna obbedi all' Arcivescovo e indico a Juan Diego un roseto poco distante: « Cogli le rose piu helle — gli disse - - avvolgile nel tuo mantello in modo che nessuno le veda e portale al Vescovo, a lui solo ». Era dicembre inoltrato. Ma quando Juan Diego spiego il mantello dinanzi al Vescovo, le rose non e'erano piu. Cera Lei, la SIGNORA dipinta al centro del mantello. E' l'immagine venerata dalle folle di pellegrini a Guadalupa: quella nota immagine a mandorla che la rappresenta come la vide l'Apostolo a Patmos, vestita di sole, con la luna ai suoi piedi e con le mani congiunte in preghiera. II volto e quello tipico delle donne messicane. 20 « Inesplicabilel » conclusero i miei amici professori: una pittura cosi perfetta ed espressiva eseguita sul panno piu ruvido e grossolano che si possa pensare; tanto che e visibile qualche filo di paglia non assorbito dalla tessitura. E', di conseguenza, inesplicabile, e miracolosa la sua conservazione. RENATO LUISI (Dal Risveglio, 19-2-1979) PASQUA DI RESURREZIONE MESE DI MAGGIO II grande fatto che la Chiesa celebra il giorno di Pasqua con la massima solennita e la risurrezione di Cristo. Essa consiste nel fatto straordinario che il Signore Gesu, al Venerdi Santo, alle ore tre circa del pomeriggio, spiro sulla Croce e la sera dello stesso Venerdi fu sepolto dai suoi Discepoli; ma il terzo giorno, cioe la Domenica, al mattino prestissimo, la sua anima di nuovo si ricongiunse al corpo e cosi Lui, che durante quel triduo era morto, torno alia vita. Risuscito per virtu propria, cioe per potenza di quella divinita che era rimasta congiunta tanto alPanima come al corpo di Cristo, conforme a quello che Gesii stesso aveva predetto: « Io of fro la mia vita per poi riprenderla di nuovo » (S. Giov. 10, 17); ripete la stessa cosa al cap. 2, 19 dove esclama dicendo: « Distruggete questo tempio (che e il santuario della Divinita) e in tre giorni lo faro risorgere ». Come fatto storico, contro il quale in ogni secolo si esercitarono sempre invano gli sforzi del demonio e degli eretici, la Risurrezione di Cristo prova in modo irrefragabile la sua Divinita. Gesu stesso l'aveva promessa come segno della sua Divinita quando disse: « Voi volete un segno: non vi sara dato nessun altro segno se non il sengo di Giona Profeta (che fu rigettato vivo dai pesce dopo che tre giorni prima lo aveva ingoiato »). 21 Pei questo Gesu voile rendere evidente la sua Risurrezione con apparizioni numerose, controllate e avvenute nelle piu svariate circostanze, davanti a molti testimoni e, a volte, raccontate minutamente nel Vangelo: 1) a Maria Maddalena presso il sepolcro di Gesu; 2) alle due donne che tornavano dal sepolcro; 3) a Pietro Simone; 4) ai due Discepoli di Emmaus; 5) a tutti gli Apostoli riuniti nel Cenacolo quando era assente Tommaso; 6) agli Apostoli di nuovo, presentc Tommaso divenuto credente per la evidenza di mettere le sue dita nelle ferite delle mani di Gesu e la mano nella ferita del costato; 7) ai cinque Apostoli e ai cinque Discepoli sul lago di Tiberiade; 8) agli undici Apostoli sopra un monte della Galilea; 9) a piu di cinquecento Discepoli riuniti insieme; 10) all'Apostolo Giacomo, cugino del Signore; 11) agli undici Apostoli a Gerusalemme prima che salisse al Cielo nel quarantesimo giorno della sua Risurrezione dal Sepolcro. * * * II mese di maggio e il mese di Maria che e Madre di Dio. Sembra che un alito di eterna e spirituale primavera trasvoli il mondo, ripetendo quel Nome a consolazione come ideale di perfezione e di santita per tutti. I giardini profumano e mandano in cielo la loro fragranza, come una continua preghiera; quella preghiera che troppi hanno dimenticato e continuano a dimenticare. « Non dimenticate preghiere e sorrisi (scriveva il poeta Vida Marco Girolamo, vescovo di Alba, famoso verseggiatore latino di squisita eleganza); Maggio viene da Madius (eo quod tunc terra madeat = la terra e piena e abbondante) e nel maggio la terra e ricca di fiori e i fiori parlano, sorridenti e pregano... laquuntur flores subridentes et orantes... ». L'immagine puo sembrare evanescente e smorfiosa ma ha un suo profondo insegnamento. Il maggio deve essere, come i fiori, orante e sorridente. Preghiera a Dio, alia Vergine e sorriso verso di noi e verso gli altri. Quando la vita e travagliata dalle asprezze e le forze si indeboliscono al grandinare dei colpi, bisogna elevare la preghiera a Dio, alia Madre celeste e allora ci si sentira nascere nel cuore, come da una sorgente nascosta, l'inesauribile senso del dolcissimo amore divino e materno. Sorridere e un dovere, e un dovere verso gli altri, perche non dobbiamo aiffondere intorno a noi la nebbia del malumore, ne la tristezza delPorgoglio. Sorridere e un dovere anche verso noi stessi, perche il sorriso, come la letizia, c luminosita, e amore, e dono di Dio. Preghiera e sorriso: questo e il maggio cristiano. Pietro Luigi Lovisone, d.D. 22 FIOR DI PENSIERO E... LA FEDE y& La fede e la realta di cose sperate e convincimento di cose non vedute. (S. Paolo) T£ La fede!... faro luminoso collocato da Dio in capo a questo mare procelloso per indicarci la rotta. Senza la fede, questa povera nostra vita diventerebbe un enigma oscuro e indecifrabile, un viaggio senza scopo, una via senza uscita, una valle di lacrime e di dolori senza saperne il perche e senza trovare una stilla di conforto. (A. Crocetti) T& Non si vive senza la fede. La fede e la conoscenza del significato della vita umana. La fede e la forza della vita. Se I'uomo vive, e perche crede in qualche cosa. (L. Tolstoi) TK Nel giardino della vita vi e un fiore indispensabile: la Fede! Ove esso non fiorisce, appassiscono presto anche gli altri fiori, soprattutto quello della felicita! (S. Sacchetti) % Solo il raggio di fe che l'alma investe Tinge ogni cosa di color celeste! ?fc L'ala delle fede rende lieve ogni sacrificio. (P. Minozzi) % Se la fede ricuce le ferite del cuore, tutto diventa luce, anche il dolore. (Ida Mattei) 23 T£ Non abbiamo bisogno di scienza nella nostra vera vita, ma di fede e d'amore! (P. L'Ermite) 7^ Non si sale a Dio con le ali soltanto del genio e della scienza, ma soprattutto con quelle dell'amore. Chi vuol entrare nel santuario della Fede non deve dire « io voglio vedere », ma « io voglio amare ». 7^ E' quasi sempre per via dell'amore che si giunge alia Fede. (Bougand) % La fede ha il suo santuario, la sua sede nel cuore: essa non e per sua natura solamente una conoscenza, ma soprattutto una virtu ed ogni virtu ha la sua sede nel cuore. (Lacordaire) % Senza la fede che lo sorregge e l'avviva, il lavoro diventa disperata fatica. (P. Minozzi) T1\ La fede e messa alia prova quando la volonta di Dio non coincide con la volonta dell'uomo. (Sigrid Utidest) ¥fc Bisogna essere umili e puri per poter credere. L'uomo superbo e disonesto non puo credere. (G. Rossi) % Chi perde la fede, non puo perdere di piu! {Publio Siro) T)£ La Fede, che e « sostanza di cose sperate », rischiari ognora il tuo cammino... Abbi fede e ti sentirai pulsare nelle vene il sangue deH'immortalita: tetaggio di ogni creatura. Accendi questa fiaccola e cammina sino alio scoccar dell'ora, che non ti potra far paura, poiche sara la trasfigurazione della vita nella luce divina. [Salvaneschi) % Un uomo bisogna conoscerlo e poi gli si crede. Cristo Dio bisogna prima crederlo e poi ci conosce chi Egli e. (G. Rossi) % Credere e un atto dell'intelletto che aderisce alia parola divina, sotto 1'impulso della volonta mossa da Dio con la grazia. (5. Tommaso) 24 ?K- Credo in Dio Padre onnipotente. Ma... Ciai quarche dubbio? Tiettelo per te. La Fede e bella senza li « chissa », Senza li « come » e senza li « perche »! (Trilussa) TJ$ Dove c'e la vera fede, c'e anche a speranza e l'amore: « Che la fede, l'amore e la speme Son tre faci che splendono insieme, Ne una ha luce, se Paltra non l'ha ». [Metastasio) ...UN'ONCIA DI BUON SANGUE | % Confidenze di bambini. Ma a te piacciono le fiabe che ti racconta papa? — No, ma lui poverino si diverte tanto! % Pio X incarico una volta un ebreo, banchiere di Venezia, a portare la sua benedizione ad un vecchio sacerdote Veronese, gia compagno di scuola a Castelfranco. L'ebreo: — Volentieri, Santita, benche io come israelita non sia la persona piu adatta a portare la sua benedizione. — Non si preoccupi, perche se l'imballaggio e gramo, la mercanzia e buona. % II colmo — Signore, le e caduto il giornale. — Molte grazie. Sa, ero talmente assorto nel leggerlo, che non me ne ero accorto... % Luigi XV fece un brutto complimento ad un suo cortigiano: Voi siete vecchio, ormai e tempo di seppellirvi. Dove volete essere sepolto? II cortigiano rispose tosto: — Ai piedi della tomba di Vostra Maesta. D. Cesario Sacchetto, d. D. 25 X\K.A»%«% ^J' wiiCT 26 Marzo entra all'insegna della serieta, giacche con esso inizia la santa Quaresima. Ci e stato detto che essa e il « tempo forte » dell'anno. Durante questo periodo infatti ciascuno deve intensificare l'impegno per un serio lavoro spirituale, sforzandosi di togliere dalla propria vita tutto cio che tenta di separarci da Gesu. Ciascuno di noi deve cercare di essere ogni giorno piu buono. Questo e il modo migliore di prepararsi a celebrare la Santa Pasqua, che altro non e che il « passaggio » dalla morte alia vita, dal peccato alia grazia. Invero ci stiamo impegnando su questa pista, anche se la sera, al momento delPesame di coscienza, dobbiamo registrare parecchie marachelle, che certo non ci avvicinano a Gesu; tuttavia ci invitano a riconoscere la nostra debolezza e a non desistere dalla lotta per la conquista della bonta. Anche se in forma molto ridotta, data la nostra giovane eta, ci accorgiamo che « militia est vita hominis », la vita dell'uomo e un continuo combattere contro il male, per poter salire a Dio. II nostra studio risente un po' del tempo quaresimale, giacche stiamo impegnandoci di piu, anche se impreviste vacanze e lunghe supplenze abbassano il tono del nostra impegno. Metereologicamente marzo non si e smentito. E' risaputo che marzo e pazzo, e tale e stato quest'anno. Il tempo e stato variabilissimo nell'ambito della stessa giornata: caldo quasi estivo, poi vento, poi grandine, poi neve, poi... sole! La estrema variabilita del tempo e del clima, purtroppo ci ha portato una sgradita visita: 1'influenza. I piu deboli prima e i piu forti poi, son crollati con febbre alta e tosse ostinata. Meno male che il nostra Superiore ci ha curati con sapiente competenza, sapendo ben distinguere l'influenza dalla contagiosa febbre scolastica! II tutto si e concluso in poco piu di una settimana a suon di capsule, di pillole e sciroppi. Adesso tutti siamo ritornati vivi e vegeti, anche perche la primavera ormai e tra noi, anche se le cime dei monti circostanti sono bianche di neve. La nostra bella vallata si e prima ammantata di profumati fiori di mandorlo e ora e colorata di un meraviglioso verde che ci parla di speranza. Da diversi giorni ci stiamo preparando alia Settimana Santa, imparando i canti, specie i gregoriani, e provando le cerimonie. A meta mese abbiamo commemorato Padre Semeria, del quale ci colpisce la figura di colto predicatore, ma soprattutto la sua attivita di Sacerdote pieno di carita verso il prossimo piu bisognoso. In suo onore abbiamo disputato un torneo polisportivo con premi vari. A fine mese i Discepolini di seconda fanno un volo a LAquila per assistere, dietro interessamento della brava professoressa di Lettere, alia rappresentazione della « Tempesta » di Shakespeare, allestita nel Teatro Comunale dagli alunni di una scuola Media della citta, guidati da una solerte insegnante. Dopo la ben riuscita rappresentazione, una breve visita alia Basilica di S. Maria di Collemaggio, al corpu di S. Celestino quinto, al Castello medievale e al mastodontico « Mammut », conclude la breve sortita. Adesso tutti siamo in attesa della Santa Pasqua, che porta con se alcuni giorni di vacanza ed un po' di mentato relax. Quidam E' sbrigativo e comodo, ma e sterile, scaricare sugli altri la responsabilita della nostra statura interiore, mantenuta nana perche costretta da molteplici accomodamenti terreni e scarsamente alimentata da soprannaturali idealita. Ciascuno porta una tremenda responsabilita. Onestamente deve riconoscere, quando si ritrova rachitico, che non gli altri lo hanno reso cos), ma lui stesso si vuole cosi: Unusquisque faber fortunae suae. 27 Una panoramica dell'Istituto « Figli D'ltalia » di Cassino. NELLA CASA DEL PADRE Diamo la mesta notizia che VALENTINI ANGBLO, a sessantasei anni, lasciando la dimora terrestre e andato ad abitare in Cielo col Patlre celeste, I'8 aprile scorso. Capomastro muratore di lunga esperienza, conosceva il mestiere, che esercitava con competenza e coscienza. Ha lavorato sempre nelle Case dell'Opera, in particolar modo nell'Istituto femminile di Amatrice, fidato, rispettoso, apprezzato. Alia Famiglia (due figli sono nostri ex-alunni) presentiamo le piu vive condoglianze, elevando la preghiera di suffragio per il caro Estinto. 28 LA SVEGLIA NOTIZIARIO DELIA ASSOCIAZIONE EX-ALUNNI LA PAGINA DELLASSISTENTE « ... SINO ALLA FINE DEL MONDO » « Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alia fine del mondo ». Cristo sara ora invisibile, eppure restera al centro della Chiesa. La presenza di Cristo conferisce alia Chiesa docente sicurezza infallibile, forza sovrannaturale e autorita. Cristo non e soltanto una figura del passato, ma il Signore costantemente presente, che ammaestra, santifica e guida. « Io sono con voi ». Questa e la consolazione della Chiesa durante le persecuzioni, e il mist LTD del costante rinnovamento nei periodi di decadenza, e il superamento della solitudine nelle notti oscure dell'abbandono. « Tutti i giorni». Nei giorni delle vittorie, al Signore vengono resi gli onori. Nei giorni delle sconfitte egli da la forza di risollevarsi. Nei giorni della ricchezza e avvertimento e monito. In quelli della poverta e soccorso e consolazione. Nei giorni della lotta e vessillo al vento. Nei giorni della pace e protezione dalla falsa quiete. « Sino alia fine del mondo ». La Chiesa durera fino alia fine del mondo. La garanzia della sua durata e contenuta in queste parole, che sono la sua sicurezza lungo il cammino attraverso gli anfratti piu oscuri e le montagne che tentano di sbarrarle la via. II tempo del percorso terreno avra la sua fine, ma questa fine sara soltanto il compimento della missione della Chiesa in questo mondo e della invisibilita del Signore e nello stesso tempo significhera il principio della Chiesa trasfigurata, col Signore visibile e trasfigurato. R. Gutzwiller 29 Ore 16 di sabato 7 aprile 1979: appuntamento degli ex-alunni in Piazza S. Apollinare a Roma per la gita a Rocca di Mezzo, in provincia di L'Aquila. Scopo del viaggio; la visita alia ricostruita ed ammodernata casa di soggiorno « Madonna delle Rocche », di proprieta delPOpera Nazionale per il Mezzogiorno, per un affettuoso incontro di vecchi amici in occasione della Santa Pasqua. Due maestosi autobus della Ditta S.T.I.M. di Roma sono pronti ed attendono i gitanti che, a gruppi, confluiscono nella piazza. Sono giovani ed anziani: alcuni hanno i capelli brizzolati o incanutiti ed il volto solcato da rughe, ma in tutti si ritrova l'antico e semplice sguardo dei ragazzi di una volta. L'incontro e meraviglioso! Nello slancio degli abbracci si racchiudono i mille cari ricordi di una fanciullezza per anni convissuta in ?mbienti permeati di religiosita e di amore; nello scambio dei baci fraterni vi e il trasporto dei sentimenti di imperitura amicizia. Le trombe altisonanti degli automezzi rompono l'atmosfera di brio e di gioiosita. Si parte! Superato il caotico traffico cittadino e percorso un tratto del raccordo anulare, si imbocca l'autostrada in una veloce corsa sul nero nastro d'asfalto tra vallate profonde, altipiani in incipiente fioritura, pascoli verdeggianti ed adagiati su pianure e colline in fiore, paesi fatti di case silenziose. L'animatore ed organizzatore della gita, il simpatico, allegro e faceto Alvaro Vitale, allieta la comitiva con le umoristiche frecciatc e con i suoi fervorosi osanna alia stupenda terra d'Abiuzzo. Alio svincolo autostradale di Avezzano, si entra nella Marsica e s'imbocca la strada statale per Ovindoli, superata la quale si arriva a Rocca di Cambio. La Casa si trova subito dopo il centro abitato. La sua sagoma si staglia e si disegna austera nell'agreste paesaggio mentre gli ultimi tiepidi raggi del sole calante, riverberati dalle nevi, le illuminano la facciata. JO Ad attenderci sono Don Romeo, Don Pierino, Don Cavaliere, Don Chouquer. Per tanti di noi e un salto nel tempo di ben 40 anni per pochi altri di qualche decennio; per tutti e un mistenoso aggancio ad un mondo fatto di sogni, di speranze, di grandi amicizie, di tenerezze e, perche no, di fervida fede! La sala d'ingresso e piena di gente che, in un frenetico intreccio di abbracci e di strette di mano, prova la grande commozione di un memorabile even to. Don Romeo Panzone da il benvenuto alia comitiva, illustra brevemente il programma per l'indomani ed invita tutti nella Cappella per un breve ma intense momento di riflessione e di intimo raccoglimento in preparazione al precetto pasquale. Con parola calda lenta, incisiva, suadente e piu volte severa, quivi egli apre il cuore e 1 ammo di tutu alia spirituals della Santa Pasqua. Nel religioso silenzio della preghiera si avverte il papito della impegnativa circostanza. Un gruppo ricordo per i fortunati che ci son capitati. 31 La parte spirituale della gita si conclude con il precetto pasquale della domenica delle Palme, il quale, insieme alia breve visita alle stazioni sciistiche di Rocca di Cambio, della Magnola e di Ovindoli caratterizza il bellissimo « raduno » di « fedeli soldati di Cristo ». In tanta gioia, pero, si e fatto sentire il disagio per la forzosa assenza deH'amico Giovanni Anelli per quanto in parte neutralizzato opportunamente dalla gradita presenza della di lui gentile e sempre arzilla consorte, Sig.ra Maria. (Auguri, caro Giovanni! A presto rivederci in altra felice occasione!). Ed avvertita e stata soprattutto la tristezza per la mancanza dell'indimenticabile Alfiero di Giulio, intelligente figlio della forte terra d'Abruzzo, proprio da un anno venuto a mancare prematuramente agli affetti dei suoi amabili famigliari e di quanti ebbero la gioia di conoscerlo. Tuttavia, e proprio per il significato morale e spirituale che la gita ha assunto sin dal momento del suo inizio, il viaggio degli Ex-alunni alia Casa Madonna delle Rocche ha il valore di una solenne occasione utile a rafforzare i vincoli di una fratellanza altamente cristiana tra uomini di buona volonta, esprime l'esaltazione dei veri valori della vita. Nicola Ottavio Impressioni di raduno Nelle prime ore del pomeriggio di sabato 7 aprile un eerto brusio ha invaso Piazza sant'Apollinare. Ai passanti curiosi poteva sembrare un raduno qualsiasi, ma per noi del GEX di Roma che, impazienti, aspellavamo i pulmans con Vilale, era qualcosa di pi'u. Siamo 86; andiamo a fare la nostra Pasqua (ex-alunni e jamiglie) a Roccadimezzo, nclla Casa di soggiorno e di spiritualita « Madonna delle Rocche » da pochi mesi aperta dall'Opera. II viaggio, ottimo in ogni suo aspetto, ci ha portati alle 18,30 circa a godere delle cime innevate delValtipiano delle Rocche. ha solitudine ed il candore di quelle cime non potevano che invogliare ad avvicinarsi a quella purezza e tulti i present! non hanno avuto alcun problema. La Casa e splcndida, Vaccoglicnza calorosa e fraterna. La serata trascorsa in calda allegria, calda anche per il bel juoco acceso nel salone, ci ha rasserenati e fatti tornare un poco bambini. Una splcndida giornata domenicale ci ha accolti al risveglio, quasi premio a lutti agognalo. La celebrazione eucaristica e lo scambio della pace ha concluso, per cos) dire, la parte intima e spirituale della giornata, ognuno di noi celebrando la Pasqua, col proposito di fare il passaggio elevandosi sempre piii nella tcstimonianza di vita cristiana. Poi corse sulla neve, fino all'ottimo pranzo preparato con maestria e offerto con signorilita. Tutto (o quasi) e stalo di gradimento. Una Signora, me ne sfugge il nome, (non ho buona rnemoria per i nomi), soddisfatta ovviamente del risultato, mi diceva: « Si potrehhe organizzarc ogni tanto anche qualche raduno per i nostri ragazzi ». E perche no} Facciamo il raduno per i ragazzi. Sulla neve un'altra Signora diceva al proprio consorte: « Dobbiamo smetterla di andarc sulle Dolomiti a sciare, qui e piii meraviglioso» Mi ritengo soddisjatto per la riuscila della giornata. Ma molto si deve fare ancora; gli amici Ex diano suggerimenti per migliorare. Saluto tut/i. Aspcttiamo una nuova occasione di incontro: ja bene a lutti. Michele Leone 52 CENTRO RESIDENZIALE PERMANENTE « PADRE GIOVANNI SEMERIA » — MONTEROSSO AL MARE (LA SPEZIA) A Monterosso al Mare (La Spezia), una delle localita piu suggestive delle Cinque Terre, funziona il Centro residenziale permanente per persone anziane autosufficienti d'ambo i sessi. L'edificio, the gia ospitava l'lstituto P. Semeria, e stato ristrutturato, ottenendone ambienti ospitali per la permanenza degli anziani e la loro convivenza assistita da affettuosa presenza umana e cristiana. La retta, comprensiva di vitto, alloggio, pulizia, lavaggio biancheria, cure mediche ordinarie, e di L. 180.000 mensili. Le domande di ammissione devono essere indirizzate alia Direzione del Centro residenziale « P.G. Semeria » - 19016 MONTEROSSO AL MARE (SP) - Tel. (0187) 817514. ,- - r CASA DI SPIRITUALITA' E DI SOGGIORNO « MADONNA DELLE ROCCHE » ROCCADIMEZZO (L'Aquila) Tel. 0862/91329 a m. 1329 di altitudine La Casa dispone di 110 posti letto, in caimere singole o in stanze per famiglie, ed ha quanto altro si desidera per trascorrere un periodo di riposo e di ripresa spirituale in ambiente tranquillo e confortevole. I luoghi di alloggio, di riunione, di soggiorno, di studio, di refezione, di svago sono assolutamente decorosi e comodi. All'ingresso c'e subito la Cappella. Nella Casa potranno essere ospitate famiglie che desiderano trascorrere qualche giorno per recuperarsi e godersi e rifarsi, umanamente e cristianamente, dalla dispersiva vita di lavoro e di responsabilita; per gruppi organizzati con fini di formazione cristiana e di ricreazione; per riunioni di categoria; per incontri di studio e di preghiera; per giornate di dibattiti e di aggiornamento; per esercizi spiritual!. Lire 300